Figure di madre - Palumbo Editore

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MODULO TEMATICO INTERDISCIPLINARE Figure di madre 6 La madre sotto accusa Un nuovo modo di essere madre alternativa proposta è quella di una famiglia «elettiva», che scopre un modo nuovo di esse- L’ re madre. «È necessario inventare nuove forme di relazione e di educazione – scrive nel primo numero la rivista femminista Effe (1977) –. Non abbiamo più voglia di essere buone madri, vogliamo essere donne felici di fronte a bambini felici che non è detto debbano essere obbligatoriamente nostri. […] Vogliamo solo figli amati […] per il loro piacere come per il nostro, rivendichiamo in S7 CINEMA M2 on line La vicenda Esteban compie diciassette anni, sta scrivendo un racconto intitolato «Tutto su mia madre», con la quale ha un intenso rapporto. Unico rimprovero: la madre Manuela non gli ha mai parlato del padre sconosciuto. Una sera, uscito da teatro, Esteban insegue una famosa attrice (Huma Rojo) per avere un autografo ma è investito da una macchina sotto gli occhi della madre. L’incidente, ripreso in soggettiva, con l’urlo della madre in asincronia, come un’eco sconvolgente, segna l’acme drammatico da cui si sviluppa la seconda vita di Manuela. Dopo la morte clinica del figlio, Manuela dona i suoi organi. Leggendo il diario di Esteban, Manuela apprende quanto gli fosse mancato il padre. E proprio per ritrovarlo, diciotto anni dopo essere fuggita da lui, che aveva cambiato sesso, parte da Madrid per Barcellona. Qui Manuela ritrova Agrado, un’amica transessuale che si prostituisce e che aiuta a ritrovare la fiducia nella vita. Manuela aiuta una giovane suora missionaria (Rosa), rimasta incinta da Lola – il transessuale che era stato il marito di Manuela e il padre di Esteban – che ha trasmesso l’aids a Rosa. Cerca infine Huma Rojo e le racconta del figlio morto per lei, sconvolgendola. Intanto Rosa muore partorendo Esteban (chiamato così in onore degli altri due Esteban, il padre e il figlio di Manuela). Il giorno del funerale compare finalmente Lola, con i capelli lunghi e le unghie smaltate, che solo allora scopre commosso la sua doppia paternità. Manuela parte portando con sé il figlio di Rosa che guarisce miracolosamente, negativizzando il virus dell’aids. 16 primo luogo una completa divisione dei compiti e delle responsabilità in tutti i momenti e a tutti i livelli dell’allevamento e dell’educazione». E si conclude: «ci avevano imposto la maternità a tutti i costi […] ci avevano espropriato della nostra maternità facendocela vedere come nostra unica realizzazione. Sappiamo che noi la viviamo, la vogliamo in un altro modo, ma è nostra, riprendiamola, è un nostro diritto!» Alla fine del secondo millennio Pedro Almodóvar estremizza questo messaggio in un film improbabile, ma trascinante, Tutto su mia madre (1999) (cfr. S7). Pedro Almodóvar, Tutto su mia madre (Todo sobre mi madre) (Spagna-Francia, 1999) Un mondo di donne Il film narra un mondo di affetti e di relazioni solidali tra donne, dove gli uomini non hanno cittadinanza; o muoiono o cambiano sesso o sono istupiditi come il padre di Rosa. Dalla morte di Esteban, il giovane intellettuale, nasce la spinta emozionale (dolore, rimorso, speranza) che nutrirà il futuro di chi è sopravvissuto. La strana tribù di donne in cui si imbatte Manuela è osservata dal regista con affetto e partecipazione. Diventa per tutte una nuova famiglia. Soprattutto Rosa trova nel sodalizio con Manuela la sua vera madre, al di fuori dei legami biologici (una madre ottusa e un padre chiuso in un autismo senza memoria) e ideologici (il centro missionario dove lavora). La maternità di Manuela si dilata: resiste alla morte del figlio, accetta gli errori di Lola, perdona la stupidità di suor Rosa, ritrova nel secondo Esteban, il bambino miracoloso, un senso al suo dolore. La trama improbabile, fatta di svolte clamorose e surreali, è resa tuttavia avvincente da un ritmo narrativo che non dà tregua, taglia via la banalità quotidiana, infrange schemi e pregiudizi, rendendo normale l’impossibile, familiare la trasgressione, che alla fine conquista tutti, perfino la madre più conformista (quella di Rosa). Il segreto sta nella capacità del regista di catturare il desiderio, l’abbandono al flusso della vita al di là di ogni luogo comune, il coraggio di vivere più vite. Perciò il teatro, la scena, il cinema hanno tanto spazio nel film, un inno alla solidarietà delle donne che lasciandosi guidare dal proprio istinto sanno usare la scena della vita per vivere autenticamente se stesse. Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese, La letteratura come dialogo [G.B. Palumbo Editore]
MODULO TEMATICO INTERDISCIPLINARE Figure di madre 6 La madre sotto accusa T4 da Sexton, La casalinga, trad. it. di Rosaria Lo Russo, in «Poesia» VIII, 90, 1995. Anne Sexton Casalinga M2 on line Anne Sexton è una poetessa americana morta suicida nel 1974. Ha fatto parte del gruppo dei poeti confessionals. La sua poesia nasce dallo scandaglio del dato biografico alla luce degli strumenti cognitivi forniti dalla psicoanalisi, a cui gli autori del gruppo si sottoponevano regolarmente. Some women marry houses. It’s another kind of skin; it has a heart, a mouth, a liver and bowel movements. The walls are permanent and pink. 5 See how she sits on her kness all day, faithfully washing herself down. Men enter by force, drawn back like Jonah into their fleshy mothers. A woman is her mother. 10 That’s the main thing Certe donne sposano una casa. Altra pelle, altro cuore altra bocca, altro fegato altra peristalsi. 1 5 Altre pareti: incarnato stabilmente roseo. Guarda come sta carponi tutto il giorno a strofinar per fedeltà se stessa. Gli uomini c’entrano per forza, 10 risucchiati come Giona 2 in questa madre ben in carne. Una donna è sua madre. Questo conta. 3 peristalsi: l’insieme dei movimenti del tubo digerente necessarie alla ingestione del GUIDA ALLA LETTURA La donna-madre Il testo si basa su una duplice analogia, donna-casa e donna-madre. Questa identità, se è strumento di alienazione per la donna («altra pelle, altro cuore») è invece per l’uomo fonte di sicurezza, anche se infantile e regressiva («risucchiati come Giona»). Lo scatto al verso 7 con il passaggio al tono imperativo («Guarda») esprime il risentimento per l’umiliazione e l’annientamento servile («carponi», «strofinar») della casa- cibo. 2 Giona: personaggio biblico rimasto cele- 17 Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese, La letteratura come dialogo [G.B. Palumbo Editore] bre per essere rimasto tre giorni nel ventre di una balena. linga. Ma proprio questa donna-casa, simbolicamente antro, ventre materno, come quello della balena che inghiotte Giona, è anche l’unica immagine del femminile che l’uomo sa riconoscere e amare nella donna («Una donna è sua madre. / Questo conta»). L’amarezza della denuncia nasce dalla consapevolezza di quanto sia lontana l’utopia di un rapporto d’amore libero e adulto tra i sessi.
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