TRISTAN und ISOLDE - Il giornale dei Grandi Eventi
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<strong>Il</strong> Giornale <strong>dei</strong> <strong>Grandi</strong> <strong>Eventi</strong><br />
Tristan <strong>und</strong> Isolde<br />
Analisi musicale<br />
Tristano, un fiume di note appassionate<br />
stravaganza<br />
che doveva una<br />
«Una<br />
volta essere compiuta,<br />
ma con la quale non bisognava<br />
giocare».<br />
Commentò così, anni dopo,<br />
Wagner la rivoluzione armonica<br />
messa in atto con il<br />
suo Tristan <strong>und</strong> Isolde.<br />
Un’affermazione volutamente<br />
equivoca quasi che il<br />
“gioco” messo in atto fosse<br />
in realtà involontario.<br />
Al contrario l’atto sovversivo<br />
fu tale che, com’è noto, la<br />
data del 10 giugno 1865, ovvero<br />
della prima esecuzione<br />
del Tristan <strong>und</strong> Isolde, è stata<br />
indicata come l’atto di nascita<br />
della musica moderna.<br />
La rivoluzione wagneriana<br />
Cerchiamo dunque di capire<br />
la portata della rivoluzione<br />
wagneriana.<br />
E che di rivoluzione vera e<br />
propria si trattasse se ne resero<br />
conto gli stessi orchestrali<br />
quando iniziarono le<br />
prove: «Ho fatto suonare per<br />
la prima volta il Preludio e ora<br />
mi accorgo di quanto enormemente<br />
mi sia allontanato dal<br />
mondo negli ultimi otto anni»,<br />
annotò Wagner nella<br />
sue Memorie. «Questo Piccolo<br />
Preludio fu per gli orchestrali<br />
così incomprensibilmente<br />
nuovo che dovetti addirittura<br />
guidare di nota in nota i<br />
miei uomini come alla scoperta<br />
di pietre preziose nella miniera».<br />
Cosa c’era di nuovo e di diverso?<br />
La novità stava nella combinazione<br />
esplosiva fra due<br />
elementi ampiamente storicizzati:<br />
il cromatismo e il ritardo<br />
nella risoluzione armonica.<br />
Da sempre il cromatismo è<br />
stato collegato all’idea della<br />
sensualità. Lo era ai tempi<br />
<strong>dei</strong> Greci, ad esempio,<br />
quando il genere cromatico<br />
e quello enarmonico erano<br />
considerati lascivi e contrari<br />
alla corretta morale. Inoltre,<br />
da sempre, il cromatismo<br />
è un elemento perturbatore<br />
di un ordine precostituito.<br />
Così era anche nel<br />
Rinascimento, quando il<br />
processo di superamento<br />
dell’antica modalità con il<br />
conseguente, lento approdo<br />
al sistema tonale fu<br />
messo in moto dall’esaspe-<br />
rato utilizzo di cromatismi:<br />
si pensi alla ricchezza “armonica”<br />
<strong>dei</strong> madrigali di<br />
Gesualdo da Venosa, che<br />
suonano ancora oggi a tratti<br />
quasi espressionisti nel<br />
loro urtante movimento<br />
delle parti.<br />
Cromatismo, dunque, come<br />
sensualità e forza perturbatrice.<br />
E’ interessante ricordare<br />
che se si prende un’altra<br />
opera di Wagner, più o meno<br />
coeva, I Maestri Cantori<br />
di Norimberga (1859), il linguaggio<br />
musicale è totalmente<br />
diverso, assai meno<br />
corrosivo. Ciò dimostra che<br />
in Wagner è il “dramma” a<br />
condizionare la scelta musicale.<br />
E nel caso del “Tristano”<br />
l’amore impossibile<br />
fra i due amanti richiedeva<br />
un discorso sonoro di<br />
profonda e trascinante sensualità.<br />
Tristano ed Isotta è<br />
opera erotica, il grande<br />
duetto è fra i più straordinari,<br />
coinvolgenti e travolgenti<br />
inni all’amore del teatro<br />
di tutti i tempi. E Tristano<br />
ed Isotta non sono un<br />
amore idealizzato, ma vero,<br />
carnale, sentito, come<br />
quelli che viveva con trasporto<br />
Wagner.<br />
Ma il loro desiderio, il loro<br />
amore non poteva avere<br />
pace. Ed ecco, allora, subentrare<br />
l’altro elemento<br />
già presente nel Preludio,<br />
la sospensione nelle risoluzioni<br />
armoniche.<br />
Nell’arco dell’Ottocento, va<br />
ricordato, la tavolozza armonica<br />
era andata via via<br />
arricchendosi. Se il primo<br />
Beethoven non si era discostato<br />
molto dall’armonia di<br />
Haydn e di Mozart, nelle<br />
sue opere estreme si avverte,<br />
complice una più sofferta<br />
e totalizzante elaborazione<br />
e variazione motivica<br />
con intense soluzioni anche<br />
contrappuntistiche, un di-<br />
scorso armonico spesso urtante<br />
e imprevedibile (si<br />
pensi alla stupefacente Fuga<br />
