Analisi ambientale iniziale del territorio dell'Asinara - RES - MAR
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Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />
Area Marina Protetta “Isola<br />
<strong>del</strong>l’Asinara”<br />
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Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />
Area Marina Protetta “Isola <strong>del</strong>l’Asinara”<br />
ANALISI AMBIENTALE TERRITORIALE
Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />
Area Marina Protetta “Isola<br />
<strong>del</strong>l’Asinara”<br />
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1. ACCENNI STORICI<br />
L’Isola <strong>del</strong>l’Asinara, facente parte <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> amministrativo <strong>del</strong> Comune di Porto Torres ha<br />
un’estensione di circa 52 km 2 e costituisce un prolungamento <strong>del</strong>la porzione nord occidentale <strong>del</strong>la<br />
Sardegna.<br />
La storia recente vede l’isola occupata da un piccolo nucleo di pescatori abitanti <strong>del</strong> borgo di Cala<br />
d’Oliva, nell’are nord-orientale e da un certo numero di agricoltori e pastori che si sono a suo<br />
tempo stabiliti in diversi ovili in varie zone <strong>del</strong>l’isola. Tale realtà è esistita fino al 1885, anno in cui,<br />
attraverso un Decreto Regio, l’isola viene espropriata agli originali abitanti che da essa vengono<br />
allontanati. L’Asinara vedrà nascere in quegli anni una Colonia Penale Agricola e un Lazzaretto.<br />
Esclusa la parentesi relativa alla prima guerra mondiale che vede quasi la totalità <strong>del</strong>l’isola gestita<br />
dall’allora Ministero <strong>del</strong>la Guerra, le attività carcerarie erano prettamente orientate allo<br />
sfruttamento agro zootecnico <strong>del</strong>le risorse presenti ed importate al fine di sostenere la<br />
popolazione carceraria e penitenziaria che vivevano quasi in regime di autoconsumo.<br />
In breve si può dire che le attività agricole erano indirizzate all’orticoltura, diffusa in varie zone<br />
<strong>del</strong>l’isola (Fornelli, Tumbarino, Campu Perdu, Cala d’Oliva), alla frutticoltura (Tumbarino, Cala<br />
d’Oliva), viticoltura (Campu Perdu, Trabuccato) e olivicoltura (Trabuccato, Cala d’Oliva). Vi era poi<br />
il comparto <strong>del</strong>le colture foraggere nelle aree agricole di Fornelli e Campu Perdu dove venivano<br />
utilizzati anche sistemi irrigui.<br />
Per quanto riguarda la zootecnica, gli animali principalmente allevati sono stati bovini, ovini,<br />
caprini, suini ma anche avicunicoli, destinati a seconda <strong>del</strong>la specie alla produzione di carne, latte<br />
e lana.<br />
Durante l’ultimo ventennio <strong>del</strong>l’Amministrazione Carceraria il sistema di agricoltura e di<br />
allevamento si è avviato ad un indirizzo di tipo intensivo dimostrando però nel lungo periodo la<br />
sua non sostenibilità a causa di diversi fattori tra cui disponibilità idriche, di superficie agricola e<br />
dalle condizioni di insularità.<br />
La nascita <strong>del</strong> Parco ha determinato una profonda revisione <strong>del</strong>le tecniche di agricoltura e di<br />
allevamento. Per prima cosa sono state ben definite le aree di tipo agricolo individuate a Fornelli,<br />
Santa Maria, Tumbarino, Campu Perdu, Trabuccato e in piccola parte Cala d’Oliva. Sono state poi<br />
dettate le tipologie di sviluppo agro-zootecnico che devono assumere connotati di tipo<br />
tradizionale e comunque assoggettarsi ad un regime di tipo biologico. Gli orientamenti, allo stato<br />
attuale, sono la rivalorizzazione <strong>del</strong>l’oliveto di Trabuccato che nell’ultimo biennio è stato già<br />
oggetto di interventi di ripristino, sviluppo <strong>del</strong>le colture orticole tanto estive quanto invernali,<br />
ripristino di una porzione dei vecchi vigneti con utilizzo di varietà locali già riprodotte e maturate<br />
in laboratorio, valorizzazione e sfruttamento <strong>del</strong>le essenze spontanee. Per quanto attiene il<br />
discorso zootecnico non si può prescindere da una importante riduzione <strong>del</strong> carico di bestiame<br />
presente sull’isola. La popolazione dei cavalli andrà ridotta così come quella degli asini nel<br />
momento in cui questa andrà a superare il valore di soglia <strong>del</strong> carico sostenibile. I bovini andranno<br />
ridotti e confinati in maniera tale da poter effettuare una corretta turnazione di pascolo e destinati<br />
alla linea produttiva vacca-vitello. La popolazione <strong>del</strong>le capre inselvatichite così come quella degli<br />
ibridi cinghiale x maiale è attualmente oggetto di cattura ed allontanamento dall’isola al fine di<br />
farne diminuire sensibilmente lo spropositato carico presente negli ultimi anni.
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In alto il paesaggio agricolo di Campu Perdu ed in basso detenuti intenti allo sfalcio sempre in località Campu Perdu.<br />
Le foto sono state scattate negli anni ’50. (Archivio Marras)
Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />
Area Marina Protetta “Isola<br />
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2 FAUNA<br />
2.1 Premessa<br />
Nell'isola sono state osservate 78 specie di vertebrati terrestri appartenenti alle classi degli<br />
Anfibi, dei Rettili, degli Uccelli e dei Mammiferi. L'entità numerica <strong>del</strong>le specie riscontrate, non<br />
fornisce una misura <strong>del</strong>l'importanza che l'isola riveste per la riproduzione <strong>del</strong>la fauna selvatica. E'<br />
generalmente riconosciuto che essa ha un’importanza a carattere internazionale perché<br />
garantisce un habitat ideale per la riproduzione di specie rare, in via d’estinzione o comunque<br />
protette. Le fonti storiche e le testimonianze raccolte, così come peraltro è avvenuto in altre zone<br />
<strong>del</strong>la Sardegna, riportano che nell'Asinara si riproducevano importanti specie come i mufloni, il<br />
cervo sardo, la foca monaca e il falco pescatore. Attualmente, vi sono altre specie a rischio come il<br />
gabbiano corso che nell'isola trova ancora un sicuro rifugio e maggiore protezione rispetto alle<br />
altre zone costiere <strong>del</strong>la Sardegna.<br />
Per quanto riguarda le specie estinte, non si hanno notizie precise sul cervo, mentre si hanno<br />
testimonianze <strong>del</strong>la presenza <strong>del</strong> cinghiale, <strong>del</strong> muflone e <strong>del</strong>la foca monaca. Il muflone, secondo il<br />
Fara, era già estinto alla fine <strong>del</strong> XIX secolo, mentre la foca monaca e il falco pescatore risulta che<br />
si siano estinti intorno alla metà <strong>del</strong> secolo appena trascorso.<br />
Alcune di queste specie sono state reintrodotte nell'isola con risultati definibili positivi per quanto<br />
riguarda il muflone e negativi per il cinghiale.<br />
I mufloni, infatti, sono stati introdotti negli anni cinquanta prelevandoli da altre zone <strong>del</strong>l'isola<br />
madre. La mancanza di predatori e una certa forma di protezione hanno consentito la<br />
riproduzione degli animali fino al raggiungimento di una consistenza stimata in un numero di circa<br />
600 individui. Dal punto di vista genetico si è riscontrata un’affinità con le altre popolazioni di<br />
mufloni <strong>del</strong>la Sardegna, tanto che, come di fatto è già più volte avvenuto, possono rappresentare<br />
un serbatoio per il ripopolamento d’altre aree <strong>del</strong>l'Isola madre. L'introduzione <strong>del</strong> cinghiale è<br />
avvenuta negli anni ‘60 con l'introduzione di una coppia proveniente dalla Sardegna e<br />
precisamente dalla zona di Cossoine. I cinghiali si sono riprodotti in misura consistente per la<br />
mancanza di predatori naturali e per la sua prolificità.<br />
Non è da escludere che siano state effettuate altre introduzioni con animali d’origine non sarda. Si<br />
parla infatti, senza che ci siano notizie certe <strong>del</strong>l’introduzione d’animali di provenienza<br />
maremmana che presentano dimensioni corporee più elevate e, soprattutto, una maggiore<br />
fertilità. I cinghiali sono anche venuti a contatto con i suini che vi erano allevati anche allo stato<br />
brado o semibrado ed è molto probabile che vi siano stati incroci con i maiali.<br />
Dalle discussioni con il personale che ha operato nell'isola e che ha assistito a diverse catture, si fa<br />
riferimento ad un cinghiale particolare, morfologicamente diverso da quello sardo e che presenta<br />
evidenti segni morfologici <strong>del</strong> maiale tanto da parlare proprio di “maiali rinselvatichiti”. Date le<br />
caratteristiche genetiche dei cinghiali, e in particolare la loro prolificità, si sta procedendo al loro<br />
controllo numerico tramite operazioni di cattura ed allontanamento dall’isola.<br />
Dai vari sopralluoghi effettuati in diverse parti <strong>del</strong>l'isola si sono riscontrati gli effetti negativi<br />
<strong>del</strong>l'azione sul suolo in quanto smuovendone lo strato superficiale alla ricerca di radici per<br />
cibarsene, durante la stagione piovosa creano condizioni favorevoli per l'erosione. Inoltre<br />
impediscono qualsiasi forma di disseminazione di specie importanti quali il leccio e altre specie<br />
arboree autoctone. Non va trascurata anche l'azione di disturbo che compiono nelle radure e nelle<br />
zone pascolive dove con il ribaltamento degli strati si limita l'accrescimento <strong>del</strong>le erbe a discapito<br />
<strong>del</strong>le popolazioni quali capre, pecore e asini.
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Un'altra specie introdotta nell'isola e che non è presente nella Sardegna è la gazza “pica pica”. Si<br />
afferma che sia stata originariamente introdotta dal continente da alcuni carcerati che la hanno<br />
allevata come animale da compagnia. Si è adattata alle condizioni <strong>del</strong>l'isola e si è dimostrata<br />
capace di riprodursi senza problemi particolari. Per questa specie è segnalata un'azione di disturbo<br />
per altre specie d’uccelli in quanto si comporta da predatore di nidi. Fra le altre specie che sono<br />
state introdotte e che sono al limite fra lo stato selvatico puro e l'allevamento si deve ricordare<br />
l'asinello bianco e le altre popolazioni asinine. Si stima una presenza d’asini di circa 370 capi di cui<br />
250 circa asini grigi e 120 asini bianchi. Vi sono poi alcuni gruppi di capre, stimati in complessivi<br />
1000 capi sulle quali già dal 2007 si sta intervenendo con operazioni di controllo numerico tramite<br />
cattura ed allontanamento dall’isola.<br />
2.2 Composizione sistematica<br />
- Anfibi: sono presenti 3 specie appartenenti all'ordine degli Anuri (pari al 33% sul totale sardo);<br />
- Rettili: sono 11 le specie presenti (55% <strong>del</strong> totale sardo), di cui 1 specie appartenente all'ordine<br />
dei Testudinati e 10 agli Squamati;<br />
- Uccelli: <strong>del</strong>le 57 specie osservate per un totale pari al 34,7% <strong>del</strong>le specie sarde, 30 appartengono<br />
all'ordine dei Passeriformi e 27 ad altri ordini. Tra i non Passeriformi osserviamo: 5 Charadriiformi,<br />
3 Procellariformi, 4 Falconiformi, 2 Galliformi, 2 Gruiformi, 2 Strigiformi, 1 Accipitriformi, 1<br />
Anseriforme, 1 Apodiforme, 1 Caprimulgiforme, 1 Columbiforme, 1 Coraciiforme, 1 Pelecaniforme,<br />
1 Podicipediforme, 1 Procellariforme.<br />
- Mammiferi: per quanto riguarda i Mammiferi sono presenti 12 specie (57,1% <strong>del</strong> totale sardo): 3<br />
Insettivori, 1 Lagomorfi, 5 Roditori, 1 Carnivoro e 2 Ungulati.<br />
2.3 Status faunistico<br />
Lo status faunistico <strong>del</strong>le 83 specie d’anfibi, rettili, uccelli e mammiferi osservate nell'area è<br />
esposto nella tabella seguente ed è confrontato con i rispettivi dati che riguardano la Sardegna.<br />
ASINARA SARDEGNA Quoz.<br />
Asinara/<br />
Sardegna<br />
Specie riproducentesi Specie riproducentesi<br />
Certa % Prob % Poss. Tot. Certa % Prob Poss. Tot<br />
Anfibi 3 3 9 9 33,33%<br />
100% 0% 0 100% 0% 0<br />
Rettili 11 11 17 2 1 20 55,00%<br />
Uccelli 100% 0% 0 85% 10% 5%<br />
44 6 7 57 140 8 2 150 29,33%<br />
Mammiferi 12 12 20 1 21 57,14%<br />
100% 0% 0 95,2% 4,8% 0<br />
Status faunistico dei vertebrati terrestri (esclusi i Chirotteri) appartenenti alle classi Anfibi, Rettili, Uccelli e<br />
Mammiferi.<br />
Complessivamente il 39% <strong>del</strong>le specie sarde (esclusi i chirotteri) è presente nell’area di studio.<br />
%
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2.4 Fenologia degli uccelli.<br />
Delle 57 specie d’uccelli, 10 (19.2%) sono presenti soltanto nel periodo estivo e dopo la<br />
riproduzione compiono regolare migrazione verso il meridione: Rondone pallido, Succiacapre,<br />
Sterna comune, Upupa, Quaglia, Pigliamosche, Calandro, Rondine montana, Averla capirossa,<br />
Berta maggiore. Le restanti 47 sono da considerarsi stanziali o effettuano spostamenti limitati<br />
all’interno <strong>del</strong>l' isola <strong>del</strong>l' Asinara o verso l'entroterra sardo. Si evidenzia l’importanza <strong>del</strong>l’isola<br />
quale sito riproduttivo di specie di origine mediterranea quali le Berte, l’Uccello <strong>del</strong>le tempeste e il<br />
Gabbiano corso (minacciato di estinzione) che per specie di origine oloartica, cosmpolite e <strong>del</strong><br />
vecchio mondo, quali la Sterna comune, il Fratino e il Cormorano dal ciuffo.<br />
2.5 Endemismi<br />
Vengono di seguito riepilogati, per ciascun gruppo sistematico, gli endemismi sardi, quelli sardo -<br />
corsi e quelli tirrenici - mediterranei che maggiormente rappresentano la peculiarità<br />
zoogeografiche <strong>del</strong>la fauna <strong>del</strong>l’Asinara.<br />
Specie Endemismi Endemismi Endemismi Endemismi<br />
osservate sardi sardo-corsi tirrenici mediterranei<br />
ANFIBI 3 0 0 2 0<br />
RETTILI 11 2 1 0 1<br />
UCCELLI 57 1 4 0 5<br />
MAMMIFERI 12 2 2 0 0<br />
TOTALE 83 5 7 2 6<br />
Riepilogo degli endemismi<br />
Fra le entità probabilmente endemiche <strong>del</strong>la Sardegna (Schenk 1993) sono presenti la Lepre sarda,<br />
la Crocidura rossiccia, la Luscengola, la Lucertola campestre la Cinciallegra mentre fra quelle sardo<br />
corse l’Algiroide nano, il Muflone, il Quercino, il Barbagianni, lo Scricciolo, il Pigliamosche e lo<br />
Zigolo nero.<br />
2.6. Grado di minaccia<br />
Si riporta lo status di conservazione, a livello regionale, <strong>del</strong>le 78 specie presenti nell’isola<br />
<strong>del</strong>l'Asinara:<br />
3 specie sono considerate vulnerabili: Uccello <strong>del</strong>le tempeste, Gabbiano corso e Sterna comune;<br />
2 specie sono considerate a status indeterminato, la Berta maggiore e la Berta minore;<br />
7 risultano rare: Muflone, Algiroide nano, Lepre sarda, Testuggine comune, Tarantolino, Falco<br />
pellegrino, Cormorano dal ciuffo - Marangone<br />
3 sono insufficientemente conosciute: Discoglosso sardo, Pernice sarda, Gazza;<br />
63 sono considerate non minacciate.
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1- Rigorosamente Protetto<br />
dalla Convenzione di<br />
Berna<br />
2- Protetto dalla<br />
Convenzione di Berna<br />
Greppio, Falco pellegrino, Rondone pallido, Rondine montana, Passero<br />
solitario, Magnanina sarda, Marangone dal ciuffo, Gabbiano corso, Sterna<br />
comune, Berta minore, Lucertola campestre, Lucertola tiliguerta,<br />
Barbagianni, Civetta, Saltimpalo, Beccamoschino, Averla capirossa,<br />
Fanello, Testuggine comune, Scricciolo, Occhiocotto, Zigolo nero,<br />
Fiorrancino, Cinciallegra, Cinciarella, Rospo smeraldino, Usignolo, Fratino,<br />
Fraticello.<br />
Corvo imperiale, Gabbiano reale,Germano reale, Passera sarda, Algiroide<br />
nano, Tarantolino, Poiana, Berta maggiore, Pigliamosche, Muflone, Congilo,<br />
Luscengola, Pernice Sarda, Quaglia, Calandro, Strillozzo, Lepre, Cinghiale,<br />
Topo selvatico, Topo quercino, Mustiolo, Columbro, Merlo, Riccio, Donnola,<br />
Crodidura rossiccia, Raganella, Discoglosso, Biscia viperina, Tuffetto,<br />
Topolino domestico, Ratto bruno, Ratto nero.<br />
a-Dir.cee 409/79 all.1 Marangone dal ciuffo, Gabbiano corso, Sterna comune, Berta minore, Falco<br />
pellegrino, Berta maggiore, Calandro, Magnanina sarda, Scricciolo,<br />
Fraticello.<br />
b-Dir. Cee 409/79 all 2.1 Colombo selvatico, Germano reale, Pernice sarda, Porciglione.<br />
c-Dir. Cee 409/79 all2.2 Gabbiano reale, Gazza, Pernice sarda, Merlo, Gallina d’acqua.<br />
d-Dir. Cee 409/79 all.3 Germano reale.<br />
x-Dir. Cee 92/43 all.2 Muflone, Testuggine comune, Discoglosso.<br />
y-Dir.Cee92/43 all4 Lucertola campestre, Testuggine comune, Rospo smeraldino, Discoglosso.<br />
Le specie protette sull’isola <strong>del</strong>l’Asinara<br />
2.7 Consistenza degli animali domestici<br />
2.7.1 Epoca <strong>del</strong> carcere<br />
Negli anni 80, all’epoca <strong>del</strong> carcere, varie fonti riportano la presenza nell’isola di circa 4.700<br />
animali suddivisi in circa 2150 capi ovini, circa 1.500 caprini, 600 suini, 330 bovini e 130 cavalli. A<br />
questi si aggiunge un numero imprecisato di asinelli bianchi, un altrettanto imprecisato numero di<br />
maiali selvatici e cinghiali e una cifra indicativa di circa 600 mufloni.<br />
Negli ultimi anni di presenza <strong>del</strong> carcere, risultavano presenti circa 2800 capi ripartiti in: 81 bovini<br />
di razza Bruno-Sarda; 244 ovini di razza sarda; 1090 caprini compresi gli animali inselvatichiti, 280<br />
equini fra asini bianchi, grigi e cavalli, 1000 capi fra suini allevati, cinghiali, meticci e maiali<br />
selvatici.<br />
2.7.2 Stato attuale<br />
Attualmente, il bestiame domestico è gestito dal Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara anche se sono in<br />
corso una serie di attività che porteranno alla riduzione e all’affidamento ad enti terzi di alcune<br />
specie.<br />
- Bovini<br />
Sono presenti 39 capi costituiti da 19 femmine adulte, 10 tra manze e giovenche e 10 vitelli di<br />
razza bruno-sarda. Essi vivono al pascolo principalmente nella zona Fornelli e ricevono da parte<br />
<strong>del</strong>l’Ente Parco una integrazione alimentare che ne consente il mantenimento in condizioni buone.<br />
- Cavalli<br />
In data 01.07.2011 erano presenti 122 cavalli suddivisi in 31 maschi adulti, 45 femmine adulte, 9<br />
yearlings di sesso maschile , 21 yearlings di sesso femminile e 16 puledri equamente suddivisi nei<br />
due sessi. Oltre ai cavalli gestiti nel maneggio di Campu Perdu, la quasi totalità <strong>del</strong>la popolazione<br />
occupa principalmente l’area di Fornelli; ci sono poi un branco nell’area di Cala S.Andrea ed infine
Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />
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<strong>del</strong>l’Asinara”<br />
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un gruppo l’area di Stretti-Campu Perdu. Si sta attualmente approntando una convenzione con<br />
l’Istituto di Incremento Ippico per avere un supporto scientifico ed operativo atto a migliorare le<br />
condizioni di gestione e di necessaria riduzione numerica <strong>del</strong>la popolazione.<br />
- Asini<br />
Gli asini presenti hanno una consistenza complessiva di circa 370 capi, suddivisi in circa<br />
250 asini grigi e 120 asini bianchi. La popolazione <strong>del</strong>l’asino bianco è maggiormente presente<br />
nell’area sud <strong>del</strong>l’isola fino a Tumbarino, la grigia da Trabuccato procedendo verso nord. Fra<br />
Tumbarino e Trabuccato è invece presente una promiscuità tra le due popolazioni.<br />
2.8 Stima <strong>del</strong>la consistenza dei selvatici e degli animali rinselvatichiti<br />
Non si dispone di stime precise <strong>del</strong>le popolazioni degli ungulati selvatici e degli animali domestici<br />
inselvatichiti e per essi vengono proposte le seguenti valutazioni numeriche:<br />
- Mufloni: è stimata una consistenza di circa 600– 650 capi, suddivisi in più nuclei e distribuiti nelle<br />
zone rocciose interne <strong>del</strong>l’isola;<br />
- Caprini: all’epoca <strong>del</strong> passaggio di consegna tra l’Amministrazione Penitenziaria e l’Ente Parco<br />
Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara (1997) era presente un gregge di circa 700 capi che conduceva vita<br />
semiselvatica. Dal 2007 in collaborazione con l’Ente Foreste <strong>del</strong>la Sardegna si è proceduto alla<br />
cattura ed all’alienazione di un gran numero di capi (in dieci anni la popolazione era secondo le<br />
stime quasi decuplicata!). Nel giugno 2011 tale attività ha subito una interruzione al fine di<br />
apportare <strong>del</strong>le modifiche sulle modalità di cattura ed alienazione <strong>del</strong>le capre che ad oggi sono<br />
stimate in circa un migliaio di capi.<br />
- Cinghiali: anche per questa popolazione si è proceduto tra gli anni 2008/giugno 2011 ad una<br />
attività di cattura ed alienazione in collaborazione con l’Ente Foreste <strong>del</strong>la Sardegna al fine di<br />
ridurne considerevolmente il carico stimato nel 2008 in circa un migliaio di capi. Così come per le<br />
capre anche l’attività di cattura ha subito una interruzione e ad oggi la popolazione è stimabile in<br />
150-200 capi tenendo però conto <strong>del</strong>le importanti fluttuazioni che si osservano in questa specie<br />
dopo la stagione <strong>del</strong>le nascite.
