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DA HABERMAS A KANT - Società Italiana di Storia della Filosofia

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Philosophia III (2/2010 - 1/2011)<br />

in questo paragrafo presentare due critiche illustri mosse all’etica<br />

del <strong>di</strong>scorso, al fine <strong>di</strong> mostrare come i suoi tentativi <strong>di</strong> colmare<br />

alcuni punti deboli dell’etica kantiana possano essere a loro volta<br />

filosoficamente inconsistenti.<br />

3.1. Le critiche <strong>di</strong> Wellmer<br />

Delle numerose critiche che Albrecht Wellmer, pensatore associato<br />

alla “seconda generazione” <strong>della</strong> Scuola <strong>di</strong> Francoforte, presenta<br />

a Habermas, e che costrinsero quest’ultimo a mo<strong>di</strong>ficare in<br />

parte la propria proposta etica 15 , solo due sono oggetto <strong>di</strong> analisi in<br />

questa sede, per ragioni <strong>di</strong> coerenza ed economia argomentativa. In<br />

connessione con le conclusioni del paragrafo precedente, che vedeva<br />

la sinergia tra i due principi U e D quale superamento delle supposte<br />

limitazioni dell’etica kantiana, le critiche <strong>di</strong> Weller qui analizzate<br />

si riferiscono proprio ad alcune debolezze filosofiche <strong>di</strong> cui i<br />

due principi soffrirebbero.<br />

Wellmer, analizzando lo sforzo teoretico <strong>di</strong> Habermas <strong>di</strong> colmare<br />

i limiti dell’etica kantiana attraverso la sua proposizione etico<strong>di</strong>scorsiva,<br />

sottolinea come tale proposta ricada nelle stesse <strong>di</strong>fficoltà<br />

che intendeva superare. Infatti, i problemi inerenti al formalismo<br />

dei principi etici e alla necessità <strong>di</strong> una fondazione universalistica<br />

delle norme sono conservati in Habermas; tali problemi concernono<br />

in specifico due momenti: la prova <strong>della</strong> necessità dei principi <strong>di</strong><br />

legittimazione delle norme e la concezione del principio <strong>di</strong> universalità<br />

come massima prescrittiva.<br />

Secondo Wellemer, relativamente al primo momento, se in<br />

Kant la prova dell’apriorità dell’imperativo categorio si riduce al<br />

factum <strong>della</strong> ragione, in Habermas la prova dell’apriorità dei due<br />

principi D e U si riferisce al “factum” dell’apriorità del <strong>di</strong>scorso:<br />

Habermas deduce il valore formale dei due principi da un’impasse<br />

formale nel caso <strong>di</strong> una loro negazione – secondo la ben nota procedura<br />

argomentativa per viam negationis. Tale impasse coincide-<br />

15 Cfr. J. Habermas, Teoria <strong>della</strong> morale, cit., pp. 136-42.<br />

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