Quali risposte all'abbandono del Sud Quali risposte all ... - cerca - Fiba
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Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. d.l. 393/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n.46) art.1, com.2, dcb Roma<br />
All’interno:<br />
Lavoro bancario e<br />
assicurativo News<br />
SPECIALE<br />
CONTRATTO BCC<br />
rivista bimestrale, numero 5<br />
DESERTIFICAZIONE FINANZIARIA<br />
<strong>Quali</strong> <strong>risposte</strong><br />
<strong>all</strong>’abbandono<br />
<strong>del</strong> <strong>Sud</strong><br />
Inoltre: Al via rinnovo CIA – La riforma <strong>del</strong>le riscossioni – Il libro: due domande a… Paolo Rossi
Direttore responsabile:<br />
Giuseppe G<strong>all</strong>o<br />
Comitato di direzione:<br />
Giuseppe G<strong>all</strong>o, Giovanni Casiroli, Guido Cavalieri,<br />
Roberto Garibotti, Sergio Girgenti, Pier Luigi Ledda,<br />
Pietro Mariani, Mario Mocci, Giancarlo Pezzanera,<br />
Giulio Romani,Alessandro Spaggiari, Elena Vannucci<br />
Redazione:<br />
Angela Cappuccini (caporedattore),<br />
Andrea Baccherini, Umberto Bognani,<br />
Giusi Esposito, Pierluigi Ledda, Maurizio Locatelli,<br />
Anna Masiello, Paola Vinciguerra<br />
Fotocomposizione e ri<strong>cerca</strong> iconografica:<br />
Antonella Di Girolamo<br />
LAVORO BANCARIO<br />
E ASSICURATIVO<br />
Aut. decreto n. 236/92<br />
<strong>del</strong> 15/04/1992 - reg. stampa Roma<br />
Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. d.l. 393/2003 (conv. in<br />
l. 27/02/2004 n.46) art.1, com.2, dcb Roma<br />
Direzione e amministrazione:<br />
Via Modena 5, 00184 Roma -<br />
Tel. 06/4746351 - Fax 06/4746136<br />
e-mail: fiba@fiba.it<br />
sito web: www.fiba.it<br />
Fotolito:<br />
Top Colors srl - Via Giamaica, 6 - 00040 Pomezia<br />
(Roma), tel. 069107235<br />
Stampa:<br />
Società Tipografica Romana srl<br />
Via Carpi, 19 - 00040 Pomezia<br />
(Roma), tel. 0691251177<br />
Tiratura: 83.000 copie<br />
SOMMARIO<br />
N. 5<br />
OTTOBRE/NOVEMBRE 2005<br />
3 – Editoriale di Giuseppe G<strong>all</strong>o<br />
4 – Il Diario di Bak a cura di Andrea Baccherini<br />
5 – Internazionale a cura di Maurizio Locatelli<br />
6 – Focus Desertificazione finanziaria<br />
Per il sud un credito di qualità di Matteo Ghisellini<br />
D<strong>all</strong>e proposte <strong>Fiba</strong> <strong>all</strong>a responsabilità sociale di Pier Luigi Ledda<br />
Il sud segna il passo di Angela Cappuccini<br />
Banca etica e Mezzogiorno (A.C)<br />
La voce <strong>del</strong> sindacato sul territorio (Gianfranco Di Lorenzo,<br />
Pasquale De Rosa, Beniamino De Nigris Urbani, Lorenzo Cilento)<br />
La voce dei lavoratori a cura di Paola Vinciguerra<br />
Assicurazioni: è fuga dal territorio di Nicola Scotti<br />
18 – Società civile a cura di Maurizio Locatelli e Paola Vinciguerra<br />
20 – Legale a cura di Luigi Verde<br />
21 – Integrativi: al via la stagione dei rinnovi di Andrea Scaglioni<br />
23 – La riforma <strong>del</strong>la riscossione di Alessandro Delfino<br />
25 – Servizi a cura <strong>del</strong> Caaf Cisl<br />
26 – Recensioni a cura di Anna Masiello<br />
GLI AUTORI<br />
Andrea Baccherini Redazione Conquiste <strong>del</strong> Lavoro<br />
Angela Cappuccini resp. Uff. stampa <strong>Fiba</strong> naz.<br />
Lorenzo Cilento segr. gen. <strong>Fiba</strong> Friuli V. G.<br />
Alessandro Delfino resp. Coordinamento esattoriali <strong>Fiba</strong><br />
Beniamino De Nigris Urbani segr. gen. <strong>Fiba</strong> Abruzzo<br />
Pasquale De Rosa segr. gen. <strong>Fiba</strong> Puglia<br />
Gianfranco Di Lorenzo segr. gen. <strong>Fiba</strong> Campania<br />
Giuseppe G<strong>all</strong>o seg. gen. <strong>Fiba</strong> Cisl<br />
Matteo Ghisellini comp. Uff. ri<strong>cerca</strong> <strong>Fiba</strong> Cisl<br />
Domenico Iodice comp. Uff. ri<strong>cerca</strong> <strong>Fiba</strong> naz.<br />
Pier Luigi Ledda resp. Dip. Naz. Comunicazione, informazione,<br />
formazione e ri<strong>cerca</strong> <strong>Fiba</strong> Cisl<br />
Maurizio Locatelli resp. Formazione <strong>Fiba</strong> Lombardia<br />
Anna Masiello comp. Uff. formazione <strong>Fiba</strong> naz.<br />
Andrea Scaglioni resp. Uff. ri<strong>cerca</strong> <strong>Fiba</strong> naz.<br />
Nicola Scotti segr. reg. Settore Assicurativi <strong>Fiba</strong> Campania<br />
Luigi Verde resp. Uff. legale <strong>Fiba</strong> naz.<br />
Paola Vinciguerra resp. Formazione <strong>Fiba</strong> Sicilia<br />
Achille Cadeddu e Giuseppe Gargano autori vignetta
Il Segretario generale<br />
<strong>Fiba</strong> Cisl Giuseppe G<strong>all</strong>o<br />
Gli interventi<br />
che riportiamo<br />
in questo focus<br />
dedicato al<br />
Mezzogiorno<br />
non sono una<br />
pura e semplice<br />
analisi di una<br />
situazione<br />
disperata, ma<br />
un tentativo<br />
di dare <strong>risposte</strong>,<br />
offrire soluzioni<br />
per invertire<br />
la rotta che vede<br />
un sud<br />
sempre più<br />
abbandonato<br />
a se stesso<br />
EDITORIALE<br />
Questione meridionale<br />
e sviluppo sostenibile<br />
di Giuseppe G<strong>all</strong>o<br />
Il 25 novembre sciopero generale contro<br />
una finanziaria che, per Cgil, Cisl e Uil “è<br />
stata fino <strong>all</strong>a fine fluttuante, indeterminata,<br />
priva di coperture, dannosa per lavoratori<br />
e pensionati, inutile per lo sviluppo”.<br />
Tante le preoccupazioni e le <strong>del</strong>usioni, che<br />
esprimiamo come movimento sindacale, riguardo<br />
ad una legge che non dà <strong>risposte</strong> <strong>all</strong>e<br />
emergenze <strong>del</strong> paese. E tra queste l’emergenza<br />
sud: nella Finanziaria si parla poco e<br />
troppo poco <strong>del</strong> Mezzogiorno. Non vi è nulla<br />
di quanto concordato da Cgil, Cisl e Uil con<br />
Confindustria; ci attendevamo un primo<br />
passo verso la “fiscalità di vantaggio” che favorisse<br />
l’attrazione di capitali al sud, inoltre<br />
le risorse destinate al credito d’imposta sono<br />
insufficienti.<br />
Infine, la ciliegina sulla torta: aver rispolverato<br />
la banca <strong>del</strong> sud, che altro non è che<br />
una finanziaria, di cui, come ribadiamo<br />
più volte nel focus di questo numero, non<br />
sentivamo la necessità.<br />
La questione è di gran lunga più complessa e<br />
occorre intervenire per affrontare una situazione<br />
di forte disagio che oggettivamente esiste.<br />
La lontananza dai centri decisionali per<br />
una intera area geografica costituisce uno<br />
svantaggio preoccupante. I dirigenti bancari<br />
operanti in quella realtà appaiono impacciati<br />
e fortemente condizionati d<strong>all</strong>e rispettive<br />
case madri, a loro volta prevenute nei<br />
confronti degli operatori locali.<br />
Perciò diventano lenti nelle decisioni da assumere,<br />
laddove, invece, occorrono rapidità<br />
e sicurezza.<br />
Da tenere poi in debita considerazione che il<br />
<strong>Sud</strong> non può contare su forme evolute di intermediari<br />
finanziari e che gli imprenditori<br />
non hanno capacità di autofinanziamento,<br />
cosicché, l’indebitamento bancario rimane<br />
l’unica forma di finanziamento. L’incremento<br />
dei crediti, registrato nel 2004, è<br />
ascrivibile, in quote preponderanti, al credito<br />
al consumo più che al credito <strong>all</strong>e imprese.<br />
Allora è vero che il problema è complesso,<br />
ma non è men vero che occorre intervenire<br />
per porre mano ad una situazione che ogni<br />
Lavoro Bancario e Assicurativo - ottobre/novembre 2005<br />
3<br />
giorno che passa rischia di degradare sempre<br />
più, mentre gli usurai proliferano e le<br />
vittime <strong>del</strong> fenomeno crescono.<br />
Gli interventi che riportiamo in questo focus<br />
dedicato al Mezzogiorno non sono una pura<br />
e semplice analisi di una situazione disperata,<br />
ma un tentativo di dare <strong>risposte</strong>, offrire<br />
soluzioni per invertire la rotta che vede<br />
un sud sempre più abbandonato a se stesso.<br />
E porre di nuovo il mezzogiorno tra le questioni<br />
prioritarie <strong>del</strong>la politica, ma soprattutto<br />
degli agenti che operano sul territorio.<br />
Il rapporto tra sistema bancario ed economia<br />
meridionale è una variabile importante<br />
di una questione che esige una risposta sistemica:<br />
di politica industriale, di investimenti<br />
infrastrutturali, di repressione <strong>del</strong>la criminalità<br />
organizzata. L’approccio quantitativo<br />
non esaurisce il fenomeno. Esiste una dimensione<br />
qualitativa che richiede la presenza<br />
in loco di funzioni organizzative e gestionali<br />
<strong>del</strong>le aziende di credito dedicate <strong>all</strong>’analisi,<br />
<strong>all</strong>a valutazione, <strong>all</strong>a gestione <strong>del</strong><br />
credito, modulata sulle specificità <strong>del</strong>l’impresa<br />
meridionale.<br />
Occorre ripensare, con urgenza, la questione<br />
meridionale <strong>all</strong>’interno di una visione<br />
<strong>del</strong>lo sviluppo socialmente ed ambientalmente<br />
sostenibile e compatibile, ovvero <strong>del</strong>la<br />
responsabilità etica, sociale, e ambientale<br />
come fattore propulsivo e principio sovraordinato<br />
<strong>del</strong>lo sviluppo economico. Solo <strong>all</strong>’interno<br />
di queste coordinate sarà possibile riprogettare<br />
il modo di creare valore, di distribuire<br />
il valore prodotto, orientare sul lungo<br />
periodo gli orizzonti temporali, riformare la<br />
governance, invertire un retaggio di arretratezza<br />
economica e sociale orami secolare.<br />
Per quanto ci riguarda, come organizzazioni<br />
sindacali <strong>del</strong> credito, nel 2004 abbiamo<br />
sottoscritto con l’Abi il Protocollo per lo<br />
sviluppo socialmente ed ambientalmente sostenibile<br />
e compatibile <strong>del</strong> sistema bancario<br />
italiano, prevedendo, al suo interno, la costituzione<br />
di un Osservatorio paritetico che<br />
ha anche il compito di monitorare il rapporto<br />
tra banche ed economia meridionale.
25 NOVEMBRE<br />
SCIOPERO<br />
GENERALE.<br />
La sintesi dei<br />
punti salienti <strong>del</strong><br />
documento<br />
unitario sulla<br />
FINANZIARIA<br />
inviato al Governo<br />
La Finanziaria 2006, per Cgil, Cisl<br />
e Uil, è stata sino <strong>all</strong>a fine fluttuante,<br />
indeterminata, priva di coperture<br />
certe, dannosa per lavoratori<br />
e pensionati, inutile per lo<br />
sviluppo. Di nuovo la procedura<br />
<strong>del</strong> 23 luglio ’93 sulla programmazione<br />
finanziaria è stata violata<br />
nella sostanza.<br />
La parte strutturale <strong>del</strong>la copertura<br />
è costituita dai proventi <strong>del</strong>la<br />
lotta <strong>all</strong>’evasione fiscale e contributiva<br />
e d<strong>all</strong>e misure di controllo <strong>del</strong>le<br />
erogazioni di cassa, in gran parte<br />
interventi precari, di sicura inesigibilità,<br />
come già dimostrato d<strong>all</strong>a Finanziarie<br />
degli anni precedenti.<br />
Dei tagli <strong>all</strong>e spese di 12,7 mld solo<br />
quelli relativi <strong>all</strong>a sanità e agli<br />
enti locali sono effettivi. Risultano<br />
infatti inesigibili e aleatori i 6,2<br />
mld relativi a ministeri, particolarmente<br />
non credibili i tagli <strong>all</strong>e spese<br />
per acquisti di beni e servizi.<br />
Le stesse entrate <strong>del</strong> decreto fiscale<br />
relative <strong>all</strong>a lotta <strong>all</strong>’evasione<br />
sono prive di contenuto, dovendo<br />
esse essere contabilizzate <strong>all</strong>’interno<br />
<strong>del</strong>la manovra solo a cifre realmente<br />
incassate. La parte “straordinaria”<br />
di 3,5 mld denominata famiglie<br />
e sviluppo prevede un meccanismo<br />
ancora da definire, con<br />
coperture straordinarie, quali le<br />
dismissioni immobiliari. Inafferrabile<br />
il contenuto degli sgravi per le<br />
famiglie e per il sociale, che dovrebbero<br />
ammontare a 1,1 mld<br />
d’euro. È stato istituito un fondo<br />
famiglia e solidarietà presso il ministero<br />
<strong>del</strong>l’Economia; unica certezza<br />
la temporaneità <strong>del</strong>le erogazioni.<br />
La destinazione finale <strong>del</strong>la<br />
somma complessiva non è stata<br />
definita. Sarebbe molto meglio<br />
condizionare tale risorse a due<br />
specifici interventi fortemente mirati:<br />
il rifinanziamento <strong>del</strong> Fondo<br />
per le politiche sociali finalizzato<br />
<strong>all</strong>a definizione dei Livelli Essenziali<br />
<strong>del</strong>le prestazioni sociali e l’istituzione<br />
<strong>del</strong> Fondo per i non autosufficienti.<br />
L’assenza di coperture non<br />
potrà che peggiorare il rapporto<br />
deficit/Pil, che nei primi sei mesi<br />
<strong>del</strong> 2005 si attesta sul 5,1%, vale a<br />
dire <strong>del</strong>lo 0,8% in più rispetto a<br />
quanto testato dal Dpef.<br />
Il rischio è si verifichi un progressivo<br />
peggioramento <strong>del</strong> disavanzo<br />
con effetti di trascinamento nel<br />
2006, rischio aggravato d<strong>all</strong>’impossibilità<br />
di raggiungere nel 2006 il<br />
tasso di crescita previsto <strong>all</strong>’1,5%.<br />
Ri<strong>cerca</strong> e innovazione<br />
La possibilità per i cittadini di destinare<br />
il cinque per mille <strong>del</strong>la dichiarazione<br />
dei redditi a favore<br />
<strong>del</strong> volontariato, <strong>del</strong>la ri<strong>cerca</strong> e<br />
<strong>del</strong>le attività sociali svolte dal Comune<br />
di residenza <strong>del</strong> contribuente<br />
è meno di un effetto annuncio.<br />
La Relazione Tecnica chiarisce<br />
che i benefici deriverebbero<br />
non prima <strong>del</strong> 2007. La manovra,<br />
dunque, non stanzia nulla per il<br />
2006 e solamente 200 milioni di<br />
euro per il biennio 2007–2008,<br />
ben altre risorse ci vorrebbero<br />
per passare d<strong>all</strong>’attuale 1,2% sul<br />
Pil <strong>del</strong>la spesa italiana per la ri<strong>cerca</strong><br />
al 2% medio europeo.<br />
La misura si presenta come parziale<br />
perché non inserita coerentemente<br />
in una strategia organica<br />
e quindi incapace da sola di rispondere<br />
<strong>all</strong>a sfida <strong>del</strong>la competitività<br />
<strong>del</strong> nostro sistema industriale.<br />
Trasferimento<br />
enti locali<br />
Drastici, certi, effettivi i tagli agli<br />
enti locali, 3 mld di euro per una<br />
riduzione di spesa <strong>del</strong> 6,7% ed altri<br />
2,5 mld per la Sanità. Nei già<br />
disastrati bilanci degli enti Locali<br />
tali tagli sono insopportabili; raggiungeranno<br />
una dimensione più<br />
ampia rispetto a quella indicata<br />
dal Governo; mettono a rischio i<br />
servizi erogati ai cittadini nonché<br />
posti di lavoro, determinano spinte<br />
<strong>all</strong>a tassazione locale, che ci vedrebbero<br />
contrari. È evidente il<br />
tentativo <strong>del</strong> governo di scaricare<br />
in periferia le sue contraddizioni.<br />
FUS<br />
Nella stessa direzione il taglio di<br />
164 milioni di euro (oltre il 40%)<br />
al fondo unico spettacolo con<br />
IL DIARIO DI BAK<br />
a cura di Andrea Baccherini<br />
preoccupanti ricadute anche occupazionali<br />
nel settore.<br />
Politiche sociali<br />
Nessuna seria risposta si riscontra<br />
nei confronti <strong>del</strong>la questione,<br />
da anni sollevata da Cgil, Cisl, Uil<br />
congiuntamente <strong>all</strong>e loro federazioni<br />
di categoria dei pensionati,<br />
<strong>del</strong>la non autosufficienza, che coinvolge<br />
oltre 2 milioni e mezzo di<br />
persone, anziane per il 75%, e disabili;<br />
un problema di rilevanza nazionale,<br />
che ha implicazioni d’ordine<br />
economico, sociale e sanita-<br />
Lavoro Bancario e Assicurativo - ottobre/novembre 2005<br />
4<br />
rio e sulle politiche familiari. Si<br />
tratta di un’emergenza “silenziosa”<br />
cui la politica deve dare una<br />
risposta concreta per il prevedibile<br />
e progressivo aumento di tali<br />
soggetti e perché tale fascia di<br />
popolazione è quella a più basso<br />
reddito. Cgil, Cisl, Uil hanno chiesto<br />
e richiedono l’istituzione di<br />
un Fondo Nazionale per la non<br />
autosufficienza; il necessario finanziamento<br />
<strong>del</strong> Fondo, quale<br />
espressione di patto solidaristico<br />
fra le generazioni, deve essere garantito<br />
d<strong>all</strong>a fiscalità generale.<br />
1 Settembre 2005 – Istat, in calo consumi e occupati. Per la <strong>Fiba</strong><br />
Fazio ha introdotto in Bankitalia uno stile negativo fin dal primo<br />
momento.<br />
2 Settembre – Pezzotta dà una scadenza: entro il 15 settembre<br />
deve uscire la proposta sul mo<strong>del</strong>lo contrattuale.<br />
3-4 Settembre – Il Governo approva la riforma di Bankitalia: 7<br />
anni il mandato <strong>del</strong> Governatore.Varato il nuovo codice <strong>del</strong>le assicurazioni.<br />
6 Settembre – Meccanici in sciopero il 29 settembre. La Fiat lancia<br />
la grande punto.<br />
Tessile: accordo Cina Ue.<br />
7 Settembre – Fiat pronta a un nuovo matrimonio: sarà Ford. Riprende<br />
il confronto Cgil, Cisl e Uil sul mo<strong>del</strong>lo contrattuale.<br />
8 Settembre – Nel Governo cresce il partito anti Fazio. La <strong>Fiba</strong><br />
considera inadeguata la riforma di Bankitalia.<br />
9 Settembre – Bce preoccupata per i conti pubblici <strong>del</strong>l’Italia. Statali<br />
riparte il 15 settembre il negoziato per il contratto.<br />
10-11 Settembre – Tute blu bloccano l’Ilva di Taranto dopo l’ennesimo<br />
incidente mortale.<br />
13 Settembre – Sulla riforma <strong>del</strong> Tfr incombe l’incognita risorse.<br />
Alla marcia di Assisi 200 mila per la pace. Medici, sbloccato il primo<br />
biennio.<br />
16 Settembre – Per Pezzotta la priorità è lo sviluppo. Fiat, bene il<br />
primo semestre.<br />
20 Settembre – Trasporto pubblico fatto l’accordo sulla malattia.<br />
Germania,vince la destra ma lo scarto è minimo. Aperta ogni soluzione.<br />
21 Settembre – Istat, l’occupazione cresce di 213 mila unità. Santini:<br />
numeri da approfondire.<br />
28 Settembre – Verso una manovra da 25 miliardi. Economia:<br />
Berlusconi è ottimista, l’Unione ribatte che è crescita zero.<br />
4 Ottobre 2005 – Pezzotta: sulla Finanziaria pronti <strong>all</strong>o sciopero.<br />
Metalmeccanici ricominciano a trattare per il rinnovo <strong>del</strong> contratto.<br />
6 Ottobre – Tfr, il Governo lo rinvia <strong>all</strong>e Camere. Per Pezzotta è<br />
una decisione inattesa. Baretta:“è un’occasione persa” .<br />
7 Ottobre – La Cisl si mobilita contro la Finanziaria. Per l’Istat nel<br />
<strong>Sud</strong> è povera una famiglia su 4.<br />
8-9 Ottobre – Le ragioni <strong>del</strong> dissenso Cisl sulla Finanziaria. Chimica,<br />
i sindacati aprono la vertenza.<br />
11 Ottobre – Il 25 novembre sarà sciopero generale contro la Finanziaria.<br />
Per la prima volta in Germania una donna diventa Cancelliere.
