Presso la Facoltà di Storia Ecclesiastica dell'Università Gregoriana,1 ...

PEDAGOGIA DI UN DIPLOMATISTA:
RISORSE ADOPERATE DA P. RABIKAUSKAS NELLE SUE LEZIONI
NELLA PONTIFICIA UNIVERSITÀ GREGORIANA (1954-1998).
FERNANDO-J. DE LASALA, S.I.
Ordinario di Paleografia latina e Diplomatica pontificia.
Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa.
Pontificia Università Gregoriana.
N.B.: questo articolo fu pubblicato in omaggio, non solo al caro Professore P.
Rabikauskas, ma anche all'occasione del giubileo del cinquantesimo anno di
Sacerdozio del R. P. Emanuele Boaga, O. Carm., ex-alunno della Facoltà di Storia
Ecclesiastica della Gregoriana. Cfr. Memoriam fecit mirabilium Dei, Institutum
Carmelitanum. Textus et Studia Historica Carmelitana. Volumen 31, a cura di
Giovanni Grosso, O. Carm. E Wilmar Santin, O. Carm., Edizioni Carmelitane, 2009,
pp. 725-733.
1.- INTRODUZIONE
Presso la Facoltà di Storia Ecclesiastica dell’Università
Gregoriana, 1 oggi rinnovata e diventata Facoltà di Storia e Beni
Culturali della Chiesa, P. Paulius Rabikauskas eseguì la docenza di
alcune delle denominate discipline «ausiliarie», oppure
«fondamentali», della Storia della Chiesa, quali sono la Paleografia
latina e la Diplomatica generale e pontificia.
Questo gesuita lituano 2 , esempio di vero maestro, seguitò la
linea pedagogica dei suoi antecessori e presse il testimone come
docente dalle mani del suo direttore nella dissertazione per il
dottorato, P. Friedrich Kempf (1908-2002), distinto professore di
Storia Ecclesiastica Medievale. La materia su cui versò la tesi
dottorale di P. Rabikauskas riguardava piuttosto l’approfondimento
paleografico di una delle scritture latine più difficili da capire: la
1 Cfr. nostro scritto: «In memoriam. R. P. Paulius Rabikauskas, S.I. (1920-1998)», in
Archivum Historiae Pontificiae, 37 (1999), pp. 9-12. Etiam: DOM A. MARIANO DELL’OMO,
O.S.B., Bio-bibliografia del P. Paulius Rabikauskas S.I. nel suo settantacinquesimo
genetliaco, in Benedictina, 43 (1996), pp. 349-387.
2 Paulius Rabikauskas, S.I. ( n. Gidžiūai 16.VIII.1920 – + Roma 7.III.1998) fu convittore
(1933-1938) nel ginnasio guidato dai gesuiti a Kaunas, dove, essendo gesuita fin dal 1938,
concluse gli studi umanistici liceali nel seminario interdiocesano. Nell’estate del 1944 fuggì
verso la Germania, e concluse i suoi studi di Filosofia scolastica a München. Avendo finito gli
studi teologici a Pullach –Austria-, fu ordinato presbitero in quella città il 25.VII.1948. Dopo
aver insegnato lingua francese nel collegio di Büren (1951-1952), fu destinato alla Pontificia
Università Gregoriana, dove ottenne la Licenza nella Facoltà di Storia Ecclesiastica nell’anno
1953. Inviato dai superiori a studiare Paleografia Latina e Diplomatica presso l’Università di
München (1953-1954), passò dopo all’École Nationale des Chartes –Paris-. Difese la
dissertazione per il Dottorato nella Facoltà di Storia Ecclesiastica nel 1958. Fu nominato a
professore ordinario nell’anno 1961. Esercitò l’ufficio di Decano della suddetta Facoltà
durante gli anni 1970-1973, e poi gli anni 1975-1978. Durante gli anni 1976-1998 fu Direttore
della rivista Archivum Historiae Pontificiae.

corsiva minuscola latina denominata «curiale romana» e
corrispondente al periodo immediatamente susseguente la caduta
dell’Impero Romano d’Occidente, scrittura che si protrasse fino
agli inizi del sec. XI. 3
Pur essendo il contenuto della dissertazione del P.
