download rivista PDF - Regione Piemonte
download rivista PDF - Regione Piemonte
download rivista PDF - Regione Piemonte
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
32<br />
SCOPRIPARCO - ROCCHETTA TANARO<br />
Qui sopra, un picchio rosso minore al nido<br />
con imbeccata (foto D. Alpe/CeDRAP)<br />
ranti alla sommità, cui sottostanno le<br />
Sabbie di Asti, note internazionalmente<br />
per l’elevato contenuto di fossili<br />
di svariati organismi marini.<br />
L’area, infatti, ricade nel “Bacino<br />
Pliocenico Astigiano” costituito dai<br />
sedimenti sabbiosi e argillosi testimonianti<br />
il mare che occupava il<br />
<strong>Piemonte</strong> centro meridionale, tra i 5<br />
e i 2 milioni di anni fa.<br />
Grazie alle notevoli differenziazioni<br />
microclimatiche, anche dovute alla<br />
morfologia del territorio, l’aspetto botanico<br />
è decisamente variegato. Si<br />
possono osservare specie presenti<br />
nella zona delle Langhe, dove si manifestano<br />
rilevanti influssi mediterranei,<br />
e tipologie floristiche tipiche del<br />
sistema collinare torinese. Nel fondovalle<br />
è possibile ammirare il padrone<br />
di casa: il “grande faggio” della Val<br />
du Gè (Valle del Gelo), esemplare ultrasecolare<br />
che cresce alla quota mi-<br />
nima per il Piem -<br />
onte (130 metri<br />
s.l.m.) e che rappresenta<br />
un ricordo<br />
delle faggete<br />
diffuse su tutta la<br />
zona al termine<br />
dell’ultimo periodo<br />
glaciale. Lo circondano<br />
la rovere<br />
e la farnia, insieme<br />
alla roverella e<br />
al cerro, all’orniello,<br />
al ciavardello,<br />
al nespolo, al<br />
biancospino ed al<br />
caprifoglio. Poco<br />
più in là, nel farneto,<br />
è facile incontrare<br />
il nocciolo,<br />
accanto al tiglio<br />
selvatico, al<br />
carpino bianco e<br />
all’acero campestre,<br />
mentre in<br />
prossimità dei rii<br />
crescono il pioppo<br />
bianco e l’ontano<br />
nero. Nel sottobosco<br />
fiorisco no<br />
orchidee, gigli, mu -<br />
ghetti, anemoni,<br />
campanellini,<br />
campanule e lilioasfodeli.<br />
L’habitat forestale offre,<br />
inoltre, rifugio a numerosi animali tra<br />
cui: la volpe, lo scoiattolo, il riccio, la<br />
donnola, il moscardino, il ghiro e il<br />
caratteristico tasso, eletto a simbolo<br />
del Parco. L’avifauna, particolarmente<br />
ricca, è rappresentata da una quarantina<br />
di specie nidificanti, tra cui il<br />
raro picchio rosso minore, il picchio<br />
muratore, il picchio verde, il rampichino,<br />
il torcicollo, il luì verde e numerosi<br />
rapaci diurni e notturni.<br />
Al Parco Naturale di Rocchetta<br />
Tanaro si accede liberamente, ed è<br />
possibile avere informazioni e prenotare<br />
visite guidate rivolgendosi<br />
all’Ente di gestione dei Parchi e delle<br />
riserve naturali astigiani o alla sede<br />
operativa nella “Casa del Parco”. Il<br />
parco rappresenta una meta ideale<br />
per escursioni, studi e ricerche, trekking<br />
a piedi, a cavallo o in bicicletta<br />
su percorsi segnalati.<br />
Il sentiero naturalistico autoguidato<br />
Lasciata l’auto presso l’ampio parcheggio<br />
ai margini del Parco, in<br />
<strong>Regione</strong> Sant’Emiliano, l’escursione<br />
ha inizio imboccando una strada<br />
sterrata, chiusa al traffico veicolare<br />
per mezzo di una sbarra. Subito ci si<br />
trova immersi nel verde, a sinistra<br />
un querceto a prevalenza di rovere<br />
e a destra pini silvestri e arbusti.<br />
Poco più avanti, sullo stesso lato, la<br />
Casa del Parco, sede del Centro di<br />
Educazione Ambientale (C.E.A.)<br />
dell’Ente parchi Astigiani,<br />
dell’Ostello Pacha Mama e di<br />
un’area ristoro che offre cucina tipica<br />
piemontese. Dal balcone della<br />
Casa si possono ammirare le colline<br />
circostanti che offrono un suggestivo<br />
scorcio paesaggistico caratterizzato<br />
da boschi e dai filari dei vigneti.<br />
La breve discesa si presenta per<br />
un primo tratto ripida, ma poco dopo<br />
il percorso torna nuovamente<br />
pianeggiante nel fondovalle. Una<br />
volta al bivio si gira a sinistra verso<br />
il rio Ronsinaggio; giunti alla segnaletica<br />
si svolta nuovamente a sinistra<br />
e da lì, dopo soli 50 metri, non potrà<br />
passare inosservato il “grande<br />
faggio” di altezza superiore ai 25 m.<br />
Siamo definitivamente nel bosco,<br />
nella Val du Gè, ora saliamo per poter<br />
osservare lo scomparire della vegetazione<br />
igrofila che lascia spazio a<br />
rovere, roverella, cerro, orniello.<br />
Proseguendo sul sentiero in salita, il<br />
visitatore entra nel castagneto caratterizzato<br />
dal ceduo e, a seconda dei<br />
periodi, potrà ammirare specie diverse<br />
come i cespi della felce aquilina,<br />
il brugo, le diverse tipologie di<br />
orchidee sino ad arrivare presso una<br />
sbarra di legno. Giunti a questo<br />
punto, si svolta a sinistra in direzione<br />
opposta alla cascina sita in località<br />
Monfalcone e percorrendo la<br />
strada asfaltata per circa 400 metri si<br />
ritorna al punto di partenza.<br />
In sintesi:<br />
tempo di percorrenza 1 ora, dislivello<br />
100 m.<br />
Parcheggio – Casa Parco –<br />
Rio Ronsinaggio – Val du Gè –<br />
Strada Comunale Rocchetta<br />
Tanaro/Mombercelli – Parcheggio.