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3. ACQUE SUPERFICIALI E SISTEMI DI DEPURAZIONE<br />
3 Situazione Preesistente All’istituzione Del Parco<br />
Le riserve idriche sull’isola <strong>del</strong>l’Asinara, data la scarsità di precipitazione e di potenzialità<br />
d’accumulo in falda, sono principalmente costituite da piccoli invasi collinari, finalizzati<br />
all’approvvigionamento idropotabile <strong>del</strong>le aree a destinazione carceraria e all’uso irriguo nelle<br />
zone più pianeggianti destinate all’attività agricola e zootecnica.<br />
Oltre agli invasi collinari, esiste un complesso sistema di serbatoi, pozzi e sorgenti, per la maggior<br />
parte di origine antica, che consente di disporre di risorse idriche locali distribuite sul <strong>territorio</strong>,<br />
anche se talvolta poco apprezzabili per portata e regime.<br />
3.2 Accumulo e distribuzione di risorsa idrica<br />
Per sopperire alle esigenze idropotabili ed irrigue, sull’isola <strong>del</strong>l’Asinara sono stati realizzati<br />
intorno agli anni ’70 quattro serbatoi artificiali collinari mediante la costruzione di sbarramenti in<br />
terra:<br />
- Serbatoio di Fornelli, di capacità pari a circa 50.000 mc, costituito da una diga in materiale<br />
sciolto di altezza di 9 m, utilizzata per scopi idropotabili nelle Diramazioni di Fornelli e S.Maria,<br />
previo sollevamento e trattamento nel potabilizzatore di Fornelli, e per scopi irrigui nella piana<br />
sottostante la diga;<br />
- Serbatoio di S.Maria, di capacità pari a circa 15.000 mc, costituito da una diga in materiale<br />
sciolto di altezza di 6 m, utilizzata per scopi irrigui nella piana sottostante la diga;<br />
- Serbatoio di Campo Perdu, di capacità pari a circa 15.000 mc, costituito da una diga in<br />
materiale sciolto di altezza di 6 m, utilizzata per scopi idropotabili a Cala Reale e Trabuccato,<br />
previo pompaggio e trattamento nel potabilizzatore di Cala Reale, e per scopi irrigui nella piana<br />
di Campo Perdu.<br />
- Serbatoio di Cala d’Oliva, di capacità pari a circa 13.000 mc, costituito da una diga in materiale<br />
sciolto di altezza di 8 m, utilizzata per scopi idropotabili nella Diramazione Centrale e nel<br />
piccolo centro di Cala d’Oliva, previo sollevamento e trattamento nel potabilizzatore di Cala<br />
d’Oliva.<br />
La risorsa idrica disponibile nei serbatoi è stata in passato sufficiente a servire una popolazione<br />
massima di circa 1000-1500 abitanti, distribuiti nei vari centri carcerari <strong>del</strong>l’isola, senza particolari<br />
e gravi situazioni di emergenza idrica; in casi eccezionali si è sopperito con fornitura attraverso<br />
navi cisterna.
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La distribuzione <strong>del</strong>la risorsa idrica a Cala Reale e a Cala d’Oliva viene effettuata per pompaggio<br />
verso serbatoi d’accumulo e conseguentemente a gravità, con reti di distribuzione originariamente<br />
realizzate in tubi di ghisa e via via modificatasi, sia nei materiali (è frequente l’utilizzo <strong>del</strong><br />
polietilene) che nello schema, a causa dei numerosi interventi empirici succedutisi nel tempo: allo<br />
stato attuale è evidente il cattivo stato di conservazione <strong>del</strong>la rete, oggetto di frequenti perdite e<br />
malfunzionamenti.<br />
I tre potabilizzatori, negli ultimi anni di gestione penitenziaria, sono andati progressivamente in<br />
disuso nei vari componenti; dal 1997 per tecnologia superata e non rispondenza alle normative<br />
esistenti sono da considerarsi fuori esercizio e sull’isola non è quindi presente acqua potabile.<br />
Per l’approvvigionamento potabile <strong>del</strong>le località di maggiore afflusso si rende necessaria la<br />
revisione ed integrazione dei sistemi di approvvigionamento d’acqua mediante ripristino<br />
funzionale dei sistemi di adduzione e dei serbatoi principali, realizzazione di nuovi impianti di<br />
potabilizzazione e ripristino <strong>del</strong>le reti di distribuzione.<br />
3.3 Raccolta e depurazione dei reflui<br />
Relativamente al sistema di raccolta e depurazione dei reflui, nell’abitato di Cala d’Oliva al<br />
momento esiste una rete fognaria per acque nere con pozzetti di raccolta nei pressi <strong>del</strong>la<br />
Foresteria Nuova e nel porticciolo; da tali punti di raccolta i reflui vengono sollevati verso<br />
l’impianto di depurazione ubicato a circa 600 m dall’abitato stesso e realizzato all’inizio degli anni<br />
‘90. L’impianto di depurazione, costituito da struttura in acciaio (due linee di depurazione a fanghi<br />
attivi, con trattamento primario e secondario e successivo trattamento di fitodepurazione), ha una<br />
potenzialità depurativa stimata di circa 500 Abitanti Equivalenti e, nonostante il lungo periodo di<br />
fermo (almeno 4-5 anni), appare in buono stato di conservazione.<br />
Per garantire l’ottimale funzionamento <strong>del</strong>la raccolta e depurazione dei reflui nel sistema di Cala<br />
d’Oliva è dunque sufficiente un intervento di revisione e riavvio <strong>del</strong>l’impianto e <strong>del</strong> sistema di<br />
convogliamento dei reflui mediante verifica funzionale <strong>del</strong>le tubazioni di mandata, verifica<br />
<strong>del</strong>l’impianto, ripristino <strong>del</strong> sistema di fitodepurazione e realizzazione di un sistema di riutilizzo<br />
<strong>del</strong>le acque reflue per usi irrigui.<br />
A Cala Reale esiste un depuratore di recentissima realizzazione (1998) anche se con progetto<br />
redatto all’inizio degli anni ‘90: l’impianto prevede trattamento di sedimentazione primaria e<br />
trattamento biologico con biodischi; è costituito da due linee separate per una potenzialità<br />
depurativa totale stimata in 1000 AE. Il depuratore è collegato a due serbatoi di raccolta, ubicati<br />
nei pressi <strong>del</strong>la Stazione Sanitaria Marittima e in prossimità <strong>del</strong>le infrastrutture dei Carabinieri, e<br />
da questi sollevati verso l’impianto di depurazione.<br />
La capacità depurativa appare al momento esuberante per le esigenze <strong>del</strong>l’area di Cala Reale,<br />
anche nel caso in cui anche le infrastrutture affidate a varie Amministrazioni <strong>del</strong>lo Stato per usi<br />
governativi ospitino nuclei stabili di personale.<br />
Data la situazione e le difficoltà oggettive di gestione <strong>del</strong>l’impianto a causa <strong>del</strong>l’estrema variabilità<br />
di presenze è facilmente ipotizzabile che l’impianto non entri mai in funzione.<br />
Per garantire l’ottimale funzionamento <strong>del</strong>la raccolta e depurazione dei reflui nel sistema di Cala<br />
Reale appare adeguato, almeno in un periodo di avvio <strong>del</strong> Parco, un sistema di depurazione<br />
distribuito con impianti per piccole comunità.<br />
Sull’isola esiste un terzo depuratore, in località Fornelli, <strong>del</strong> tutto simile all’impianto di Cala d’Oliva<br />
e realizzato contemporaneamente ad esso. La potenzialità è leggermente ridotta rispetto a Cala
Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />
Area Marina Protetta “Isola<br />
<strong>del</strong>l’Asinara”<br />
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d’Oliva e può essere stimata in circa 400 AE. Al momento attuale l’impianto è in stato di<br />
abbandono e non può essere utilizzato anche per la mancanza di produzione costante di reflui.<br />
3.4 Riserve idriche distribuite<br />
Oltre ai suddetti serbatoi principali, esiste un complesso sistema di cisterne e piccoli serbatoi nelle<br />
diverse aree <strong>del</strong>l’isola, in alcuni casi connessi tra loro con tubazioni per convogliamento a gravità,<br />
che consente una riserva distribuita di notevole importanza in casi di emergenza. Tali opere, in<br />
genere realizzate con tecniche costruttive tradizionali, sono al momento in cattivo stato di<br />
conservazione e, in alcuni casi, in stato di abbandono: anche quelli utilizzati necessitano<br />
comunque di interventi di manutenzione straordinaria. Si ritiene necessario ripristinare almeno<br />
parzialmente la funzionalità <strong>del</strong> sistema di accumulo distribuito, che garantisca una riserva idrica<br />
in casi di emergenza.<br />
E’ comunque necessaria e prioritaria una attività di censimento e rilievo su cartografia <strong>del</strong>le opere<br />
esistenti e stima <strong>del</strong>le loro capacità di accumulo; è inoltre necessaria la manutenzione<br />
straordinaria dei serbatoi attualmente utilizzati, ristrutturazione dei serbatoi in stato di<br />
conservazione non ottimale, ripristino dei sistemi di connessione tra i serbatoi.<br />
3.5 Sistema di abbeveratoi per la fauna<br />
Per consentire l’abbeveraggio alla fauna selvatica e agli animali domestici allo stato brado, esiste<br />
sull’isola un sistema di abbeveratoi, in genere in prossimità di pozzi, punti di raccolta d’acqua o<br />
sorgenti. Il sistema è al momento attuale in stato di abbandono e necessita di interventi di<br />
manutenzione straordinaria, di ripristino dei sistemi di sollevamento manuali di cui era dotato e la<br />
ricostituzione <strong>del</strong>le vie d’acqua per l’alimentazione <strong>del</strong>le sorgenti.<br />
E’ comunque necessaria e prioritaria una attività di censimento e rilievo su cartografia di tutte le<br />
infrastrutture idriche esistenti, il recupero funzionale dei sistemi locali pozzo-abbeveratoio,<br />
mediante ripristino dei sistemi di sollevamento tradizionali manuali e i sistemi di connessione tra<br />
l’accumulo e la distribuzione, il recupero funzionale dei sistemi locali sorgente-abbeveratoio,<br />
mediante la ricostituzione <strong>del</strong>le linee d’acqua superficiali, utilizzando tecniche di ingegneria<br />
naturalistica.<br />
3 Interventi per la riorganizzazione <strong>del</strong> ciclo <strong>del</strong>l’acqua<br />
Per la riorganizzazione <strong>del</strong> ciclo <strong>del</strong>l’acqua sull’isola, necessaria per qualsiasi attività legata alla<br />
presenza umana, dalle attività istituzionali <strong>del</strong> Parco ai cantieri di ristrutturazione, dalle attività di<br />
vigilanza e controllo alle iniziative legate alla visita <strong>del</strong> parco e alle manifestazioni, nell’ambito <strong>del</strong><br />
Programma Operativo Plurifondo <strong>del</strong>la Regione Sardegna, derivante dal Q.C.S. 1994-99, è stato<br />
destinato un finanziamento di L. 1.420.000.000.<br />
L’intervento, in corso di esecuzione con ultimazione dei lavori prevista per novembre 2001,<br />
garantisce le condizioni di vivibilità nell’abitato di Cala d’Oliva, punto di maggiore afflusso di<br />
presenze, attraverso la fornitura di acqua potabile e la depurazione dei reflui. Parimenti sono<br />
garantite tali condizioni in area Tumbarino e Fornelli, ove si sta procedendo alla ristrutturazione di<br />
alcuni edifici di origine carceraria per la realizzazione di servizi per i visitatori <strong>del</strong> Parco.
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Area Marina Protetta “Isola<br />
<strong>del</strong>l’Asinara”<br />
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Cala d’Oliva<br />
In prossimità <strong>del</strong>l’invaso collinare (circa 13.000 mc) situato a breve distanza dall’abitato è presente<br />
un potabilizzatore di recente costruzione (2001) che consente il trattamento di circa 20 mc/h<br />
d’acqua proveniente dal serbatoio artificiale. L’acqua potabile viene addotta al serbatoio<br />
principale di Cala d’Oliva mediante tubazione interrata in ghisa sferoidale <strong>del</strong>la lunghezza di circa 2<br />
km.<br />
Dal serbatoio principale l’acqua viene distribuita per gravità alle utenze civili <strong>del</strong> borgo; alcune<br />
porzioni <strong>del</strong>la rete di distribuzione sono state oggetto di intervento, data la vetustà e la presenza<br />
di perdite distribuite anche nelle parti di più recente realizzazione. E’ comunque necessario un<br />
intervento esaustivo per il ripristino <strong>del</strong>l’efficienza <strong>del</strong>l’intera rete di distribuzione.<br />
Per quanto riguarda il sistema fognario, le acque nere sono convogliate presso i pozzetti di<br />
raccolta preesistenti, anch’essi oggetto di revisione negli organi di sollevamento; da questi i reflui<br />
sono inviati al vicino depuratore.<br />
Il depuratore è oggetto di un approfondito intervento di revisione, consistente nella sostituzione di<br />
parti idrauliche ed elettromeccaniche non più utilizzabili e il ripristino <strong>del</strong>le funzionalità pregresse;<br />
le acque depurate, previo trattamento di fitodepurazione sperimentale realizzato in<br />
collaborazione con l’Università di Sassari, saranno interamente riutilizzate per la macchia<br />
mediterranea e per scopi irrigui.<br />
Tumbarino<br />
Per garantire la funzionalità <strong>del</strong> Centro di Educazione Ambientale e Osservatorio Faunistico in<br />
realizzazione presso l’ex Diramazione carceraria di Tumbarino, è stato ristrutturato un serbatoio<br />
per acqua potabile in prossimità degli edifici e realizzata una linea di adduzione con tubazione<br />
interrata per circa 400 m. Il serbatoio viene alimentato con autobotte con acqua potabile prodotta<br />
presso il potabilizzatore di Cala d’Oliva.<br />
I reflui <strong>del</strong> Centro sono convogliati e raccolti presso una vasca stagna di circa 10 mc di capacità e<br />
inviati periodicamente con bottino al depuratore di Cala d’Oliva.<br />
Fornelli<br />
Nell’area di Fornelli è stata realizzata una nuova condotta interrata <strong>del</strong>la lunghezza di circa 1 km,<br />
che consente di sollevare le acque <strong>del</strong>l’invaso collinare artificiale (circa 50.000 mc) e convogliarle<br />
presso il serbatoio esistente nei pressi <strong>del</strong>l’ex carcere di massima sicurezza. Da questo punto è<br />
possibile utilizzare l’acqua, pur non potabile, a scopo irriguo nell’area <strong>del</strong> carcere e per i servizi<br />
igienici situati presso l’ex corpo di guardia ubicato nei pressi <strong>del</strong> molo.<br />
I reflui dei servizi sono convogliati e raccolti presso due vasche stagne di circa 20 mc di capacità e<br />
inviati periodicamente con bottino al depuratore di Cala d’Oliva.
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4 Interventi programmati per l’area di Cala Reale<br />
Fornitura di acqua potabile<br />
E’ noto che l’intera area di Cala Reale necessita di un intervento a grande scala per la soluzione<br />
<strong>del</strong>le problematiche legate all’approvvigionamento idrico e allo smaltimento dei reflui. In<br />
particolare l’intervento deve necessariamente estendersi all’intero sistema centrale <strong>del</strong>l’isola, da<br />
Campo Perdu a Trabuccato, comprendendo le risorse idriche superficiali e sotterranee presenti<br />
(dighe, sorgenti, pozzi) in funzione <strong>del</strong>l’utilizzo (potabile, zootecnico, agricolo).<br />
Limitandosi all’area di Cala Reale, l’approvvigionamento idrico è stato garantito nei tempi più<br />
recenti dalle acque provenienti dal serbatoio artificiale di Campo Perdu (circa 15.000 mc), che in<br />
seguito a pompaggio e trattamento di potabilizzazione alimentavano la cisterna alta di Cala Reale;<br />
da quest’ultima per gravità venivano servite le utenze di Cala Reale e Trabuccato.<br />
Negli anni ’90, con la realizzazione di un pozzo per esigenze di cantiere <strong>del</strong>la ditta impegnata nella<br />
ristrutturazione di alcuni immobili alla Reale, le acque di Campo Perdu sono state integrate con<br />
acqua di falda. In seguito alla dismissione <strong>del</strong>l’impianto di pompaggio e potabilizzazione ormai<br />
obsoleto, non funzionante e fuori norma, le acque prelevate dal pozzo costituiscono l’unica fonte<br />
di approvvigionamento per Cala Reale. Non si conoscono al momento le caratteristiche<br />
idrogeologiche <strong>del</strong>la falda, anche se le informazioni verbalmente acquisite dai precedenti<br />
utilizzatori non evidenziano particolari problematiche di approvvigionamento; sono note ad oggi<br />
solo le caratteristiche chimico-fisiche (acqua salmastra con sostanze argillose in sospensione) e la<br />
portata di prelievo (circa 1 l/sec).<br />
Non essendo ipotizzabile in tempi brevi il ripristino <strong>del</strong> sistema di Campo Perdu, per il quale è<br />
indispensabile la realizzazione di un nuovo impianto di potabilizzazione, è necessario studiare una<br />
soluzione temporanea per dare la possibilità di utilizzare gli edifici di Cala Reale nel più breve<br />
tempo possibile. L’acqua di Campo Perdu, con limitati interventi di manutenzione straordinaria,<br />
può essere comunque resa disponibile per emergenza nelle cisterne di Cala Reale, per scopi<br />
comunque non potabili.<br />
L’unica alternativa a breve termine per l’approvvigionamento idrico appare quindi il prelievo da<br />
falda attraverso il pozzo, con trattamento locale di filtrazione e desalinizzazione direttamente<br />
presso i 3 serbatoi <strong>del</strong>l’impianto di distribuzione di Cala Reale, lasciando comunque inalterato<br />
l’attuale sistema di distribuzione dal serbatoio alle utenze presenti a valle (Polizia Penitenziaria,<br />
Carabinieri).<br />
Non è ipotizzabile in tempi brevi il ripristino <strong>del</strong>la cisterna alta di Cala Reale, utilizzata finora per la<br />
distribuzione a gravità fino a Trabuccato (area Polizia Penitenziaria, area Carabinieri, area<br />
Ministero Finanze), a causa <strong>del</strong>l’elevato degrado strutturale e impiantistico; la soluzione a medio<br />
termine per il sistema idrico di Cala Reale prevede il ripristino funzionale <strong>del</strong> serbatoio alto di Cala<br />
Reale, la sua alimentazione dal pozzo e dall’invaso di Campo Perdu, la potabilizzazione <strong>del</strong>l’acqua<br />
mediante la costruzione di un nuovo impianto di trattamento nell’area limitrofa al nuovo<br />
depuratore e la realizzazione <strong>del</strong>la rete di distribuzione a tutte le utenze di Cala Reale.<br />
Tale intervento risolutivo, data l’estensione, i costi e il coinvolgimento <strong>del</strong>le varie Amministrazioni<br />
interessate può essere realizzato solo in seguito alla analisi <strong>del</strong>le esigenze idriche e con il consenso<br />
e contributo <strong>del</strong>le Amministrazioni stesse.
