03.06.2013 Views

Analisi ambientale iniziale del territorio dell'Asinara - RES - MAR

Analisi ambientale iniziale del territorio dell'Asinara - RES - MAR

Analisi ambientale iniziale del territorio dell'Asinara - RES - MAR

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola <strong>del</strong>l’Asinara”<br />

ANALISI AMBIENTALE TERRITORIALE


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

1. ACCENNI STORICI<br />

L’Isola <strong>del</strong>l’Asinara, facente parte <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> amministrativo <strong>del</strong> Comune di Porto Torres ha<br />

un’estensione di circa 52 km 2 e costituisce un prolungamento <strong>del</strong>la porzione nord occidentale <strong>del</strong>la<br />

Sardegna.<br />

La storia recente vede l’isola occupata da un piccolo nucleo di pescatori abitanti <strong>del</strong> borgo di Cala<br />

d’Oliva, nell’are nord-orientale e da un certo numero di agricoltori e pastori che si sono a suo<br />

tempo stabiliti in diversi ovili in varie zone <strong>del</strong>l’isola. Tale realtà è esistita fino al 1885, anno in cui,<br />

attraverso un Decreto Regio, l’isola viene espropriata agli originali abitanti che da essa vengono<br />

allontanati. L’Asinara vedrà nascere in quegli anni una Colonia Penale Agricola e un Lazzaretto.<br />

Esclusa la parentesi relativa alla prima guerra mondiale che vede quasi la totalità <strong>del</strong>l’isola gestita<br />

dall’allora Ministero <strong>del</strong>la Guerra, le attività carcerarie erano prettamente orientate allo<br />

sfruttamento agro zootecnico <strong>del</strong>le risorse presenti ed importate al fine di sostenere la<br />

popolazione carceraria e penitenziaria che vivevano quasi in regime di autoconsumo.<br />

In breve si può dire che le attività agricole erano indirizzate all’orticoltura, diffusa in varie zone<br />

<strong>del</strong>l’isola (Fornelli, Tumbarino, Campu Perdu, Cala d’Oliva), alla frutticoltura (Tumbarino, Cala<br />

d’Oliva), viticoltura (Campu Perdu, Trabuccato) e olivicoltura (Trabuccato, Cala d’Oliva). Vi era poi<br />

il comparto <strong>del</strong>le colture foraggere nelle aree agricole di Fornelli e Campu Perdu dove venivano<br />

utilizzati anche sistemi irrigui.<br />

Per quanto riguarda la zootecnica, gli animali principalmente allevati sono stati bovini, ovini,<br />

caprini, suini ma anche avicunicoli, destinati a seconda <strong>del</strong>la specie alla produzione di carne, latte<br />

e lana.<br />

Durante l’ultimo ventennio <strong>del</strong>l’Amministrazione Carceraria il sistema di agricoltura e di<br />

allevamento si è avviato ad un indirizzo di tipo intensivo dimostrando però nel lungo periodo la<br />

sua non sostenibilità a causa di diversi fattori tra cui disponibilità idriche, di superficie agricola e<br />

dalle condizioni di insularità.<br />

La nascita <strong>del</strong> Parco ha determinato una profonda revisione <strong>del</strong>le tecniche di agricoltura e di<br />

allevamento. Per prima cosa sono state ben definite le aree di tipo agricolo individuate a Fornelli,<br />

Santa Maria, Tumbarino, Campu Perdu, Trabuccato e in piccola parte Cala d’Oliva. Sono state poi<br />

dettate le tipologie di sviluppo agro-zootecnico che devono assumere connotati di tipo<br />

tradizionale e comunque assoggettarsi ad un regime di tipo biologico. Gli orientamenti, allo stato<br />

attuale, sono la rivalorizzazione <strong>del</strong>l’oliveto di Trabuccato che nell’ultimo biennio è stato già<br />

oggetto di interventi di ripristino, sviluppo <strong>del</strong>le colture orticole tanto estive quanto invernali,<br />

ripristino di una porzione dei vecchi vigneti con utilizzo di varietà locali già riprodotte e maturate<br />

in laboratorio, valorizzazione e sfruttamento <strong>del</strong>le essenze spontanee. Per quanto attiene il<br />

discorso zootecnico non si può prescindere da una importante riduzione <strong>del</strong> carico di bestiame<br />

presente sull’isola. La popolazione dei cavalli andrà ridotta così come quella degli asini nel<br />

momento in cui questa andrà a superare il valore di soglia <strong>del</strong> carico sostenibile. I bovini andranno<br />

ridotti e confinati in maniera tale da poter effettuare una corretta turnazione di pascolo e destinati<br />

alla linea produttiva vacca-vitello. La popolazione <strong>del</strong>le capre inselvatichite così come quella degli<br />

ibridi cinghiale x maiale è attualmente oggetto di cattura ed allontanamento dall’isola al fine di<br />

farne diminuire sensibilmente lo spropositato carico presente negli ultimi anni.


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

In alto il paesaggio agricolo di Campu Perdu ed in basso detenuti intenti allo sfalcio sempre in località Campu Perdu.<br />

Le foto sono state scattate negli anni ’50. (Archivio Marras)


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

2 FAUNA<br />

2.1 Premessa<br />

Nell'isola sono state osservate 78 specie di vertebrati terrestri appartenenti alle classi degli<br />

Anfibi, dei Rettili, degli Uccelli e dei Mammiferi. L'entità numerica <strong>del</strong>le specie riscontrate, non<br />

fornisce una misura <strong>del</strong>l'importanza che l'isola riveste per la riproduzione <strong>del</strong>la fauna selvatica. E'<br />

generalmente riconosciuto che essa ha un’importanza a carattere internazionale perché<br />

garantisce un habitat ideale per la riproduzione di specie rare, in via d’estinzione o comunque<br />

protette. Le fonti storiche e le testimonianze raccolte, così come peraltro è avvenuto in altre zone<br />

<strong>del</strong>la Sardegna, riportano che nell'Asinara si riproducevano importanti specie come i mufloni, il<br />

cervo sardo, la foca monaca e il falco pescatore. Attualmente, vi sono altre specie a rischio come il<br />

gabbiano corso che nell'isola trova ancora un sicuro rifugio e maggiore protezione rispetto alle<br />

altre zone costiere <strong>del</strong>la Sardegna.<br />

Per quanto riguarda le specie estinte, non si hanno notizie precise sul cervo, mentre si hanno<br />

testimonianze <strong>del</strong>la presenza <strong>del</strong> cinghiale, <strong>del</strong> muflone e <strong>del</strong>la foca monaca. Il muflone, secondo il<br />

Fara, era già estinto alla fine <strong>del</strong> XIX secolo, mentre la foca monaca e il falco pescatore risulta che<br />

si siano estinti intorno alla metà <strong>del</strong> secolo appena trascorso.<br />

Alcune di queste specie sono state reintrodotte nell'isola con risultati definibili positivi per quanto<br />

riguarda il muflone e negativi per il cinghiale.<br />

I mufloni, infatti, sono stati introdotti negli anni cinquanta prelevandoli da altre zone <strong>del</strong>l'isola<br />

madre. La mancanza di predatori e una certa forma di protezione hanno consentito la<br />

riproduzione degli animali fino al raggiungimento di una consistenza stimata in un numero di circa<br />

600 individui. Dal punto di vista genetico si è riscontrata un’affinità con le altre popolazioni di<br />

mufloni <strong>del</strong>la Sardegna, tanto che, come di fatto è già più volte avvenuto, possono rappresentare<br />

un serbatoio per il ripopolamento d’altre aree <strong>del</strong>l'Isola madre. L'introduzione <strong>del</strong> cinghiale è<br />

avvenuta negli anni ‘60 con l'introduzione di una coppia proveniente dalla Sardegna e<br />

precisamente dalla zona di Cossoine. I cinghiali si sono riprodotti in misura consistente per la<br />

mancanza di predatori naturali e per la sua prolificità.<br />

Non è da escludere che siano state effettuate altre introduzioni con animali d’origine non sarda. Si<br />

parla infatti, senza che ci siano notizie certe <strong>del</strong>l’introduzione d’animali di provenienza<br />

maremmana che presentano dimensioni corporee più elevate e, soprattutto, una maggiore<br />

fertilità. I cinghiali sono anche venuti a contatto con i suini che vi erano allevati anche allo stato<br />

brado o semibrado ed è molto probabile che vi siano stati incroci con i maiali.<br />

Dalle discussioni con il personale che ha operato nell'isola e che ha assistito a diverse catture, si fa<br />

riferimento ad un cinghiale particolare, morfologicamente diverso da quello sardo e che presenta<br />

evidenti segni morfologici <strong>del</strong> maiale tanto da parlare proprio di “maiali rinselvatichiti”. Date le<br />

caratteristiche genetiche dei cinghiali, e in particolare la loro prolificità, si sta procedendo al loro<br />

controllo numerico tramite operazioni di cattura ed allontanamento dall’isola.<br />

Dai vari sopralluoghi effettuati in diverse parti <strong>del</strong>l'isola si sono riscontrati gli effetti negativi<br />

<strong>del</strong>l'azione sul suolo in quanto smuovendone lo strato superficiale alla ricerca di radici per<br />

cibarsene, durante la stagione piovosa creano condizioni favorevoli per l'erosione. Inoltre<br />

impediscono qualsiasi forma di disseminazione di specie importanti quali il leccio e altre specie<br />

arboree autoctone. Non va trascurata anche l'azione di disturbo che compiono nelle radure e nelle<br />

zone pascolive dove con il ribaltamento degli strati si limita l'accrescimento <strong>del</strong>le erbe a discapito<br />

<strong>del</strong>le popolazioni quali capre, pecore e asini.


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

Un'altra specie introdotta nell'isola e che non è presente nella Sardegna è la gazza “pica pica”. Si<br />

afferma che sia stata originariamente introdotta dal continente da alcuni carcerati che la hanno<br />

allevata come animale da compagnia. Si è adattata alle condizioni <strong>del</strong>l'isola e si è dimostrata<br />

capace di riprodursi senza problemi particolari. Per questa specie è segnalata un'azione di disturbo<br />

per altre specie d’uccelli in quanto si comporta da predatore di nidi. Fra le altre specie che sono<br />

state introdotte e che sono al limite fra lo stato selvatico puro e l'allevamento si deve ricordare<br />

l'asinello bianco e le altre popolazioni asinine. Si stima una presenza d’asini di circa 370 capi di cui<br />

250 circa asini grigi e 120 asini bianchi. Vi sono poi alcuni gruppi di capre, stimati in complessivi<br />

1000 capi sulle quali già dal 2007 si sta intervenendo con operazioni di controllo numerico tramite<br />

cattura ed allontanamento dall’isola.<br />

2.2 Composizione sistematica<br />

- Anfibi: sono presenti 3 specie appartenenti all'ordine degli Anuri (pari al 33% sul totale sardo);<br />

- Rettili: sono 11 le specie presenti (55% <strong>del</strong> totale sardo), di cui 1 specie appartenente all'ordine<br />

dei Testudinati e 10 agli Squamati;<br />

- Uccelli: <strong>del</strong>le 57 specie osservate per un totale pari al 34,7% <strong>del</strong>le specie sarde, 30 appartengono<br />

all'ordine dei Passeriformi e 27 ad altri ordini. Tra i non Passeriformi osserviamo: 5 Charadriiformi,<br />

3 Procellariformi, 4 Falconiformi, 2 Galliformi, 2 Gruiformi, 2 Strigiformi, 1 Accipitriformi, 1<br />

Anseriforme, 1 Apodiforme, 1 Caprimulgiforme, 1 Columbiforme, 1 Coraciiforme, 1 Pelecaniforme,<br />

1 Podicipediforme, 1 Procellariforme.<br />

- Mammiferi: per quanto riguarda i Mammiferi sono presenti 12 specie (57,1% <strong>del</strong> totale sardo): 3<br />

Insettivori, 1 Lagomorfi, 5 Roditori, 1 Carnivoro e 2 Ungulati.<br />

2.3 Status faunistico<br />

Lo status faunistico <strong>del</strong>le 83 specie d’anfibi, rettili, uccelli e mammiferi osservate nell'area è<br />

esposto nella tabella seguente ed è confrontato con i rispettivi dati che riguardano la Sardegna.<br />

ASINARA SARDEGNA Quoz.<br />

Asinara/<br />

Sardegna<br />

Specie riproducentesi Specie riproducentesi<br />

Certa % Prob % Poss. Tot. Certa % Prob Poss. Tot<br />

Anfibi 3 3 9 9 33,33%<br />

100% 0% 0 100% 0% 0<br />

Rettili 11 11 17 2 1 20 55,00%<br />

Uccelli 100% 0% 0 85% 10% 5%<br />

44 6 7 57 140 8 2 150 29,33%<br />

Mammiferi 12 12 20 1 21 57,14%<br />

100% 0% 0 95,2% 4,8% 0<br />

Status faunistico dei vertebrati terrestri (esclusi i Chirotteri) appartenenti alle classi Anfibi, Rettili, Uccelli e<br />

Mammiferi.<br />

Complessivamente il 39% <strong>del</strong>le specie sarde (esclusi i chirotteri) è presente nell’area di studio.<br />

%


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

2.4 Fenologia degli uccelli.<br />

Delle 57 specie d’uccelli, 10 (19.2%) sono presenti soltanto nel periodo estivo e dopo la<br />

riproduzione compiono regolare migrazione verso il meridione: Rondone pallido, Succiacapre,<br />

Sterna comune, Upupa, Quaglia, Pigliamosche, Calandro, Rondine montana, Averla capirossa,<br />

Berta maggiore. Le restanti 47 sono da considerarsi stanziali o effettuano spostamenti limitati<br />

all’interno <strong>del</strong>l' isola <strong>del</strong>l' Asinara o verso l'entroterra sardo. Si evidenzia l’importanza <strong>del</strong>l’isola<br />

quale sito riproduttivo di specie di origine mediterranea quali le Berte, l’Uccello <strong>del</strong>le tempeste e il<br />

Gabbiano corso (minacciato di estinzione) che per specie di origine oloartica, cosmpolite e <strong>del</strong><br />

vecchio mondo, quali la Sterna comune, il Fratino e il Cormorano dal ciuffo.<br />

2.5 Endemismi<br />

Vengono di seguito riepilogati, per ciascun gruppo sistematico, gli endemismi sardi, quelli sardo -<br />

corsi e quelli tirrenici - mediterranei che maggiormente rappresentano la peculiarità<br />

zoogeografiche <strong>del</strong>la fauna <strong>del</strong>l’Asinara.<br />

Specie Endemismi Endemismi Endemismi Endemismi<br />

osservate sardi sardo-corsi tirrenici mediterranei<br />

ANFIBI 3 0 0 2 0<br />

RETTILI 11 2 1 0 1<br />

UCCELLI 57 1 4 0 5<br />

MAMMIFERI 12 2 2 0 0<br />

TOTALE 83 5 7 2 6<br />

Riepilogo degli endemismi<br />

Fra le entità probabilmente endemiche <strong>del</strong>la Sardegna (Schenk 1993) sono presenti la Lepre sarda,<br />

la Crocidura rossiccia, la Luscengola, la Lucertola campestre la Cinciallegra mentre fra quelle sardo<br />

corse l’Algiroide nano, il Muflone, il Quercino, il Barbagianni, lo Scricciolo, il Pigliamosche e lo<br />

Zigolo nero.<br />

2.6. Grado di minaccia<br />

Si riporta lo status di conservazione, a livello regionale, <strong>del</strong>le 78 specie presenti nell’isola<br />

<strong>del</strong>l'Asinara:<br />

3 specie sono considerate vulnerabili: Uccello <strong>del</strong>le tempeste, Gabbiano corso e Sterna comune;<br />

2 specie sono considerate a status indeterminato, la Berta maggiore e la Berta minore;<br />

7 risultano rare: Muflone, Algiroide nano, Lepre sarda, Testuggine comune, Tarantolino, Falco<br />

pellegrino, Cormorano dal ciuffo - Marangone<br />

3 sono insufficientemente conosciute: Discoglosso sardo, Pernice sarda, Gazza;<br />

63 sono considerate non minacciate.


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

1- Rigorosamente Protetto<br />

dalla Convenzione di<br />

Berna<br />

2- Protetto dalla<br />

Convenzione di Berna<br />

Greppio, Falco pellegrino, Rondone pallido, Rondine montana, Passero<br />

solitario, Magnanina sarda, Marangone dal ciuffo, Gabbiano corso, Sterna<br />

comune, Berta minore, Lucertola campestre, Lucertola tiliguerta,<br />

Barbagianni, Civetta, Saltimpalo, Beccamoschino, Averla capirossa,<br />

Fanello, Testuggine comune, Scricciolo, Occhiocotto, Zigolo nero,<br />

Fiorrancino, Cinciallegra, Cinciarella, Rospo smeraldino, Usignolo, Fratino,<br />

Fraticello.<br />

Corvo imperiale, Gabbiano reale,Germano reale, Passera sarda, Algiroide<br />

nano, Tarantolino, Poiana, Berta maggiore, Pigliamosche, Muflone, Congilo,<br />

Luscengola, Pernice Sarda, Quaglia, Calandro, Strillozzo, Lepre, Cinghiale,<br />

Topo selvatico, Topo quercino, Mustiolo, Columbro, Merlo, Riccio, Donnola,<br />

Crodidura rossiccia, Raganella, Discoglosso, Biscia viperina, Tuffetto,<br />

Topolino domestico, Ratto bruno, Ratto nero.<br />

a-Dir.cee 409/79 all.1 Marangone dal ciuffo, Gabbiano corso, Sterna comune, Berta minore, Falco<br />

pellegrino, Berta maggiore, Calandro, Magnanina sarda, Scricciolo,<br />

Fraticello.<br />

b-Dir. Cee 409/79 all 2.1 Colombo selvatico, Germano reale, Pernice sarda, Porciglione.<br />

c-Dir. Cee 409/79 all2.2 Gabbiano reale, Gazza, Pernice sarda, Merlo, Gallina d’acqua.<br />

d-Dir. Cee 409/79 all.3 Germano reale.<br />

x-Dir. Cee 92/43 all.2 Muflone, Testuggine comune, Discoglosso.<br />

y-Dir.Cee92/43 all4 Lucertola campestre, Testuggine comune, Rospo smeraldino, Discoglosso.<br />

Le specie protette sull’isola <strong>del</strong>l’Asinara<br />

2.7 Consistenza degli animali domestici<br />

2.7.1 Epoca <strong>del</strong> carcere<br />

Negli anni 80, all’epoca <strong>del</strong> carcere, varie fonti riportano la presenza nell’isola di circa 4.700<br />

animali suddivisi in circa 2150 capi ovini, circa 1.500 caprini, 600 suini, 330 bovini e 130 cavalli. A<br />

questi si aggiunge un numero imprecisato di asinelli bianchi, un altrettanto imprecisato numero di<br />

maiali selvatici e cinghiali e una cifra indicativa di circa 600 mufloni.<br />

Negli ultimi anni di presenza <strong>del</strong> carcere, risultavano presenti circa 2800 capi ripartiti in: 81 bovini<br />

di razza Bruno-Sarda; 244 ovini di razza sarda; 1090 caprini compresi gli animali inselvatichiti, 280<br />

equini fra asini bianchi, grigi e cavalli, 1000 capi fra suini allevati, cinghiali, meticci e maiali<br />

selvatici.<br />

2.7.2 Stato attuale<br />

Attualmente, il bestiame domestico è gestito dal Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara anche se sono in<br />

corso una serie di attività che porteranno alla riduzione e all’affidamento ad enti terzi di alcune<br />

specie.<br />

- Bovini<br />

Sono presenti 39 capi costituiti da 19 femmine adulte, 10 tra manze e giovenche e 10 vitelli di<br />

razza bruno-sarda. Essi vivono al pascolo principalmente nella zona Fornelli e ricevono da parte<br />

<strong>del</strong>l’Ente Parco una integrazione alimentare che ne consente il mantenimento in condizioni buone.<br />