Rabikauskas decisamente segnato dalla prospettiva paleografica,
riteniamo tuttavia che egli abbia impartito le sue migliori lezioni
nell’area della Diplomatica, come grande conoscitore dei
documenti, in particolare quelli riguardanti la Santa Sede, al cui
servizio egli dedicò molte ore della sua personale e nascosta
ricerca archivistica.
2.- Risorse per la paleografia
Per raggiungere il suo scopo paleografico, P. Rabikauskas si
servì d’una ricca bibliografia. Non contava poco per lui, tra gli
altri, il volume: I papiri diplomatici raccolti ed illustrati dall’Abate
GAETANO MARINI, Roma 1805, che si trovava, e si trova,
nell’Archivio Storico della Gregoriana, e che egli consultava nella
sua stanza gesuitica. Si tratta d’un grande volume, ma da portare a
scuola, allo scopo che fosse osservato dagli studenti. Nelle pagine
finali sono inclusi alcuni facsimili ben riprodotti sugli antichi
documenti papiracei utilizzati nei tribunali ecclesiastici del primo
Medioevo.
Se osserviamo le annotazioni personali, dattilografate e
manoscritte che P. Rabikauskas portava con sé alle aule, vedremo
che egli seguiva spesso il cammino espositivo del Professore G.
Cencetti 4 ; si potrebbe dire che egli è stato fedele alla
classificazione della tipologia della scrittura latina proposta nel
manuale di questo professore italiano. Sappiamo bene, però, che P.
Rabikauskas, era simultaneamente attento all’evoluzione
3 P. Rabikauskas, per la consecuzione del dottorato nella Facoltà di Storia Ecclesiastica della
Gregoriana, dissertò sul tema: Die Römische Kuriale in der päpstlichen Kanzlei (in
Miscellanea Historiae Pontificiae, 20), Pontificia Università Gregoriana, Roma 1958, pp.
XXIV-256. Egli era solito citare l’opera di J. O. TJÄDER, Die nichtliterarischen Lateinischen
Papyri Italiens aus der Zeit 445-700, I. Papyri 1-28 (in Acta Instituti Romani Regni Sueciae,
series in 4º, XIX, 1), Lund, 1955, Pap. 4-5 A-B , pp. 198-217. Tafeln, Lund 1954, Taf. 8-34, ove
il ricercatore della Svezia presentava alcuni facsimili molto cari a P. Rabikauskas, perché egli
li trovava consoni con la tipologia della scrittura precedente a quella particolarmente studiata
da lui.
4 Cfr. G. CENCETTI, Compendio di Paleografia latina, in Guida allo studio della civiltà
romana antica a cura di V. Ussani e F. Arnaldi, II, Napoli 1954, pp. 557-629; ristampa: Roma
1966; infine: nella stessa collana, a cura di F. Arnaldi e S. Calderone, X, 3, Società Editoriale
Jouvence, Roma 1978, 195 pp. + 24 tavole.
2

scientifica del professore A. Petrucci 5 , come lo dimostra il fatto
che presso la sua stanza egli conservava con cura gli appunti
dattilografati e fotocopiati: Lezioni di Storia della Scrittura Latina.
(Corso istituzionale di Paleografia), Università degli Studi di
Roma, Facoltà di Lettere e Filosofia, anno accademico 1975-1976,
IV + 178 pp., dove il suddetto paleografo citava una frase di
François Furet: «Même récouverte de tant de sédimentations
critiques, l’écriture des hommes est loin d’avoir été déchifrée en
termes d’histoire», cioè: «Sebbene la scrittura degli uomini sia
stata ricoperta di molti sedimenti critici, essa si trova ancora
lontana di essere decifrata in termini di Storia». Non in vano P.
Rabikauskas teneva, fra i suoi fogli lettivi, un dépliant, con data
1977, in cui i paleografi e redattori della rivista Scrittura e Civiltà -
G. Cavallo, A. Petrucci e A. Pratessi, presso l’Istituto di
Paleografia dell’Università La Sapienza di Roma -, manifestavano
la loro preferenza sulla denominazione di Storia della scrittura,
piuttosto che continuare ad usare il nome tradizionale di
Paleografia latina.
