La Spettrometria di massa nella diagnostica di laboratorio - ELAS Italia
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<strong>La</strong> <strong>Spettrometria</strong> <strong>di</strong> <strong>massa</strong> nel <strong>laboratorio</strong> clinico<br />
<strong>La</strong> <strong>Spettrometria</strong> <strong>di</strong> <strong>massa</strong> <strong>nella</strong> <strong>di</strong>agnostica <strong>di</strong> <strong>laboratorio</strong>:<br />
stato dell'arte e prospettive (Rassegna)<br />
Gianluca Giorgi<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Chimica, Università degli Stu<strong>di</strong> - Siena<br />
INTRODUZIONE<br />
<strong>La</strong> spettrometria <strong>di</strong> <strong>massa</strong> è una meto<strong>di</strong>ca che trova<br />
sempre maggiori applicazioni in chimica clinica. Le pubblicazioni<br />
su riviste scientifiche internazionali ne sono un<br />
esempio: da circa 200 pubblicazioni all’anno nei primi anni<br />
del 2000, si è assistito, a partire dal 2010, a un repentino<br />
aumento fino a oltre 800 pubblicazioni per anno.<br />
Questo notevole interesse è dovuto ai numerosi vantaggi<br />
propri della spettrometria <strong>di</strong> <strong>massa</strong>: estrema sensibilità,<br />
selettività e specificità, analisi <strong>di</strong> miscele complesse,<br />
tempi <strong>di</strong> analisi ridotti, preparazione minima del campione,<br />
alta efficienza, analisi qualitativa e quantitativa <strong>di</strong><br />
numerosi biomarcatori 1 in una singola analisi, ecc..<br />
Lo screening neonatale, lo stu<strong>di</strong>o delle malattie<br />
metaboliche, la determinazione dei livelli <strong>di</strong> farmaci e<br />
biomolecole, lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> proteine, la mappatura <strong>di</strong> analiti<br />
in tessuti tumorali sono solo alcune delle possibili<br />
applicazioni in cui la spettrometria <strong>di</strong> <strong>massa</strong> riveste un<br />
ruolo insostituibile <strong>nella</strong> moderna pratica <strong>di</strong> <strong>laboratorio</strong><br />
chimico-clinico.<br />
Alcuni “miti” da sfatare e una terminologia ...<br />
da imparare<br />
Prima <strong>di</strong> addentrarci nel mondo della spettrometria<br />
<strong>di</strong> <strong>massa</strong> dobbiamo fare chiarezza su alcuni punti<br />
essenziali.<br />
Sicuramente avrete sentito frasi del tipo: “Basta comprare<br />
lo strumento. Poi è tutto automatico!”, oppure “Il<br />
mio è uno strumentino che si autogestisce”. Tutto ciò è<br />
assolutamente falso. Ovviamente l’acquisto della strumentazione<br />
costituisce il primo passo, essenziale, per<br />
poter condurre stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> spettrometria <strong>di</strong> <strong>massa</strong>.<br />
<strong>La</strong> scelta del tipo <strong>di</strong> strumentazione non è banale.<br />
Deve essere fatta in modo attento e oculato in base al<br />
tipo <strong>di</strong> analisi che verranno condotte, alle molecole da<br />
stu<strong>di</strong>are, al tipo <strong>di</strong> informazione che si vuole ottenere, al<br />
numero <strong>di</strong> analisi all’anno, al budget a <strong>di</strong>sposizione,<br />
ecc... 2. Non si devono acquistare spettrometri <strong>di</strong> <strong>massa</strong><br />
“alla moda” o quelli più costosi, che possono rivelarsi del<br />
tutto inutili ed inefficienti per il tipo <strong>di</strong> problematica che<br />