- Cavalli<br />

In data 01.07.2011 erano presenti 122 cavalli suddivisi in 31 maschi adulti, 45 femmine adulte, 9<br />

yearlings di sesso maschile , 21 yearlings di sesso femminile e 16 puledri equamente suddivisi nei<br />

due sessi. Oltre ai cavalli gestiti nel maneggio di Campu Perdu, la quasi totalità <strong>del</strong>la popolazione<br />

occupa principalmente l’area di Fornelli; ci sono poi un branco nell’area di Cala S.Andrea ed infine


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

un gruppo l’area di Stretti-Campu Perdu. Si sta attualmente approntando una convenzione con<br />

l’Istituto di Incremento Ippico per avere un supporto scientifico ed operativo atto a migliorare le<br />

condizioni di gestione e di necessaria riduzione numerica <strong>del</strong>la popolazione.<br />

- Asini<br />

Gli asini presenti hanno una consistenza complessiva di circa 370 capi, suddivisi in circa<br />

250 asini grigi e 120 asini bianchi. La popolazione <strong>del</strong>l’asino bianco è maggiormente presente<br />

nell’area sud <strong>del</strong>l’isola fino a Tumbarino, la grigia da Trabuccato procedendo verso nord. Fra<br />

Tumbarino e Trabuccato è invece presente una promiscuità tra le due popolazioni.<br />

2.8 Stima <strong>del</strong>la consistenza dei selvatici e degli animali rinselvatichiti<br />

Non si dispone di stime precise <strong>del</strong>le popolazioni degli ungulati selvatici e degli animali domestici<br />

inselvatichiti e per essi vengono proposte le seguenti valutazioni numeriche:<br />

- Mufloni: è stimata una consistenza di circa 600– 650 capi, suddivisi in più nuclei e distribuiti nelle<br />

zone rocciose interne <strong>del</strong>l’isola;<br />

- Caprini: all’epoca <strong>del</strong> passaggio di consegna tra l’Amministrazione Penitenziaria e l’Ente Parco<br />

Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara (1997) era presente un gregge di circa 700 capi che conduceva vita<br />

semiselvatica. Dal 2007 in collaborazione con l’Ente Foreste <strong>del</strong>la Sardegna si è proceduto alla<br />

cattura ed all’alienazione di un gran numero di capi (in dieci anni la popolazione era secondo le<br />

stime quasi decuplicata!). Nel giugno 2011 tale attività ha subito una interruzione al fine di<br />

apportare <strong>del</strong>le modifiche sulle modalità di cattura ed alienazione <strong>del</strong>le capre che ad oggi sono<br />

stimate in circa un migliaio di capi.<br />

- Cinghiali: anche per questa popolazione si è proceduto tra gli anni 2008/giugno 2011 ad una<br />

attività di cattura ed alienazione in collaborazione con l’Ente Foreste <strong>del</strong>la Sardegna al fine di<br />

ridurne considerevolmente il carico stimato nel 2008 in circa un migliaio di capi. Così come per le<br />

capre anche l’attività di cattura ha subito una interruzione e ad oggi la popolazione è stimabile in<br />

150-200 capi tenendo però conto <strong>del</strong>le importanti fluttuazioni che si osservano in questa specie<br />

dopo la stagione <strong>del</strong>le nascite.


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

3. ACQUE SUPERFICIALI E SISTEMI DI DEPURAZIONE<br />

3 Situazione Preesistente All’istituzione Del Parco<br />

Le riserve idriche sull’isola <strong>del</strong>l’Asinara, data la scarsità di precipitazione e di potenzialità<br />

d’accumulo in falda, sono principalmente costituite da piccoli invasi collinari, finalizzati<br />

all’approvvigionamento idropotabile <strong>del</strong>le aree a destinazione carceraria e all’uso irriguo nelle<br />

zone più pianeggianti destinate all’attività agricola e zootecnica.<br />

Oltre agli invasi collinari, esiste un complesso sistema di serbatoi, pozzi e sorgenti, per la maggior<br />

parte di origine antica, che consente di disporre di risorse idriche locali distribuite sul <strong>territorio</strong>,<br />

anche se talvolta poco apprezzabili per portata e regime.<br />

3.2 Accumulo e distribuzione di risorsa idrica<br />

Per sopperire alle esigenze idropotabili ed irrigue, sull’isola <strong>del</strong>l’Asinara sono stati realizzati<br />

intorno agli anni ’70 quattro serbatoi artificiali collinari mediante la costruzione di sbarramenti in<br />

terra:<br />

- Serbatoio di Fornelli, di capacità pari a circa 50.000 mc, costituito da una diga in materiale<br />

sciolto di altezza di 9 m, utilizzata per scopi idropotabili nelle Diramazioni di Fornelli e S.Maria,<br />

previo sollevamento e trattamento nel potabilizzatore di Fornelli, e per scopi irrigui nella piana<br />

sottostante la diga;<br />

- Serbatoio di S.Maria, di capacità pari a circa 15.000 mc, costituito da una diga in materiale<br />

sciolto di altezza di 6 m, utilizzata per scopi irrigui nella piana sottostante la diga;<br />

- Serbatoio di Campo Perdu, di capacità pari a circa 15.000 mc, costituito da una diga in<br />

materiale sciolto di altezza di 6 m, utilizzata per scopi idropotabili a Cala Reale e Trabuccato,<br />

previo pompaggio e trattamento nel potabilizzatore di Cala Reale, e per scopi irrigui nella piana<br />

di Campo Perdu.<br />

- Serbatoio di Cala d’Oliva, di capacità pari a circa 13.000 mc, costituito da una diga in materiale<br />

sciolto di altezza di 8 m, utilizzata per scopi idropotabili nella Diramazione Centrale e nel<br />

piccolo centro di Cala d’Oliva, previo sollevamento e trattamento nel potabilizzatore di Cala<br />

d’Oliva.<br />

La risorsa idrica disponibile nei serbatoi è stata in passato sufficiente a servire una popolazione<br />

massima di circa 1000-1500 abitanti, distribuiti nei vari centri carcerari <strong>del</strong>l’isola, senza particolari<br />

e gravi situazioni di emergenza idrica; in casi eccezionali si è sopperito con fornitura attraverso<br />

navi cisterna.


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

La distribuzione <strong>del</strong>la risorsa idrica a Cala Reale e a Cala d’Oliva viene effettuata per pompaggio<br />

verso serbatoi d’accumulo e conseguentemente a gravità, con reti di distribuzione originariamente<br />

realizzate in tubi di ghisa e via via modificatasi, sia nei materiali (è frequente l’utilizzo <strong>del</strong><br />

polietilene) che nello schema, a causa dei numerosi interventi empirici succedutisi nel tempo: allo<br />

stato attuale è evidente il cattivo stato di conservazione <strong>del</strong>la rete, oggetto di frequenti perdite e<br />

malfunzionamenti.<br />

I tre potabilizzatori, negli ultimi anni di gestione penitenziaria, sono andati progressivamente in<br />

disuso nei vari componenti; dal 1997 per tecnologia superata e non rispondenza alle normative<br />

esistenti sono da considerarsi fuori esercizio e sull’isola non è quindi presente acqua potabile.<br />

Per l’approvvigionamento potabile <strong>del</strong>le località di maggiore afflusso si rende necessaria la<br />

revisione ed integrazione dei sistemi di approvvigionamento d’acqua mediante ripristino<br />

funzionale dei sistemi di adduzione e dei serbatoi principali, realizzazione di nuovi impianti di<br />

potabilizzazione e ripristino <strong>del</strong>le reti di distribuzione.<br />

3.3 Raccolta e depurazione dei reflui<br />

Relativamente al sistema di raccolta e depurazione dei reflui, nell’abitato di Cala d’Oliva al<br />

momento esiste una rete fognaria per acque nere con pozzetti di raccolta nei pressi <strong>del</strong>la<br />

Foresteria Nuova e nel porticciolo; da tali punti di raccolta i reflui vengono sollevati verso<br />

l’impianto di depurazione ubicato a circa 600 m dall’abitato stesso e realizzato all’inizio degli anni<br />

‘90. L’impianto di depurazione, costituito da struttura in acciaio (due linee di depurazione a fanghi<br />

attivi, con trattamento primario e secondario e successivo trattamento di fitodepurazione), ha una<br />

potenzialità depurativa stimata di circa 500 Abitanti Equivalenti e, nonostante il lungo periodo di<br />

fermo (almeno 4-5 anni), appare in buono stato di conservazione.<br />

Per garantire l’ottimale funzionamento <strong>del</strong>la raccolta e depurazione dei reflui nel sistema di Cala<br />

d’Oliva è dunque sufficiente un intervento di revisione e riavvio <strong>del</strong>l’impianto e <strong>del</strong> sistema di<br />

convogliamento dei reflui mediante verifica funzionale <strong>del</strong>le tubazioni di mandata, verifica<br />

<strong>del</strong>l’impianto, ripristino <strong>del</strong> sistema di fitodepurazione e realizzazione di un sistema di riutilizzo<br />

<strong>del</strong>le acque reflue per usi irrigui.<br />

A Cala Reale esiste un depuratore di recentissima realizzazione (1998) anche se con progetto<br />

redatto all’inizio degli anni ‘90: l’impianto prevede trattamento di sedimentazione primaria e<br />

trattamento biologico con biodischi; è costituito da due linee separate per una potenzialità<br />

depurativa totale stimata in 1000 AE. Il depuratore è collegato a due serbatoi di raccolta, ubicati<br />

nei pressi <strong>del</strong>la Stazione Sanitaria Marittima e in prossimità <strong>del</strong>le infrastrutture dei Carabinieri, e<br />

da questi sollevati verso l’impianto di depurazione.<br />

La capacità depurativa appare al momento esuberante per le esigenze <strong>del</strong>l’area di Cala Reale,<br />

anche nel caso in cui anche le infrastrutture affidate a varie Amministrazioni <strong>del</strong>lo Stato per usi<br />

governativi ospitino nuclei stabili di personale.<br />

Data la situazione e le difficoltà oggettive di gestione <strong>del</strong>l’impianto a causa <strong>del</strong>l’estrema variabilità<br />

di presenze è facilmente ipotizzabile che l’impianto non entri mai in funzione.<br />

Per garantire l’ottimale funzionamento <strong>del</strong>la raccolta e depurazione dei reflui nel sistema di Cala<br />

Reale appare adeguato, almeno in un periodo di avvio <strong>del</strong> Parco, un sistema di depurazione<br />

distribuito con impianti per piccole comunità.<br />

Sull’isola esiste un terzo depuratore, in località Fornelli, <strong>del</strong> tutto simile all’impianto di Cala d’Oliva<br />

e realizzato contemporaneamente ad esso. La potenzialità è leggermente ridotta rispetto a Cala


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

d’Oliva e può essere stimata in circa 400 AE. Al momento attuale l’impianto è in stato di<br />

abbandono e non può essere utilizzato anche per la mancanza di produzione costante di reflui.<br />

3.4 Riserve idriche distribuite<br />

Oltre ai suddetti serbatoi principali, esiste un complesso sistema di cisterne e piccoli serbatoi nelle<br />

diverse aree <strong>del</strong>l’isola, in alcuni casi connessi tra loro con tubazioni per convogliamento a gravità,<br />

che consente una riserva distribuita di notevole importanza in casi di emergenza. Tali opere, in<br />

genere realizzate con tecniche costruttive tradizionali, sono al momento in cattivo stato di<br />

conservazione e, in alcuni casi, in stato di abbandono: anche quelli utilizzati necessitano<br />

comunque di interventi di manutenzione straordinaria. Si ritiene necessario ripristinare almeno<br />

parzialmente la funzionalità <strong>del</strong> sistema di accumulo distribuito, che garantisca una riserva idrica<br />

in casi di emergenza.<br />

E’ comunque necessaria e prioritaria una attività di censimento e rilievo su cartografia <strong>del</strong>le opere<br />

esistenti e stima <strong>del</strong>le loro capacità di accumulo; è inoltre necessaria la manutenzione<br />

straordinaria dei serbatoi attualmente utilizzati, ristrutturazione dei serbatoi in stato di<br />

conservazione non ottimale, ripristino dei sistemi di connessione tra i serbatoi.<br />

3.5 Sistema di abbeveratoi per la fauna<br />

Per consentire l’abbeveraggio alla fauna selvatica e agli animali domestici allo stato brado, esiste<br />

sull’isola un sistema di abbeveratoi, in genere in prossimità di pozzi, punti di raccolta d’acqua o<br />

sorgenti. Il sistema è al momento attuale in stato di abbandono e necessita di interventi di<br />

manutenzione straordinaria, di ripristino dei sistemi di sollevamento manuali di cui era dotato e la<br />

ricostituzione <strong>del</strong>le vie d’acqua per l’alimentazione <strong>del</strong>le sorgenti.<br />

E’ comunque necessaria e prioritaria una attività di censimento e rilievo su cartografia di tutte le<br />

infrastrutture idriche esistenti, il recupero funzionale dei sistemi locali pozzo-abbeveratoio,<br />

mediante ripristino dei sistemi di sollevamento tradizionali manuali e i sistemi di connessione tra<br />

l’accumulo e la distribuzione, il recupero funzionale dei sistemi locali sorgente-abbeveratoio,<br />

mediante la ricostituzione <strong>del</strong>le linee d’acqua superficiali, utilizzando tecniche di ingegneria<br />

naturalistica.<br />

3 Interventi per la riorganizzazione <strong>del</strong> ciclo <strong>del</strong>l’acqua<br />

Per la riorganizzazione <strong>del</strong> ciclo <strong>del</strong>l’acqua sull’isola, necessaria per qualsiasi attività legata alla<br />

presenza umana, dalle attività istituzionali <strong>del</strong> Parco ai cantieri di ristrutturazione, dalle attività di<br />

vigilanza e controllo alle iniziative legate alla visita <strong>del</strong> parco e alle manifestazioni, nell’ambito <strong>del</strong><br />

Programma Operativo Plurifondo <strong>del</strong>la Regione Sardegna, derivante dal Q.C.S. 1994-99, è stato<br />

destinato un finanziamento di L. 1.420.000.000.<br />

L’intervento, in corso di esecuzione con ultimazione dei lavori prevista per novembre 2001,<br />

garantisce le condizioni di vivibilità nell’abitato di Cala d’Oliva, punto di maggiore afflusso di<br />

presenze, attraverso la fornitura di acqua potabile e la depurazione dei reflui. Parimenti sono<br />

garantite tali condizioni in area Tumbarino e Fornelli, ove si sta procedendo alla ristrutturazione di<br />

alcuni edifici di origine carceraria per la realizzazione di servizi per i visitatori <strong>del</strong> Parco.


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

Cala d’Oliva<br />

In prossimità <strong>del</strong>l’invaso collinare (circa 13.000 mc) situato a breve distanza dall’abitato è presente<br />

un potabilizzatore di recente costruzione (2001) che consente il trattamento di circa 20 mc/h<br />

d’acqua proveniente dal serbatoio artificiale. L’acqua potabile viene addotta al serbatoio<br />

principale di Cala d’Oliva mediante tubazione interrata in ghisa sferoidale <strong>del</strong>la lunghezza di circa 2<br />

km.<br />

Dal serbatoio principale l’acqua viene distribuita per gravità alle utenze civili <strong>del</strong> borgo; alcune<br />

porzioni <strong>del</strong>la rete di distribuzione sono state oggetto di intervento, data la vetustà e la presenza<br />

di perdite distribuite anche nelle parti di più recente realizzazione. E’ comunque necessario un<br />

intervento esaustivo per il ripristino <strong>del</strong>l’efficienza <strong>del</strong>l’intera rete di distribuzione.<br />

Per quanto riguarda il sistema fognario, le acque nere sono convogliate presso i pozzetti di<br />

raccolta preesistenti, anch’essi oggetto di revisione negli organi di sollevamento; da questi i reflui<br />

sono inviati al vicino depuratore.<br />

Il depuratore è oggetto di un approfondito intervento di revisione, consistente nella sostituzione di<br />

parti idrauliche ed elettromeccaniche non più utilizzabili e il ripristino <strong>del</strong>le funzionalità pregresse;<br />

le acque depurate, previo trattamento di fitodepurazione sperimentale realizzato in<br />

collaborazione con l’Università di Sassari, saranno interamente riutilizzate per la macchia<br />

mediterranea e per scopi irrigui.<br />

Tumbarino<br />

Per garantire la funzionalità <strong>del</strong> Centro di Educazione Ambientale e Osservatorio Faunistico in<br />

realizzazione presso l’ex Diramazione carceraria di Tumbarino, è stato ristrutturato un serbatoio<br />

per acqua potabile in prossimità degli edifici e realizzata una linea di adduzione con tubazione<br />

interrata per circa 400 m. Il serbatoio viene alimentato con autobotte con acqua potabile prodotta<br />

presso il potabilizzatore di Cala d’Oliva.<br />

I reflui <strong>del</strong> Centro sono convogliati e raccolti presso una vasca stagna di circa 10 mc di capacità e<br />

inviati periodicamente con bottino al depuratore di Cala d’Oliva.<br />

Fornelli<br />

Nell’area di Fornelli è stata realizzata una nuova condotta interrata <strong>del</strong>la lunghezza di circa 1 km,<br />

che consente di sollevare le acque <strong>del</strong>l’invaso collinare artificiale (circa 50.000 mc) e convogliarle<br />

presso il serbatoio esistente nei pressi <strong>del</strong>l’ex carcere di massima sicurezza. Da questo punto è<br />

possibile utilizzare l’acqua, pur non potabile, a scopo irriguo nell’area <strong>del</strong> carcere e per i servizi<br />

igienici situati presso l’ex corpo di guardia ubicato nei pressi <strong>del</strong> molo.<br />

I reflui dei servizi sono convogliati e raccolti presso due vasche stagne di circa 20 mc di capacità e<br />

inviati periodicamente con bottino al depuratore di Cala d’Oliva.


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

4 Interventi programmati per l’area di Cala Reale<br />

Fornitura di acqua potabile<br />

E’ noto che l’intera area di Cala Reale necessita di un intervento a grande scala per la soluzione<br />

<strong>del</strong>le problematiche legate all’approvvigionamento idrico e allo smaltimento dei reflui. In<br />

particolare l’intervento deve necessariamente estendersi all’intero sistema centrale <strong>del</strong>l’isola, da<br />

Campo Perdu a Trabuccato, comprendendo le risorse idriche superficiali e sotterranee presenti<br />

(dighe, sorgenti, pozzi) in funzione <strong>del</strong>l’utilizzo (potabile, zootecnico, agricolo).<br />

Limitandosi all’area di Cala Reale, l’approvvigionamento idrico è stato garantito nei tempi più<br />

recenti dalle acque provenienti dal serbatoio artificiale di Campo Perdu (circa 15.000 mc), che in<br />

seguito a pompaggio e trattamento di potabilizzazione alimentavano la cisterna alta di Cala Reale;<br />

da quest’ultima per gravità venivano servite le utenze di Cala Reale e Trabuccato.<br />

Negli anni ’90, con la realizzazione di un pozzo per esigenze di cantiere <strong>del</strong>la ditta impegnata nella<br />

ristrutturazione di alcuni immobili alla Reale, le acque di Campo Perdu sono state integrate con<br />

acqua di falda. In seguito alla dismissione <strong>del</strong>l’impianto di pompaggio e potabilizzazione ormai<br />

obsoleto, non funzionante e fuori norma, le acque prelevate dal pozzo costituiscono l’unica fonte<br />

di approvvigionamento per Cala Reale. Non si conoscono al momento le caratteristiche<br />

idrogeologiche <strong>del</strong>la falda, anche se le informazioni verbalmente acquisite dai precedenti<br />

utilizzatori non evidenziano particolari problematiche di approvvigionamento; sono note ad oggi<br />

solo le caratteristiche chimico-fisiche (acqua salmastra con sostanze argillose in sospensione) e la<br />

portata di prelievo (circa 1 l/sec).<br />

Non essendo ipotizzabile in tempi brevi il ripristino <strong>del</strong> sistema di Campo Perdu, per il quale è<br />

indispensabile la realizzazione di un nuovo impianto di potabilizzazione, è necessario studiare una<br />

soluzione temporanea per dare la possibilità di utilizzare gli edifici di Cala Reale nel più breve<br />

tempo possibile. L’acqua di Campo Perdu, con limitati interventi di manutenzione straordinaria,<br />

può essere comunque resa disponibile per emergenza nelle cisterne di Cala Reale, per scopi<br />

comunque non potabili.<br />

L’unica alternativa a breve termine per l’approvvigionamento idrico appare quindi il prelievo da<br />

falda attraverso il pozzo, con trattamento locale di filtrazione e desalinizzazione direttamente<br />

presso i 3 serbatoi <strong>del</strong>l’impianto di distribuzione di Cala Reale, lasciando comunque inalterato<br />

l’attuale sistema di distribuzione dal serbatoio alle utenze presenti a valle (Polizia Penitenziaria,<br />

Carabinieri).<br />

Non è ipotizzabile in tempi brevi il ripristino <strong>del</strong>la cisterna alta di Cala Reale, utilizzata finora per la<br />

distribuzione a gravità fino a Trabuccato (area Polizia Penitenziaria, area Carabinieri, area<br />

Ministero Finanze), a causa <strong>del</strong>l’elevato degrado strutturale e impiantistico; la soluzione a medio<br />

termine per il sistema idrico di Cala Reale prevede il ripristino funzionale <strong>del</strong> serbatoio alto di Cala<br />

Reale, la sua alimentazione dal pozzo e dall’invaso di Campo Perdu, la potabilizzazione <strong>del</strong>l’acqua<br />

mediante la costruzione di un nuovo impianto di trattamento nell’area limitrofa al nuovo<br />

depuratore e la realizzazione <strong>del</strong>la rete di distribuzione a tutte le utenze di Cala Reale.<br />

Tale intervento risolutivo, data l’estensione, i costi e il coinvolgimento <strong>del</strong>le varie Amministrazioni<br />

interessate può essere realizzato solo in seguito alla analisi <strong>del</strong>le esigenze idriche e con il consenso<br />

e contributo <strong>del</strong>le Amministrazioni stesse.