Inoltre, P. Rabikauskas, competente lettore della scrittura
tedesca, consultava ripetutamente i volumi delle collane più
prestigiose sugli studi paleografici, quali: F. STEFFENS, Lateinische
Paläographie, Zweite, vermehrtee Auflage, Trier 1909;
Schriftafeln zur Erlernung der Lateinischen Palaeographie
herausgegeben von WILHELM ARNDT. Erstes Heft, vierte, erweiterte
Auflage besorgt von MICHAEL TANGL, G. Grote’sche
Verlagsbuchhandlung, Berlin 1904.
A queste opere, spesso utilizzate per offrire agli studenti le
riproduzioni in fotocopia, P. Rabikauskas univa le conoscenze che
egli aveva acquisite presso l’École Nationale des Chartes,
adoperando ovviamente gli scritti degli eminenti professori
francesi, come M. PROU (Manuel de Paléographie latine et
française, …Membre de l’Institut, Directeur de l’École des
Chartes, 4 e éd. Refondue avec la collaboration de A. de Boüard,
Docteur ès Lettres, Professeur de Paléographie à l’École des
Chartes. Accompagnée d’un album de 24 planches, Auguste Picard
Éditeur, Paris 1924). P. Rabikauskas era, a sua volta, molto stimato
dai professori di quella Scuola parigina, i quali riconoscevano in
lui non soltanto un eminente lettore degli antichi tipi delle scritture
latine, ma piuttosto un bravo diplomatista nell’area dei documenti
pontifici.
5 Cfr. A. PETRUCCI, Breve storia della scrittura latina, nuova edizione riveduta e aggiornata,
Bagatto Libri, Roma 1992, 226 pp. Con abbondanti illustrazioni e disegni. Cfr. dello stesso
autore: Prima lezione di paleografia, in Universale Laterza, 811, Ed. Laterza, Roma - Bari
2002, 137 pp.
3

Nel frattempo, egli manteneva frequenti conversazioni coi
professori italiani, in particolare quelli che impartivano lezioni
presso la allora Scuola Vaticana di Paleografia e Diplomatica.
Conosciuta è la grande stima che G. Battelli teneva per i gesuiti
della Gregoriana, in particolare per P. Rabikauskas. 6
Se il P. Bruno Katterbach, O. F. M. era stato il maestro
preferito del futuro professore G. Battelli, ben possiamo affermare
che, nel caso del P. Rabikauskas, oltre agli autori sopra citati, ha
avuto un impatto chiaro la figura magistrale del professore B.
Bischoff, molto ricordato dal gesuita, suo studente all’Università di
München (1953-1954). La presentazione codicologica degli scritti
di B. Bischoff (Paläographie des römischen Altertums und des
abendländischen Mitterlalters, in Grundlagen der Germanistik,
herausgegeben von Hugo Moser und Hartmut Steinecke.
Mitbregündet von Wolfgang Stammler, Eric Schmid Verlag,
Berlin 1979) non diminuiva la stima che P. Rabikauskas teneva sul
valore dello studio paleografico realizzato dal tedesco. Quando fu
fatto un omaggio al Professore B. Bischoff, all’occasione del suo
sessantesimo compleanno (20.XII.1966), nell’elenco dei 34
studenti più meritevoli dell’anziano maestro è stato nominato il P.
Dr. Paul Rabikauskas S.J., «Professor an der Pontificia Università
Gregoriana, Rom» 7 .
3.- Risorse per la Diplomatica Pontificia
Fin qui, abbiamo visto alcuni degli influssi che P. Rabikauskas
ha ricevuto per la sua formazione docente nel campo della
Paleografia latina. Per quanto riguarda la Diplomatica generale e
pontificia, tutti i suoi studenti sono d’accordo nel concedere la
qualifica di «ottimo» a quest’umile professore lituano. Colpisce il
fatto della persistenza qualitativa dei suoi scritti stampati «ad usum
auditorum», a modo di dispense, realizzate dalla Tipografia della
Gregoriana. Questi scritti, sempre in latino, poveri nella
presentazione, sono assai ricchi nel contenuto. Quando si diceva
fra gli studenti “il Rabikauskas”, si voleva esprimere il manuale di
diplomatica pontificia redatto pazientemente dal maestro. In realtà,
6 G. Battelli, benemerito maestro dei paleografi, aveva dedicato la 2ª edizione del volume
Lezioni di Paleografia (in Pontificia Scuola Vaticana di Paleografia e Diplomatica, Città del
Vaticano 1939), al R. P. Karl Silva-Tarouca, S.I., mediante un autografo nella terza pagina del
libro: «Al reverendissimo P. Silva-Tarouca, con devoto ossequio, l’autore».