verrà affrontata, ma quelli che sono necessari al <strong>laboratorio</strong><br />
per risolvere le proprie esigenze.<br />
Non solo <strong>nella</strong> scelta della strumentazione, ma anche<br />
nell’attività <strong>di</strong> <strong>laboratorio</strong> è centrale e determinante la<br />
figura <strong>di</strong> un operatore con una formazione solida, con<br />
una profonda conoscenza e consapevolezza <strong>di</strong> ciò che<br />
sta facendo, che gli permetta <strong>di</strong> condurre in modo appropriato<br />
gli esperimenti, <strong>di</strong> progettarne <strong>di</strong> nuovi, <strong>di</strong> mettere<br />
a punto nuove meto<strong>di</strong>che 3, <strong>di</strong> interpretare correttamente<br />
i dati ottenuti.<br />
Certamente oggi basta un click del mouse per gestire<br />
una strumentazione che solo qualche decennio fa<br />
richiedeva la regolazione <strong>di</strong> decine <strong>di</strong> parametri attraverso<br />
manopole, interruttori, deviatori, ecc.. Oggi basta un<br />
click, ma <strong>di</strong>etro a quel gesto deve esserci necessariamente<br />
un sapere senza il quale quel click porterà a risultati<br />
poco atten<strong>di</strong>bili e <strong>di</strong> scarsa utilità.<br />
Utilizzare correttamente uno spettrometro <strong>di</strong> <strong>massa</strong> e<br />
saper interpretare i dati in modo razionale richiedono una<br />
profonda conoscenza della strumentazione e dei processi<br />
che avvengono durante l’esperimento. Basta forse<br />
possedere uno spettrometro a risonanza magnetica<br />
nucleare per poter essere un esperto ra<strong>di</strong>ologo e saper<br />
fare <strong>di</strong>agnosi atten<strong>di</strong>bili?<br />
Con il <strong>di</strong>ffondersi dell’utilizzo, si parla sempre più <strong>di</strong><br />
spettrometria <strong>di</strong> <strong>massa</strong> e la terminologia ha subìto strane<br />
“deformazioni”. Sicuramente quella più <strong>di</strong>ffusa in <strong>Italia</strong> è<br />
l’uso dei termini “tandem mass”, “tandem max”, o “Tmax”,<br />
che ci ricorda animali primor<strong>di</strong>ali, che dovrebbero<br />
essere totalmente eliminati dal linguaggio sia scritto che<br />
parlato. <strong>La</strong> terminologia corretta in lingua italiana è “spettrometria<br />
<strong>di</strong> <strong>massa</strong> tandem”, mentre è “tandem mass<br />
spectrometry” in inglese.<br />
Dalla provetta .... allo spettrometro <strong>di</strong> <strong>massa</strong><br />
<strong>La</strong> spettrometria <strong>di</strong> <strong>massa</strong> consente <strong>di</strong> poter identificare<br />
un determinato analita e <strong>di</strong> determinarne la sua<br />
quantità. Prima <strong>di</strong> essere introdotto nello spettrometro <strong>di</strong><br />
<strong>massa</strong>, il campione potrà subire una estrazione e una<br />
purificazione preliminari 4. <strong>La</strong> scelta del tipo <strong>di</strong> esperimento<br />
da effettuare <strong>di</strong>pende da vari fattori: dalla natura della<br />
molecola che si vuole analizzare, dalla sensibilità richiesta,<br />
dalla presenza <strong>di</strong> sostanze interferenti, dal numero <strong>di</strong><br />
campioni da analizzare, dal tipo <strong>di</strong> informazione che si<br />
vuole ottenere. Tutto ciò determinerà la scelta dell’esperimento<br />
più appropriato da condurre.<br />
Al termine dell’esperimento si otterrà un risultato che<br />
per essere affidabile richiede <strong>di</strong> aver fatto la scelta corretta<br />
