"i4~~~'Z;1r~'~'T~~'r.i'~' ~:"':':.. ~''-~~'''':'''''f~!- '.'0", : VARO DELLA PIRODRAGA S. ANTONIO NELL' ARSENALE DI RIPAGRANDE (1842) (Museo <strong>di</strong> <strong>Roma</strong>) ;"t ......
l L'ARSENALE DI RIPAGRANDE L'arsenale continuò per circa due secoli la sua attività <strong>di</strong> costru- zione e riparazione <strong>di</strong> piccole unità della flotta commerciale; un <strong>di</strong>pinto del Museo <strong>di</strong> <strong>Roma</strong> mostra il varo della « pirodraga» S. Antonio avvenuto il 30 novembre 1842; l'imbarcazione sta scendendo in acqua adorna delle ban<strong>di</strong>ere del pontefice, spagnola, inglese e francese, tra l'ammirazione della folla presente, presso il fianco del fabbricato clementino. Un triste episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong> qualche decennio prima è legato alla storia <strong>di</strong> questo e<strong>di</strong>ficio: nel 1798 vi furono trasportate, per essere avviate in Francia, le opere d'arte tolte dai francesi ai musei romani, nonché i volumi sottratti alla Biblioteca Vaticana. In un avviso del 13 novembre 1798 si <strong>di</strong>ce: « nella notte il Capo- mastro Lovatti, secondo gli or<strong>di</strong>ni ricevuti, ha trasportato tutta la Biblioteca del Vaticano nell'arsenale <strong>di</strong> Ripa Grande a cui a bella posta erano state chiuse antecedentemente le aperture, per timore del fuoco». L'arsenale fu esposto nel 1849, durante l'asse<strong>di</strong>o <strong>di</strong> <strong>Roma</strong>, ai bombardamenti dal Gianicolo, quelli stessi, evidentemente, che danneggiarono la chiesa <strong>di</strong> S. Maria del Priorato sull'Aventino, privandola del bizzarro coronamento ideato dal Piranesi. Ma non è esatto che sia stato <strong>di</strong>strutto e ricostruito: la grande tettoia, più o meno restaurata, sembra assolutamente quella originaria; forse si tratta <strong>di</strong> qualcuna delle fabbriche a<strong>di</strong>acenti, una delle quali, <strong>di</strong> forma assai allungata, compare per la prima volta nella pianta del Censo del 1866 ed esiste tuttora. Coi lavori dei muraglioni del Tevere scomparvero le attrezzature del porto: la lanterna con il portichetto <strong>di</strong> Gregario XVI, i magazzini, le banchine, l'e<strong>di</strong>ficio della Dogana innocenziana. Rimane invece al suo posto, in uno spazio recinto da muro sul quale si aprono ancora due portali, uno con 10 stemma <strong>di</strong> Pio IX e l'altro con quello del Senato <strong>Roma</strong>no, il fabbricato dell'arsenale. Sarebbe bene che questo antico esempio <strong>di</strong> architettura utilitaria settecentesca fosse riscattato dall'indecoroso abbandono nel quale è oggi lasciato e fosse sistemato come ricordo dei molti e molti secoli <strong>di</strong> storia del maggior porto fluviale della <strong>Roma</strong> papale. CARLO P1ETRANGELI Il:1 : l' 1 ,; I" i