MADE IN…<br />
Produci<br />
a Pechino, vendi<br />
a Berlino<br />
Delocalizzazione o decentramento<br />
produttivo. Da ormai due decenni,<br />
anche tre, si sta modificando<br />
il modo di produrre. Le grandi<br />
fabbriche <strong>del</strong> passato, sorte sul<br />
mo<strong>del</strong>lo fordista, lasciano oggi il<br />
passo a strutture più agili, la produzione<br />
e le attività connesse si<br />
decentrano, sempre più a migliaia<br />
e migliaia di chilometri dal luogo<br />
di vendita. Lo stesso accade per i<br />
servizi. La <strong>del</strong>ocalizzazione non<br />
investe più solo i lavori semplici,<br />
ma tocca le fasce professionali<br />
medio-alte. Il controllo dei voli<br />
<strong>del</strong>l’aeroporto di Los Angeles, ad<br />
Delocalizzazione<br />
dei servizi in India<br />
• La nuova Silicon V<strong>all</strong>ey è Bangalore.<br />
• La HEWLETT PACKARD ha licenziato<br />
20.000 persone negli U.S.A. e<br />
assunto 8.000 persone in India.<br />
• Lavoratori assunti:<br />
4.200 da ORACLE<br />
1.400 da INTEL<br />
1.000 da PEOPLE SOFT<br />
600 da CISCO<br />
esempio, avviene, terminato il<br />
turno per i lavoratori statunitensi,<br />
da Berlino. La prenotazione di<br />
voli <strong>del</strong>la Lufthansa si effettua attraverso<br />
un c<strong>all</strong> center ubicato in<br />
India. Il fenomeno, per il settore<br />
<strong>del</strong> credito e <strong>del</strong>le assicurazioni,<br />
non è ancora così esteso, anche<br />
se i lavoratori di Deutsche Bank<br />
o di Unicredit già cominciano ad<br />
averne consapevolezza.<br />
I fiumi di carta che hanno riempito<br />
le pagine dei giornali sulla produzione<br />
cinese che invade i mercati<br />
europei, e non solo europei, ci<br />
hanno inondato durante l’estate.<br />
Ma è proprio così recente, così<br />
nuovo il fenomeno <strong>del</strong>la <strong>del</strong>ocalizzazione?<br />
La storia <strong>del</strong>l’umanità si<br />
caratterizza per gli scambi: l’incontro<br />
tra culture, tra popoli, si è realizzato<br />
anche grazie ai commerci.<br />
La vera novità, dagli anni Ottanta<br />
<strong>del</strong> secolo scorso, è l’accelerazione,<br />
la velocità degli scambi, accom-<br />
pagnata d<strong>all</strong>a caduta di barriere fisiche<br />
e ideologiche, prime fra tutte<br />
il muro di Berlino e il comunismo,<br />
che ha consentito il crescere<br />
di nuovi linguaggi, non dettati d<strong>all</strong>a<br />
politica, ma d<strong>all</strong>a tecnologia e d<strong>all</strong>’economia.<br />
I nuovi linguaggi hanno<br />
creato un pianeta diviso, tra attori<br />
e spettatori, tra personaggi attivi e<br />
personaggi passivi. Un pianeta diviso,<br />
dentro un mo<strong>del</strong>lo centro-periferia,<br />
al centro l’Unione Europea,<br />
gli Stati Uniti d’America, l’East<br />
Asia, che accentrano e attraggono<br />
il 98% degli scambi. In periferia il<br />
resto <strong>del</strong> mondo, i paesi africani,<br />
latino-americani, che il sistema<br />
non attrae a sé ma espelle sempre<br />
più <strong>all</strong>’esterno.<br />
L’oggetto sono gli scambi, scambi<br />
di merci, di prodotti, che rispetto<br />
agli scambi finanziari, di moneta,<br />
sono in rapporto di 1 a 50. La<br />
preponderanza dei flussi finanziari<br />
sui flussi tradizionali di<br />
prodotti o servizi è insita nel sistema<br />
globale, sebbene faccia<br />
più scalpore, sia più di effetto,<br />
perché visibile e materializzato,<br />
la scarpa o l’abito made in China.<br />
Anche se il “made in” sta<br />
sempre più perdendo di significato<br />
considerando che per<br />
moltissimi prodotti di consumo<br />
la fase di ri<strong>cerca</strong> e sviluppo viene<br />
condotta in un paese, il design<br />
e la scelta di nuovi materiali<br />
decisi in un secondo, i<br />
componenti manufatti in un terzo,<br />
l’assemblaggio portato avanti in un<br />
quarto e la campagna pubblicitaria<br />
ideata in un quinto.<br />
Per trasferire un’attività produttiva<br />
in un paese estero, le imprese<br />
seguono varie strade. La forma<br />
tradizionale è quella di prendere<br />
una somma di denaro, acquistare<br />
dei macchinari e aprire nel paese<br />
individuato una fabbrica propria.<br />
Questo tipo di operazione viene<br />
definita “investimento diretto”.<br />
Molti governi <strong>del</strong> <strong>Sud</strong> aspirano ad<br />
avere gli investimenti <strong>del</strong>le multinazionali<br />
e per attirarle sono disposti<br />
ad offrire molte agevolazioni. In alcuni<br />
paesi sono state create <strong>del</strong>le<br />
“zone economiche speciali” .<br />
Un altro modo per trasferire la<br />
produzione <strong>all</strong>’estero è l’appalto,<br />
che consiste nel richiedere ad<br />
un’altra impresa di produrre ciò<br />
che si ha in mente di vendere.<br />
Questo sistema è usato in partico-<br />
INTERNAZIONALE<br />
a cura di Maurizio Locatelli<br />
lare d<strong>all</strong>e multinazionali dei giocattoli,<br />
<strong>del</strong>l’abbigliamento e <strong>del</strong>le scarpe<br />
sportive. Nike, ad esempio, ormai<br />
non produce più neanche una<br />
<strong>del</strong>le scarpe che vende e la sua<br />
funzione è quasi esclusivamente<br />
commerciale. In effetti, se esaminiamo<br />
la storia di un paio di scarpe<br />
sportive, ci accorgiamo che tutto<br />
comincia nell’ufficio progettazione.<br />
Una volta avvenuta l’ideazione e<br />
progettazione <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo inizia la<br />
ri<strong>cerca</strong> di un’azienda estera, disposta<br />
a realizzare la produzione desiderata.<br />
Questo sistema di trasferimento<br />
<strong>del</strong>la produzione tramite<br />
l’appalto, è particolarmente gradito<br />
<strong>all</strong>e multinazionali perché libera da<br />
tutti i rischi legati <strong>all</strong>a produzione e<br />
da ogni responsabilità rispetto <strong>all</strong>e<br />
condizioni di lavoro. Un terzo sistema<br />
è chiamato TPP (traffico<br />
di perfezionamento passivo) o<br />
appalto parziale. È utilizzato d<strong>all</strong>e<br />
imprese che preferiscono, invece<br />
di dare in appalto la produzione<br />
<strong>del</strong>l’intero prodotto, appaltare solo<br />
alcune fasi produttive.<br />
Lavoro Bancario e Assicurativo - ottobre/novembre 2005<br />
5<br />
Zone economiche speciali<br />
Sono le aree <strong>del</strong> mondo dove le imprese estere possono gestire attività<br />
industriali e commerciali a condizioni particolarmente vantaggiose che<br />
comprendono: esenzioni fiscali, esenzioni doganali, basse tariffe per l’uso<br />
dei suoli, <strong>del</strong>l’acqua e <strong>del</strong>l’energia elettrica, la garanzia di non subire espropri,<br />
leggi ambientali particolarmente permissive, la possibilità di pagare salari<br />
più bassi che nel resto <strong>del</strong> paese, e, naturalmente, leggi antisindacali.<br />
• 200 le aree speciali nel mondo<br />
• 50 i paesi coinvolti<br />
• 2.000.000 gli occupati (80% sono donne fra i 16 e i 25 anni)<br />
Nell’Unione europea il trasferimento<br />
<strong>all</strong>’estero di alcune fasi di lavoro<br />
è stato definito appunto<br />
“Tpp” ed è regolamentato da una<br />
procedura particolare che consente<br />
<strong>all</strong>e imprese europee di trasferire<br />
<strong>all</strong>’estero un prodotto appena<br />
abbozzato e di reimportarlo in una<br />
fase di lavoro più avanzato senza<br />
pagare dazi. La produzione nella<br />
maggior parte di questi paesi, cosiddetti<br />
a basso costo di manodopera,<br />
avviene a livelli che ricordano<br />
le condizioni di lavoro <strong>del</strong> XVIII secolo.<br />
Per fare un esempio il livello<br />
dei salari si fissa soltanto sulla<br />
quantità di denaro necessario per<br />
poter comprare le calorie sufficienti<br />
a rimanere in vita nella giornata.<br />
La stessa Oil (Organizzazione internazionale<br />
<strong>del</strong> lavoro) ha ammesso<br />
che l’88% <strong>del</strong>le lavoratrici indonesiane<br />
che guadagnano il salario<br />
minimo legale sono malnutrite.<br />
IL Binocolo: lavoro<br />
e lavoratori oltre confine<br />
Giappone: entro il 2007 il sistema postale giapponese<br />
verrà privatizzato, l’ente poste diviso in quattro soggetti.<br />
Australia: ritorno al medioevo e <strong>all</strong>a legge <strong>del</strong>la giungla nelle relazioni<br />
sindacali. Una legge <strong>del</strong> governo permette di licenziare senza giusta causa<br />
i lavoratori nelle imprese al di sotto dei 100 dipendenti. Blocco degli<br />
scioperi che minacciano l’economia <strong>del</strong> paese nel settore automobilistico,<br />
minerario, dei trasporti e <strong>del</strong>le costruzioni.<br />
Marocco: è capofila tra le nazioni di origine <strong>del</strong>le 213.000 imprese individuali<br />
create da stranieri in Italia, che danno lavoro a 37.000 italiani, secondo<br />
i risultati di una ri<strong>cerca</strong> <strong>del</strong>la Camera Commercio di Milano. Un’impresa<br />
su cinque è in Lombardia, di cui 16 mila imprese a Milano, a maggioranza<br />
egiziane. 15 mila imprese svizzere in Puglia. Il Bangladesh preferisce Roma<br />
(28,2%), il Senegal la Sardegna (7,3% a Cagliari), la Nigeria è presente a<br />
maggioranza in Campania (Caserta 14,8% e Napoli al 7,9%)
Per il <strong>Sud</strong><br />
un credito<br />
di qualità<br />
di Matteo Ghisellini<br />
Necessario un maggior legame<br />
tra credito e territorio<br />
Il rilancio <strong>del</strong> Mezzogiorno passa necessariamente<br />
per una forte ripresa degli investimenti.<br />
Ma perché questa possa partire serve una svolta nel<br />
contributo offerto dal sistema bancario che dovrebbe<br />
essere in grado di garantire <strong>all</strong>’economia <strong>del</strong> territorio (e<br />
qui il condizionale è d’obbligo ndr) “un credito di qualità”<br />
e di “interpretare ed accompagnare le dinamiche di<br />
sviluppo”. Pare chiaro come sia necessaria la centralità<br />
di un nuovo rapporto tra credito, industria, parti sociali<br />
per lo sviluppo <strong>del</strong> <strong>Sud</strong>.<br />
Non ci si può infatti nascondere al fatto che il mondo finanziario<br />
e creditizio ha sottratto risorse importanti che<br />
sarebbero altrimenti state utilizzate per rafforzare la competitività<br />
<strong>del</strong> credito e la capacità produttiva nel Mezzogiorno<br />
italiano. In questo quadro si colloca l’esigenza di<br />
ripensare in profondità le relazioni fra credito e sistema<br />
produttivo, di favorire un salto di qualità nel credito, di<br />
superare i fenomeni di “razionamento <strong>del</strong> credito”che sono<br />
andati tutti a svantaggio <strong>del</strong>le regioni meridionali.<br />
Negli ultimi anni al <strong>Sud</strong> ci sono stati due fenomeni importanti:<br />
1. il primo, positivo, è che continuano a nascere nuove<br />
imprese;<br />
2. il secondo è però che queste aziende non crescono,<br />
restano piccole; e in questo il ruolo <strong>del</strong>le banche,<br />
l’assenza di istituti locali è un problema reale.<br />
FOCUS<br />
DESERTIFICAZIONE FINANZIARIA<br />
Lavoro Bancario e Assicurativo - ottobre/novembre 2005<br />
6<br />
Al sud manca una strategia <strong>del</strong> credito rivolta <strong>all</strong>e imprese<br />
che vogliono crescere. Le banche presenti non<br />
brillano certo per gli impieghi. C’è davvero il pericolo di<br />
razionare il credito, di finanziare solo chi non presenta<br />
elementi di rischio, come le grandi imprese o la pubblica<br />
amministrazione.<br />
Questo non significa avere nostalgia di quel passato dove<br />
le grandi banche pubbliche condizionate d<strong>all</strong>a politica<br />
prestavano soldi senza fare selezione. Gli istituti di<br />
credito non possono limitarsi <strong>all</strong>a facile raccolta e dovrebbero<br />
<strong>all</strong>inearsi ad un interesse comune verso il radicamento<br />
al sud.<br />
L’argomento non deve escludere il ruolo <strong>del</strong>le Fondazioni<br />
specificando che distribuire le loro risorse su tutto<br />
il territorio nazionale non è chiedere una elemosina o<br />
fare <strong>del</strong> veteromeridionalismo. È innegabile infatti che<br />
una parte dei profitti <strong>del</strong>le fondazioni viene dagli sportelli<br />
bancari che sono ben presenti al sud.<br />
Il tutto conduce a dire che la carta vincente si trova nella<br />
ri<strong>cerca</strong> di un maggior legame tra credito e territorio.<br />
Il risveglio <strong>del</strong>le operazioni internazionali di fusioni ed<br />
acquisizioni in ambito finanziario apre, o meglio riapre,<br />
il dibattito sul ruolo <strong>del</strong>le banche italiane.<br />
Sono troppo piccole e numerose? Sono troppo chiuse al<br />
proprio interno? Sono in grado di garantire un offerta di<br />
prodotti e soluzioni adeguati <strong>all</strong>e esigenze locali?
A queste domande non segue una<br />
unica risposta.<br />
Occorre partire da un dato di fatto e<br />
cioè il vantaggio competitivo che<br />
deriva dal legame con il territorio,<br />
soprattutto per quelle banche che<br />
hanno saputo coniugare una decisa<br />
azione sul “locale” con un mo<strong>del</strong>lo<br />
organizzativo che abbia favorito il<br />
rapporto cost/income e la soddisfazione<br />
<strong>del</strong> cliente, esterno ma anche<br />
interno (le risorse umane)<br />
Per una decisa azione nel mezzogiorno<br />
le banche italiane dovrebbero assumere<br />
come obiettivo la riorganizzazione<br />
dei mezzi e una redifinizione<br />
dei criteri per la gestione <strong>del</strong> credito<br />
e l’<strong>all</strong>ocazione di finanziamenti.<br />
Gli operatori bancari devono farsi<br />
promotori di un nuovo mo<strong>del</strong>lo di<br />
sviluppo per il mezzogiorno ripensando<br />
ai propri mo<strong>del</strong>li organizzativi<br />
e soprattutto di <strong>all</strong>ocazione <strong>del</strong><br />
capitale affinché rispondano davvero<br />
a logiche economiche per il sud<br />
<strong>del</strong> nostro paese.<br />
Non più dunque finanziamenti a<br />
pioggia che coinvolgano imprese e<br />
processi produttivi “poco meritevoli”<br />
di attenzione e risorse.<br />
Serve più attenzione, la banche devono<br />
scegliere partership con le aziende<br />
in modo più oculato e attento.<br />
L’idea potrebbe essere quella di una<br />
banca che conceda quote di credito<br />
a moninativi selezionati e poi li accompagni<br />
in un percorso di crescita<br />
di medio lungo periodo, che riguardi<br />
anche la governance <strong>del</strong>l’azienda.<br />
Si potrebbe ipotizzare un rapporto<br />
banca-territorio dove la banca assuma<br />
un ruolo ipotizzato di consulente-advisor,<br />
“un architetto strategico”<br />
con cui creare un rapporto di collaborazione<br />
e fiducia.<br />
Un cambiamento di pelle che dovrà<br />
riguardare tutti, banche nazionali e<br />
istituti regionali.<br />
Utilizzo selettivo <strong>del</strong> credito e focalizzazione<br />
dei contenuti reali di un<br />
progetto finanziario per il meridione<br />
potrebbero dunque rappresenta-<br />
20<br />
15<br />
10<br />
5<br />
0<br />
-5<br />
-10<br />
FOCUS<br />
VARIAZIONE PRESTITI NEL 2004: (ns. elab. Su Dati BdI)<br />
NORD OVEST NORD EST CENTRO SUD ISOLE ITALIA<br />
re i binari su cui riorientare crescita<br />
e sviluppo nel sud.<br />
Una sfida irrinunciabile per le banche<br />
che dovranno trainare il tessuto<br />
produttivo locale verso mo<strong>del</strong>li di<br />
business e di gestione più avanzati.<br />
A cominciare dai conti, dai bilanci,<br />
dal rating senza dimenticare tuttavia<br />
C’erano una volta la cultura <strong>del</strong>la solidarietà,<br />
la Cassa per il Mezzogiorno e le<br />
cattedrali nel deserto. Poi i politici <strong>del</strong><br />
partito di Finanza Globale si scoprirono<br />
laici e negarono agli oranti persino il conforto<br />
di una chiesetta; in compenso, al<br />
suo funerale il Mezzogiorno ebbe la…<br />
cassa. La “questione morale” dei neoliberal-ambientalisti<br />
esigeva pulizia degli<br />
spazi al <strong>Sud</strong>: il deserto tornò deserto, dove<br />
le Volpi scorrazzavano indisturbate.<br />
Un tale annunziò la scoperta di un nuovo<br />
filone, denominato lavOro, e subito fu<br />
osannato come Cavaliere. L’ateismo di<br />
Stato spinse <strong>all</strong>ora i Seguaci <strong>del</strong> Pane quotidiano<br />
verso i templi economici <strong>del</strong> Nord,<br />
fino ad ameni fonti battesimali, tra Bossi e<br />
ligustri. Gli oracoli “<strong>del</strong>fini” poterono infine<br />
vaticinare la Verità <strong>del</strong>la Statistica, annunziare<br />
il nuovo miracolo economico: la disoccupazione<br />
al <strong>Sud</strong> era in calo!<br />
E mentre ora l’America rispolvera l’“adhocrazia”<br />
di Mintzberg e ri<strong>all</strong>oca i centri<br />
decisionali sui territori, l’Italia paneuropea<br />
raziona le risorse, sperimentando la<br />
sua prima, vera siccità… intellettuale.<br />
Mezzogiorno di fuoco.<br />
Domenico Iodice<br />
Lavoro Bancario e Assicurativo - ottobre/novembre 2005<br />
7<br />
INDUSTRIA IN SENSO<br />
STRETTO<br />
FAMIGLIE<br />
CONSUMATRICI<br />
che l’uomo resta parte fondamentale<br />
<strong>del</strong> processo decisionale.<br />
Gli sforzi per arrivare a ciò non esulano<br />
dal rafforzamento <strong>del</strong>la ri<strong>cerca</strong><br />
e dal miglioramento <strong>del</strong>le capacità<br />
di produrre innovazione e incrementi<br />
di produttività puntando sulla<br />
migliore efficienza ed efficacia di<br />
ciò che già esiste al sud o può rapidamente<br />
essere sviluppato.<br />
In questo quadro il ruolo <strong>del</strong> sistema<br />
bancario dovrà essere quello di<br />
rompere il circolo vizioso di piccole<br />
imprese poco e male finanziate, poco<br />
investimento in ri<strong>cerca</strong>, poco<br />
orientamento <strong>all</strong>a innovazione, scarsa<br />
crescita.<br />
Il sistema bancario al sud deve dedicare<br />
maggiore attenzione <strong>all</strong>e<br />
competenze distintive, <strong>all</strong>a valutazione<br />
<strong>del</strong>le prospettive di sviluppo<br />
produttivo, mettere a punto adeguati<br />
criteri di selezione.<br />
Non vi è dubbio che i cosiddetti finanziamenti<br />
“a pioggia” vanno sostituiti<br />
da incentivazioni mirate a ciò<br />
che si vuole ottenere.<br />
È auspicabile una maggiore informazione<br />
su questi nuovi mo<strong>del</strong>li di<br />
business ma non è sufficiente se a<br />
questo non si aggiunge una intensiva<br />
politica di marketing basata sull’illustrazione<br />
di casi concreti di successo<br />
in altre regioni <strong>del</strong> paese, che<br />
non mancano.
