Relazione Idraulica
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Studio Geotecnico & Ambientale dr. ing. RICCARDO ZOPPELLARO<br />
I N D I C E<br />
PREMESSA pag. 2<br />
INQUADRAMENTO TERRITORIALE pag. 4<br />
INQUADRAMENTO GEOLOGICO pag. 5<br />
AREE A RISCHIO ALLAGAMENTO – RETE IDROGRAFICA pag. 9<br />
PRECIPITAZIONI INTENSE E DI BREVE DURATA pag. 11<br />
AREE POTENZIALMENTE TRASFORMABILI pag. 20<br />
ANALISI SITUAZIONE PREESISTENTE pag. 22<br />
ANALISI SITUAZIONE FUTURA pag. 25<br />
INDICAZIONI E PRESCRIZIONI GENERALI pag. 33<br />
APPENDICE 1 A: ELABORAZIONE DATI PRECIPITAZIONI DI BREVE DURATA<br />
- CISON DI VALMARINO<br />
APPENDICE 1 B: ELABORAZIONE DATI PRECIPITAZIONI DI BREVE DURATA<br />
- VALDOBBIADENE<br />
APPENDICE 2: SCHEDE TECNICHE<br />
APPENDICE 3: DEFLUSSI E LAMINAZIONI - METODO CINEMATICO<br />
CLASSICO - ELABORAZIONI<br />
APPENDICE 4: DEFLUSSI E LAMINAZIONI - METODO CINEMATICO A<br />
STRUTTURA PROBABILISTICA - ELABORAZIONI<br />
APPENDICE 5: DEFLUSSI E LAMINAZIONI - METODO DELL’INVASO<br />
ELABORAZIONI<br />
APPENDICE 6: DEFLUSSI E LAMINAZIONI - METODO AMERICANO NRCS<br />
(SCS 1986) - ELABORAZIONI<br />
ALLEGATO 1: CARTA DELLA PERMEABILITA’<br />
ALLEGATO 2: RETE IDROGRAFICA – AREE A RISCHIO ESONDAZIONE<br />
ALLEGATO 3: AREE POTENZIALMENTE TRASFORMABILI<br />
P.A.T.I. Vallata – Compatibilità <strong>Idraulica</strong> 1
Studio Geotecnico & Ambientale dr. ing. RICCARDO ZOPPELLARO<br />
PREMESSA<br />
Gli studi di compatibilità idraulica (o meglio di invarianza idraulica) fanno riferimento alle<br />
trasformazioni urbanistiche e sono regolamentati dalla recente Deliberazione della Giunta<br />
Regionale del Veneto n. 1841 del 19 giugno 2007, recante disposizioni in merito ai nuovi<br />
strumenti urbanistici PAT-PATI-PI o varianti “che comportino una trasformazione<br />
territoriale che possa modificare il regime idraulico”. La sopra citata Deliberazione<br />
sostituisce le precedenti D.G.R.V. n. 1322 del 10 maggio 2006 e n. 3637 del 13 dicembre<br />
2002.<br />
“Scopo fondamentale dello studio è quello di far sì che le valutazioni urbanistiche, sin<br />
dalla fase della loro formazione, tengano conto dell’attitudine dei luoghi ad accogliere la<br />
nuova edificazione”.<br />
Al fine di evitare alterazioni al regime idraulico dovranno essere previste idonee misure<br />
compensative (volumi di laminazione ad esempio), tali da garantire l’”invarianza<br />
idraulica” rispetto alla situazione antecedente l’urbanizzazione.<br />
Qui di seguito vengono evidenziate le principali prescrizioni contenute nell’allegato A<br />
(“Modalità operative e indicazioni tecniche”) della sopra citata D.G.R.V. n. 1841/2007:<br />
- “ogni nuovo strumento urbanistico comunale (PAT/PATI o PI) deve contenere uno<br />
studio di compatibilità idraulica che valuti per le nuove previsioni urbanistiche le<br />
interferenze che questi hanno con i dissesti idraulici presenti e le possibili<br />
alterazioni causate al regime idraulico”;<br />
- “lo studio di compatibilità idraulica è parte integrante dello strumento urbanistico<br />
e ne dimostra la coerenza con le condizioni idrauliche del territorio”;<br />
- “nella valutazione di compatibilità idraulica si deve assumere come riferimento<br />
tutta l’area interessata dallo strumento urbanistico in esame, cioè l’intero<br />
territorio comunale per i nuovi strumenti urbanistici (o anche più Comuni per<br />
strumenti intercomunali) PAT/PATI o PI”;<br />
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- “è richiesta con progressiva definizione la individuazione puntuale delle misure<br />
compensative, eventualmente articolata tra pianificazione strutturale (Piano di<br />
Assetto del Territorio – PAT), operativa (Piano degli Interventi – PI), ovvero Piani<br />
Urbanistici Attuativi – PUA”;<br />
- “a livello di PAT lo studio sarà costituito dalla verifica di compatibilità della<br />
trasformazione urbanistica con le indicazioni del PAI e degli altri studi relativi a<br />
condizioni di pericolosità idraulica, nonché dalla caratterizzazione idrologica ed<br />
idrografica e dalla indicazione delle misure compensative, avendo preso in<br />
considerazione come unità fisiografica il sottobacino interessato in un contesto di<br />
Ambito Territoriale Omogeneo”;<br />
- “nell’ambito del PI, andando pertanto a localizzare puntualmente le<br />
trasformazioni urbanistiche, lo studio avrà lo sviluppo necessario ad individuare le<br />
misure compensative ritenute idonee a garantire l’invarianza idraulica con<br />
definizione progettuale a livello preliminare/studio di fattibilità”;<br />
- “la progettazione definitiva degli interventi relativi alle misure compensative sarà<br />
sviluppata nell’ambito dei Piani Urbanistici Attuativi”.<br />
Nella valutazione delle misure compensative (volumi di invaso necessari al fine di non<br />
aggravare la situazione antecedente l’urbanizzazione, eventuali sistemi disperdenti nel<br />
sottosuolo, ecc.), si è proceduto attraverso le seguenti fasi (vedi punti successivi):<br />
- studio delle precipitazioni intense e di breve durata,<br />
- analisi della situazione antecedente (area agricola),<br />
- analisi della situazione futura (area urbanizzata).<br />
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INQUADRAMENTO TERRITORIALE<br />
Il territorio intercomunale della Vallata, comprendente i seguenti Comuni della provincia<br />
di Treviso (vedi inquadramento territoriale di TAV. 1 – scala 1 : 50.000):<br />
Cison di Valmarino: superficie territoriale: 28,75 km 2<br />
Follina: superficie territoriale: 26,16 km 2<br />
Miane: superficie territoriale: 30,92 km 2<br />
Revine Lago: superficie territoriale: 18,66 km 2<br />
Tarzo: superficie territoriale: 23,80 km 2<br />
superficie complessiva 128,29 km 2 .<br />
Sotto l’aspetto morfologico, il territorio è caratterizzato da una notevole variabilità<br />
determinata da rilievi di rocce terziarie e da coperture quaternarie di natura morenica o<br />
alluvionale.<br />
Nella parte settentrionale si rileva la presenza di rilievi con quote più elevate; procedendo<br />
da Ovest verso Est si evidenziano in particolare: M.Forconetta (1494 mslm), M.Cimon<br />
(1438 mslm), M.Salvedella (1289 mslm), M.Crep (1349 mslm), Col de Moi (1358 mslm),<br />
M.Schiaffet (1056 mslm), M. Torresel (1142 mslm), Cima Fava (1218 mslm), M.Forcella<br />
(1047 mslm), ecc..<br />
Nella parte meridionale del territorio si registrano invece rilievi ben più modesti;<br />