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<strong>del</strong>l’Asinara”<br />
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Smaltimento dei reflui<br />
Nell’agosto 2000 è stato collaudato l’impianto di depurazione di Cala Reale, realizzato nell’ambito<br />
degli interventi di recupero <strong>del</strong> Ministero LL.PP. ed ora in carico all’Assessorato Enti Locali <strong>del</strong>la<br />
Regione Sardegna.<br />
L’impianto non è mai entrato in esercizio e non è ipotizzabile che venga attivato in tempi brevi,<br />
essendo necessaria una produzione costante di materia organica.<br />
E’ quindi necessario il ricorso agli impianti integrativi per piccole comunità, ottimale per soluzioni<br />
con grande fluttuazione <strong>del</strong>le presenze; a tal riguardo è necessario studiare la soluzione più<br />
opportuna sulla base di previsioni attendibili di presenza stabile e fluttuante. Al momento, la<br />
soluzione più semplice e immediata dovrebbe essere quella di convogliare i reflui sino alla vasca di<br />
rilancio esistente e, in tale sito, realizzare un impianto di trattamento per circa 50-100 ab/eq., con<br />
recupero <strong>del</strong>le acque depurate nel serbatoio di alimentazione all’impianto igienico-sanitario.<br />
Tale soluzione appare l’unica perseguibile per lo smaltimento dei reflui <strong>del</strong>le utenze <strong>del</strong>le varie<br />
Amministrazioni interessate, proprio per la difficoltà attuale di stimare le presenze e per la<br />
flessibilità nell’avvio saltuario dei piccoli impianti.<br />
L’alternativa a tale tipo di intervento può essere solo quella di accumulo dei reflui nelle vasche di<br />
rilancio già costruite e successivo smaltimento con bottino presso il depuratore di Cala d’Oliva,<br />
appena questo entrerà in servizio o con trasporto con autospurgo fuori <strong>del</strong>l’isola.<br />
5 Priorità di intervento<br />
Per la completa riorganizzazione <strong>del</strong> ciclo <strong>del</strong>l’acqua sull’intera isola <strong>del</strong>l’Asinara, oltre agli<br />
interventi in corso di realizzazione, appaiono urgenti secondo la seguente scala di priorità:<br />
- il ripristino <strong>del</strong> sistema di Cala Reale, mediante la realizzazione di un nuovo potabilizzatore e<br />
l’installazione di impianti di biodepurazione distribuiti;<br />
- la revisione <strong>del</strong>la rete di distribuzione <strong>del</strong>l’acqua potabile nell’abitato di Cala d’Oliva;<br />
- la realizzazione di un impianto di trattamento acque per l’area di Fornelli;<br />
- la realizzazione di impianti di biodepurazione distribuiti per Fornelli e Tumbarino;<br />
- il ripristino funzionale <strong>del</strong> sistema di pozzi, sorgenti e abbeveratoi.<br />
L’intero sistema fin qui descritto rappresenta la configurazione di minima per la garanzia <strong>del</strong>le<br />
condizioni igieniche e di vivibilità nel Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara: i parametri e le esigenze di<br />
risorsa idrica e la relativa quantificazione in funzione <strong>del</strong>le attività che si svolgeranno sono<br />
individuati all’interno <strong>del</strong> Piano <strong>del</strong> Parco, strumento pianificatorio fondamentale per la futura<br />
gestione <strong>del</strong> Parco.<br />
E’ comunque fin d’ora indispensabile garantire in tempi brevi il funzionamento <strong>del</strong>l’insieme <strong>del</strong>le<br />
infrastrutture idrauliche esistenti ed in corso di realizzazione, affidando a soggetti qualificati<br />
l’intera gestione <strong>del</strong> ciclo <strong>del</strong>l’acqua, e coinvolgendo le Amministrazioni a vario titolo competenti
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<strong>del</strong>l’Asinara”<br />
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per l’argomento (Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara, Comune di Porto Torres, Regione, Provincia di<br />
Sassari).<br />
4 ACQUE COSTIERE<br />
4.1 La qualità <strong>del</strong>le acque e dei sedimenti marini<br />
Le acque circostanti l’isola <strong>del</strong>l’Asinara presentano in generale un qualità elevata come indicato<br />
dalla notevole trasparenza e dalle basse concentrazioni di composti o elementi indicatori di<br />
impatto antropico. A tale elevata qualità, nonché al basso grado di disturbo antropico, corrisponde<br />
una notevole integrità <strong>del</strong>le comunità biologiche, descritte e analizzate successivamente.<br />
Le acque costiere <strong>del</strong> versante occidentale <strong>del</strong>l’isola sono sottoposte ad un minimo impatto di<br />
origine antropica, essendo praticamente assenti fonti di inquinamento nelle vicinanze, ad<br />
eccezione di sversamenti accidentali o intenzionali dovuti a petroliere.<br />
La qualità <strong>del</strong>le acque <strong>del</strong> versante orientale <strong>del</strong>l’isola può potenzialmente risentire degli impatti<br />
generati dalle attività incidenti sul golfo, anche in conseguenza <strong>del</strong>la direzione di moto prevalente<br />
<strong>del</strong>le correnti, e principalmente ascrivibili al polo industriale di Porto Torres, agli insediamenti civili<br />
costieri e <strong>del</strong>l’entroterra e agli insediamenti turistici.<br />
I dati utilizzati per descrivere il livello di qualità <strong>del</strong>le acque e dei sedimenti marini <strong>del</strong>l’isola e <strong>del</strong><br />
golfo <strong>del</strong>l’Asinara sono parte di quelli rilevati nel corso <strong>del</strong> monitoraggio sistematico <strong>del</strong>lo stato<br />
<strong>del</strong>le acque costiere <strong>del</strong>la Sardegna settentrionale, realizzato per conto <strong>del</strong>l’Amministrazione<br />
Provinciale di Sassari. L’area oggetto <strong>del</strong>l’intero monitoraggio corrisponde al tratto di mare<br />
costiero compreso tra gli insediamenti di Olbia e Alghero, all’interno <strong>del</strong>la quale sono state<br />
individuate 68 stazioni di misura.
Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />
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Carta riassuntiva dei transetti e dei punti di misura e prelievo in mare e alle foci dei fiumi <strong>del</strong><br />
monitoraggio <strong>del</strong>la Sardegna settentrionale. AF: alto fondale; MF: medio fondale; BF: basso fondale.<br />
Ai fini <strong>del</strong> presente studio si considerano i dati relativi al tratto di mare compreso tra l’Isola<br />
<strong>del</strong>l’Asinara e Castelsardo, coperto da 25 stazioni di campionamento e misura. 24 stazioni sono<br />
disposte lungo 8 transetti costa-largo e una stazione (P31) è localizzata all’interno <strong>del</strong>l’ambito<br />
portuale di Porto Torres. Nella seguente tabella sono riassunte in modo sintetico le caratteristiche<br />
dei transetti e <strong>del</strong>le rispettive stazioni, che si differenziano in costiere, intermedie ed esterne, e<br />
per la tipologia di analisi e misure in esse effettuate.<br />
I dati presi in esame si riferiscono in genere ai monitoraggi eseguiti nel corso <strong>del</strong>l’anno 2000<br />
mediante quattro campagne di misura (aprile, luglio, ottobre e dicembre).
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Posizione e tipologia <strong>del</strong>le stazioni di misura e campionamento in mare.
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<strong>del</strong>l’Asinara”<br />
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4.2 Caratteristiche idrologiche<br />
Le condizioni idrologiche <strong>del</strong>la colonna d’acqua <strong>del</strong> golfo <strong>del</strong>l’Asinara sono state oggetto di<br />
monitoraggio in continuo, realizzato mediante due boe oceanografiche posizionate in prossimità<br />
di Porto Torres (transetto numero 9) e <strong>del</strong>l’Asinara. I dati riportati si riferiscono alla prima boa<br />
(Porto Torres) e al periodo di funzionamento <strong>del</strong>la stessa durante l’anno 2000 (metà giugno – fine<br />
dicembre). I dati rilevati dalla seconda boa (limitati per il 2000 al periodo metà ottobre – fine<br />
dicembre) evidenziano un’evoluzione idrologica <strong>del</strong>la colonna d’acqua molto simile a quella<br />
descritta dalla boa 1.<br />
Nel periodo metà giugno – inizio settembre la colonna d’acqua appare stratificata verticalmente,<br />
con differenze massime di temperatura pari a circa 6 gradi in giugno e agosto (vedi figura sotto). La<br />
stratificazione si rileva particolarmente evidente nel mese di agosto, al termine <strong>del</strong> quale la<br />
temperatura di superficie raggiunge i 26 °C. A fine ottobre non si rileva più la stratificazione<br />
verticale e ha inizio il raffreddamento <strong>del</strong>la colonna che in dicembre raggiunge la temperatura di<br />
17 °C.<br />
Evoluzione <strong>del</strong>la temperatura lungo la colonna d’acqua nel periodo metà giugno – fine<br />
dicembre 2000 all’interno <strong>del</strong> Golfo <strong>del</strong>l’Asinara.<br />
La salinità presenta una variazione temporale limitata nel periodo di misura e passa da valori di 38<br />
psu in primavera a 38,2 psu in estate, successivamente tende a diminuire verso i valori misurati<br />
all’inizio <strong>del</strong> periodo indagato (vedi figura sotto). I dati misurati nella boa 2, evidenziano dopo<br />
metà novembre una diminuzione più consistente fino a valori di 36,5 psu.
Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />
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<strong>del</strong>l’Asinara”<br />
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Evoluzione <strong>del</strong>la salinità lungo la colonna d’acqua nel periodo metà giugno – fine dicembre 2000 all’interno <strong>del</strong><br />
Golfo <strong>del</strong>l’Asinara.<br />
L’ossigeno disciolto, misurato in termini di percentuale di saturazione (vedi figura sotto), nel<br />
periodo giugno – ottobre presenta valori superiori al 100% (fino al 110%) nello strato di fondo (5-7<br />
m dal fondo) e inferiori alla saturazione (95%) nello strato superficiale. Questo arricchimento è<br />
probabilmente collegato alla presenza <strong>del</strong>la prateria di posidonia in grado di fornire al sistema un<br />
grosso apporto in termini di ossigeno disciolto, che a causa <strong>del</strong>la stratificazione termica estiva<br />
rimane maggiormente localizzato sul fondo. La stratificazione rilevata scompare in ottobre e il<br />
parametro si mantiene su valori prossimi al 95%.<br />
Evoluzione <strong>del</strong>l’ossigeno disciolto lungo la colonna d’acqua nel periodo metà giugno – fine dicembre 2000<br />
all’interno <strong>del</strong> Golfo <strong>del</strong>l’Asinara.<br />
Nel corso <strong>del</strong>l’evoluzione idrologica <strong>del</strong>la colonna d’acqua risulta evidente un evento <strong>del</strong>la durata<br />
di 2-3 giorni agli inizi di luglio in cui scompare la stratificazione verticale e la colonna assume valori<br />
uniformi, minori di quelli misurati complessivamente durante giugno-luglio (temperatura – 1/2 °C,<br />
salinità – 0,75 psu, ossigeno – 25/30%).<br />
I principali parametri idrologici sono stati misurati anche durante le quattro campagne di<br />
monitoraggio <strong>del</strong> 2000 sia mediante il sistema blue box che permette la costruzione di profili
Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />
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<strong>del</strong>l’Asinara”<br />
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orizzontali ad alta risoluzione e sia tramite sonda CTD per la caratterizzazione <strong>del</strong>la struttura<br />
verticale <strong>del</strong>la colonna d’acqua nei singoli siti di monitoraggio.<br />
Sull’intero tratto costiero <strong>del</strong>la Sardegna settentrionale (compreso tra Alghero ed Olbia) si<br />
riscontra un incremento <strong>del</strong>la temperatura e <strong>del</strong>la salinità da aprile a luglio e una successiva<br />
diminuzione da ottobre a dicembre.<br />
Risulta inoltre evidenziato un gradiente di temperatura in superficie, decrescente da ovest verso<br />
est lungo la costa, corrispondente ad un gradiente crescente di salinità nella stessa direzione.<br />
Questi gradienti sono presenti in tutte le campagne e appaiono maggiormente evidenti in ottobre.<br />
Valori superficiali minori di tali parametri si osservano in dicembre alle foci dei fiumi Mannu,<br />
Coghinas e Silis, in seguito alle influenze degli apporti fluviali successivi ad un periodo di<br />
precipitazioni consistenti.<br />
I profili verticali di temperatura e salinità rilevati nelle varie stazioni di campionamento di<br />
monitoraggio <strong>del</strong>la Sardegna settentrionale sono sostanzialmente in accordo con i dati acquisiti in<br />
continuo mediante la boa oceanografica di Porto Torres. I termoclini maggiori si riscontrano in<br />
estate (campagna di luglio: 15,5 – 25,4 °C) e in autunno (campagna di ottobre: 16,8 – 24,7 °C),<br />
mentre in primavera (campagna di aprile: 14,1 – 16,6 °C) ed in inverno (dicembre: 14,7 – 17,4 °C)<br />
la colonna d’acqua appare più omogenea.<br />
I livelli di ossigeno disciolto tendono generalmente ad aumentare in estate, quando si rilevano<br />
valori superiori al 120% lungo tutto il profilo verticale fino a profondità di circa 60 m nei transetti<br />
antistanti Stintino e Porto Torres. I dati relativi a tutte le stazioni oggetto <strong>del</strong> monitoraggio<br />
eseguito lungo le coste <strong>del</strong>la Sardegna settentrionale, evidenziano in primavera, estate ed<br />
autunno un aumento <strong>del</strong>la percentuale di saturazione <strong>del</strong>l’ossigeno a profondità prossime a 40 m,<br />
dove si osserva anche una diminuzione <strong>del</strong>la temperatura ed un aumento dei valori di<br />
fluorescenza. L’aumento <strong>del</strong>l’ossigeno disciolto appare quindi imputabile all’attività fotosintetica<br />
<strong>del</strong>la comunità fitoplanctonica. In dicembre il segnale di fluorescenza in profondità non è<br />
presente, mentre si osserva un picco in superficie in alcune stazioni, in particolare quelle <strong>del</strong><br />
transetto di Porto Torres (in prossimità <strong>del</strong> fiume Mannu) e quelle localizzate in prossimità dei<br />
fiumi Silis e Coghinas.<br />
L’intervallo di variazione dei valori di trasparenza misurati mediante disco secchi (figura 25) risulta<br />
minore nella campagna eseguita in aprile (5-20 m) rispetto a quelle di luglio, ottobre e dicembre<br />
(5-30 m), in accordo con quanto rilevato nel piano di monitoraggio <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>l’Ambiente<br />
condotto nel periodo 1997-1998 (ICRAM 2000). In particolare è significativo rilevare come durante<br />
i mesi di luglio e ottobre sia spesso visibile il fondale <strong>del</strong>le stazioni meno profonde. I valori<br />
maggiori di trasparenza si riscontrano nelle stazioni in prossimità <strong>del</strong>l’Asinara (P13-P21),<br />
Castelsardo (P35-P37), Stintino (P22-P24) e in parte marina di Sorso (P32-P34). I valori minori<br />
caratterizzano le stazioni localizzate in prossimità <strong>del</strong>le coste maggiormente antropizzate e di foci<br />
fluviali, come nel caso di Porto Torres (P29 e P30) dove solo in luglio il fondo è visibile, e <strong>del</strong>la<br />
stazione P31 in ambito portuale dove in nessuna campagna il valore di trasparenza si estende fino<br />
al fondale. Occasionalmente (aprile) anche nelle stazioni costiera (P25) e intermedia (P26) <strong>del</strong><br />
transetto <strong>del</strong>la centrale di Fiume Santo il fondale non risulta visibile. I valori misurati tendono<br />
ovviamente ad aumentare lungo il transetto costa-largo.<br />
La distribuzione spaziale <strong>del</strong> parametro trasparenza è in accordo con i valori di torbidità misurati,<br />
che per quasi tutte le stazioni sono molto bassi e prossimi al limite di rilevabilità, e che quindi<br />
evidenziano una situazione generale di notevole trasparenza <strong>del</strong>le acque. Valori di torbidità<br />
mediamente più elevati si riscontrano esclusivamente in prossimità di Porto Torres per tutte le
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campagne e in dicembre, in accordo con gli elevati valori superficiali di fluorescenza misurati e con<br />
condizioni di precipitazioni significative, nelle stazioni antistanti i fiumi Mannu, Silis, Pedras de<br />
Fogu e Coghinas.<br />
In questa pagina e nella successiva sono riportati i valori di trasparenza misurati mediante disco secchi durante le<br />
campagne di aprile, luglio, ottobre e dicembre 2000 nelle stazioni <strong>del</strong>l’isola e <strong>del</strong> golfo <strong>del</strong>l’Asinara.
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4.3 Le condizioni trofiche<br />
Lo stato trofico di un sistema marino costiero è ben rappresentato dall’indice sintetico Trix, la cui<br />
quantificazione è richiesta anche dal D.L. 258/00. Tale indice viene calcolato tramite una formula<br />
che combina tra di loro diversi parametri (clorofilla a, ossigeno disciolto in termini di percentuale<br />
di saturazione, fosforo totale e azoto inorganico disciolto) significativi ai fini <strong>del</strong>la caratterizzazione<br />
trofica <strong>del</strong> tratto di mare considerato (Vollenweider et al. 1998). Una volta calcolato, l’indice è<br />
classificabile in termini di stato di qualità <strong>del</strong>le acque, in base ai criteri proposti nel Dlgs 152/99.
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Come evidenziato dalle successive figure i livelli <strong>del</strong>l’indice trofico corrispondono per la quasi<br />
totalità <strong>del</strong>le stazioni di monitoraggio <strong>del</strong>la Sardegna settentrionale, e quindi <strong>del</strong> golfo <strong>del</strong>l’Asinara,<br />
a condizioni di elevata qualità e all’assenza di alterazioni significative. Tali condizioni sono<br />
caratteristiche di acque scarsamente produttive, ad elevata trasparenza e che non presentano<br />
colorazioni anomale o situazioni di sottosaturazione <strong>del</strong>l’ossigeno disciolto.<br />
Indice di trofia <strong>del</strong>le acque (Trix) per le quattro campagne di monitoraggio.<br />
All’interno <strong>del</strong> contesto geografico oggetto <strong>del</strong> presente studio le stazioni che presentano i valori<br />
di Trix maggiori sono quelle <strong>del</strong> transetto di Porto Torres (28, 29, 30) e la P31 localizzata all’interno<br />
<strong>del</strong>l’ambito portuale di tale località. Lo stato di qualità trofico <strong>del</strong>le acque costiere di Porto Torres<br />
risulta comunque elevato e solo occasionalmente (dicembre e in parte luglio) i valori di Trix<br />
risultano maggiori di 4 (stato di qualità buono). Le acque marine <strong>del</strong>l’Asinara, Stintino, centrale<br />
elettrica di Fiume Santo e Castelsardo sono caratterizzate sempre da valori <strong>del</strong>l’indice trofico<br />
molto bassi (inferiori a 2-3). Tali valori concordano con quelli rilevati nel corso <strong>del</strong> monitoraggio<br />
eseguito dal Servizio per la Difesa <strong>del</strong> Mare <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>l’Ambiente tra maggio 1997 e giugno<br />
1998 (ICRAM 2000).<br />
Le condizioni di elevata qualità trofica descritte sono evidenziabili anche dall’analisi dei singoli<br />
parametri.<br />
Le concentrazioni dei principali nutrienti disciolti in acqua si mantengono sostanzialmente sui<br />
valori tipici di ambienti oligotrofici e in allineamento con i dati pregressi, come si evince dal<br />
confronto con i valori riportati in tabella 26.