D<strong>all</strong>e proposte <strong>Fiba</strong><br />
<strong>all</strong>a responsabilità sociale<br />
di Pier Luigi Ledda<br />
Per un sistema creditizio<br />
a forte vocazione territoriale<br />
Il progetto di una banca <strong>del</strong> <strong>Sud</strong> proposto dal Governo<br />
ha suscitato molte perplessità. Arriva tardi<br />
nell’agenda politica e soprattutto, per come è formulata,<br />
non serve a risolvere i problemi in campo.<br />
Questo si rileva anche dal decimo rapporto <strong>del</strong>la Fondazione<br />
Rosselli nel quale si afferma che “non porterebbe<br />
vantaggi. Per promuovere lo sviluppo <strong>del</strong>le imprese,<br />
tanto al <strong>Sud</strong> quanto al Nord, basterebbe che le<br />
banche iniziassero ad orientare meglio i loro interventi.<br />
Perché i capitali per la crescita non mancano. Manca<br />
invece la capacità di finanziare internazionalizzazione<br />
e innovazione”.<br />
Come accenniamo anche nell’articolo di apertura <strong>del</strong><br />
nostro focus, le significative variazioni negli assetti proprietari<br />
e nelle forme giuridiche che nel corso degli ultimi<br />
10/15 anni la struttura <strong>del</strong> sistema bancario italiano<br />
ha subito, hanno contribuito a fare aumentare lo squili-<br />
FOCUS<br />
DESERTIFICAZIONE FINANZIARIA<br />
Lavoro Bancario e Assicurativo - ottobre/novembre 2005<br />
8<br />
brio tra il Nord ed il <strong>Sud</strong>.<br />
Infatti il processo di ristrutturazione <strong>del</strong> sistema creditizio<br />
che ha comportato una riduzione negli spread e nei<br />
tassi, l’aumento <strong>del</strong>la concorrenza e la diffusione di<br />
nuovi competitori, l’innovazione nei prodotti offerti <strong>all</strong>a<br />
clientela e nei processi organizzativi e l’adozione di<br />
nuove strategie distributive, ha anche determinato la riduzione<br />
<strong>del</strong> numero <strong>del</strong>le banche, degli occupati ed il<br />
ridimensionamento <strong>del</strong>l’intero sistema nel meridione.<br />
È accaduto quanto noi temevamo. I nuovi gruppi creditizi<br />
si limitano <strong>all</strong>a gestione <strong>del</strong> risparmio meridionale e<br />
sono relativamente indifferenti <strong>all</strong>a localizzazione degli<br />
impieghi. Tanto più che già negli anni 90 soltanto il 70<br />
per cento <strong>del</strong> risparmio raccolto veniva reimpiegato nel<br />
meridione rispetto al 110 per cento reimpiegato nel resto<br />
<strong>del</strong> Paese.<br />
Tutto questo avrebbe richiesto una politica volta innanzitutto<br />
<strong>all</strong>a valorizzazione di ciò che resta <strong>del</strong> sistema<br />
creditizio meridionale oltre che di orientamento<br />
complessivo <strong>del</strong> sistema finanziario ad un maggiore<br />
impegno nelle politiche creditizie volte a favorire<br />
lo sviluppo <strong>del</strong>le imprese.<br />
La <strong>Fiba</strong> in più occasioni in questi anni, con preoccupazione,<br />
ha evidenziato e denunciato il fenomeno<br />
nella convinzione che il rilancio economico <strong>del</strong> Meridione<br />
<strong>del</strong>l’Italia passasse anche d<strong>all</strong>a disponibilità<br />
<strong>del</strong> “sistema finanziario” a promuovere ed accompagnare<br />
il processo di sviluppo: un sistema creditizio<br />
con una forte vocazione locale. Una dimensione<br />
questa utile a riscoprire le ragioni e le opportunità<br />
che vengono da un forte e diretto legame con il terri-
torio e con la società civile. Una dimensione<br />
che avvicina i centri decisionali<br />
<strong>all</strong>e ragioni degli operatori locali.<br />
In questa dimensione vi è infatti<br />
un interesse forte e diretto <strong>del</strong>la banca<br />
<strong>all</strong>a crescita economica <strong>del</strong> territorio<br />
nel suo complesso. In questa dimensione<br />
diventa possibile e compatibile<br />
sostenere le imprese anche a<br />
fronte di margini di redditività per la<br />
stessa banca più bassi rispetto a<br />
quelli registrati nel sistema.<br />
Per raggiungere questo obiettivo era<br />
necessario innanzitutto non emarginare<br />
il <strong>Sud</strong> dai processi decisionali ed<br />
in una prospettiva più ampia occorreva<br />
valutare gli interventi necessari<br />
per riequilibrare il sistema creditizio<br />
anche sul piano territoriale ben sapendo<br />
che agire esclusivamente sul<br />
sistema creditizio certamente non sarebbe<br />
stato sufficiente se ad essa non<br />
si fossero accompagnati interventi diretti<br />
a creare nel Mezzogiorno un ambiente<br />
idoneo a favorire lo sviluppo<br />
generalizzato <strong>del</strong>le imprese.<br />
Il sistema finanziario ha quindi ruolo<br />
di fondamentale importanza per<br />
lo sviluppo <strong>del</strong> territorio soprattutto<br />
nel nostro meridione considerando<br />
come l’indebitamento bancario continui<br />
ad essere l’unica forma di finanziamento<br />
in quanto mancano le<br />
capacità di autofinanziamento e non<br />
sono disponibili forme evolute di intermediazione<br />
finanziaria.<br />
Per quanto il problema fosse e continui<br />
a rimanere complesso parten-<br />
FOCUS<br />
do da questa<br />
analisi la <strong>Fiba</strong><br />
nel corso <strong>del</strong><br />
2002 aveva<br />
aperto un dibattito,finalizzato<strong>all</strong>’elaborazione<br />
di<br />
alcune proposte,<br />
attraverso<br />
la realizzazione<br />
di una serie<br />
di convegni<br />
di studio<br />
in tutte le regioni meridionali.<br />
Questo faticoso impegno ha favorito<br />
la costruzione di una proposta<br />
politica, divenuta sucessivamente<br />
unitaria, che è approdata nel protocollo<br />
sulla Responsabilità Sociale<br />
<strong>del</strong> 16 luglio 2004 e nel rinnovo <strong>del</strong><br />
Ccnl <strong>del</strong> febbraio 2005.<br />
L’Abi ha quindi assunto su questo<br />
tema alcuni importanti impegni. La<br />
costituzione di un Osservatorio con<br />
il compito di monitorare il rapporto<br />
tra sistema bancario ed economia<br />
meridionale; l’orientamento, ove<br />
possibile, <strong>all</strong>’utilizzo mirato e selettivo,<br />
anche per aree geografiche,<br />
<strong>del</strong>le risorse <strong>del</strong> fondo di solidarietà<br />
di settore destinate <strong>all</strong>a formazione.<br />
Lo sforzo è quindi quello di orienta-<br />
Lavoro Bancario e Assicurativo - ottobre/novembre 2005<br />
9<br />
re il sistema ad un maggiore impegno<br />
nei confronti <strong>del</strong>le imprese focalizzandole<br />
sullo sviluppo promuovendo<br />
un sistema fortemente<br />
radicato nel territorio e di favorire la<br />
ri<strong>all</strong>ocazione di centri decisionali e<br />
di occupazione nel territorio.<br />
In ultima analisi si tratta dei primi<br />
passi mossi nella direzione <strong>del</strong>l’affermarsi<br />
di comportamenti Socialmente<br />
Responsabili sulle quali si<br />
inizia a muovere molto timidamente<br />
il sistema bancario italiano.<br />
La riflessione che la <strong>Fiba</strong> Cisl propone<br />
attiene al ruolo che il sistema finanziario<br />
deve assumere nell’attuale<br />
contesto economico. Oggi prevale il<br />
mo<strong>del</strong>lo anglosassone che attribuisce<br />
<strong>all</strong>e imprese il compito esclusivo<br />
di creare reddito per l’azionista. Invece<br />
non raccoglie grande seguito<br />
un mo<strong>del</strong>lo di sviluppo che ponga<br />
tra gli obiettivi generali la necessità<br />
di generare valore per la società nel<br />
suo complesso.<br />
Il <strong>Sud</strong>, ma più in generale tutto il<br />
nostro Paese, ha bisogno di un “sistema”<br />
creditizio e finanziario che,<br />
nel rispetto di quella che viene definita<br />
la responsabilità sociale <strong>del</strong>le<br />
imprese, sia capace di svolgere un<br />
ruolo attivo nel sostegno <strong>all</strong>o sviluppo<br />
economico e sociale.
Un sud abbandonato e che si <strong>all</strong>ontana sempre più<br />
dal resto d’Italia e d<strong>all</strong>’Europa. E se la verifica <strong>del</strong>la<br />
capacità <strong>del</strong> governo, come insiste la Cisl, deve<br />
partire dal sud, il risultato è un vero f<strong>all</strong>imento.<br />
Persino la Finanziaria trascura il <strong>Sud</strong>. Subiranno una diminuzione<br />
negli stanziamenti quelle voci “sensibili” per<br />
le nostre regioni connotate da ritardi strutturali: il Fondo<br />
Aree Sottoutilizzate e gli incentivi <strong>all</strong>e imprese, strumenti<br />
d’intervento fondamentali per lo sviluppo,<br />
vedranno, rispetto a quanto<br />
prevedeva la Finanziaria 2005, una diminuzione<br />
di ben 2,237 miliardi di euro.<br />
“Appare stucchevole – sostiene il<br />
segretario confederale Cisl Raffaele Bonanni<br />
– il neanche elaborato trucco di<br />
collocare 10,64 miliardi di euro per il<br />
Mezzogiorno sul 2009, quando per le<br />
due annualità precedenti si stanziano<br />
poco più di 12 miliardi di euro.”<br />
Eppure i dati sono sotto gli occhi di tutti:<br />
dal recente Rapporto sull’economia<br />
<strong>del</strong> Mezzogiorno realizzato d<strong>all</strong>a Svimez<br />
emerge uno sviluppo in grave r<strong>all</strong>entamento.<br />
Per la prima volta dopo anni, l’economia<br />
meridionale ha fatto segnare un<br />
tasso di crescita inferiore a quello <strong>del</strong><br />
Centro Nord, nel 2004 la crescita <strong>del</strong><br />
Pil è risultata <strong>del</strong>l’1,4% nel Centro-Nord<br />
e <strong>del</strong>lo 0,8% nel Mezzogiorno.<br />
FOCUS<br />
DESERTIFICAZIONE FINANZIARIA<br />
Il <strong>Sud</strong><br />
segna il passo<br />
di Angela Cappuccini<br />
Anche la Finanziaria trascura il Mezzogiorno.<br />
Il recente rapporto Svimez, da cui emerge un grave r<strong>all</strong>entamento<br />
<strong>del</strong>la crescita e gli <strong>all</strong>armanti dati Istat sulla povertà<br />
Lavoro Bancario e Assicurativo - ottobre/novembre 2005<br />
10<br />
Il <strong>Sud</strong>, dunque, segna il passo, dopo un ciclo positivo<br />
che dal 1996 al 2004 ha registrato tassi di crescita (cumulativamente<br />
<strong>del</strong> 16,3%, tre punti in più rispetto al resto<br />
<strong>del</strong> Paese) stabilmente superiori rispetto al Centro-Nord.<br />
Colpevole <strong>del</strong> r<strong>all</strong>entamento la forte riduzione <strong>del</strong> tasso<br />
di crescita dei consumi finali interni che sono scesi<br />
d<strong>all</strong>’1,7% <strong>del</strong> 2003 <strong>all</strong>o 0,9% <strong>del</strong> 2004.<br />
Pesa anche la perdita di competitività che ha visto la<br />
quota degli scambi mondiali <strong>del</strong>l’Italia<br />
scendere dal 4,6% <strong>del</strong> 1995 al 2,9% <strong>del</strong><br />
2004, perdendo uno 0,2% sul 2003.<br />
Grave la situazione <strong>del</strong> mercato <strong>del</strong><br />
lavoro meridionale: nel <strong>Sud</strong> l’occupazione<br />
si è ridotta negli ultimi due anni<br />
di 48mila unità, a fronte <strong>del</strong>la crescita<br />
<strong>del</strong> Centro-Nord di oltre mezzo milione<br />
di unità. Si è interrotto, dunque, il processo<br />
di creazione <strong>del</strong>l’occupazione.<br />
Le fasce più deboli, giovani e donne,<br />
non partecipano più attivamente <strong>all</strong>a<br />
ri<strong>cerca</strong> <strong>del</strong> lavoro, rifugiandosi, spesso,<br />
nel sommerso o scegliendo l’emigrazione<br />
verso Regioni <strong>del</strong> Centro-Nord: è<br />
in questa luce che lo Svimez legge il<br />
calo <strong>del</strong> numero <strong>del</strong>le persone in <strong>cerca</strong><br />
di occupazione, che nel 2004 ha segnato<br />
nel Mezzogiorno un calo di 107mila<br />
unità, con conseguente riduzione <strong>del</strong><br />
tasso di disoccupazione dal 16,1 <strong>del</strong><br />
2003 al 15% <strong>del</strong> 2004.