procedendo da Ovest verso Est si evidenziano in particolare: M.Pertegar (486 msm), Col<br />
Franchin (440 mslm), M.Mondaresca (412 mslm), M.Stella (418 mslm), M.Baldo (587<br />
mslm), ecc..<br />
Sul fondovalle, procedendo da Ovest verso Est si registra la seguente altimetria orientativa<br />
in corrispondenza dei centri abitati:<br />
Combai (390 mslm), Miane (269 mslm), Follina (199 mslm), Cison di Valmarino (243<br />
mslm), Mura (226 mslm), Lago (235 mslm), S.Maria (246 mslm), Revine (284 mslm). Da<br />
Fratta (241 mslm) si sale infine verso Tarzo (283 mslm).<br />
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INQUADRAMENTO GEOLOGICO<br />
Con riferimento alle note illustrative della Carta Geomorfologia d'Italia, Foglio 063<br />
Belluno, a cura di G.B.Pellegrini (vedi FIG. A), la fascia di territorio in esame è compresa<br />
fra la linea della Valsugana a Nord e il fronte del Sudalpino a Sud.<br />
La serie stratigrafica, ricostruita sulla base della Carta Geologica del Veneto scala 1 :<br />
250.000 (acquisita alla scala 1 : 50.000 – vedi TAVV. 2A-2B), comprende i depositi<br />
continentali quaternari e le formazioni marine che vanno dal Triassico superiore al<br />
Messiniano.<br />
FIG. A<br />
Con particolare riferimento alle aree di studio, le formazioni più antiche (Dogger - Lias<br />
medio-inf.), poste sul lato Nord-Ovest della Valle del Fiume Soligo, sono rappresentate<br />
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dalle calcareniti oolitiche massicce che raggiungono spessori anche di 500 m e risultano<br />
talora intensamente dolomitizzate.<br />
Alla base di tale complesso roccioso affiorano, nei versanti del bacino Corin, dolomie<br />
scure ben stratificate e calcareniti selcifere con presenza di alcune zone di facies marnose<br />
intercalate da calcari nodulari rossastri, con spessore complessivo di ~ 200 m.<br />
Sempre sul lato Nord-Ovest della Valle sono presenti calcari e calcari argillosi selciferi con<br />
intercalazioni di calcareniti e brecce calcaree: la formazione, del periodo Cretacico - Malm,<br />
raggiunge mediamente ~ 500 m di spessore.<br />
Sul lato Sud-Est verso il fondovalle si rinvengono, in successione cronologica,<br />
affioramenti potenti ~ 1000 m del Flysch bellunese; si tratta di arenarie e calcareniti<br />
torbiditiche in fitta alternanza con marne e argilliti (periodo Eocenico).<br />
Sempre sul versante Sud-Est della Valle i depositi eocenici sono ricoperti in discordanza<br />
dalla Molassa Sudalpina del periodo Miocene superiore - medio. Tale complesso roccioso<br />
risulta costituito prevalentemente da conglomerati poligenici, argilliti e arenarie con lenti<br />
conglomeratiche, arenarie quarzose e calcaree, arenarie glauconitiche, siltiti e marne, con<br />
alla base calcareniti ed arenarie grossolane fossilifere con ridotti spessori.<br />
Nelle aree di fondovalle i ricoprimenti sono rappresentati da sedimenti dei processi erosivi<br />
del Quaternario continentale.<br />
Dove sorgono gran parte degli abitati di Gai, Fratta e Tarzo sono presenti depositi morenici<br />
costituiti da materiali detritici di varia natura, trasportati dai ghiacciai prevalentemente nel<br />
corso dell'ultima glaciazione detta Wurmiana.<br />
Nelle altre zone di fondovalle i ricoprimenti sono rappresentati da depositi alluvionali<br />
sempre del periodo Quaternario; si tratta di antichi depositi fluviali e torrentizi pre-<br />
wurmiani, spesso cementati (conglomerati), di materiali alluvionali ciottolosi post-glaciali<br />
di fondovalle, di depositi fini lacustri e palustri delle depressioni intermoreniche.<br />
Sotto l'aspetto morfologico strutturale, sul fianco Nord-Ovest della Valle, le calcareniti<br />
oolitiche, talora dolomitizzate, i calcari selciferi e marnosi, i calcari nodulari rossastri,<br />
possono essere raggruppati nelle formazioni carbonatiche che mostrano in superficie gli<br />
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effetti prodotti dai processi di corrosione carsica; infatti, l'intensa e diffusa fratturazione di<br />
questi ammassi rocciosi favorisce la penetrazione delle acque meteoriche con conseguente<br />
intenso sviluppo dei processi di disfacimento e dissoluzione della roccia calcarea.<br />
Ciò determina un ampio sviluppo dei circuiti delle acque sotterranee, caratterizzando tali<br />
formazioni rocciose di una permeabilità in grande per fessurazione e carsismo, rocce<br />
quindi molto permeabili.<br />
Si osserva poi che sul lato Nord-Ovest della Valle è inoltre presente un raggruppamento<br />
costituito dai calcari argillosi selciferi, con intercalazioni di calcareniti e brecce calcaree,<br />
mentre sul fianco Nord-Est sono ampiamente diffusi gli affioramenti del "Complesso<br />
molassimo sudalpino" rappresentato da rocce marnose arenitiche e pelitiche e da<br />
conglomerati poligenici.<br />
Si tratta di complessi rocciosi in cui il fenomeno carsico è presente solo nella parte Nord-<br />
Ovest con scarsa e limitata diffusione; l'infiltrazione e la circolazione delle acque<br />
internamente a queste formazioni rocciose avviene per la presenza di fratturazioni e di un<br />
sistema più o meno sviluppato di fessurazioni. Tali rocce vengono così ad essere dotate di<br />
una permeabilità in grande di tipo medio, mentre nella parte Nord-Est, dove affiorano i<br />
conglomerati poligenici, si riscontra nell'ammasso roccioso una permeabilità in grande di<br />
basso valore.<br />
Nelle aree terrazzate collinari e di montagna e nel fondovalle, dove è presente il<br />
Quaternario continentale, si rinvengono depositi morenici wurmiani e depositi alluvionali.<br />
Nel primo caso siamo in presenza di materiali detritici trasportati dai ghiacciai:<br />
generalmente risultano cementati e quindi poco permeabili, a volte però nelle zone meno<br />
cementate e più sabbiose sono presenti movimenti d'acqua con venute a giorno sotto forma<br />
di sorgenti.<br />
I depositi alluvionali, localizzati per lo più sul fondovalle, sono costituiti da materiali<br />
sabbiosi e ciottolosi e rappresentano un ammasso detritico mediamente permeabile, a tratti<br />
anche molto permeabile; dove invece sono presenti depositi fluviali e torrentizi pre-<br />
wurmiani, spesso cementati, e fini depositi lacustri e palustri, si è in presenza di alluvioni<br />
praticamente impermeabili o poco permeabili.<br />
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Le caratteristiche di permeabilità dei terreni vengono evidenziate nelle TAVV. 3A-3B<br />