del tipo <strong>di</strong> esperimento e la sua corretta esecuzione.<br />
Il dato sperimentale dovrà essere poi interpretato<br />
correttamente. Tutto ciò richiede il possesso <strong>di</strong> una cultura<br />
e <strong>di</strong> una solida formazione in spettrometria <strong>di</strong> <strong>massa</strong>.<br />
Quasi sempre il campione da analizzare è costituito<br />
da una miscela complessa per cui è richiesto un sistema<br />
separativo interfacciato allo spettrometro <strong>di</strong> <strong>massa</strong>.<br />
L’accoppiamento cromatografia-spettrometria <strong>di</strong> <strong>massa</strong> è<br />
ormai <strong>di</strong> routine sia per quanto riguarda la gas cromatografia<br />
5, che verrà utilizzata nel caso <strong>di</strong> miscele <strong>di</strong> molecole<br />
volatili, che per la cromatografia liquida ad alte prestazioni<br />
(HPLC) 6, l’elettroforesi capillare e la più recente<br />
cromatografia liquida ad altissime prestazioni (UHPLC) 7<br />
che sono utilizzate per la separazione <strong>di</strong> molecole polari.<br />
A seconda del tipo <strong>di</strong> separazione utilizzata, saranno<br />
impiegate le tecniche <strong>di</strong> ionizzazione più appropriate<br />
(Tab. 1).<br />
10 LigandAssay 17 (1) 2012
Tabella 1<br />
Accoppiamento della spettrometria <strong>di</strong> <strong>massa</strong> con tecniche separative<br />
per l'analisi <strong>di</strong> miscele.<br />
Natura della<br />
miscela<br />
Tecnica<br />
separativa<br />
Metodo <strong>di</strong><br />
ionizzazione a<br />
Molecole<br />
volatili<br />
Gas cromatografia (GC) EI, CI<br />
Molecole polari Cromatografia liquida ad alte<br />
prestazioni (HPLC)<br />
Cromatografia liquida ad<br />
altissime prestazioni (UHPLC)<br />
Elettroforesi capillare (CE)<br />
ESI, APCI, APPI<br />
a EI = ionizzazione elettronica; CI = ionizzazione chimica; ESI =<br />
ionizzazione electrospray; APCI = ionizzazione chimica a pressione<br />
atmosferica; APPI = fotoionizzazione a pressione atmosferica<br />
Figura 1<br />
Lo spettrometro <strong>di</strong> <strong>massa</strong>.<br />
molecola<br />
(fase gassosa)<br />
EI<br />
- e –<br />
Figura 2<br />
<strong>La</strong> ionizzazione elettronica e uno spettro <strong>di</strong> <strong>massa</strong> caratteristico.<br />
<strong>La</strong> <strong>Spettrometria</strong> <strong>di</strong> <strong>massa</strong> nel <strong>laboratorio</strong> clinico<br />
LA SPETTROMETRIA DI MASSA<br />
<strong>La</strong> spettrometria <strong>di</strong> <strong>massa</strong>8,9 stu<strong>di</strong>a gli ioni in fase gassosa,<br />
ma <strong>nella</strong> pratica, quasi sempre manipoliamo molecole.<br />
Ne consegue che il primo evento che deve accadere<br />
all’interno <strong>di</strong> uno spettrometro <strong>di</strong> <strong>massa</strong> (Fig. 1) è la ionizzazione,<br />
ovvero la trasformazione <strong>di</strong> una molecola in ione,<br />
che avviene <strong>nella</strong> prima parte dello strumento: la sorgente<br />
ionica.<br />
Le tecniche <strong>di</strong> ionizzazione<br />
Sono <strong>di</strong>sponibili varie tecniche per ionizzare molecole<br />
volatili (ionizzazione elettronica, EI e chimica, CI) e altre,<br />
come l’electrospray (ESI) 10, la ionizzazione chimica a<br />
pressione atmosferica (APCI), la fotoionizzazione a pressione<br />
atmosferica (APPI), la ionizzazione laser assistita da<br />
una matrice (MALDI) 10 per la ionizzazione <strong>di</strong> molecole<br />