Il <strong>Sud</strong>, inoltre, perde abitanti: la popolazione<br />
meridionale attualmente è poco<br />
più di un terzo di quella nazionale.<br />
In soli due anni, a partire dal 2002, si è<br />
passati dal 35,9 al 35,5 di fine 2004; nello<br />
stesso periodo il Centro Nord è cresciuto<br />
dal 64,1 al 64,5%: dal 1996 il numero<br />
degli abitanti meridionali è cresciuto<br />
solo di 50mila unità.<br />
Nascono meno bambini rispetto al passato<br />
e gli stranieri preferiscono di gran<br />
lunga fermarsi e mettere su famiglia<br />
nelle Regioni più ricche. Si continua<br />
però ad emigrare in <strong>cerca</strong> di lavoro.<br />
Ma, contrariamente agli anni 50-60, ad<br />
andarsene sono soprattutto i giovani,<br />
migliaia dei quali laureati (1 su cinque<br />
va via).<br />
A questi dati aggiungiamo quelli più recenti<br />
<strong>del</strong>l’Istat sulla povertà nel nostro<br />
paese: quasi trecentomila persone in<br />
più rispetto al passato non raggiungono<br />
il budget. E se al nord è povero il 4,7%<br />
<strong>del</strong>le famiglie e al centro il 7,3, al sud si<br />
tratta di ben il 25%: in pratica una famiglia<br />
su quattro. E la situazione è in drastico<br />
peggioramento perché nel 2003 lo<br />
era poco più di una su cinque.<br />
Un sud abbandonato, una politica meridionalistica<br />
che non c’è mai stata.<br />
Eppure da sempre la Cisl insiste per<br />
dare priorità al Mezzogiorno. “Un’insistenza<br />
che tiene conto - sostiene il segretario<br />
generale <strong>del</strong>la confederazione,<br />
Savino Pezzotta - <strong>del</strong>le nobili ragioni<br />
di solidarietà, per evitare che il<br />
divario che divide in due il Paese si<br />
accentui, così come sta avvenendo ma<br />
e soprattutto perché è su un’efficace<br />
politica per il Mezzogiorno che si<br />
pongono le solide premesse per il rilancio<br />
competitivo <strong>del</strong>la nostra economia.<br />
La Cisl è consapevole che il Mezzogiorno<br />
è il crocevia per verificare la<br />
capacità <strong>del</strong> Governo e <strong>del</strong> sistema<br />
politico di accogliere le sfide legate ai<br />
processi di unificazione europea e di<br />
globalizzazione mettendo in campo<br />
progetti che contengano un’idea di<br />
Paese e di futuro in grado di invertire<br />
le attuali tendenze di una crisi <strong>del</strong>l’economia<br />
sempre più grave.”<br />
FOCUS<br />
Banca Popolare Etica e Mezzogiorno<br />
Recentemente si è svolto a Napoli un convegno organizzato da<br />
Banca Popolare Etica su “Investimenti etici e sviluppo sostenibile<br />
– Quale progetto per il Mezzogiorno”.<br />
Intervistiamo il direttore generale Mario Crosta per farci illustrare<br />
l’iniziativa e, più in generale, l’attività di Banca Etica al <strong>Sud</strong>.<br />
Banca Etica e <strong>Sud</strong>: avete recentemente realizzato un’iniziativa<br />
rivolta al Mezzogiorno…<br />
L’iniziativa nasce d<strong>all</strong>a volontà di riflettere su quanto realizzato Mario Costa<br />
fino ad oggi Banca Etica al <strong>Sud</strong>, ma soprattutto d<strong>all</strong>a necessità di<br />
ripensare più in generale al rapporto tra finanza e sviluppo territoriale, con particolare attenzione<br />
<strong>all</strong>e regioni meridionali. Qui è drammaticamente evidente che l’attività imprenditoriale,<br />
oltre a portare una crescita economica lenta e modesta, non è riuscita a vincere fenomeni<br />
sempre più diffusi di degrado sociale e ambientale. Noi riteniamo che la finanza<br />
possa rappresentare una leva importante dare vita ad uno sviluppo economico e sociale<br />
armonioso, a patto che si tratta di una finanza al servizio <strong>del</strong>l’economia reale.<br />
Come è strutturata la vostra presenza al sud e quali iniziative avete messo o state<br />
mettendo in cantiere?<br />
Banca Etica è da sempre presente al sud con uffici di rappresentanza a Bari e Napoli; in quest’ultima<br />
città abbiamo appena inaugurato la nostra prima filiale meridionale, altre due le<br />
apriremo nel corso <strong>del</strong> 2006: a Bari e Palermo. Da sempre il nostro intervento nel sud è qualitativamente<br />
significativo e va ben oltre la presenza di filiali e uffici di rappresentanza. In questi<br />
anni abbiamo finanziato diverse esperienze importanti; per citarne soltanto alcune: l’Associazione<br />
Libera e le cooperative siciliane ad essa collegate, che coltivano i terreni confiscati<br />
<strong>all</strong>a mafia, producendo farina, vino, olio, frutta e riuscendo a venderli attraverso una rete distributiva<br />
in crescita anche a livello nazionale; e ancora l’associazione Figli in famiglia attiva a<br />
San Giovanni Teduccio, un quartiere popolare <strong>del</strong>la periferia est di Napoli dove rappresenta,<br />
assieme <strong>all</strong>a parrocchia e <strong>all</strong>’istituzione scolastica, una <strong>del</strong>le poche realtà aggregative <strong>del</strong> territorio<br />
e fornisce servizi di assistenza, supporto e vicinanza <strong>all</strong>e famiglie, con particolare attenzione<br />
a categorie svantaggiate, come i disabili e i minori a rischio. Meritano un cenno anche la<br />
collaborazione con la Fondazione antiusura di Potenza, tramite la quale aiutiamo soggetti privati,<br />
piccoli artigiani e piccoli imprenditori che sono finiti tra le mani degli usurai; e le attività<br />
di microcredito svolte assieme ad alcune Caritas diocesane, in particolare in Puglia.<br />
Come operate?<br />
In rete, mettendo insieme soggetti diversi. La banca interviene con il credito, ma poi serve<br />
la collaborazione degli enti locali, che possono mettere a disposizione fondi rotativi di garanzia,<br />
e inoltre è fondamentale la presenza di un soggetto forte che sia radicato nel territorio<br />
e svolga un ruolo di accompagnamento <strong>del</strong>le iniziative (associazioni, cooperative sociali,<br />
Caritas…).<br />
Ma il vostro approccio è diverso al sud rispetto che al nord d’Italia?<br />
L’approccio non è diverso tra sud e nord, la differenza è rappresentata dal contesto. Nelle<br />
regioni <strong>del</strong> nord operiamo per lo più nell’ambito <strong>del</strong> Welfare (pensiamo al settore dei servizi<br />
sociosanitari e assistenziali). A sud adottiamo le stesse modalità operative per dare<br />
possibilità di accesso al credito ad una serie di soggetti che altrimenti ne sarebbero esclusi,<br />
operando spesso in contesti di forte degrado sociale dove c’è la necessità di creare<br />
strumenti di accompagnamento e collaborazione che coinvolgano anche istituzioni pubbliche<br />
e soggetti privati.<br />
Mi sembra di capire che per voi operare al sud comporta più che rischi, grandi soddisfazioni…<br />
Molto spesso è difficile concedere un finanziamento guardando solo la documentazione cartacea,<br />
occorre conoscere il territorio, le storie, le persone.Talvolta abbiamo dato credito a realtà<br />
che sembravano, e forse erano, disastrate; le abbiamo seguite, abbiamo dialogato con loro. In<br />
questi casi vedere che il finanziamento viene rimborsato regolarmente è una grande soddisfazione<br />
e una conferma sulla qualità <strong>del</strong> nostro metodo. Non è casuale che, in un momento in cui<br />
il sistema bancario sta abbandonando il sud, noi con la nostra presenza e l’apertura di nuove filiali<br />
mettiamo a disposizione un patrimonio importante in termini di risorse umane e tecnologiche;<br />
e lo facciamo perché pensiamo che il sostegno al sud attraverso lo strumento <strong>del</strong> credito<br />
possa realmente rappresentare un elemento di riscatto <strong>del</strong> territorio. (A.C.)<br />
Lavoro Bancario e Assicurativo - ottobre/novembre 2005<br />
11
La voce <strong>del</strong> sindacato<br />
sul territorio<br />
Campania: la <strong>Fiba</strong> per un Albo<br />
<strong>del</strong>le banche che investono<br />
La crisi <strong>del</strong> sistema creditizio e finanziario al <strong>Sud</strong> e,<br />
quindi anche in Campania, specchio e concausa di una<br />
realtà arretrata, in un paese in declino, non è certo risolvibile<br />
nel medio periodo con la creazione di una banca<br />
<strong>del</strong> sud che avrebbe bisogno di grossi capitali di avviamento<br />
non facilmente reperibili e di professionalità acquisibili<br />
solo a caro prezzo sul mercato.<br />
Bisogna peraltro comunque<br />
battersi da subito per<br />
modificare questa situazione<br />
a partire d<strong>all</strong>’Osservatorio<br />
previsto dal protocollo<br />
sulle R.S.I. <strong>del</strong> 16.06.2004.<br />
Ci battiamo da tempo comunque<br />
perché la regione<br />
Campania appronti strategie<br />
di integrazione <strong>del</strong>le<br />
banche sul territorio mediante<br />
meccanismi premianti<br />
volti ad innervare<br />
nel tessuto sociale canali di<br />
erogazione creditizia oltre<br />
che di raccolta.<br />
In particolare, è ferma una<br />
proposta di legge, per la<br />
quale spingiamo e continueremo<br />
a sollecitare il legislatore<br />
regionale, che prevede<br />
la nascita di un albo al<br />
quale potranno accedere<br />
sia le banche locali sia quelle<br />
presenti sull’intero territorio<br />
nazionale (con almeno<br />
30 sportelli in regione).<br />
FOCUS<br />
DESERTIFICAZIONE FINANZIARIA<br />
Lavoro Bancario e Assicurativo - ottobre/novembre 2005<br />
12<br />
L’iscrizione <strong>all</strong>’albo regionale sarà consentita <strong>all</strong>e aziende<br />
bancarie che svilupperanno investimenti in Campania<br />
(in ragione di oltre i due terzi <strong>del</strong>la raccolta diretta<br />
od almeno <strong>del</strong> 90% <strong>del</strong> credito erogato in favore di<br />
aziende o cittadini con sede o domicilio in regione.)<br />
In base <strong>all</strong>’attenzione cosi rivolta al territorio ogni banca<br />
iscritta otterrebbe un punteggio ed una conseguente<br />
collocazione in graduatoria determinante a selezionare<br />
gli istituti partner <strong>del</strong>la Regione e <strong>del</strong> territorio sia per<br />
l’istruzione che per l’erogazione di contributi pubblici o<br />
di finanziamenti agevolati,<br />
sia per l’attribuzione di<br />
mandato di Tesoreria.<br />
La <strong>Fiba</strong> Campania è inoltre<br />
impegnata affinché la Regione<br />
recepisca al più presto<br />
l’accordo nazionale di categoria<br />
(stipulato con Abi) sull’apprendistatoprofessionalizzante<br />
perché le aziende<br />
non abbiano più alibi sul<br />
piano dei costi e facciano<br />
(finalmente !) assunzioni anche<br />
in questa tormentata e<br />
difficile regione.<br />
Gianfranco Di Lorenzo<br />
Segretario generale <strong>Fiba</strong><br />
Campania<br />
Puglia: quale banca<br />
per il sud?<br />
Riproporre, oggi come ieri,<br />
l’idea di una Banca <strong>del</strong> <strong>Sud</strong><br />
significa semplicemente af-
frontare la situazione <strong>del</strong> credito nel<br />
mezzogiorno con la vecchia idea di<br />
favorire e accentuare le divisioni<br />
che ci sono nel Paese, significa<br />
creare entità geografiche che si contrappongono.<br />
Credo invece, che, come già sostenemmo<br />
nei convegni che si svolsero<br />
in tutte le regioni meridionali,<br />
questa non sia la soluzione, ma sia<br />
un modo come un altro per evidenziare<br />
ancora di più le difficoltà e le<br />
emergenze <strong>del</strong> nostro territorio.<br />
L’analisi che <strong>all</strong>ora facemmo, tuttora<br />
valida, confermava e conferma che<br />
il sistema italiano <strong>del</strong> credito ha subito<br />
significative variazioni negli assetti<br />
proprietari, portando i centri<br />
decisionali al nord, aumentando lo<br />
squilibrio tra Nord e <strong>Sud</strong>, e comportando<br />
come conseguenza un ridimensionamento<br />
di tutto il sistema<br />
bancario meridionale.<br />
L’assenza nel mezzogiorno di centri<br />
decisionali <strong>del</strong>le maggiori banche<br />
nazionali, e certi antichi pregiudizi,<br />
mai rimossi <strong>del</strong> tutto, nei confronti<br />
degli imprenditori <strong>del</strong> sud, hanno<br />
portato ad una politica ben precisa<br />
di contrazione degli impieghi e di<br />
pressioni sempre più forti sul fronte<br />
<strong>del</strong>la raccolta.<br />
FOCUS<br />
LA VOCE DEI LAVORATORI<br />
a cura di Paola Vinciguerra<br />
Raccogliamo il racconto e l’esperienza dei colleghi che hanno vissuto in prima persona il cambiamento di proprietà<br />
<strong>del</strong>le aziende di credito e <strong>del</strong>le compagnie di assicurazioni che operano sul territorio <strong>del</strong> mezzogiorno.<br />
Bruno, 50 anni, sede di lavoro Napoli<br />
Attuale dipendente Banca Popolare Novara – Gruppo Novara e Verona<br />
Ex dipendente Banca Sannitica<br />
Sono responsabile <strong>del</strong> credito agrario, lavoro a Napoli, ma seguo per il mio ruolo la piazza di<br />
Benevento.A questo proposito devo dire che ho riscontrato <strong>del</strong>le differenze tra le due realtà.<br />
A Napoli, la trasformazione da piccola banca locale a grande banca ha avuto un impatto positivo,<br />
soprattutto è migliorato il rapporto con le grandi aziende che possono avvalersi di servizi<br />
migliori e più sofisticati di prima.A Benevento le cose sono diverse: la Banca Sannitica era una<br />
banca storica molto radicata sul territorio, un punto di riferimento per l’economia locale. Col<br />
cambio di gestione le imprese, abituate al contatto diretto e personalistico, hanno<br />
preferito spostarsi verso le casse rurali locali, molto più sensibili e aderenti al territorio.<br />
Anche il mio ruolo negli anni si è modificato, non lavoro più a stretto contatto con gli enti locali,<br />
se si escludono quegli enti che, per rapporti personali consolidati, continuano a <strong>cerca</strong>rmi.<br />
Oggi se ne occupano le filiali, ma con i risultati <strong>del</strong>udenti che ho indicato prima. Lo sforzo di<br />
mantenere i rapporti privilegiati che nel tempo aveva costruito la Banca Sannitica è stato quasi<br />
vano. In questi 10 anni dal cambio di proprietà, è mancato, l’orientamento <strong>all</strong>a fi<strong>del</strong>izzazione, l’ascolto<br />
dei bisogni di questo segmento di clientela, il contatto immediato. Gli investimenti <strong>del</strong>la<br />
Banca di Novara sono tutti proiettati <strong>all</strong>a concorrenza con le altre grandi aziende di credito.<br />
Manca la capillarità sul territorio, non c’è stata espansione nei piccoli centri, anzi negli anni si<br />
sono chiusi gli sportelli che potevano garantire il presidio <strong>del</strong> territorio.<br />
Giancarlo, 53 anni, sede di lavoro Sassari<br />
Attuale dipendente Unicredit d’Impresa<br />
Ex dipendente Credito Italiano<br />
Col nuovo assetto organizzativo <strong>del</strong>l’Unicredit il rapporto con le aziende si è modificato in<br />
meglio ed in peggio contestualmente, per questioni differenti. È migliorato perché un’azienda<br />
più specializzata come quella attuale si dedica ad una sola tipologia di clienti e migliora l’approccio.<br />
È peggiorato nella misura in cui le responsabilità VERE si sono spostate verso l’alto ed<br />
i contatti giornalieri sono certamente più complessi rispetto a prima, col direttore in sede.<br />
Oggi è più difficile spiegare ai clienti che i loro affari vengono gestiti su 3 banche diverse<br />
<strong>del</strong>lo stesso gruppo e che le dinamiche collaborative tra queste banche non sempre<br />
sono ben oliate. Le esigenze <strong>del</strong> cliente dovrebbero essere concordate tra 3 aziende<br />
diverse <strong>del</strong> gruppo. In compenso ci si pone<br />
nei confronti <strong>del</strong> cliente con un bagaglio di<br />
maggiore specializzazione.<br />
il rapporto con la direzione si è fatto più<br />
stretto e stringente, dal momento che la<br />
struttura di riferimento è interamente<br />
dedicata al settore di appartenenza, mentre<br />
in passato la stessa struttura doveva<br />
applicarsi ad una pluralità di settori. Vi è<br />
anche una maggiore facilità di contatto<br />
con i vertici <strong>del</strong>la banca.<br />
Per quanto riguarda la mia attività lavorativa,<br />
oggi mi trovo nella condizione di dover<br />
assicurare il raggiungimento dei risultati e<br />
di dover curare nel contempo tutte le procedure,<br />
mentre un tempo la struttura<br />
era più “<strong>all</strong>ungata” ed il lavoro suddiviso<br />
tra più lavoratori. C’è stato un<br />
apparente snellimento degli iter procedurali.<br />
Questo, però, non agevola il cliente.<br />
Complessivamente, il rapporto <strong>del</strong>la Banca<br />
Unicredit con l’economia <strong>del</strong> territorio si è<br />
notevolmente impoverito e il suo ruolo di<br />
propulsore <strong>del</strong>le attività locali assottigliato.<br />
Lavoro Bancario e Assicurativo - ottobre/novembre 2005<br />
13<br />
segue →
FOCUS<br />
Luigi, 50 anni, sede di lavoro Catania<br />
Attuale dipendente Banco di Sicilia – Gruppo Capitalia<br />
Ex dipendente Banco di Sicilia<br />
Il rapporto con le aziende sul territorio è molto cambiato negli ultimi tempi. Oggi l’unico obiettivo<br />
è il business, il profitto.<br />
Sono direttore di filiale da diversi anni, ho sperimentato in prima persona il cambiamento: prima<br />
il B.d.S., oltre a guardare <strong>all</strong>’interesse <strong>del</strong>la banca, aveva un rapporto privilegiato con le aziende<br />
siciliane che, come sappiamo, operano in un territorio economicamente debole. Ora i canoni<br />
sono cambiati, il gruppo Capitalia – che opera in ambito nazionale e si relaziona con contesti<br />
territoriali totalmente diversi e spesso più forti – ha imposto parametri di erogazione <strong>del</strong><br />
credito che favoriscono le aziende più solide e formalmente regolari, trascurando<br />
le imprese che avrebbero bisogno di essere maggiormente assistite. La concezione<br />
quasi filantropica <strong>del</strong> credito <strong>del</strong> Banco aveva certamente i suoi limiti, perché sostenere un’azienda<br />
in difficoltà poteva creare, a volte, i presupposti per un contenzioso. D’altra parte, oggi<br />
si rischia di penalizzare le aziende emergenti, di escludere gli imprenditori giovani, fragili patrimonialmente<br />
ma pieni d’entusiasmo e voglia di fare, che opportunamente supportati potrebbero<br />
esprimere grosse potenzialità.<br />
La personalizzazione <strong>del</strong> rapporto con le aziende, il coinvolgimento, che prima era possibile oggi<br />
è ostacolato da rigidi parametri imposti d<strong>all</strong>’alto. Tutto ciò lascia meno spazio ad una visione<br />
discrezionale <strong>del</strong> funzionario. È frustrante dire no a imprese sane che, secondo la mia<br />
esperienza, al di là <strong>del</strong>le difficoltà contingenti, potrebbero essere salvate.<br />
La mancanza di attenzione <strong>all</strong>e specificità territoriali nell’erogazione <strong>del</strong> credito è, dunque, solo<br />
in parte compensata da un numero maggiore di servizi che un grande gruppo come Capitalia<br />
può offrire.<br />
Francesco, 46 anni, sede di lavoro Lecce<br />
attuale dipendente Monte Paschi Siena<br />
Ex dipendente Credito Popolare Salentino, Banca <strong>del</strong> Salento, Banca 121.<br />
Da quando siamo diventati MPS siamo in generale più attenti <strong>all</strong>e esigenze <strong>del</strong>le piccole<br />
e medie imprese, in Banca 121 si faceva soprattutto raccolta, la cosiddetta finanza innovativa.<br />
Ancor prima quando eravamo Credito Salentino si facevano un maggior numero di piccoli prestiti<br />
