Thule Italia feb2006.indd - thule-italia.org
Thule Italia feb2006.indd - thule-italia.org
Thule Italia feb2006.indd - thule-italia.org
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Recensioni<br />
L’invenzione dell’antico Israele.<br />
La storia negata della Palestina<br />
inoltre secondo lo studioso non si attendeva parità di diritti<br />
nella fondazione dello Stato d’Israele.<br />
La rivendicazione della Palestina: la conquista<br />
Capeggiati da William Foxwell Albright, gli studiosi americani<br />
hanno elaborato una costruzione alternativa della<br />
conquista israelita in Palestina. Albright mirava a dimostrare<br />
che vi erano prove “oggettive” a sostegno del quadro<br />
offerto da una parte delle tradizioni bibliche, ossia quello<br />
dell’invasione e della conquista. Attribuí pertanto un’importanza<br />
molto maggiore ai crescenti dati archeologici, al<br />
fine di sostenere la tradizione biblica relativa ad una breve<br />
campagna militare che devastò un certo numero di centri<br />
urbani palestinesi. Analogamente ad Alt, Albright attribuiva<br />
ad Israele l’incremento dei villaggi sulle alture durante<br />
il passaggio all’Età del Ferro. In ogni caso non si trattò di<br />
un’immigrazione pacifica, bensí di un’irruzione improvvisa<br />
e violenta, che distrusse la cultura urbana della Palestina.<br />
L’assunto di una conquista israelita della Palestina, derivante<br />
dalla combinazione fra tradizioni bibliche e dati archeologici,<br />
porta Albright a concludere che<br />
[...] la popolazione dell’originaria Palestina israelita era<br />
composta da tre gruppi: Ebrei pre-israeliti, Israeliti veri e<br />
propri e Cananei di origine eterogenea. Gli Ebrei si amalgamarono<br />
con i loro cugini Israeliti tanto rapidamente<br />
che, in pratica, nella letteratura biblica si è perso ogni riferimento<br />
a tale distinzione e le scarse allusioni apparenti<br />
sono dubbie. I Cananei furono condotti all’ovile israelita<br />
per mezzo di accordi, conquista o graduale assorbimento.<br />
Non viene sollevato alcun dubbio sulla leggittimità del<br />
diritto di Israele alla terra.<br />
Continua inoltre Albright<br />
[...] Per il futuro del monoteismo è stata una fortuna che<br />
gli Israeliti della Conquista fossero un popolo barbaro, dotato<br />
di energia primitiva e di spietata volontà di vivere, dal<br />
momento che la conseguente decimazione dei Cananei<br />
evitò la completa fusione dei due popoli affini, che, quasi<br />
inevitabilmente, avrebbe abbassato il modello jahvistico<br />
sino ad un punto di non ritorno.<br />
Da parte di un’icona degli studi biblici del Novecento la<br />
giustificazione dello sterminio della popolazione palestinese<br />
è degna di nota per due ragioni: essa esplicita un<br />
razzismo che sconcerta, ma ugualmente impressionante è<br />
che, a quanto risulta, gli studiosi biblici non si soffermarono<br />
mai su quelle affermazioni, ne le commentarono.<br />
L’influenza pervasiva esercitata dall’ipotesi di una conquista<br />
israelita raggiunge il culmine nell’opera di John<br />
Bright intitolata A History of Israel. In essa Bright ammette<br />
che, con la sua grande cultura urbana e l’invenzione della<br />
scrittura, Canaan realizzò conquiste materiali e culturali,<br />
ma afferma che la sua religione era immorale e corrotta:<br />
«Comunque sia, la religione cananea non offre un quadro<br />
Sintesi elaborata da<br />
Marco Linguardo<br />
gradevole. Essa, infatti, era una forma abietta di paganesimo,<br />
specie per il culto della fertilità». Ciò contrasta con la<br />
fede israelita che, «assolutamente ineguagliata nel mondo<br />
antico », pose Israele al di fuori del suo ambiente, facendone<br />
il fenomeno peculiare e creativo a noi noto. Bright<br />
non pone in dubbio la storicità della tradizione biblica<br />
della conquista, storicità che «non dovrebbe più essere<br />
negata».<br />
La rivendicazione della Palestina 3: la lotta interna.<br />
Dedichiamo ora un accenno a Ge<strong>org</strong>e Mendenhall al<br />
quale viene attribuita un’interpretazione alternativa delle<br />
origini di Israele. Secondo Mendenhall l’elemento esterno<br />
era costituito da un piccolo gruppo che agí da catalizzatore<br />
per l’insoddisfatta e sfruttata popolazione palestinese.<br />
E il fattore chiave di tale “rivoluzione biblica”, come lo studioso<br />
la definisce, non fu la rivolta dei contadini indigeni,<br />
