AA.VV. Itinerario Virgiliano - Ecomuseo e Agenda 21 Parabiago
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Georgiche<br />
<strong>Itinerario</strong><br />
VIRGILIANO<br />
Vitis vinifera<br />
La Vite<br />
Famiglia: Vitaceae<br />
Collibus an plano melius sit ponere vitem,<br />
quaere prius. si pinguis agros metabere campi,<br />
densa sere (in denso non segnior ubere Bacchus);<br />
sin tumulis accliue solum collisque supinos,<br />
indulge ordinibus<br />
Se in collina o in piano sia meglio porre la vite, è il tuo primo<br />
problema. Se assegnerai alle viti campi di una pianura grassa,<br />
piantale fitte: quando la piantagione è fitta, Bacco non è meno<br />
solerte a produrre. Se hai un terreno accidentato di rialzi<br />
e colline dal lieve pendio, dà più spazio ai filari<br />
II, 273-277<br />
Nel libro II delle Georgiche<br />
Virgilio dedica alla vite ben 160<br />
versi, poiché questa coltivazione<br />
assumeva importanza fondamentale<br />
all’epoca. In questi versi il<br />
poeta prima offre alcuni suggerimenti<br />
sulla piantagione e sui<br />
lavori richiesti dalla vite: dalla<br />
zappatura, alla preparazione dei<br />
diversi sostegni, alla potatura e<br />
alla protezione dagli animali selvatici,<br />
poi passa ad occuparsi<br />
della cura delle vigne.<br />
La viticoltura era diffusa anche<br />
nell’Italia Settentrionale. La tecnica<br />
con cui era coltivata la vite<br />
32<br />
in questa zona, fu chiamata dai<br />
romani arbustum gallicum cioè<br />
“piantata all’uso gallico”, anche<br />
se era già sviluppata prima dell’arrivo<br />
dei Galli (cioè le popolazioni<br />
celtiche).<br />
Secondo quanto scrisse Livio<br />
nella sua opera Ab urbe condita,<br />
fu un etrusco ad introdurre il<br />
vino in Gallia per vendicarsi del<br />
sovrano (il lucumone) che gli<br />
aveva sedotto la moglie. I Galli<br />
allora, richiamati proprio dal<br />
vino, attraversarono le Alpi ed<br />
occuparono i territori abitati in<br />
precedenza dagli Etruschi.