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Biografico - Comune di Bologna

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Dizionario <strong>Biografico</strong> Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945),<br />

a cura <strong>di</strong> A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.<br />

Lorenzini Francesco, da Aurelio e Luigia Verlani; n. il 22/6/1917 a Monghidoro; ivi residente nel<br />

1943. Colono. Partecipò alla lotta <strong>di</strong> liberazione in Jugoslavia. Militò nella brg Italia della <strong>di</strong>v<br />

Garibal<strong>di</strong>. Riconosciuto partigiano dal 4/3/44 all'8/5/45.<br />

Lorenzini Francesco, da Francesco Augusto ed Ersilia Marchetti; n. il 10/4/1911 a Monghidoro.<br />

Nel 1943 residente a Marzabotto. Licenza elementare. Operaio. Prestò servizio militare dal 1940<br />

all'8/9/43. Militò nella brg Stella rossa Lupo. Nel corso dell'ecci<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Marzabotto perse la moglie<br />

Edmea Barattoli , la figlia Clara*, la madre*, le sorelle Rita Pia*, Maria Luisa*, Nerina*, le cognate<br />

Clementina Bartolini*, Antonietta Barbieri* e Maria Righini*, i nipoti Agostina*, Augusta*,<br />

Augusto* e Pietro Lorenzini*. Ferito. Riconosciuto partigiano dal 10/5/44 alla Liberazione. [AQ]<br />

Lorenzini Giacomo, da Francesco Augusto ed Ersilia Marchetti; n. il 10/5/1915 a Loiano; ivi<br />

residente nel 1943. Licenza elementare. Operaio. Prestò servizio militare a Verona in artiglieria dal<br />

10/5/40 al 1943. Militò nella brg Stella rossa Lupo e operò a Marzabotto. Ferito. Nel corso<br />

dell'ecci<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Marzabotto, perse la moglie Clementina Bartolini* la figlia Agostina*, la madre*, le<br />

sorelle Rita Pia*, Maria Luisa* e Nerina*, le cognate Antonietta Barbieri*, Edmea Barattoli* e<br />

Maria Righini*, i nipoti Augusta*, Augusto*, Clara*, Marcella* e Pietro Lorenzini*. Riconosciuto<br />

partigiano dall'1/5/44 alla Liberazione. [AQ]<br />

Lorenzini Giovanni, «Lepre», da Domenico Demetrio e Maria Bugané; n. il 24/6/1914 a<br />

Monterenzio; ivi residente nel 1943. 4 a elemeritare. Colono. Militò nel 4° btg Guerrino della 36 a brg<br />

Bianconcini Garibal<strong>di</strong> e operò sull'Appennino tosco-emiliano. Riconosciuto partigiano dall'8/1/44<br />

alla Liberazione.<br />

Lorenzini Giuseppe. Colono. Iscritto al PSI. La sera del 9/9/21 i fascisti assalirono la sua casa, in<br />

località Vigna a Monte delle Formiche (Pianoro), per dargli una lezione, unitamente ai figli Luigi e<br />

Florindo, anch'essi militanti socialisti. I fascisti bruciarono il fienile e lo ferirono con un colpo <strong>di</strong><br />

pistola al braccio sinistro. [O]<br />

Lorenzini Giuseppe, da Augusto e Adele Nanni; n. il 21/4/1916 a Loiano. Nel 1943 residente a<br />

Monterenzio. Licenza elementare. Operaio. Militò nella 36 a brg Bianconcini Garibal<strong>di</strong> e operò<br />

sull'Appennino tosco-emiliano. Riconosciuto partigiano dall'1/1/44 alla Liberazione.<br />

Lorenzini Giuseppe, da Domenico Giulio e Luigia Gran<strong>di</strong> Ventura; n. il 29/3/1891 a <strong>Bologna</strong>; ivi<br />

residente nel 1943. Licenza <strong>di</strong> scuola me<strong>di</strong>a. Coltivatore <strong>di</strong>retto. Militò nella 7 a brg GAP Gianni<br />

Garibal<strong>di</strong>. Venne fucilato a <strong>Bologna</strong> il 12/10/1944. Riconosciuto partigiano dall'1/3/44 al 12/10/44.<br />

Lorenzini Giuseppe, da Francesco Augusto ed Ersilia Marchetti; n. il 13/2/1910 a Monghidoro.<br />

Nel 1943 residente a Marzabotto. Licenza elementare. Cantoniere. Prestò servizio militare ad<br />

Agrigento in fanteria dal 1942 al 29/5/43. Militò nella brg Stella rossa Lupo e operò sull'Appennino<br />

tosco-emiliano. Della sua famiglia, «<strong>di</strong>strutta» nell'ecci<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Marzabotto, fu l'unico a salvarsi,<br />

perché buttatosi dalla finestra, si rifugiò nel bosco. Il 29/9/44, all'inizio del massacro <strong>di</strong> S. Giovanni<br />

<strong>di</strong> Sotto, vennero uccisi la moglie Antonietta Barbieri * e i figli Augusto* e Pietro*. A S. Martino, il<br />

giorno dopo, furono uccisi la madre*, le sorelle Maria Luisa*, Nerina*, Rita Pia*, le cognate<br />

Clementina Bartolini*, Edmea Barattoli*, Maria Righini*, le nipoti Agostina*, Augusta*, Clara*,<br />

Marcella Lorenzini*. Impotente, assistette allo sterminio <strong>di</strong> donne, vecchi e bambini udendo «le<br />

implorazioni e le grida dei massacrati e anche le urla degli aguzzini fra i quali, pure in <strong>di</strong>visa<br />

tedesca, vi erano degli italiani e li <strong>di</strong>stinsi dalla loro parlata <strong>di</strong>alettale». Rimasto nella zona <strong>di</strong>ede<br />

«sepoltura provvisoria» ai suoi morti; poi, unitosi agli altri scampati, nonostante il pericolo <strong>di</strong> essere<br />

massacrato per il continuo passaggio dei tedeschi, seppellì gli altri morti «impiegando due giorni»<br />

tra «spari e raffiche» e «il fumo degli incen<strong>di</strong>». Riconosciuto partigiano dall'1/7/44 alla<br />

Liberazione. Testimonianza in RB5. [AQ-O]<br />

Istituto per la storia <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>; <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>;<br />

Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong> “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.

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