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I valori medi di azoto inorganico (figura 28) disciolto (DIN) rilevati nelle stazioni costiere dei<br />
transetti antistanti le coste <strong>del</strong>l’Asinara (5, 6, 7), Stintino (8) e Castelsardo (12) risultano<br />
decisamente bassi (inferiori a 5-6 mg/m3).<br />
Concentrazioni medie di azoto inorganico disciolto (DIN) e di azoto ammoniacale, nitrico e nitroso, misurate nelle<br />
stazioni costiere dei transetti <strong>del</strong>l’isola e <strong>del</strong> golfo <strong>del</strong>l’Asinara durante il periodo di monitoraggio.<br />
Valori medi più elevati caratterizzano le acque costiere prospicienti gli insediamenti di Porto<br />
Torres (19 mg/m3) e Sorso (21 mg/m3), che durante particolari stagioni presentano i valori di<br />
azoto inorganico disciolto maggiori (per Porto Torres 58 mg/m3 in dicembre, per Sorso 43 mg/m3<br />
in ottobre e 32 mg/m3 in dicembre). Anche nelle stazioni costiere P31 (ambito portuale) e P25<br />
(centrale di Fiume Santo) sono stati misurati valori maggiori di 20 mg/m3 in dicembre.<br />
I valori più elevati misurati in questi siti pur essendo associabili ad un segnale legato alla presenza<br />
di coste maggiormente antropizzate, <strong>del</strong> quale si deve tenere conto in fase di gestione, si<br />
mantengono in media al di sotto dei valori riscontrati in aree eutrofiche e in altre aree <strong>del</strong>la<br />
Sardegna settentrionale caratterizzate da maggiore impatto (aree portuali di Olbia e Alghero).<br />
Le osservazioni sopra riportate si riflettono sulle singole forme <strong>del</strong>l’azoto, in particolare sui nitrati<br />
che mediamente rappresentano il 70-90% <strong>del</strong> DIN, a testimonianza di condizioni ambientali<br />
prevalentemente ossidanti. I valori medi più elevati di azoto nitrico sono stati misurati in<br />
prossimità di Porto Torres (15 mg/m3) e di marina di Sorso (19 mg/m3).
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Concentrazioni dei principali nutrienti rilevate nelle stazioni costiere durate il monitoraggio<br />
<strong>del</strong>le acque marine <strong>del</strong>la Sardegna settentrionale e valori di bibliografia.<br />
I livelli di azoto ammoniacale e nitroso sono mediamente inferiori a 1 mg/m3 in tutte le stazioni<br />
costiere, tranne per il transetto di Porto Torres (N ammoniacale 2,1 mg/m3; N nitroso 1,9 mg/m3<br />
), per la stazione P31 in ambito portuale (N ammoniacale 1,0 mg/m3; N nitroso 1,2 mg/m3) e in<br />
parte per il transetto di marina di Sorso (N nitroso 1,0 mg/m3). Le stazioni <strong>del</strong>l’Asinara sono<br />
caratterizzate da valori medi decisamente bassi di N ammoniacale (tra 0,1 e 0,6 mg/m3) e nitroso<br />
(tra 0,5 e 0,7 mg/m3).<br />
I dati di azoto inorganico disciolto misurati nelle stazioni esterne non evidenziano le differenze di<br />
comportamento descritte. Mediamente si mantengono al di sotto di 15-20 mg/m3 in tutto il golfo.<br />
Analogamente a quanto si verifica per l’azoto, anche il fosforo è presente in concentrazioni<br />
mediamente basse.<br />
I livelli medi di fosforo totale rilevati nelle stazioni costiere <strong>del</strong>l’Asinara (1,3-2,6 mg/m3), Stintino e<br />
Castelsardo, sono minori di 3 mg/m3 e quindi estremamente bassi. Livelli mediamente bassi, con<br />
aumenti limitati in stagioni particolari, caratterizzano le acque antistanti la centrale di Fiume Santo<br />
e marina di Sorso. Valori sopra la media sono stati misurati nella stazione costiera di Porto Torres
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(14 mg/m3) e nella P31 all’interno <strong>del</strong>l’ambito portuale (19,4 mg/m3). In queste due stazioni<br />
durante la campagna di dicembre sono stati misurati i valori massimi <strong>del</strong> paramento<br />
(rispettivamente 29,8 e 27,1 mg/m3), probabilmente in conseguenza di un aumento <strong>del</strong><br />
particellato di origine organica lungo la colonna d’acqua e di un maggiore apporto da parte dei<br />
fiumi, come descritto successivamente.<br />
Come nel caso <strong>del</strong>l’azoto, i livelli mediamente più alti riscontrati in queste stazioni possono essere<br />
associati all’effetto <strong>del</strong>le attività antropiche presenti nella zona e in parte agli apporti <strong>del</strong> fiume<br />
Mannu. Il segnale costiero di origine antropica diminuisce di intensità lungo il transetto,<br />
mantenendo comunque una visibilità rilevabile nella stazione intermedia <strong>del</strong> transetto di Porto<br />
Torres.
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Concentrazioni medie <strong>del</strong> fosforo totale misurate nelle stazioni costiere, intermedie ed esterne<br />
dei transetti <strong>del</strong>l’isola e <strong>del</strong> golfo <strong>del</strong>l’Asinara durante il periodo di monitoraggio.<br />
La frazione inorganica disciolta (ortofosfati) risultata spesso inferiore al limite di rilevabilità (0,186<br />
mgP/m3) in molte stazioni costiere (le tre <strong>del</strong>l’Asinara, centrale di Fiume Santo, Castelsardo),<br />
mentre in altre (Stintino e Sorso) assume valori comunque bassi (< di 1,5 mgP/m3) (vedi figura<br />
pagina seguente).
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Concentrazioni medie <strong>del</strong> fosforo inorganico disciolto misurate nelle stazioni costiere dei<br />
transetti <strong>del</strong>l’isola e <strong>del</strong> golfo <strong>del</strong>l’Asinara durante il periodo di monitoraggio.<br />
La stazioni costiera di Porto Torres e la P31 sono caratterizzate dai valori medi più elevati<br />
(rispettivamente 3,7 mgP/m3 e 4,5 mgP/m3) e da livelli massimi in dicembre (rispettivamente 12<br />
mgP/m3 e 10,3 mgP/m3). È evidente anche per questo parametro come tali livelli siano associabili<br />
ad un segnale di origine antropica. Malgrado questa aree presentino i valori medi e stagionali più<br />
alti, e quindi sia necessario porre un’attenzione particolare al loro monitoraggio e alla loro<br />
gestione, tali valori risultano in genere inferiori a quelli tipici di sistemi costieri eutrofici.<br />
Analogamente a quanto riscontrato per il fosforo totale anche i livelli degli ortofosfati decrescono<br />
lungo il transetto costa-largo (nel transetto di Porto Torres il segnale costiero è evidente anche<br />
nella stazione intermedia).<br />
Gli ortofosfati costituiscono percentuali molto variabili <strong>del</strong> fosforo totale con una tendenza<br />
generale ad aumentare: nelle stagioni fredde (aprile e dicembre) rispetto a quelle più calde, nelle<br />
stazioni esterne rispetto a quelle costiere, nel livello di fondo rispetto a quello superficiale. Tali<br />
tendenze all’aumento sono da porre in relazione con una minore richiesta e utilizzo da parte <strong>del</strong><br />
comparto biologico.<br />
Il rapporto tra azoto inorganico disciolto e fosforo inorganico evidenzia una situazione generale di<br />
fosforo limitazione (N/P > 16), con situazioni localizzate di azoto limitazione nelle stazioni costiere<br />
di Stintino, Porto Torres e ambito portuale e nelle stazioni intermedie di Porto Torres, Asinara<br />
costa occidentale e Asinara Punta Scorno. I valori <strong>del</strong> rapporto N/P che caratterizzano le stazioni<br />
costiere sono comunque bassi, essendo inferiori a 30 tranne che in corrispondenza di Stintino (65),<br />
e mediamente variano tra 3 e 65. Anche nelle stazioni intermedie il rapporto assume valori medi<br />
limitati e spesso inferiori a 40-50. Una situazione caratterizzata da diffusi episodi di azoto<br />
limitazione e bassi valori <strong>del</strong> rapporto anche in casi di fosforo limitazione è caratteristica <strong>del</strong>le<br />
acque <strong>del</strong>la Sardegna e <strong>del</strong>le regioni tirreniche in generale (ICRAM 2000).<br />
I composti <strong>del</strong> carbonio sono stati rilevati in concentrazioni sempre molto basse. I livelli di<br />
carbonio organico disciolto (DOC) sono per tutte le campagne e stazioni (costiere, intermedie ed<br />
esterne) inferiori al limite di rilevabilità di 1 mg/l, tranne in alcuni rari casi (come per es. nella<br />
stazione intermedia <strong>del</strong>la centrale di Fiume Santo: 1,4 mg/l) nei quali i valori misurati sono<br />
comunque di poco superiori. Anche i valori di carbonio organico particellato sono sempre bassi e<br />
non superano mai il valore di 0,4 mg/l.
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L’andamento <strong>del</strong>la concentrazione dei nutrienti è correlato direttamente con quello <strong>del</strong>la<br />
concentrazione <strong>del</strong>la clorofilla “a”, indicatore di elevato significato in quanto a sua volta correlato<br />
con i valori di biomassa fitoplanctonica. I valori medi misurati nelle acque <strong>del</strong> golfo <strong>del</strong>l’Asinara<br />
risultano contenuti e in accordo con una situazione di oligotrofia.<br />
Concentrazioni medie di clorofilla “a” misurate nelle stazioni costiere, intermedie ed esterne<br />
dei transetti <strong>del</strong>l’isola e <strong>del</strong> golfo <strong>del</strong>l’Asinara durante il periodo di monitoraggio.
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I valori misurati lungo i transetti <strong>del</strong>l’Asinara - costa occidentale, Asinara - Isola Scombro, Stintino,<br />
centrale di Fiume Santo e Castelsardo sono sempre molto bassi (minori di 0,2-0,3 mg/m3), in<br />
accordo con i bassi livelli di nutrienti riscontrati in queste aree.<br />
Valori medi più elevati di clorofilla, comunque contenuti e in accordo con condizioni di oligotrofia,<br />
si riscontrano in prossimità <strong>del</strong>le aree in cui sono stati misurati livelli di nutrienti superiori alla<br />
media in conseguenza di un’influenza di origine antropica sul sistema. Le stazioni costiere P30 e<br />
P31 prossime all’insediamento abitativo e produttivo di Porto Torres sono caratterizzate da<br />
concentrazioni medie di clorofilla “a” rispettivamente pari a 1,10 mg/m3e 1,36 mg/m3. L’analisi<br />
dei valori misurati durante le singole campagne rivela che livelli più alti rispetto a quelli<br />
caratteristici <strong>del</strong>le altre stazioni sono presenti solo parzialmente in luglio e ottobre (comunque<br />
inferiori a 1 mg/m3) e sono evidenti in dicembre, quando si riscontrano valori elevati (3,20 mg/m3<br />
e 3,90 mg/m3). Questi picchi invernali di clorofilla, riscontrati anche in altre stazioni oggetto <strong>del</strong><br />
monitoraggio <strong>del</strong>la Sardegna settentrionale, sono imputabili ad aumenti di fitoplancton indotti da<br />
input consistenti dei fiumi Mannu e Silis collegati a periodi di precipitazioni intense – come<br />
testimoniato anche dal rilevamento di massimi di fluorescenza e torbidità in superficie in questo<br />
periodo nei transetti localizzati in prossimità di tali fiumi - e a fenomeni di upwelling sottocosta<br />
peculiari di alcune zone oligotrofiche <strong>del</strong> Mediterraneo. I valori di clorofilla “a” misurati nelle<br />
stazioni <strong>del</strong> golfo <strong>del</strong>l’Asinara e la distribuzione spaziale di questo parametro sono concordi con i<br />
livelli riscontrati da Sechi et al. (1998), che per la stazione costiera di Porto Torres riportano una<br />
concentrazione media pari a 0,75 mg/l in linea con i valori misurati nel monitoraggio durante le<br />
campagne di luglio e ottobre. In generale laddove il segnale di clorofilla appare più marcato, le<br />
concentrazioni di tale parametro tendono a diminuire dalla costa verso il largo.<br />
Tale tendenza, seppur confermata, è meno evidente lungo il transetto di Porto Torres, nel quale in<br />
dicembre sono stati misurati valori relativamente elevati di clorofilla anche nelle stazioni<br />
intermedia (3,1 mg/m3) ed esterna (1,4 mg/m3).<br />
Le misure di fluorescenza eseguite con il sistema blue box per la mappatura <strong>del</strong>le acque<br />
superficiali e tramite sonda multiparametrica per la ricostruzione di profili verticali nelle stazioni di<br />
campionamento, risultano concordi con i dati di clorofilla. La distribuzione areale <strong>del</strong>la<br />
fluorescenza nel livello superficiale conferma valori maggiori, comunque in media contenuti, in<br />
corrispondenza di zone a maggiore impatto antropico e in dicembre in corrispondenza dei fiumi<br />
Mannu, Silis e Coghinas.<br />
Andamento temporale <strong>del</strong>la concentrazione <strong>del</strong>la clorofilla “a” nelle stazioni costiere dei transetti <strong>del</strong>l’isola e <strong>del</strong><br />
golfo <strong>del</strong>l’Asinara.
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Al fine di valutare l’influenza complessiva degli apporti fluviali sull’ambiente costiero sono state<br />
eseguite misurazioni sui principali corsi d’acqua che sfociano nel golfo <strong>del</strong>l’Asinara (Pedras de<br />
Fogu, Toltu, Mannu, Silis e Coghinas).<br />
Nei fiumi Mannu, Silis e Coghinas sono state osservate frequenti condizioni di scarsa ossigenazione<br />
<strong>del</strong>le acque, con valori <strong>del</strong>l’ossigeno disciolto spesso inferiori al limite imperativo minimo (7 mg/l)<br />
per le acque idonee alla vita dei pesci ciprinidi previsto dal DL 258/00.<br />
I valori di azoto totale sono spesso prossimi al limite di rilevabilità <strong>del</strong> metodo nella maggior parte<br />
dei fiumi, ad eccezione <strong>del</strong> Mannu che è caratterizzato da valori elevati di tale parametro,<br />
superiori a 2 mg/l in tutte le stagioni (massimo 3,1 mg/l in aprile). Questo fiume presenta anche<br />
valori elevati di azoto ammoniacale (1,7 mg/l in aprile e 1,2 mg/l in ottobre), sempre superiori al<br />
valore guida per le acque idonee alla vita dei ciprinidi previsto dal DL 258/00, evidentemente a<br />
causa di scarichi civili nel corpo idrico. Nel suo percorso infatti il Mannu attraversa terreni in parte<br />
a colture agricole intensive e in parte a pascolo. Diviene quindi il recapito finale di scoli agricoli e<br />
dei reflui <strong>del</strong>la città di Sassari e di più di 18 paesi.<br />
Negli altri fiumi considerati i livelli di ammoniaca appaiono molto minori e sempre inferiori a 0,1<br />
mg/l.<br />
Il Mannu è anche caratterizzato da valori elevati di fosforo totale, spesso superiori a 0,3 mg/l<br />
(massimo in ottobre pari a 0,58 mg/l). Significativi superamenti <strong>del</strong> valore guida per le acque<br />
idonee alla vita dei ciprinidi definito dal DL 258/00 (0,14 mg/l) si registrano inoltre in dicembre nei<br />
fiumi Silis, Toltu e Coghinas. In questi fiumi, così come nel Mannu e nel Pedras de Fogu, in<br />
dicembre sono stati misurati anche valori molto elevati dei solidi sospesi, maggiori <strong>del</strong> limite<br />
imperativo per le acque idonee alla vita dei salmonidi, pari a 60 mg/l. Gli alti valori misurati sono<br />
correlabili con le perturbazioni che hanno interessato la zona in quel periodo e sono in accordo<br />
con gli elevati valori superficiali di torbidità misurati sempre in dicembre nelle stazioni marine<br />
costiere antistanti le foci di tali fiumi.<br />
Le analisi condotte permettono nel complesso di affermare che l’unico fiume che costantemente<br />
appare esercitare una significativa influenza sull’ambiente marino <strong>del</strong> golfo <strong>del</strong>l’Asinara risulta<br />
essere il Mannu, che presenta valori di nutrienti nettamente superiori a quelli degli altri fiumi. Gli<br />
elevati apporti di questo fiume sono in accordo con i valori maggiori di nutrienti e clorofilla<br />
misurati nelle stazioni marine prospicienti l’insediamento di Porto Torres.<br />
Occasionali apporti significativi possono provenire anche dai fiumi Coghinas, Silis e Toltu, come<br />
rilevato dalle misurazioni eseguite in dicembre.
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Concentrazione di azoto ammoniacale registrate durante il periodo di monitoraggio nelle stazioni fluviali <strong>del</strong> golfo<br />
<strong>del</strong>l’Asinara.<br />
Concentrazione di fosforo totale registrate durante il periodo di monitoraggio nelle stazioni<br />
fluviali <strong>del</strong> golfo <strong>del</strong>l’Asinara.<br />
Dall’analisi dei vari indicatori trofici esaminati emergono una serie di considerazioni conclusive. La<br />
situazione generale è caratterizzata dall’assenza di alterazioni significative e da elevata qualità,<br />
come sottolineato dai bassi valori <strong>del</strong>l’indice Trix. I valori medi dei principali nutrienti disciolti in<br />
acqua e i livelli di clorofilla “a” misurati sono in accordo con condizioni di oligotrofia. Le acque<br />
costiere prospicienti l’Asinara presentano valori molto bassi degli indicatori di trofia e quindi<br />
condizioni di qualità notevole, al pari <strong>del</strong>le acque di Castelsardo e Stintino. Le stazioni localizzate in<br />
prossimità di Porto Torres e all’interno <strong>del</strong>l’ambito portuale sono caratterizzate da livelli medi dei<br />
principali nutrienti e <strong>del</strong>la clorofilla maggiori di quelli riscontrati nelle altre stazioni (per l’azoto<br />
inorganico valori superiori alla media si riscontrano anche preso marina di Sorso). Tali relative<br />
anomalie sono associabili a condizioni di maggiore impatto legate alle attività e agli insediamenti
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antropici presenti lungo la costa, nonché agli input veicolati dal Mannu e occasionalmente da altri<br />
fiumi. I valori misurati in queste aree sono comunque in media inferiori a quelli riscontrati in aree<br />
tipicamente eutrofiche.<br />
4.4 Stato di contaminazione chimica di acque e sedimenti<br />
Lo stato di contaminazione chimica <strong>del</strong>le acque e dei sedimenti può essere valutato tramite<br />
l’analisi <strong>del</strong>le concentrazioni dei principali metalli pesanti e microinquinanti organici.<br />
Sulla base dei dati attualmente a disposizione e in considerazione <strong>del</strong>la difficoltà insita nella<br />
determinazione di tali parametri in acqua è possibile definire una situazione media in termini di<br />
contaminazione chimica <strong>del</strong>le acque <strong>del</strong> golfo <strong>del</strong>l’Asinara. Le stazioni sulle quali tali analisi sono<br />
state effettuate nel corso dei monitoraggi <strong>del</strong> 2000 sono quelle in cui si ritiene più probabile il<br />
verificarsi di una significativa contaminazione chimica e nello specifico le stazioni appartenenti al<br />
transetto di Porto Torres e la P31 localizzata in ambito portuale.<br />
<strong>Analisi</strong> sono state eseguite anche lungo il transetto di Stintino.<br />
I metalli pesanti (Ag, Se, Cr III, Cd, Zn, Hg, Cu, Pb) sono presenti in concentrazioni che spazialmente<br />
e stagionalmente variano tra il limite di rilevabilità e valori significativi di contaminazione in alcuni<br />
casi numericamente limitati.<br />
È possibile confrontare i valori medi misurati con i livelli definiti dal riferimento normativo L.R.<br />
16/73 “modifiche ed integrazioni alla legge regionale 20 aprile 1955 n.6, concernente la<br />
protezione <strong>del</strong>le acque pubbliche contro l’inquinamento” e con linee guida internazionali<br />
emanante dall’Environmental Protection Agency (EPA) americana (tabella 28), nonché con valori<br />
pregressi di bibliografia (Franco et al. 1989), che risultano in linea con i valori misurati nel corso <strong>del</strong><br />
monitoraggio <strong>del</strong> 2000.<br />
Concentrazioni medie dei principali metalli pesanti (µg/l) in acqua misurate nei transetti di<br />
Stintino e Porto Torres e nella stazione P31 in ambito portuale durante i monitoraggi <strong>del</strong> 2000.