a piccoli imprenditori e ditte individuali, adesso a questo tipo di operatori economici quando<br />
hanno bisogno di un finanziamento diamo carte di credito rotative così si gestiscono da soli.<br />
Il Monte è molto attento al territorio, ci sono mutui a tassi agevolati e prodotti ad hoc per la<br />
Puglia. È diventato tutto più formale nella concessione di credito, si seguono procedure standardizzate,<br />
si analizza la situazione e si <strong>cerca</strong> di trovare la risposta giusta <strong>all</strong>e esigenze<br />
<strong>del</strong> cliente.<br />
Le autonomie <strong>del</strong> capoarea sono molto ampie,quindi le <strong>risposte</strong> si hanno in tempi brevi,anche quando<br />
la richiesta viene inoltrata <strong>all</strong>’organo centrale le <strong>risposte</strong> si hanno al massimo in 7-10 giorni.Dopo<br />
quello che è successo negli anni passati, adesso il rapporto con la clientela e con il territorio sta<br />
migliorando di giorno in giorno, i clienti stanno riacquistando quella fiducia che avevano perso.<br />
Manuela, 43 anni, Liquidatrice Danni<br />
Attuale dipendente Gruppo Generali<br />
Ex dipendente Assitalia<br />
Mi occupo dei danneggiati, quindi non ho rapporto con aziende. Nella relazione con la clientela<br />
non è cambiato nulla, ma la chiusura di molti ispettorati che si trovavano in periferia mi ha<br />
costretto a cambiare sede di lavoro creandomi qualche difficoltà negli spostamenti e in generale<br />
nella mia qualità <strong>del</strong>la vita. Ho tre figli e per seguire meglio la mia famiglia sono stata obbligata<br />
a prendere il part time.<br />
Come responsabile dei sinistri l’organizzazione <strong>del</strong> lavoro è cambiata. C’è una tendenza ad eliminare<br />
sempre di più la figura <strong>del</strong>l’amministrativo e quindi ad attribuire a noi compiti che prima<br />
venivano svolti da altri ruoli. Ora devo gestire una pratica d<strong>all</strong>a a <strong>all</strong>a zeta, il lavoro è più standardizzato<br />
ma anche più razionale. Il carico di lavoro è notevolmente aumentato, ma<br />
c’è più autonomia nella gestione <strong>del</strong>le pratiche, non devo aspettare che il fascicolo mi<br />
arrivi da un collega, posso organizzarmi il lavoro nei tempi e nei modi che decido io.<br />
Il nostro settore è meno centrale rispetto a prima e questo perché l’azienda non punta più sulle<br />
polizze rc auto ma su altri servizi e prodotti più remunerativi e meno rischiosi. Le polizze vita<br />
e i prodotti finanziari <strong>del</strong>le Generali sono diventati il core business <strong>del</strong>la compagnia. Il lavoro<br />
non è però diminuito per noi, perché ci dobbiamo occupare contemporaneamente dei sinistri<br />
di Assitalia, di Fata, di Generali e di Unias.<br />
Con Assitalia il rapporto con la direzione era più diretto, oggi siamo sempre di più<br />
un numero, una matricola.<br />
Lavoro Bancario e Assicurativo - ottobre/novembre 2005<br />
14<br />
In Puglia, come in altre regioni meridionali,<br />
abbiamo subito molto gli<br />
esiti di questo processo, attualmente<br />
ci sono solo quattro banche autonome<br />
e diverse banche di credito<br />
cooperativo. Ad esse, e solo ad esse,<br />
purtroppo, è demandato il compito<br />
di un’attenzione particolare al<br />
territorio, attraverso un rapporto diretto<br />
con i piccoli imprenditori e le<br />
piccole aziende, che sono le maglie<br />
di cui si compone il tessuto economico<br />
<strong>del</strong>la nostra regione.<br />
È necessario che le banche abbiano<br />
la stessa capacità di agire e la stessa<br />
velocità di esecuzione che sono riuscite<br />
a realizzare al Nord, ma tutto<br />
ciò non basta: è necessario anche<br />
creare un ambiente idoneo a favorire<br />
uno sviluppo generalizzato <strong>del</strong>le<br />
imprese.<br />
Questo è compito <strong>del</strong>la politica: solo<br />
così si potranno affermare effettive<br />
opportunità di sviluppo nella nostra<br />
economia.<br />
Un forte legame con il territorio,<br />
una politica attenta <strong>all</strong>e sue istanze,<br />
indipendentemente d<strong>all</strong>a <strong>all</strong>ocazione<br />
dei centri decisionali, potrebbe<br />
favorire quello sviluppo; in questo<br />
modo ci sarebbe un interesse forte<br />
e diretto <strong>del</strong>le banche <strong>all</strong>a crescita<br />
economica; in questa dimensione<br />
diventa possibile e compatibile sostenere<br />
le imprese anche a fronte di<br />
margini di redditività più bassi rispetto<br />
a quelli di tutto il sistema.<br />
Tutto ciò però richiede una politica<br />
finalizzata <strong>all</strong>a valorizzazione di<br />
quanto resta <strong>del</strong> sistema creditizio<br />
meridionale, oltre che di sostegno<br />
<strong>all</strong>a creazione di nuove aziende<br />
aventi sede legale in questa macroarea.<br />
Il tema <strong>del</strong>la Responsabilità Sociale<br />
d’Impresa, se davvero condiviso<br />
d<strong>all</strong>e banche, la costituzione degli<br />
osservatori sul credito, che stiamo<br />
qui in Puglia vivacemente sollecitando,<br />
osservatori orientati a monitorare<br />
il rapporto <strong>del</strong>l’economia<br />
meridionale con il sistema bancario,
se valorizzati e correttamente utilizzati,<br />
potrebbero rappresentare i primi<br />
passi verso un reale sviluppo endogeno<br />
<strong>del</strong>l’economia pugliese.<br />
Pasquale De Rosa<br />
Segretario Generale <strong>Fiba</strong> Puglia<br />
Abruzzo: al via<br />
l’Osservatorio regionale<br />
sul credito<br />
L’idea di un qualche strumento che<br />
monitorasse il radicamento territoriale<br />
<strong>del</strong>l’ormai <strong>del</strong>ocalizzato sistema<br />
creditizio meridionale, circolava<br />
nell’aria fin da quando si preparavano<br />
i convegni nelle regioni <strong>del</strong>l’area<br />
sud-isole nel 2002. L’Abruzzo puntò<br />
su due elementi fino a quel momento<br />
non trattati: l’osservatorio regionale<br />
sul sistema creditizio e l’azionariato<br />
diffuso. Alla fine <strong>del</strong> 2005<br />
incassiamo entrambi i prestigiosi risultati:<br />
l’istituzione <strong>del</strong>l’Osservatorio<br />
Regionale sul Credito è ufficialmente<br />
nel programma <strong>del</strong> Governo Regionale<br />
e banca Tercas, la più grande<br />
<strong>del</strong>le banche <strong>del</strong>la regione tuttora<br />
indipendente, è stata autorizzata<br />
da Consob <strong>all</strong>a collocazione di una<br />
Opv <strong>del</strong>la propria Fondazione bancaria<br />
pari al 15% <strong>del</strong> patrimonio da<br />
destinare <strong>all</strong>’azionariato popolare<br />
diffuso ed un’ulteriore quota fino al<br />
5% da riservare al personale <strong>del</strong>l’Istituto.<br />
Nei prossimi giorni inizieranno<br />
FOCUS<br />
le trattative a livello<br />
aziendale per<br />
quanto riguarda<br />
l’azionariato, mentre<br />
siamo in attesa<br />
di un’imminente<br />
convocazione da<br />
parte <strong>del</strong> Governatore<br />
Del Turco<br />
per aprire il tavolo<br />
concertativo sull’Osservatorio.<br />
La nostra proposta,<br />
ormai pienamente<br />
condivisa d<strong>all</strong>e altre organizzazioni<br />
e portata avanti unitamente<br />
da Cgil Cisl Uil con le rispettive federazioni<br />
di categoria, ha un duplice<br />
scopo: coinvolgere il sistema<br />
bancario nello sviluppo regionale<br />
attraverso un percorso di programmazione<br />
negoziata insieme <strong>all</strong>e forze<br />
imprenditoriali e sindacali, avere<br />
un monitoraggio <strong>del</strong>la situazione<br />
economica regionale attraverso un<br />
data base condiviso su cui affluiscono<br />
dati forniti d<strong>all</strong>e aziende aderenti<br />
(raccolta/impieghi su base territoriale,<br />
politiche dei prezzi, politiche<br />
<strong>del</strong>le risorse umane, mo<strong>del</strong>li<br />
organizzativi,….) o da altri rilevatori<br />
convenzionati (qualità <strong>del</strong> servizio,<br />
reputazione sociale <strong>del</strong>l’azienda,…).<br />
Poiché nessuno fa nulla a costo zero,<br />
bisognava inventarsi un qualche<br />
incentivo per spingere le banche<br />
ad aderire: ecco perché la necessità<br />
di un percorsoconcertativo<br />
tra banche,<br />
sindacato e Governo<br />
regionale.<br />
Infatti l’intervento<br />
<strong>del</strong>le istituzioni<br />
nel tavolo triangolare<br />
consente<br />
di aggiungere<br />
quel qualcosa in<br />
più: l’Osservatorio<br />
verrebbe istituito<br />
con Legge<br />
15<br />
Regionale, <strong>all</strong>e banche aderenti, in<br />
cambio di una dichiarazione rilasciata<br />
congiuntamente di non realizzare<br />
in nessun caso accordi di<br />
cartello, la Regione attribuirebbe<br />
punteggi preferenziali per l’aggiudicazione<br />
di servizi di tesoreria degli<br />
enti locali, consorzi, parchi,<br />
patti territoriali, piani integrati con<br />
le regioni croate, bosniache,albanesi<br />
e greche, con il sostegno Ue<br />
ed ogni forma di sviluppo programmato<br />
con interventi pubblicoprivato.<br />
L’obiettivo <strong>del</strong>l’Osservatorio non è<br />
certamente quello di soffocare il libero<br />
mercato creando qualsivoglia<br />
protezionismo, ma siamo fortemente<br />
convinti che un sistema bancario<br />
regionale non sia composto soltanto<br />
d<strong>all</strong>e banche locali, al sud sempre<br />
meno e sempre meno indipendenti,<br />
ma di questo sistema fanno<br />
parte a pieno titolo tutte quelle<br />
banche extraregionali che sono<br />
giunte nel nostro territorio per far<br />
banca calandosi talmente bene nella<br />
realtà regionale da scegliere di<br />
istituirvi un’area con ampi poteri<br />
che certamente non creerà <strong>del</strong>ocalizzazione<br />
e calo occupazionale.<br />
Come sindacato regionale di categoria<br />
abbiamo contattato tutte le<br />
potenziali banche interessate che<br />
hanno aderito con entusiasmo <strong>all</strong>a<br />
nostra proposta, ora la p<strong>all</strong>a è passata<br />
<strong>all</strong>a Regione Abruzzo che dovrà<br />
aprire le danze.<br />
Lavoro Bancario e Assicurativo - ottobre/novembre 2005
Una brevissima riflessione conclusiva<br />
si impone: la <strong>Fiba</strong> ha celebrato il<br />
proprio congresso nazionale nella<br />
nostra regione sul tema <strong>del</strong>la responsabilità<br />
sociale d’impresa, riaffermandone<br />
le ragioni e la validità di<br />
una sfida dei tempi raccolta insieme<br />
ad ABI ed <strong>all</strong>e OO. SS. <strong>del</strong> primo tavolo<br />
nel protocollo e nel rinnovo<br />
contrattuale, l’Osservatorio forse sarà<br />
poca cosa ma vuole indirizzare il<br />
sistema bancario, in un’epoca di<br />
mercato globale, a soffermarsi sulle<br />
esigenze di un territorio e sulla possibilità<br />
che l’impresa bancaria possa<br />
non solo trarre profitto ma contribuire<br />
<strong>all</strong>o sviluppo di un’economia<br />
e di una comunità regionale.<br />
Beniamino De Nigris Urbani<br />
Segretario Generale <strong>Fiba</strong> Abruzzo<br />
Friuli-Venezia Giulia:<br />
il deserto non è solo al sud…<br />
Negli ultimi anni il sistema bancario<br />
<strong>del</strong> Friuli Venezia Giulia ha subito<br />
(come d’altronde in tutta Italia) un<br />
profondo processo di ristrutturazione<br />
che ne ha radicalmente modificato<br />
la morfologia.<br />
FOCUS<br />
La presenza <strong>del</strong>le banche locali<br />
(banche cioè con sede amministrativa<br />
in regione) si è notevolmente<br />
ridimensionata. Esse sono scese<br />
d<strong>all</strong>e 48 <strong>del</strong> 1990 <strong>all</strong>e 25 attuali.<br />
Tale dato è riconducibile sostanzialmente<br />
a 2 fenomeni: da un lato il<br />
processo di accorpamento che ha<br />
interessato il settore <strong>del</strong>le Banche di<br />
Credito Cooperativo e d<strong>all</strong>’altro, le<br />
molteplici operazioni di acquisizione<br />
operate da altre banche che hanno<br />
ridisegnato l’assetto proprietario<br />
<strong>del</strong> credito regionale.<br />
In realtà molti di questi istituti godono<br />
di una autonomia fittizia, oltre il<br />
80 % degli sportelli <strong>del</strong>le cosiddette<br />
banche locali appartengono ai<br />
Gruppi nazionali.<br />
A livello regionale, in sintesi, fatte<br />
salve alcune eccezioni quali Banca<br />
Generali, Banca di Cividale e Nord<br />
Est Banca (che peraltro sia come<br />
sportelli che numero di dipendenti<br />
sono realtà abbastanza residuali) le<br />
uniche aziende compiutamente regionali<br />
sono le Banche di Credito<br />
Cooperativo,il cui sistema è costituito<br />
in Regione da 16 istituti con<br />
180 sportelli che rappresentano il<br />
19% <strong>del</strong>l’intera rete <strong>del</strong>le dipendenze<br />
bancarie. Al sistema bancario re-<br />
Lavoro Bancario e Assicurativo - ottobre/novembre 2005<br />
16<br />
gionale per completezza d’informazione<br />
e visione d’insieme vanno aggiunte<br />
una serie di finanziarie regionali.<br />
C’è da dire però a riguardo che queste<br />
società essendo di proprietà <strong>del</strong>la<br />
Regione, con frequenti partecipazioni<br />
di aziende di credito nazionali,<br />
sottostanno ad una logica di spartizione<br />
politica con tutte le conseguenti<br />
inefficienze che ne derivano,<br />
dando così agli imprenditori una<br />
cooperazione di gran lunga inferiore<br />
al potenziale effettivo.<br />
Dai succinti dati esplicitati crediamo<br />
si evinca con sufficiente chiarezza<br />
che, nonostante <strong>all</strong>’apparenza il sistema<br />
bancario friulano sia efficiente<br />
e produttivo, in realtà, tranne che<br />
nel sistema Banche di Credito Cooperativo,<br />
esso è assolutamente<br />
inesistente.<br />
Si sono fatti, nel corso degli anni, alcuni<br />
tentativi per creare compiutamente<br />
una banca od un polo finanziario<br />
regionale, ma purtroppo, il<br />
localismo esasperato, gli interessi di<br />
bassa bottega, non hanno consentito<br />
fino ad oggi di portare a termine<br />
un disegno complessivo.<br />
Una politica troppo a lungo miope<br />
e distruttiva, interessata unicamente<br />
al realizzo, nel corso degli<br />
ultimi 15 anni ha quasi totalmente<br />
depauperato il Friuli Venezia Giulia<br />
<strong>del</strong> proprio sistema bancario,<br />
lasciandola in balia dei gruppi nazionali,<br />
con l’amara conseguenza<br />
di far perdere identità culturale ad<br />
una Regione che rientra ancora tra<br />
le aree europee più avanzate per<br />
benessere economico; obiettivo<br />
ottenuto con la perseveranza di<br />
tutti, la volontà ferrea di miglioramento,<br />
le capacità imprenditoriali<br />
ma certamente tradito da un sistema<br />
finanziario regionale non <strong>all</strong>’altezza<br />
<strong>del</strong>le aspettative dei suoi<br />
abitanti.<br />
Lorenzo Cilento<br />
Segretario generale <strong>Fiba</strong> Friuli V.G.
Assicurazioni:<br />
è fuga dal territorio<br />
di Nicola Scotti<br />
Si assiste oggi ad un riposizionamento <strong>del</strong>le agenzie<br />
attraverso gli accorpamenti o la soppressione,<br />
senza comprenderne il disegno strategico<br />
La crisi <strong>del</strong>l’economia, la concorrenza globale ha<br />
imposto <strong>all</strong>e aziende un nuovo mo<strong>del</strong>lo organizzativo,<br />
ma spesso anche nel settore credito e assicurativo<br />
abbiamo assistito esclusivamente a riassetti e riorganizzazioni<br />
che mirano esclusivamente <strong>all</strong>a riduzione<br />
dei costi e quasi mai <strong>all</strong>o sviluppo dei prodotti e <strong>all</strong>a<br />
qualità <strong>del</strong> servizio. Il mo<strong>del</strong>lo di sviluppo che emerge,<br />
tuttavia, prevede che gran parte <strong>del</strong>la riduzione dei costi<br />
avvenga a danno dei livelli occupazionali: il numero degli<br />
addetti è in costante decremento, non giustificato d<strong>all</strong>e<br />
esigenze di fusioni, integrazioni, ristrutturazioni.<br />
Le aziende rinunciano <strong>all</strong>a: ri<strong>cerca</strong> e formazione di personale<br />
tecnicamente preparato e motivato; efficienza<br />
nei servizi ai clienti; attenzione ai costi con una dirigenza<br />
autorevole; applicazione di misure tecniche nelle zone<br />
negative e a rischio; efficienza nella gestione amministrativa,<br />
finanziaria e di controllo. Va affrontata con<br />
determinazione la questione <strong>del</strong>la centralità <strong>del</strong>le agenzie<br />
e il tipo di collaborazione al fine di garantire servizio<br />
<strong>all</strong>’utenza, visibilità industriale e stabilità di lavoro dei<br />
dipendenti. Dopo uno sviluppo consistente <strong>del</strong>le agenzie<br />
negli anni passati, si assiste oggi ad un riposizionamento<br />
di queste attraverso gli accorpamenti o la soppressione,<br />
senza comprenderne il disegno strategico.<br />
La liberalizzazione r.c.a. ha posto <strong>all</strong>’attenzione generale<br />
la questione relativa al costo <strong>del</strong>le polizze.<br />
Le imprese per prime hanno mancato al compito di gestire<br />
questo settore con l’impegno richiesto e hanno<br />
preferito appaltare i sinistri a carrozzieri, società e professionisti<br />
più attenti <strong>all</strong>a quantità <strong>del</strong>le pratiche da evadere<br />
che <strong>all</strong>a qualità ed equità <strong>del</strong>le liquidazioni.<br />
FOCUS<br />
DESERTIFICAZIONE FINANZIARIA<br />
Lavoro Bancario e Assicurativo - ottobre/novembre 2005<br />
17<br />
L’Ania in questi anni uniformandosi <strong>all</strong>a posizione di<br />
Confindustria e dei governanti, ha rinunciato <strong>all</strong>a concertazione<br />
preferendo lo scontro al confronto costruttivo<br />
sulle scelte di riorganizzazione aziendali.<br />
Il meridione ha vissuto in questi ultimi anni un continuo<br />
ridimensionamento degli addetti nei nostri settori, con il<br />
trasferimento al nord dei centri decisionali.<br />
Per quanto attiene il settore assicurativo l’attività, per le<br />
caratteristiche che la connotano da sempre, subisce tutta<br />
una serie di atti di natura fraudolenta, posta in essere d<strong>all</strong>a<br />
malavita organizzata o da professionisti <strong>del</strong>l’illecito, oltre<br />
che da singoli cittadini “al disopra di ogni sospetto”.<br />
Premesso ciò non si giustifica che nel sud tutto il ridimensionamento<br />
avvenga nelle strutture di servizio e di<br />
liquidazione dei danni in modo spropositato con la necessità<br />
di erogare un efficiente servizio agli utenti.<br />
La mancanza di idee sulle misure tecniche e di autorevolezza<br />
dei vertici aziendali si concretizzano con la fuga<br />
dal territorio ed il trasferimento al nord di tali attività.<br />
La ri<strong>cerca</strong> di assetti organizzativi più congrui deve prescindere<br />
dal considerare le province <strong>del</strong> sud esclusivamente<br />
come terra di conquista e di raccolta di danaro e<br />
gli assicurati percettori di nessun diritto.<br />
Oggi i temi <strong>del</strong>lo sviluppo sostenibile e socialmente<br />
compatibile debbono rappresentare un nuovo patto di<br />
civiltà: terreno di intervento locale e nazionale <strong>del</strong> sindacato<br />
al quale i settori bancari e assicurativi non possono<br />
nè debbono sottrarsi nel dare il proprio contributo.<br />
Il dibattito aperto sulla finanziaria e le prossime elezioni<br />
politiche ci offrono opportunità significative rispetto ai<br />
bisogni <strong>del</strong> settore e dei cittadini sui temi <strong>del</strong>lo sviluppo.