7 P. Rabikauskas conservava, fra le sue carte, due lettere a lui indirizzate dal Professore
Johanne Autenrieth – Professore di Filologia Latina nell’Università di Freiburg in Brisgau -,
con date 29.XI.1966 e 14.XII.1966, nella prima delle quali il mittente ha scritto a mano: «Für
Ihren liebenswürdigen Brief danke ich Ihnen herzlich. Ihre J. Autenrieth».
4

si tratta di un volume che continua ad essere ristampato presso
l’Editrice della Pontificia Università Gregoriana: Diplomatica
Pontificia, cum introductione: notiones generales de diplomatica
(praelectionum lineamenta). 8
Fra gli autori ritenuti dal P. Rabikauskas come principali
autorità della Diplomatica Pontificia si trova il tedesco H. Bresslau
(Cfr. Manuale di diplomatica per la Germania e l’Italia.
Traduzione di Anna Maria Voci-Roth, sotto gli auspici
dell’Associazione Italiana dei Paleografi e Diplomatisti, Ministero
per i Beni Culturali e Ambientali, Ufficio Centrale per i Beni
Archivistici, nella collana Pubblicazioni degli Archivi di Stato.
Sussidi, 10, Roma 1998, LXXXVI + 1423 pp.) Durante gli anni del
magistero del P. Rabikauskas non era stata ancora pubblicata la
versione italiana dei volumi fondamentali di H. Bresslau. Nella
stanza del gesuita erano presenti, invece, i due volumi in lingua
tedesca, molto adoperati (Handbuch der Urkundenlehre für
Deutschland und Italien, Leipzig 1889, 2ª ediz. in 2 voll., Leipzig
1912-1931. Seconda ristampa della 2ª ed. nell’anno 1958, con
indici nel 1960). Non per caso, P. Rabikauskas qualificava questo
scritto così: «melius diceretur monumentalis». Ci chiediamo se,
dopo lo studio apparentemente esaustivo di H. Bresslau, sia stato
possibile aggiungere alcune virgole alle conoscenze nel campo dei
documenti, anche su quelli della Santa Sede.
Altri autori, addirittura contemporanei, oppure poco posteriori
agli scritti «monumentali» di Bresslau, costituiscono una risposta
affermativa alla domanda sul progredire delle ricerche
diplomatistiche. Basta ricordare i casi seguenti, tutti quanti
conosciuti da P. Rabikauskas: il prezioso volume, con riproduzioni
anastatiche, di L. Schmitz-Kallenberg, Privatdozent an der
Universität Münster, pubblicato nel 1904 (Practica Cancellariae
Apostolicae saeculi XV. exeuntis. Ein Handbuch für den Verkehr
mit der päpstlichen Kanzlei), libro che ebbe nella biblioteca
personale il P. Josef Grisar, S.I., antico docente di Diplomatica
Pontificia nella Gregoriana durante il primo decennio
dell’esistenza della Facoltà di Storia Ecclesiastica (a partire dal
1932); 9 la ricchezza dello studio di M. Tangl – già citato per
8 La prima edizione di queste dispense di Diplomatica Pontificia ebbe luogo nell’anno 1964,
con ristampa negli anni 1968, 1970, 1980, 1994 e 1998. Pochi giorni prima di morire – 7
marzo 1998 – P. Rabikauskas ebbe la gioia di tenere fra le sue mani l’edizione 6ª, «emendata
et aucta», del 1998.