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Riferimenti normativi, valori guida e valori di bibliografia <strong>del</strong>la concentrazione dei principali<br />
metalli pesanti in acqua (µg/l).<br />
Le concentrazioni dei metalli pesanti considerati sono in media in tutte le stazioni, spesso in modo<br />
molto evidente, minori dei limiti definiti dalla legge regionale 16/73. In tutte le stazioni<br />
considerate, i livelli di cadmio sono nettamente più bassi <strong>del</strong>le linee guida definite dall’EPA ai fini<br />
<strong>del</strong>la protezione <strong>del</strong>la vita acquatica e <strong>del</strong>la salute umana in relazione al consumo di pesce, mentre<br />
il mercurio, il cromo VI, il selenio e l’argento non superano mai il limite di rilevabilità sperimentale<br />
(rispettivamente 0,05 µg/l, 1,5 µg/l, 0,2 µg/l). Anche il cromo III, lo zinco e il piombo (spesso<br />
inferiore al limite di rilevabilità pari a 1 µg/l) sono in tutte le stazioni caratterizzati da<br />
concentrazioni basse e decisamente inferiori ai valori di confronto considerati.<br />
Gli unici metalli che presentano livelli confrontabili con i valori guida per la protezione <strong>del</strong>la vita<br />
acquatica definiti dall’EPA sono il nichel per le stazioni localizzate in prossimità di Porto Torres<br />
(P30 e P31) e il rame per quasi tutte le stazioni. I valori di questi due metalli comunque sono solo<br />
di poco superiori ai limiti di confronto più restrittivi riportati nella precedente tabella.<br />
Le misure effettuate nel corso <strong>del</strong>la prima campagna di monitoraggio <strong>del</strong> 2001 ancora in fase di<br />
elaborazione, confermano la situazione descritta quasi per tutti i metalli. Mentre sono confermati i<br />
livelli significativi di concentrazione <strong>del</strong> rame nelle stazioni considerate, sia il nichel e sia il cromo<br />
III sono stati rilevati nel marzo 2001 in concentrazioni inferiori al limite di rilevabilità sperimentale<br />
(1 µg/l).<br />
In generale i dati di contaminazione chimica dovuta a metalli pesanti <strong>del</strong>le acque marine<br />
descrivono una situazione buona per tutte le stazioni di campionamento considerate, in linea con i<br />
dati di letteratura disponibili (Franco et al. 1989). Si rilevano comunque valori di concentrazione<br />
non trascurabili, seppur modesti, per alcuni metalli (nichel e rame), che potrebbero essere<br />
imputati nel caso di Porto Torres alla presenza <strong>del</strong>l’insediamento portuale e industriale.<br />
Gli altri parametri indicatori di contaminazione chimica indagati (policlorobifenili, idrocarburi e<br />
idrocarburi policiclici aromatici) sono risultati nella grandissima maggioranza dei casi inferiori ai<br />
limiti di rilevabilità (rispettivamente 0,1 µg/l; 0,1 mg/l e 0,1 µg/l) in tutte le campagne effettuate
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nel corso <strong>del</strong> 2000 e nella prima campagna di monitoraggio <strong>del</strong> 2001. Superamenti di tali limiti<br />
sono stati molto poco frequenti e comunque caratterizzati da valori estremamente bassi, ad essi<br />
prossimi.<br />
In virtù <strong>del</strong>la presenza di un traffico intenso di navi che trasportano petrolio e altri combustibili<br />
nelle acque prospicienti l’isola <strong>del</strong>l’Asinara e in relazione all’elevata valenza naturalistica <strong>del</strong>le sue<br />
coste e alla loro vulnerabilità, si ritiene comunque necessario attuare un monitoraggio continuo di<br />
tali sostanze ai fini <strong>del</strong>l’identificazione di eventuali versamenti accidentali o intenzionali. Durante i<br />
sopralluoghi effettuati sull’isola sono stati rinvenuti lungo le coste dei due versanti segni di passati<br />
episodi di contaminazione da catrame, anche in zone di notevole pregio, come per esempio Punta<br />
Sabina, Punta Scorno, Cala e Punta S. Andrea, Cala Scombro di Fuori.<br />
Le coste <strong>del</strong>l’isola risultano in più punti risentire anche <strong>del</strong>l’accumulo di quantità notevoli di rifiuti<br />
(figura 15) - spesso plastica - trasportati dalle onde e dalle correnti. In un’ottica di gestione <strong>del</strong><br />
<strong>territorio</strong> <strong>del</strong> Parco è necessario che tali materiali siano opportunamente rimossi e smaltiti.<br />
Le concentrazioni dei metalli pesanti e dei microinquinanti organici sono state misurate nel corso<br />
<strong>del</strong>la campagna di monitoraggio di marzo 2001 nei sedimenti campionati lungo i transetti di<br />
Stintino e Porto Torres e nella stazione P31 localizzata in ambito portuale.<br />
In assenza di riferimenti normativi specifici, i valori riscontrati possono essere confrontati con i<br />
limiti di qualità per la destinazione d’uso dei sedimenti dragati nella laguna di Venezia (protocollo<br />
d’intesa <strong>del</strong> 8/4/1993) e con linee guida internazionali (vedi tabelle successive).<br />
Concentrazioni dei principali metalli pesanti e microinquinanti organici nei sedimenti (µg/g<br />
peso secco), misurate nei transetti di Stintino e Porto Torres e nella stazione P31
Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />
Area Marina Protetta “Isola<br />
<strong>del</strong>l’Asinara”<br />
________________________________________________________________________________<br />
Nel Protocollo d’Intesa per la laguna di Venezia:<br />
- La classe A identifica i limiti entro i quali i sedimenti possono essere utilizzati per “interventi di ripristino di morfologie lagunari<br />
(ricostruzione di barene erose e recupero di zone depresse) comportanti il contatto diretto o indiretto dei sedimenti con le acque <strong>del</strong>la<br />
laguna e suscettibili di rimettere in ciclo nelle acque lagunari i sedimenti stessi”.<br />
- La classe B identifica i limiti entro i quali i sedimenti possono essere utilizzati per “interventi riguardanti il ripristino di isole lagunari,<br />
realizzate in modo da garantire un confinamento permanente <strong>del</strong> materiale utilizzato così da impedire ogni rilascio di inquinanti nelle<br />
acque lagunari. Il sito deve comunque essere conterminato in maniera da evitare erosioni e sommersioni in caso di normali alte maree.”<br />
- La classe C identifica i limiti entro i quali i sedimenti possono essere utilizzati per “interventi riguardanti ampliamenti e innalzamenti di<br />
isole permanentemente emerse o di aree interne limitrofe alla contaminazione lagunare, realizzate con un confinamento permanente<br />
costituito da strutture dotate di fondazioni profonde e continue, tali da evitare qualsivoglia rilascio di specie di inquinanti a seguito di<br />
processi di erosione, dispersione ed infiltrazione di acque meteoriche.”<br />
Sedimenti con concentrazioni superiori a quelle indicate nella tab. C, comunque non classificabili come tossici e nocivi, possono essere<br />
utilizzati per “il ripristino altimetrico di aree depresse al di fuori <strong>del</strong>la conterminazione lagunare. In tal caso dovranno essere assicurati il<br />
totale isolamento e<br />
impermeabilizzazione dei fanghi.”<br />
Linee guida internazionali:<br />
- TEL limite di effetto soglia, rappresenta il limite di concentrazione degli inquinanti al di sotto <strong>del</strong>la quale non si hanno effetti deteriore<br />
presunti sugli organismi acquatici.<br />
- PEL limite di effetto probabile, rappresenta il limite di concentrazione degli inquinanti che può determinare con probabilità un effetto<br />
deteriore sugli organismi acquatici.<br />
- ER-L limite di effetto basso (NOAA), definisce le concentrazioni equivalenti, al di sopra <strong>del</strong>le quali possono iniziare a manifestarsi effetti<br />
avversi sugli organismi acquatici.<br />
- ER-M limite di effetto medio (NOAA), definisce le concentrazioni, al di sopra <strong>del</strong>le quali si osservano o si prevedono effetti negativi nelle<br />
specie e negli stadi vitali più sensibili<br />
Limiti di qualità per la destinazione d’uso dei sedimenti <strong>del</strong>la laguna di Venezia e valori guida<br />
internazionali (µg/g peso secco) per le concentrazioni dei metalli pesanti e microinquinanti organici nei<br />
sedimenti.
Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />
Area Marina Protetta “Isola<br />
<strong>del</strong>l’Asinara”<br />
________________________________________________________________________________<br />
Tra i metalli considerati il selenio presenta concentrazioni sempre inferiori al limite di rilevabilità in<br />
tutte le stazioni. Bassi livelli, spesso significativamente inferiori ai limiti di qualità e ai valori guida<br />
più restrittivi considerati, si osservano anche per il cadmio, lo zinco e il rame.<br />
I valori più elevati di concentrazione di questi tre metalli, comunque minori dei limiti considerati, si<br />
riscontrano per il Cd nella stazione P31 (0,20 µg/g) e nella stazione P28 (0,29µg/g) e per lo zinco e<br />
il rame nella sola stazione P31 (rispettivamente 63,5 µg/g e 22 µg/g).<br />
Nel caso degli altri metalli pesanti sono stati localmente registrati livelli significativi che debbono<br />
essere considerati con attenzione.<br />
La stazione P31 appare quella maggiormente compromessa in termini di contaminazione da<br />
metalli pesanti, come è logico attendersi data la sua localizzazione all’interno <strong>del</strong>l’area portuale di<br />
Porto Torres. Questa stazione non solo è caratterizzata dai valori maggiori di concentrazione dei<br />
vari metalli esaminati (ad eccezione <strong>del</strong>l’arsenico), ma presenta anche livelli di contaminazione<br />
significativa per metalli che nelle altre stazioni campionate sono al di sotto dei limiti di qualità e<br />
dei valori guida di confronto riportati nella precedente tabella. È questo il caso <strong>del</strong> cromo che nella<br />
stazione in ambito portuale (46 µg/g) risulta maggiore <strong>del</strong> limite di classe A <strong>del</strong> protocollo d’intesa<br />
per la laguna di Venezia ed è confrontabile con il limite di effetto soglia. I livelli di nichel (16 µg/g)<br />
e piombo (27,5 µg/g) sono nella stazione P31 confrontabili con i limiti di effetto soglia, così come si<br />
verifica per il primo metallo nelle stazioni P28 e P24 e per il secondo metallo nella stazione<br />
costiera <strong>del</strong> transetto di Porto Torres (P30).<br />
L’arsenico è inferiore ai limiti imposti dal protocollo d’intesa per la laguna di Venezia in tutte le<br />
stazioni considerate, anche se nella P30 assume valori non trascurabili (13,7 µg/g).<br />
Diverso è il caso <strong>del</strong> mercurio che in tutte le stazione risulta maggiore (P29 e P24) o confrontabile<br />
con il limite di effetto soglia. Ad eccezione <strong>del</strong>la stazione P31, i livelli misurati si mantengono<br />
comunque al di sotto <strong>del</strong> limite di effetto probabile e <strong>del</strong> limite di classe A <strong>del</strong> protocollo d’intesa<br />
per la laguna di Venezia. Il valore misurato nella stazione portuale risulta significativamente<br />
elevato (3,46 µg/g) e può essere associato a condizioni di contaminazione derivanti dalle diverse<br />
fonti presenti all’interno <strong>del</strong> porto connesse con le attività antropiche.<br />
La difficoltà insita nella determinazione di questo parametro suggerisce comunque cautela e la<br />
necessità di ulteriori verifiche mediante l’acquisizione di nuovi dati. I dati relativi alle<br />
concentrazioni di microinquinanti organici confermano quanto sopra esposto.<br />
Gli idrocarburi C5 – C15 e i pesticidi clorurati sono in tutte le stazioni inferiori al limite di<br />
rilevabilità rispettivamente pari a 0,1 µg/g e 0,0001 µg/g. Anche i PCB sono quasi sempre inferiori<br />
al limite di determinazione sperimentale (0,0001 µg/g), con l’eccezione <strong>del</strong>la stazione in abito<br />
portuale P31 dove la concentrazione di tali composti è comunque molto bassa ed inferiore al<br />
limite di classe A riportato in tabella.<br />
Gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) sono caratterizzati da concentrazioni genericamente basse<br />
e nettamente inferiori ad 1 µg/g, limite <strong>del</strong>la classe A <strong>del</strong> protocollo d’intesa per la laguna di<br />
Venezia. Solo nella stazione in ambito portuale tale limite viene superato, seppur non di molto<br />
(1,23 µg/g).<br />
In base alle analisi condotte sui sedimenti, la situazione generale non appare compromessa in<br />
quanto spesso i valori misurati sono inferiori ai limiti considerati.<br />
L’area portuale di Porto Torres è l’unica che appare significativamente discostarsi da tale<br />
condizioni in quanto presenta livelli di contaminazione chimica dei sedimenti, dovuti a particolari<br />
metalli (Cr, Pb, Ni, Hg) e agli IPA, non trascurabili, come è logico attendersi considerando le attività<br />
antropiche presenti. Ad eccezione <strong>del</strong> mercurio, si tratta di valori comunque poco superiori o
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<strong>del</strong>l’Asinara”<br />
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confrontabili con i limiti più restrittivi considerati, e in generale minori di quelli rilevabili in aree<br />
significativamente contaminate.<br />
Concentrazioni di piombo e arsenico non trascurabili, seppur comunque modeste, sono state<br />
misurate anche in corrispondenza <strong>del</strong>l’abitato di Porto Torres.<br />
Il mercurio merita un discorso a parte essendo stato rilevato in concentrazioni significative in<br />
diverse stazioni, seppur inferiori a quelle mediamente riscontrate per esempio nella laguna di<br />
Venezia (0,63 µg/g), e in livelli elevati all’interno <strong>del</strong>l’area portuale. La contaminazione di tale<br />
metallo all’interno <strong>del</strong>l’area portuale andrebbe ulteriormente verificata, così come potrebbe<br />
essere opportuno realizzare studi più approfonditi al fine anche di valutare la mobilità e la<br />
biodisponibilità dei metalli pesanti associati alle varie frazioni dei sedimenti.<br />
4.5 Stato di contaminazione microbiologica<br />
Il DPR 470/82 “Attuazione <strong>del</strong>la direttiva CEE 76/170” individua per le acque di balneazione i<br />
seguenti valori limite: 2000 coliformi totali/100 ml, 100 coliformi fecali/100 ml e 100 streptococchi<br />
fecali/100 ml. Secondo i criteri definiti dal Ministero <strong>del</strong>l’Ambiente (ICRAM 2000) è inoltre<br />
possibile classificare le acque marine costiere in riferimento allo stato di contaminazione<br />
microbiologica in 5 differenti classi di qualità.<br />
Suddivisione in classi di qualità in base a valori di abbondanza <strong>del</strong>la carica batterica (ICRAM<br />
2000)<br />
I dati rilevati nel corso dei monitoraggi eseguiti dal Servizio per la Difesa <strong>del</strong> Mare <strong>del</strong> Ministero<br />
<strong>del</strong>l’Ambiente tra maggio 1997 e giugno 1998 (ICRAM 2000), evidenziano per le acque costiere<br />
sarde, una situazione di assenza di criticità legate a contaminazione microbiologica e generali<br />
condizioni di buona qualità.<br />
All’interno <strong>del</strong> golfo <strong>del</strong>l’Asinara sono stati eseguiti campionamenti ed analisi lungo transetti<br />
localizzati in prossimità di Stintino, stagno di Pilo, Porto Torres, Platamona, foce <strong>del</strong> rio Silis,<br />
Castelsardo e foce <strong>del</strong> fiume Coghinas nei mesi di giugno, settembre, dicembre 1997 e di marzo<br />
1998. Per ogni transetto sono state considerate tre stazioni: costa, intermedia, largo.<br />
Le analisi effettuate evidenziano una situazione generale di ottima qualità microbiologica<br />
<strong>del</strong>le acque costiere <strong>del</strong> golfo. In tutti i casi infatti la carica batterica si mantiene su livelli<br />
estremamente bassi (streptococchi e coliformi fecali pari a poche unità/100 ml) che determinano<br />
sempre condizioni di classe di qualità I, ad eccezione di quanto si verifica presso la stazione<br />
costiera localizzata in prossimità <strong>del</strong> fiume Coghinas nel dicembre 1997, durante il quale la classe<br />
di qualità è pari a II.<br />
<strong>Analisi</strong> di parametri microbiologici nelle acque <strong>del</strong>l’Asinara sono stati effettuati anche nell’ambito<br />
<strong>del</strong>lo studio condotto da Ministero <strong>del</strong>l’Ambiente e ICRAM (1999) tra maggio e ottobre 1998 in tre<br />
stazioni di campionamento localizzate in corrispondenza <strong>del</strong>lo stretto di Fornelli, di Cala <strong>del</strong>la
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Area Marina Protetta “Isola<br />
<strong>del</strong>l’Asinara”<br />
________________________________________________________________________________<br />
Reale e nel mare di fuori tra Punta Sa Nave e Punta Ruda. Anche se parziali, i dati rilevati non<br />
hanno evidenziato la presenza di situazioni critiche dovute a contaminazione microbiologica <strong>del</strong>le<br />
acque marine. In particolare è stata sempre rilevata la totale assenza dei coliformi fecali.<br />
5. ARIA<br />
L’inquinamento atmosferico può avere gravi effetti sulla salute umana e ai giorni nostri può essere<br />
influenzato anche dai cambiamenti climatici.<br />
L’isola <strong>del</strong>l’Asinara, distante circa 9 miglia nautiche dal centro di Porto Torres non dispone di<br />
stazioni ambientali collocate dall’ARPAS, ente competente per il servizio di tutela <strong>del</strong>l’atmosfera e<br />
<strong>del</strong> <strong>territorio</strong>.<br />
Dai dati <strong>del</strong>le relazioni annuali sulla qualità <strong>del</strong>l’aria in Sardegna <strong>del</strong>l’Assessorato <strong>del</strong>la Difesa<br />
<strong>del</strong>l’Ambiente e <strong>del</strong>la Agenzia Regionale per la Protezione <strong>del</strong>l’Ambiente <strong>del</strong>la Sardegna si<br />
evidenzia che sul <strong>territorio</strong> comunale di Porto Torres sono comunque presenti 5 stazioni di cui ne<br />
risultano attive 4 o 5 a seconda degli anni presi in esame.<br />
Le stazioni sono dislocate 2 in area industriale, 1 ai margini <strong>del</strong>l’area industriale in direzione <strong>del</strong><br />
centro abitato e 1 nel centro urbano.<br />
Si riportano i dati relativi alle percentuali di funzionamento <strong>del</strong>le stazioni distinte per annata.<br />
Stazione 1 Stazione 2 Stazione 3 Stazione 4 Stazione 5<br />
Censs3 Censs4 Censs5 Censs8 Censs15<br />
Anno 2008 n.r. n.r. n.r. n.r. n.r<br />
Anno 2009 88 88 87 92 9<br />
Anno 2010 72 70 87 75<br />
Per tutti e tre gli anni le conclusioni <strong>del</strong>l’Assessorato <strong>del</strong>la Difesa <strong>del</strong>l’Ambiente e <strong>del</strong>la Agenzia<br />
Regionale per la Protezione <strong>del</strong>l’Ambiente <strong>del</strong>la Sardegna Ambiente relativamente ai valori di<br />
inquinamento <strong>del</strong>l’aria sono le seguenti:<br />
“In definitiva nel <strong>territorio</strong> di Porto Torres si registra, per quanto si può dedurre dai dati forniti<br />
dalla rete, un inquinamento entro la norma per tutti gli inquinanti monitorati.<br />
Il Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara non avendo, come detto, sul proprio <strong>territorio</strong> alcuna stazione<br />
gestita dalle strutture operative <strong>del</strong>la Regione Sardegna ha acquistato e collocato in proprio, in<br />
località Fornelli sull’Isola <strong>del</strong>l’Asinara, una stazione meteo – <strong>ambientale</strong>, e non avendo al proprio<br />
interno personale specializzato nella gestione la ha affidata in conduzione all’Istituto di<br />
Biometeorologia – CNR con sede in Sassari.<br />
Dall’agosto 2006 la stazione ricordata registra pertanto i dati <strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong>l’aria nella parte<br />
meridionale <strong>del</strong>l’Isola sede <strong>del</strong> Parco.<br />
Per la dotazione strumentale <strong>del</strong>la stazione sono stati scelti gli indicatori più significativi per<br />
valutare la qualità <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> oggetto di studio e per verificare il rispetto dei limiti normativi<br />
stabiliti per i principali inquinanti.<br />
Gli indicatori scelti misurano:<br />
- PM10, O3, SO2, NO2.
Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />
Area Marina Protetta “Isola<br />
<strong>del</strong>l’Asinara”<br />
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Si riportano i valori limite fissati dalla Direttiva 2008/50/CE e <strong>del</strong> DM 60/02 punto B Allegato XI.<br />
Inquinante valore limite<br />
PM10 50 µg/m3 PM10 da non<br />
superare + di 35 volte/anno<br />
O3 120 µg/m3 da non<br />
superare + di 25 giorni/anno<br />
come media su 3 anni<br />
NO2 200 µg/m3<br />
SO2 350 µg/m3<br />
E’ opportuno ricordare che la stazione è stata interessata, nel corso <strong>del</strong> periodo di funzionamento,<br />
sia per difficoltà logistiche che per <strong>del</strong>icatezza di alcune strumentazioni, da alcuni periodi di black<br />
out che hanno visto coinvolte solo alcune apparecchiature.<br />
L’Istituto di Biometerologia – CNR incaricato <strong>del</strong>la gestione statistica dei dati raccolti per la verifica,<br />
tra le altre cose, <strong>del</strong>lo stato di salute <strong>ambientale</strong> e per dare una interpretazione scientifica nel caso<br />
di eventuale superamento dei limiti di legge non ha al momento dato indicazioni di evidenti<br />
problematiche ambientali.<br />
6 CLIMATOLOGIA<br />
6.1. Caratteristiche generali<br />
L’Isola <strong>del</strong>l’Asinara geograficamente posta al centro <strong>del</strong> mediterraneo occidentale risente<br />
inevitabilmente <strong>del</strong>le caratteristiche climatiche <strong>del</strong> bacino a cui appartiene. Specificatamente per<br />
l’isola, si ha la disponibilità di dati climatici dal 1951 al 1974. Questi sono stati ottenuto<br />
dall’aeronautica militare e rilevati nella stazione meteorologica situata a 115 m s.l.m., sono<br />
riassunti nelle tabelle 2, 3 e 4 allegate. Per meglio caratterizzare il clima e confrontarlo con quello<br />
<strong>del</strong>la prima fascia di <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>l’area vasta circostante sono stati altresì riportati i dati di cui al<br />
momento si ha disponibilità e che sono relativi alle stazioni riportate nelle tabelle che seguono<br />
(tabelle 5-16).<br />
6.1.1 Piovosità<br />
L’elemento forse più caratteristico <strong>del</strong> clima è la piovosità, dalla osservazione dei dati esposti,<br />
nell’Isola <strong>del</strong>l’Asinara si evidenziano valori inferiori rispetto a tutte le stazioni <strong>del</strong>l’area vasta,<br />
evidentemente influenzati dalle caratteristiche di insularità. I valori medi mensili evidenziano che il<br />
mese più piovoso è dicembre con una media di 84 mm. Il mese più siccitoso è luglio con un valore<br />
di circa 1,58 mm in media. Relativamente alle stagioni, la piovosità è <strong>del</strong> tipo IAPE (inverno,<br />
autunno, primavera, estate) rispettivamente con 190,04, 179,53, 103,73 e 19,9.
Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />
Area Marina Protetta “Isola<br />
<strong>del</strong>l’Asinara”<br />
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Il confronto <strong>del</strong>la stazione <strong>del</strong>l’Asinara con quelle <strong>del</strong>l’area vasta evidenzia una analogia per<br />
quanto attiene alla distribuzione mensile e talvolta una discordanza con quella stagionale che nelle<br />
altre stazioni è più frequentemente di tipo AIPE.<br />
6.1.2 Temperature<br />
Per quanto riguarda il secondo elemento fondamentale <strong>del</strong> clima, si osserva che il mese più freddo<br />
e quello di febbraio con un valore medio di °C 10,4, minimo di °C 8,5 e massimo di °C 12,4. Il mese<br />
più caldo è agosto con una media di °C 23,12, min. °C 20,25 massima di°C26. Nel grafico che segue<br />
sono riportati i valori medi mensili <strong>del</strong>le temperature.<br />
Temperature mensili<br />
L’escursione termica media fra i valori medi <strong>del</strong>le massime e quelli <strong>del</strong>le minime oscilla fra i °C 3,45<br />
di gennaio e i °C 5,75 di agosto. Si tratta <strong>del</strong> valore di oscillazione più basso se si confronta con<br />
quello che avviene nelle stazioni <strong>del</strong>l’area vasta.<br />
Infatti per la stazione di Alghero, in base ai dati di cui si dispone, i valori di oscillazione più bassi si<br />
hanno in dicembre con °C 6,5 e in luglio con °C 9,6. Nella stazione di Ottava i dati evidenziano<br />
oscillazioni medie minime di °C 7,22 in dicembre e °C 12,29 in luglio.<br />
Le temperature appaiono in confronto alle altre stazioni di riferimento <strong>del</strong>l’area vasta<br />
notevolmente stabili anche durante l’anno. Si hanno infatti escursioni medie fra il mese più caldo e<br />
quello più freddo con oscillazioni 10,81 °C. Nelle altre due stazioni termometriche di riferimento i<br />
valori sono di 14,26 °C di Ottava e di 14,05 °C di Alghero.<br />
6.1.3 Umidità<br />
Per quanto riguarda l’umidità, non si dispone di dati che consentano una valutazione attendibile.<br />
Si è in attesa di ulteriori informazioni sul fenomeno che consentano una più completa<br />
caratterizzazione <strong>del</strong> clima anche sotto questo aspetto. E’ molto probabile che, considerata la<br />
condizione di insularità, questo valore sia abbastanza costante nell’arco <strong>del</strong>l’anno. La stazione<br />
<strong>del</strong>l’area vasta di cui, attualmente, si può disporre di sufficienti dati è quella di Ottava con valori<br />
medi minimi che oscillano fra il 44,5% di luglio e 76,64% di marzo e massimi che oscillano fra il<br />
75,08% di agosto e 93,65% di ottobre.<br />
6.1.4 Ventosità
Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />
Area Marina Protetta “Isola<br />
<strong>del</strong>l’Asinara”<br />
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I venti che spirano con maggiore frequenza sono il ponente (Ovest) presente per il 34,95% dei<br />
giorni <strong>del</strong>l’anno, il levante (Est) che soffia per il 18,79% dei giorni, seguito dal maestrale con il<br />
12,78%. In totale il venti che spirano dalle direzioni comprese fra Ovest, Nord ed Est (escludendo<br />
quelli che spirano dai quadranti meridionali) sono <strong>del</strong> 73,19%. I valori medi <strong>del</strong>la ventosità sono<br />
abbastanza elevati principalmente quando spirano dalle direzioni Est, Ovest e Nord - Ovest.<br />
6.2. <strong>Analisi</strong> fitoclimatica<br />
Il bilancio idrico per la stazioni pluviometrica , nel periodo compreso tra il 1959 e il 1974 , è stato<br />
quantificato per l’Asinara dal Bocchieri (Webbia 42 (2) :227-268. 1988). Utilizzando il metodo di<br />
Thornthwaite l’autore definisce il clima <strong>del</strong>l’Isola “semiarido con piccola eccedenza idrica nel<br />
periodo invernale” e questo conferma la scarsa disponibilità di acqua che si verifica in estate e<br />
dimostra, come nonostante la presenza di diversi invasi artificiali, durante il periodo <strong>del</strong> carcere<br />
non si avevano sempre disponibilità idriche sufficienti per i fabbisogni. Ciò è anche dimostrato<br />
dall’esame di alcune fotografie aeree che ritraggono alcune parti <strong>del</strong>l’isola nel periodo autunnale e<br />
dove si mettono in evidenza i bacini praticamente vuoti.<br />
Nella tabella che segue sono riportati i dati riassuntivi dei calcoli eseguiti dal Bocchieri.<br />
Dove: T= temperatura, I= indice termico, PE = evapotraspirazione potenziale, P = precipitazioni, ST=<br />
Capacità di immagazzinamento idrico fissato a 100 mm, D= deficit idrico, S= Surplus idrico<br />
Elaborazioni <strong>del</strong> bilancio idrico secondo THORNTWAITE<br />
L’Autore, calcola anche i valori <strong>del</strong>l’indice idrico (Ih=8,91), <strong>del</strong>l’indice di aridità (Ia= 47,86),<br />
<strong>del</strong>l’indice di umidità (Im=-38,95) e <strong>del</strong>l’indice di concentrazione <strong>del</strong>l’efficienza termica stagionale<br />
(CE=44,93%). Sulla base di questi dati inquadra il clima <strong>del</strong>l’Asinara nel secondo mesotermico di<br />
tipo semiarido con piccolo surplus idrico invernale.<br />
Sulla base <strong>del</strong>la classificazione fitoclimatica <strong>del</strong> Pavari, applicata alle condizioni <strong>del</strong>la Sardegna,<br />
l’Isola <strong>del</strong>l’Asinara, come altre isole <strong>del</strong>la Regione, ricade nella zona fitoclimatica <strong>del</strong> Lauretum<br />
sottozona calda. Nel grafico che segue, per evidenziare, gli elementi fondamentali <strong>del</strong> bilancio
Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />
Area Marina Protetta “Isola<br />
<strong>del</strong>l’Asinara”<br />
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idrico ed evidenziare il deficit o il surplus, sono messi a confronto la piovosità, l’evapotraspirazione<br />
reale e quella potenziale.<br />
Bilancio idrico<br />
6.3. Dati climatici<br />
Si è in attesa di ottenere i dati climatici completi forniti dall’Aeronautica Militare che, come<br />
riferito, disponeva dal 1951 fino al 1974 di una stazione meteorologica sull’isola. Una volta<br />
ottenuti i dati si effettueranno nuove elaborazioni che terranno conto anche <strong>del</strong>le condizioni<br />
particolari o eccezionali, sempre allo scopo di caratterizzare nel modo più completo possibile lo<br />
studio <strong>del</strong> clima.<br />
Si sono richiesti altri dati anche per quanto riguarda l’area vasta per cui sarà possibile che alcune<br />
<strong>del</strong>le tabelle possano essere modificate o che se ne possano aggiungere altre.<br />
Si ritiene, comunque che i dati ora disponibili siano sufficienti a fornire un quadro <strong>iniziale</strong><br />
abbastanza completo.<br />
6.4. Tabelle allegate<br />
Nelle pagine che seguono sono riportate le tabelle allegate alla presente indagine.
Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />
Area Marina Protetta “Isola<br />
<strong>del</strong>l’Asinara”<br />
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Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />
Area Marina Protetta “Isola<br />
<strong>del</strong>l’Asinara”<br />
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Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />
Area Marina Protetta “Isola<br />
<strong>del</strong>l’Asinara”<br />
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Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />
Area Marina Protetta “Isola<br />
<strong>del</strong>l’Asinara”<br />
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7. SUOLO E SOTTOSUOLO<br />
Geopedologia<br />
7.1. Premessa<br />
L’oggetto <strong>del</strong>la presente sezione è il suolo che è generalmente definito come lo strato superficiale<br />
<strong>del</strong>le terre emerse che è capace di sostenere la vita <strong>del</strong>le piante. È evidente come la conoscenza<br />
<strong>del</strong>lo stato dei suoli, congiuntamente alla conoscenza <strong>del</strong>le caratteristiche climatiche, <strong>del</strong>la<br />
vegetazione e di altri fattori, permetta di evidenziare le potenzialità <strong>del</strong>l’isola e di definire gli<br />
interventi di realizzazione <strong>del</strong> Parco. La formazione <strong>del</strong> suolo avviene con un lungo processo di<br />
disgregazione chiamato pedogenesi. I fattori che contribuiscono alla sua evoluzione sono<br />
principalmente il clima, le caratteristiche <strong>del</strong>la roccia madre e i fattori biologici.
Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />
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<strong>del</strong>l’Asinara”<br />
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7.2. Geomorfologia<br />
L’Asinara nella sua struttura morfologica evidenzia moltissime <strong>del</strong>le caratteristiche già presenti nel<br />
<strong>territorio</strong> <strong>del</strong>l’Argentiera. La struttura geolitologica, è costituita in prevalenza da rocce<br />
metamorfiche <strong>del</strong> paleozoico e da un’estesa area d’affioramenti granitici <strong>del</strong> carbonifero, che<br />
interrompono quell’affinità con il <strong>territorio</strong> viciniore per creare rassomiglianze morfologiche con il<br />
<strong>territorio</strong> costiero più simili alla Gallura. Si evidenzia anche come l’evoluzione geomorfologica sia<br />
stata condizionata da un periodico variare <strong>del</strong> livello marino che ha consentito in più circostanze<br />
una continuità con la Corsica e, in altre occasioni, l’ingresso d’acqua marina in parti più o meno<br />
estese <strong>del</strong>la superficie attualmente emersa. È molto probabile che con il variare <strong>del</strong>le quote<br />
altimetriche e <strong>del</strong>la continentalità si siano riscontrate condizioni climatiche notevolmente diverse<br />
dalle attuali, sia per la differente posizione geografica che per le variazioni d’altitudine.<br />
Nell’area oggetto <strong>del</strong>lo studio la litologia prevalente è quella metamorfica che è costituita da<br />
micascisti anfibolici (orneblenda) e grafitici, nonché da micascisti filladici.<br />
Per quanto riguarda la litologia intrusiva, questa è costituita da un granito di colore<br />
tendenzialmente grigio a due miche, ricco di cristalli feldspatici di notevoli dimensioni. Fra queste<br />
meritano un rilievo le inclusioni, nelle formazioni metamorfiche, di filoni pegmatitici e aplitici.<br />
Questa sintesi <strong>del</strong>le condizioni morfoevolutive fornisce una spiegazione alla complessità <strong>del</strong>le<br />
forme e dei micropaesaggi presenti nel <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>l’Asinara. Spiega anche sotto l’aspetto<br />
paleobotanico il legame con la vicina Nurra e con la Corsica.<br />
L’isola è stata suddivisa, mediante foto-interpretazione, visite sul posto e analisi di documentazioni<br />
tecnico - scientifiche esistenti, in varie unità morfologiche principali:<br />
a) superfici pianeggianti messe a coltura negli anni <strong>del</strong> carcere e/o utilizzate a pascolo;<br />
b) terrazzamenti artificiali attuati per effettuare coltivazioni ortive e/o arboree;<br />
c) colluvi coltivati o sfruttati a pascolo;<br />
d) aree a morfologia collinare con presenza di superfici boscate o evidenti tracce <strong>del</strong>la presenza<br />
nel passato di formazioni boschive;<br />
e) aree a morfologia collinare con evidenti tratti di roccia affiorante con copertura vegetale<br />
formata da macchia;<br />
f) superfici a morfologia collinare dall’aspetto aspro con elevata percentuale di roccia affiorante e<br />
con associazioni vegetali che vanno dalla gariga alla macchia;<br />
g) aree caratterizzate dalla presenza quasi totale di roccia affiorante.<br />
La definizione cartografica e la determinazione quantitativa <strong>del</strong>le diverse condizioni riscontrate è<br />
la conseguenza <strong>del</strong>le diverse visite che si sono effettuate e in particolare dalla ricerca di ulteriori<br />
elementi scientifici.<br />
7.3. Il clima<br />
Il regime <strong>del</strong>l’umidità dei suoli, strettamente connesso con le considerazioni climatiche già<br />
effettuate in un capitolo a parte, è definito di tipo “xeric”. Si è già evidenziato come si vada<br />
incontro ad una prolungata fase deficitaria estiva e ad un moderato surplus idrico esclusivamente<br />
nel periodo invernale. Le variazioni <strong>del</strong> livello di umidità <strong>del</strong>l’acqua determinano in questi suoli<br />
un’alternanza dei processi di lisciviazione (mesi di surplus) con periodi di utilizzazione <strong>del</strong>le riserve<br />
che portano a una risalita capillare con la possibilità di accumulo di sali.<br />
L’azione <strong>del</strong> clima si esplica anche per effetto <strong>del</strong>le temperature ed, infatti, il sistema di<br />
classificazione americano <strong>del</strong>la “Soil Taxonomy” attribuisce a tale parametro un preciso ruolo
Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />
Area Marina Protetta “Isola<br />
<strong>del</strong>l’Asinara”<br />
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nell’identificazione tassonomica. Secondo le indicazioni fornite dal sistema tassonomico<br />
americano è anche possibile fornire una stima dei valori termometrici caratteristici <strong>del</strong> suolo che<br />
sono riportati di seguito:<br />
temperatura media annua <strong>del</strong> suolo °C 17,1<br />
temperatura media estiva °C 21,7<br />
temperatura media invernale °C 6.2<br />
Considerato che la stima dei valori medi invernali avviene per una differenza fra valori medi e che<br />
vi è una limitata escursione termica, è probabile che almeno quest’ultimo valore debba, di fatto,<br />
considerarsi sottostimato. Ciò è in parte spiegato dall’anticipo <strong>del</strong> risveglio vegetativo che si<br />
riscontra nell’isola rispetto ai territori <strong>del</strong>l’area estesa. Tuttavia, mancando uno studio specifico<br />
<strong>del</strong>le temperature <strong>del</strong> suolo, si deve necessariamente fare riferimento a questa metodologia<br />
tenendo presente che tale valore è mediamente più elevato. In ogni caso, sulla base dei valori<br />
indicati il regime termico è <strong>del</strong> tipo termic, in quanto la temperatura media annua <strong>del</strong> suolo è<br />
compresa tra 15 e 22 0C e la temperatura media invernale stimata è superiore a 5 °C.<br />
7.4. Tipologia dei Suoli<br />
Sulla base <strong>del</strong>le classificazioni proposte dalla Soil Taxonomy, nell’area tutti i suoli ricadono entro<br />
tre ordini: Entisuoli, Inceptisuoli e Alfisuoli.<br />
7.4.1 Entisuoli<br />
Sono quei suoli che hanno uno scarsissimo sviluppo degli orizzonti pedogenetici con profili di tipo<br />
A-C oppure A-R, perché la giacitura è caratterizzata da forti pendenze o comunque perché<br />
l’erosione non ne consente la formazione o perché eventuali suoli presenti nel passato sono stati<br />
rimossi. Si tratta, infatti, di formazioni appartenenti al sottordine degli Orthents.<br />
Nel sistema di classificazione americano, al sottordine seguono i grandi gruppi a cui appartiene<br />
quello degli Xerorthents e nell’ambito dei sottogruppi sono stati identificati dei suoli appartenenti<br />
ai Typic Xerorthents, ovvero suoli moderatamente profondi o profondi con un grado di saturazione<br />
in basi pari o maggiore al 60% e a quello dei Lithic Xerorthents, comprendente suoli meno<br />
profondi, con un grado di saturazione in basi pari o maggiore al 60%.<br />
7.4.2 Inceptisuoli<br />
Sono suoli in evoluzione con orizzonti di tipo di tipo A-Bw-C, appartengono al sottordine degli<br />
Ochrepts ed al grande gruppo degli Xerochrepts. Si formano in condizioni di umidità invernale e<br />
secchezza estiva, sono poco profondi ed hanno generalmente un colore rosso o tendenzialmente<br />
bruno. Si ritrovano in zone a forte pendenza e vengono continuamente ringiovaniti per l’erosione.<br />
Per quanto attiene ai sottogruppi questi vanno inquadrati fra i Typic Xerochrepts e Lithic<br />
Xerochrepts.<br />
Al primo sottogruppo appartengono suoli di media profondità con una forte saturazione in basi e<br />
al secondo quei suoli, simili ai precedenti, ma che hanno un contatto con la roccia madre inferiore<br />
rispetto ai precedenti.<br />
7.4.3 Alfisuoli<br />
Sono i suoli più evoluti con profili pedologici di tipo A-E-Bt-C o più differenziati, dove è presente<br />
l'orizzonte Bt di accumulo di argille eluviali, senza una eccessiva perdita di basi alluvionali e senza<br />
una predominanza dei processi che conducono alla formazione di un epipedon mollico. Sono<br />
presenti nelle aree pianeggianti o più stabili e caratterizzati dalla presenza di acqua disponibile<br />
parzialmente anche durante la stagione più calda.
Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />
Area Marina Protetta “Isola<br />
<strong>del</strong>l’Asinara”<br />
________________________________________________________________________________<br />
Considerato che si sono evoluti in ambiente xerico, il sottordine a cui appartengono è quello degli<br />
Xeralfs. Trattandosi di suoli con profondità comunque modeste, essi vanno ricadere nel grande<br />
gruppo degli Haploxeralfs dove è presente un orizzonte argillico e manca un orizzonte<br />
petrocalcico. Il contatto lithico o para-lithico è entro 50 centimetri dalla superficie.<br />
Questi suoli ricadono nel sottogruppo dei Typic Haploxeralfs e sono profondi o mediamente<br />
profondi, generalmente ben drenati con scarsa presenza di sostanza organica e con una buona<br />
saturazione in basi.<br />
7.4.4 Capacità d uso dei suoli<br />
Il metodo di classificazione considerato, denominato anche Land Capability, viene usato per<br />
classificare i suoli, ed il <strong>territorio</strong>, non in base a specifiche colture o pratiche agricole ma per ampi<br />
sistemi. Il principale concetto usato è quindi quello <strong>del</strong>la limitazione, ossia una caratteristica fisica<br />
che è sfavorevole, in senso lato, all utilizzo <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> per un determinato scopo. Si prendono in<br />
esame quegli aspetti che causano limitazioni permanenti <strong>del</strong>l’uso <strong>del</strong> suolo. Si riporta di seguito la<br />
tabella che riassume lo schema di base utilizzato per la definizione <strong>del</strong>le classi d’uso dei suoli.<br />
Schema di classificazione <strong>del</strong>la capacità d'uso dei suoli.<br />
Lo schema adottato comprende otto classi e ha consentito di individuare per l’isola sette tipologie<br />
di suolo che vengono di seguito riassunte:<br />
• Suoli di classe Ia con nessuna limitazione: assenti.<br />
• Suoli di classe IIa con moderate limitazioni colturali, possibile attuazione di una ridotta gamma<br />
di colture agrarie, con moderata necessità di pratiche conservative, sono possibili tutti gli usi<br />
potenziali: presenti in quantità minime nelle aree già coltivate e non sempre facilmente<br />
distinguibili dalla successiva classe IIIa
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<strong>del</strong>l’Asinara”<br />
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• Suoli di classe IIIa con severe limitazioni colturali, minime limitazioni a pascolo e forestali, scelta<br />
<strong>del</strong>le colture ridotta a poche specie più resistenti, richiedono speciali pratiche conservative, sono<br />
ancora possibili tutti gli usi potenziali: si tratta di una parte consistente <strong>del</strong>le aree piane già messe<br />
a coltura all’epoca <strong>del</strong> carcere.<br />
• Suoli di classe IVa caratterizzati da limitazioni alle colture agrarie molto severe e ancora minime<br />
limitazioni al pascolo e al rimboschimento, richiedono pratiche conservative molto accurate,<br />
consentono una scelta di colture agrarie minime, sono in ogni caso ancora possibili tutti gli usi:<br />
Comprende le Unità di paesaggio dei terrazzamenti e di alcune aree colluviali con problemi legati<br />
all’erosione, alla pietrosità e allo scarso spessore <strong>del</strong> suolo.<br />
• Suoli di classe Va caratterizzati da morfologia collinare a tratti anche scoscesa con nessuna<br />
possibilità di attuarvi colture agrarie, sono possibili interventi forestali e il pascolo con necessità di<br />
accurate pratiche conservative <strong>del</strong> suolo dall’erosione: sono le aree con presenza di superfici<br />
boscate o evidenti tracce <strong>del</strong>la presenza passata di formazioni boschive.<br />
• Suoli di classe VIa caratterizzati da pendenze elevate, affioramenti rocciosi, assolutamente<br />
inadatti alla coltivazione e non adatti al miglioramento dei pascoli. E’ ancora possibile il<br />
pascolamento da parte <strong>del</strong>le specie domestiche eventualmente allevate con un carico animale<br />
limitato e strettamente controllato. Gli interventi forestali sono possibili con interventi localizzati e<br />
volti a favorire lo sviluppo <strong>del</strong>le essenze spontanee.<br />
• Suoli di classe VIIa caratterizzati da pendenze elevate, affioramenti rocciosi, esposizione<br />
prevalente a sud, o all’azione di venti salsi, assolutamente inadatti alla coltivazione e non adatti al<br />
miglioramento dei pascoli. E’ possibile, ma è sconsigliato, il pascolamento da parte <strong>del</strong>le specie<br />
domestiche con un carico animale basso e strettamente controllato. Gli interventi forestali<br />
dovranno favorire la crescita <strong>del</strong>le essenze spontanee e con interventi minimi e assolutamente<br />
localizzati potenziare il manto vegetale in sintonia con le specifiche caratteristiche <strong>del</strong>l’areale.<br />
• Suoli di classe VIIIa<br />
Sono affioramenti rocciosi tali da renderle inadatte a qualsiasi tipo di intervento agricoloforestale,<br />
deve essere rispettato l’ambiente escludendo totalmente qualsiasi forma di pascolamento con<br />
animali domestici. Anche la presenza umana deve essere fortemente controllata o addirittura<br />
esclusa per garantire adeguata protezione <strong>del</strong>l’ambiente e <strong>del</strong>la vita degli animali selvatici.
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<strong>del</strong>l’Asinara”<br />
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8. STUDI E IPOTESI SULLA POTENZIALE CAPACITA’ INSEDIATIVA<br />
8.1 Unità urbane<br />
Le presenti note precisano e sintetizzano alcuni contenuti già presenti nel Piano <strong>del</strong> Parco<br />
<strong>del</strong>l’Asinara in particolare sulle destinazioni d’uso, categorie di intervento e capacità insediative<br />
<strong>del</strong>le unità urbane previste dal Piano<br />
Il Piano <strong>del</strong> Parco individua infatti le forme e le modalità <strong>del</strong>l’organizzazione <strong>del</strong>lo spazio <strong>del</strong> Parco<br />
attraverso l’elaborazione di un quadro di compatibilità degli usi e degli interventi e <strong>del</strong>le capacità<br />
insediative, mentre il Piano Pluriennale Economico e Sociale, di competenza <strong>del</strong>la Comunità <strong>del</strong><br />
Parco, promuoverà le attività compatibili con il quadro elaborato dal Piano <strong>del</strong> Parco.<br />
La scelta di limitare il recupero <strong>del</strong>l’insediamento alle unità urbane di Cala d’Oliva e La Reale come<br />
opzione culturale <strong>del</strong> Piano (Vedi il Rapporto sull’attività di Pianificazione illustrato alla Comunità<br />
<strong>del</strong> Parco nel Giugno <strong>del</strong> 2005) è motivata oltre che dalle peculiarità storiche dei due insediamenti<br />
corrispondenti ai primi spontanei agglomerati <strong>del</strong>l’Isola nati prima <strong>del</strong>l’esproprio, anche da una<br />
matrice di compatibilità sia tipologica che funzionale degli insediamenti.<br />
Le unità urbane sono state successivamente integrate dal complesso puntuale individuato nella ex<br />
diramazione carceraria di Trabuccato, (sorta ai primi <strong>del</strong> ‘900 utilizzando in parte strutture già<br />
destinate al III° Periodo di quarantena e mai utilizzate), che grazie alla sua posizione (immediatezza<br />
con lo specchio acqueo prospiciente, vicinanza ai servizi forniti dall’unità urbana di La Reale), è<br />
stata individuata come la struttura esistente che meglio si presta per la realizzazione di un Centro<br />
con una scuola di vela per lo svolgimento di attività ludiche, ricreative e sportive ritenute<br />
necessarie ai fruitori <strong>del</strong> Parco.<br />
Una ulteriore integrazione è costituita dalla definizione <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo di gestione <strong>del</strong>le aree agricole,<br />
alcune <strong>del</strong>le quali rientrano all’interno <strong>del</strong>le Unità Urbane, altre in stretta dipendenza dalle stesse.<br />
Anche per tali ambiti agricoli il Piano prevede interventi di recupero <strong>del</strong> patrimonio edilizio e dei<br />
manufatti di supporto finalizzati alla conservazione e possibile sviluppo <strong>del</strong>l’originario mo<strong>del</strong>lo di<br />
agricoltura di sussistenza strettamente connesso con gli insediamenti urbani.<br />
La capacità insediativa <strong>del</strong>le unità urbane è stata definita sulla base di una matrice di compatibilità<br />
che ha utilizzato vari parametri, tra cui quelli più significativi possono così riassumersi:<br />
1. compatibilità tipologica e funzionale degli edifici analizzati singolarmente, fino al dettaglio<br />
planimetrico distributivo interno rilevato in loco come nel centro originario di Cala d’Oliva;<br />
2. studio <strong>del</strong>le modifiche di destinazione d’uso effettuate nel tempo e <strong>del</strong>lo stato di diritto<br />
attuale, condizioni che al momento possono limitare o condizionare fortemente l’utilizzo di<br />
alcuni manufatti;<br />
3. analisi e verifica <strong>del</strong>le condizioni infrastrutturali esistenti indispensabili a sostenere<br />
l’insediamento previsto.<br />
Come ampiamente illustrato nelle relazioni di settore, si è ritenuto indispensabile<br />
procedere analiticamente, sia per ciascuna <strong>del</strong>le unità urbane che presentano differenti specificità
Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />
Area Marina Protetta “Isola<br />
<strong>del</strong>l’Asinara”<br />
________________________________________________________________________________<br />
in gran parte legate alla storia degli insediamenti, sia per ciascuno degli ambiti individuati dal<br />
Piano all’interno di dette unità.<br />
Non si è infatti ritenuto metodologicamente corretto utilizzare il criterio di adozione di<br />
parametri predefiniti mc.esistenti/abitanti insediabili che spesso, e talvolta impropriamente, sono<br />
utilizzati per differenti realtà insediative <strong>del</strong>la Sardegna.<br />
.<br />
Nel caso <strong>del</strong>l’Asinara infatti, sia per le specificità anzidette sia per le presumibili<br />
differenziazioni nei segmenti <strong>del</strong>la dimensione insediativa, questa deve essere scomposta almeno<br />
nei seguenti tipi:<br />
1. insediamento ricettivo a rotazione d’uso riferibile per analogia ad una sorta di albergo<br />
diffuso;<br />
2. insediamento ricettivo collettivo a rotazione d’uso riferibile per analogia a strutture per<br />
piccole comunità temporanee di ricercatori, studentesche, scout, ostelli, etc;<br />
3. insediamento ricettivo singolo e/o collettivo utilizzabile come supporto logistico per il<br />
personale che lavora nell’Isola o come presidio di strutture istituzionali operanti all’interno<br />
<strong>del</strong> Parco.<br />
I piani di dettaglio <strong>del</strong>le Unità Urbane, facenti parte integrante <strong>del</strong> Piano <strong>del</strong> Parco, hanno<br />
individuato differenti ambiti nei quali sono state localizzate, sulla base <strong>del</strong>le peculiarità storiche,<br />
morfologiche e tipologiche di ciascuna area le strutture insediative, le strutture per attività di<br />
servizio, le strutture per attività di fruizione <strong>del</strong> Parco e le strutture logistiche di accoglienza dei<br />
presidi istituzionali.<br />
Dallo sviluppo <strong>del</strong>le attività previste secondo le forme e le tipologie sopra indicate potranno<br />
emergere ulteriori attività di supporto e complementari alle precedenti.<br />
In particolare per le singole unità urbane sono state ipotizzate le seguenti capacità insediative:<br />
Unità Urbana 9 Cala d’Oliva<br />
Posti letto in insediamento ricettivo a rotazione d’uso <strong>del</strong> tipo 1 da reperire in unità<br />
immobiliari analiticamente individuate corrispondenti a mq. lordi 4.300 al netto di<br />
strutture di servizio e supporto n. 215<br />
Posti letto già esistenti in insediamento ricettivi collettivi a rotazione d’uso <strong>del</strong> tipo 2 in<br />
unità immobiliari analiticamente individuate corrispondenti a mq. lordi 1.746 n. 75<br />
Posti letto già esistenti in insediamenti ricettivi <strong>del</strong> tipo 3 (utilizzabili come supporto<br />
logistico di personale che lavora nell’Isola o come presidio di strutture istituzionali operanti<br />
all’interno <strong>del</strong> Parco) in unità immobiliari analiticamente individuate corrispondenti a mq.<br />
lordi 1.116 al netto di strutture di servizio e supporto n. 35<br />
Complessivamente la capacità insediativa di Cala d’Oliva corrisponde a 325 unità.<br />
Raffrontando tale valore con la volumetria complessiva calcolata nell’Unità pari a circa mc.<br />
39.000, deriva un parametro mc/abitante poco superiore a 120. Se nel calcolo <strong>del</strong>la suddetta<br />
volumetria non vengono considerate alcune strutture non strettamente di servizio alla
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<strong>del</strong>l’Asinara”<br />
________________________________________________________________________________<br />
residenza <strong>del</strong>l’Unità (quali ad esempio l’ex caseificio, strutture carcerarie non riutilizzabili, l’ex<br />
mattatoio, etc.) il valore complessivo <strong>del</strong>la volumetria diventa pari a mc. 29.000 che determina<br />
un parametro mc/abitante pari a 90.<br />
Unità Urbana 10 La Reale<br />
Posti letto già esistenti e/o da reperire in insediamenti ricettivi <strong>del</strong> tipo 3 (utilizzabili come<br />
supporto logistico di personale che lavora nell’Isola) in unità immobiliari analiticamente<br />
individuate corrispondenti a mq. lordi 2.270 al lordo di strutture di servizio n. 65<br />
Posti letto già esistenti in insediamenti ricettivi <strong>del</strong> tipo 3 (utilizzabili come supporto<br />
logistico e di presidio di strutture istituzionali operanti all’interno <strong>del</strong> Parco) in porzioni di<br />
unità immobiliari analiticamente individuate (Foresteria Ministero <strong>del</strong>l’Ambiente,<br />
Foresteria <strong>del</strong> Ministero dei Beni Culturali, Caserma Carabinieri, Caserma Polizia etc.) n. 60<br />
Complessivamente la capacità insediativa di La Reale corrisponde a n. 125 unità. In questo<br />
caso non ha senso il calcolo di valori parametrici espressi in mc/abitante ad eccezione<br />
<strong>del</strong>l’ambito ARS dove la volumetria corrispondente a mc 6.800 determina un parametro<br />
prossimo a 100.<br />
Unità Urbana 11 Trabuccato<br />
Posti letto in insediamento ricettivo a rotazione d’uso da reperire nelle strutture <strong>del</strong>l’ex<br />
carcere corrispondenti a mq. lordi 2.300 al lordo di strutture di servizio e supporto n. 60<br />
Posti letto da reperire in insediamenti ricettivi singoli e/o collettivi (utilizzabili come<br />
supporto logistico <strong>del</strong> personale tecnico ed amministrativo <strong>del</strong> Centro velico) in unità<br />
immobiliari analiticamente individuate corrispondenti a mq. lordi 507 al lordo di strutture<br />
di servizio e supporto n. 20<br />
Complessivamente la capacità insediativa di Trabuccato corrisponde a n. 80 unità. Anche in<br />
questo caso non ha senso il calcolo di valori parametrici espresso in mc/abitante in<br />
considerazione <strong>del</strong>la specificità <strong>del</strong>le strutture interessate.<br />
Nel complesso <strong>del</strong>le tre Unità e, quindi <strong>del</strong>l’intera Isola, deriva una capacità insediativa<br />
totale pari a 530 abitanti<br />
A conforto <strong>del</strong>la dimensioni realistiche <strong>del</strong>le ipotesi prospettate si può addurre l’analisi e la<br />
verifica <strong>del</strong>le condizioni infrastrutturali esistenti indispensabili a sostenere l’insediamento<br />
previsto.
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<strong>del</strong>l’Asinara”<br />
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Relativamente alla disponibilità idrica <strong>del</strong>l’isola, al momento attuale la capacità di<br />
accumulo con le attuali infrastrutture idriche è di circa 100.000 mc.<br />
Come riportato precedentemente per l’unità urbana di Cala d’Oliva è disponibile un invaso di<br />
circa 13.000 mc, dotato di impianto di potabilizzazione da 20 mc/h e sufficiente per una<br />
popolazione residente di circa 480 abitanti, anche in periodi con limitata disponibilità idrica.<br />
Come indicato nel Piano <strong>del</strong> Parco, per la situazione infrastrutturale esistente è necessario il<br />
totale rifacimento <strong>del</strong>la rete di distribuzione idrica e raccolta reflui. L’impianto di depurazione<br />
esistente ha potenzialità di depurazione di circa 500 Abitanti Equivalenti.<br />
Per l’unità urbana di La Reale è necessaria la realizzazione <strong>del</strong>l’adduttrice dall’invaso collinare<br />
di circa 15.000 mc esistente nell’area di Campo Perdu, la realizzazione di un potabilizzatore,<br />
<strong>del</strong>la rete idrica e fognaria, e l’avvio <strong>del</strong> depuratore esistente. Deve inoltre essere realizzata la<br />
condotta adduttrice per l’unità urbana di Trabuccato. Con la realizzazione di tali infrastrutture,<br />
nell’area di La Reale è disponibile una dotazione idrica per circa 500 presenze.<br />
A garanzia <strong>del</strong>la disponibilità idrica nelle varie parti <strong>del</strong>l’isola, data la capacità di accumulo nella<br />
parte meridionale (circa 70%) e la richiesta di utilizzo concentrata nella parte centrosettentrionale,<br />
è necessaria l’interconnessione dei bacini da realizzarsi mediante una dorsale in<br />
corrispondenze <strong>del</strong>la strada esistente, le cui dimensioni sono riportate nelle tavole citate.<br />
8.2 Programma per raccolta e smaltimento RSU<br />
In riferimento al sistema di raccolta e smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani, nell’ipotesi<br />
prevista dal Piano di una comunità di circa 500 abitanti, la produzione di rifiuti per l’isola<br />
<strong>del</strong>l’Asinara può essere valutata in circa 600-700 kg/g, corrispondente ad un volume di circa 2<br />
mc/g di rifiuto indifferenziato. Tale limitata produzione di rifiuti rende antieconomica la<br />
raccolta differenziata anche se nel caso specifico <strong>del</strong>l’Asinara è comunque necessario,<br />
trattandosi di un parco nazionale, condividere la filosofia <strong>del</strong>la raccolta differenziata, ponendo<br />
in secondo piano gli aspetti economici per opportune esigenze di immagine ed educazione alla<br />
difesa <strong>del</strong>l’ambiente.<br />
Il sistema di raccolta e smaltimento, fermo restando il divieto di realizzazione di discarica<br />
sull’isola <strong>del</strong>l’Asinara, è dipendente dalla possibilità di trasporto periodico di mezzi<br />
compattatori da e per l’isola. Nel caso di disponibilità giornaliera di trasporto, può essere<br />
facilmente esteso all’isola il sistema di raccolta e smaltimento urbano <strong>del</strong> Comune di Porto<br />
Torres, realizzato con contenitori e autocompattatori per trasporto a smaltimento fuori<br />
dall’isola.<br />
Il sistema di smaltimento può essere ottimizzato riducendo il volume dei rifiuti con la<br />
differenziazione di alcune tipologie di rifiuto inerte (carta, vetro, plastica) che può essere<br />
depositato in opportuni contenitori senza problematiche ambientali anche per lungo tempo e<br />
smaltito con periodicità maggiore rispetto al restante indifferenziato.<br />
Per i visitatori è opportuno ridurre la possibilità di deposito di rifiuto sull’isola, con l’istituzione<br />
di punti di raccolta da ubicare nei luoghi pubblici <strong>del</strong>le unità urbane di Cala d’Oliva, La Reale e<br />
Trabuccato, limitando in tali punti la raccolta ai soli rifiuti inerti quali plastica, carta, lattine e<br />
vetro, e con il divieto di deposito di altri tipi di rifiuto.
Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />
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<strong>del</strong>l’Asinara”<br />
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8.3 Situazione attuale <strong>del</strong>la raccolta e smaltimento RSU<br />
Ad oggi la raccolta dei rifiuti solidi urbani è svolta da parte <strong>del</strong> Comune di Porto Torres con<br />
l’utilizzo di compattatori scarrabili che vengono periodicamente allontanati e sostituiti con altri<br />
vuoti. L’attuale consistenza <strong>del</strong>la produzione dei rifiuti è di circa 7 compattatori scarrabili all’anno.<br />
Ogni compattatore contiene circa 70 q.li per cui la produzione annuale negli ultimi due anni è<br />
stabilizzata a circa 500 q.li l’anno.<br />
8.4 Approvvigionamento elettrico.<br />
Sull’isola <strong>del</strong>l’Asinara è presente una rete di distribuzione <strong>del</strong>l’energia elettrica realizzata<br />
dall’ENEL, alimentata attraverso una linea di trasporto con cavo sottomarino <strong>del</strong>la lunghezza di<br />
circa 4.300 m che, partendo da Punta Negra arriva a Fornelli.<br />
Le cabine elettriche dislocate nell’isola sono 10, con una potenza installabile di 400/630 kVA,<br />
mentre la potenza attualmente disponibile è per ciascuna cabina la seguente:<br />
1 Cabina di Santa Maria p.i. 50 kVA<br />
2 Cabina di Fornelli p.i. 250 kVA<br />
3 Cabina di Tumbarino p.i. 50 kVA<br />
4 Cabina di Campu Perdu p.i. 63 kVA<br />
5 Cabina di Campo Faro p.i. 25 kVA<br />
6 Cabina di Cala Reale p.i. 160 kVA<br />
7 Cabina di Tabuccato p.i. 50 kVA<br />
8 Cabina di Cala d’Oliva p.i. 250 kVA<br />
9 Cabina di Case Bianche p.i. 25 kVA<br />
10 Cabina di Punta Scorno p.i. 10 kVA<br />
La cabina di Punta Scorno, per l’alimentazione <strong>del</strong> faro è realizzata per la Marina Militare.<br />
La rete di distribuzione , in media tensione con tensione di 15.000 V, attraversa tutta l’isola in<br />
senso longitudinale ed è realizzata con conduttore nudo con isolamento a sospensione su pali in<br />
acciaio zincato (sezione 3 x 25 mm2), nel tronco che va da Santa Maria a Cala Reale.<br />
Da Cala Reale a Punta Scorno la rete è realizzata con cavo aereo MT autoportante (sezione 3 x 50<br />
mm2) su pali ottagonali in acciaio zincato.<br />
La rete di bassa tensione è realizzata con cavo interrato o cavo aereo precordato.<br />
Il tronco di alimentazione da Fornelli all’approdo è realizzato mediante una linea a bassa tensione<br />
con due conduttori nudi.
Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />
Area Marina Protetta “Isola<br />
<strong>del</strong>l’Asinara”<br />
________________________________________________________________________________<br />
8.5 Requisiti di definizione <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo di gestione <strong>del</strong>le visite<br />
Dopo un primo periodo di studio sulla soglia sostenibile di presenze antropiche<br />
sull’isola si è proceduto a valutarne gli effetti sul sistema <strong>ambientale</strong> nel corso degli<br />
anni. Grazie a questi dati si procede ogni anno ad aggiornare ogni anno il limite<br />
massimo di presenze disciplinandole all’interno <strong>del</strong> Piano di fruizione.<br />
I criteri fondamentali su cui questo si basa sono:<br />
1. La considerazione che il numero di presenze è determinato dalla situazione<br />
attuale <strong>del</strong>l’accessibilità e <strong>del</strong>l’offerta dei servizi.<br />
2. La coerenza con altri Parchi insulari <strong>del</strong> Mediterraneo che in relazione al<br />
problema <strong>del</strong>la fruizione presentano analogie significative con il Parco<br />
<strong>del</strong>l’Asinara.<br />
3. Il fatto che il numero di presenze proposto è in ogni caso inferiore alla soglia<br />
<strong>ambientale</strong> così come si evince dai risultati <strong>del</strong> monitoraggio sinora effettuato<br />
anche se in maniera parziale e limitata ad alcune aree di analisi (Casu, 2003;<br />
Azzurro, 2003; Sassu, 2004; Pisanu, 2004)<br />
4. L’ipotesi che la soglia <strong>del</strong>le presenze così individuata non può variare<br />
significativamente in tempi brevi, in quanto legata alla disponibilità di mezzi di<br />
accesso e di servizi che, obiettivamente, non possono modificarsi se non nel<br />
medio periodo.<br />
5. La considerazione che un eventuale aumento <strong>del</strong> carico antropico, potrà,<br />
inoltre, essere ipotizzato a seguito degli interventi di rimozione degli animali<br />
domestici inselvatichiti, che alleggerirà fortemente l’impatto nell’ecosistema<br />
terrestre.<br />
8.7 L’offerta turistica<br />
Nei primi anni l’Asinara risultava interessata da un turismo di nicchia di tipo naturalistico,<br />
scolastico-educativo e scientifico.<br />
Nel corso degli anni il Parco ha voluto rendere sempre più fruibile l’area con la possibilità di<br />
sperimentare nuove forme di visita, regolamentando le attività esistenti e disciplinandole<br />
con un monitoraggio sui flussi e sulle aree di visita.<br />
Attraverso i regolamenti di attuazione <strong>del</strong>le norme di salvaguardia sono state adottate, tra<br />
le altre, le seguenti misure:<br />
1. Tutela integrale di alcune aree vulnerabili e siti di nidificazione degli uccelli<br />
marini (unità paesaggistiche di Cala di Scombro di dentro e di fuori, falesie di<br />
Punta <strong>del</strong>lo Scorno).<br />
2. Individuazione di zone di mare riservate a ripopolamento ittico (unità<br />
ambientali Cala di Scombro di dentro e di fuori e di Punta <strong>del</strong>lo Scorno).
Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />
Area Marina Protetta “Isola<br />
<strong>del</strong>l’Asinara”<br />
________________________________________________________________________________<br />
3. Limiti di velocità <strong>del</strong>le imbarcazioni nelle acque marine secondo fasce<br />
concentriche, riportate nelle norme di attuazione e nel Regolamento.<br />
4. Individuazione di sentieri terrestri e marini per una corretta visita ai diversi<br />
ambienti <strong>del</strong>l’Isola.<br />
5. Realizzazione di campi boe al fine di limitare l’uso <strong>del</strong>le ancore e tutelare i<br />
fondali a Posidonia oceanica ed altre rizofite.<br />
Per quanto riguarda le stime di presenza annuale, i dati dall’istituzione <strong>del</strong> Parco ad oggi<br />
riportano valori pari a circa 70.000 presenze annuali concentrate soprattutto nei mesi estivi,<br />
con presenze giornaliere massime nei giorni di massima frequenza con valori compresi<br />
comunque all’interno dei 1000 visitatori al giorno.<br />
Tali valori sono notevolmente inferiori rispetto ad altri due Parchi nazionali insulari<br />
mediterranei se rapportati alla superficie <strong>del</strong>l’Asinara (5.200 ha per la parte terreste e<br />
10.800 ha per l’area marina).<br />
- Parco Nazionale di Cabrera (Spagna), presenta una superficie terrestre di 1316 ha e marina<br />
di 8704 ha. Il numero annuale dei visitatori è passato da 20.000 (1991), a 30.000 (1992-<br />
1995), a 40.000 (1996-2000), a 60.000 (dal 2001).<br />
- Parco Nazionale di Port-Cros (Francia), presenta una superficie terrestre di 690 ha e<br />
marina di 1800 ha. Il numero dei visitatori è pari a 50.000 presenze annuali, concentrate nel<br />
periodo estivo, e 8.000 imbarcazioni da diporto. I limiti giornalieri sono 3.000 presenze e<br />
300 barche.<br />
Il flusso turistico è suddiviso all’interno <strong>del</strong> Parco in relazione alle diverse unità<br />
paesaggistiche ambientali individuate nel Piano, nel modo seguente:<br />
Unità urbane Libera fruizione<br />
Ambiti agricoli Libera fruizione<br />
Unità paesaggistiche e ambientali Regolamentata<br />
Aree a tutela integrale Accesso limitato alla Ricerca Scientifica<br />
8.8 Definizione di una procedura per il monitoraggio di tali effetti, che consenta di<br />
aggiornare periodicamente il limite massimo di presenze, che deve essere definito ogni<br />
anno sulla base di un disciplinare specifico allegato al Regolamento <strong>del</strong> Parco.<br />
Per quanto riguarda la sensibilità dei singoli ecosistemi, la stessa dovrà essere valutata<br />
attraverso specifici indicatori riportati di seguito ed in coerenza con i contenuti <strong>del</strong> Manuale<br />
di indicatori sociali e naturali per la valutazione <strong>del</strong>l’efficacia gestionale <strong>del</strong>le aree protette,
Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />
Area Marina Protetta “Isola<br />
<strong>del</strong>l’Asinara”<br />
________________________________________________________________________________<br />
redatto nel 2004 dall’Iucn (International Union for Conservation of Nature). Tali capacità<br />
portanti verranno riportate in appositi disciplinari elaborati annualmente.<br />
Per monitoraggio si intende il controllo <strong>del</strong>lo stato di popolazioni, comunità o ecosistemi<br />
ripetuti ad intervalli di tempo regolari e secondo un protocollo standard, tale per cui la<br />
tecnica di rilevamento dei dati non muti a seconda di chi campiona e i cambiamenti <strong>del</strong>la<br />
popolazione nel tempo siano registrati in modo univoco (Schemske et al., 1994; Primack,<br />
1998b).<br />
Il monitoraggio a lungo termine permette di distinguere i veri e propri trend di aumento o<br />
declino <strong>del</strong>le popolazioni, dalle fluttuazioni a breve termine, causate per esempio da eventi<br />
naturali non prevedibili, o da fluttuazioni demografiche casuali (Pechmann et al., 1991;<br />
Cohn, 1994). Verranno utilizzati degli indicatori su diversi siti rappresentativi di differenti<br />
habitat e su habitat sottoposti a differenti carichi.<br />
Un indicatore è un’unità di informazione, misurata nel tempo, che permette di<br />
documentare i cambiamenti <strong>del</strong>l’area protetta. Un indicatore permette di misurare una<br />
funzione che non è facilmente misurabile, quale l’efficacia.<br />
Punto di partenza è la registrazione di tutti i dati disponibili all’interno di un database e loro<br />
successiva elaborazione in un Sistema Informativo Geografico.<br />
8.8.1 Indicatori per il sistema terrestre<br />
1. Distribuzione e demografia: la distribuzione, densità, consistenza numerica e<br />
struttura demografica di alcune specie (rare, minacciate, endemiche, protette,<br />
etc.) è un altro set di informazioni imprescindibile per pianificare in maniera<br />
corretta il <strong>territorio</strong> di un Parco Nazionale. Ad esempio nell’isola ciò andrebbe<br />
fatto per Centaurea horrida Badarò, endemica sarda prioritaria ai sensi <strong>del</strong>la<br />
Direttiva 43/92/CEE, per la quale sono stati acquisiti solo di recente alcuni dati<br />
distributivi (Pisanu & Filigheddu, 2005). Anche altre entità di particolare<br />
significato biogeografico [Aristolochia insularis Nardi et Arrigoni, Astragalus<br />
terraccianoi Vals., Leucojum roseum Martìn, Limonium laetum (Nyman)<br />
Pignatti, Nananthea perpusilla Loisel. (DC.), Evax rotundata Moris, Silene<br />
nodulosa Viv., Silene corsica DC., Arenaria balearica L., Cymbalaria aequitriloba<br />
(Viv.) Cheval., Dracunculus moscivorus (L. fil.) Parl.] o localmente rare<br />
(Chamaerops humilis L., Quercus suber L., Arbutus unedo L., Myrtus communis<br />
L.), andrebbero sottoposte ad azioni di monitoraggio dettagliate allo scopo di<br />
valutare effetti di vario tipo.<br />
2. Habitat: la conoscenza degli habitat presenti sull’isola in particolare ai sensi<br />
<strong>del</strong>la Direttiva 43/92/CEE “Habitat”, è riportata dal Ministero <strong>del</strong>l’Ambiente<br />
nell’ambito <strong>del</strong>la Rete Natura 2000. Gli habitat, identificati da comunità<br />
vegetali, rappresentano uno dei principali oggetti <strong>del</strong>la pianificazione<br />
territoriale nella progettazione di azioni di protezione e gestione <strong>del</strong> <strong>territorio</strong>.<br />
Pertanto è necessario aggiornare e spazializzare le conoscenze relative agli
Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />
Area Marina Protetta “Isola<br />
<strong>del</strong>l’Asinara”<br />
________________________________________________________________________________<br />
habitat e procedere alla realizzazione di una cartografia di habitat che evidenzi<br />
numero, patches, estensione, forma, contatti, e variabilità spaziale in<br />
particolare per le aree sottoposte a carichi antropici diretti e indiretti. Tali<br />
azioni di monitoraggio possono essere effettuate sia nei siti più vulnerabili<br />
come litorali rocciosi e sabbiosi di inequivocabile pregio <strong>ambientale</strong> sia in aree<br />
di vegetazione arbustiva struttura demografica di alcune specie (rare,<br />
minacciate, endemiche, protette, etc.) è un altro set di informazioni<br />
imprescindibile per pianificare in maniera corretta il <strong>territorio</strong> di un Parco<br />
Nazionale. Ad esempio nell’isola ciò andrebbe fatto per Centaurea horrida<br />
Badarò, endemica sarda prioritaria ai sensi <strong>del</strong>la Direttiva 43/92/CEE, per la<br />
quale sono stati acquisiti solo di recente alcuni dati distributivi (Pisanu &<br />
Filigheddu, 2005). Anche altre entità di particolare significato biogeografico<br />
[Aristolochia insularis Nardi et Arrigoni, Astragalus terraccianoi Vals., Leucojum<br />
roseum Martìn, Limonium laetum (Nyman) Pignatti, Nananthea perpusilla<br />
Loisel. (DC.), Evax rotundata Moris, Silene nodulosa Viv., Silene corsica DC.,<br />
Arenaria balearica L., Cymbalaria aequitriloba (Viv.) Cheval., Dracunculus<br />
moscivorus (L. fil.) Parl.] o localmente rare (Chamaerops humilis L., Quercus<br />
suber L., Arbutus unedo L., Myrtus communis L.), andrebbero sottoposte ad<br />
azioni di monitoraggio dettagliate allo scopo di valutare effetti di vario tipo. in<br />
evidente stato di degrado. Non esistono infatti conoscenze sulle dinamiche<br />
evolutive e regressive <strong>del</strong>la vegetazione nell’isola.<br />
3. Habitat: la conoscenza degli habitat presenti sull’isola in particolare ai sensi<br />
<strong>del</strong>la Direttiva 43/92/CEE “Habitat”, è riportata dal Ministero <strong>del</strong>l’Ambiente<br />
nell’ambito <strong>del</strong>la Rete Natura 2000. Gli habitat, identificati da comunità<br />
vegetali, rappresentano uno dei principali oggetti <strong>del</strong>la pianificazione<br />
territoriale nella progettazione di azioni di protezione e gestione <strong>del</strong> <strong>territorio</strong>.<br />
Pertanto è necessario aggiornare e spazializzare le conoscenze relative agli<br />
habitat e procedere alla realizzazione di una cartografia di habitat che evidenzi<br />
numero, patches, estensione, forma, contatti, e variabilità spaziale in<br />
particolare per le aree sottoposte a carichi antropici diretti e indiretti. Tali<br />
azioni di monitoraggio possono essere effettuate sia nei siti più vulnerabili<br />
come litorali rocciosi e sabbiosi di inequivocabile pregio <strong>ambientale</strong> sia in aree<br />
di vegetazione arbustiva in evidente stato di degrado. Non esistono infatti<br />
conoscenze sulle dinamiche evolutive e regressive <strong>del</strong>la vegetazione nell’isola.<br />
4. Vegetazione: la comprensione dei processi evolutivi e regressivi <strong>del</strong>le comunità<br />
vegetali necessita obbligatoriamente di strumenti cartografici a scale adeguate,<br />
possibilmente realizzati in ambiente G.I.S. E’ necessario pertanto realizzare una<br />
carta <strong>del</strong>la vegetazione reale e una <strong>del</strong>la vegetazione potenziale <strong>del</strong>l’isola, che<br />
servano da strumento conoscitivo e di controllo <strong>del</strong>le successioni secondarie<br />
sull’isola, attualmente quasi completamente ricoperta da comunità secondarie<br />
di sostituzione che potenzialmente tenderebbero ad evolvere in cenosi<br />
forestali. Questo punto rappresenta un obbiettivo a medio termine.
Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />
Area Marina Protetta “Isola<br />
<strong>del</strong>l’Asinara”<br />
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8.8.2 Indicatori per il sistema marino<br />
1. Abbondanza di specie focali, ovvero organismi di valore ecologico di interesse<br />
prioritario nella gestione <strong>del</strong>l’area, es. endemiche, esotiche, indicatrici, chiave,<br />
di interesse economico, vulnerabili. Ad esempio: Patella ferruginea Gmelin:<br />
distribuzione, densità su aree campione; Pinna nobilis L.; distribuzione, densità<br />
su aree campione; Posidonia oceanica (L.) Delile: distribuzione su transetti e<br />
aree campione; Cymodocea nodosa (Ucria) Asch.: distribuzione; Caulerpa<br />
racemosa (Forsskal) J. Agardh: distribuzione, valutazione <strong>del</strong>la diffusione;<br />
Ittiofauna: lista, distribuzione tramite visual census; Cetofauna: lista,<br />
distribuzione tramite whalewatching. Per alcune verrà analizzata la struttura<br />
<strong>del</strong>la popolazione, ovvero la stima <strong>del</strong>le dimensioni e età degli individui, in<br />
particolare per l’ittiofauna e le comunità superficiali.<br />
2. Distribuzione e complessità degli habitat, ovvero degli spazi in cui vivono gli<br />
organismi, le popolazioni e le comunità. Nel caso <strong>del</strong>l’area marina si è fatto<br />
riferimento alle diverse unità biocenotiche riportate nella carta di riferimento.<br />
Per ciascuna unità biocenotica: percentuale di ricoprimento nell’area totale e<br />
in quella di controllo all’interno <strong>del</strong> G.I.S. per verificare eventuali modiche nel<br />
tempo. Per alcune unità biocenotiche verrà analizzata la composizione e<br />
struttura, ovvero la diversità specifica e loro abbondanza relativa e<br />
distribuzione in relazione alle disponibilità fisiche e biologiche. Gli indicatori<br />
utilizzati: Ricchezza specifica; Densità; Diversità; Distribuzione; Grado di<br />
reclutamento (frequenza <strong>del</strong>le classi di età giovanili). In alcune aree potrà<br />
essere valutata l’integrità <strong>del</strong>la rete trofica, ovvero la stima degli equilibri nei<br />
rapporti tra prede e predatori. Ad esempio: Rapporto tra Alghe, Ricci, Pesci<br />
predatori.<br />
3. Tipo, livello e redditività <strong>del</strong>lo sforzo di pesca, che descrive la capacità di<br />
prelievo sulla base <strong>del</strong> tipo di attrezzo utilizzato, <strong>del</strong>lo stato <strong>del</strong>le risorse<br />
naturali, <strong>del</strong>la manodopera impiegata, <strong>del</strong> tipo di imbarcazioni utilizzate e <strong>del</strong><br />
tempo impiegato.<br />
4. Qualità <strong>del</strong>l’acqua, che è una misura <strong>del</strong>le caratteristiche abiotiche e biotiche<br />
<strong>del</strong>la colonna d’acqua ed è un fattore limitante per i processi biologici degli<br />
organismi, <strong>del</strong>le popolazioni e degli habitat. Sono indicatori i principali<br />
parametri fisici, chimici e biologici.