servizi ai cittadini - Comune di Campagnano di Roma
servizi ai cittadini - Comune di Campagnano di Roma
servizi ai cittadini - Comune di Campagnano di Roma
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
2.1.5 – Bilancio partecipativo<br />
Mentre in passato l’azione amministrativa si basava sul<br />
presupposto dell’autorità, ossia sull’idea che la pubblica<br />
amministrazione fosse l’unica depositaria dell’interesse<br />
generale e che proprio per questo avesse il <strong>di</strong>ritto-dovere<br />
<strong>di</strong> farlo valere nei confronti <strong>di</strong> tutti, oggi noi<br />
riteniamo che l’amministrazione debba svolgere anche<br />
un ruolo <strong>di</strong>verso: <strong>di</strong> stimolo, sollecitazione, regia e<br />
coor<strong>di</strong>namento.<br />
In questi casi il processo che viene messo in atto può<br />
essere definito inclusivo, perché esso cerca, appunto, <strong>di</strong><br />
includere un certo numero (più o meno ampio) <strong>di</strong> soggetti<br />
interessati a un certo problema e <strong>di</strong> farli partecipare<br />
alle scelte.<br />
Viceversa, fino ad oggi, i <strong>citta<strong>di</strong>ni</strong> si sono trovati a delegare<br />
<strong>ai</strong> politici ogni decisione pubblica e c’è un solo giorno<br />
in cinque anni in cui le persone compiono una scelta<br />
attiva, cioè il momento in cui mettono una croce per<br />
scegliere i propri can<strong>di</strong>dati.<br />
Noi riteniamo, invece, che tra eletti ed elettori, ci sia<br />
bisogno <strong>di</strong> collegamenti più concreti e flui<strong>di</strong> del solo<br />
appuntamento elettorale.<br />
L’attivazione <strong>di</strong> questo processo partecipativo, però, si<br />
scontra spesso contro la scarsa motivazione dei <strong>citta<strong>di</strong>ni</strong>,<br />
che deriva dalla scarsa fiducia in se stessi e nel sistema<br />
politico come rappresentante <strong>di</strong> interessi pubblici. A<br />
volte le persone <strong>di</strong>mostrano scarso interesse alla partecipazione<br />
perché non hanno tempo o perché non ci<br />
sono abituate.<br />
A fronte <strong>di</strong> questo dato <strong>di</strong> fatto, però, è altrettanto vero<br />
che i <strong>citta<strong>di</strong>ni</strong> tendono facilmente a mobilitarsi contro<br />
progetti <strong>di</strong> interesse generale che percepiscono come<br />
una minaccia per i propri interessi o la propria identità.<br />
Il fenomeno è talmente <strong>di</strong>ffuso in tutto il mondo, che è<br />
stata coniata una specifica espressione per descriverlo:<br />
sindrome Nimby (“Not In My Back Yard” ossia “non nel<br />
mio giar<strong>di</strong>no”, “non sotto casa mia”).<br />
Si formano comitati spontanei <strong>di</strong> <strong>citta<strong>di</strong>ni</strong>, si tengono<br />
assemblee popolari affollate, si organizzano proteste.<br />
I Servizi <strong>ai</strong> <strong>citta<strong>di</strong>ni</strong>: politiche, azioni e risultati<br />
È probabile che qualche politico sia tentato <strong>di</strong> appoggiare<br />
(qualcuno potrebbe <strong>di</strong>re: strumentalizzare) la protesta<br />
con lo scopo <strong>di</strong> incrinare la compattezza delle istituzioni.<br />
Non c’è amministratore pubblico che non si sia trovato<br />
almeno una volta in una situazione <strong>di</strong> questo genere.<br />
Noi siamo convinti che l’errore più grave, in questi casi,<br />
sarebbe <strong>di</strong> chiudersi a <strong>di</strong>fesa delle proprie decisioni considerando<br />
gli altri solo come nemici da combattere.<br />
L’Amministrazione deve invece essere sempre pronta a<br />
confrontarsi con i <strong>citta<strong>di</strong>ni</strong> per cercare <strong>di</strong> rispondere <strong>ai</strong><br />
loro bisogni, garantendo, però, sempre l’interesse generale<br />
al quale a volte si oppongono interessi particolaristici<br />
e locali.<br />
Atteso, quin<strong>di</strong>, che l’Amministrazione ha la precisa<br />
volontà <strong>di</strong> attivare i processi partecipativi, il problema è<br />
quello <strong>di</strong> farli funzionare. E non è affatto facile.<br />
Si possono mettere attorno a un tavolo troppi attori,<br />
creando confusione, incomprensioni e <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento.<br />
Ma si può anche cadere nell’errore opposto,<br />
ossia quello <strong>di</strong> coinvolgerne troppo pochi, col risultato<br />
che gli esclusi si risentiranno e boicotteranno i risultati<br />
della concertazione.<br />
Un processo inclusivo può attenuare i conflitti, ma può<br />
anche esasperarli, può moltiplicare i veti o dare a<strong>di</strong>to a<br />
ricatti. Può produrre decisioni sagge che riescono a comporre<br />
i <strong>di</strong>versi punti <strong>di</strong> vista dei partecipanti in una visione<br />
con<strong>di</strong>visa dell’interesse generale, ma può anche<br />
generare pessimi compromessi, pasticciati e confusi, che<br />
reggeranno lo spazio <strong>di</strong> un mattino.<br />
Può anche portare ad accor<strong>di</strong> spartitori in cui i partecipanti<br />
si <strong>di</strong>vidono il bottino senza tenere in alcun conto<br />
gli interessi della collettività.<br />
Si possono raggiungere soluzioni con<strong>di</strong>vise in tempi<br />
ragionevoli, ma si possono anche trascinare le decisioni<br />
per mesi o anni, rinviandole da una riunione all’altra con<br />
una generale frustrazione.<br />
Si possono migliorare le relazioni tra gli attori, ma si pos-<br />
<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Campagnano</strong> <strong>di</strong> <strong>Roma</strong> - Bilancio Sociale <strong>di</strong> mandato 2006-2011 97