polari.<br />
In base all’energia impiegata, le tecniche <strong>di</strong> ionizzazione<br />
sono raggruppabili in due gran<strong>di</strong> categorie: hard e soft<br />
(Fig. 2).<br />
Tecniche <strong>di</strong> ionizzazione hard<br />
Le tecniche <strong>di</strong> ionizzazione hard sono ormai limitate<br />
alla sola EI che è in grado <strong>di</strong> ionizzare molecole apolari,<br />
volatili, termostabili, a basso peso molecolare. Nella EI, la<br />
molecola interagisce con un fascio <strong>di</strong> elettroni ad elevata<br />
energia che, allontanando un elettrone dalla molecola,<br />
producono lo ione molecolare M +•. Poiché l’energia in<br />
gioco è elevata, lo ione molecolare ha un eccesso <strong>di</strong> energia<br />
che <strong>di</strong>ssipa attraverso la frammentazione (Fig. 2).<br />
Gli spettri <strong>di</strong> <strong>massa</strong> ottenuti con la EI sono perciò<br />
caratterizzati dalla presenza <strong>di</strong> molti ioni frammento, in<strong>di</strong>spensabili<br />
per l’identificazione e la caratterizzazione strut-<br />
LigandAssay 17 (1) 2012 11
<strong>La</strong> <strong>Spettrometria</strong> <strong>di</strong> <strong>massa</strong> nel <strong>laboratorio</strong> clinico<br />
turale <strong>di</strong> un determinato analita.<br />
<strong>La</strong> frammentazione non è un processo casuale ma,<br />
operando nelle stesse con<strong>di</strong>zioni sperimentali, <strong>di</strong>pende<br />
esclusivamente dalle proprietà chimico-fisiche delle molecole<br />
11. Questo ha permesso la costruzione <strong>di</strong> numerose<br />
banche dati <strong>di</strong> spettri EI, alcune generiche 12,13, e altre specialistiche<br />
nei vari settori 14-18.<br />
Tecniche <strong>di</strong> ionizzazione soft<br />
Le tecniche <strong>di</strong> ionizzazione soft (Fig. 3) costituiscono la<br />
gran parte delle tecniche <strong>di</strong> ionizzazione attualmente<br />
impiegate in chimica clinica. Tra queste, l’ESI 10 e il<br />
MALDI 10 consentono lo stu<strong>di</strong>o anche <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> molecole<br />
con peso molecolare <strong>di</strong> centinaia <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> Dalton.<br />
Nell’ESI la ionizzazione avviene ad opera <strong>di</strong> un potenziale<br />
(4-5 kV) applicato a un capillare entro cui fluisce la soluzione<br />
dell’analita (Fig. 4a), mentre nel MALDI la ionizzazione<br />
avviene ad opera <strong>di</strong> un impulso laser che ionizza<br />
una matrice la quale, a sua volta, ionizza l’analita (Fig. 4b).<br />
Con l’impiego <strong>di</strong> tecniche <strong>di</strong> ionizzazione soft, gli spettri<br />
<strong>di</strong> <strong>massa</strong> sono caratterizzati da molecole<br />
Figura 3<br />
Classificazione delle tecniche <strong>di</strong> ionizzazione e spettri <strong>di</strong> <strong>massa</strong> caratteristici per ciascun gruppo.<br />
a b<br />
soluzione<br />
gas <strong>di</strong> nebulizzazione<br />
kV<br />
controelettrodo skimmer<br />
PRESSIONE ATM. VUOTO<br />
Figura 4<br />
<strong>La</strong> sorgente electrospray (a) e quella MALDI (b).<br />
analizz.<br />
protonate/deprotonate e dall’assenza <strong>di</strong> ioni frammento<br />
(Fig. 3). Poiché la frammentazione è in<strong>di</strong>spensabile per<br />
una analisi strutturale, e poiché nelle tecniche soft questa<br />
non avviene <strong>nella</strong> sorgente, c’è la necessità <strong>di</strong> accoppiare<br />