ma la rivoluzione religiosa. La terra, infatti, appartiene alla<br />
Divinità e quindi è oggetto di dazione divina, il che giustifica<br />
il passaggio dello spazio palestinese sotto il controllo<br />
israelita. In tale ottica l’immorale e corrotta cultura autoctona<br />
non poteva reclamare la terra. La “conquista della<br />
Palestina” da parte di Israele è l’affermazione di quel dono<br />
divino.<br />
L’ipotesi di uno Stato israelita<br />
Creare uno stato rivendicando un’epoca passata.<br />
L’”apparizione” dell’antico Israele durante il periodo di<br />
passaggio all’Età del Ferro costituisce soltanto un momento<br />
decisivo nella storia della Palestina, mentre la creazione<br />
di uno Stato israelita rappresenta per gli studi biblici<br />
il momentom decisivo.<br />
Ma poichè il moderno Stato d’Israele si richiama proprio<br />
alle sue origini nell’Età del Ferro, sicuramente gli sforzi<br />
della dottrina biblica nel ricercare una monarchia davidica<br />
non sono dovuti ad un mero interesse antiquario. La<br />
Dichiarazione di indipendenza, proclamata a Tel Aviv il 14<br />
maggio 1948 dal Consiglio di Stato provvisorio, annuncia<br />
infatti il «ristabilimento dello Stato ebraico». Ogni tentativo<br />
di considerare obiettivamente e disinteressatamente<br />
non soltanto il passato, ma anche la realtà e le lotte politiche<br />
contemporanee, prendendo le distanze dalle implicazioni<br />
pratiche della ricerca ispirata alla Bibbia, viene<br />
abbandonato sin dai paragrafi iniziali:<br />
Nella terra d’Israele è nato il popolo ebraico. Qui si è formata<br />
la sua identità spirituale, religiosa e nazionale. Qui<br />
esso ha vissuto una vita indipendente, ha creato valori culturali<br />
di portata nazionale e universale e ha dato al mondo<br />
la Bibbia.<br />
Esiliati dalla terra di Israele, gli Ebrei le restarono fedeli attraverso<br />
tutte le dispersioni, e non cessarono mai di pregare<br />
e di sperare nel ritorno alla loro terra e nel ripristino<br />
in essa della libertà politica.<br />
Spinti da questa duplice aspirazione, nei secoli gli Ebrei<br />
anelarono a tornare nella terra dei Padri e a stabilirsi nella<br />
loro Patria.<br />
Il diritto alla terra viene dunque proclamato in base ad un<br />
precedente storico: l’esistenza nella regione di un antico<br />
Stato israelita, sovrano e indipendente.<br />
Come si è visto, spesso tali rivendicazioni implicite ed<br />
esplicite sottendono la costruzione di un passato mitico,<br />
di un’apparizione israelita in Palestina. Il rivendicare o reclamare<br />
esplicitamente la terra in virtù di quel precedente<br />
storico poggia su un’opinione diffusa, che ha improntato<br />
a lungo la percezione politica e popolare del moderno<br />
Israele e del suo diritto al territorio. In un appunto scritto<br />
da Lord Balfour due anni dopo la sua famosa Dichiarazione<br />
del 1917, che conferiva al governo britannico l’incarico<br />
di sostenere la «costituzione in Palestina di un focolare<br />
nazionale per il popolo ebraico», si legge infatti:<br />
I quattro Grandi si sono impegnati a favore del sionismo.<br />
E, sia esso giusto o sbagliato, buono o cattivo, il sionismo<br />
è radicato in tradizioni passate, in bisogni presenti, in speranze<br />
future dal significato ben più profondo che non i<br />
desideri e i pregiudizi dei 700.000 Arabi che attualmente<br />
abitano quell’antica terra.<br />
Come si è accennato in questa sintesi quindi per la cosiddetta<br />
apparizione di Israele una quantità di tesi convenzionali<br />
ha permeato la riflessione sugli inizi di un antico<br />
Stato Ebraico. E ciò è stato immancabilmente presentato<br />
come scienza obiettiva, indipendente dalla sporca politica.<br />
Non si è posto in dubbio che la discussione accademica<br />
su un passato Stato israelita possa essere in rapporto con<br />
le presenti rivendicazioni di una terra di Palestina, dando<br />
invece per acquisito che gli studi biblici non abbiano nulla<br />
a che vedere con le attuali lotte per l’identità e il territorio,<br />
quando in realtà il vero e proprio silenzio sulla Palestina e<br />
il suo passato è servito solo a legittimare le rivendicazioni<br />
di un passato da parte di Israele.e l’esclusione di ogni rivendicazione<br />
alternativa.<br />
Dubbio che occorre porci per poter ridare alla Palestina la<br />
sua Storia sino ad oggi negata.<br />
Sintesi elaborata da Marco Linguardo<br />
recensioni