(scala 1 : 50.000) fornite dal Servizio Geologia della Regione Veneto, derivate dalla sopra<br />
citata Carta Geologica del Veneto.<br />
La medesima Carta della Permeabilità è stata inoltre restituita in scala 1 : 20.000,<br />
adottando come base cartografica le Carte Tecniche Regionali (vedi ALLEGATO 1 –<br />
CARTA DELLA PERMEABILITA’).<br />
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AREE A RISCHIO ALLAGAMENTO – RETE IDROGRAFICA<br />
Al fine di verificare la presenza di eventuali aree a rischio allagamento, nel periodo luglio-<br />
ottobre 2007 lo scrivente ha raccolto tutta una serie di informazioni presso gli Uffici<br />
competenti, in particolare:<br />
Direzione Regionale Difesa del Suolo - Venezia<br />
Ufficio del Genio Civile di Treviso<br />
Consorzio di Bonifica Pedemonatana Sinistra Piave - Codognè<br />
Comunità Montana di Vittorio Veneto.<br />
Il territorio della Vallata rientra nel bacino idrografico del fiume Piave e, come tale, è<br />
soggetto alle prescrizioni del relativo Progetto di Piano Stralcio per l’Assetto<br />
Idrogeologico (anno 2003).<br />
Come evidenziato dalla TAV. 4, estratta dal sopra citato Piano Stralcio, non si rilevano per<br />
il territorio in esame zone di pericolosità idraulica (P1-P2-P3-P4).<br />
Con riferimento alla Mappa della Pericolosità <strong>Idraulica</strong> (anno 1999) dell’Unione Regionale<br />
Veneta Bonifiche (vedi estratto di TAV. 5), parte del territorio in esame rientra nell’ambito<br />
delle competenze del Consorzio di Bonifica Pedemontano Sinistra Piave di Codognè (TV).<br />
Dalla medesima mappa non risulta però la presenza di aree a rischio allagamento, né<br />
tantomeno di aree ad elevato rischio.<br />
Un’unica area a rischio esondazione è stata invece segnalata dall’Ufficio Regionale del<br />
Genio Civile di Treviso. Tale area, di modesta estensione, risulta individuata poco a monte<br />
dell’abitato di Mura (in Comune di Cison di Valmarino), lungo il fiume Soligo (in destra<br />
idraulica). Gli allagamenti sono provocati da un restringimento del fiume Soligo, a causa<br />
del quale si producono effetti di rigurgito nel tratto di monte, e conseguenti possibili<br />
esondazioni dovute a locali insufficienze arginali (vedi ALLEGATO 2 – RETE<br />
IDROGRAFICA, INDIVIDUAZIONE AREE A RISCHIO ESONDAZIONE).<br />
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Seguono alcune note inerenti il sistema idrografico superficiale.<br />
Il fiume Soligo è il principale affluente del Piave ed è caratterizzato da un bacino<br />
idrografico di circa 130 km 2 e una lunghezza dell’asta principale di circa 24 km. Il Soligo<br />
viene alimentato principalmente dalle acque provenienti dai laghi di Revine, attraverso il<br />
canale Tajada, e dal torrente Follina, corso d’acqua di natura carsica che raccoglie le sue<br />
acque da un bacino sotterraneo sgorgando poi vicino all’Abbazia di Follina. Il Soligo<br />
riceve inoltre le acque di altri torrenti, tra i quali il Ruio proveniente da Cison e il Corin<br />
proveniente dalla Valmareno, i cui contributi sono rimarchevoli solo dopo abbondanti<br />
piogge.<br />
I laghi naturali presenti nel territorio della Vallata sono i due laghi di Revine. Trattasi di<br />
due piccoli laghi, denominati Santa Maria e Lago, collegati fra loro da un canale di<br />
comunicazione stretto e poco profondo.<br />
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PRECIPITAZIONI INTENSE E DI BREVE DURATA<br />
Si fa riferimento ai dati delle precipitazioni di breve durata e forte intensità registrate nelle<br />
stazioni pluviografiche di Cison di Valmarino (periodo 1955÷1996) e di Valdobbiadene<br />
(periodo 1959÷1996) del Servizio Idrografico del Magistrato alle Acque – Venezia.<br />
Si sono prese in considerazione le precipitazioni massime annuali di durata compresa fra<br />
15 primi e 1 ora e di durata compresa fra 1 ora e 24 ore.<br />
Si è proceduto all’elaborazione dei dati mediante analisi statistico-probabilistica (analisi<br />
statistica legata al concetto di frequenza per i dati rilevati nel passato; proiezioni<br />
probabilistiche per i dati futuri).<br />
Nell’ipotesi di eventi governati dal caso, si è fatto riferimento nelle elaborazioni all’analisi<br />
probabilistica di Gumbel (“Extreme Value” EV1).<br />
Per ciascuna durata di precipitazione Tp, partendo dai valori massimi annuali ordinati in<br />
ordine decrescente, definita la relazione fra la variabile casuale y, la probabilità di non<br />
superamento P e il tempo di ritorno TR:<br />
y = -ln (-ln P) = -ln [ -ln (1 – 1 / TR) ],<br />
il problema consiste nel valutare i parametri α e u dell’espressione lineare che lega la<br />
variabile casuale y alla variabile h (altezza della precipitazione):<br />
y = α (h – u) .<br />
Ciò premesso, per la valutazione dei suddetti parametri e, conseguentemente per la<br />
definizione della legge probabilistica che lega l’altezza della precipitazione h al tempo di<br />
ritorno TR, si è fatto ricorso al metodo dei Momenti.<br />
Una volta definita la legge che lega l’altezza della precipitazione h alla durata della<br />
precipitazione medesima Tp e al tempo di ritorno TR:<br />
h = h (Tp , TR)<br />
si perviene alla valutazione delle linee segnalatrici di possibilità pluviometrica:<br />
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h = a Tp n<br />
relative a precipitazioni di durata Tp inferiore a 1 ora e di durata compresa fra 1 ora e 24<br />
ore.<br />
I risultati delle elaborazioni (relativamente a tempi di ritorno TR = 2, 5, 10, 20, 50 anni)<br />
sono riportate nelle APPENDICI 1A e 1B.<br />
Ciò considerato, con riferimento ai dati registrati ai pluviografi, prendendo come base delle<br />
valutazioni precipitazioni con tempo di ritorno TR = 50 anni (D.G.R.V. n. 1841 del 19<br />
giugno 2007), TR = 20 anni e TR = 10 anni, risultano le seguenti equazioni delle linee<br />
segnalatrici di possibilità pluviometrica (vedi FIGG. B-C):<br />
CISON DI VALMARINO<br />
TR = 50 anni:<br />
Tp < 1 ora: h (mm) = 83,74 Tp 0,671 Tp (ore)<br />
Tp > 1 ora: h (mm) = 63,38 Tp 0,325 Tp (ore)<br />
TR = 20 anni :<br />
Tp < 1 ora: h (mm) = 71,80 Tp 0,642 Tp (ore)<br />
Tp > 1 ora: h (mm) = 55,14 Tp 0,332 Tp (ore)<br />
TR = 10 anni :<br />
Tp < 1 ora: h (mm) = 62,61 Tp 0,613 Tp (ore)<br />
Tp > 1 ora: h (mm) = 48,79 Tp 0,340 Tp (ore)<br />
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LINEE SEGNALATRICI DI POSSIBILITA' PLUVIOMETRICA<br />
CISON DI VALMARINO (TV) (1955-1996)<br />
n<br />
Servizio Idrografico h = a TP h (mm) t (ore)<br />