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

Smaltimento dei reflui<br />

Nell’agosto 2000 è stato collaudato l’impianto di depurazione di Cala Reale, realizzato nell’ambito<br />

degli interventi di recupero <strong>del</strong> Ministero LL.PP. ed ora in carico all’Assessorato Enti Locali <strong>del</strong>la<br />

Regione Sardegna.<br />

L’impianto non è mai entrato in esercizio e non è ipotizzabile che venga attivato in tempi brevi,<br />

essendo necessaria una produzione costante di materia organica.<br />

E’ quindi necessario il ricorso agli impianti integrativi per piccole comunità, ottimale per soluzioni<br />

con grande fluttuazione <strong>del</strong>le presenze; a tal riguardo è necessario studiare la soluzione più<br />

opportuna sulla base di previsioni attendibili di presenza stabile e fluttuante. Al momento, la<br />

soluzione più semplice e immediata dovrebbe essere quella di convogliare i reflui sino alla vasca di<br />

rilancio esistente e, in tale sito, realizzare un impianto di trattamento per circa 50-100 ab/eq., con<br />

recupero <strong>del</strong>le acque depurate nel serbatoio di alimentazione all’impianto igienico-sanitario.<br />

Tale soluzione appare l’unica perseguibile per lo smaltimento dei reflui <strong>del</strong>le utenze <strong>del</strong>le varie<br />

Amministrazioni interessate, proprio per la difficoltà attuale di stimare le presenze e per la<br />

flessibilità nell’avvio saltuario dei piccoli impianti.<br />

L’alternativa a tale tipo di intervento può essere solo quella di accumulo dei reflui nelle vasche di<br />

rilancio già costruite e successivo smaltimento con bottino presso il depuratore di Cala d’Oliva,<br />

appena questo entrerà in servizio o con trasporto con autospurgo fuori <strong>del</strong>l’isola.<br />

5 Priorità di intervento<br />

Per la completa riorganizzazione <strong>del</strong> ciclo <strong>del</strong>l’acqua sull’intera isola <strong>del</strong>l’Asinara, oltre agli<br />

interventi in corso di realizzazione, appaiono urgenti secondo la seguente scala di priorità:<br />

- il ripristino <strong>del</strong> sistema di Cala Reale, mediante la realizzazione di un nuovo potabilizzatore e<br />

l’installazione di impianti di biodepurazione distribuiti;<br />

- la revisione <strong>del</strong>la rete di distribuzione <strong>del</strong>l’acqua potabile nell’abitato di Cala d’Oliva;<br />

- la realizzazione di un impianto di trattamento acque per l’area di Fornelli;<br />

- la realizzazione di impianti di biodepurazione distribuiti per Fornelli e Tumbarino;<br />

- il ripristino funzionale <strong>del</strong> sistema di pozzi, sorgenti e abbeveratoi.<br />

L’intero sistema fin qui descritto rappresenta la configurazione di minima per la garanzia <strong>del</strong>le<br />

condizioni igieniche e di vivibilità nel Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara: i parametri e le esigenze di<br />

risorsa idrica e la relativa quantificazione in funzione <strong>del</strong>le attività che si svolgeranno sono<br />

individuati all’interno <strong>del</strong> Piano <strong>del</strong> Parco, strumento pianificatorio fondamentale per la futura<br />

gestione <strong>del</strong> Parco.<br />

E’ comunque fin d’ora indispensabile garantire in tempi brevi il funzionamento <strong>del</strong>l’insieme <strong>del</strong>le<br />

infrastrutture idrauliche esistenti ed in corso di realizzazione, affidando a soggetti qualificati<br />

l’intera gestione <strong>del</strong> ciclo <strong>del</strong>l’acqua, e coinvolgendo le Amministrazioni a vario titolo competenti


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

per l’argomento (Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara, Comune di Porto Torres, Regione, Provincia di<br />

Sassari).<br />

4 ACQUE COSTIERE<br />

4.1 La qualità <strong>del</strong>le acque e dei sedimenti marini<br />

Le acque circostanti l’isola <strong>del</strong>l’Asinara presentano in generale un qualità elevata come indicato<br />

dalla notevole trasparenza e dalle basse concentrazioni di composti o elementi indicatori di<br />

impatto antropico. A tale elevata qualità, nonché al basso grado di disturbo antropico, corrisponde<br />

una notevole integrità <strong>del</strong>le comunità biologiche, descritte e analizzate successivamente.<br />

Le acque costiere <strong>del</strong> versante occidentale <strong>del</strong>l’isola sono sottoposte ad un minimo impatto di<br />

origine antropica, essendo praticamente assenti fonti di inquinamento nelle vicinanze, ad<br />

eccezione di sversamenti accidentali o intenzionali dovuti a petroliere.<br />

La qualità <strong>del</strong>le acque <strong>del</strong> versante orientale <strong>del</strong>l’isola può potenzialmente risentire degli impatti<br />

generati dalle attività incidenti sul golfo, anche in conseguenza <strong>del</strong>la direzione di moto prevalente<br />

<strong>del</strong>le correnti, e principalmente ascrivibili al polo industriale di Porto Torres, agli insediamenti civili<br />

costieri e <strong>del</strong>l’entroterra e agli insediamenti turistici.<br />

I dati utilizzati per descrivere il livello di qualità <strong>del</strong>le acque e dei sedimenti marini <strong>del</strong>l’isola e <strong>del</strong><br />

golfo <strong>del</strong>l’Asinara sono parte di quelli rilevati nel corso <strong>del</strong> monitoraggio sistematico <strong>del</strong>lo stato<br />

<strong>del</strong>le acque costiere <strong>del</strong>la Sardegna settentrionale, realizzato per conto <strong>del</strong>l’Amministrazione<br />

Provinciale di Sassari. L’area oggetto <strong>del</strong>l’intero monitoraggio corrisponde al tratto di mare<br />

costiero compreso tra gli insediamenti di Olbia e Alghero, all’interno <strong>del</strong>la quale sono state<br />

individuate 68 stazioni di misura.


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

Carta riassuntiva dei transetti e dei punti di misura e prelievo in mare e alle foci dei fiumi <strong>del</strong><br />

monitoraggio <strong>del</strong>la Sardegna settentrionale. AF: alto fondale; MF: medio fondale; BF: basso fondale.<br />

Ai fini <strong>del</strong> presente studio si considerano i dati relativi al tratto di mare compreso tra l’Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara e Castelsardo, coperto da 25 stazioni di campionamento e misura. 24 stazioni sono<br />

disposte lungo 8 transetti costa-largo e una stazione (P31) è localizzata all’interno <strong>del</strong>l’ambito<br />

portuale di Porto Torres. Nella seguente tabella sono riassunte in modo sintetico le caratteristiche<br />

dei transetti e <strong>del</strong>le rispettive stazioni, che si differenziano in costiere, intermedie ed esterne, e<br />

per la tipologia di analisi e misure in esse effettuate.<br />

I dati presi in esame si riferiscono in genere ai monitoraggi eseguiti nel corso <strong>del</strong>l’anno 2000<br />

mediante quattro campagne di misura (aprile, luglio, ottobre e dicembre).


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

Posizione e tipologia <strong>del</strong>le stazioni di misura e campionamento in mare.


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

4.2 Caratteristiche idrologiche<br />

Le condizioni idrologiche <strong>del</strong>la colonna d’acqua <strong>del</strong> golfo <strong>del</strong>l’Asinara sono state oggetto di<br />

monitoraggio in continuo, realizzato mediante due boe oceanografiche posizionate in prossimità<br />

di Porto Torres (transetto numero 9) e <strong>del</strong>l’Asinara. I dati riportati si riferiscono alla prima boa<br />

(Porto Torres) e al periodo di funzionamento <strong>del</strong>la stessa durante l’anno 2000 (metà giugno – fine<br />

dicembre). I dati rilevati dalla seconda boa (limitati per il 2000 al periodo metà ottobre – fine<br />

dicembre) evidenziano un’evoluzione idrologica <strong>del</strong>la colonna d’acqua molto simile a quella<br />

descritta dalla boa 1.<br />

Nel periodo metà giugno – inizio settembre la colonna d’acqua appare stratificata verticalmente,<br />

con differenze massime di temperatura pari a circa 6 gradi in giugno e agosto (vedi figura sotto). La<br />

stratificazione si rileva particolarmente evidente nel mese di agosto, al termine <strong>del</strong> quale la<br />

temperatura di superficie raggiunge i 26 °C. A fine ottobre non si rileva più la stratificazione<br />

verticale e ha inizio il raffreddamento <strong>del</strong>la colonna che in dicembre raggiunge la temperatura di<br />

17 °C.<br />

Evoluzione <strong>del</strong>la temperatura lungo la colonna d’acqua nel periodo metà giugno – fine<br />

dicembre 2000 all’interno <strong>del</strong> Golfo <strong>del</strong>l’Asinara.<br />

La salinità presenta una variazione temporale limitata nel periodo di misura e passa da valori di 38<br />

psu in primavera a 38,2 psu in estate, successivamente tende a diminuire verso i valori misurati<br />

all’inizio <strong>del</strong> periodo indagato (vedi figura sotto). I dati misurati nella boa 2, evidenziano dopo<br />

metà novembre una diminuzione più consistente fino a valori di 36,5 psu.


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

Evoluzione <strong>del</strong>la salinità lungo la colonna d’acqua nel periodo metà giugno – fine dicembre 2000 all’interno <strong>del</strong><br />

Golfo <strong>del</strong>l’Asinara.<br />

L’ossigeno disciolto, misurato in termini di percentuale di saturazione (vedi figura sotto), nel<br />

periodo giugno – ottobre presenta valori superiori al 100% (fino al 110%) nello strato di fondo (5-7<br />

m dal fondo) e inferiori alla saturazione (95%) nello strato superficiale. Questo arricchimento è<br />

probabilmente collegato alla presenza <strong>del</strong>la prateria di posidonia in grado di fornire al sistema un<br />

grosso apporto in termini di ossigeno disciolto, che a causa <strong>del</strong>la stratificazione termica estiva<br />

rimane maggiormente localizzato sul fondo. La stratificazione rilevata scompare in ottobre e il<br />

parametro si mantiene su valori prossimi al 95%.<br />

Evoluzione <strong>del</strong>l’ossigeno disciolto lungo la colonna d’acqua nel periodo metà giugno – fine dicembre 2000<br />

all’interno <strong>del</strong> Golfo <strong>del</strong>l’Asinara.<br />

Nel corso <strong>del</strong>l’evoluzione idrologica <strong>del</strong>la colonna d’acqua risulta evidente un evento <strong>del</strong>la durata<br />

di 2-3 giorni agli inizi di luglio in cui scompare la stratificazione verticale e la colonna assume valori<br />

uniformi, minori di quelli misurati complessivamente durante giugno-luglio (temperatura – 1/2 °C,<br />

salinità – 0,75 psu, ossigeno – 25/30%).<br />

I principali parametri idrologici sono stati misurati anche durante le quattro campagne di<br />

monitoraggio <strong>del</strong> 2000 sia mediante il sistema blue box che permette la costruzione di profili


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

orizzontali ad alta risoluzione e sia tramite sonda CTD per la caratterizzazione <strong>del</strong>la struttura<br />

verticale <strong>del</strong>la colonna d’acqua nei singoli siti di monitoraggio.<br />

Sull’intero tratto costiero <strong>del</strong>la Sardegna settentrionale (compreso tra Alghero ed Olbia) si<br />

riscontra un incremento <strong>del</strong>la temperatura e <strong>del</strong>la salinità da aprile a luglio e una successiva<br />

diminuzione da ottobre a dicembre.<br />

Risulta inoltre evidenziato un gradiente di temperatura in superficie, decrescente da ovest verso<br />

est lungo la costa, corrispondente ad un gradiente crescente di salinità nella stessa direzione.<br />

Questi gradienti sono presenti in tutte le campagne e appaiono maggiormente evidenti in ottobre.<br />

Valori superficiali minori di tali parametri si osservano in dicembre alle foci dei fiumi Mannu,<br />

Coghinas e Silis, in seguito alle influenze degli apporti fluviali successivi ad un periodo di<br />

precipitazioni consistenti.<br />

I profili verticali di temperatura e salinità rilevati nelle varie stazioni di campionamento di<br />

monitoraggio <strong>del</strong>la Sardegna settentrionale sono sostanzialmente in accordo con i dati acquisiti in<br />

continuo mediante la boa oceanografica di Porto Torres. I termoclini maggiori si riscontrano in<br />

estate (campagna di luglio: 15,5 – 25,4 °C) e in autunno (campagna di ottobre: 16,8 – 24,7 °C),<br />

mentre in primavera (campagna di aprile: 14,1 – 16,6 °C) ed in inverno (dicembre: 14,7 – 17,4 °C)<br />

la colonna d’acqua appare più omogenea.<br />

I livelli di ossigeno disciolto tendono generalmente ad aumentare in estate, quando si rilevano<br />

valori superiori al 120% lungo tutto il profilo verticale fino a profondità di circa 60 m nei transetti<br />

antistanti Stintino e Porto Torres. I dati relativi a tutte le stazioni oggetto <strong>del</strong> monitoraggio<br />

eseguito lungo le coste <strong>del</strong>la Sardegna settentrionale, evidenziano in primavera, estate ed<br />

autunno un aumento <strong>del</strong>la percentuale di saturazione <strong>del</strong>l’ossigeno a profondità prossime a 40 m,<br />

dove si osserva anche una diminuzione <strong>del</strong>la temperatura ed un aumento dei valori di<br />

fluorescenza. L’aumento <strong>del</strong>l’ossigeno disciolto appare quindi imputabile all’attività fotosintetica<br />

<strong>del</strong>la comunità fitoplanctonica. In dicembre il segnale di fluorescenza in profondità non è<br />

presente, mentre si osserva un picco in superficie in alcune stazioni, in particolare quelle <strong>del</strong><br />

transetto di Porto Torres (in prossimità <strong>del</strong> fiume Mannu) e quelle localizzate in prossimità dei<br />

fiumi Silis e Coghinas.<br />

L’intervallo di variazione dei valori di trasparenza misurati mediante disco secchi (figura 25) risulta<br />

minore nella campagna eseguita in aprile (5-20 m) rispetto a quelle di luglio, ottobre e dicembre<br />

(5-30 m), in accordo con quanto rilevato nel piano di monitoraggio <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>l’Ambiente<br />

condotto nel periodo 1997-1998 (ICRAM 2000). In particolare è significativo rilevare come durante<br />

i mesi di luglio e ottobre sia spesso visibile il fondale <strong>del</strong>le stazioni meno profonde. I valori<br />

maggiori di trasparenza si riscontrano nelle stazioni in prossimità <strong>del</strong>l’Asinara (P13-P21),<br />

Castelsardo (P35-P37), Stintino (P22-P24) e in parte marina di Sorso (P32-P34). I valori minori<br />

caratterizzano le stazioni localizzate in prossimità <strong>del</strong>le coste maggiormente antropizzate e di foci<br />

fluviali, come nel caso di Porto Torres (P29 e P30) dove solo in luglio il fondo è visibile, e <strong>del</strong>la<br />

stazione P31 in ambito portuale dove in nessuna campagna il valore di trasparenza si estende fino<br />

al fondale. Occasionalmente (aprile) anche nelle stazioni costiera (P25) e intermedia (P26) <strong>del</strong><br />

transetto <strong>del</strong>la centrale di Fiume Santo il fondale non risulta visibile. I valori misurati tendono<br />

ovviamente ad aumentare lungo il transetto costa-largo.<br />

La distribuzione spaziale <strong>del</strong> parametro trasparenza è in accordo con i valori di torbidità misurati,<br />

che per quasi tutte le stazioni sono molto bassi e prossimi al limite di rilevabilità, e che quindi<br />

evidenziano una situazione generale di notevole trasparenza <strong>del</strong>le acque. Valori di torbidità<br />

mediamente più elevati si riscontrano esclusivamente in prossimità di Porto Torres per tutte le


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

campagne e in dicembre, in accordo con gli elevati valori superficiali di fluorescenza misurati e con<br />

condizioni di precipitazioni significative, nelle stazioni antistanti i fiumi Mannu, Silis, Pedras de<br />

Fogu e Coghinas.<br />

In questa pagina e nella successiva sono riportati i valori di trasparenza misurati mediante disco secchi durante le<br />

campagne di aprile, luglio, ottobre e dicembre 2000 nelle stazioni <strong>del</strong>l’isola e <strong>del</strong> golfo <strong>del</strong>l’Asinara.


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

4.3 Le condizioni trofiche<br />

Lo stato trofico di un sistema marino costiero è ben rappresentato dall’indice sintetico Trix, la cui<br />

quantificazione è richiesta anche dal D.L. 258/00. Tale indice viene calcolato tramite una formula<br />

che combina tra di loro diversi parametri (clorofilla a, ossigeno disciolto in termini di percentuale<br />

di saturazione, fosforo totale e azoto inorganico disciolto) significativi ai fini <strong>del</strong>la caratterizzazione<br />

trofica <strong>del</strong> tratto di mare considerato (Vollenweider et al. 1998). Una volta calcolato, l’indice è<br />

classificabile in termini di stato di qualità <strong>del</strong>le acque, in base ai criteri proposti nel Dlgs 152/99.