9 P. Rabikauskas disponeva pure della 2ª edizione di quest’opera: L. SCHMITZ-KALLENBERG,
Papsturkunden [Die Lehre von des Papsturkunden], in Urkundenlehre, I. und II. Teil,
[Grundbegriffe Kónigs- und Kaiserurkunden von Dr. R. Thommen, o. professor in Basel]
…….., in Grundriss der Geshichtswissenschaft zur Einführung in das Studium der deutschen
Geschichte des Mittelalters und er Neuzeit, gerausgegeben von Aloys Meister, Band 1
5

quanto riguarda la paleografia – sul tema: Päptslichen
Kanzleiordnungen von 1200 – 1500, …Insbruck, Verlag de
Wagner’schen Universitäts-Buchhandlung 1894, LXXXI – 460 pp.,
dove lo studioso può ritrovare le trascrizioni delle Constitutiones
Apostolicae di Giovanni XXII indirizzate al rinnovamento della
Cancelleria Apostolica (Avignone, 1331); il primo volume dello
Schedario Baumgarten. Descrizione diplomatica di Bolle e Brevi
originali da Innocenzo III a Pio IX. Riproduzione anastatica con
introduzione e indici a cura di Giulio Battelli…I (Innocenzo III –
Innocenzo IV, anni 1198 – 1254), Città del Vaticano. Presso
l’Archivio Segreto Vaticano 1965; infine, ma non l’ultimo, un
libro al quale P. Rabikauskas ci teneva molto: FRANCO
BARTOLONI, Suppliche pontificie dei secoli XIII e XIV. Estratto dal
Bullettino dell’Istituto Storico Italiano per il Medio Evo e Archivio
Muratoriano, n. 67, Roma, Tipografia del Senato, del Dott.
Giovanni Bardi, 1955, 187 pp.
È doveroso ricordare di nuovo la stima del P. Rabikauskas
riguardo alle pubblicazioni dell’École des Chartes, in particolare,
nell’area della Diplomatica, come è stato il caso delle tavole scelte
da A. DE BOÜARD (Mauel de diplomatique française et pontificale.
I. Diplomatique générale; II. L’acte privé, Paris 1929 e 1948. Con
aggiunta di due albums: I [1929] 52 planches; II. Ière Série [1949]
17 planches, 2ème Série [1952] Planches 18 à 34).
4.- Materiale fotografico e fotocopie
Il lettore avrà capito che P. Rabikauskas disponeva «a portata
di mano» di un ricco materiale per la docenza della Paleografia la
Diplomatica Pontificia. In questo senso, possiamo affermare
categoricamente che egli era un docente privilegiato.
D’altronde, ancora prima della creazione della Facoltà di
Storia Ecclesiastica, hanno insegnato nell’Università Gregoriana
alcuni docenti di alto valore accademico. Questo fu il caso del P.
Franz Ehrle, S.I., il quale fu nominato da Leone XIII Prefetto della
Biblioteca Vaticana (1895); più tardi, durante gli anni di Benedetto
XV, il P. Ehrle fu docente di Paleografia latina nel Pontificio
Istituto Biblico, e di Storia dello Scolasticismo presso la
Gregoriana. Pio XI lo nominò, con data 11 dicembre 1922,
cardinale diacono del titolo di San Cesareo in Palatio, come
premio ai suoi servizi al Pontificato. Infine, nel 1929 fu nominato
cardinale bibliotecario ed archivista della Santa Sede. P.
Abteilung. 2, II. Teil, zweite Auflage, Druck und Verlag von B. G. Teubner in Leipzig und
Berlin 1913, pp. 56-116.
6

Rabikauskas si servì dai lavori realizzati mediante l’impulso del P.
Ehrle, in particolare dalle riproduzioni anastatiche ottimamente
fatte, come quelle pubblicate nel volume: Specimina codicum
latinorum vaticanorum. Collegerunt FRANCISCUS EHRLE S. J. et
PAULUS LIEBAERT, Bonnae, A. Marcus et E. Weber. Oxoniae : apud
Parker et filium. Romae : Fridericus Pustet, Pontificius bibliopola,
MCMXII, VIII + 50 riproduzioni anastatiche di documenti +
quaderno allegato di pp. XXXVI, contenente la spiegazione
sufficiente di tutte le tavole del volume.
Gli studenti del P. Rabikauskas conoscono bene queste tavole.
Nell’Archivio Storico della Gregoriana si conservano alcune bozze
della stampa di queste pagine, con annotazioni manoscritte del P.
Ehrle. A disposizione della Facoltà di Storia e Beni Culturali della
Chiesa si trovano le rispettive fotografie che sono servite, e
servono ancora, per la docenza della Paleografia latina.
Oltre a queste fotografie, sono state utilizzate dal P.