1° CASO TR = 50 anni TR = 20 anni TR = 10 anni<br />
CRITICO<br />
durata precipitazione T P < 1 ora: a 1 (mm/ore n ) 101,29 83,74 71,80 62,61<br />
n 1 0,869 0,671 0,642 0,613<br />
durata precipitazione T P > 1 ora: a 2 (mm/ore n ) 73,28 63,38 55,14 48,79<br />
n 2 0,258 0,325 0,332 0,340<br />
1° CASO CRITICO<br />
TR = 50 anni<br />
TR = 20 anni<br />
TR = 10 anni<br />
0,01 0,1 1 10 100<br />
durata T p (ore)<br />
FIG. B<br />
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1000<br />
100<br />
10<br />
1<br />
altezza precipitazione h (mm)
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LINEE SEGNALATRICI DI POSSIBILITA' PLUVIOMETRICA<br />
VALDOBBIADENE (TV) (1959-1996)<br />
Servizio Idrografico h = a T P<br />
P.A.T.I. Vallata – Compatibilità <strong>Idraulica</strong> 14<br />
n<br />
h (mm) t (ore)<br />
1° CASO TR = 50 anni TR = 20 anni TR = 10 anni<br />
CRITICO<br />
durata precipitazione TP < 1 ora: a1 (mm/ore n ) 53,63 55,56 49,11 44,13<br />
n1 0,339 0,337 0,340 0,343<br />
durata precipitazione TP > 1 ora: a2 (mm/ore n ) 53,63 55,56 49,11 44,13<br />
n2 0,339 0,337 0,340 0,343<br />
1° CASO CRITICO<br />
TR = 50 anni<br />
TR = 20 anni<br />
TR = 10 anni<br />
0,01 0,1 1 10<br />
1<br />
100<br />
durata T p (ore)<br />
FIG. C<br />
1000<br />
100<br />
10<br />
altezza precipitazione h (mm)
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VALDOBBIADENE<br />
TR = 50 anni:<br />
Tp < 1 ora: h (mm) = 55,56 Tp 0,337 Tp (ore)<br />
Tp > 1 ora: h (mm) = 55,56 Tp 0,337 Tp (ore)<br />
TR = 20 anni :<br />
Tp < 1 ora: h (mm) = 49,11 Tp 0,340 Tp (ore)<br />
Tp > 1 ora: h (mm) = 49,11 Tp 0,340 Tp (ore)<br />
TR = 10 anni :<br />
Tp < 1 ora: h (mm) = 44,13 Tp 0,343 Tp (ore)<br />
Tp > 1 ora: h (mm) = 44,13 Tp 0,343 Tp (ore).<br />
E’ da notare che le elaborazioni effettuate per Cison di Valmarino forniscono in scala<br />
bilogaritmica due rette che si intersecano in corrispondenza di una durata di precipitazione<br />
dell’ordine di 0,5 ore, mentre le elaborazioni relative a Valdobbiadene forniscono<br />
un’unica retta di pendenza costante.<br />
Il raffronto finale fra le elaborazioni relative alle due stazioni in esame (vedi FIGG. D-E)<br />
fornisce altezze di precipitazione più critiche per la stazione di Cison di Valmarino.<br />
Nel seguito si è fatto riferimento prudenzialmente all’inviluppo dei valori massimi (vedi<br />
FIGG. F-G).<br />
P.A.T.I. Vallata – Compatibilità <strong>Idraulica</strong> 15
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LINEE SEGNALATRICI DI POSSIBILITA' PLUVIOMETRICA<br />
STAZIONE: VALDOBBIADENE - CISON DI VALMARINO TR = 50 anni<br />
n<br />
h = a Tp h (mm) t (ore)<br />
Valdobbiadene Cison di V.<br />
durata precipitazione T p < 1 ora: a 1 (mm/ore n ) 55,56 83,74<br />
n 1 0,337 0,671<br />
durata precipitazione T p > 1 ora: a 2 (mm/ore n ) 55,56 63,38<br />
n 2 0,337 0,325<br />
Valdobbiadene<br />
Cison di V.<br />
0,01 0,1 1 10 100<br />
durata T p (ore)<br />
P.A.T.I. Vallata – Compatibilità <strong>Idraulica</strong> 16<br />
1000<br />
100<br />
10<br />
1<br />
FIG. D<br />
altezza precipitazione h (mm)
Studio Geotecnico & Ambientale dr. ing. RICCARDO ZOPPELLARO<br />
LINEE SEGNALATRICI DI POSSIBILITA' PLUVIOMETRICA<br />
STAZIONE: VALDOBBIADENE - CISON DI VALMARINO TR = 20 anni<br />
n<br />
h = a Tp h (mm) t (ore)<br />
Valdobbiadene Cison di V.<br />
durata precipitazione T p < 1 ora: a 1 (mm/ore n ) 49,11 71,80<br />
n 1 0,340 0,642<br />
durata precipitazione T p > 1 ora: a 2 (mm/ore n ) 49,11 55,14<br />
n 2 0,340 0,332<br />
Valdobbiadene<br />
Cison di V.<br />
0,01 0,1 1 10 100<br />
durata T p (ore)<br />
P.A.T.I. Vallata – Compatibilità <strong>Idraulica</strong> 17<br />
1000<br />
100<br />
10<br />
1<br />
FIG. E<br />
altezza precipitazione h (mm)
Studio Geotecnico & Ambientale dr. ing. RICCARDO ZOPPELLARO<br />
LINEE SEGNALATRICI DI POSSIBILITA' PLUVIOMETRICA<br />
STAZIONE: CISON DI VALMARINO - VALDOBBIADENE<br />
n<br />
h = a Tp h (mm) t (ore)<br />
TR = 50 anni TR = 20 anni<br />
durata precipitazione Tp < 1 ora: a1 (mm/ore n ) 70,75 59,38<br />
n1 0,435 0,431<br />
durata precipitazione T p > 1 ora: a 2 (mm/ore n ) 63,38 55,14<br />
n2 0,325 0,332<br />
0,01 0,1 1 10<br />
1<br />
100<br />
dr.ing. Riccardo Zoppellaro<br />
TR = 50 anni<br />
TR = 20 anni<br />
durata T p (ore)<br />
P.A.T.I. Vallata – Compatibilità <strong>Idraulica</strong> 18<br />
1000<br />
100<br />
10<br />
FIG. F<br />
altezza precipitazione h (mm)
Studio Geotecnico & Ambientale dr. ing. RICCARDO ZOPPELLARO<br />
STAZIONE: CISON DI VALMARINO - VALDOBBIADENE<br />
altezza precipitazione h (mm)<br />
intensità media precipitazione j = h/t p (mm/ora)<br />
200<br />
180<br />
160<br />
140<br />
120<br />
100<br />
80<br />
60<br />
40<br />
20<br />
0<br />
170<br />
160<br />
150<br />
140<br />
130<br />
120<br />
110<br />
100<br />
90<br />
80<br />
70<br />
60<br />
50<br />
40<br />
30<br />
20<br />
10<br />
0<br />
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12<br />
durata Tp (ore)<br />
dr.ing. Riccardo Zoppellaro<br />
TR = 50 anni<br />
TR = 20 anni<br />
TR = 50 anni<br />
TR = 20 anni<br />
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12<br />
durata T p (ore)<br />
FIG. G<br />
P.A.T.I. Vallata – Compatibilità <strong>Idraulica</strong> 19
Studio Geotecnico & Ambientale dr. ing. RICCARDO ZOPPELLARO<br />
AREE POTENZIALMENTE TRASFORMABILI<br />
Nell’ALLEGATO 3 vengono evidenziate (così come fornite dai Progettisti) le aree<br />
potenzialmente trasformabili del P.A.T.I. intercomunale, suddivise in aree residenziali (R),<br />
produttive (P), servizi-attrezzature-infrastrutture (F) e altro (A). Per ciascuna area vengono<br />
riportate le relative superfici.<br />
Si fa presente che le aree riportate negli allegati suddetti rappresentano una gamma di<br />
possibili soluzioni, tra le quali poi il Piano degli Interventi individuerà quelle che<br />
effettivamente verranno realizzate.<br />
Tutto ciò premesso, in base ai dati forniti, vengono individuate le seguenti aree<br />
potenzialmente trasformabili, suddivise per ciascun Comune della Vallata:<br />
Revine Lago<br />
n. 8 aree (R) per complessivi 49.684 m 2 (estensione: 1498÷11294 m 2 )<br />
n. 2 aree (P) per complessivi 57.692 m 2 (estensione: 23216÷34476 m 2 )<br />
n. 3 aree (F) per complessivi 42.500 m 2<br />
n. 1 area (A) per complessivi 29.876 m 2<br />
Tarzo<br />
(estensione: 3187÷32535 m 2 )<br />
n. 16 aree (R) per complessivi 219.367 m 2 (estensione:: 2121÷47870 m 2 )<br />