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

Come evidenziato dalle successive figure i livelli <strong>del</strong>l’indice trofico corrispondono per la quasi<br />

totalità <strong>del</strong>le stazioni di monitoraggio <strong>del</strong>la Sardegna settentrionale, e quindi <strong>del</strong> golfo <strong>del</strong>l’Asinara,<br />

a condizioni di elevata qualità e all’assenza di alterazioni significative. Tali condizioni sono<br />

caratteristiche di acque scarsamente produttive, ad elevata trasparenza e che non presentano<br />

colorazioni anomale o situazioni di sottosaturazione <strong>del</strong>l’ossigeno disciolto.<br />

Indice di trofia <strong>del</strong>le acque (Trix) per le quattro campagne di monitoraggio.<br />

All’interno <strong>del</strong> contesto geografico oggetto <strong>del</strong> presente studio le stazioni che presentano i valori<br />

di Trix maggiori sono quelle <strong>del</strong> transetto di Porto Torres (28, 29, 30) e la P31 localizzata all’interno<br />

<strong>del</strong>l’ambito portuale di tale località. Lo stato di qualità trofico <strong>del</strong>le acque costiere di Porto Torres<br />

risulta comunque elevato e solo occasionalmente (dicembre e in parte luglio) i valori di Trix<br />

risultano maggiori di 4 (stato di qualità buono). Le acque marine <strong>del</strong>l’Asinara, Stintino, centrale<br />

elettrica di Fiume Santo e Castelsardo sono caratterizzate sempre da valori <strong>del</strong>l’indice trofico<br />

molto bassi (inferiori a 2-3). Tali valori concordano con quelli rilevati nel corso <strong>del</strong> monitoraggio<br />

eseguito dal Servizio per la Difesa <strong>del</strong> Mare <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>l’Ambiente tra maggio 1997 e giugno<br />

1998 (ICRAM 2000).<br />

Le condizioni di elevata qualità trofica descritte sono evidenziabili anche dall’analisi dei singoli<br />

parametri.<br />

Le concentrazioni dei principali nutrienti disciolti in acqua si mantengono sostanzialmente sui<br />

valori tipici di ambienti oligotrofici e in allineamento con i dati pregressi, come si evince dal<br />

confronto con i valori riportati in tabella 26.


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

I valori medi di azoto inorganico (figura 28) disciolto (DIN) rilevati nelle stazioni costiere dei<br />

transetti antistanti le coste <strong>del</strong>l’Asinara (5, 6, 7), Stintino (8) e Castelsardo (12) risultano<br />

decisamente bassi (inferiori a 5-6 mg/m3).<br />

Concentrazioni medie di azoto inorganico disciolto (DIN) e di azoto ammoniacale, nitrico e nitroso, misurate nelle<br />

stazioni costiere dei transetti <strong>del</strong>l’isola e <strong>del</strong> golfo <strong>del</strong>l’Asinara durante il periodo di monitoraggio.<br />

Valori medi più elevati caratterizzano le acque costiere prospicienti gli insediamenti di Porto<br />

Torres (19 mg/m3) e Sorso (21 mg/m3), che durante particolari stagioni presentano i valori di<br />

azoto inorganico disciolto maggiori (per Porto Torres 58 mg/m3 in dicembre, per Sorso 43 mg/m3<br />

in ottobre e 32 mg/m3 in dicembre). Anche nelle stazioni costiere P31 (ambito portuale) e P25<br />

(centrale di Fiume Santo) sono stati misurati valori maggiori di 20 mg/m3 in dicembre.<br />

I valori più elevati misurati in questi siti pur essendo associabili ad un segnale legato alla presenza<br />

di coste maggiormente antropizzate, <strong>del</strong> quale si deve tenere conto in fase di gestione, si<br />

mantengono in media al di sotto dei valori riscontrati in aree eutrofiche e in altre aree <strong>del</strong>la<br />

Sardegna settentrionale caratterizzate da maggiore impatto (aree portuali di Olbia e Alghero).<br />

Le osservazioni sopra riportate si riflettono sulle singole forme <strong>del</strong>l’azoto, in particolare sui nitrati<br />

che mediamente rappresentano il 70-90% <strong>del</strong> DIN, a testimonianza di condizioni ambientali<br />

prevalentemente ossidanti. I valori medi più elevati di azoto nitrico sono stati misurati in<br />

prossimità di Porto Torres (15 mg/m3) e di marina di Sorso (19 mg/m3).


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

Concentrazioni dei principali nutrienti rilevate nelle stazioni costiere durate il monitoraggio<br />

<strong>del</strong>le acque marine <strong>del</strong>la Sardegna settentrionale e valori di bibliografia.<br />

I livelli di azoto ammoniacale e nitroso sono mediamente inferiori a 1 mg/m3 in tutte le stazioni<br />

costiere, tranne per il transetto di Porto Torres (N ammoniacale 2,1 mg/m3; N nitroso 1,9 mg/m3<br />

), per la stazione P31 in ambito portuale (N ammoniacale 1,0 mg/m3; N nitroso 1,2 mg/m3) e in<br />

parte per il transetto di marina di Sorso (N nitroso 1,0 mg/m3). Le stazioni <strong>del</strong>l’Asinara sono<br />

caratterizzate da valori medi decisamente bassi di N ammoniacale (tra 0,1 e 0,6 mg/m3) e nitroso<br />

(tra 0,5 e 0,7 mg/m3).<br />

I dati di azoto inorganico disciolto misurati nelle stazioni esterne non evidenziano le differenze di<br />

comportamento descritte. Mediamente si mantengono al di sotto di 15-20 mg/m3 in tutto il golfo.<br />

Analogamente a quanto si verifica per l’azoto, anche il fosforo è presente in concentrazioni<br />

mediamente basse.<br />

I livelli medi di fosforo totale rilevati nelle stazioni costiere <strong>del</strong>l’Asinara (1,3-2,6 mg/m3), Stintino e<br />

Castelsardo, sono minori di 3 mg/m3 e quindi estremamente bassi. Livelli mediamente bassi, con<br />

aumenti limitati in stagioni particolari, caratterizzano le acque antistanti la centrale di Fiume Santo<br />

e marina di Sorso. Valori sopra la media sono stati misurati nella stazione costiera di Porto Torres


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

(14 mg/m3) e nella P31 all’interno <strong>del</strong>l’ambito portuale (19,4 mg/m3). In queste due stazioni<br />

durante la campagna di dicembre sono stati misurati i valori massimi <strong>del</strong> paramento<br />

(rispettivamente 29,8 e 27,1 mg/m3), probabilmente in conseguenza di un aumento <strong>del</strong><br />

particellato di origine organica lungo la colonna d’acqua e di un maggiore apporto da parte dei<br />

fiumi, come descritto successivamente.<br />

Come nel caso <strong>del</strong>l’azoto, i livelli mediamente più alti riscontrati in queste stazioni possono essere<br />

associati all’effetto <strong>del</strong>le attività antropiche presenti nella zona e in parte agli apporti <strong>del</strong> fiume<br />

Mannu. Il segnale costiero di origine antropica diminuisce di intensità lungo il transetto,<br />

mantenendo comunque una visibilità rilevabile nella stazione intermedia <strong>del</strong> transetto di Porto<br />

Torres.


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

Concentrazioni medie <strong>del</strong> fosforo totale misurate nelle stazioni costiere, intermedie ed esterne<br />

dei transetti <strong>del</strong>l’isola e <strong>del</strong> golfo <strong>del</strong>l’Asinara durante il periodo di monitoraggio.<br />

La frazione inorganica disciolta (ortofosfati) risultata spesso inferiore al limite di rilevabilità (0,186<br />

mgP/m3) in molte stazioni costiere (le tre <strong>del</strong>l’Asinara, centrale di Fiume Santo, Castelsardo),<br />

mentre in altre (Stintino e Sorso) assume valori comunque bassi (< di 1,5 mgP/m3) (vedi figura<br />

pagina seguente).


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

Concentrazioni medie <strong>del</strong> fosforo inorganico disciolto misurate nelle stazioni costiere dei<br />

transetti <strong>del</strong>l’isola e <strong>del</strong> golfo <strong>del</strong>l’Asinara durante il periodo di monitoraggio.<br />

La stazioni costiera di Porto Torres e la P31 sono caratterizzate dai valori medi più elevati<br />

(rispettivamente 3,7 mgP/m3 e 4,5 mgP/m3) e da livelli massimi in dicembre (rispettivamente 12<br />

mgP/m3 e 10,3 mgP/m3). È evidente anche per questo parametro come tali livelli siano associabili<br />

ad un segnale di origine antropica. Malgrado questa aree presentino i valori medi e stagionali più<br />

alti, e quindi sia necessario porre un’attenzione particolare al loro monitoraggio e alla loro<br />

gestione, tali valori risultano in genere inferiori a quelli tipici di sistemi costieri eutrofici.<br />

Analogamente a quanto riscontrato per il fosforo totale anche i livelli degli ortofosfati decrescono<br />

lungo il transetto costa-largo (nel transetto di Porto Torres il segnale costiero è evidente anche<br />

nella stazione intermedia).<br />

Gli ortofosfati costituiscono percentuali molto variabili <strong>del</strong> fosforo totale con una tendenza<br />

generale ad aumentare: nelle stagioni fredde (aprile e dicembre) rispetto a quelle più calde, nelle<br />

stazioni esterne rispetto a quelle costiere, nel livello di fondo rispetto a quello superficiale. Tali<br />

tendenze all’aumento sono da porre in relazione con una minore richiesta e utilizzo da parte <strong>del</strong><br />

comparto biologico.<br />

Il rapporto tra azoto inorganico disciolto e fosforo inorganico evidenzia una situazione generale di<br />

fosforo limitazione (N/P > 16), con situazioni localizzate di azoto limitazione nelle stazioni costiere<br />

di Stintino, Porto Torres e ambito portuale e nelle stazioni intermedie di Porto Torres, Asinara<br />

costa occidentale e Asinara Punta Scorno. I valori <strong>del</strong> rapporto N/P che caratterizzano le stazioni<br />

costiere sono comunque bassi, essendo inferiori a 30 tranne che in corrispondenza di Stintino (65),<br />

e mediamente variano tra 3 e 65. Anche nelle stazioni intermedie il rapporto assume valori medi<br />

limitati e spesso inferiori a 40-50. Una situazione caratterizzata da diffusi episodi di azoto<br />

limitazione e bassi valori <strong>del</strong> rapporto anche in casi di fosforo limitazione è caratteristica <strong>del</strong>le<br />

acque <strong>del</strong>la Sardegna e <strong>del</strong>le regioni tirreniche in generale (ICRAM 2000).<br />

I composti <strong>del</strong> carbonio sono stati rilevati in concentrazioni sempre molto basse. I livelli di<br />

carbonio organico disciolto (DOC) sono per tutte le campagne e stazioni (costiere, intermedie ed<br />

esterne) inferiori al limite di rilevabilità di 1 mg/l, tranne in alcuni rari casi (come per es. nella<br />

stazione intermedia <strong>del</strong>la centrale di Fiume Santo: 1,4 mg/l) nei quali i valori misurati sono<br />

comunque di poco superiori. Anche i valori di carbonio organico particellato sono sempre bassi e<br />

non superano mai il valore di 0,4 mg/l.


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

L’andamento <strong>del</strong>la concentrazione dei nutrienti è correlato direttamente con quello <strong>del</strong>la<br />

concentrazione <strong>del</strong>la clorofilla “a”, indicatore di elevato significato in quanto a sua volta correlato<br />

con i valori di biomassa fitoplanctonica. I valori medi misurati nelle acque <strong>del</strong> golfo <strong>del</strong>l’Asinara<br />

risultano contenuti e in accordo con una situazione di oligotrofia.<br />

Concentrazioni medie di clorofilla “a” misurate nelle stazioni costiere, intermedie ed esterne<br />

dei transetti <strong>del</strong>l’isola e <strong>del</strong> golfo <strong>del</strong>l’Asinara durante il periodo di monitoraggio.


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

I valori misurati lungo i transetti <strong>del</strong>l’Asinara - costa occidentale, Asinara - Isola Scombro, Stintino,<br />

centrale di Fiume Santo e Castelsardo sono sempre molto bassi (minori di 0,2-0,3 mg/m3), in<br />

accordo con i bassi livelli di nutrienti riscontrati in queste aree.<br />

Valori medi più elevati di clorofilla, comunque contenuti e in accordo con condizioni di oligotrofia,<br />

si riscontrano in prossimità <strong>del</strong>le aree in cui sono stati misurati livelli di nutrienti superiori alla<br />

media in conseguenza di un’influenza di origine antropica sul sistema. Le stazioni costiere P30 e<br />

P31 prossime all’insediamento abitativo e produttivo di Porto Torres sono caratterizzate da<br />

concentrazioni medie di clorofilla “a” rispettivamente pari a 1,10 mg/m3e 1,36 mg/m3. L’analisi<br />

dei valori misurati durante le singole campagne rivela che livelli più alti rispetto a quelli<br />

caratteristici <strong>del</strong>le altre stazioni sono presenti solo parzialmente in luglio e ottobre (comunque<br />

inferiori a 1 mg/m3) e sono evidenti in dicembre, quando si riscontrano valori elevati (3,20 mg/m3<br />

e 3,90 mg/m3). Questi picchi invernali di clorofilla, riscontrati anche in altre stazioni oggetto <strong>del</strong><br />

monitoraggio <strong>del</strong>la Sardegna settentrionale, sono imputabili ad aumenti di fitoplancton indotti da<br />

input consistenti dei fiumi Mannu e Silis collegati a periodi di precipitazioni intense – come<br />

testimoniato anche dal rilevamento di massimi di fluorescenza e torbidità in superficie in questo<br />

periodo nei transetti localizzati in prossimità di tali fiumi - e a fenomeni di upwelling sottocosta<br />

peculiari di alcune zone oligotrofiche <strong>del</strong> Mediterraneo. I valori di clorofilla “a” misurati nelle<br />

stazioni <strong>del</strong> golfo <strong>del</strong>l’Asinara e la distribuzione spaziale di questo parametro sono concordi con i<br />

livelli riscontrati da Sechi et al. (1998), che per la stazione costiera di Porto Torres riportano una<br />

concentrazione media pari a 0,75 mg/l in linea con i valori misurati nel monitoraggio durante le<br />

campagne di luglio e ottobre. In generale laddove il segnale di clorofilla appare più marcato, le<br />

concentrazioni di tale parametro tendono a diminuire dalla costa verso il largo.<br />

Tale tendenza, seppur confermata, è meno evidente lungo il transetto di Porto Torres, nel quale in<br />

dicembre sono stati misurati valori relativamente elevati di clorofilla anche nelle stazioni<br />

intermedia (3,1 mg/m3) ed esterna (1,4 mg/m3).<br />

Le misure di fluorescenza eseguite con il sistema blue box per la mappatura <strong>del</strong>le acque<br />

superficiali e tramite sonda multiparametrica per la ricostruzione di profili verticali nelle stazioni di<br />

campionamento, risultano concordi con i dati di clorofilla. La distribuzione areale <strong>del</strong>la<br />

fluorescenza nel livello superficiale conferma valori maggiori, comunque in media contenuti, in<br />

corrispondenza di zone a maggiore impatto antropico e in dicembre in corrispondenza dei fiumi<br />

Mannu, Silis e Coghinas.<br />

Andamento temporale <strong>del</strong>la concentrazione <strong>del</strong>la clorofilla “a” nelle stazioni costiere dei transetti <strong>del</strong>l’isola e <strong>del</strong><br />

golfo <strong>del</strong>l’Asinara.


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

Al fine di valutare l’influenza complessiva degli apporti fluviali sull’ambiente costiero sono state<br />

eseguite misurazioni sui principali corsi d’acqua che sfociano nel golfo <strong>del</strong>l’Asinara (Pedras de<br />

Fogu, Toltu, Mannu, Silis e Coghinas).<br />

Nei fiumi Mannu, Silis e Coghinas sono state osservate frequenti condizioni di scarsa ossigenazione<br />

<strong>del</strong>le acque, con valori <strong>del</strong>l’ossigeno disciolto spesso inferiori al limite imperativo minimo (7 mg/l)<br />

per le acque idonee alla vita dei pesci ciprinidi previsto dal DL 258/00.<br />

I valori di azoto totale sono spesso prossimi al limite di rilevabilità <strong>del</strong> metodo nella maggior parte<br />

dei fiumi, ad eccezione <strong>del</strong> Mannu che è caratterizzato da valori elevati di tale parametro,<br />

superiori a 2 mg/l in tutte le stagioni (massimo 3,1 mg/l in aprile). Questo fiume presenta anche<br />

valori elevati di azoto ammoniacale (1,7 mg/l in aprile e 1,2 mg/l in ottobre), sempre superiori al<br />

valore guida per le acque idonee alla vita dei ciprinidi previsto dal DL 258/00, evidentemente a<br />

causa di scarichi civili nel corpo idrico. Nel suo percorso infatti il Mannu attraversa terreni in parte<br />

a colture agricole intensive e in parte a pascolo. Diviene quindi il recapito finale di scoli agricoli e<br />

dei reflui <strong>del</strong>la città di Sassari e di più di 18 paesi.<br />

Negli altri fiumi considerati i livelli di ammoniaca appaiono molto minori e sempre inferiori a 0,1<br />

mg/l.<br />

Il Mannu è anche caratterizzato da valori elevati di fosforo totale, spesso superiori a 0,3 mg/l<br />

(massimo in ottobre pari a 0,58 mg/l). Significativi superamenti <strong>del</strong> valore guida per le acque<br />

idonee alla vita dei ciprinidi definito dal DL 258/00 (0,14 mg/l) si registrano inoltre in dicembre nei<br />

fiumi Silis, Toltu e Coghinas. In questi fiumi, così come nel Mannu e nel Pedras de Fogu, in<br />

dicembre sono stati misurati anche valori molto elevati dei solidi sospesi, maggiori <strong>del</strong> limite<br />

imperativo per le acque idonee alla vita dei salmonidi, pari a 60 mg/l. Gli alti valori misurati sono<br />

correlabili con le perturbazioni che hanno interessato la zona in quel periodo e sono in accordo<br />

con gli elevati valori superficiali di torbidità misurati sempre in dicembre nelle stazioni marine<br />

costiere antistanti le foci di tali fiumi.<br />

Le analisi condotte permettono nel complesso di affermare che l’unico fiume che costantemente<br />

appare esercitare una significativa influenza sull’ambiente marino <strong>del</strong> golfo <strong>del</strong>l’Asinara risulta<br />

essere il Mannu, che presenta valori di nutrienti nettamente superiori a quelli degli altri fiumi. Gli<br />

elevati apporti di questo fiume sono in accordo con i valori maggiori di nutrienti e clorofilla<br />

misurati nelle stazioni marine prospicienti l’insediamento di Porto Torres.<br />

Occasionali apporti significativi possono provenire anche dai fiumi Coghinas, Silis e Toltu, come<br />

rilevato dalle misurazioni eseguite in dicembre.


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

Concentrazione di azoto ammoniacale registrate durante il periodo di monitoraggio nelle stazioni fluviali <strong>del</strong> golfo<br />

<strong>del</strong>l’Asinara.<br />

Concentrazione di fosforo totale registrate durante il periodo di monitoraggio nelle stazioni<br />

fluviali <strong>del</strong> golfo <strong>del</strong>l’Asinara.<br />

Dall’analisi dei vari indicatori trofici esaminati emergono una serie di considerazioni conclusive. La<br />

situazione generale è caratterizzata dall’assenza di alterazioni significative e da elevata qualità,<br />

come sottolineato dai bassi valori <strong>del</strong>l’indice Trix. I valori medi dei principali nutrienti disciolti in<br />

acqua e i livelli di clorofilla “a” misurati sono in accordo con condizioni di oligotrofia. Le acque<br />

costiere prospicienti l’Asinara presentano valori molto bassi degli indicatori di trofia e quindi<br />

condizioni di qualità notevole, al pari <strong>del</strong>le acque di Castelsardo e Stintino. Le stazioni localizzate in<br />

prossimità di Porto Torres e all’interno <strong>del</strong>l’ambito portuale sono caratterizzate da livelli medi dei<br />

principali nutrienti e <strong>del</strong>la clorofilla maggiori di quelli riscontrati nelle altre stazioni (per l’azoto<br />

inorganico valori superiori alla media si riscontrano anche preso marina di Sorso). Tali relative<br />

anomalie sono associabili a condizioni di maggiore impatto legate alle attività e agli insediamenti


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

antropici presenti lungo la costa, nonché agli input veicolati dal Mannu e occasionalmente da altri<br />

fiumi. I valori misurati in queste aree sono comunque in media inferiori a quelli riscontrati in aree<br />

tipicamente eutrofiche.<br />

4.4 Stato di contaminazione chimica di acque e sedimenti<br />

Lo stato di contaminazione chimica <strong>del</strong>le acque e dei sedimenti può essere valutato tramite<br />

l’analisi <strong>del</strong>le concentrazioni dei principali metalli pesanti e microinquinanti organici.<br />

Sulla base dei dati attualmente a disposizione e in considerazione <strong>del</strong>la difficoltà insita nella<br />

determinazione di tali parametri in acqua è possibile definire una situazione media in termini di<br />

contaminazione chimica <strong>del</strong>le acque <strong>del</strong> golfo <strong>del</strong>l’Asinara. Le stazioni sulle quali tali analisi sono<br />

state effettuate nel corso dei monitoraggi <strong>del</strong> 2000 sono quelle in cui si ritiene più probabile il<br />

verificarsi di una significativa contaminazione chimica e nello specifico le stazioni appartenenti al<br />

transetto di Porto Torres e la P31 localizzata in ambito portuale.<br />

<strong>Analisi</strong> sono state eseguite anche lungo il transetto di Stintino.<br />

I metalli pesanti (Ag, Se, Cr III, Cd, Zn, Hg, Cu, Pb) sono presenti in concentrazioni che spazialmente<br />

e stagionalmente variano tra il limite di rilevabilità e valori significativi di contaminazione in alcuni<br />

casi numericamente limitati.<br />

È possibile confrontare i valori medi misurati con i livelli definiti dal riferimento normativo L.R.<br />

16/73 “modifiche ed integrazioni alla legge regionale 20 aprile 1955 n.6, concernente la<br />

protezione <strong>del</strong>le acque pubbliche contro l’inquinamento” e con linee guida internazionali<br />

emanante dall’Environmental Protection Agency (EPA) americana (tabella 28), nonché con valori<br />

pregressi di bibliografia (Franco et al. 1989), che risultano in linea con i valori misurati nel corso <strong>del</strong><br />

monitoraggio <strong>del</strong> 2000.<br />

Concentrazioni medie dei principali metalli pesanti (µg/l) in acqua misurate nei transetti di<br />

Stintino e Porto Torres e nella stazione P31 in ambito portuale durante i monitoraggi <strong>del</strong> 2000.