Rabikauskas le riproduzioni fatte nella Tipografia della Gregoriana
e numerate dal 1 al 50, non sempre d’origine conosciuta, in cui si
legge: Ad usum Seminarii Hist. Eccl. in Pont. Univ. Gregoriana.
A quanto sappiamo, P. Rabikauskas non adoperò nelle sue
lezioni e pratiche le diapositive, nemmeno i cosiddetti «lucidi»
proiettati sulla lavagna luminosa. Egli mostrava, tutt’al più,
riproduzione ingrandite, oppure alcuni disegni di grande misura
realizzati durante i tempi precedenti alla sua docenza. Questo
vuoto era riempito, però, dai grandi volumi classici sopra
menzionati, utili per la Paleografia e per la Diplomatica (abbiamo
già nominato alcuni autori: Arndt, Tangl, Steffens, Ehrle, ecc.)
Gli auditori del gesuita utilizzarono la collana di tavole
allestita da G. Battelli, la cui prima edizione ebbe luogo nell’anno
1933: Acta Pontificum. Collegit Iulius Battelli, in Exempla
scripturarum. Edita consilio et opera procuratorum Bibliothecae
et Tabularii vaticani. Apud Bibliothecam Vaticanam. MCMXXXIII,
49 tavole + 35 pp. di trascrizioni. Questo materiale grafico fu, e
continua ad essere, veramente prezioso, difficilmente superabile.
La prima edizione (1933) riuscì ad avere una più chiara risoluzione
nelle riproduzioni anastatiche, essendo, in questo senso, più
didattica che la terza edizione (1965). I materiali di studio che si
adoperavano presso la Scuola Vaticana di Paleografia e
Diplomatica erano sempre accolti in sede Gregoriana.
5.- Svolgimento degli esami
7

Di solito, P. Rabikaukas prediligeva la conversazione con lo
studente allo scopo di fare l’esame, cioè l’esame orale. Questo non
toglieva il fatto che egli ordinasse, ogni tanto, di fare alcune
exercitationes, in modo breve e per iscritto, come lavoro da
realizzare nel collegio o residenza degli studenti.
La pratica degli esercizi scritti era solita nella Gregoriana,
secondo la tradizione della Ratio Studiorum della Compagnia di
Gesù. Tra le carte del P. Rabikauskas, a lui pervenute dai loro
predecessori nell’insegnamento della Diplomatica, si conservano
alcuni di questi antichi esercizi, con la firma dei diversi studenti.
Ad esempio, Angel Pengson, studente nel Pontificio Collegio Pio
Latino Americano, con data 30 maggio 1941, realizzò una
trascrizione della parte iniziale – il protocollo – e la spiegazione
della parte finale – lo schatocollo – di un documento
dell’Imperatore Enrico III.
Lo studente disegnava il monogramma del sovrano e faceva
notare che la sottoscrizione era stata fatta dal Notaio o
Vicecancelliere regale; poi aggiungeva il significato della parola
«recognovit» («dicere vult quod Guntehrius Cancellarius attestatur
authenticitatem documenti»). Osserva infine la datazione: Data IIII
nonas Iulii Anno Dominice Incarnationis MLVI, Indictionis VIII,
Anno autem Domni Henrici Tertii Regis, Imperatoris Sedi,
Ordinationis eius XXVIII, Regni quidem XVIII, Imperii X. Egli
scrive: «Omnia haec verba significant datationem vel datum cum
indicatione diei, mensis, anni et temporis regni». Actum Wormacie
– Worms – «locus ubi factum est documentum atque publicatum».
In Dei nomine, feliciter amen. «Est adprecatio vel potius formula
benevolentiae». Nelle sue correzioni, P. Rabikauskas dimostrava il
suo serio interessamento: «Bisognava controllare bene il testo
trascritto con l'originale!»«Avendo dinanzi l'edizione, doveva
trascrivere meglio...»«Allora non prova!» 10
Quando però gli esami si svolgevano oralmente, lo studente si
presentava nella camera del professore all’ora previamente segnata
e, durante il tempo di una quindicina di minuti, P. Rabikauskas
presentava una fotografia di quelle che egli aveva mostrato nella
scuola, chiedendo una trascrizione, nonché la rispettiva traduzione
dal latino. Egli domandava, poi, qualche dettaglio sul tipo della
scrittura del manoscritto.