Cison di Valmarino<br />
n. 4 aree (R) per complessivi 95.130 m 2<br />
Follina<br />
(estensione: 15835÷31648 m 2 )<br />
n. 7 aree (R) per complessivi 109.927 m 2 (estensione: 2641÷41735 m 2 )<br />
n. 1 area (A) per complessivi 60.081 m 2<br />
Miane<br />
P.A.T.I. Vallata – Compatibilità <strong>Idraulica</strong> 20
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n. 13 aree (R) per complessivi 219.351 m 2 (estensione: 2826÷50043 m 2 )<br />
n. 3 aree (A) per complessivi 43.542 m 2<br />
(estensione: 3315÷36248 m 2 ).<br />
In estrema sintesi risulta la seguente variabilità, in termini di estensione, delle aree<br />
potenzialmente trasformabili:<br />
aree (R): 0,10÷5,00 ha<br />
aree (P): 2,50÷3,50 ha<br />
aree (F): 0,30÷3,00 ha<br />
aree (A): 0,30÷6,00 ha.<br />
Dalla Carta della Permeabilità (vedi ALLEGATO 1) risulta che la maggior parte delle aree<br />
suddette ricade all’interno dell’ampia fascia di depositi alluvionali mediamente permeabili.<br />
Fanno eccezioni alcune aree residenziali (R) in Comune di Tarzo interessanti in parte<br />
alluvioni limoso-argillose impermeabili (in località Borgo S.Antonio) e in parte depositi<br />
morenici e colluviali poco permeabili (in prossimità del centro abitato medesimo).<br />
P.A.T.I. Vallata – Compatibilità <strong>Idraulica</strong> 21
Studio Geotecnico & Ambientale dr. ing. RICCARDO ZOPPELLARO<br />
ANALISI SITUAZIONE PREESISTENTE<br />
Come visto in precedenza le aree potenzialmente trasformabili ricadono quasi<br />
esclusivamente nell’ambito di zone agricole di pianura interessate da depositi alluvionali<br />
mediamente permeabili. Solo in pochi casi vengono interessate alluvioni limoso-argillose<br />
impermeabili e depositi morenici e colluviali poco permeabili.<br />
Nelle ipotesi di trasformazioni di aree di pianura, attualmente ad uso agricolo, valgono le<br />
considerazioni che seguono.<br />
La variazione di destinazione d’uso, da area agricola ad area urbanizzata, comporta<br />
necessariamente un’alterazione del regime idraulico; infatti:<br />
- la permeabilità del suolo diminuisce,<br />
- i tempi di deflusso diminuiscono,<br />
- le portate e i volumi di deflusso aumentano.<br />
In considerazione del fatto che il rischio idraulico non deve aumentare, occorrerà<br />
prevedere idonee misure compensative.<br />
Con riferimento alla situazione attuale vengono valutati i parametri idrologici (portata<br />
massima, volumi di deflusso), che non potranno essere superati nella successiva fase di<br />
urbanizzazione (prevedendo idonee misure compensative).<br />
Con riferimento alle precipitazioni relative a prefissati tempi di ritorno (TR = 50 anni ,<br />
TR = 20 anni), per la valutazione del coefficiente udometrico, si è fatto ricorso<br />
convenzionalmente al metodo cinematico (Turazza):<br />
u (litri/s ha) = 0,1157 m k h / (tp + tc)<br />
ove:<br />
m = coefficiente di piena<br />
k = coefficiente di deflusso<br />
P.A.T.I. Vallata – Compatibilità <strong>Idraulica</strong> 22
Studio Geotecnico & Ambientale dr. ing. RICCARDO ZOPPELLARO<br />
h = altezza di pioggia corrispondente al tempo di precipitazione<br />
tp = durata della precipitazione (giorni)<br />
tc = tempo di corrivazione (giorni).<br />
Considerata la condizione più critica (durata pari al tempo di corrivazione), si perviene alle<br />
seguenti espressioni (coefficiente udometrico critico e portata massima):<br />
u (litri/s ha) = 0,1157 k h / tc<br />
Qmax = u A (ove: A = superficie del bacino).<br />
Nei calcoli si è fatto riferimento a un valore del coefficiente di deflusso pari a k = 0,10<br />
tipico di aree agricole (valore prescritto dalla D.G.R.V. n. 1841 del 19 giugno 2007).<br />
Per la valutazione dei tempi di corrivazione, nell’ipotesi di superfici praticamente<br />
pianeggianti di modesta estensione, si è fatto ricorso alla nota espressione di Ventura:<br />
tc (giorni) = 0,315 A 1/2 (A = superficie del bacino in km 2 )<br />
Ciò considerato, è stata esaminata un’area tipo potenzialmente trasformabile con superficie<br />
territoriale assunta convenzionalmente pari a 1,00 ha.<br />
Con riferimento a un prefissato valore del tempo di ritorno pari a TR = 50 anni, si sono<br />
ottenuti i seguenti valori del tempo di corrivazione e del coefficiente udometrico<br />
competenti alla situazione preesistente l’urbanizzazione (area agricola):<br />
tc = 0,756 ore = 45 primi u = 21,3 litri/s ha (vedi APPENDICE 3).<br />
P.A.T.I. Vallata – Compatibilità <strong>Idraulica</strong> 23
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In via prudenziale nei calcoli per la valutazione dei volumi di laminazione, si è fatto<br />
riferimento a un valore massimo del coefficiente udometrico (di norma accettabile nella<br />
bonifica) pari a:<br />
u = 10 litri/s ha
Studio Geotecnico & Ambientale dr. ing. RICCARDO ZOPPELLARO<br />
ANALISI SITUAZIONE FUTURA<br />
Sono state fornite dal Progettisti indicazioni (sia pure approssimate) della ripartizione delle<br />
superfici (permeabili / semipermeabili / impermeabili) nell’ambito di aree residenziali (R)<br />
e produttive (P) tipo (superficie assunta convenzionalmente pari a 1,00 ha).<br />
Tenuto conto che tali ripartizioni potranno subire variazioni anche sensibili, tali valori<br />
rappresentano comunque delle stime indicative attendibili.<br />
(R) area RESIDENZIALE tipo superficie territoriale 10.000 m 2 100 %<br />
superfici coperte (impermeabili): 3.000 m 2<br />
30 %<br />
verde pubblico (permeabili): 1.000 m 2 10 %<br />
strade e marciapiedi (impermeabili): 1.500 m 2 15 %<br />
parcheggi (semipermeabili): 500 m 2<br />
restante superficie a verde (permeabile): 4.000 m 2<br />
P.A.T.I. Vallata – Compatibilità <strong>Idraulica</strong> 25<br />
5 %<br />
40 %<br />
(P) area PRODUTTIVA tipo superficie territoriale 10.000 m 2 100 %<br />
superfici coperte (impermeabili): 5.000 m 2<br />
50 %<br />
verde pubblico (permeabili): 500 m 2 5 %<br />
strade, marciapiedi e piazzali (impermeabili): 1.000 m 2 10 %<br />
parcheggi (semipermeabili): 500 m 2<br />
restante superficie a verde (permeabile): 3.000 m 2<br />
5 %<br />
30 %<br />
Per la valutazione delle portate e dei volumi di afflusso relativi alla situazione futura, si è<br />
fatto riferimento a diverse valutazioni inerenti ai coefficienti di deflusso Ψ (vedi<br />
APPENDICE 2):<br />
- valutazioni in base alla sola destinazione (approccio di tipo analitico),<br />
- valutazioni in base a criteri probabilistici legati al tempo di ritorno TR (Autori vari<br />
1997).