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

Riferimenti normativi, valori guida e valori di bibliografia <strong>del</strong>la concentrazione dei principali<br />

metalli pesanti in acqua (µg/l).<br />

Le concentrazioni dei metalli pesanti considerati sono in media in tutte le stazioni, spesso in modo<br />

molto evidente, minori dei limiti definiti dalla legge regionale 16/73. In tutte le stazioni<br />

considerate, i livelli di cadmio sono nettamente più bassi <strong>del</strong>le linee guida definite dall’EPA ai fini<br />

<strong>del</strong>la protezione <strong>del</strong>la vita acquatica e <strong>del</strong>la salute umana in relazione al consumo di pesce, mentre<br />

il mercurio, il cromo VI, il selenio e l’argento non superano mai il limite di rilevabilità sperimentale<br />

(rispettivamente 0,05 µg/l, 1,5 µg/l, 0,2 µg/l). Anche il cromo III, lo zinco e il piombo (spesso<br />

inferiore al limite di rilevabilità pari a 1 µg/l) sono in tutte le stazioni caratterizzati da<br />

concentrazioni basse e decisamente inferiori ai valori di confronto considerati.<br />

Gli unici metalli che presentano livelli confrontabili con i valori guida per la protezione <strong>del</strong>la vita<br />

acquatica definiti dall’EPA sono il nichel per le stazioni localizzate in prossimità di Porto Torres<br />

(P30 e P31) e il rame per quasi tutte le stazioni. I valori di questi due metalli comunque sono solo<br />

di poco superiori ai limiti di confronto più restrittivi riportati nella precedente tabella.<br />

Le misure effettuate nel corso <strong>del</strong>la prima campagna di monitoraggio <strong>del</strong> 2001 ancora in fase di<br />

elaborazione, confermano la situazione descritta quasi per tutti i metalli. Mentre sono confermati i<br />

livelli significativi di concentrazione <strong>del</strong> rame nelle stazioni considerate, sia il nichel e sia il cromo<br />

III sono stati rilevati nel marzo 2001 in concentrazioni inferiori al limite di rilevabilità sperimentale<br />

(1 µg/l).<br />

In generale i dati di contaminazione chimica dovuta a metalli pesanti <strong>del</strong>le acque marine<br />

descrivono una situazione buona per tutte le stazioni di campionamento considerate, in linea con i<br />

dati di letteratura disponibili (Franco et al. 1989). Si rilevano comunque valori di concentrazione<br />

non trascurabili, seppur modesti, per alcuni metalli (nichel e rame), che potrebbero essere<br />

imputati nel caso di Porto Torres alla presenza <strong>del</strong>l’insediamento portuale e industriale.<br />

Gli altri parametri indicatori di contaminazione chimica indagati (policlorobifenili, idrocarburi e<br />

idrocarburi policiclici aromatici) sono risultati nella grandissima maggioranza dei casi inferiori ai<br />

limiti di rilevabilità (rispettivamente 0,1 µg/l; 0,1 mg/l e 0,1 µg/l) in tutte le campagne effettuate


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

nel corso <strong>del</strong> 2000 e nella prima campagna di monitoraggio <strong>del</strong> 2001. Superamenti di tali limiti<br />

sono stati molto poco frequenti e comunque caratterizzati da valori estremamente bassi, ad essi<br />

prossimi.<br />

In virtù <strong>del</strong>la presenza di un traffico intenso di navi che trasportano petrolio e altri combustibili<br />

nelle acque prospicienti l’isola <strong>del</strong>l’Asinara e in relazione all’elevata valenza naturalistica <strong>del</strong>le sue<br />

coste e alla loro vulnerabilità, si ritiene comunque necessario attuare un monitoraggio continuo di<br />

tali sostanze ai fini <strong>del</strong>l’identificazione di eventuali versamenti accidentali o intenzionali. Durante i<br />

sopralluoghi effettuati sull’isola sono stati rinvenuti lungo le coste dei due versanti segni di passati<br />

episodi di contaminazione da catrame, anche in zone di notevole pregio, come per esempio Punta<br />

Sabina, Punta Scorno, Cala e Punta S. Andrea, Cala Scombro di Fuori.<br />

Le coste <strong>del</strong>l’isola risultano in più punti risentire anche <strong>del</strong>l’accumulo di quantità notevoli di rifiuti<br />

(figura 15) - spesso plastica - trasportati dalle onde e dalle correnti. In un’ottica di gestione <strong>del</strong><br />

<strong>territorio</strong> <strong>del</strong> Parco è necessario che tali materiali siano opportunamente rimossi e smaltiti.<br />

Le concentrazioni dei metalli pesanti e dei microinquinanti organici sono state misurate nel corso<br />

<strong>del</strong>la campagna di monitoraggio di marzo 2001 nei sedimenti campionati lungo i transetti di<br />

Stintino e Porto Torres e nella stazione P31 localizzata in ambito portuale.<br />

In assenza di riferimenti normativi specifici, i valori riscontrati possono essere confrontati con i<br />

limiti di qualità per la destinazione d’uso dei sedimenti dragati nella laguna di Venezia (protocollo<br />

d’intesa <strong>del</strong> 8/4/1993) e con linee guida internazionali (vedi tabelle successive).<br />

Concentrazioni dei principali metalli pesanti e microinquinanti organici nei sedimenti (µg/g<br />

peso secco), misurate nei transetti di Stintino e Porto Torres e nella stazione P31


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

Nel Protocollo d’Intesa per la laguna di Venezia:<br />

- La classe A identifica i limiti entro i quali i sedimenti possono essere utilizzati per “interventi di ripristino di morfologie lagunari<br />

(ricostruzione di barene erose e recupero di zone depresse) comportanti il contatto diretto o indiretto dei sedimenti con le acque <strong>del</strong>la<br />

laguna e suscettibili di rimettere in ciclo nelle acque lagunari i sedimenti stessi”.<br />

- La classe B identifica i limiti entro i quali i sedimenti possono essere utilizzati per “interventi riguardanti il ripristino di isole lagunari,<br />

realizzate in modo da garantire un confinamento permanente <strong>del</strong> materiale utilizzato così da impedire ogni rilascio di inquinanti nelle<br />

acque lagunari. Il sito deve comunque essere conterminato in maniera da evitare erosioni e sommersioni in caso di normali alte maree.”<br />

- La classe C identifica i limiti entro i quali i sedimenti possono essere utilizzati per “interventi riguardanti ampliamenti e innalzamenti di<br />

isole permanentemente emerse o di aree interne limitrofe alla contaminazione lagunare, realizzate con un confinamento permanente<br />

costituito da strutture dotate di fondazioni profonde e continue, tali da evitare qualsivoglia rilascio di specie di inquinanti a seguito di<br />

processi di erosione, dispersione ed infiltrazione di acque meteoriche.”<br />

Sedimenti con concentrazioni superiori a quelle indicate nella tab. C, comunque non classificabili come tossici e nocivi, possono essere<br />

utilizzati per “il ripristino altimetrico di aree depresse al di fuori <strong>del</strong>la conterminazione lagunare. In tal caso dovranno essere assicurati il<br />

totale isolamento e<br />

impermeabilizzazione dei fanghi.”<br />

Linee guida internazionali:<br />

- TEL limite di effetto soglia, rappresenta il limite di concentrazione degli inquinanti al di sotto <strong>del</strong>la quale non si hanno effetti deteriore<br />

presunti sugli organismi acquatici.<br />

- PEL limite di effetto probabile, rappresenta il limite di concentrazione degli inquinanti che può determinare con probabilità un effetto<br />

deteriore sugli organismi acquatici.<br />

- ER-L limite di effetto basso (NOAA), definisce le concentrazioni equivalenti, al di sopra <strong>del</strong>le quali possono iniziare a manifestarsi effetti<br />

avversi sugli organismi acquatici.<br />

- ER-M limite di effetto medio (NOAA), definisce le concentrazioni, al di sopra <strong>del</strong>le quali si osservano o si prevedono effetti negativi nelle<br />

specie e negli stadi vitali più sensibili<br />

Limiti di qualità per la destinazione d’uso dei sedimenti <strong>del</strong>la laguna di Venezia e valori guida<br />

internazionali (µg/g peso secco) per le concentrazioni dei metalli pesanti e microinquinanti organici nei<br />

sedimenti.


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

Tra i metalli considerati il selenio presenta concentrazioni sempre inferiori al limite di rilevabilità in<br />

tutte le stazioni. Bassi livelli, spesso significativamente inferiori ai limiti di qualità e ai valori guida<br />

più restrittivi considerati, si osservano anche per il cadmio, lo zinco e il rame.<br />

I valori più elevati di concentrazione di questi tre metalli, comunque minori dei limiti considerati, si<br />

riscontrano per il Cd nella stazione P31 (0,20 µg/g) e nella stazione P28 (0,29µg/g) e per lo zinco e<br />

il rame nella sola stazione P31 (rispettivamente 63,5 µg/g e 22 µg/g).<br />

Nel caso degli altri metalli pesanti sono stati localmente registrati livelli significativi che debbono<br />

essere considerati con attenzione.<br />

La stazione P31 appare quella maggiormente compromessa in termini di contaminazione da<br />

metalli pesanti, come è logico attendersi data la sua localizzazione all’interno <strong>del</strong>l’area portuale di<br />

Porto Torres. Questa stazione non solo è caratterizzata dai valori maggiori di concentrazione dei<br />

vari metalli esaminati (ad eccezione <strong>del</strong>l’arsenico), ma presenta anche livelli di contaminazione<br />

significativa per metalli che nelle altre stazioni campionate sono al di sotto dei limiti di qualità e<br />

dei valori guida di confronto riportati nella precedente tabella. È questo il caso <strong>del</strong> cromo che nella<br />

stazione in ambito portuale (46 µg/g) risulta maggiore <strong>del</strong> limite di classe A <strong>del</strong> protocollo d’intesa<br />

per la laguna di Venezia ed è confrontabile con il limite di effetto soglia. I livelli di nichel (16 µg/g)<br />

e piombo (27,5 µg/g) sono nella stazione P31 confrontabili con i limiti di effetto soglia, così come si<br />

verifica per il primo metallo nelle stazioni P28 e P24 e per il secondo metallo nella stazione<br />

costiera <strong>del</strong> transetto di Porto Torres (P30).<br />

L’arsenico è inferiore ai limiti imposti dal protocollo d’intesa per la laguna di Venezia in tutte le<br />

stazioni considerate, anche se nella P30 assume valori non trascurabili (13,7 µg/g).<br />

Diverso è il caso <strong>del</strong> mercurio che in tutte le stazione risulta maggiore (P29 e P24) o confrontabile<br />

con il limite di effetto soglia. Ad eccezione <strong>del</strong>la stazione P31, i livelli misurati si mantengono<br />

comunque al di sotto <strong>del</strong> limite di effetto probabile e <strong>del</strong> limite di classe A <strong>del</strong> protocollo d’intesa<br />

per la laguna di Venezia. Il valore misurato nella stazione portuale risulta significativamente<br />

elevato (3,46 µg/g) e può essere associato a condizioni di contaminazione derivanti dalle diverse<br />

fonti presenti all’interno <strong>del</strong> porto connesse con le attività antropiche.<br />

La difficoltà insita nella determinazione di questo parametro suggerisce comunque cautela e la<br />

necessità di ulteriori verifiche mediante l’acquisizione di nuovi dati. I dati relativi alle<br />

concentrazioni di microinquinanti organici confermano quanto sopra esposto.<br />

Gli idrocarburi C5 – C15 e i pesticidi clorurati sono in tutte le stazioni inferiori al limite di<br />

rilevabilità rispettivamente pari a 0,1 µg/g e 0,0001 µg/g. Anche i PCB sono quasi sempre inferiori<br />

al limite di determinazione sperimentale (0,0001 µg/g), con l’eccezione <strong>del</strong>la stazione in abito<br />

portuale P31 dove la concentrazione di tali composti è comunque molto bassa ed inferiore al<br />

limite di classe A riportato in tabella.<br />

Gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) sono caratterizzati da concentrazioni genericamente basse<br />

e nettamente inferiori ad 1 µg/g, limite <strong>del</strong>la classe A <strong>del</strong> protocollo d’intesa per la laguna di<br />

Venezia. Solo nella stazione in ambito portuale tale limite viene superato, seppur non di molto<br />

(1,23 µg/g).<br />

In base alle analisi condotte sui sedimenti, la situazione generale non appare compromessa in<br />

quanto spesso i valori misurati sono inferiori ai limiti considerati.<br />

L’area portuale di Porto Torres è l’unica che appare significativamente discostarsi da tale<br />

condizioni in quanto presenta livelli di contaminazione chimica dei sedimenti, dovuti a particolari<br />

metalli (Cr, Pb, Ni, Hg) e agli IPA, non trascurabili, come è logico attendersi considerando le attività<br />

antropiche presenti. Ad eccezione <strong>del</strong> mercurio, si tratta di valori comunque poco superiori o


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

confrontabili con i limiti più restrittivi considerati, e in generale minori di quelli rilevabili in aree<br />

significativamente contaminate.<br />

Concentrazioni di piombo e arsenico non trascurabili, seppur comunque modeste, sono state<br />

misurate anche in corrispondenza <strong>del</strong>l’abitato di Porto Torres.<br />

Il mercurio merita un discorso a parte essendo stato rilevato in concentrazioni significative in<br />

diverse stazioni, seppur inferiori a quelle mediamente riscontrate per esempio nella laguna di<br />

Venezia (0,63 µg/g), e in livelli elevati all’interno <strong>del</strong>l’area portuale. La contaminazione di tale<br />

metallo all’interno <strong>del</strong>l’area portuale andrebbe ulteriormente verificata, così come potrebbe<br />

essere opportuno realizzare studi più approfonditi al fine anche di valutare la mobilità e la<br />

biodisponibilità dei metalli pesanti associati alle varie frazioni dei sedimenti.<br />

4.5 Stato di contaminazione microbiologica<br />

Il DPR 470/82 “Attuazione <strong>del</strong>la direttiva CEE 76/170” individua per le acque di balneazione i<br />

seguenti valori limite: 2000 coliformi totali/100 ml, 100 coliformi fecali/100 ml e 100 streptococchi<br />

fecali/100 ml. Secondo i criteri definiti dal Ministero <strong>del</strong>l’Ambiente (ICRAM 2000) è inoltre<br />

possibile classificare le acque marine costiere in riferimento allo stato di contaminazione<br />

microbiologica in 5 differenti classi di qualità.<br />

Suddivisione in classi di qualità in base a valori di abbondanza <strong>del</strong>la carica batterica (ICRAM<br />

2000)<br />

I dati rilevati nel corso dei monitoraggi eseguiti dal Servizio per la Difesa <strong>del</strong> Mare <strong>del</strong> Ministero<br />

<strong>del</strong>l’Ambiente tra maggio 1997 e giugno 1998 (ICRAM 2000), evidenziano per le acque costiere<br />

sarde, una situazione di assenza di criticità legate a contaminazione microbiologica e generali<br />

condizioni di buona qualità.<br />

All’interno <strong>del</strong> golfo <strong>del</strong>l’Asinara sono stati eseguiti campionamenti ed analisi lungo transetti<br />

localizzati in prossimità di Stintino, stagno di Pilo, Porto Torres, Platamona, foce <strong>del</strong> rio Silis,<br />

Castelsardo e foce <strong>del</strong> fiume Coghinas nei mesi di giugno, settembre, dicembre 1997 e di marzo<br />

1998. Per ogni transetto sono state considerate tre stazioni: costa, intermedia, largo.<br />

Le analisi effettuate evidenziano una situazione generale di ottima qualità microbiologica<br />

<strong>del</strong>le acque costiere <strong>del</strong> golfo. In tutti i casi infatti la carica batterica si mantiene su livelli<br />

estremamente bassi (streptococchi e coliformi fecali pari a poche unità/100 ml) che determinano<br />

sempre condizioni di classe di qualità I, ad eccezione di quanto si verifica presso la stazione<br />

costiera localizzata in prossimità <strong>del</strong> fiume Coghinas nel dicembre 1997, durante il quale la classe<br />

di qualità è pari a II.<br />

<strong>Analisi</strong> di parametri microbiologici nelle acque <strong>del</strong>l’Asinara sono stati effettuati anche nell’ambito<br />

<strong>del</strong>lo studio condotto da Ministero <strong>del</strong>l’Ambiente e ICRAM (1999) tra maggio e ottobre 1998 in tre<br />

stazioni di campionamento localizzate in corrispondenza <strong>del</strong>lo stretto di Fornelli, di Cala <strong>del</strong>la


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

Reale e nel mare di fuori tra Punta Sa Nave e Punta Ruda. Anche se parziali, i dati rilevati non<br />

hanno evidenziato la presenza di situazioni critiche dovute a contaminazione microbiologica <strong>del</strong>le<br />

acque marine. In particolare è stata sempre rilevata la totale assenza dei coliformi fecali.<br />

5. ARIA<br />

L’inquinamento atmosferico può avere gravi effetti sulla salute umana e ai giorni nostri può essere<br />

influenzato anche dai cambiamenti climatici.<br />

L’isola <strong>del</strong>l’Asinara, distante circa 9 miglia nautiche dal centro di Porto Torres non dispone di<br />

stazioni ambientali collocate dall’ARPAS, ente competente per il servizio di tutela <strong>del</strong>l’atmosfera e<br />

<strong>del</strong> <strong>territorio</strong>.<br />

Dai dati <strong>del</strong>le relazioni annuali sulla qualità <strong>del</strong>l’aria in Sardegna <strong>del</strong>l’Assessorato <strong>del</strong>la Difesa<br />

<strong>del</strong>l’Ambiente e <strong>del</strong>la Agenzia Regionale per la Protezione <strong>del</strong>l’Ambiente <strong>del</strong>la Sardegna si<br />

evidenzia che sul <strong>territorio</strong> comunale di Porto Torres sono comunque presenti 5 stazioni di cui ne<br />

risultano attive 4 o 5 a seconda degli anni presi in esame.<br />

Le stazioni sono dislocate 2 in area industriale, 1 ai margini <strong>del</strong>l’area industriale in direzione <strong>del</strong><br />

centro abitato e 1 nel centro urbano.<br />

Si riportano i dati relativi alle percentuali di funzionamento <strong>del</strong>le stazioni distinte per annata.<br />

Stazione 1 Stazione 2 Stazione 3 Stazione 4 Stazione 5<br />

Censs3 Censs4 Censs5 Censs8 Censs15<br />

Anno 2008 n.r. n.r. n.r. n.r. n.r<br />

Anno 2009 88 88 87 92 9<br />

Anno 2010 72 70 87 75<br />

Per tutti e tre gli anni le conclusioni <strong>del</strong>l’Assessorato <strong>del</strong>la Difesa <strong>del</strong>l’Ambiente e <strong>del</strong>la Agenzia<br />

Regionale per la Protezione <strong>del</strong>l’Ambiente <strong>del</strong>la Sardegna Ambiente relativamente ai valori di<br />

inquinamento <strong>del</strong>l’aria sono le seguenti:<br />

“In definitiva nel <strong>territorio</strong> di Porto Torres si registra, per quanto si può dedurre dai dati forniti<br />

dalla rete, un inquinamento entro la norma per tutti gli inquinanti monitorati.<br />

Il Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara non avendo, come detto, sul proprio <strong>territorio</strong> alcuna stazione<br />

gestita dalle strutture operative <strong>del</strong>la Regione Sardegna ha acquistato e collocato in proprio, in<br />

località Fornelli sull’Isola <strong>del</strong>l’Asinara, una stazione meteo – <strong>ambientale</strong>, e non avendo al proprio<br />

interno personale specializzato nella gestione la ha affidata in conduzione all’Istituto di<br />

Biometeorologia – CNR con sede in Sassari.<br />

Dall’agosto 2006 la stazione ricordata registra pertanto i dati <strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong>l’aria nella parte<br />

meridionale <strong>del</strong>l’Isola sede <strong>del</strong> Parco.<br />

Per la dotazione strumentale <strong>del</strong>la stazione sono stati scelti gli indicatori più significativi per<br />

valutare la qualità <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> oggetto di studio e per verificare il rispetto dei limiti normativi<br />

stabiliti per i principali inquinanti.<br />

Gli indicatori scelti misurano:<br />

- PM10, O3, SO2, NO2.