le ionizzazioni soft con la spettrometria <strong>di</strong> <strong>massa</strong> tandem<br />
in modo da produrre frammenti <strong>nella</strong> zona degli analizzatori.<br />
L’analizzatore: separazione degli ioni nello<br />
spazio e nel tempo<br />
Una volta formati, gli ioni devono essere analizzati,<br />
ovvero si deve determinare il loro rapporto <strong>massa</strong>/carica<br />
(m/z). Questo avviene ad opera dell’analizzatore (Fig. 1)<br />
che costituisce una parte fondamentale dello spettrometro<br />
<strong>di</strong> <strong>massa</strong> e da cui <strong>di</strong>pendono gran parte delle sue prestazioni.<br />
Per separare gli ioni, gli analizzatori possono utilizzare<br />
un campo elettrico, una ra<strong>di</strong>ofrequenza, un campo magnetico<br />
o una loro combinazione (Tab. 2).<br />
12 LigandAssay 17 (1) 2012
Tabella 2<br />
Gli analizzatori e le loro caratteristiche.<br />
Analizzatore Forza<br />
Doppio fuoco<br />
(EB, BE)<br />
Quadrupolo<br />
(Q)<br />
Tempo <strong>di</strong> volo<br />
(TOF)<br />
Campo<br />
magnetico +<br />
campo<br />
elettrostatico<br />
Campo elettrico<br />
+<br />
ra<strong>di</strong>ofrequenza<br />
Analizzatore Forza<br />
Trappola ionica<br />
(3D, 2D)<br />
Cella a<br />
risonanza<br />
ciclotronica<br />
(ICR)<br />
Orbitrap<br />
Campo<br />
elettrico<br />
Campo elettrico<br />
+<br />
ra<strong>di</strong>ofrequenza<br />
Campo<br />
magnetico +<br />
campo<br />
elettrostatico +<br />
ra<strong>di</strong>ofrequenza<br />
Campo elettrico<br />
Separazione degli ioni nello spazio<br />
Separazione<br />
basata su<br />
Momento +<br />
energia cinetica<br />
Stabilità/<br />
instabilità<br />
<strong>La</strong> <strong>Spettrometria</strong> <strong>di</strong> <strong>massa</strong> nel <strong>laboratorio</strong> clinico<br />
m/z max Risoluzione<br />
Accuratezza <strong>di</strong><br />
<strong>massa</strong><br />
10.000 10.000 < 10 ppm<br />
2.000-4.000<br />
Unitaria<br />
(0.5 u<br />
FWHM)<br />
LigandAssay 17 (1) 2012 13<br />
No<br />
Velocità >100.000 >10.000 2-5 ppm<br />
Separazione degli ioni nel tempo<br />
Separazione<br />
basata su<br />
Frequenza delle<br />
orbite<br />
Frequenza delle<br />
orbite<br />
Frequenza delle<br />
oscillazioni<br />
armoniche<br />
m/z max Risoluzione<br />
Accuratezza <strong>di</strong><br />
<strong>massa</strong><br />
4.000 100.000
<strong>La</strong> <strong>Spettrometria</strong> <strong>di</strong> <strong>massa</strong> nel <strong>laboratorio</strong> clinico<br />
A seconda <strong>di</strong> come operano, gli analizzatori sono classificabili<br />
in due gruppi principali:<br />
a) Analizzatori che separano gli ioni nello spazio: gli ioni,<br />
mentre percorrono una determinata <strong>di</strong>stanza, da pochi<br />
centimetri a qualche metro, subiscono l’azione <strong>di</strong> una<br />
o più delle forze citate. Appartengono a questa categoria<br />
gli strumenti a doppio fuoco, il quadrupolo, il TOF.<br />
b) Analizzatori che separano gli ioni nel tempo: gli ioni<br />
sono intrappolati in una regione <strong>di</strong> spazio limitato<br />
(pochi mm 3) <strong>nella</strong> quale subiscono l’azione <strong>di</strong> una o più<br />
forze. Appartengono a questa categoria la trappola<br />
ionica, sia tri<strong>di</strong>mensionale che lineare, la cella a risonanza<br />
ciclotronica, l’Orbitrap (Tab. 2).<br />
Caratteristiche peculiari degli analizzatori sono l’intervallo<br />