Studio Geotecnico & Ambientale dr. ing. RICCARDO ZOPPELLARO<br />
Nei calcoli si è tenuto conto della presenza di parcheggi da realizzarsi con materiali che<br />
facilitino l’infiltrazione dell’acqua nel terreno (betonelle riempite di terra, prato armato o<br />
altro), prevedendo la realizzazione di un adeguato sottofondo in materiale granulare<br />
drenante (vedi prescrizioni generali).<br />
Con riferimento al primo tipo di approccio (di tipo analitico) si è tenuto conto dei valori dei<br />
coefficienti di deflusso prescritti dalla D.G.R.V. 1841/2700, e precisamente:<br />
0,2 per le superfici permeabili (aree verdi)<br />
0,6 per le superfici semipermeabili (grigliati drenanti)<br />
0,9 per le superfici impermeabili (tetti, terrazzi, strade e piazzali).<br />
Ciò considerato risultano i seguenti valori medi ponderati del coefficiente di deflusso (vedi<br />
APPENDICE 2):<br />
aree residenziali (R) Ψ = 0,535<br />
aree produttive (P) Ψ = 0,640.<br />
Con il secondo approccio (di tipo probabilistico) risultano valori del tutto simili:<br />
aree residenziali (R) Ψ = 0,535<br />
aree produttive (P) Ψ = 0,625.<br />
L’indice di impermeabilità (aliquota superfici impermeabili) risulta infine pari a:<br />
aree residenziali (R) Im = 0,475<br />
aree produttive (P) Im = 0,625.<br />
Mancano allo stato attuale indicazioni precise concernenti le aree servizi (F) e altre aree<br />
(A). In via di prima approssimazione, sentiti i Progettisti, le suddette aree (F) e (A)<br />
vengono considerate alla stregua di aree di tipo residenziale (R).<br />
P.A.T.I. Vallata – Compatibilità <strong>Idraulica</strong> 26
Studio Geotecnico & Ambientale dr. ing. RICCARDO ZOPPELLARO<br />
Tutto ciò premesso si è proceduto all’analisi della situazione futura e al calcolo idrologico<br />
delle portate e delle misure compensative (volumi di invaso e altro).<br />
Con riferimento alle aree tipo (superficie 1,00 ha), il tempo di corrivazione tc è stato<br />
determinato considerando tempi di accesso alla rete pari a 5’ e una velocità media<br />
dell’acqua nelle condotte di fognatura (acque bianche) pari a V = 1,00 m/s.<br />
La portata massima nella situazione futura (relativa a prefissati tempi di ritorno TR = 50<br />
anni e TR = 20 anni) è stata valutata in base al metodo cinematico:<br />
ove al solito:<br />
h = altezza precipitazione<br />
A = superficie del bacino.<br />
Qmax = (litri/s) = 2,778 Ψ h (mm) A (ha) / tc (ore)<br />
I risultati delle elaborazioni effettuate con il metodo cinematico classico (metodo<br />
razionale) sono contenuti nell’ APPENDICE 3.<br />
Con riferimento a un tempo di ritorno TR = 50 anni (così come prescritto dalla D.G.R.V.<br />
n. 1841/2007), si sono determinati i seguenti valori della portata massima nella situazione<br />
futura (superficie bacino pari a 1,00 ha):<br />
area residenziale (R) Qmax = 308 litri/s<br />
area produttiva (P) Qmax = 368 litri/s.<br />
In modo del tutto analogo è stata condotta la valutazione dei deflussi (portata massima,<br />
ovvero portata critica) con i seguenti metodi alternativi:<br />
- metodo cinematico a struttura probabilistica (Becciu et Al., 1998)<br />
- metodo dell’invaso (serbatoio lineare)<br />
- metodo Americano NRCS (SCS, 1986).<br />
I risultati delle elaborazioni condotte con il metodo cinematico a struttura probabilistica<br />
(Becciu et Al. 1998), nell’ipotesi di coefficiente di variazione dell’intensità di pioggia e del<br />
P.A.T.I. Vallata – Compatibilità <strong>Idraulica</strong> 27
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coefficiente di deflusso pari rispettivamente a 0,35 e 0,40, sono riportati nell’<br />
APPENDICE 4.<br />
I risultati delle elaborazioni condotte con il metodo dell’invaso (serbatoio lineare), sono<br />
riportati nell’ APPENDICE 5.<br />
I risultati delle elaborazioni condotte con il metodo americano NRCS-SCS (1986), sono<br />
infine riportati nell’ APPENDICE 6. Nell’applicazione di tale metodo si è tenuto conto<br />
della natura del suolo in base a opportuni valori di CN (Curve Number); si sono ipotizzati<br />
ietogrammi di pioggia di tipo Cicago (costante di picco pari a 0,4) e ietogrammi di tipo<br />
rettangolare.<br />
Sempre con riferimento a TR = 50 anni si sono ricavati i seguenti valori della portata<br />
massima (sempre per superficie del bacino pari a 1,00 ha):<br />
area residenziale (R):<br />
Qmax = 250 litri/s (metodo cinematico struttura probabilistica)<br />
Qmax = 194-261-300 litri/s (metodo del serbatoio lineare)<br />
Qmax = 223-227 litri/s (metodo americano NRCS)<br />
area produttiva (P):<br />
Qmax = 309 litri/s (metodo cinematico struttura probabilistica)<br />
Qmax = 249-312-359 litri/s (metodo del serbatoio lineare)<br />
Qmax = 258-260 litri/s (metodo americano NRCS).<br />
Nello spirito della deliberazione in oggetto, volendo limitare la portata massima in uscita<br />
entro valori non superiori a quelli competenti alla situazione preesistente:<br />
coefficiente udometrico: u = 10 litri/s ha<br />
si sono infine valutati i volumi di invaso Vo necessari, relativi ai sopra citati tempi di<br />
ritorno. I risultati sono stati ottenuti in base ad un bilancio fra portata affluente Qa e<br />
portata in uscita Qu , con riferimento alla nota equazione di continuità:<br />
P.A.T.I. Vallata – Compatibilità <strong>Idraulica</strong> 28
Studio Geotecnico & Ambientale dr. ing. RICCARDO ZOPPELLARO<br />
Σ dVo = Σ Qa dt - Σ Qu dt.<br />
Sempre con riferimento a un tempo di ritorno TR = 50 anni è stato condotto un calcolo per<br />
la valutazione dei volumi di invaso Vo secondo il metodo “cinematico” e secondo il<br />
metodo del “serbatoio lineare” (Paoletti & Gianas 1979). Le elaborazioni sono riportate<br />
nelle APPENDICI 3 e 5 (rispettivamente), ottenendo i seguenti risultati (sempre per<br />
superficie del bacino pari a 1,00 ha):<br />
aree residenziali (R) – aree (F) – aree (A)<br />
Vo = 389 m 3 (389 m 3 /ha) (metodo cinematico)<br />
Vo = 382÷386 m 3 (382÷386 m 3 /ha) (metodo del serbatoio lineare)<br />
area produttiva (P):<br />
Vo = 508 m 3 (508 m 3 /ha) (metodo cinematico)<br />
Vo = 502÷507 m 3 (502÷507 m 3 /ha) (metodo del serbatoio lineare).<br />
Si rammenta che, in via di prima approssimazione, le aree (F) e (A) sono state considerate<br />
alla stregua di aree di tipo residenziale (R).<br />
Considerate le superfici delle aree di potenziale trasformazione:<br />
aree (R): 0,10÷5,00 ha<br />
aree (P): 2,50÷3,50 ha<br />
aree (F): 0,30÷3,00 ha<br />
aree (A): 0,30÷6,00 ha<br />
gli interventi in esame (in base alla D.G.R.V. n. 1841/2007) vengono classificati di<br />
“modesta impermeabilizzazione potenziale” (superfici comprese fra 0,10 e 1,00 ha) e di<br />
“significativa impermeabilizzazione potenziale” (superfici comprese fra 1,00 e 10,00 ha).<br />
Si rammenta che nel caso di “modesta impermeabilizzazione potenziale”, oltre al<br />
dimensionamento dei volumi compensativi cui affidare funzioni di laminazione delle<br />
piene, la suddetta D.G.R.V. raccomanda che le luci di scarico non eccedano le dimensioni<br />
di un tubo di diametro D = 200 mm e che i tiranti idrici ammessi nell’invaso non eccedano<br />
P.A.T.I. Vallata – Compatibilità <strong>Idraulica</strong> 29