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

Si riportano i valori limite fissati dalla Direttiva 2008/50/CE e <strong>del</strong> DM 60/02 punto B Allegato XI.<br />

Inquinante valore limite<br />

PM10 50 µg/m3 PM10 da non<br />

superare + di 35 volte/anno<br />

O3 120 µg/m3 da non<br />

superare + di 25 giorni/anno<br />

come media su 3 anni<br />

NO2 200 µg/m3<br />

SO2 350 µg/m3<br />

E’ opportuno ricordare che la stazione è stata interessata, nel corso <strong>del</strong> periodo di funzionamento,<br />

sia per difficoltà logistiche che per <strong>del</strong>icatezza di alcune strumentazioni, da alcuni periodi di black<br />

out che hanno visto coinvolte solo alcune apparecchiature.<br />

L’Istituto di Biometerologia – CNR incaricato <strong>del</strong>la gestione statistica dei dati raccolti per la verifica,<br />

tra le altre cose, <strong>del</strong>lo stato di salute <strong>ambientale</strong> e per dare una interpretazione scientifica nel caso<br />

di eventuale superamento dei limiti di legge non ha al momento dato indicazioni di evidenti<br />

problematiche ambientali.<br />

6 CLIMATOLOGIA<br />

6.1. Caratteristiche generali<br />

L’Isola <strong>del</strong>l’Asinara geograficamente posta al centro <strong>del</strong> mediterraneo occidentale risente<br />

inevitabilmente <strong>del</strong>le caratteristiche climatiche <strong>del</strong> bacino a cui appartiene. Specificatamente per<br />

l’isola, si ha la disponibilità di dati climatici dal 1951 al 1974. Questi sono stati ottenuto<br />

dall’aeronautica militare e rilevati nella stazione meteorologica situata a 115 m s.l.m., sono<br />

riassunti nelle tabelle 2, 3 e 4 allegate. Per meglio caratterizzare il clima e confrontarlo con quello<br />

<strong>del</strong>la prima fascia di <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>l’area vasta circostante sono stati altresì riportati i dati di cui al<br />

momento si ha disponibilità e che sono relativi alle stazioni riportate nelle tabelle che seguono<br />

(tabelle 5-16).<br />

6.1.1 Piovosità<br />

L’elemento forse più caratteristico <strong>del</strong> clima è la piovosità, dalla osservazione dei dati esposti,<br />

nell’Isola <strong>del</strong>l’Asinara si evidenziano valori inferiori rispetto a tutte le stazioni <strong>del</strong>l’area vasta,<br />

evidentemente influenzati dalle caratteristiche di insularità. I valori medi mensili evidenziano che il<br />

mese più piovoso è dicembre con una media di 84 mm. Il mese più siccitoso è luglio con un valore<br />

di circa 1,58 mm in media. Relativamente alle stagioni, la piovosità è <strong>del</strong> tipo IAPE (inverno,<br />

autunno, primavera, estate) rispettivamente con 190,04, 179,53, 103,73 e 19,9.


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

Il confronto <strong>del</strong>la stazione <strong>del</strong>l’Asinara con quelle <strong>del</strong>l’area vasta evidenzia una analogia per<br />

quanto attiene alla distribuzione mensile e talvolta una discordanza con quella stagionale che nelle<br />

altre stazioni è più frequentemente di tipo AIPE.<br />

6.1.2 Temperature<br />

Per quanto riguarda il secondo elemento fondamentale <strong>del</strong> clima, si osserva che il mese più freddo<br />

e quello di febbraio con un valore medio di °C 10,4, minimo di °C 8,5 e massimo di °C 12,4. Il mese<br />

più caldo è agosto con una media di °C 23,12, min. °C 20,25 massima di°C26. Nel grafico che segue<br />

sono riportati i valori medi mensili <strong>del</strong>le temperature.<br />

Temperature mensili<br />

L’escursione termica media fra i valori medi <strong>del</strong>le massime e quelli <strong>del</strong>le minime oscilla fra i °C 3,45<br />

di gennaio e i °C 5,75 di agosto. Si tratta <strong>del</strong> valore di oscillazione più basso se si confronta con<br />

quello che avviene nelle stazioni <strong>del</strong>l’area vasta.<br />

Infatti per la stazione di Alghero, in base ai dati di cui si dispone, i valori di oscillazione più bassi si<br />

hanno in dicembre con °C 6,5 e in luglio con °C 9,6. Nella stazione di Ottava i dati evidenziano<br />

oscillazioni medie minime di °C 7,22 in dicembre e °C 12,29 in luglio.<br />

Le temperature appaiono in confronto alle altre stazioni di riferimento <strong>del</strong>l’area vasta<br />

notevolmente stabili anche durante l’anno. Si hanno infatti escursioni medie fra il mese più caldo e<br />

quello più freddo con oscillazioni 10,81 °C. Nelle altre due stazioni termometriche di riferimento i<br />

valori sono di 14,26 °C di Ottava e di 14,05 °C di Alghero.<br />

6.1.3 Umidità<br />

Per quanto riguarda l’umidità, non si dispone di dati che consentano una valutazione attendibile.<br />

Si è in attesa di ulteriori informazioni sul fenomeno che consentano una più completa<br />

caratterizzazione <strong>del</strong> clima anche sotto questo aspetto. E’ molto probabile che, considerata la<br />

condizione di insularità, questo valore sia abbastanza costante nell’arco <strong>del</strong>l’anno. La stazione<br />

<strong>del</strong>l’area vasta di cui, attualmente, si può disporre di sufficienti dati è quella di Ottava con valori<br />

medi minimi che oscillano fra il 44,5% di luglio e 76,64% di marzo e massimi che oscillano fra il<br />

75,08% di agosto e 93,65% di ottobre.<br />

6.1.4 Ventosità


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

I venti che spirano con maggiore frequenza sono il ponente (Ovest) presente per il 34,95% dei<br />

giorni <strong>del</strong>l’anno, il levante (Est) che soffia per il 18,79% dei giorni, seguito dal maestrale con il<br />

12,78%. In totale il venti che spirano dalle direzioni comprese fra Ovest, Nord ed Est (escludendo<br />

quelli che spirano dai quadranti meridionali) sono <strong>del</strong> 73,19%. I valori medi <strong>del</strong>la ventosità sono<br />

abbastanza elevati principalmente quando spirano dalle direzioni Est, Ovest e Nord - Ovest.<br />

6.2. <strong>Analisi</strong> fitoclimatica<br />

Il bilancio idrico per la stazioni pluviometrica , nel periodo compreso tra il 1959 e il 1974 , è stato<br />

quantificato per l’Asinara dal Bocchieri (Webbia 42 (2) :227-268. 1988). Utilizzando il metodo di<br />

Thornthwaite l’autore definisce il clima <strong>del</strong>l’Isola “semiarido con piccola eccedenza idrica nel<br />

periodo invernale” e questo conferma la scarsa disponibilità di acqua che si verifica in estate e<br />

dimostra, come nonostante la presenza di diversi invasi artificiali, durante il periodo <strong>del</strong> carcere<br />

non si avevano sempre disponibilità idriche sufficienti per i fabbisogni. Ciò è anche dimostrato<br />

dall’esame di alcune fotografie aeree che ritraggono alcune parti <strong>del</strong>l’isola nel periodo autunnale e<br />

dove si mettono in evidenza i bacini praticamente vuoti.<br />

Nella tabella che segue sono riportati i dati riassuntivi dei calcoli eseguiti dal Bocchieri.<br />

Dove: T= temperatura, I= indice termico, PE = evapotraspirazione potenziale, P = precipitazioni, ST=<br />

Capacità di immagazzinamento idrico fissato a 100 mm, D= deficit idrico, S= Surplus idrico<br />

Elaborazioni <strong>del</strong> bilancio idrico secondo THORNTWAITE<br />

L’Autore, calcola anche i valori <strong>del</strong>l’indice idrico (Ih=8,91), <strong>del</strong>l’indice di aridità (Ia= 47,86),<br />

<strong>del</strong>l’indice di umidità (Im=-38,95) e <strong>del</strong>l’indice di concentrazione <strong>del</strong>l’efficienza termica stagionale<br />

(CE=44,93%). Sulla base di questi dati inquadra il clima <strong>del</strong>l’Asinara nel secondo mesotermico di<br />

tipo semiarido con piccolo surplus idrico invernale.<br />

Sulla base <strong>del</strong>la classificazione fitoclimatica <strong>del</strong> Pavari, applicata alle condizioni <strong>del</strong>la Sardegna,<br />

l’Isola <strong>del</strong>l’Asinara, come altre isole <strong>del</strong>la Regione, ricade nella zona fitoclimatica <strong>del</strong> Lauretum<br />

sottozona calda. Nel grafico che segue, per evidenziare, gli elementi fondamentali <strong>del</strong> bilancio


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

idrico ed evidenziare il deficit o il surplus, sono messi a confronto la piovosità, l’evapotraspirazione<br />

reale e quella potenziale.<br />

Bilancio idrico<br />

6.3. Dati climatici<br />

Si è in attesa di ottenere i dati climatici completi forniti dall’Aeronautica Militare che, come<br />

riferito, disponeva dal 1951 fino al 1974 di una stazione meteorologica sull’isola. Una volta<br />

ottenuti i dati si effettueranno nuove elaborazioni che terranno conto anche <strong>del</strong>le condizioni<br />

particolari o eccezionali, sempre allo scopo di caratterizzare nel modo più completo possibile lo<br />

studio <strong>del</strong> clima.<br />

Si sono richiesti altri dati anche per quanto riguarda l’area vasta per cui sarà possibile che alcune<br />

<strong>del</strong>le tabelle possano essere modificate o che se ne possano aggiungere altre.<br />

Si ritiene, comunque che i dati ora disponibili siano sufficienti a fornire un quadro <strong>iniziale</strong><br />

abbastanza completo.<br />

6.4. Tabelle allegate<br />

Nelle pagine che seguono sono riportate le tabelle allegate alla presente indagine.


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

7. SUOLO E SOTTOSUOLO<br />

Geopedologia<br />

7.1. Premessa<br />

L’oggetto <strong>del</strong>la presente sezione è il suolo che è generalmente definito come lo strato superficiale<br />

<strong>del</strong>le terre emerse che è capace di sostenere la vita <strong>del</strong>le piante. È evidente come la conoscenza<br />

<strong>del</strong>lo stato dei suoli, congiuntamente alla conoscenza <strong>del</strong>le caratteristiche climatiche, <strong>del</strong>la<br />

vegetazione e di altri fattori, permetta di evidenziare le potenzialità <strong>del</strong>l’isola e di definire gli<br />

interventi di realizzazione <strong>del</strong> Parco. La formazione <strong>del</strong> suolo avviene con un lungo processo di<br />

disgregazione chiamato pedogenesi. I fattori che contribuiscono alla sua evoluzione sono<br />

principalmente il clima, le caratteristiche <strong>del</strong>la roccia madre e i fattori biologici.


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

7.2. Geomorfologia<br />

L’Asinara nella sua struttura morfologica evidenzia moltissime <strong>del</strong>le caratteristiche già presenti nel<br />

<strong>territorio</strong> <strong>del</strong>l’Argentiera. La struttura geolitologica, è costituita in prevalenza da rocce<br />

metamorfiche <strong>del</strong> paleozoico e da un’estesa area d’affioramenti granitici <strong>del</strong> carbonifero, che<br />

interrompono quell’affinità con il <strong>territorio</strong> viciniore per creare rassomiglianze morfologiche con il<br />

<strong>territorio</strong> costiero più simili alla Gallura. Si evidenzia anche come l’evoluzione geomorfologica sia<br />

stata condizionata da un periodico variare <strong>del</strong> livello marino che ha consentito in più circostanze<br />

una continuità con la Corsica e, in altre occasioni, l’ingresso d’acqua marina in parti più o meno<br />

estese <strong>del</strong>la superficie attualmente emersa. È molto probabile che con il variare <strong>del</strong>le quote<br />

altimetriche e <strong>del</strong>la continentalità si siano riscontrate condizioni climatiche notevolmente diverse<br />

dalle attuali, sia per la differente posizione geografica che per le variazioni d’altitudine.<br />

Nell’area oggetto <strong>del</strong>lo studio la litologia prevalente è quella metamorfica che è costituita da<br />

micascisti anfibolici (orneblenda) e grafitici, nonché da micascisti filladici.<br />

Per quanto riguarda la litologia intrusiva, questa è costituita da un granito di colore<br />

tendenzialmente grigio a due miche, ricco di cristalli feldspatici di notevoli dimensioni. Fra queste<br />

meritano un rilievo le inclusioni, nelle formazioni metamorfiche, di filoni pegmatitici e aplitici.<br />

Questa sintesi <strong>del</strong>le condizioni morfoevolutive fornisce una spiegazione alla complessità <strong>del</strong>le<br />

forme e dei micropaesaggi presenti nel <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>l’Asinara. Spiega anche sotto l’aspetto<br />

paleobotanico il legame con la vicina Nurra e con la Corsica.<br />

L’isola è stata suddivisa, mediante foto-interpretazione, visite sul posto e analisi di documentazioni<br />

tecnico - scientifiche esistenti, in varie unità morfologiche principali:<br />

a) superfici pianeggianti messe a coltura negli anni <strong>del</strong> carcere e/o utilizzate a pascolo;<br />

b) terrazzamenti artificiali attuati per effettuare coltivazioni ortive e/o arboree;<br />

c) colluvi coltivati o sfruttati a pascolo;<br />

d) aree a morfologia collinare con presenza di superfici boscate o evidenti tracce <strong>del</strong>la presenza<br />

nel passato di formazioni boschive;<br />

e) aree a morfologia collinare con evidenti tratti di roccia affiorante con copertura vegetale<br />

formata da macchia;<br />

f) superfici a morfologia collinare dall’aspetto aspro con elevata percentuale di roccia affiorante e<br />

con associazioni vegetali che vanno dalla gariga alla macchia;<br />

g) aree caratterizzate dalla presenza quasi totale di roccia affiorante.<br />

La definizione cartografica e la determinazione quantitativa <strong>del</strong>le diverse condizioni riscontrate è<br />

la conseguenza <strong>del</strong>le diverse visite che si sono effettuate e in particolare dalla ricerca di ulteriori<br />

elementi scientifici.<br />

7.3. Il clima<br />

Il regime <strong>del</strong>l’umidità dei suoli, strettamente connesso con le considerazioni climatiche già<br />

effettuate in un capitolo a parte, è definito di tipo “xeric”. Si è già evidenziato come si vada<br />

incontro ad una prolungata fase deficitaria estiva e ad un moderato surplus idrico esclusivamente<br />

nel periodo invernale. Le variazioni <strong>del</strong> livello di umidità <strong>del</strong>l’acqua determinano in questi suoli<br />

un’alternanza dei processi di lisciviazione (mesi di surplus) con periodi di utilizzazione <strong>del</strong>le riserve<br />

che portano a una risalita capillare con la possibilità di accumulo di sali.<br />

L’azione <strong>del</strong> clima si esplica anche per effetto <strong>del</strong>le temperature ed, infatti, il sistema di<br />

classificazione americano <strong>del</strong>la “Soil Taxonomy” attribuisce a tale parametro un preciso ruolo


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

nell’identificazione tassonomica. Secondo le indicazioni fornite dal sistema tassonomico<br />

americano è anche possibile fornire una stima dei valori termometrici caratteristici <strong>del</strong> suolo che<br />

sono riportati di seguito:<br />

temperatura media annua <strong>del</strong> suolo °C 17,1<br />

temperatura media estiva °C 21,7<br />

temperatura media invernale °C 6.2<br />

Considerato che la stima dei valori medi invernali avviene per una differenza fra valori medi e che<br />

vi è una limitata escursione termica, è probabile che almeno quest’ultimo valore debba, di fatto,<br />

considerarsi sottostimato. Ciò è in parte spiegato dall’anticipo <strong>del</strong> risveglio vegetativo che si<br />

riscontra nell’isola rispetto ai territori <strong>del</strong>l’area estesa. Tuttavia, mancando uno studio specifico<br />

<strong>del</strong>le temperature <strong>del</strong> suolo, si deve necessariamente fare riferimento a questa metodologia<br />

tenendo presente che tale valore è mediamente più elevato. In ogni caso, sulla base dei valori<br />

indicati il regime termico è <strong>del</strong> tipo termic, in quanto la temperatura media annua <strong>del</strong> suolo è<br />

compresa tra 15 e 22 0C e la temperatura media invernale stimata è superiore a 5 °C.<br />

7.4. Tipologia dei Suoli<br />

Sulla base <strong>del</strong>le classificazioni proposte dalla Soil Taxonomy, nell’area tutti i suoli ricadono entro<br />

tre ordini: Entisuoli, Inceptisuoli e Alfisuoli.<br />

7.4.1 Entisuoli<br />

Sono quei suoli che hanno uno scarsissimo sviluppo degli orizzonti pedogenetici con profili di tipo<br />

A-C oppure A-R, perché la giacitura è caratterizzata da forti pendenze o comunque perché<br />

l’erosione non ne consente la formazione o perché eventuali suoli presenti nel passato sono stati<br />

rimossi. Si tratta, infatti, di formazioni appartenenti al sottordine degli Orthents.<br />

Nel sistema di classificazione americano, al sottordine seguono i grandi gruppi a cui appartiene<br />

quello degli Xerorthents e nell’ambito dei sottogruppi sono stati identificati dei suoli appartenenti<br />

ai Typic Xerorthents, ovvero suoli moderatamente profondi o profondi con un grado di saturazione<br />

in basi pari o maggiore al 60% e a quello dei Lithic Xerorthents, comprendente suoli meno<br />

profondi, con un grado di saturazione in basi pari o maggiore al 60%.<br />

7.4.2 Inceptisuoli<br />

Sono suoli in evoluzione con orizzonti di tipo di tipo A-Bw-C, appartengono al sottordine degli<br />

Ochrepts ed al grande gruppo degli Xerochrepts. Si formano in condizioni di umidità invernale e<br />

secchezza estiva, sono poco profondi ed hanno generalmente un colore rosso o tendenzialmente<br />

bruno. Si ritrovano in zone a forte pendenza e vengono continuamente ringiovaniti per l’erosione.<br />

Per quanto attiene ai sottogruppi questi vanno inquadrati fra i Typic Xerochrepts e Lithic<br />

Xerochrepts.<br />

Al primo sottogruppo appartengono suoli di media profondità con una forte saturazione in basi e<br />

al secondo quei suoli, simili ai precedenti, ma che hanno un contatto con la roccia madre inferiore<br />

rispetto ai precedenti.<br />

7.4.3 Alfisuoli<br />

Sono i suoli più evoluti con profili pedologici di tipo A-E-Bt-C o più differenziati, dove è presente<br />

l'orizzonte Bt di accumulo di argille eluviali, senza una eccessiva perdita di basi alluvionali e senza<br />

una predominanza dei processi che conducono alla formazione di un epipedon mollico. Sono<br />

presenti nelle aree pianeggianti o più stabili e caratterizzati dalla presenza di acqua disponibile<br />

parzialmente anche durante la stagione più calda.