della Sonata op. 106).<br />
Con la generazione centrale<br />
del Romanticismo, l’armonia<br />
divenne un elemento<br />
portante del discorso,<br />
nel senso di un impiego<br />
sempre più raffinato per<br />
un’identificazione soggettiva<br />
del tema associato a<br />
un’idea, ad un sentimento.<br />
Se si prendono Chopin o<br />
Schumann, la tavolozza armonica<br />
è ricchissima. E sulla<br />
scia di Chopin si pose,<br />
naturalmente, anche Liszt,<br />
suocero di Wagner e suo<br />
diretto anticipatore se è vero<br />
che una volta dichiarò<br />
provocatoriamente: «Qualunque<br />
accordo può essere seguito<br />
da qualunque accordo».<br />
<strong>Il</strong> Preludio del Tristano<br />
L’intero Preludio del “Tristano”,<br />
dunque, gioca a<br />
confondere le carte dell’armonia<br />
classica, alterando<br />
l’equilibrio che solitamente<br />
esiste fra accordi di movi-<br />
mento (quelli che al nostro<br />
orecchio, per intenderci,<br />
suonano più o meno dissonanti,<br />
ci danno cioè l’idea<br />
che debba succedere qualcosa<br />
subito dopo) e accordi<br />
di quiete (rassicuranti, di<br />
riposo). Un musicista di<br />
qualche tempo fa ricordava<br />
spiritosamente che quando<br />
la moglie voleva che lui si<br />
alzasse da letto, andava al<br />
pianoforte, suonava un accordo<br />
“di movimento” (una<br />
settima di dominante) e lui<br />
sentiva l’impulso di alzarsi<br />
per andare a “risolvere” l’accordo<br />
lasciato in sospeso!<br />
Alla terza battuta, dunque,<br />
Wagner mette un accordo<br />
di movimento, ma non lo<br />
risolve. Lo avesse fatto seguire<br />
dal prevedibile accordo<br />
risolutivo, Isotta sarebbe<br />
morta dopo 20 secondi<br />
di musica e ci saremmo<br />
persi la più travolgente, ma<br />
anche lunga storia d’amore<br />
in musica.<br />
Invece, non solo Wagner fa<br />
saltare quell’accordo che il<br />
nostro orecchie presentiva,<br />
ma via via ne saltano molti<br />
altri e il discorso musicale<br />
si fa affannoso, interrotto,<br />
agitato, come agitato, tormentato<br />
è l’amore fra i due<br />
giovani.<br />
Un fiume di note<br />
appassionate<br />
In più, in quel piccolo e travolgente<br />
Preludio, Wagner<br />
riunisce, cita, annuncia i<br />
7<br />
vari Leitmotive che poi<br />
animano l’intera partitura,<br />
preparando pertanto<br />
un intreccio di elementi<br />
che poi costituisce l’humus<br />
principale dell’intero<br />
tessuto sinfonico dell’opera.<br />
I tre atti sono preceduti<br />
da altrettanti Preludi. Wagner<br />
lascia in questa partitura<br />
uno <strong>dei</strong> suoi esempi<br />
più mirabili di orchestrazione.<br />
E’ un’orchestra piena,<br />
colorita, imponente,<br />
capace tuttavia anche di<br />
leggerezze e di delicatezze.<br />
E la musica si piega<br />
così a evocare suoni della<br />
natura, a dar voce al mare,<br />
al mistero della notte,<br />
ai sentimenti più profondi.<br />
C’è la magia del filtro<br />
d’amore (annunciato da<br />
un Leitmotiv già nel Preludio).<br />
E poi c’è l’amore<br />
che gonfia la musica, la<br />
trasforma in un fiume di<br />
note appassionate, sublimi.<br />
C’è una pienezza melodica<br />
travolgente. Non è<br />
la melodia “italiana”, non<br />
c’è il lirismo alla Bellini,<br />
naturalmente. Ma Wagner<br />
fa cantare a piene<br />
voci e lo strumentale palpita,<br />
scavalca le voci stesse,<br />
incorporandole nel<br />
suo tessuto.<br />
Infine, la morte. Quella di<br />
Tristano e quella commovente,<br />
trasfigurata di Isotta<br />
che desidera solo ricongiungersi<br />
con il suo amato.<br />
La morte, nella tipica concezione<br />
romantica, vista<br />
come catarsi, come superamento<br />
del dolore e recupero<br />
di una pace superiore.<br />
«Nel flusso ondeggiante,<br />
nell’armonia risonante –<br />
canta Isotta – nello spirante<br />
universo del respiro del<br />
mondo, annegare, inabissarmi,<br />
senza coscienza, suprema<br />
voluttà».<br />
Nella morte di Isotta c’è il<br />
trionfo dell’amore superiore.<br />
Isotta e Tristano lasciano<br />
questa terra per ricongiungersi<br />
altrove e la<br />
musica di Wagner che sa<br />
di divino, di celestiale è lì<br />
con le sue armonie inquietanti,<br />
con le sue pienezze<br />
sonore a trasformare<br />
una semplice storia<br />
d’amore in un mito immortale.<br />
Roberto Iovino