Campi scuola Cisl,<br />
occasione<br />
di confronto<br />
e dialogo<br />
A Brtinoro, sulle colline sopra<br />
Forlì, per il quinto anno consecutivo,<br />
il 14 e il 15 ottobre si è svolto<br />
un appuntamento di studio e<br />
confronto che annualmente riunisce<br />
i maggiori rappresentanti<br />
di importanti associazioni <strong>del</strong>la<br />
società civile, di associazioni di<br />
categoria, sindacali, <strong>del</strong>le istituzioni<br />
e <strong>del</strong>le imprese. A<br />
con-<br />
fronto,<br />
sul tema <strong>del</strong>l’economia<br />
civile, <strong>del</strong>la rappresentanza per il<br />
“Terzo Settore”, presenza importante<br />
in Italia, più che in ogni altro<br />
paese <strong>del</strong>l’Unione Europea,<br />
docenti di spessore internazionale<br />
di molte università italiane.<br />
Stefano Zamagni, docente di economia<br />
politica <strong>all</strong>’Università di<br />
Bologna e <strong>all</strong>a Bocconi di Milano,<br />
raccoglie le volontà, espresse dal<br />
mondo <strong>del</strong>l’economia civile e sociale,<br />
di sviluppare una propria<br />
autonomia e libertà d’azione, non<br />
condizionata d<strong>all</strong>a politica o d<strong>all</strong>’economia<br />
liberista.Volontà che<br />
diventano proposte di una rappresentanza<br />
istituzionale.<br />
Anche il sindacato, proprio perché<br />
corpo intermedio <strong>del</strong>la società,<br />
si interroga continuamente<br />
nel ridefinire i propri comportamenti,<br />
i propri modi di essere e<br />
di stare nella società.Attraverso<br />
il sindacato milioni di lavoratrici<br />
e lavoratori, hanno trovato citta-<br />
SOCIETÀ CIVILE<br />
a cura di Maurizio Locatelli e Paola Vinciguerra<br />
dinanza sociale. Nella Cisl abbiamo<br />
imparato che solo attraverso<br />
la relazione solidale gli individui<br />
si personalizzano e assumono<br />
una soggettività politica che li<br />
rende pienamente cittadini. Non<br />
più rappresentante esclusivo <strong>del</strong>le<br />
debolezze sociali, scriveva un anno<br />
fa in un articolo sul “Il Sole 24<br />
Ore” Savino Pezzotta, il sindacato,<br />
in un’idea di società plurale, deve<br />
mantenere viva una dialettica tra il<br />
sociale e il politico che fa crescere<br />
la democrazia.<br />
La Cisl ha il<br />
compito di lavorare<br />
per un’economia plurale, dove<br />
a fianco di quella privata capitalista<br />
possa starci quella cooperativa,<br />
quella <strong>del</strong>la solidarietà, <strong>del</strong>la<br />
socialità e <strong>del</strong> non profit. Il sindacato<br />
nasce e agisce nei luoghi di<br />
lavoro, ma è soggetto indispensabile<br />
anche dentro la società, è<br />
essenziale la sua<br />
azione nella società<br />
civile.Tanto più oggi,<br />
in una società<br />
ben più complessa,<br />
il ruolo “pedagogico”,<br />
culturale non<br />
può essere abbandonato.<br />
I campi scuola,<br />
che in estate coinvolgono<br />
centinaia e<br />
centinaia di donne, di uomini, studenti,<br />
giovani lavoratori, sindacalisti<br />
e famiglie intere, rappresentano<br />
per la Cisl un’occasione di po-<br />
Lavoro Bancario e Assicurativo - ottobre/novembre 2005<br />
18<br />
Tra le sponde <strong>del</strong> Mediterraneo<br />
Djerba.Tunisia. 220 partecipanti, 350 compresi i formatori, i bambini e gli<br />
adolescenti, le famiglie. Come tema la “<strong>del</strong>ocalizzazione” e l’incontro con<br />
il sindacato tunisino, l’Ugtt, i cui dirigenti in passato hanno subito lunghi<br />
anni di prigionia. Oltre una decina gli amici <strong>del</strong>la <strong>Fiba</strong> Cisl, bancari e assicurativi,<br />
alcuni con le famiglie, provenienti dal Veneto, d<strong>all</strong>’Emilia Romagna,<br />
d<strong>all</strong>a Lombardia, tra cui l’autore di queste righe. Così a <strong>Sud</strong> la Cisl non era<br />
mai arrivata con la formazione. Nell’affrontare il tema <strong>del</strong> lavoro nell’era<br />
<strong>del</strong>la globalizzazione, Giuseppe Iuliano, <strong>del</strong> dipartimento Internazionale<br />
<strong>del</strong>la Cisl, ha ribadito la necessità di un patto forte tra la società civile organizzata,<br />
le associazioni, le organizzazioni non governative, il sindacato.<br />
Solo la cooperazione, la ri<strong>cerca</strong> continua <strong>del</strong> dialogo sociale, e un unico<br />
sindacato mondiale possono fare da contraltare <strong>all</strong>a prepotenza dei più<br />
forti. C’è bisogno nelle società, sia nazionali che nella più ampia società<br />
globale, di luoghi di confronto multilaterali, di confronto tra persone, tra<br />
associazioni, tra identità singole e organizzate. Se le identità non si incontrano,<br />
se non si permette loro di dialogare, il rischio forte è che diventino<br />
identità assassine, ci ha ricordato Franco Chittolina, esperto di questioni<br />
europee e internazionali. Coesione, solidarietà, <strong>all</strong>argamento a tutte le<br />
culture che rispettano i diritti, solo così la mondializzazione sarà governata.Solo<br />
così potremo “quadrare il cerchio”, in una società in cui i confini<br />
futuri saranno le culture.<br />
litica culturale, di confronto e dialogo<br />
con la società, su temi di ampio<br />
respiro. Ogni anno sono organizzati<br />
in tutta Italia, e non solo.<br />
Riportiamo, tra i tanti campi<br />
scuola di quest’estate, quattro<br />
esperienze particolari che hanno<br />
contribuito a rafforzare la vocazione<br />
universale <strong>del</strong> sindacato al<br />
dialogo, <strong>all</strong>’incontro fra culture,<br />
come base per una società pacifica,<br />
una società multietnica, in cui<br />
ciascuno rimane sé stesso, con la<br />
propria identità, ma partecipa <strong>all</strong>a<br />
costruzione <strong>del</strong>la casa comune.<br />
Quattro esperienze raccontate<br />
dai protagonisti, donne e uomini<br />
<strong>del</strong>la <strong>Fiba</strong> Cisl. Storie di immagini,<br />
sensazioni, luoghi, volti e relazioni.<br />
Relazioni vere che fanno crescere.<br />
E che tengono aperta la<br />
porta sul mondo.
Lo sconosciuto è solo<br />
un amico che ancora<br />
non conosciamo<br />
Bosnia: volontari, studenti, lavoratori, <strong>del</strong>egati<br />
sindacali. Un gruppo numeroso ed entusiasta<br />
per un campo organizzato d<strong>all</strong>a Cisl e da Macondo,<br />
associazione per l’incontro tra i popoli.<br />
La condivisione con un medesimo gruppo di<br />
ragazzi bosniaci.Andrea, <strong>del</strong>la <strong>Fiba</strong> di Bergamo,<br />
giovane <strong>del</strong>egato <strong>del</strong>la Banca Popolare di<br />
Bergamo - Credito Varesino, è <strong>all</strong>a prima esperienza.<br />
Una possibilità unica, mi racconta Andrea,<br />
per ritrovarsi e sensibilizzarsi senza ricorrere<br />
<strong>all</strong>’ormai usuale turismo responsabile<br />
che sta diventando la nuova frontiera di un<br />
consumismo che di frontiere non ne vuole<br />
più. La musica è stata elemento di unione e di<br />
coesione, capace di abbattere ogni barriera,<br />
culturale, politica o geografica.“Sono partito<br />
con dubbi e pensavo di tornare con <strong>del</strong>le <strong>risposte</strong>.Tali<br />
<strong>risposte</strong> non sono arrivate, anzi…<br />
sono tornato con più dubbi. Cercavo <strong>risposte</strong>,<br />
trovavo domande”, mi confida. Un insuccesso<br />
apparente, che successive riflessioni gli hanno<br />
permesso di cogliere come il vero successo.<br />
La logica <strong>del</strong>le frontiere, <strong>del</strong>la paura <strong>del</strong>lo sconosciuto<br />
<strong>cerca</strong> di rinchiuderci, ma se non fermiamo<br />
la nostra coscienza, ci rendiamo conto<br />
che uno sconosciuto è solo un amico che ancora<br />
non conosciamo, e il campo scuola è stata<br />
l’occasione per confermare questa tesi. Dopo<br />
averlo vissuto in prima persona,Andrea è<br />
tornato convinto di trasferire nella quotidianità,<br />
nella società, nel luogo di lavoro, la forte<br />
idea che l’eterogeneità costituisce un grande<br />
elemento di ricchezza.<br />
SOCIETÀ CIVILE<br />
Lavoro Bancario e Assicurativo - ottobre/novembre 2005<br />
19<br />
Il lavoro visto da studenti<br />
e giovani lavoratori<br />
Markelfingen. Regione <strong>del</strong> Baden-Württemberg, affacciata<br />
sul lago di Costanza, in Germania.Tre giovani <strong>del</strong>la Cisl di<br />
Milano, tra cui Manuela <strong>del</strong>la <strong>Fiba</strong>, rappresentante sindacale<br />
<strong>del</strong>la Banca Popolare Commercio Industria, hanno partecipato<br />
ad un campeggio che la Jugend Dgb, i giovani <strong>del</strong> sindacato<br />
tedesco, organizza annualmente, da giugno a settembre.<br />
Uno spazio aperto soprattutto a studenti per trascorrere<br />
vacanze alternative, studenti che la Dgb incontra<br />
durante l’anno, promuovendone la partecipazione in oltre<br />
cinquecento istituti scolastici. Un migliaio di giovani in totale,<br />
a cui, in agosto, mese dedicato ai rapporti internazionali,<br />
si aggiungono <strong>del</strong>egazioni europee, d<strong>all</strong>’Est <strong>all</strong>’Ovest. Manuela<br />
ci racconta la sua esperienza di confronto, dibattiti e<br />
approfondimenti in lavori di gruppo, con tedeschi, spagnoli<br />
e rumeni. Un’Europa unita, ma mercati <strong>del</strong> lavoro profondamente<br />
diversi. La Spagna con contratti molto diversificati<br />
e distinti, ampie differenze tra le retribuzioni, una lotta<br />
sindacale per avere un salario minimo. La realtà <strong>del</strong>la Germania,<br />
contraddistinta d<strong>all</strong>’apprendistato, che si<br />
svolge contemporaneamente <strong>all</strong>’università, permettendo<br />
ai giovani, al termine degli studi, di accedere,<br />
già formati e con una buona esperienza, al mondo<br />
<strong>del</strong> lavoro. E spesso hanno la possibilità di rimanere<br />
nello stesso luogo di lavoro dove hanno svolto<br />
l’apprendistato. La visita ad una <strong>del</strong>le sedi <strong>del</strong>la<br />
Siemens, a Costanza, ha dato loro la possibilità<br />
di verificarlo direttamente con giovani in apprendistato,<br />
occupati presso la multinazionale<br />
tedesca. Un’esperienza intensa, arricchente,<br />
che pone le basi per creare percorsi comuni<br />
per interagire ed incontrarsi periodicamente<br />
oltre i confini nazionali.<br />
Accogliere l’altro diverso da noi.<br />
Zouzoua, il gigante che si commuove<br />
Italia, provincia di Grosseto. Un centinaio di persone, quasi tutte giovani, molte donne, 29 i paesi di provenienza.<br />
Una settimana insieme ai formatori, tra cui anche la curatrice di questa rubrica. Finalità <strong>del</strong> campo<br />
Anolf, Associazione Nazionale Oltre Le Frontiere è studiare e approfondire i temi <strong>del</strong>la globalizzazione,<br />
<strong>del</strong>la cittadinanza sociale, dei diritti universali e sindacali. Ma soprattutto l’obiettivo è farlo insieme, sperimentare<br />
la nostra capacità di accogliere l’altro diverso da noi.Tanti gli studenti universitari, parecchi laureati,<br />
soprattutto tra gli stranieri. Come Bilo, ex professore di latino e storia in Congo, ex operaio di un<br />
calzaturifico marchigiano. Questo è il paradosso <strong>del</strong>la globalizzazione: gli emigrati sono i primi a pagare la<br />
recessione economica. Le aziende in difficoltà chiudono le fabbriche in Italia per aprirle nei paesi a basso<br />
costo, gli stessi paesi dai quali anni prima Ewa,Abdou, Zacaria, Daniel e tanti altri sono fuggiti per una vita<br />
decente altrove.Yodit, splendida senegalese trapiantata a Varese, lo testimonia bene:“La Whirpool ha trasferito<br />
la produzione in Polonia, lasciando a casa me e altri seicento operai”.Almeno in apparenza qui siamo<br />
davanti ad esempi di integrazione riuscita. Zouzoua, metalmeccanico ivoriano, è rappresentante sindacale<br />
a Moncalieri, eletto nella sua fabbrica sia da italiani che da stranieri. Un gigante che incute rispetto,<br />
che si commuove nel momento <strong>del</strong> commiato. Porta con sé un libro pieno di dediche, custodito gelosamente.<br />
Confida che gli servirà a scaldarsi il cuore nei giorni freddi e nebbiosi <strong>del</strong>l’inverno torinese.<br />
Per me sarà difficile, dopo un’esperienza così intensa e speciale, lanciare solo uno sguardo distratto agli<br />
emigrati che incontrerò per la mia strada. Guardando i loro sguardi, mi domanderò cosa fanno, come vivono,<br />
qual è il loro passato. I loro volti mi ricorderanno per sempre gli occhi, le voci, i sorrisi di Asma, Maria<br />
<strong>del</strong> Carmen, Janaka, Cris,Abelillah, la piccola Benedicte….
Diritto a maturare<br />
qualifiche superiori<br />
Segnaliamo <strong>all</strong>’attenzione<br />
dei nostri lettori una interessante<br />
ed innovativa sentenza<br />
<strong>del</strong>la Corte di Cassazione<br />
che amplia le tutele in<br />
talune ipotesi di svolgimento<br />
di mansioni superiori. La<br />
Corte, infatti, ha dato una<br />
interpretazione ampia <strong>del</strong>la<br />
portata <strong>del</strong> diritto a maturare<br />
la qualifica superiore,<br />
estendendolo anche <strong>all</strong>e<br />
ipotesi di assegnazioni reiterate,<br />
non caratterizzate d<strong>all</strong>’elemento<br />
<strong>del</strong>la continuità<br />
temporale, singolarmente<br />
di durata inferiore al termine<br />
contrattuale o legale ma<br />
complessivamente superiore<br />
ad esso nella somma dei<br />
diversi periodi.Tuttavia per<br />
la Corte il diritto non è assoluto<br />
e non opera se la<br />
condotta <strong>del</strong> datore di lavoro<br />
è stata resa necessaria da<br />
effettive e comprovate ragioni<br />
organizzative (cassazione<br />
sezione lavoro n. 18720 <strong>del</strong> 15<br />
settembre 2005).<br />
Il fatto<br />
Un dipendente <strong>del</strong>l’Acea, inquadrato<br />
nel livello retributivo C1<br />
<strong>del</strong> contratto collettivo <strong>del</strong>le<br />
aziende elettriche municipalizzate,<br />
nell’arco di tempo tra il 29<br />
febbraio 1988 e il 27 agosto<br />
1994 è stato adibito <strong>all</strong>e mansioni<br />
superiori di “idraulico provetto<br />
capo turno” di seconda fascia<br />
per nove periodi, inferiori ciascuno<br />
a 90 giorni. Egli ha chiesto al<br />
Pretore di Roma il riconoscimento<br />
<strong>del</strong> suo diritto <strong>all</strong>’inquadramento<br />
nella categoria B1 in<br />
base <strong>all</strong>’art. 2103 cod. civ. secondo<br />
il quale l’assegnazione a mansioni<br />
superiori diviene definitiva<br />
ove sia durata tre mesi. Egli ha<br />
fatto presente che l’azienda aveva<br />
eluso la legge, provvedendo <strong>all</strong>a<br />
copertura <strong>del</strong> posto di capo<br />
turno mediante l’impiego a rotazione<br />
di lavoratori di livello inferiore<br />
per periodi di poco inferiori<br />
a tre mesi. L’azienda si è difesa<br />
eccependo che il ricorso al ripetuto<br />
impiego <strong>del</strong> lavoratore in<br />
mansioni superiori era stato reso<br />
necessario d<strong>all</strong>a lunghezza e laboriosità<br />
<strong>del</strong>le procedure concorsuali<br />
previste dal contratto<br />
collettivo per la copertura <strong>del</strong><br />
posto di capo turno. Il Pretore ha<br />
rigettato la domanda <strong>del</strong> lavoratore,<br />
che invece è stata pienamente<br />
accolta in grado di appello<br />
dal Tribunale di Roma. Il diritto<br />
<strong>del</strong> lavoratore al superiore inquadramento<br />
– ha affermato infatti il<br />
Tribunale – può derivare da distinte<br />
e reiterate assegnazioni<br />
provvisorie caratterizzate da sistematicità<br />
e frequenza, a prescindere<br />
d<strong>all</strong>a prova di un intento<br />
fraudolento <strong>del</strong> datore di lavoro;<br />
il carattere obbligatorio <strong>del</strong>le selezioni<br />
non può giustificare il ricorso<br />
continuo e sistematico <strong>all</strong>e<br />
assegnazioni provvisorie; gli ultimi<br />
due incarichi conferiti al lavoratore<br />
non erano concomitanti<br />
con alcuna procedura di concorso,<br />
anzi l’ultima sua utilizzazione<br />
come capo turno era stata disposta<br />
in vista <strong>del</strong> completamento<br />
<strong>del</strong> processo di gestione telecomandata<br />
che avrebbe comportato<br />
l’abolizione dei turni continui.<br />
L’azienda ha proposto ricorso<br />
per cassazione censurando la<br />
decisione <strong>del</strong> Tribunale di Roma<br />
per difetto di motivazione e violazione<br />
di legge.<br />
La decisione<br />
La Suprema Corte ha rigettato<br />
il ricorso proposto d<strong>all</strong>’Acea<br />
con le motivazioni che riportiamo<br />
di seguito, in estrema sintesi,<br />
operando però un distinguo.<br />
Con riferimento <strong>all</strong>e assegnazioni<br />
disposte durante lo svolgimento<br />
<strong>del</strong>le procedure concorsuali – ha<br />
affermato la Corte – si deve<br />
escludere la maturazione <strong>del</strong> diritto<br />
<strong>all</strong>a qualifica superiore in considerazione<br />
<strong>del</strong> principio per cui, nel<br />
caso di successive applicazioni di<br />
uno o più lavoratori ad un posto di<br />
lavoro che implichi lo svolgimento<br />
di mansioni superiori, ipotesi caratterizzata<br />
dal fatto che ciascuna<br />
applicazione ha durata inferiore al<br />
termine contrattuale o legale pre-<br />
LEGALE<br />
a cura di Luigi Verde<br />
visto per l’acquisizione <strong>del</strong> diritto<br />
<strong>all</strong>a qualifica corrispondente, ma<br />
superiore ad esso se sommate, la<br />
circostanza che tali applicazioni<br />
siano effettuate in concomitanza<br />
con lo svolgimento <strong>del</strong>la procedura<br />
concorsuale – prevista come obbligatoria<br />
d<strong>all</strong>a contrattazione collettiva<br />
– per la copertura di quel posto,<br />
non implica, di per sé, una presunzione<br />
di preordinazione utilitaristica,<br />
salvo prova contraria, e costituisce<br />
anzi una presunzione che<br />
la condotta <strong>del</strong> datore di lavoro sia<br />
determinata da un’esigenza organizzativa<br />
reale, idonea in quanto<br />
tale a mantenere l’effetto interruttivo<br />
<strong>del</strong>la revoca <strong>del</strong>l’assegnazione<br />
<strong>all</strong>e mansioni superiori e ad evitare,<br />
pertanto, che maturi il diritto al<br />
superiore inquadramento. Infatti –<br />
ha precisato la Corte – l’ottemperanza<br />
<strong>all</strong>’obbligo contrattuale di<br />
bandire un concorso costituisce di<br />
per sé una reale esigenza di organizzazione<br />
<strong>del</strong>la produzione, ed<br />
esclude, in assenza di ulteriori elementi<br />
diversificatori <strong>del</strong>la fattispecie,<br />
che il fine <strong>del</strong> comportamento<br />
sia rivolto ad eludere la legge ed a<br />
locupletare la maggiore professionalità<br />
<strong>del</strong> lavoratore incaricato di<br />
svolgere quelle mansioni.<br />
Tale principio, che la sentenza impugnata<br />
ha preso in considerazio-<br />
Lavoro Bancario e Assicurativo - ottobre/novembre 2005<br />
20<br />
ne e dal quale, nella sostanza, non<br />
si è discostata – ha osservato la<br />
Corte – non può però giovare <strong>all</strong>a<br />
ricorrente nel caso concreto<br />
perché esso non è idoneo a legittimare<br />
le ulteriori assegnazioni avvenute<br />
al di là <strong>del</strong>le esigenze <strong>del</strong>le<br />
procedure concorsuali, così come<br />
accertate dal giudice di merito.<br />
In conclusione, così argomentando,<br />
la Corte, vale la<br />
pena ribadirlo, ha stabilito il<br />
principio che, in tutti i casi in<br />
cui le ripetute assegnazioni,<br />
con le caratteristiche sopra<br />
descritte, non siano giustificate<br />
da reali esigenze organizzative,<br />
vadano considerate,<br />
al fine <strong>del</strong>la maturazione<br />
<strong>del</strong> diritto <strong>all</strong>’inquadramento<br />
superiore, cumulativamente.<br />
Vi segnaliamo che il Servizio Legale<br />
Nazionale ha curato l’inserimento,<br />
nell’apposita sezione <strong>del</strong><br />
Portale (www.fiba.it) denominata<br />
“servizio legale”, <strong>del</strong>le principali<br />
leggi in materia di lavoro (raccolta<br />
in via di aggiornamento), di una<br />
rassegna commentata di alcune<br />
significative sentenze <strong>del</strong>la Cassazione<br />
nonché di approfondimenti<br />
su alcune tematiche riguardanti il<br />
rapporto di lavoro.