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

Considerato che si sono evoluti in ambiente xerico, il sottordine a cui appartengono è quello degli<br />

Xeralfs. Trattandosi di suoli con profondità comunque modeste, essi vanno ricadere nel grande<br />

gruppo degli Haploxeralfs dove è presente un orizzonte argillico e manca un orizzonte<br />

petrocalcico. Il contatto lithico o para-lithico è entro 50 centimetri dalla superficie.<br />

Questi suoli ricadono nel sottogruppo dei Typic Haploxeralfs e sono profondi o mediamente<br />

profondi, generalmente ben drenati con scarsa presenza di sostanza organica e con una buona<br />

saturazione in basi.<br />

7.4.4 Capacità d uso dei suoli<br />

Il metodo di classificazione considerato, denominato anche Land Capability, viene usato per<br />

classificare i suoli, ed il <strong>territorio</strong>, non in base a specifiche colture o pratiche agricole ma per ampi<br />

sistemi. Il principale concetto usato è quindi quello <strong>del</strong>la limitazione, ossia una caratteristica fisica<br />

che è sfavorevole, in senso lato, all utilizzo <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> per un determinato scopo. Si prendono in<br />

esame quegli aspetti che causano limitazioni permanenti <strong>del</strong>l’uso <strong>del</strong> suolo. Si riporta di seguito la<br />

tabella che riassume lo schema di base utilizzato per la definizione <strong>del</strong>le classi d’uso dei suoli.<br />

Schema di classificazione <strong>del</strong>la capacità d'uso dei suoli.<br />

Lo schema adottato comprende otto classi e ha consentito di individuare per l’isola sette tipologie<br />

di suolo che vengono di seguito riassunte:<br />

• Suoli di classe Ia con nessuna limitazione: assenti.<br />

• Suoli di classe IIa con moderate limitazioni colturali, possibile attuazione di una ridotta gamma<br />

di colture agrarie, con moderata necessità di pratiche conservative, sono possibili tutti gli usi<br />

potenziali: presenti in quantità minime nelle aree già coltivate e non sempre facilmente<br />

distinguibili dalla successiva classe IIIa


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

• Suoli di classe IIIa con severe limitazioni colturali, minime limitazioni a pascolo e forestali, scelta<br />

<strong>del</strong>le colture ridotta a poche specie più resistenti, richiedono speciali pratiche conservative, sono<br />

ancora possibili tutti gli usi potenziali: si tratta di una parte consistente <strong>del</strong>le aree piane già messe<br />

a coltura all’epoca <strong>del</strong> carcere.<br />

• Suoli di classe IVa caratterizzati da limitazioni alle colture agrarie molto severe e ancora minime<br />

limitazioni al pascolo e al rimboschimento, richiedono pratiche conservative molto accurate,<br />

consentono una scelta di colture agrarie minime, sono in ogni caso ancora possibili tutti gli usi:<br />

Comprende le Unità di paesaggio dei terrazzamenti e di alcune aree colluviali con problemi legati<br />

all’erosione, alla pietrosità e allo scarso spessore <strong>del</strong> suolo.<br />

• Suoli di classe Va caratterizzati da morfologia collinare a tratti anche scoscesa con nessuna<br />

possibilità di attuarvi colture agrarie, sono possibili interventi forestali e il pascolo con necessità di<br />

accurate pratiche conservative <strong>del</strong> suolo dall’erosione: sono le aree con presenza di superfici<br />

boscate o evidenti tracce <strong>del</strong>la presenza passata di formazioni boschive.<br />

• Suoli di classe VIa caratterizzati da pendenze elevate, affioramenti rocciosi, assolutamente<br />

inadatti alla coltivazione e non adatti al miglioramento dei pascoli. E’ ancora possibile il<br />

pascolamento da parte <strong>del</strong>le specie domestiche eventualmente allevate con un carico animale<br />

limitato e strettamente controllato. Gli interventi forestali sono possibili con interventi localizzati e<br />

volti a favorire lo sviluppo <strong>del</strong>le essenze spontanee.<br />

• Suoli di classe VIIa caratterizzati da pendenze elevate, affioramenti rocciosi, esposizione<br />

prevalente a sud, o all’azione di venti salsi, assolutamente inadatti alla coltivazione e non adatti al<br />

miglioramento dei pascoli. E’ possibile, ma è sconsigliato, il pascolamento da parte <strong>del</strong>le specie<br />

domestiche con un carico animale basso e strettamente controllato. Gli interventi forestali<br />

dovranno favorire la crescita <strong>del</strong>le essenze spontanee e con interventi minimi e assolutamente<br />

localizzati potenziare il manto vegetale in sintonia con le specifiche caratteristiche <strong>del</strong>l’areale.<br />

• Suoli di classe VIIIa<br />

Sono affioramenti rocciosi tali da renderle inadatte a qualsiasi tipo di intervento agricoloforestale,<br />

deve essere rispettato l’ambiente escludendo totalmente qualsiasi forma di pascolamento con<br />

animali domestici. Anche la presenza umana deve essere fortemente controllata o addirittura<br />

esclusa per garantire adeguata protezione <strong>del</strong>l’ambiente e <strong>del</strong>la vita degli animali selvatici.


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

8. STUDI E IPOTESI SULLA POTENZIALE CAPACITA’ INSEDIATIVA<br />

8.1 Unità urbane<br />

Le presenti note precisano e sintetizzano alcuni contenuti già presenti nel Piano <strong>del</strong> Parco<br />

<strong>del</strong>l’Asinara in particolare sulle destinazioni d’uso, categorie di intervento e capacità insediative<br />

<strong>del</strong>le unità urbane previste dal Piano<br />

Il Piano <strong>del</strong> Parco individua infatti le forme e le modalità <strong>del</strong>l’organizzazione <strong>del</strong>lo spazio <strong>del</strong> Parco<br />

attraverso l’elaborazione di un quadro di compatibilità degli usi e degli interventi e <strong>del</strong>le capacità<br />

insediative, mentre il Piano Pluriennale Economico e Sociale, di competenza <strong>del</strong>la Comunità <strong>del</strong><br />

Parco, promuoverà le attività compatibili con il quadro elaborato dal Piano <strong>del</strong> Parco.<br />

La scelta di limitare il recupero <strong>del</strong>l’insediamento alle unità urbane di Cala d’Oliva e La Reale come<br />

opzione culturale <strong>del</strong> Piano (Vedi il Rapporto sull’attività di Pianificazione illustrato alla Comunità<br />

<strong>del</strong> Parco nel Giugno <strong>del</strong> 2005) è motivata oltre che dalle peculiarità storiche dei due insediamenti<br />

corrispondenti ai primi spontanei agglomerati <strong>del</strong>l’Isola nati prima <strong>del</strong>l’esproprio, anche da una<br />

matrice di compatibilità sia tipologica che funzionale degli insediamenti.<br />

Le unità urbane sono state successivamente integrate dal complesso puntuale individuato nella ex<br />

diramazione carceraria di Trabuccato, (sorta ai primi <strong>del</strong> ‘900 utilizzando in parte strutture già<br />

destinate al III° Periodo di quarantena e mai utilizzate), che grazie alla sua posizione (immediatezza<br />

con lo specchio acqueo prospiciente, vicinanza ai servizi forniti dall’unità urbana di La Reale), è<br />

stata individuata come la struttura esistente che meglio si presta per la realizzazione di un Centro<br />

con una scuola di vela per lo svolgimento di attività ludiche, ricreative e sportive ritenute<br />

necessarie ai fruitori <strong>del</strong> Parco.<br />

Una ulteriore integrazione è costituita dalla definizione <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo di gestione <strong>del</strong>le aree agricole,<br />

alcune <strong>del</strong>le quali rientrano all’interno <strong>del</strong>le Unità Urbane, altre in stretta dipendenza dalle stesse.<br />

Anche per tali ambiti agricoli il Piano prevede interventi di recupero <strong>del</strong> patrimonio edilizio e dei<br />

manufatti di supporto finalizzati alla conservazione e possibile sviluppo <strong>del</strong>l’originario mo<strong>del</strong>lo di<br />

agricoltura di sussistenza strettamente connesso con gli insediamenti urbani.<br />

La capacità insediativa <strong>del</strong>le unità urbane è stata definita sulla base di una matrice di compatibilità<br />

che ha utilizzato vari parametri, tra cui quelli più significativi possono così riassumersi:<br />

1. compatibilità tipologica e funzionale degli edifici analizzati singolarmente, fino al dettaglio<br />

planimetrico distributivo interno rilevato in loco come nel centro originario di Cala d’Oliva;<br />

2. studio <strong>del</strong>le modifiche di destinazione d’uso effettuate nel tempo e <strong>del</strong>lo stato di diritto<br />

attuale, condizioni che al momento possono limitare o condizionare fortemente l’utilizzo di<br />

alcuni manufatti;<br />

3. analisi e verifica <strong>del</strong>le condizioni infrastrutturali esistenti indispensabili a sostenere<br />

l’insediamento previsto.<br />

Come ampiamente illustrato nelle relazioni di settore, si è ritenuto indispensabile<br />

procedere analiticamente, sia per ciascuna <strong>del</strong>le unità urbane che presentano differenti specificità


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

in gran parte legate alla storia degli insediamenti, sia per ciascuno degli ambiti individuati dal<br />

Piano all’interno di dette unità.<br />

Non si è infatti ritenuto metodologicamente corretto utilizzare il criterio di adozione di<br />

parametri predefiniti mc.esistenti/abitanti insediabili che spesso, e talvolta impropriamente, sono<br />

utilizzati per differenti realtà insediative <strong>del</strong>la Sardegna.<br />

.<br />

Nel caso <strong>del</strong>l’Asinara infatti, sia per le specificità anzidette sia per le presumibili<br />

differenziazioni nei segmenti <strong>del</strong>la dimensione insediativa, questa deve essere scomposta almeno<br />

nei seguenti tipi:<br />

1. insediamento ricettivo a rotazione d’uso riferibile per analogia ad una sorta di albergo<br />

diffuso;<br />

2. insediamento ricettivo collettivo a rotazione d’uso riferibile per analogia a strutture per<br />

piccole comunità temporanee di ricercatori, studentesche, scout, ostelli, etc;<br />

3. insediamento ricettivo singolo e/o collettivo utilizzabile come supporto logistico per il<br />

personale che lavora nell’Isola o come presidio di strutture istituzionali operanti all’interno<br />

<strong>del</strong> Parco.<br />

I piani di dettaglio <strong>del</strong>le Unità Urbane, facenti parte integrante <strong>del</strong> Piano <strong>del</strong> Parco, hanno<br />

individuato differenti ambiti nei quali sono state localizzate, sulla base <strong>del</strong>le peculiarità storiche,<br />

morfologiche e tipologiche di ciascuna area le strutture insediative, le strutture per attività di<br />

servizio, le strutture per attività di fruizione <strong>del</strong> Parco e le strutture logistiche di accoglienza dei<br />

presidi istituzionali.<br />

Dallo sviluppo <strong>del</strong>le attività previste secondo le forme e le tipologie sopra indicate potranno<br />

emergere ulteriori attività di supporto e complementari alle precedenti.<br />

In particolare per le singole unità urbane sono state ipotizzate le seguenti capacità insediative:<br />

Unità Urbana 9 Cala d’Oliva<br />

Posti letto in insediamento ricettivo a rotazione d’uso <strong>del</strong> tipo 1 da reperire in unità<br />

immobiliari analiticamente individuate corrispondenti a mq. lordi 4.300 al netto di<br />

strutture di servizio e supporto n. 215<br />

Posti letto già esistenti in insediamento ricettivi collettivi a rotazione d’uso <strong>del</strong> tipo 2 in<br />

unità immobiliari analiticamente individuate corrispondenti a mq. lordi 1.746 n. 75<br />

Posti letto già esistenti in insediamenti ricettivi <strong>del</strong> tipo 3 (utilizzabili come supporto<br />

logistico di personale che lavora nell’Isola o come presidio di strutture istituzionali operanti<br />

all’interno <strong>del</strong> Parco) in unità immobiliari analiticamente individuate corrispondenti a mq.<br />

lordi 1.116 al netto di strutture di servizio e supporto n. 35<br />

Complessivamente la capacità insediativa di Cala d’Oliva corrisponde a 325 unità.<br />

Raffrontando tale valore con la volumetria complessiva calcolata nell’Unità pari a circa mc.<br />

39.000, deriva un parametro mc/abitante poco superiore a 120. Se nel calcolo <strong>del</strong>la suddetta<br />

volumetria non vengono considerate alcune strutture non strettamente di servizio alla


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

residenza <strong>del</strong>l’Unità (quali ad esempio l’ex caseificio, strutture carcerarie non riutilizzabili, l’ex<br />

mattatoio, etc.) il valore complessivo <strong>del</strong>la volumetria diventa pari a mc. 29.000 che determina<br />

un parametro mc/abitante pari a 90.<br />

Unità Urbana 10 La Reale<br />

Posti letto già esistenti e/o da reperire in insediamenti ricettivi <strong>del</strong> tipo 3 (utilizzabili come<br />

supporto logistico di personale che lavora nell’Isola) in unità immobiliari analiticamente<br />

individuate corrispondenti a mq. lordi 2.270 al lordo di strutture di servizio n. 65<br />

Posti letto già esistenti in insediamenti ricettivi <strong>del</strong> tipo 3 (utilizzabili come supporto<br />

logistico e di presidio di strutture istituzionali operanti all’interno <strong>del</strong> Parco) in porzioni di<br />

unità immobiliari analiticamente individuate (Foresteria Ministero <strong>del</strong>l’Ambiente,<br />

Foresteria <strong>del</strong> Ministero dei Beni Culturali, Caserma Carabinieri, Caserma Polizia etc.) n. 60<br />

Complessivamente la capacità insediativa di La Reale corrisponde a n. 125 unità. In questo<br />

caso non ha senso il calcolo di valori parametrici espressi in mc/abitante ad eccezione<br />

<strong>del</strong>l’ambito ARS dove la volumetria corrispondente a mc 6.800 determina un parametro<br />

prossimo a 100.<br />

Unità Urbana 11 Trabuccato<br />

Posti letto in insediamento ricettivo a rotazione d’uso da reperire nelle strutture <strong>del</strong>l’ex<br />

carcere corrispondenti a mq. lordi 2.300 al lordo di strutture di servizio e supporto n. 60<br />

Posti letto da reperire in insediamenti ricettivi singoli e/o collettivi (utilizzabili come<br />

supporto logistico <strong>del</strong> personale tecnico ed amministrativo <strong>del</strong> Centro velico) in unità<br />

immobiliari analiticamente individuate corrispondenti a mq. lordi 507 al lordo di strutture<br />

di servizio e supporto n. 20<br />

Complessivamente la capacità insediativa di Trabuccato corrisponde a n. 80 unità. Anche in<br />

questo caso non ha senso il calcolo di valori parametrici espresso in mc/abitante in<br />

considerazione <strong>del</strong>la specificità <strong>del</strong>le strutture interessate.<br />

Nel complesso <strong>del</strong>le tre Unità e, quindi <strong>del</strong>l’intera Isola, deriva una capacità insediativa<br />

totale pari a 530 abitanti<br />

A conforto <strong>del</strong>la dimensioni realistiche <strong>del</strong>le ipotesi prospettate si può addurre l’analisi e la<br />

verifica <strong>del</strong>le condizioni infrastrutturali esistenti indispensabili a sostenere l’insediamento<br />

previsto.


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

Relativamente alla disponibilità idrica <strong>del</strong>l’isola, al momento attuale la capacità di<br />

accumulo con le attuali infrastrutture idriche è di circa 100.000 mc.<br />

Come riportato precedentemente per l’unità urbana di Cala d’Oliva è disponibile un invaso di<br />

circa 13.000 mc, dotato di impianto di potabilizzazione da 20 mc/h e sufficiente per una<br />

popolazione residente di circa 480 abitanti, anche in periodi con limitata disponibilità idrica.<br />

Come indicato nel Piano <strong>del</strong> Parco, per la situazione infrastrutturale esistente è necessario il<br />

totale rifacimento <strong>del</strong>la rete di distribuzione idrica e raccolta reflui. L’impianto di depurazione<br />

esistente ha potenzialità di depurazione di circa 500 Abitanti Equivalenti.<br />

Per l’unità urbana di La Reale è necessaria la realizzazione <strong>del</strong>l’adduttrice dall’invaso collinare<br />

di circa 15.000 mc esistente nell’area di Campo Perdu, la realizzazione di un potabilizzatore,<br />

<strong>del</strong>la rete idrica e fognaria, e l’avvio <strong>del</strong> depuratore esistente. Deve inoltre essere realizzata la<br />

condotta adduttrice per l’unità urbana di Trabuccato. Con la realizzazione di tali infrastrutture,<br />

nell’area di La Reale è disponibile una dotazione idrica per circa 500 presenze.<br />

A garanzia <strong>del</strong>la disponibilità idrica nelle varie parti <strong>del</strong>l’isola, data la capacità di accumulo nella<br />

parte meridionale (circa 70%) e la richiesta di utilizzo concentrata nella parte centrosettentrionale,<br />

è necessaria l’interconnessione dei bacini da realizzarsi mediante una dorsale in<br />

corrispondenze <strong>del</strong>la strada esistente, le cui dimensioni sono riportate nelle tavole citate.<br />

8.2 Programma per raccolta e smaltimento RSU<br />

In riferimento al sistema di raccolta e smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani, nell’ipotesi<br />

prevista dal Piano di una comunità di circa 500 abitanti, la produzione di rifiuti per l’isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara può essere valutata in circa 600-700 kg/g, corrispondente ad un volume di circa 2<br />

mc/g di rifiuto indifferenziato. Tale limitata produzione di rifiuti rende antieconomica la<br />

raccolta differenziata anche se nel caso specifico <strong>del</strong>l’Asinara è comunque necessario,<br />

trattandosi di un parco nazionale, condividere la filosofia <strong>del</strong>la raccolta differenziata, ponendo<br />

in secondo piano gli aspetti economici per opportune esigenze di immagine ed educazione alla<br />

difesa <strong>del</strong>l’ambiente.<br />

Il sistema di raccolta e smaltimento, fermo restando il divieto di realizzazione di discarica<br />

sull’isola <strong>del</strong>l’Asinara, è dipendente dalla possibilità di trasporto periodico di mezzi<br />

compattatori da e per l’isola. Nel caso di disponibilità giornaliera di trasporto, può essere<br />

facilmente esteso all’isola il sistema di raccolta e smaltimento urbano <strong>del</strong> Comune di Porto<br />

Torres, realizzato con contenitori e autocompattatori per trasporto a smaltimento fuori<br />

dall’isola.<br />

Il sistema di smaltimento può essere ottimizzato riducendo il volume dei rifiuti con la<br />

differenziazione di alcune tipologie di rifiuto inerte (carta, vetro, plastica) che può essere<br />

depositato in opportuni contenitori senza problematiche ambientali anche per lungo tempo e<br />

smaltito con periodicità maggiore rispetto al restante indifferenziato.<br />

Per i visitatori è opportuno ridurre la possibilità di deposito di rifiuto sull’isola, con l’istituzione<br />

di punti di raccolta da ubicare nei luoghi pubblici <strong>del</strong>le unità urbane di Cala d’Oliva, La Reale e<br />

Trabuccato, limitando in tali punti la raccolta ai soli rifiuti inerti quali plastica, carta, lattine e<br />

vetro, e con il divieto di deposito di altri tipi di rifiuto.