<strong>di</strong> valori <strong>di</strong> m/z che possono esplorare e la risoluzione<br />
che sta assumendo notevole importanza in ambito chimico-clinico.<br />
<strong>La</strong> risoluzione<br />
<strong>La</strong> risoluzione è la capacità <strong>di</strong> un analizzatore <strong>di</strong> separare<br />
ioni aventi valori m/z vicini. Può essere definita considerando<br />
la separazione tra due picchi ad un determinato<br />
valore <strong>di</strong> valle tra essi (Fig. 5a), oppure la larghezza <strong>di</strong> un<br />
singolo picco a una determinata altezza (Fig. 5b).<br />
m<br />
a b<br />
Figura 5<br />
Risoluzione definita come valle tra due picchi (a) e come larghezza del<br />
picco a metà altezza (full width at half maximum, FWHM) (b).<br />
a b<br />
<strong>La</strong> risoluzione dei vari analizzatori è riportata in Tabella<br />
2. Una elevata risoluzione consente <strong>di</strong> aumentare notevolmente<br />
la selettività e specificità dell’analisi eliminando le<br />
specie isobariche interferenti (Fig. 6a). L’alta risoluzione è<br />
requisito in<strong>di</strong>spensabile anche per poter misurare la<br />
<strong>massa</strong> accurata <strong>di</strong> uno ione con una significatività su quattro<br />
cifre decimali da cui è possibile determinare la sua formula<br />
bruta (Fig. 6b).<br />
LA SPETTROMETRIA DI MASSA TANDEM<br />
<strong>La</strong> spettrometria <strong>di</strong> <strong>massa</strong> tandem (MS/MS) è una<br />
metodologia che interessa esclusivamente gli analizzatori<br />
e impiega due o più sta<strong>di</strong> <strong>di</strong> analisi <strong>di</strong> <strong>massa</strong> per esaminare<br />
selettivamente le frammentazioni <strong>di</strong> una famiglia <strong>di</strong> ioni.<br />
Generalmente tali frammentazioni sono indotte da collisioni<br />
con un gas (elio, azoto, argon, aria) che avvengono<br />
all’interno <strong>di</strong> una cella <strong>di</strong> collisione (collision-induced <strong>di</strong>ssociations,<br />
CID), ma possono essere prodotte anche da<br />
interazioni con fotoni, elettroni, superfici. Il termine “tandem”<br />
si riferisce al numero <strong>di</strong> analizzatori. Come nel caso<br />
della bicicletta tandem, il numero <strong>di</strong> analizzatori minimo<br />
richiesto è due, ma ci possono essere spettrometri <strong>di</strong><br />
<strong>massa</strong> con tre, quattro o più analizzatori.<br />
Tutto ciò è vero per gli analizzatori che separano gli<br />
ioni nello spazio: ogni volta che si deve fare una separazione<br />
<strong>di</strong> <strong>massa</strong> si deve aggiungere un analizzatore e una<br />
cella <strong>di</strong> collisione. Perciò sono necessari un sistema <strong>di</strong><br />
analizzatori a doppio fuoco (analizzatore magnetico e analizzatore<br />
elettrostatico), o un triplo quadrupolo (QqQ),<br />
costituito da un quadrupolo (Q), una cella <strong>di</strong> collisione, che<br />
è un quadrupolo a sola ra<strong>di</strong>ofrequenza (q) e un terzo quadrupolo<br />
(Q), un accoppiamento TOF-TOF, o sistemi ibri<strong>di</strong>,<br />
per esempio quadrupolo-TOF (QqTOF).<br />
Nel caso <strong>di</strong> analizzatori che separano nel tempo, ne<br />
basta uno: ad esempio, una trappola ionica è sufficiente<br />
per poter effettuare esperimenti <strong>di</strong> spettrometria <strong>di</strong> <strong>massa</strong><br />
tandem. Non solo, ma con un singolo analizzatore che<br />
