Quali risposte all'abbandono del Sud Quali risposte all ... - cerca - Fiba
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D<strong>all</strong>e proposte <strong>Fiba</strong><br />
<strong>all</strong>a responsabilità sociale<br />
di Pier Luigi Ledda<br />
Per un sistema creditizio<br />
a forte vocazione territoriale<br />
Il progetto di una banca <strong>del</strong> <strong>Sud</strong> proposto dal Governo<br />
ha suscitato molte perplessità. Arriva tardi<br />
nell’agenda politica e soprattutto, per come è formulata,<br />
non serve a risolvere i problemi in campo.<br />
Questo si rileva anche dal decimo rapporto <strong>del</strong>la Fondazione<br />
Rosselli nel quale si afferma che “non porterebbe<br />
vantaggi. Per promuovere lo sviluppo <strong>del</strong>le imprese,<br />
tanto al <strong>Sud</strong> quanto al Nord, basterebbe che le<br />
banche iniziassero ad orientare meglio i loro interventi.<br />
Perché i capitali per la crescita non mancano. Manca<br />
invece la capacità di finanziare internazionalizzazione<br />
e innovazione”.<br />
Come accenniamo anche nell’articolo di apertura <strong>del</strong><br />
nostro focus, le significative variazioni negli assetti proprietari<br />
e nelle forme giuridiche che nel corso degli ultimi<br />
10/15 anni la struttura <strong>del</strong> sistema bancario italiano<br />
ha subito, hanno contribuito a fare aumentare lo squili-<br />
FOCUS<br />
DESERTIFICAZIONE FINANZIARIA<br />
Lavoro Bancario e Assicurativo - ottobre/novembre 2005<br />
8<br />
brio tra il Nord ed il <strong>Sud</strong>.<br />
Infatti il processo di ristrutturazione <strong>del</strong> sistema creditizio<br />
che ha comportato una riduzione negli spread e nei<br />
tassi, l’aumento <strong>del</strong>la concorrenza e la diffusione di<br />
nuovi competitori, l’innovazione nei prodotti offerti <strong>all</strong>a<br />
clientela e nei processi organizzativi e l’adozione di<br />
nuove strategie distributive, ha anche determinato la riduzione<br />
<strong>del</strong> numero <strong>del</strong>le banche, degli occupati ed il<br />
ridimensionamento <strong>del</strong>l’intero sistema nel meridione.<br />
È accaduto quanto noi temevamo. I nuovi gruppi creditizi<br />
si limitano <strong>all</strong>a gestione <strong>del</strong> risparmio meridionale e<br />
sono relativamente indifferenti <strong>all</strong>a localizzazione degli<br />
impieghi. Tanto più che già negli anni 90 soltanto il 70<br />
per cento <strong>del</strong> risparmio raccolto veniva reimpiegato nel<br />
meridione rispetto al 110 per cento reimpiegato nel resto<br />
<strong>del</strong> Paese.<br />
Tutto questo avrebbe richiesto una politica volta innanzitutto<br />
<strong>all</strong>a valorizzazione di ciò che resta <strong>del</strong> sistema<br />
creditizio meridionale oltre che di orientamento<br />
complessivo <strong>del</strong> sistema finanziario ad un maggiore<br />
impegno nelle politiche creditizie volte a favorire<br />
lo sviluppo <strong>del</strong>le imprese.<br />
La <strong>Fiba</strong> in più occasioni in questi anni, con preoccupazione,<br />
ha evidenziato e denunciato il fenomeno<br />
nella convinzione che il rilancio economico <strong>del</strong> Meridione<br />
<strong>del</strong>l’Italia passasse anche d<strong>all</strong>a disponibilità<br />
<strong>del</strong> “sistema finanziario” a promuovere ed accompagnare<br />
il processo di sviluppo: un sistema creditizio<br />
con una forte vocazione locale. Una dimensione<br />
questa utile a riscoprire le ragioni e le opportunità<br />
che vengono da un forte e diretto legame con il terri-