AL VIA LA STAGIONE DEI RINNOVI<br />
L’impatto dei cambiamenti<br />
<strong>del</strong> sistema bancario<br />
sui CIA<br />
di Andrea Scaglioni<br />
Parte la stagione dei rinnovo dei contratti integrativi<br />
aziendali, nella maggior parte dei casi scaduti<br />
a fine 2003. Le materie stabilite dal contratto<br />
nazionale di lavoro sono premio aziendale, sicurezza,<br />
condizioni igienico sanitarie. A queste si possono aggiungere<br />
intese sugli inquadramenti <strong>del</strong> personale.<br />
Quando gli attuali contratti integrativi furono rinnovati<br />
la situazione dei gruppi bancari e <strong>del</strong>le aziende bancarie<br />
erano generalmente diverse da quelle attuali.<br />
Le grandi riorganizzazioni degli anni precedenti però si<br />
sono in gran parte realizzate. Per quanto ci riguarda evidenziamo<br />
soprattutto due situazioni interessanti: 1) si è<br />
verificata la creazione di strutture di gruppo nate d<strong>all</strong>a<br />
suddivisione <strong>del</strong>le attività per settore di mercato o per<br />
area di business; collateralmente sono state separate le<br />
strutture che creano i prodotti e che svolgono servizi. 2)<br />
La redistribuzione <strong>del</strong>le professionalità <strong>all</strong>’interno dei<br />
gruppi e <strong>del</strong>le reti distributive. Su questo ultimo punto<br />
pesano anche la riduzione <strong>del</strong> numero di lavoratori per<br />
sportello e la suddivisione <strong>del</strong>la rete per tipologia di<br />
clientela (famiglie, aziende, ecc.).<br />
L’impatto dei cambiamenti sull’applicazione <strong>del</strong>le normative<br />
inserite nei Cia è stato notevole; a dimostrazione<br />
di ciò segnaliamo la pluralità di accordi intervenuti tra le<br />
organizzazioni sindacali e le aziende in periodo di valenza<br />
contrattuale.<br />
Ora che è giunto il momento <strong>del</strong> rinnovo dei contratti integrativi<br />
aziendali, vi è la possibilità, ove ne sussistono le<br />
necessità, di <strong>cerca</strong>re un livello di coerenza e di equità che<br />
possa trovare esplicitazione nelle normative aziendali.<br />
I premi aziendali. Oltre ad una oggettiva difficoltà di<br />
poter comparare risultati aziendali in aziende che hanno<br />
modificato il proprio perimetro negli anni (territoria-<br />
INTEGRATIVI<br />
Lavoro Bancario e Assicurativo - ottobre/novembre 2005<br />
21<br />
le o di mercato), esistono rilevanti problemi con l’attuazione<br />
dei principi contabili internazionali. Questi ultimi,<br />
infatti, riscriveranno i principi contabili per la contabilità<br />
aziendale e per la redazione <strong>del</strong> bilancio.<br />
Riguardo <strong>all</strong>’utilizzo di parametri di bilancio per poter<br />
determinare il premio aziendale, i dati in nostro possesso<br />
sul sistema bancario indicano, in generale, un progressivo<br />
incremento <strong>del</strong>l’utile lordo, ed un minor tasso<br />
di crescita <strong>del</strong>la parte tradizionale <strong>del</strong>l’attività bancaria<br />
(interessi e commissioni). La società Prometeia, che<br />
pubblica previsioni sul sistema bancario, ipotizza per il<br />
2005 e 2006 a livello nazionale, interessanti aumenti sia<br />
dei margini di interesse e d’intermediazione ma anche<br />
<strong>del</strong> risultato lordo di gestione e, soprattutto, <strong>del</strong>l’utile<br />
lordo <strong>del</strong>le aziende. (vedi figure 1, 2, 3 andamento dei<br />
dati di bilancio da noi elaborati su dati Abi).<br />
Fig. 1 - MARGINE DI INTERESSE<br />
2001 2002 2003 2004<br />
La ripartizione <strong>all</strong>’interno di gruppi <strong>del</strong>le attività di business<br />
per tipologia di azienda, acuisce il problema di assicurare<br />
equità nella distribuzione dei premi aziendali fra<br />
aziende appartenenti <strong>all</strong>o stesso gruppo. La possibilità di<br />
spostare asset e redditività da un’azienda <strong>all</strong>’altra <strong>all</strong>’interno<br />
<strong>del</strong> gruppo è ancora più forte nel momento in cui ogni<br />
azienda si occupa di un settore definito <strong>del</strong> business di<br />
gruppo. All’interno di un gruppo si potrebbero aumentare<br />
o diminuire le possibilità di fare reddito per una singola<br />
azienda sulla base <strong>del</strong>le previsioni di mercato e quindi<br />
sulle possibilità di sviluppo di quel singolo segmento di
Fig. 2 - RISULTATO LORDO DI GESTIONE<br />
2001 2002 2003 2004<br />
mercato. Ad esempio, il settore più<br />
profittevole con maggiore tasso di<br />
crescita previsto, coincidente con<br />
una determinata azienda, potrebbe<br />
avere più investimenti e maggiore <strong>all</strong>ocazione<br />
di capitale, quindi più redditività.<br />
Quindi un premio maggiore<br />
oppure, maggiori quantità di salario<br />
variabile distribuito d<strong>all</strong>’azienda.<br />
Assicurare un livello di equità dei<br />
premi <strong>all</strong>’interno dei gruppi appare,<br />
in generale, necessario e corrispondente<br />
ai nostri valori.<br />
Sistemi inquadramentali. Le<br />
strutture organizzative modificate<br />
hanno spesso creato nuove figure<br />
professionali abbandonandone altre.<br />
In aggiunta di ciò spesso il contenuto<br />
dei ruoli esistenti si è modificato<br />
nel tempo.<br />
Anche la distribuzione <strong>del</strong> personale<br />
<strong>all</strong>’interno <strong>del</strong>le aziende sta mutando.<br />
Un tempo l’azienda racchiudeva<br />
in sé tutti i ruoli propri di un’azienda<br />
bancaria. Oggi con la creazione<br />
di una struttura per mercato e<br />
per processo suddivisa in aziende<br />
Figura 5<br />
CAPOGRUPPO<br />
BANCA D'INVEST.<br />
E BANKING<br />
TRADING<br />
CREDITO AL CONSUMO<br />
ASSET MAN.<br />
PRIVATE/FINANZA PERS.<br />
SERVIZI DI PAG.TO<br />
MUTUI RES.LI<br />
BANCA COMMERCIALE<br />
e/o divisioni, i ruoli sono ripartiti <strong>all</strong>’interno<br />
<strong>del</strong> gruppo. Ogni azienda<br />
presenta al suo interno le figure<br />
professionali che necessitano <strong>all</strong>o<br />
svolgimento <strong>del</strong>l’attività aziendale.<br />
Nella figura 4 vediamo, a livello nazionale,<br />
elaborando i dati Abi, che il<br />
personale è distribuito in maniera<br />
diversa a secondo <strong>del</strong>la tipologia di<br />
azienda.<br />
Figura 4<br />
Altro<br />
Servizi operativi<br />
Staff<br />
Business Unit<br />
Rete distributiva<br />
0 50 100 150 200 250<br />
DIRIGENTI QD AREE PROFESSIONALI<br />
DISTRIBUZIONE % DEL PERSONALE (CAMPIONE DI<br />
BANCHE, ns. elab. Su dati Abi)<br />
100<br />
90<br />
80<br />
70<br />
60<br />
50<br />
40<br />
30<br />
20<br />
10<br />
0<br />
INTEGRATIVI<br />
Fig. 3 - UTILE PRIMA DELLE IMPOSTE<br />
2001 2002 2003 2004<br />
Banche<br />
commerciali<br />
Servizi di<br />
pagamento<br />
Ciò impica che assicurare i livelli di<br />
equità tra inquadramento e retribuzione<br />
e tra inquadramento, retribuzione<br />
e livello di responsabilità è<br />
oggi molto più complicato. Soprat-<br />
Lavoro Bancario e Assicurativo - ottobre/novembre 2005<br />
22<br />
Asset<br />
Managment<br />
Trading<br />
Figura 6<br />
Banca<br />
d'investimento<br />
ANDAMENTO RAPINE ALLE BANCHE PER QUADRIENNIO E NUMERO SPORTELLI, IN ITALIA,<br />
(ns elab. Su dati Ministero Interno e Bankitalia)<br />
14.000<br />
12.000<br />
10.000<br />
8.000<br />
6.000<br />
4.000<br />
2.000<br />
0<br />
tutto se la partita rimane racchiusa<br />
<strong>all</strong>’interno di ogni singola azienda.<br />
In effetti le aziende, in base ai propri<br />
criteri e “principi”, ridistribuiscono<br />
quote di retribuzione differenziate<br />
per tipologia di business (figura<br />
5, ns. elab. Su dati Abi)<br />
“Spostando” nei nuovi contenitori<br />
(aziende, divisioni) vecchie o nuove<br />
professionalità si modificano le<br />
strutture retributive <strong>del</strong>le aziende.<br />
In più consentendo un certo livello<br />
di autonomia, le aziende capogruppo<br />
hanno moltiplicato le scale retributive<br />
<strong>all</strong>’interno <strong>del</strong> gruppo stesso.<br />
Di fatto stando così le cose, la coerenza<br />
a livello di gruppo, per<br />
quanto ci riguarda e per la normativa<br />
che abbiamo, non è assicurata.<br />
Infine l’effetto numero di dipendenti<br />
per sportello. Oltre al problema annoso<br />
e scottante dei carichi di lavoro,<br />
bisogna inserire anche quello<br />
<strong>del</strong>la sicurezza. I dati nazionali forniti<br />
dal ministero <strong>del</strong>l’Interno appaiono<br />
leggermente confortanti dato che<br />
il trend <strong>del</strong>le rapine è in lenta discesa<br />
(figura 6). Tuttavia questi dati non ci<br />
consentono ulteriori analisi sulla tipologia<br />
di rapina e sul rapporto<br />
sportelli minori, tipologia di sistema<br />
di sicurezza e numero <strong>del</strong>le rapine.<br />
Non bisogna abbassare la guardia, i<br />
sistemi di sicurezza devono aumentare<br />
e certo non essere condizionati<br />
d<strong>all</strong>e sforbiciate sui costi.<br />
1993-1997 1997-2001 2001-2005<br />
RAPINE<br />
ANDAMENTO SPORTELLI 1997=100<br />
140%<br />
120%<br />
100%<br />
80%<br />
60%<br />
40%<br />
20%<br />
0%
CAMBIA IL CONTROLLO SOCIETARIO<br />
La riforma<br />
<strong>del</strong>la<br />
riscossione<br />
tra luci ed ombre<br />
di Alessandro Delfino<br />
Molti rischi e poche opportunità per i lavoratori interessati<br />
Dopo anni di attese, annunci e smentite, il Consiglio<br />
dei ministri <strong>del</strong> 29 settembre scorso, <strong>all</strong>’interno<br />
<strong>del</strong>la Legge Finanziaria per l’anno<br />
2006, ha emanato la riforma <strong>del</strong> settore <strong>del</strong>la riscossione,<br />
conducendo tale attività ad un controllo diretto <strong>del</strong>l’Amministrazione<br />
finanziaria attraverso la costituzione<br />
di una società a partecipazione pubblica la cui maggioranza<br />
è detenuta d<strong>all</strong>’Agenzia <strong>del</strong>le Entrate e d<strong>all</strong>’Inps.<br />
Le caratteristiche di questa epocale riforma erano ormai<br />
note da tempo agli addetti ai lavori, ma finalmente<br />
la lettura integrale <strong>del</strong> provvedimento chiarisce meglio<br />
le intenzioni <strong>del</strong> Governo e permette di focalizzare i rischi<br />
(molti) e le opportunità (poche) per i lavoratori<br />
interessati.<br />
Il meccanismo introdotto per il controllo pubblico,<br />
transitando d<strong>all</strong>’acquisizione <strong>del</strong> pacchetto azionario<br />
di maggioranza <strong>del</strong>le attuali Concessionarie, consente<br />
a far data dal 1° ottobre 2006 di ottenere ampie garanzie<br />
sulla prosecuzione <strong>del</strong> servizio senza ripercussioni<br />
di sorta.<br />
Il ministero, da sempre estremamente severo sull’efficienza<br />
<strong>del</strong> sistema <strong>del</strong>le Concessioni, ipotizza che tale<br />
stravolgimento consentirà un recupero significativo <strong>del</strong>-<br />
ESATTORIALI<br />
Lavoro Bancario e Assicurativo - ottobre/novembre 2005<br />
23<br />
le percentuali di tributi riscossi ed un risparmio considerevole<br />
dei costi che oggi si sostengono per finanziare tale<br />
attività.<br />
Come se fosse sufficiente cambiare il controllo societario,<br />
confidando sulla splendida capacità organizzativa<br />
<strong>del</strong> ministero <strong>del</strong>le Finanze e <strong>del</strong>l’Economia di cui in<br />
questi anni i cittadini hanno avuto fulgidi esempi, ed il<br />
settore <strong>del</strong>la riscossione diventerà miracolosamente efficientato<br />
e il problema <strong>del</strong>l’evasione da riscossione svanirà<br />
come neve al sole.<br />
I grandi burocrati <strong>del</strong> ministero <strong>del</strong>l’Economia che hanno<br />
sostenuto, con una tenacia tanto pervicace da divenire<br />
sospetta, questo tipo di riforma, qualche sospetto<br />
che necessitasse intervenire sulle norme che regolamentano<br />
l’attività di riscossione devono sicuramente<br />
averlo avuto, tanto che insieme al controllo pubblico<br />
hanno deciso di dare qualche piccolo aiutino legislativo<br />
<strong>all</strong>a società che avrà la responsabilità <strong>del</strong>la riscossione.<br />
Infatti Riscossione spa e le società da essa controllate<br />
potranno:<br />
• utilizzare il fermo amministrativo dei beni mobili registrati<br />
anche in assenza di regolamento (che le attuali<br />
Concessioni attendono da quasi 2 anni);
• accedere gratuitamente <strong>all</strong>e banche<br />
dati pubbliche ad esempio il<br />
catasto per le visure necessarie<br />
<strong>all</strong>’iscrizione ipotecaria ed al pignoramento<br />
immobiliare (che<br />
oggi vengono emesse dietro lauto<br />
pagamento);<br />
• procedere al pignoramento <strong>del</strong><br />
quinto <strong>del</strong>lo stipendio direttamente<br />
senza il passaggio in Tribunale<br />
che oggi limita decisamente<br />
il numero <strong>del</strong>le procedure<br />
istruibili;<br />
• avere il riconoscimento forfetario<br />
dei compensi anche per gli<br />
anni 2007 e 2008; quei compensi<br />
che sono stati fino <strong>all</strong>a finanziaria<br />
negati <strong>all</strong>’attuale sistema mettendolo<br />
in crisi ed impedendo<br />
anche il rinnovo <strong>del</strong> Ccnl.<br />
Tutte argomentazioni per le quali i<br />
Concessionari da tempo chiedevano<br />
interventi, che il legislatore si è<br />
guardato bene, fino ad oggi, di promulgare.<br />
Dal punto di vista più strettamente<br />
sindacale occorre dire che nel<br />
provvedimento legislativo si garantisce<br />
la posizione giuridica, economica<br />
e previdenziale per i lavoratori<br />
<strong>del</strong>le concessioni che decidono<br />
di acquisire una partecipazione nella<br />
neonata società pubblica (partecipazione<br />
che decorsi 2 anni può<br />
essere ceduta con diritto di prelazione<br />
da parte di Agenzia <strong>del</strong>le Entrate<br />
ed Inps che controllano la società);<br />
qualche rischio si evince per<br />
i lavoratori <strong>del</strong>le società che non<br />
aderiscono a tale ipotesi (se mai<br />
esisteranno) poiché è prevista una<br />
ESATTORIALI<br />
preventiva “valutazione <strong>del</strong>le esigenze<br />
operative <strong>del</strong>la società” prima<br />
<strong>del</strong> passaggio <strong>all</strong>a stessa Riscossione<br />
s.p.a.<br />
Ma la vera incognita riguarda l’area<br />
contrattuale di riferimento e la normativa<br />
applicabile ai lavoratori dopo<br />
il passaggio <strong>del</strong> controllo azionario<br />
nel primo caso o <strong>all</strong>’assorbimento<br />
degli stessi, nel secondo. Infatti<br />
nessuna menzione, nessun riferimento<br />
è contenuto nel provvedi-<br />
“<br />
La vera incognita riguarda<br />
l’area contrattuale<br />
di riferimento<br />
e la normativa applicabile<br />
ai lavoratori dopo<br />
il passaggio <strong>del</strong> controllo<br />
azionario nel primo caso<br />
o <strong>all</strong>’assorbimento<br />
degli stessi, nel secondo<br />
”<br />
mento, anzi la sensazione che si coglie<br />
è la ferma volontà di risparmiare<br />
sui costi (i risparmi sono quantificati<br />
in 65,160 e 170 mln di euro per<br />
gli anni 2006, 2007 e 2008) puntando<br />
l’attenzione ancora una volta sul<br />
costo <strong>del</strong> personale. Tutto ciò è<br />
confermato d<strong>all</strong>’estensione a 96 mesi<br />
(caso più unico che raro) <strong>del</strong> periodo<br />
di accompagnamento previsto<br />
come prestazione straordinaria<br />
Lavoro Bancario e Assicurativo - ottobre/novembre 2005<br />
24<br />
<strong>del</strong> Fondo Esuberi di settore: come<br />
non pensare in un’attivazione selvaggia<br />
<strong>del</strong>l’ammortizzatore sociale<br />
a decorrere dal momento <strong>del</strong>l’acquisizione<br />
<strong>del</strong> controllo <strong>del</strong>le attuali<br />
società da Riscossione spa? Come<br />
non paventare i rischi di un nuovo<br />
carrozzone pubblico quando si legge<br />
nel decreto che la società si potrà<br />
avvalere di personale <strong>del</strong>l’Agenzia<br />
<strong>del</strong>le Entrate, <strong>del</strong>l’Inps e <strong>del</strong>l’ausilio<br />
addirittura <strong>del</strong>le forze <strong>del</strong>la Guardia<br />
di Finanza? Difficile credere in una<br />
svolta seria nella lotta contro l’evasione<br />
da parte di un Governo che<br />
ha fatto <strong>del</strong>la politica <strong>del</strong> condono<br />
uno dei suoi (peggiori!) caratteri distintivi;<br />
difficile non giudicare severamente<br />
un Governo che negli ultimi<br />
due anni <strong>all</strong>e innumerevoli richieste<br />
di incontro per discutere <strong>del</strong><br />
futuro <strong>del</strong> settore <strong>del</strong>la riscossione,<br />
ha sempre rifiutato ogni confronto<br />
con le organizzazioni sindacali.<br />
Il nostro obbiettivo è comunque sicuramente<br />
chiaro e ben definito:<br />
non possiamo tollerare che sui lavoratori<br />
ricadano le conseguenze di<br />
scelte prese sulle loro sp<strong>all</strong>e e che<br />
possano peggiorare le norme che<br />
regolamentano le loro prestazioni:<br />
area contrattuale e salvaguardia occupazionale<br />
saranno le parole d’ordine<br />
che impegneranno a tutti i livelli<br />
la <strong>Fiba</strong> Cisl, unitamente <strong>all</strong>e altre<br />
organizzazioni <strong>del</strong> settore, per i<br />
prossimi mesi; <strong>cerca</strong>ndo di sfruttare<br />
sia l’opportunità <strong>del</strong>la conversione<br />
<strong>del</strong> decreto per le modifiche che riusciremo<br />
ad apportare al testo sia il<br />
confronto negoziale con vecchie ed<br />
eventualmente nuove controparti.