separa gli ioni nel tempo è possibile effettuare separazioni<br />
<strong>di</strong> <strong>massa</strong> anche superiori a due (MS n).<br />
<strong>La</strong> spettrometria <strong>di</strong> <strong>massa</strong> tandem utilizza tre modalità<br />
<strong>di</strong> scansione: scansione degli ioni prodotto (product ion<br />
[C2H32O4N9] +<br />
errore 0.2 ppm<br />
R = 30.000 FWHM<br />
Figura 6<br />
Peculiarità dell’alta risoluzione: a) eliminazione delle specie interferenti <strong>nella</strong> determinazione del cloruro <strong>di</strong> metilene nel sangue 19<br />
b) misura della <strong>massa</strong> accurata e determinazione della formula bruta.<br />
14 LigandAssay 17 (1) 2012
Intensità relativa (%)<br />
ESI (+)<br />
MS<br />
MS/MS<br />
a b<br />
Analizzatore 1 cella collisione Analizzatore 2<br />
scan, Fig. 7a), scansione degli ioni precursore (precursor<br />
ion scan, Fig. 7b) e scansione per identificare frammentazioni<br />
che coinvolgono eliminazioni <strong>di</strong> specie neutre<br />
(neutral loss scan, Fig. 7c). Tutte queste modalità sono<br />
ampiamente utilizzate in chimica clinica insieme al monitoraggio<br />
<strong>di</strong> una reazione <strong>di</strong> frammentazione (selected<br />
reaction monitoring, SRM) o più reazioni (multiple reaction<br />
monitoring, MRM).<br />
Con l’utilizzo <strong>di</strong> tecniche <strong>di</strong> ionizzazione soft, la spettrometria<br />
<strong>di</strong> <strong>massa</strong> tandem è un requisito pressoché in<strong>di</strong>spensabile<br />
per poter avere frammentazioni e quin<strong>di</strong> infor-<br />
<strong>La</strong> <strong>Spettrometria</strong> <strong>di</strong> <strong>massa</strong> nel <strong>laboratorio</strong> clinico<br />
Selezione dello Frammentazione CID Scansione degli ioni Scansione degli ioni Frammentazione CID Rivelaz. dello ione<br />
ione precursore prodotto precursore prodotto<br />
Si identificano tutti i prodotti dello ione precursore selezionato Si identificano tutti i precursori dello ione prodotto <strong>di</strong> interesse<br />
Figura 7<br />
Principali modalità <strong>di</strong> scansione in spettrometria <strong>di</strong> <strong>massa</strong> tandem.<br />
c<br />
Scansione degli ioni Framm. CID Scansione degli ioni prodotto<br />
precursore con M dallo ione precursore<br />
Si identificano le frammentazioni che coinvolgono eliminazioni <strong>di</strong> specie neutre<br />
a<br />
b<br />
[M+H] +<br />
[M+Na] +<br />
mazioni strutturali (Fig. 8).<br />
Ad esempio, la carnitina e tutte le acilcarnitine, a<br />
seguito <strong>di</strong> butilazione e ESI positiva, se sottoposte a collisioni<br />
con un gas formano, come prodotto finale <strong>di</strong><br />
decomposizione lo ione a m/z 85 (Fig. 9). Perciò, se si<br />
vogliono identificare o quantificare la carnitina e/o le acilcarnitine,<br />
è utile fare una scansione degli ioni precursori<br />
dello ione a m/z 85.<br />
Gli amminoaci<strong>di</strong>, a seguito <strong>di</strong> butilazione, ESI positiva<br />
e collisioni con un gas eliminano formiato <strong>di</strong> butile,<br />
specie neutra con peso molecolare 102 Da. Ne conse-<br />
LigandAssay 17 (1) 2012 15<br />
m/z<br />
isolamento<br />
m/z 556<br />
ioni prodotto<br />
Figura 8<br />
Spettro <strong>di</strong> <strong>massa</strong> ESI(+) <strong>di</strong> un peptide (a) e spettro MS/MS (scansione degli ioni prodotto) ottenuto isolando lo ione a m/z 556 e sottoponendolo a collisioni<br />
con elio (b).
