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di Roma

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tuoso « bucintoro», forse per i viaggi fluviali del pontefice che, come<br />

è noto, si serviva talvolta del porto tiberino per gite <strong>di</strong> <strong>di</strong>porto lungo<br />

il fiume o per andare a caccia alla Magliana.<br />

Chi <strong>di</strong>ede un notevole impulso alla sistemazione del porto <strong>di</strong><br />

Ripagrande, fu Innocenzo XII che nel 1697 fece costruire presso porta<br />

Porte se, su <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> Mattia De Rossi e Carlo Fontana, un e<strong>di</strong>ficio<br />

per uso <strong>di</strong> dogana con magazzini per ,le merci e locali per gli uffici.<br />

Il pontefice ne assegnò i proventi all'Ospizio Apostolico donde la<br />

apposizione su <strong>di</strong> esso <strong>di</strong> due bassorilievi - ora nel Museo <strong>di</strong> <strong>Roma</strong> _<br />

con la scritta HOSPITIIAPOSTOLICI PAVPERVMINVALIDORVM; analoghi<br />

bassorilievi furono murati anche sulla Dogana <strong>di</strong> Terra (Borsa).<br />

L'e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong> Innocenzo XII, che era preceduto da un grazioso<br />

portichetto ad archi bugnati, chiaramente riprodotto in una stampa<br />

<strong>di</strong> Alessandro Specchi, fu mutilato quando Pio VI ampliò l'Ospizio<br />

dalla parte <strong>di</strong> porta Portese; il portichetto fu allora Hberamente ricostruito<br />

su un lato, accanto alla porta.<br />

Pio VII fece erigere sul porto una piccola lanterna che servisse<br />

<strong>di</strong> segnale notturno alle navi; Gregorio XVI migliorò le banchine,<br />

fece costruire magazzini e decorò l'e<strong>di</strong>ficio della lanterna con un<br />

pronao dorico adorno <strong>di</strong> quattro colonne.<br />

È da notare che il porto aveva un notevole traffico <strong>di</strong> navi <strong>di</strong><br />

me<strong>di</strong>o tonnellaggio che risalivano il fiume dalla sua foce; i bastimenti<br />

più gran<strong>di</strong> scaricavano invece le merci a Fiumicino e <strong>di</strong> là su navi<br />

piatte esse raggiungevano Ripagrande.<br />

Le navi erano tirate lungo il fiume da bufali che poi stazionavano<br />

fuori porta Portese in un recinto detto Bufalara situato al termine <strong>di</strong><br />

una rigogliosa alberata, ben visibile in un <strong>di</strong>pinto <strong>di</strong> Paolo Anesi.<br />

Questa operazione era concessa in appalto ma dava luogo ad<br />

inconvenienti lamentati dal cardo Rezzonico in un e<strong>di</strong>tto del 26 set-<br />

tembre 1776 ove si deplorava « l'abuso da parecchi anni introdotto<br />

dall'affittuario del tiro delle bufole <strong>di</strong> lasciare le bestie pascolare<br />

impunemente e con grave pericolo per i passeggeri, <strong>di</strong> notte e <strong>di</strong><br />

giorno, nel prato alberato esistente fuori <strong>di</strong> porta Portese, non ostante<br />

vi fosse un luogo a ciò destinato che volgarmente si <strong>di</strong>ce la Bufalara,<br />

ove dovevansi rinchiuderle».<br />

Il<br />

I bufali furono sost,ituiti nel 1842 da battelli a vapore la cui introdu-<br />

zione si deve ad Alessandro Cial<strong>di</strong> comandante della Marina Pontificia.<br />

Il principe Agostino Chigi scrive nel suo <strong>di</strong>ario al 22 agosto 1842:<br />

«Verso sera sono arrivati a Ripa Grande i tre legni a vapore costruiti<br />

in ferro e destinati al tiro <strong>di</strong> bastimenti per il fiume» e al 5 settembre:<br />

« Oggi il Papa è andato a Ripa Grande ed ivi salito sopra il più<br />

grande dei tre vapori e seguendo gli altri due è andato per il fiume<br />

sino a S. Paolo, ove è smontato ed è ritornato in carrozza che lo<br />

attendeva» .<br />

La scena dell'imbarco del pontefice è rappresentata in un <strong>di</strong>pinto<br />

del Museo <strong>di</strong> <strong>Roma</strong>.<br />

Fu allora istituito anche un servizio regolare con ponte Felice<br />

(Borghetto <strong>di</strong> Civita Castellana).<br />

Le benemerenze <strong>di</strong> Gregorio XVI verso il porto <strong>di</strong> Ripagrande<br />

e la navigazione del Tevere furono eternate in una grande medaglia<br />

<strong>di</strong> Giuseppe Cerbara rappresentante da un lato una veduta del porto<br />

stesso con i battelli a va'pore <strong>di</strong> recente acquisto. Nel rovescio è scritto:<br />

DOMO/ HOSPITALl MICHELIANA / OOMMODIS AVCTA OMNIGENIS / ORNAMENTlS<br />

INSIGNIBVS / EXCVLTA / TIBERIS RIPA NOVIS oPERIBVS / ET ACTlB. VAPORE<br />

NAVIGIIS / REDDITA / AD OMNEM COMMERCII VSVM / OPPORTVNA /<br />

ANNO M.DCCC.XXXXII.<br />

Annesso al porto era l'arsenale che anch'esso aveva origini assai<br />

antiche in quanto, i papi, a <strong>di</strong>fferenza dei <strong>Roma</strong>ni antichi, fin dal<br />

me<strong>di</strong>oevo preferirono costruire le navi sul Tevere. Memoranda fu nel<br />

1456la costruzione della flotta inviata da Callisto III contro i Turchi.<br />

L'Il giugno <strong>di</strong> quell'anno, le navi, comandate dal cardo Ludovico<br />

Scarampi e benedette dal pontefice, salparono dalle rive del Tevere<br />

mentre l'arsenale riprese subito le costruzioni; al prindpio del 1457 fu<br />

compiuta la famosa galeazza « <strong>di</strong> mille botti» e inviata a Ro<strong>di</strong> a<br />

raggiungere le altre; nel febbraio dello stesso anno altre ne furono<br />

costruite tra cui una che il pontefice, compiaciuto, descriveva al re<br />

<strong>di</strong> Francia <strong>di</strong>cendola « fatta da Noi, forse non esiste sul mare l'eguale».<br />

Delle 24 galere e 6 navi da trasporto fatte costruire da Sisto IV<br />

per la guerra in Oriente, alcune furono fatte nell'arsenale tiberino. Esse<br />

partirono il 28 maggio 1472e il papa, accompagnato dai car<strong>di</strong>nali, andò<br />

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