Speciale Fiera 2009 (9.86 MB) - Comune di Lonato del Garda

SPORT
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Ciclismo dilettanti:
il giro d’Italia diventa Bio
Il 13 giugno appuntamento a Lonato del Garda
di Giancarlo Brocci
Alfredo Martini, monumento vivente e straordinariamente
narrante del ciclismo italiano, in un recentissimo intervento
a uno dei tanti convegni che se ne onorano, ha
sintetizzato: “Ricordatevi che abbiamo diversi debiti da pagare al nostro
grande pubblico” .
Parlava ai massimi addetti ai lavori del suo sport e tutti hanno compreso
il messaggio . Non c’era bisogno degli ultimi casi tristi, in qualche modo
attesi (Riccò, Piepoli, Sella ecc .) per fare la considerazione che il doping
sta minando alla radice la credibilità di una disciplina ancora grande e
amatissima; sono anni che un vincitore di grandi corse a tappe sta sub
judice, tanti hanno finito per essere esclusi a posteriori dagli albi d’oro o
semplicemente dal cuore degli sportivi .
Lunga sarebbe la lista dei nomi che appena la iniziamo; alcuni, come
Pantani da noi, Virenque in Francia, Ulrich in Germania, avevano mosso
passioni che covavano, che attendevano solo il soffio dell’emozione per
riaccendersi . Tutti hanno compreso, dicevamo; molti tra questi, però, si
sono potuti appellare al “così fan tutti”, al fatto che praticamente ogni
altro sport è altrettanto, se non più carico, di propellenti, in tanti casi al
punto di essersi trasformato geneticamente e senza alcuni accenni ad un
intervento oltre la facciata .
Comunque il ciclismo, indubitabilmente colpevole, inizia a recitare i suoi
mea culpa, l’unico che ci sta provando sul serio . Magari costretto dagli
sponsor, dagli organizzatori, dalla sua gente, la più consapevole dei limiti
della propria passione, è lo sport che invia segnali più netti di riscatto .
I controlli serrati, i codici etici, il Tour de France che esclude anche gli
indiziati, alcuni marchi che cominciano a prediligere la certezza di una
presenza pulita all’alea della vittoria, gli sportivi che mostrano di cercare
le radici autentiche di uno sport che ha sempre scritto con la fatica
estrema le sue leggende, l’amore che circonda la nostra “Eroica” ed i
suoi valori, ci hanno indotto alla speranza ed al coraggio .
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Paschi Eroica”, successo oltre ogni aspettativa, siamo andati proponendo
un’iniziativa che presume molto di sè: il “GIRO BIO” . Il termine non è
che una sintesi giornalistica ma il concetto di ciò che stiamo realizzando
ci pare netto oltre l’efficacia dello slogan .
Per giro ciclistico “biologico”, intendiamo una corsa a tappe, ai massimi
livelli dilettantistici, cui partecipino circa 150 ciclisti, selezionati da
un’attento protocollo fisiologico di ammissione . Si prendono solo ragazzi
(under 26) i cui dati di base siano scientificamente attendibili e poi, per
l’intera durata della corsa a tappe, si rimettono a certe condizioni che
furono quelle dei primi Tour de France o Giri d’Italia: tutti a dormire
e mangiare assieme, solo loro, controllabili sempre, seguiti dal nostro
staff scientifico e analizzati praticamente tappa per tappa .
La Regione Toscana, che aveva già creduto ne “l’Eroica” e nello sviluppo
di certe progettualità, ha dato il proprio appoggio, seguita poi da
altri Enti Locali, dalla FCI ai suoi massimi livelli (medici compresi), dalla
Medicina dello Sport dell’Università di Siena fornitrice dell’input per un
lavoro scientifico che potrà avere impatto mondiale .
Al di là dell’operazione mediatica, che pure si annuncia importante, si
vuol dimostrare che uno sport d’immane, prolungata fatica, può essere
affrontato in condizioni di assoluta “biologicità”, magari con medie
orarie appena più basse ma fornendo un degno spettacolo agonistico
ed educando i giovani a battersi al meglio senza ricerca di scorciatoie
sempre più pericolose .
Il contenitore? L’abbiamo individuato nel Giro d’Italia Dilettanti, che tornerà
dopo 2 anni di stop dal 12 al 21 giugno prossimo, 9 tappe intercalate
da un riposo, almeno 7 Regioni attraversate, il minimo di 5 squadre straniere
che parteciperanno a livello di Nazionali .
Un po’ tutte le grandi componenti del mondo politico e ciclistico, verrebbe
da dire increbilmente, sembrano aver accolto con entusiasmo l’idea;
noi, per la passione che si muove, chiedevamo solo di poter tornare a
credere nello sport pulito .
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