<strong>La</strong> <strong>Spettrometria</strong> <strong>di</strong> <strong>massa</strong> nel <strong>laboratorio</strong> clinico<br />
b<br />
BuOH = CH3(CH2)2CH2OH<br />
R = catena alchilica C2÷C20<br />
gue che, se si vogliono identificare e quantificare gli<br />
amminoaci<strong>di</strong>, sarà utile monitorare le frammentazioni che<br />
coinvolgono l’eliminazione della specie neutra con PM<br />
102.<br />
L’accoppiamento dell’HPLC con la spettrometria <strong>di</strong><br />
<strong>massa</strong> tandem (HPLC-MS/MS) riveste un’importanza<br />
sempre più crescente <strong>nella</strong> <strong>di</strong>agnostica <strong>di</strong> <strong>laboratorio</strong> 20-27.<br />
PROSPETTIVE<br />
BuOH<br />
BuOH<br />
H + H +<br />
CID CID<br />
Figura 9<br />
Schema <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssociazioni indotte da collisione (CID) degli esteri butilici della carnitina (a) e delle acilcarnitine (b).<br />
Le potenzialità applicative della spettrometria <strong>di</strong> <strong>massa</strong><br />
<strong>nella</strong> <strong>di</strong>agnostica <strong>di</strong> <strong>laboratorio</strong> e in chimica clinica sono<br />
innumerevoli e fino ad oggi non pienamente utilizzate.<br />
Negli ultimi anni si è avuto un interesse crescente<br />
verso la ambient mass spectrometry 28,29, ovvero la messa<br />
a punto <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> ionizzazione che non richiedono una<br />
manipolazione preliminare del campione permettendo<br />
tempi <strong>di</strong> analisi estremamente ridotti e alta efficienza.<br />
Sicuramente qualcuno <strong>di</strong> questi entrerà nell’utilizzo routinario<br />
dei laboratori <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi e <strong>di</strong> chimica clinica.<br />
<strong>La</strong> spettrometria <strong>di</strong> <strong>massa</strong> imaging, che permette non<br />
solo <strong>di</strong> identificare e quantificare un determinato analita,<br />
ma <strong>di</strong> determinarne la sua <strong>di</strong>stribuzione spaziale all’interno<br />
<strong>di</strong> un substrato, come ad esempio un tessuto, è già presente<br />
in alcuni laboratori, ma sicuramente il suo utilizzo<br />
sarà incrementato e esteso a un numero sempre maggiore<br />
<strong>di</strong> biomarcatori.<br />
Un’applicazione che presto entrerà <strong>nella</strong> routine <strong>di</strong>agnostica<br />
è l’uso della spettrometria <strong>di</strong> <strong>massa</strong> <strong>di</strong>rettamente<br />
sul tavolo operatorio per circoscrivere in tempo reale la<br />
zona <strong>di</strong> tessuto interessata da un tumore e quin<strong>di</strong> definire<br />
l’area della sua asportazione 30,31.<br />
<strong>La</strong> spettrometria <strong>di</strong> <strong>massa</strong> per affinità 32, per ora limitata<br />
a poche applicazioni, potrà trovare maggiori utilizzi <strong>nella</strong><br />
<strong>di</strong>agnostica <strong>di</strong> <strong>laboratorio</strong>, come pure la ion mobility 33 che<br />
permette <strong>di</strong> aggiungere un’ulteriore <strong>di</strong>mensione alla separazione<br />
<strong>di</strong> miscele complesse.<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
1. Wang P, Whiteaker JR, Paulovich AG. The evolving<br />
role of mass spectrometry in cancer biomarker <strong>di</strong>scovery,<br />
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Per corrispondenza:<br />
Prof. Gianluca Giorgi<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Chimica<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Siena<br />
Via A. Moro, 53100 Siena<br />
Tel.: 0577234241 - Fax: 0577234233<br />
e-mail: gianluca.giorgi@unisi.it<br />
<strong>La</strong> <strong>Spettrometria</strong> <strong>di</strong> <strong>massa</strong> nel <strong>laboratorio</strong> clinico<br />
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