10 Nell’anno 1941 fecero questi esercizi, oltre allo studente citato, tra gli altri: Arturo Stomka,
P. Hyacinthus a Mór, O.F.M. Cap., P. S. Bravo, S.I., Fra Juan Meseguer, O.F.M., P. Lazzaro
von Aspurr, O.F.M. Cap., P. Odorico, O.F.M. Cap., Carlos Manuel Euba, O.R.S.A., P.
Michael Müller y Carmelo Zazinović. Durante quegli anni era docente il P. Josef Grisar. Le
ultime esercitazioni che furono fatte con il P. Rabikauskas sono degli anni 1993-1994, e
portano le firme di L. Antonio Rojas L., R. Aparicio Céspedes, M. Mantica, G. Filippo, M.
Giovannoni,
8

Durante gli anni della docenza di P. Rabikauskas gli studenti
dell’allora Facoltà di Storia Ecclesiastica conoscevano, almeno
basicamente, la lingua latina, avendola prima studiato nei cicli del
Liceo - Baccalaureato – durante l’insegnamento secondario in
molti paesi e, addirittura, presso i seminari diocesani. I professori
della Gregoriana svolgevano le lezioni in latino, fino all’anno
accademico 1969-1970, in cui fu iniziato l’uso normale
dell’italiano come lingua dell’Università. P. Rabikauskas non era
d’accordo assolutamente sull’abbandono della pratica della lingua
latina, anzi, nella prefazione dell’ultima edizione delle sue
dispense di Diplomatica pontificia (1998), indirizzate al «Benigno
lectori», egli ha scritto la seria motivazione che gli premeva a
mantenere a tutti i costi l’uso del latino: «Cur linguam latinam
quasi pervicaciter retinere volui? – Verum est nostris diebus
cognitionem linguae latinae ubicumque, tam apud iuvenes
humanioribus litteris operam dantes, quam apud adulescentes
ecclesiasticos servitio Ecclesiae deditos valde regressam esse. Sed
et alius non minus verum est, investigationes el commentationes
sinceras historiae pontificiae et generatim historiae ecclesiasticae
fieri non posse sine idonea cognitione linguae latinae, qua maxima
pars fontium temporum praeteritorum conscripta est et adhuc
hodie documenta praecipua summorum pontificum latine
scribuntur». 11
Di solito, quindi, gli esami orali con il P. Rabikauskas si
svolgevano con qualche difficoltà – quelle tipiche di queste scienze
in quanto paleografiche -, ma gli studenti superavano in genere
questi esami, raggiungendo un voto più che sufficiente.
6.- A modo di conclusione
P. Rabikauskas è riuscito ad innestare nelle persone dei suoi
studenti il piacere per la lettura e la conoscenza degli scritti antichi,
in particolare i documenti pontifici. Le circostanze – spesso dolenti
– della sua vita, marcata dal segno religioso e gesuitico, gli hanno
procurato le risorse necessarie per diventare un bravo professore.
Egli, con semplicità, non ha fatto altro che comunicare agli altri ciò
che personalmente egli aveva ricevuto, servendosi dei materiali di
cui disponeva nell’Università Gregoriana, mantenendosi in
comunicazione scientifica in particolare con gli studiosi di scuola
tedesca, francese e italiana.
11 P. RABIKAUSKAS, Dilomatica pontificia. (Praelectiones lineamenta). Editio sexta emendata
et aucta (ad usum auditorum), E.P.U.G., Romae 1989, p. 3. La sottolineatura è nostra.
9

I suoi predecessori nell’insegnamento della Paleografia latina
e della Diplomatica pontificia – tra gli altri, i Padri F. Ehrle, J.
Grisar, J. P. Sola, K. Silva - Taroruca, P. Droulers e F. Kempf – gli
hanno preparato, in un certo senso, il cammino pedagogico, in
particolare per quanto si riferisce alle risorse da adoperare – album,
fotografie, disegni, manuali acquisiti -. Lo scopo preteso tramite
l’insegnamento di queste discipline è stato raggiunto: molti degli
studenti del P. Rabikauskas sono riconoscenti al suo lavoro
magistrale.
10