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il metro. Nel caso invece di “significativa impermeabilizzazione potenziale” andranno<br />
dimensionati i tiranti idrici ammessi nell’invaso e le luci di scarico in modo da garantire la<br />
conservazione della portata massima defluente dall’area in trasformazione ai valori<br />
precedenti l’impermeabilizzazione.<br />
In estrema sintesi si perviene alla seguente valutazione dei volumi complessivi di invaso<br />
quale misura compensativa nei confronti dell’urbanizzazione di tutte le aree<br />
potenzialmente trasformabili:<br />
Revine Lago<br />
n. 8 aree (R) complessivi 4,97 ha * 389 m 3 /ha = 1933 m 3<br />
n. 2 aree (P) complessivi 5,77 ha * 508 m 3 /ha = 2931 m 3<br />
n. 3 aree (F) complessivi 4,25 ha * 389 m 3 /ha = 1653 m 3<br />
n. 1 area (A) complessivi 2,99 ha * 389 m 3 /ha = 1163 m 3<br />
Tarzo<br />
totale 7680 m 3<br />
n. 16 aree (R) complessivi 21,94 ha * 389 m 3 /ha = 8535 m 3<br />
Cison di Valmarino<br />
totale 8535 m 3<br />
n. 4 aree (R) complessivi 9,51 ha * 389 m 3 /ha = 3699 m 3<br />
Follina<br />
totale 3699 m 3<br />
n. 7 aree (R) complessivi 10,99 ha * 389 m 3 /ha = 4275 m 3<br />
n. 1 area (A) complessivi 6,01 ha * 389 m 3 /ha = 2338 m 3<br />
Miane<br />
totale 6613 m 3<br />
n. 13 aree (R) complessivi 21,94 ha * 389 m 3 /ha = 8535 m 3<br />
n. 3 aree (A) complessivi 4,35 ha * 389 m 3 /ha = 1692 m 3<br />
totale 10227 m 3<br />
P.A.T.I. Vallata – Compatibilità <strong>Idraulica</strong> 30
Studio Geotecnico & Ambientale dr. ing. RICCARDO ZOPPELLARO<br />
* * *<br />
Considerate le buone caratteristiche di permeabilità dei terreni (depositi alluvionali)<br />
interessati dalla stragrande maggioranza delle aree potenzialmente trasformabili, così come<br />
evidenziato nella Carta della Permeabilità (ALLEGATO 1), in base alla solita D.G.R.V.<br />
1841/2007 sussiste la possibilità di prevedere “sistemi di infiltrazione facilitata” nel<br />
sottosuolo in cui convogliare i deflussi in eccesso prodotti dall’impermeabilizzazione; ciò<br />
risulterà possibile qualora il coefficiente di permeabilità k risulti non inferiore a 1 * 10 -3<br />
m/s, con frazione limosa inferiore al 5%, nell’ipotesi di falda freatica sufficientemente<br />
profonda e di regola nel caso di piccole superfici impermeabilizzate. “Questi sistemi, che<br />
fungono da dispositivi di reimmissione in falda possono essere realizzati, a titolo<br />
esemplificativo, sotto forma di vasche o condotte disperdenti posizionate negli strati<br />
superficiali del sottosuolo, in cui sia consentito l’accumulo di un battente idraulico che<br />
favorisca l’infiltrazione e la dispersione nel terreno. I parametri assunti alla base del<br />
dimensionamento dovranno essere desunti da prove sperimentali. Tuttavia le misure<br />
compensative andranno di norma individuate in volumi di invaso per la laminazione di<br />
almeno il 50 % degli aumenti di portata”.<br />
I sistemi disperdenti sopra descritti dovranno naturalmente essere oggetto di accurate<br />
manutenzioni periodiche, al fine di evitare possibili intasamenti.<br />
La valutazione della portata di infiltrazione nel sottosuolo viene condotta in base alla nota<br />
espressione di Darcy:<br />
k = coefficiente di permeabilità<br />
i = gradiente idraulico (i = 1 nel caso in esame)<br />
A = superficie disperdente.<br />
Qi = k i A ove:<br />
P.A.T.I. Vallata – Compatibilità <strong>Idraulica</strong> 31
Studio Geotecnico & Ambientale dr. ing. RICCARDO ZOPPELLARO<br />
Nel caso vengano previsti sistemi disperdenti nel sottosuolo, i volumi di laminazione<br />
precedentemente valutati potranno essere ridotti in maniera opportuna, entro i limiti<br />
consentiti dalla D.G.R.V. 1841/2007.<br />
* * *<br />
Qualora vengano coinvolte dalle trasformazioni aree collinari interessanti rocce calcaree<br />
molto permeabili (per fessurazione e carsismo) e mediamente permeabili (per<br />
fessurazione), dovrà naturalmente essere garantito il mantenimento della situazione<br />
preesistente l’urbanizzazione mediante opportuni interventi di mitigazione, quali ad<br />
esempio:<br />
- evitare impedimenti nei confronti dei deflussi provenienti dai versanti, procedendo<br />
a idonei sistemi di regimazione controllata;<br />
- evitare l’impermeabilizzazione di eventuali doline o fratture presenti nella roccia,<br />
previo accurato rilevamento geologico.<br />
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INDICAZIONI E PRESCRIZIONI GENERALI<br />
L’ALLEGATO 2 riporta l’indicazione di un’area a rischio esondazioni, così come<br />
segnalata dall’Ufficio Regionale del Genio Civile di Treviso. L’area, di modesta<br />
estensione, risulta individuata poco a monte dell’abitato di Mura (in Comune di Cison di<br />
Valmarino), lungo il fiume Soligo (in destra idraulica). Gli allagamenti sono provocati da<br />
restringimento del fiume Soligo, a causa del quale si producono effetti di rigurgito nel<br />
tratto di monte, e conseguenti possibili esondazioni dovute a locali insufficienze arginali.<br />
Con nota in data 02-10-2007 (pervenuta via e-mail), in merito alla suddetta aree, l’Ufficio<br />
Regionale ribadisce che “il nuovo strumento urbanistico dovrà tenere conto di questa<br />
realtà, ed evitare nuove possibili espansioni urbanistiche in quelle aree”.<br />
* * *<br />
I volumi di invaso valutati nel capitolo precedente risulteranno necessari al fine di<br />
garantire l’invarianza idraulica nei confronti della situazione preesistente.<br />
Tali volumi potranno essere realizzati secondo criteri diversi, quali ad esempio:<br />
- creazione di nuovi fossati e/o vasche in terra (a temporanea sommersione) nelle<br />
zone a verde, e/o realizzazione di vasche di laminazione in calcestruzzo (vedi<br />
schema di FIG. H), purché ubicati subito a valle della sezione terminale della rete<br />
di acque bianche (prima dello scarico), con un idoneo dispositivo che limiti la<br />
portata di deflusso nella rete;<br />
FIG. H<br />
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1 – collettore terminale rete acque bianche<br />
2 – vasca di accumulo in calcestruzzo (interrata) con<br />
sfioratore di troppo pieno ed eventuali pompe sommerse<br />
3 – scarico di fondo (con dispositivo di limitazione di portata)<br />
4 – corpo recettore<br />
- realizzazione di zone a verde depresse rispetto al piano campagna circostante (vedi<br />
schema di FIG. I), con duplice funzione di ricettore di parte delle acque provenienti<br />
dalle aree impermeabili circostanti e nel contempo di bacino di laminazione del<br />
sistema di smaltimento;<br />
1 – area a verde depressa (sommersione in caso di pioggia) ovvero<br />
adibita a laghetto; necessarie operazioni di disinfestazione (zanzare)<br />
2 – eventuale scarico di fondo con dispositivo di limitazione di portata<br />
(in alternativa garantire possibilità di infiltrazione)<br />
3 – corpo recettore<br />
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FIG. I<br />
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- rete di fognatura realizzata con tubazioni sovradimensionate, tali da garantire un<br />
idoneo volume di invaso (si dovrà avere cura di verificare periodicamente, nei<br />
pozzetti ispezionabili, la presenza di eventuali depositi di materiale in sospensione,<br />
