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Argentovivo - gennaio 2010 - Spi-Cgil Emilia-Romagna

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<strong>Argentovivo</strong> <strong>gennaio</strong> <strong>2010</strong><br />

16<br />

sono infatti gli ex fidanzati, ex<br />

mariti o ex conviventi. La ricerca<br />

conferma anche come il<br />

luogo dove solitamente si consumano<br />

le violenze sia la casa.<br />

Abbiamo alcune ipotesi per<br />

spiegare questa maggiore diffusione<br />

del fenomeno nella nostra<br />

regione (e, in generale, in<br />

tutte le regioni del Nord Italia,<br />

più il Lazio) e le abbiamo verificate<br />

in questo lavoro incrociando<br />

i risultati con alcune<br />

variabili regionali: i tassi di<br />

separazione, il livello di istruzione,<br />

il tasso di occupazione<br />

femminile, la percentuale di<br />

donne che vivono sole, il numero<br />

di donne che ha uno stile di<br />

vita dinamico e che si prende<br />

cura di sé (ricostruito attraverso<br />

la percentuale di donne che<br />

dichiarano di fare sport nel<br />

tempo libero). Esiste una forte<br />

relazione, in <strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong><br />

e anche in altre regioni, tra<br />

queste variabili e la dichiarazione<br />

di vittimizzazione.<br />

(…)Infine, un’ulteriore spiegazione<br />

della maggiore percezione<br />

di insicurezza delle<br />

donne, come emerge dalle inchieste<br />

di vittimizzazione o da<br />

altre indagini qualitative, ha a<br />

che fare con l’associazione delle<br />

donne alla definizione di sé<br />

come soggetti vulnerabili e bisognosi<br />

di protezione, mentre<br />

agli uomini viene insegnato a<br />

nascondere le loro emozioni e,<br />

soprattutto, a non manifestare<br />

le loro paure.<br />

La vera differenza rimane nella<br />

percezione di sicurezza nel<br />

muoversi nello spazio pubblico,<br />

dove ancora le donne esprimono<br />

una preoccupazione<br />

maggiore, e soprattutto dove<br />

si vede che la limitazione dei<br />

propri comportamenti e della<br />

propria sfera di autonomia<br />

Donne e diritti<br />

per paura della criminalità è<br />

ancora molto più alta di quella<br />

maschile. E questo a dimostrazione<br />

che il discorso pubblico<br />

contemporaneo e il senso comune,<br />

che individua il pericolo<br />

maggiore per le donne fuori<br />

casa e per opera di sconosciuti,<br />

è in grado di influenzare<br />

fortemente le opinioni femminili,<br />

mettendo in secondo piano<br />

quello che è invece, per le<br />

donne, il luogo più pericoloso,<br />

la propria sfera domestica, e<br />

quelli che sono gli autori più<br />

probabili, i propri compagni o<br />

amici.<br />

(…) Questa è solo una parte,<br />

e neppure la più rilevante, del<br />

fenomeno della violenza sulle<br />

donne, ma è stata in grado di<br />

condizionare le opinioni comuni<br />

– incluse quelle femminili<br />

- e spesso anche le scelte<br />

in materia di prevenzione. In<br />

questi anni, abbiamo così visto<br />

susseguirsi proposte e iniziative<br />

tutte centrate sull’idea<br />

della protezione di donne indifese<br />

dalla minaccia di uno<br />

sconosciuto, attraverso la videosorveglianza,<br />

i taxi rosa, i<br />

parcheggi riservati e così via.<br />

Più recentemente, inoltre, abbiamo<br />

visto moltiplicarsi gli<br />

sforzi per accentuare l’intervento<br />

di natura penale in chiave<br />

fortemente repressiva.<br />

(…) Il cuore del problema sta<br />

nel conflitto di genere, conflitto<br />

che si acuisce in condizioni<br />

di maggiore indipendenza e<br />

autonomia delle donne, di cui<br />

le varie forme di violenza sono<br />

una manifestazione estrema,<br />

ma ampiamente diffusa<br />

nell’esperienza di vita di molte<br />

donne. Crediamo sia da questo<br />

dato che si dovrebbe partire<br />

per impostare politiche<br />

di prevenzione centrate sulla<br />

responsabilizzazione degli autori<br />

e sul sostegno alle donne<br />

non nell’ottica della tutela,<br />

ma della estensione delle loro<br />

libertà a vivere serenamente<br />

sia nello spazio pubblico che<br />

in quello privato.<br />

Per questo motivo, da alcuni<br />

anni la Regione <strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong><br />

ha affiancato alla consolidata<br />

attività di sostegno ai centri<br />

antiviolenza alcuni progetti<br />

più sperimentali, legati alla<br />

prevenzione precoce: campagne<br />

di educazione al rispetto<br />

della differenza dalla scuola<br />

materna alla scuola dell’obbligo,<br />

interventi sull’adolescenza,<br />

secondo una logica che è quella<br />

di prevenire nei giovanissimi<br />

la diffusione di questi comportamenti,<br />

educare gli uomini al<br />

rispetto della differenza sessuale,<br />

continuare a intervenire<br />

nel momento dell’emergenza<br />

(ricordiamo qui anche la diffusione<br />

di programmi formativi<br />

delle polizie municipali per<br />

l’accoglienza alle donne che<br />

subiscono violenza).<br />

La soluzione non è tornare indietro<br />

e chiudere le donne in<br />

casa. La soluzione è ampliare<br />

gli spazi di libertà e di autonomia<br />

delle donne, educare<br />

i maschi a rispettarle, sostenere<br />

le coppie nelle fasi di<br />

separazione e nelle crescenti<br />

difficoltà ad affrontare la difficile<br />

condivisione dei compiti<br />

domestici e di cura, correggere<br />

le distorsioni istituzionali che<br />

ancora impediscono il pieno<br />

riconoscimento dei diritti delle<br />

donne, e così via. Per questo<br />

le nostre politiche vanno<br />

ripensate in una dimensione<br />

molto più ampia, che sia in<br />

grado di affrontare questi diversi<br />

aspetti, mentre il sistema<br />

penale va sollecitato ad introdurre<br />

anche tipologie nuove<br />

di intervento sugli autori, programmando,<br />

per esempio, interventi<br />

di recupero, anche in<br />

ambiente carcerario, degli uomini<br />

violenti. Esperienze che a<br />

tutt’oggi sono nel nostro Paese<br />

ancora molto limitate.<br />

L’articolo è la sintesi dell’intervento<br />

di presentazione di<br />

una ricerca sulla violenza di<br />

genere, l’11 <strong>gennaio</strong> <strong>2010</strong>. Il<br />

testo integrale è nel volume<br />

“Città sicure” n.35, anno <strong>2010</strong>.

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