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

8.3 Situazione attuale <strong>del</strong>la raccolta e smaltimento RSU<br />

Ad oggi la raccolta dei rifiuti solidi urbani è svolta da parte <strong>del</strong> Comune di Porto Torres con<br />

l’utilizzo di compattatori scarrabili che vengono periodicamente allontanati e sostituiti con altri<br />

vuoti. L’attuale consistenza <strong>del</strong>la produzione dei rifiuti è di circa 7 compattatori scarrabili all’anno.<br />

Ogni compattatore contiene circa 70 q.li per cui la produzione annuale negli ultimi due anni è<br />

stabilizzata a circa 500 q.li l’anno.<br />

8.4 Approvvigionamento elettrico.<br />

Sull’isola <strong>del</strong>l’Asinara è presente una rete di distribuzione <strong>del</strong>l’energia elettrica realizzata<br />

dall’ENEL, alimentata attraverso una linea di trasporto con cavo sottomarino <strong>del</strong>la lunghezza di<br />

circa 4.300 m che, partendo da Punta Negra arriva a Fornelli.<br />

Le cabine elettriche dislocate nell’isola sono 10, con una potenza installabile di 400/630 kVA,<br />

mentre la potenza attualmente disponibile è per ciascuna cabina la seguente:<br />

1 Cabina di Santa Maria p.i. 50 kVA<br />

2 Cabina di Fornelli p.i. 250 kVA<br />

3 Cabina di Tumbarino p.i. 50 kVA<br />

4 Cabina di Campu Perdu p.i. 63 kVA<br />

5 Cabina di Campo Faro p.i. 25 kVA<br />

6 Cabina di Cala Reale p.i. 160 kVA<br />

7 Cabina di Tabuccato p.i. 50 kVA<br />

8 Cabina di Cala d’Oliva p.i. 250 kVA<br />

9 Cabina di Case Bianche p.i. 25 kVA<br />

10 Cabina di Punta Scorno p.i. 10 kVA<br />

La cabina di Punta Scorno, per l’alimentazione <strong>del</strong> faro è realizzata per la Marina Militare.<br />

La rete di distribuzione , in media tensione con tensione di 15.000 V, attraversa tutta l’isola in<br />

senso longitudinale ed è realizzata con conduttore nudo con isolamento a sospensione su pali in<br />

acciaio zincato (sezione 3 x 25 mm2), nel tronco che va da Santa Maria a Cala Reale.<br />

Da Cala Reale a Punta Scorno la rete è realizzata con cavo aereo MT autoportante (sezione 3 x 50<br />

mm2) su pali ottagonali in acciaio zincato.<br />

La rete di bassa tensione è realizzata con cavo interrato o cavo aereo precordato.<br />

Il tronco di alimentazione da Fornelli all’approdo è realizzato mediante una linea a bassa tensione<br />

con due conduttori nudi.


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

8.5 Requisiti di definizione <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo di gestione <strong>del</strong>le visite<br />

Dopo un primo periodo di studio sulla soglia sostenibile di presenze antropiche<br />

sull’isola si è proceduto a valutarne gli effetti sul sistema <strong>ambientale</strong> nel corso degli<br />

anni. Grazie a questi dati si procede ogni anno ad aggiornare ogni anno il limite<br />

massimo di presenze disciplinandole all’interno <strong>del</strong> Piano di fruizione.<br />

I criteri fondamentali su cui questo si basa sono:<br />

1. La considerazione che il numero di presenze è determinato dalla situazione<br />

attuale <strong>del</strong>l’accessibilità e <strong>del</strong>l’offerta dei servizi.<br />

2. La coerenza con altri Parchi insulari <strong>del</strong> Mediterraneo che in relazione al<br />

problema <strong>del</strong>la fruizione presentano analogie significative con il Parco<br />

<strong>del</strong>l’Asinara.<br />

3. Il fatto che il numero di presenze proposto è in ogni caso inferiore alla soglia<br />

<strong>ambientale</strong> così come si evince dai risultati <strong>del</strong> monitoraggio sinora effettuato<br />

anche se in maniera parziale e limitata ad alcune aree di analisi (Casu, 2003;<br />

Azzurro, 2003; Sassu, 2004; Pisanu, 2004)<br />

4. L’ipotesi che la soglia <strong>del</strong>le presenze così individuata non può variare<br />

significativamente in tempi brevi, in quanto legata alla disponibilità di mezzi di<br />

accesso e di servizi che, obiettivamente, non possono modificarsi se non nel<br />

medio periodo.<br />

5. La considerazione che un eventuale aumento <strong>del</strong> carico antropico, potrà,<br />

inoltre, essere ipotizzato a seguito degli interventi di rimozione degli animali<br />

domestici inselvatichiti, che alleggerirà fortemente l’impatto nell’ecosistema<br />

terrestre.<br />

8.7 L’offerta turistica<br />

Nei primi anni l’Asinara risultava interessata da un turismo di nicchia di tipo naturalistico,<br />

scolastico-educativo e scientifico.<br />

Nel corso degli anni il Parco ha voluto rendere sempre più fruibile l’area con la possibilità di<br />

sperimentare nuove forme di visita, regolamentando le attività esistenti e disciplinandole<br />

con un monitoraggio sui flussi e sulle aree di visita.<br />

Attraverso i regolamenti di attuazione <strong>del</strong>le norme di salvaguardia sono state adottate, tra<br />

le altre, le seguenti misure:<br />

1. Tutela integrale di alcune aree vulnerabili e siti di nidificazione degli uccelli<br />

marini (unità paesaggistiche di Cala di Scombro di dentro e di fuori, falesie di<br />

Punta <strong>del</strong>lo Scorno).<br />

2. Individuazione di zone di mare riservate a ripopolamento ittico (unità<br />

ambientali Cala di Scombro di dentro e di fuori e di Punta <strong>del</strong>lo Scorno).


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

3. Limiti di velocità <strong>del</strong>le imbarcazioni nelle acque marine secondo fasce<br />

concentriche, riportate nelle norme di attuazione e nel Regolamento.<br />

4. Individuazione di sentieri terrestri e marini per una corretta visita ai diversi<br />

ambienti <strong>del</strong>l’Isola.<br />

5. Realizzazione di campi boe al fine di limitare l’uso <strong>del</strong>le ancore e tutelare i<br />

fondali a Posidonia oceanica ed altre rizofite.<br />

Per quanto riguarda le stime di presenza annuale, i dati dall’istituzione <strong>del</strong> Parco ad oggi<br />

riportano valori pari a circa 70.000 presenze annuali concentrate soprattutto nei mesi estivi,<br />

con presenze giornaliere massime nei giorni di massima frequenza con valori compresi<br />

comunque all’interno dei 1000 visitatori al giorno.<br />

Tali valori sono notevolmente inferiori rispetto ad altri due Parchi nazionali insulari<br />

mediterranei se rapportati alla superficie <strong>del</strong>l’Asinara (5.200 ha per la parte terreste e<br />

10.800 ha per l’area marina).<br />

- Parco Nazionale di Cabrera (Spagna), presenta una superficie terrestre di 1316 ha e marina<br />

di 8704 ha. Il numero annuale dei visitatori è passato da 20.000 (1991), a 30.000 (1992-<br />

1995), a 40.000 (1996-2000), a 60.000 (dal 2001).<br />

- Parco Nazionale di Port-Cros (Francia), presenta una superficie terrestre di 690 ha e<br />

marina di 1800 ha. Il numero dei visitatori è pari a 50.000 presenze annuali, concentrate nel<br />

periodo estivo, e 8.000 imbarcazioni da diporto. I limiti giornalieri sono 3.000 presenze e<br />

300 barche.<br />

Il flusso turistico è suddiviso all’interno <strong>del</strong> Parco in relazione alle diverse unità<br />

paesaggistiche ambientali individuate nel Piano, nel modo seguente:<br />

Unità urbane Libera fruizione<br />

Ambiti agricoli Libera fruizione<br />

Unità paesaggistiche e ambientali Regolamentata<br />

Aree a tutela integrale Accesso limitato alla Ricerca Scientifica<br />

8.8 Definizione di una procedura per il monitoraggio di tali effetti, che consenta di<br />

aggiornare periodicamente il limite massimo di presenze, che deve essere definito ogni<br />

anno sulla base di un disciplinare specifico allegato al Regolamento <strong>del</strong> Parco.<br />

Per quanto riguarda la sensibilità dei singoli ecosistemi, la stessa dovrà essere valutata<br />

attraverso specifici indicatori riportati di seguito ed in coerenza con i contenuti <strong>del</strong> Manuale<br />

di indicatori sociali e naturali per la valutazione <strong>del</strong>l’efficacia gestionale <strong>del</strong>le aree protette,


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

redatto nel 2004 dall’Iucn (International Union for Conservation of Nature). Tali capacità<br />

portanti verranno riportate in appositi disciplinari elaborati annualmente.<br />

Per monitoraggio si intende il controllo <strong>del</strong>lo stato di popolazioni, comunità o ecosistemi<br />

ripetuti ad intervalli di tempo regolari e secondo un protocollo standard, tale per cui la<br />

tecnica di rilevamento dei dati non muti a seconda di chi campiona e i cambiamenti <strong>del</strong>la<br />

popolazione nel tempo siano registrati in modo univoco (Schemske et al., 1994; Primack,<br />

1998b).<br />

Il monitoraggio a lungo termine permette di distinguere i veri e propri trend di aumento o<br />

declino <strong>del</strong>le popolazioni, dalle fluttuazioni a breve termine, causate per esempio da eventi<br />

naturali non prevedibili, o da fluttuazioni demografiche casuali (Pechmann et al., 1991;<br />

Cohn, 1994). Verranno utilizzati degli indicatori su diversi siti rappresentativi di differenti<br />

habitat e su habitat sottoposti a differenti carichi.<br />

Un indicatore è un’unità di informazione, misurata nel tempo, che permette di<br />

documentare i cambiamenti <strong>del</strong>l’area protetta. Un indicatore permette di misurare una<br />

funzione che non è facilmente misurabile, quale l’efficacia.<br />

Punto di partenza è la registrazione di tutti i dati disponibili all’interno di un database e loro<br />

successiva elaborazione in un Sistema Informativo Geografico.<br />

8.8.1 Indicatori per il sistema terrestre<br />

1. Distribuzione e demografia: la distribuzione, densità, consistenza numerica e<br />

struttura demografica di alcune specie (rare, minacciate, endemiche, protette,<br />

etc.) è un altro set di informazioni imprescindibile per pianificare in maniera<br />

corretta il <strong>territorio</strong> di un Parco Nazionale. Ad esempio nell’isola ciò andrebbe<br />

fatto per Centaurea horrida Badarò, endemica sarda prioritaria ai sensi <strong>del</strong>la<br />

Direttiva 43/92/CEE, per la quale sono stati acquisiti solo di recente alcuni dati<br />

distributivi (Pisanu & Filigheddu, 2005). Anche altre entità di particolare<br />

significato biogeografico [Aristolochia insularis Nardi et Arrigoni, Astragalus<br />

terraccianoi Vals., Leucojum roseum Martìn, Limonium laetum (Nyman)<br />

Pignatti, Nananthea perpusilla Loisel. (DC.), Evax rotundata Moris, Silene<br />

nodulosa Viv., Silene corsica DC., Arenaria balearica L., Cymbalaria aequitriloba<br />

(Viv.) Cheval., Dracunculus moscivorus (L. fil.) Parl.] o localmente rare<br />

(Chamaerops humilis L., Quercus suber L., Arbutus unedo L., Myrtus communis<br />

L.), andrebbero sottoposte ad azioni di monitoraggio dettagliate allo scopo di<br />

valutare effetti di vario tipo.<br />

2. Habitat: la conoscenza degli habitat presenti sull’isola in particolare ai sensi<br />

<strong>del</strong>la Direttiva 43/92/CEE “Habitat”, è riportata dal Ministero <strong>del</strong>l’Ambiente<br />

nell’ambito <strong>del</strong>la Rete Natura 2000. Gli habitat, identificati da comunità<br />

vegetali, rappresentano uno dei principali oggetti <strong>del</strong>la pianificazione<br />

territoriale nella progettazione di azioni di protezione e gestione <strong>del</strong> <strong>territorio</strong>.<br />

Pertanto è necessario aggiornare e spazializzare le conoscenze relative agli


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

habitat e procedere alla realizzazione di una cartografia di habitat che evidenzi<br />

numero, patches, estensione, forma, contatti, e variabilità spaziale in<br />

particolare per le aree sottoposte a carichi antropici diretti e indiretti. Tali<br />

azioni di monitoraggio possono essere effettuate sia nei siti più vulnerabili<br />

come litorali rocciosi e sabbiosi di inequivocabile pregio <strong>ambientale</strong> sia in aree<br />

di vegetazione arbustiva struttura demografica di alcune specie (rare,<br />

minacciate, endemiche, protette, etc.) è un altro set di informazioni<br />

imprescindibile per pianificare in maniera corretta il <strong>territorio</strong> di un Parco<br />

Nazionale. Ad esempio nell’isola ciò andrebbe fatto per Centaurea horrida<br />

Badarò, endemica sarda prioritaria ai sensi <strong>del</strong>la Direttiva 43/92/CEE, per la<br />

quale sono stati acquisiti solo di recente alcuni dati distributivi (Pisanu &<br />

Filigheddu, 2005). Anche altre entità di particolare significato biogeografico<br />

[Aristolochia insularis Nardi et Arrigoni, Astragalus terraccianoi Vals., Leucojum<br />

roseum Martìn, Limonium laetum (Nyman) Pignatti, Nananthea perpusilla<br />

Loisel. (DC.), Evax rotundata Moris, Silene nodulosa Viv., Silene corsica DC.,<br />

Arenaria balearica L., Cymbalaria aequitriloba (Viv.) Cheval., Dracunculus<br />

moscivorus (L. fil.) Parl.] o localmente rare (Chamaerops humilis L., Quercus<br />

suber L., Arbutus unedo L., Myrtus communis L.), andrebbero sottoposte ad<br />

azioni di monitoraggio dettagliate allo scopo di valutare effetti di vario tipo. in<br />

evidente stato di degrado. Non esistono infatti conoscenze sulle dinamiche<br />

evolutive e regressive <strong>del</strong>la vegetazione nell’isola.<br />

3. Habitat: la conoscenza degli habitat presenti sull’isola in particolare ai sensi<br />

<strong>del</strong>la Direttiva 43/92/CEE “Habitat”, è riportata dal Ministero <strong>del</strong>l’Ambiente<br />

nell’ambito <strong>del</strong>la Rete Natura 2000. Gli habitat, identificati da comunità<br />

vegetali, rappresentano uno dei principali oggetti <strong>del</strong>la pianificazione<br />

territoriale nella progettazione di azioni di protezione e gestione <strong>del</strong> <strong>territorio</strong>.<br />

Pertanto è necessario aggiornare e spazializzare le conoscenze relative agli<br />

habitat e procedere alla realizzazione di una cartografia di habitat che evidenzi<br />

numero, patches, estensione, forma, contatti, e variabilità spaziale in<br />

particolare per le aree sottoposte a carichi antropici diretti e indiretti. Tali<br />

azioni di monitoraggio possono essere effettuate sia nei siti più vulnerabili<br />

come litorali rocciosi e sabbiosi di inequivocabile pregio <strong>ambientale</strong> sia in aree<br />

di vegetazione arbustiva in evidente stato di degrado. Non esistono infatti<br />

conoscenze sulle dinamiche evolutive e regressive <strong>del</strong>la vegetazione nell’isola.<br />

4. Vegetazione: la comprensione dei processi evolutivi e regressivi <strong>del</strong>le comunità<br />

vegetali necessita obbligatoriamente di strumenti cartografici a scale adeguate,<br />

possibilmente realizzati in ambiente G.I.S. E’ necessario pertanto realizzare una<br />

carta <strong>del</strong>la vegetazione reale e una <strong>del</strong>la vegetazione potenziale <strong>del</strong>l’isola, che<br />

servano da strumento conoscitivo e di controllo <strong>del</strong>le successioni secondarie<br />

sull’isola, attualmente quasi completamente ricoperta da comunità secondarie<br />

di sostituzione che potenzialmente tenderebbero ad evolvere in cenosi<br />

forestali. Questo punto rappresenta un obbiettivo a medio termine.


Parco Nazionale <strong>del</strong>l’Asinara<br />

Area Marina Protetta “Isola<br />

<strong>del</strong>l’Asinara”<br />

________________________________________________________________________________<br />

8.8.2 Indicatori per il sistema marino<br />

1. Abbondanza di specie focali, ovvero organismi di valore ecologico di interesse<br />

prioritario nella gestione <strong>del</strong>l’area, es. endemiche, esotiche, indicatrici, chiave,<br />

di interesse economico, vulnerabili. Ad esempio: Patella ferruginea Gmelin:<br />

distribuzione, densità su aree campione; Pinna nobilis L.; distribuzione, densità<br />

su aree campione; Posidonia oceanica (L.) Delile: distribuzione su transetti e<br />

aree campione; Cymodocea nodosa (Ucria) Asch.: distribuzione; Caulerpa<br />

racemosa (Forsskal) J. Agardh: distribuzione, valutazione <strong>del</strong>la diffusione;<br />

Ittiofauna: lista, distribuzione tramite visual census; Cetofauna: lista,<br />

distribuzione tramite whalewatching. Per alcune verrà analizzata la struttura<br />

<strong>del</strong>la popolazione, ovvero la stima <strong>del</strong>le dimensioni e età degli individui, in<br />

particolare per l’ittiofauna e le comunità superficiali.<br />

2. Distribuzione e complessità degli habitat, ovvero degli spazi in cui vivono gli<br />

organismi, le popolazioni e le comunità. Nel caso <strong>del</strong>l’area marina si è fatto<br />

riferimento alle diverse unità biocenotiche riportate nella carta di riferimento.<br />

Per ciascuna unità biocenotica: percentuale di ricoprimento nell’area totale e<br />

in quella di controllo all’interno <strong>del</strong> G.I.S. per verificare eventuali modiche nel<br />

tempo. Per alcune unità biocenotiche verrà analizzata la composizione e<br />

struttura, ovvero la diversità specifica e loro abbondanza relativa e<br />

distribuzione in relazione alle disponibilità fisiche e biologiche. Gli indicatori<br />

utilizzati: Ricchezza specifica; Densità; Diversità; Distribuzione; Grado di<br />

reclutamento (frequenza <strong>del</strong>le classi di età giovanili). In alcune aree potrà<br />

essere valutata l’integrità <strong>del</strong>la rete trofica, ovvero la stima degli equilibri nei<br />

rapporti tra prede e predatori. Ad esempio: Rapporto tra Alghe, Ricci, Pesci<br />

predatori.<br />

3. Tipo, livello e redditività <strong>del</strong>lo sforzo di pesca, che descrive la capacità di<br />

prelievo sulla base <strong>del</strong> tipo di attrezzo utilizzato, <strong>del</strong>lo stato <strong>del</strong>le risorse<br />

naturali, <strong>del</strong>la manodopera impiegata, <strong>del</strong> tipo di imbarcazioni utilizzate e <strong>del</strong><br />

tempo impiegato.<br />

4. Qualità <strong>del</strong>l’acqua, che è una misura <strong>del</strong>le caratteristiche abiotiche e biotiche<br />

<strong>del</strong>la colonna d’acqua ed è un fattore limitante per i processi biologici degli<br />

organismi, <strong>del</strong>le popolazioni e degli habitat. Sono indicatori i principali<br />

parametri fisici, chimici e biologici.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!