Erogazioni<br />
liberali – Nuove<br />
opportunità fiscali<br />
Recentemente è stata approvata<br />
una legge particolarmente significativa<br />
per incentivare la convenienza<br />
<strong>del</strong>le erogazioni liberali a<br />
favore <strong>del</strong>le organizzazioni non<br />
lucrative (c.d. terzo settore).<br />
L’Agenzia <strong>del</strong>le Entrate in una recentissima<br />
circolare ha fornito significativi<br />
chiarimenti sui requisiti<br />
soggettivi ed oggettivi previsti per<br />
godere <strong>del</strong>le agevolazioni.<br />
La deducibilità dal reddito<br />
Possono essere dedotte quelle<br />
effettuate in denaro e in natura,<br />
nel limite <strong>del</strong> 10% <strong>del</strong> reddito<br />
complessivamente dichiarato e<br />
comunque nella misura massima<br />
di Euro 70.000,00 annui.<br />
È necessario precisare che l’erogazione<br />
è deducibile fino al minore<br />
dei due limiti; in altri termini il<br />
limite di 70.000,00 euro vale solo<br />
nel caso in cui sia inferiore o pari<br />
al 10% <strong>del</strong> reddito complessivo<br />
<strong>del</strong> soggetto erogante.<br />
Un limite così alto si deve al fatto<br />
che possono essere donatori anche<br />
le società e gli enti commerciali<br />
e non commerciali.<br />
Come donare<br />
Ci si può avvalere di uno dei seguenti<br />
sistemi di pagamento: banca,<br />
ufficio postale, carte di debito,<br />
di credito, prepagate, assegni bancari<br />
e circolari.<br />
Le donazioni in natura<br />
Possono essere donati anche beni<br />
in natura, il cui valore, ai fini <strong>del</strong>la<br />
rilevazione dei limiti di cui sopra,<br />
deve essere determinato da listini,<br />
mercuriali, tariffari e simili.<br />
Per alcuni beni particolari,ad esempio<br />
opere d’arte e gioielli, si può ricorrere<br />
<strong>all</strong>a stima di un perito.<br />
In questo caso è opportuno farsi rilasciare<br />
una ricevuta dal donatario<br />
che contenga la descrizione analitica<br />
e dettagliata dei beni donati con<br />
l’indicazione dei relativi valori.<br />
I donatori<br />
Possono usufruire <strong>del</strong>la deducibilità,<br />
in sede di dichiarazione dei<br />
redditi e nei limiti segnalati in<br />
precedenza, le persone fisiche, le<br />
società e gli altri enti commerciali<br />
e non commerciali.<br />
I soggetti che ricevono le donazioni<br />
La nuova legge fornisce l’elenco<br />
tassativo dei soggetti che possono<br />
ricevere le donazioni deducibili dal<br />
reddito imponibile dei donatori.<br />
Onluso di diritto – In tale categoria<br />
rientrano gli organismi di<br />
volontariato, le organizzazioni<br />
non governative riconosciute<br />
idonee d<strong>all</strong>a legge 26/2/87, n<br />
49, le cooperative sociali (legge<br />
8/11/91, n 381), i consorzi<br />
con la base sociale costituita interamente<br />
da cooperative sociali.<br />
SERVIZI<br />
a cura <strong>del</strong> Caaf Cisl<br />
ONLUS PARZIALI – Si tratta degli<br />
enti ecclesiastici appartenenti<br />
<strong>all</strong>e confessioni religiose con le<br />
quali lo Stato ha stipulato patti, accordi<br />
o intese. Inoltre sono comprese<br />
le associazioni di promozione<br />
sociale riconosciute<br />
dal Ministero <strong>del</strong>l’Interno, costituite<br />
ed operanti da almeno un anno,<br />
che svolgono attività di utilità sociale<br />
in almeno 5 regioni e 20 province,<br />
iscritte nel registro nazionale<br />
ai sensi <strong>del</strong> regolamento approvato<br />
dal Ministro <strong>del</strong> Lavoro.<br />
Infine le fondazioni e associazioni<br />
riconosciute aventi per oggetto<br />
statutario la tutela, promozione<br />
e valorizzazione dei beni<br />
immobili e mobili appartenenti <strong>all</strong>o<br />
Stato, agli Enti pubblici territoriali,<br />
nonché ad ogni altro ente ed<br />
istituto pubblico (l’elenco completo<br />
può essere consultato leggendo<br />
gli articoli 10, 11 e 134 dlgs<br />
n.42/2004).<br />
Obblighi contabili <strong>del</strong>le Onlus<br />
Tali enti sono obbligati <strong>all</strong>a tenuta<br />
di scritture contabili per rappresentare<br />
con completezza e analiticità<br />
le operazioni effettuate nel<br />
periodo di gestione nonché <strong>all</strong>a<br />
redazione, entro quattro mesi<br />
d<strong>all</strong>a chiusura <strong>del</strong>l’esercizio, di un<br />
apposito documento che ne rappresenti<br />
la situazione patrimoniale,<br />
economica e finanziaria.<br />
Pertanto per il riconoscimento<br />
<strong>del</strong>la deducibilità <strong>del</strong>le donazioni<br />
in capo al soggetto donatore, è<br />
previsto l’obbligo <strong>del</strong>le Onlus di<br />
tenere una complessa contabilità,<br />
prescindendo d<strong>all</strong>a loro natura<br />
giuridica e d<strong>all</strong>e dimensioni reddituali.<br />
IL …“VORREI DELLE ALLUCINAZIONI!”<br />
Un giorno un cliente è entrato in banca e con il proprio<br />
estratto conto in mano ha detto ad un collega:“Buongiorno,<br />
vorrei <strong>del</strong>le <strong>all</strong>ucinazioni”. Cercava un modo originale<br />
per sentirsi più ricco, o aveva semplicemente bisogno<br />
di chiarimenti? Non lo sapremo mai!<br />
Scriveteci anche voi tutti gli strafalcioni lessicali che vi<br />
capita di sentire (o di dire) in banca, li pubblicheremo<br />
sul prossimo numero e sul portale <strong>del</strong>la FIBA. Inviate le<br />
frasi al seguente indirizzo: fiba@fiba.it indicando, se vi<br />
va, il vostro nome e città di provenienza.<br />
Lavoro Bancario e Assicurativo - ottobre/novembre 2005<br />
25<br />
In caso di inadempimento da parte<br />
<strong>del</strong>l’ente che riceve la donazione,<br />
viene meno la deducibilità <strong>del</strong>la<br />
somma donata che pertanto<br />
verrà ripresa a tassazione d<strong>all</strong>’ufficio<br />
<strong>del</strong>le Entrate senza l’applicazione<br />
di sanzioni.<br />
Sanzioni e divieto di cumulo<br />
La norma prevede che, qualora<br />
nella dichiarazione dei redditi <strong>del</strong><br />
donatore siano esposte deduzioni<br />
in violazione dei presupposti di<br />
deducibilità previsti, la sanzione<br />
amministrativa ordinariamente<br />
prevista, pari dal 100 al 200 per<br />
cento <strong>del</strong>la maggiore imposta liquidata<br />
a seguito <strong>del</strong>l’accertamento<br />
è maggiorata <strong>del</strong> 200 per<br />
cento (non applicabile in caso di<br />
mancato rispetto degli obblighi<br />
contabili da parte <strong>del</strong> donatario).<br />
La deduzione in esame non è cumulabile<br />
con altre forme di deduzioni<br />
o detrazioni fiscali previste<br />
d<strong>all</strong>a vigente normativa.<br />
Donazioni a favore di enti universitari<br />
e di ri<strong>cerca</strong><br />
Si segnala infine che la norma in<br />
esame modifica l’articolo 10 <strong>del</strong><br />
Tuir prevedendo la possibilità di<br />
dedurre dal reddito <strong>del</strong>le persone<br />
fisiche, senza limiti di importo,<br />
le erogazioni a favore di istituzioni<br />
universitarie pubbliche, fondazioni<br />
universitarie, università, enti<br />
di ri<strong>cerca</strong> pubblici, ovvero vigilati<br />
dal ministero <strong>del</strong>l’Istruzione,<br />
compresi l’Istituto Superiore di<br />
Sanità e quello degli enti parco<br />
regionali e nazionali.<br />
Analoga possibilità è prevista per<br />
le società e gli enti commerciali e<br />
non.<br />
La telefonata<br />
“Quando torna il direttore mi fa chiamare indietro?”<br />
Clienti <strong>all</strong>o sportello<br />
“Posso avere il conto?”<br />
“Cosa devo fare per fare una dedica sul conto corrente?”<br />
“Devo pagare un versamento sul mio conto”<br />
Il Capoarea <strong>all</strong>a riunione dei capi-agenzia<br />
“Il prodotto va perseguito!”
POLLO<br />
ALLE PRUGNE<br />
Un romanzo<br />
iraniano<br />
Mariane Satrapi, giovane autrice<br />
iraniana, con i suoi romanzi fumetto,<br />
è una voce nuova e originale<br />
nel panorama letterario. L’avevamo<br />
già apprezzata in Persepolis,<br />
romanzo di formazione per<br />
immagini, in cui raccontava la storia<br />
<strong>del</strong> suo paese attraverso gli<br />
occhi di una bambina di nove anni<br />
(l’autrice stessa), che ritroviamo<br />
adolescente nel secondo volume.<br />
Conferma il suo talento Pollo <strong>all</strong>e<br />
prugne, vincitore <strong>del</strong> primo premio<br />
al festival francese di Angouleme,<br />
praticamente l’oscar dei fumetti,<br />
che sta facendo il giro <strong>del</strong><br />
mondo, raccogliendo i commenti<br />
entusiastici <strong>del</strong>la stampa internazionale.<br />
La storia è molto bella,<br />
<strong>del</strong>icata e toccante grazie anche<br />
al mezzo figurativo, immediato e<br />
diretto, più di tante parole.<br />
Siamo negli anni ’50, un famoso<br />
musicista Nasser Ali Khan, prozio<br />
<strong>del</strong>l’autrice, un bel giorno, dopo<br />
che la moglie gli ha distrutto il suo<br />
Tar (il liuto iraniano), perde il piacere<br />
di suonare, con esso la voglia di<br />
vivere. Dopo aver passato in rassegna<br />
vari modi per togliersi la vita,<br />
decide più semplicemente di lasciarsi<br />
morire. Da qui parte la cronaca<br />
degli ultimi sette giorni <strong>del</strong>la<br />
sua esistenza. Sulla scena si alternano<br />
parenti e persone amate, ricordi<br />
e <strong>del</strong>usioni, si intravede una vita<br />
passata con una donna che non ha<br />
mai amato, un’infanzia da brutto<br />
anatroccolo e una carriera dedicata<br />
ad una musica che si scopre scaturita<br />
dal dolore per un grande amore<br />
giovanile infranto. Neanche il<br />
suo piatto preferito, il pollo <strong>all</strong>e<br />
prugne <strong>del</strong> titolo lo risolleva, neanche<br />
il ricordo <strong>del</strong> piacere, rappresentato<br />
da una figura di donna voluttuosa,<br />
col volto di Sophia Loren,<br />
riesce a farlo desistere dal suo proposito.<br />
Un’atmosfera struggente<br />
pervade il libro, ma anche una velata<br />
ironia illumina talvolta le strisce.<br />
Le tavole, in bianco e nero, sono<br />
molto dense, asciutte, minimaliste,<br />
ma di grande suggestione ed<br />
espressività, inoltre l’utilizzo di<br />
espedienti narrativi come flash back<br />
e balzi in avanti nel tempo rendono<br />
la storia molto movimentata.<br />
È stato definito un libro elegiaco<br />
e vitale, e vitale lo è, nonostante<br />
le apparenze, un inno al piacere,<br />
che deve sempre pervadere la vita,<br />
e <strong>all</strong>’amore, che sostiene e<br />
ispira i nostri atti più sublimi.<br />
Mariane Satrapi, Pollo <strong>all</strong>e prugne,<br />
Sperling & Kupfer, 2005<br />
Bancari,<br />
ma non solo…<br />
“Una storia di persone comuni, una<br />
storia <strong>del</strong> nostro tempo, una storia<br />
che ognuno di noi potrebbe trovarsi<br />
a vivere <strong>all</strong>’improvviso, quando meno<br />
se lo aspetta. Ma, soprattutto, una<br />
storia d’amore, di un amore grande<br />
fino al sacrificio, fino <strong>all</strong>a rinunzia di<br />
tutto pur di proteggere e salvaguardare<br />
la persona amata”<br />
Così definisce la sua seconda fatica<br />
letteraria, Ruggiero Grimaldeschi,<br />
toscano, un bancario che come<br />
tutti coloro che inseriamo in<br />
questa rubrica, ha una grande<br />
passione per la scrittura,<br />
Se non ci si lascia intimorire d<strong>all</strong>a<br />
RECENSIONI<br />
a cura di Anna Masiello<br />
INDOVINA DALL’INCIPIT:<br />
dimensione (549 pag.!), il romanzo<br />
si rivela una lettura piacevole e coinvolgente.<br />
È una storia complessa,<br />
un gi<strong>all</strong>o, c’è una caccia avvincente<br />
ad un serial killer, tocca temi sociali<br />
come la prostituzione, l’immigrazione<br />
clandestina, il mobbing<br />
sul posto di lavoro; e qui l’autore<br />
inventa poco, si ispira a casi di cronaca<br />
quotidiana trasfigurandoli e<br />
romanzandoli. In questo scenario<br />
due vite inaspettatamente si intrecciano:<br />
quella di Robi, affermato<br />
giornalista perugino sposato e padre<br />
di 2 figli e quella di Milena, una<br />
giovane croata bellissima, segnata<br />
Lavoro Bancario e Assicurativo - ottobre/novembre 2005<br />
26<br />
Due domande a… Paolo Rossi<br />
“Era una caldissima giornata di luglio. Il Riccetto che doveva farsi la prima comunione<br />
e la cresima, s’era alzato già <strong>all</strong>e cinque; ma mentre scendeva giù<br />
per Via Donna Olimpia coi calzoni lunghi grigi e la camicetta bianca, piuttosto<br />
che comunicando o soldato di Gesù pareva un pischello quando se ne va acchittato<br />
pei lungoteveri a rimorchiare.”<br />
Inviare la soluzione a amasiello@fibacisl.it.<br />
Sarà pubblicato il nome <strong>del</strong> primo lettore che indovinerà la risposta esatta.<br />
La risposta al quesito <strong>del</strong> numero 3 era ALMOST BLUE di Carlo Lucarelli.<br />
Il nome dei vincitori Paola Contessi di Gemona <strong>del</strong> Friuli e Oliviero Pulido<br />
di Vicenza. La risposta al quesito <strong>del</strong> numero 4 era MEMORIE DI ADRIANO di<br />
Marguerite Yourcenar. Il vincitore Bartolomeo Perrotta di Matera.<br />
Questa estate una nostra redattrice, Paola Vinciguerra, ha incontrato<br />
Paolo Rossi in Calabria durante il Roccella Jazz Festival,<br />
pochi minuti prima che cominciasse il suo “Rossintesta”,<br />
spettacolo scoppiettante e irriverente.<br />
L’artista è noto a tutti, ha cominciato come comico nei club<br />
milanesi, ha debuttato in teatro con l’Histoire du soldat di Dario<br />
Fo, approdando agli schermi televisivi con spettacoli originali<br />
e di successo. Negli ultimi anni si è dedicato in esclusiva, suo malgrado,<br />
al teatro mescolando impegno e ironia, satira politica e improvvisazione, cimentandosi<br />
in personalissime riletture di testi classici, ricordiamo Romeo & Juliet, Questa sera si recita<br />
Moliere e Il signor Rossi e la Costituzione. Attualmente sta lavorando ad uno spettacolo<br />
teatrale che vedremo nella prossima stagione, Il signor Rossi e l’Impero <strong>del</strong> male.<br />
Preso <strong>all</strong>a sprovvista vorrebbe quasi ritrarsi, sentendosi forse sotto esame, ma Paola<br />
lo incalza e gli sottopone le nostre due domande.<br />
<strong>Quali</strong> sono i libri che ti hanno cambiato la vita?<br />
Mah, dipende da quando li leggi, dai momenti <strong>del</strong>la vita, non è facile dirlo… sono tanti…<br />
me ne vengono in mente 4 che sono stati veramente importanti per me: Il giovane<br />
Holden, (autore J.D. Salinger), Cent’anni di solitudine (G.G. Marquez), Sulla strada (J.<br />
Kerouc) e Le mille e una notte (AA.VV.).<br />
Che libro stai leggendo adesso?<br />
Ora sto leggendo Le memorie di Adriano (M.Yourcenar), mi sembra bellissimo ma non<br />
posso metterlo ancora tra i libri fondamentali perché non ho finito di leggerlo.Anche<br />
perché io non sono un ordinato nella lettura, se un libro non mi piace lo mollo a metà.<br />
Ho studiato da perito chimico e ho un mio metodo che continuo ad applicare anche<br />
<strong>all</strong>a lettura, mi piace andare avanti e indietro, saltare i capitoli, rileggere più volte una<br />
pagina, come si fa in laboratorio.<br />
Sono un onnivoro, leggo di tutto, dai classici ai fumetti, così come nella musica, nel<br />
teatro, mi piace in particolare mischiare i generi: se leggo un autore impegnato contemporaneamente<br />
ho bisogno di rilassarmi con una narrazione leggera, con una lettura<br />
più “pop”, nel senso di più popolare.<br />
Grazie mille e speriamo di rivederti presto in televisione!<br />
da un passato difficile che la costringe<br />
a vivere in clandestinità.Si<br />
incontrano in un momento di<br />
grande difficoltà per entrambi e,<br />
come due naufraghi, si aiuteranno<br />
a vicenda, imposteranno il loro<br />
rapporto sulla comprensione reciproca,“sulla<br />
consapevolezza di avere<br />
nel profondo <strong>del</strong>l’anima una corda<br />
che vibra <strong>all</strong>’unisono” .<br />
La scrittura è molto fluida, procede<br />
con semplicità e gradevolezza,<br />
non ci si mette molto ad arrivare<br />
al finale, per nulla scontato e che<br />
ovviamente non sveleremo.<br />
Ruggero Grimaldeschi, Frammenti<br />
d’amore, Greco &<br />
Greco Editori, Milano, 2005
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“Chi non ha memoria rinunzia <strong>all</strong>a sua storia”, questo l’assunto<br />
da cui partiva la presentazione <strong>del</strong>la pubblicazione sui cinquant’anni<br />
<strong>del</strong>la <strong>Fiba</strong> (Edizioni Lavoro 2001).<br />
Un’affermazione che ne ricalca l’impostazione storica, attraverso<br />
una rilettura che ha valorizzato immagini, suoni e parole.<br />
Nelle testimonianze dei protagonisti, i segretari generali che si<br />
sono alternati nel tempo, si rispecchia un pezzo di storia sindacale<br />
nazionale con le sue conquiste, le sue lotte e i suoi drammi.<br />
La <strong>Fiba</strong> Cisl oggi è un’organizzazione forte nei numeri, propositiva<br />
e trainante nella mentalità grazie <strong>all</strong>’impegno di tanti dirigenti<br />
sindacali. In particolare vogliamo ricordare il lavoro dei primi che<br />
STORIA DI UN’ESPERIENZA SINDACALE<br />
con pochi mezzi ma tanto coraggio hanno contribuito in modo<br />
decisivo <strong>all</strong>’avventura <strong>del</strong> sindacato dei bancari e degli assicurativi.<br />
A loro il ringraziamento <strong>del</strong>la <strong>Fiba</strong> Cisl.<br />
Ma la storia <strong>del</strong>la <strong>Fiba</strong> Cisl è stata anche fatta d<strong>all</strong>a fatica silenziosa<br />
di tanti volontari che nei luoghi di lavoro hanno costruito le<br />
vicende sindacali da protagonisti veri. A loro, ai nostri iscritti, a<br />
questo tessuto di quotidianità operosa di una organizzazione fatta<br />
di presone, al servizio <strong>del</strong>le persone va il nostro ringraziamento<br />
più forte.<br />
Per chi fosse interessato al DVD: rivolgersi <strong>all</strong>a Federazione Nazionale<br />
La Segreteria nazionale