Quali risposte all'abbandono del Sud Quali risposte all ... - cerca - Fiba
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Il Segretario generale<br />
<strong>Fiba</strong> Cisl Giuseppe G<strong>all</strong>o<br />
Gli interventi<br />
che riportiamo<br />
in questo focus<br />
dedicato al<br />
Mezzogiorno<br />
non sono una<br />
pura e semplice<br />
analisi di una<br />
situazione<br />
disperata, ma<br />
un tentativo<br />
di dare <strong>risposte</strong>,<br />
offrire soluzioni<br />
per invertire<br />
la rotta che vede<br />
un sud<br />
sempre più<br />
abbandonato<br />
a se stesso<br />
EDITORIALE<br />
Questione meridionale<br />
e sviluppo sostenibile<br />
di Giuseppe G<strong>all</strong>o<br />
Il 25 novembre sciopero generale contro<br />
una finanziaria che, per Cgil, Cisl e Uil “è<br />
stata fino <strong>all</strong>a fine fluttuante, indeterminata,<br />
priva di coperture, dannosa per lavoratori<br />
e pensionati, inutile per lo sviluppo”.<br />
Tante le preoccupazioni e le <strong>del</strong>usioni, che<br />
esprimiamo come movimento sindacale, riguardo<br />
ad una legge che non dà <strong>risposte</strong> <strong>all</strong>e<br />
emergenze <strong>del</strong> paese. E tra queste l’emergenza<br />
sud: nella Finanziaria si parla poco e<br />
troppo poco <strong>del</strong> Mezzogiorno. Non vi è nulla<br />
di quanto concordato da Cgil, Cisl e Uil con<br />
Confindustria; ci attendevamo un primo<br />
passo verso la “fiscalità di vantaggio” che favorisse<br />
l’attrazione di capitali al sud, inoltre<br />
le risorse destinate al credito d’imposta sono<br />
insufficienti.<br />
Infine, la ciliegina sulla torta: aver rispolverato<br />
la banca <strong>del</strong> sud, che altro non è che<br />
una finanziaria, di cui, come ribadiamo<br />
più volte nel focus di questo numero, non<br />
sentivamo la necessità.<br />
La questione è di gran lunga più complessa e<br />
occorre intervenire per affrontare una situazione<br />
di forte disagio che oggettivamente esiste.<br />
La lontananza dai centri decisionali per<br />
una intera area geografica costituisce uno<br />
svantaggio preoccupante. I dirigenti bancari<br />
operanti in quella realtà appaiono impacciati<br />
e fortemente condizionati d<strong>all</strong>e rispettive<br />
case madri, a loro volta prevenute nei<br />
confronti degli operatori locali.<br />
Perciò diventano lenti nelle decisioni da assumere,<br />
laddove, invece, occorrono rapidità<br />
e sicurezza.<br />
Da tenere poi in debita considerazione che il<br />
<strong>Sud</strong> non può contare su forme evolute di intermediari<br />
finanziari e che gli imprenditori<br />
non hanno capacità di autofinanziamento,<br />
cosicché, l’indebitamento bancario rimane<br />
l’unica forma di finanziamento. L’incremento<br />
dei crediti, registrato nel 2004, è<br />
ascrivibile, in quote preponderanti, al credito<br />
al consumo più che al credito <strong>all</strong>e imprese.<br />
Allora è vero che il problema è complesso,<br />
ma non è men vero che occorre intervenire<br />
per porre mano ad una situazione che ogni<br />
Lavoro Bancario e Assicurativo - ottobre/novembre 2005<br />
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giorno che passa rischia di degradare sempre<br />
più, mentre gli usurai proliferano e le<br />
vittime <strong>del</strong> fenomeno crescono.<br />
Gli interventi che riportiamo in questo focus<br />
dedicato al Mezzogiorno non sono una pura<br />
e semplice analisi di una situazione disperata,<br />
ma un tentativo di dare <strong>risposte</strong>, offrire<br />
soluzioni per invertire la rotta che vede<br />
un sud sempre più abbandonato a se stesso.<br />
E porre di nuovo il mezzogiorno tra le questioni<br />
prioritarie <strong>del</strong>la politica, ma soprattutto<br />
degli agenti che operano sul territorio.<br />
Il rapporto tra sistema bancario ed economia<br />
meridionale è una variabile importante<br />
di una questione che esige una risposta sistemica:<br />
di politica industriale, di investimenti<br />
infrastrutturali, di repressione <strong>del</strong>la criminalità<br />
organizzata. L’approccio quantitativo<br />
non esaurisce il fenomeno. Esiste una dimensione<br />
qualitativa che richiede la presenza<br />
in loco di funzioni organizzative e gestionali<br />
<strong>del</strong>le aziende di credito dedicate <strong>all</strong>’analisi,<br />
<strong>all</strong>a valutazione, <strong>all</strong>a gestione <strong>del</strong><br />
credito, modulata sulle specificità <strong>del</strong>l’impresa<br />
meridionale.<br />
Occorre ripensare, con urgenza, la questione<br />
meridionale <strong>all</strong>’interno di una visione<br />
<strong>del</strong>lo sviluppo socialmente ed ambientalmente<br />
sostenibile e compatibile, ovvero <strong>del</strong>la<br />
responsabilità etica, sociale, e ambientale<br />
come fattore propulsivo e principio sovraordinato<br />
<strong>del</strong>lo sviluppo economico. Solo <strong>all</strong>’interno<br />
di queste coordinate sarà possibile riprogettare<br />
il modo di creare valore, di distribuire<br />
il valore prodotto, orientare sul lungo<br />
periodo gli orizzonti temporali, riformare la<br />
governance, invertire un retaggio di arretratezza<br />
economica e sociale orami secolare.<br />
Per quanto ci riguarda, come organizzazioni<br />
sindacali <strong>del</strong> credito, nel 2004 abbiamo<br />
sottoscritto con l’Abi il Protocollo per lo<br />
sviluppo socialmente ed ambientalmente sostenibile<br />
e compatibile <strong>del</strong> sistema bancario<br />
italiano, prevedendo, al suo interno, la costituzione<br />
di un Osservatorio paritetico che<br />
ha anche il compito di monitorare il rapporto<br />
tra banche ed economia meridionale.