procedendo in tal caso alle necessarie operazioni di pulizia).<br />
I sistemi di laminazione in terra (nuovi fossati o vasche) dovranno ovviamente tenere conto<br />
dei livelli massimi della falda freatica, utilizzando per l’invaso solo il volume al di sopra di<br />
tale livello. La stessa cosa vale per le condotte e per le vasche di accumulo interrate, poste<br />
al di sotto del livello di falda; in questo caso i volumi di invaso potranno essere garantiti a<br />
mezzo di impianti di sollevamento, adeguatamente dimensionati.<br />
Particolare cura dovrà essere rivolta alla manutenzione dei sistemi di invaso (che dovrà<br />
essere prevista con cadenza periodica), adottando opportuni provvedimenti tali da garantire<br />
una facile manutenzione che eviti gli intasamenti conseguenti al deposito del materiale in<br />
sospensione.<br />
I volumi di invaso valutati nella presente fase di pianificazione fanno riferimento a<br />
coefficienti di deflusso valutati in base a ipotetiche condizioni di permeabilità del suolo.<br />
Si rimanda alle valutazioni di compatibilità idraulica relative alle successive fasi di<br />
attuazione, per una più accurata definizione dei parametri idraulici in gioco e dei volumi di<br />
invaso necessari (e ciò sulla base di precise ipotesi progettuali).<br />
Si rammenta che, secondo le indicazioni fornite dalla D.G.R.V 1841/2007, i volumi di<br />
invaso valutati in base a metodi diversi (vedi capitolo precedente) potranno essere<br />
opportunamente ridotti nel caso in cui si realizzino adeguati “sistemi di infiltrazione<br />
facilitata” nel sottosuolo.<br />
Tali sistemi risultano possibili (si rammenta) nel caso di terreni con coefficiente di<br />
permeabilità k non inferiore a 1 * 10 -3 m/s, con frazione limosa inferiore al 5%,<br />
nell’ipotesi di falda freatica sufficientemente profonda e di regola nel caso di piccole<br />
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superfici impermeabilizzate. “Questi sistemi, che fungono da dispositivi di reimmissione in<br />
falda possono essere realizzati, a titolo esemplificativo, sotto forma di vasche o condotte<br />
disperdenti posizionate negli strati superficiali del sottosuolo, in cui sia consentito<br />
l’accumulo di un battente idraulico che favorisca l’infiltrazione e la dispersione nel<br />
terreno. I parametri assunti alla base del dimensionamento dovranno essere desunti da<br />
prove sperimentali. Tuttavia le misure compensative andranno di norma individuate in<br />
volumi di invaso per la laminazione di almeno il 50 % degli aumenti di portata”.<br />
Uno schema di sistema disperdente è riportato nella FIG. L.<br />
I sistemi disperdenti sopra descritti dovranno naturalmente essere oggetto di accurate<br />
manutenzioni periodiche, al fine di evitare possibili intasamenti.<br />
FIG. L<br />
Qualora vengano coinvolte dalle trasformazioni aree collinari interessanti rocce calcaree<br />
molto permeabili (per fessurazione e carsismo) e mediamente permeabili (per<br />
fessurazione), dovrà naturalmente essere garantito il mantenimento della situazione<br />
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preesistente l’urbanizzazione mediante opportuni interventi di mitigazione, quali ad<br />
esempio:<br />
- evitare impedimenti nei confronti dei deflussi provenienti dai versanti, procedendo<br />
a idonei sistemi di regimazione controllata;<br />
- evitare l’impermeabilizzazione di eventuali doline o fratture presenti nella roccia,<br />
previo accurato rilevamento geologico.<br />
* * *<br />
In linea generale per le nuove costruzioni risulterà opportuno prevedere la sopraelevazione<br />
del piano di imposta dei fabbricati rispetto al piano campagna e al piano stradale<br />
circostante.<br />
Si dovrà evitare, per quanto possibile, la realizzazione di locali posti al di sotto del piano<br />
campagna; in ogni caso dovranno essere adottati provvedimenti atti a mitigare il rischio di<br />
allagamento (opportune pendenze e dossi nelle zone circostanti le rampe di accesso,<br />
sopraelevazioni di sicurezza nelle soglie di ingresso, adeguate impermeabilizzazioni dei<br />
locali, sistemi di sollevamento delle acque, ecc.).<br />
Le aree adibite a parcheggio dovranno essere previste di tipo drenante e realizzate su<br />
idoneo sottofondo che ne garantisca l’efficienza.<br />
Le suddette aree adibite a parcheggio potranno inoltre essere previste altimetricamente più<br />
depresse rispetto al piano di imposta dei fabbricati e delle strade allo scopo di garantire un<br />
ulteriore invaso, fruibile in caso di allagamento (vedi schema di FIG. M).<br />
AREA PARCHEGGIO<br />
infiltrazione (sottofondo drenante, materiale granulare lavato)<br />
FIG. M<br />
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* * *<br />
Nelle immagini di TAV. 6 vengono rappresentati esempi di volumi di laminazione e<br />
sistemi disperdenti per infiltrazione, realizzati mediante elementi prefabbricati accostati<br />
posti al di sotto del piano campagna.<br />
Si fa presente che di norma le misure compensative finalizzate a garantire l’invarianza<br />
idraulica vengono realizzate all’interno di ciascuna area di intervento.<br />
In alternativa, la nuova D.G.R.V. 1841/2007 raccomanda in maniera più razionale,<br />
relativamente a “interventi diffusi su interi comparti urbani ….. la realizzazione di volumi<br />
complessivi al servizio dell’intero comparto urbano, di entità almeno pari alla somma dei<br />
volumi richiesti dai singoli interventi. Tali volumi andranno collocati comunque<br />
idraulicamente a monte del recapito finale”. Si vedano a proposito gli schemi di TAV. 7.<br />
Nelle foto di TAV. 8, vengono evidenziati alcuni significativi esempi di volumi<br />
complessivi realizzati in Comune di Abano Terme (PD) dal Consorzio di Bonifica<br />
Bacchiglione Brenta.<br />
* * *<br />
In merito al dimensionamento degli scarichi controllati (finalizzati al controllo della<br />
portata massima in uscita verso il corpo recettore) si potrà far riferimento allo schema di<br />
serbatoio collegato da un tubo di diametro D e lunghezza L, con dislivello idraulico h<br />
variabile (vedi FIG. N), tenendo conto delle perdite di carico all’imbocco, allo sbocco e di<br />
tipo continuo.<br />
Si potrà valutare in tal modo il diametro interno D in funzione della portata in uscita Qu e<br />
del dislivello h. Si raccomanda comunque di esaminare attentamente le situazioni,<br />
adottando le necessarie precauzioni, tali da garantire un adeguato deflusso della portata in<br />
uscita anche nell’ipotesi di impedimenti e/o ostruzioni.<br />
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FIG. N<br />
In FIG. O viene infine riportato uno schema di dispositivo di limitazione della portata in<br />
uscita (manufatto di scarico con luce di fondo tarata).<br />
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FIG. O<br />
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* * *<br />
Per quanto concerne da ultimo gli aspetti relativi alla qualità delle acque meteoriche, si<br />
rimanda ai contenuti del Testo Unico Ambientale di cui al Decreto Legislativo n.<br />
152/2006 (art. 113), nonché al Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto.<br />
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