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GIRO DI VITE AL TRAFFICO NELLA ZTL IL ... - Teramani.info

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PREZIOSITÀ<br />

L’oggetto del desiderio<br />

Sarah Bernhardt<br />

e l’altra luce<br />

di una diva<br />

Sarah Bernhardt (1844-1923) nasce a Parigi in Faubourg<br />

St-Honoré, da una modista ebrea di origine<br />

olandese e da uno studente in giurisprudenza.<br />

A sedici anni è ammessa al Conservatorio di<br />

Parigi grazie alla raccomandazione di un amante della<br />

madre, il duca di Morny, e all’uscita ottiene una scrittura<br />

alla Commédie Francaise.<br />

Vi esordisce nel 1862 senza troppo distinguersi per<br />

la sua bravura, ma continua la sua carriera di attrice<br />

diventando dieci anni più tardi la leggenda vivente del teatro mondiale.<br />

La sua casa è ridondante di decori, libri, quadri, ninnoli, cimeli della sua<br />

vita di attrice. Frai i suoi oggetti preferiti ci sono i gioielli di scena, che<br />

Record in città<br />

Il teramano Carmine Verni è stato nominato a settembre<br />

alla Fiera Sana di Bologna campione del mondo<br />

della pizza biologica. Primo tra 20 finalisti accorsi da<br />

tutto il pianeta, il proprietario della pizzeria “La tana di<br />

Lucifero” ha sbaragliato la concorrenza presentando una<br />

pizza che ha sintetizzato nei suoi componenti la summa<br />

alimentare italiana in questo settore, dalla mozzarella<br />

di bufala senza lattosio, al radicchio trevigiano, dal<br />

prosciutto di Parma biologico, alla mousse di ricotta<br />

di pecora con pere da far leccare i baffi, il tutto in un<br />

impasto di kamut, che ha esaltato l’ottima digeribilità.<br />

Il consenso dei 5 giurati internazionali è stato unanime,<br />

fino alla premiazione tra decine di tv che è stata condotta<br />

martedì 11 dal direttore del Worl Wide americano,<br />

dalla Redazione<br />

Il Teramano Carmine Verni<br />

è campione mondiale<br />

di pizza biologica<br />

di<br />

Carmine<br />

Goderecci di Oro e Argento<br />

spesso indossa anche al di fuori dei teatri.<br />

Sarah Bernhardt possedeva un importante collezione di gioielli di scena,<br />

oggi dispersa e non più documentabile se non per qualche pezzo sporadico,<br />

tra cui un diadema a forma di gigli in perle, realizzato appositamente<br />

per lei da Lalique intorno al 1890.<br />

Il gioiello più esemplificativo del gusto di Sarah Bernhrdt è tuttavia il<br />

bracciale di serpente disegnato per lei nel 1988 da Alphonse Mucha e<br />

realizzato da Georges Fouquet,uno dei grandi gioiellieri di Parigi.<br />

Quando Mucha si mette all’opera per disegnarlo, certamente<br />

ha in mente la figura alta e slanciata di Sarah<br />

Bernhardt, i suoi capelli folti e ribelli, raccolti intorno a<br />

un viso forte e imperioso. Mucha <strong>info</strong>nde in quel bracciale<br />

l’essenza dello stile del nuovo secolo,caricandolo<br />

di quella drammaticità tanto consona al personaggio<br />

dell’attrice.<br />

Per Mucha, giovane artista che vuole affermarsi,<br />

Sarah Bernhardt non è solo committente ideale, ma<br />

anche la musa ispiratrice di quel gioiello affascinante,<br />

esemplificazione massina dell’Art Nouveau con le<br />

sue curve sinuose, gli opali, gli smalti e i suoi rimandi<br />

a tipologie di ornamenti nati in terre lontane come<br />

l’india e l’antica grecia.<br />

Il bracciale, che si snoda per tutta la lunghezza del<br />

braccio e scende sotto forma di anello a legarsi al<br />

dito, è di una bellezza ambigua, sensuale e allo stesso tempo evocativa<br />

di morte e peccato, che attrae e contemporaneamente ripugna, inafferrabile<br />

come la vita. n<br />

manager di Kamut. La filosofia del ristoratore teramano, che è anche<br />

istruttore e ora, dopo il mondiale vinto, consulente al Nip (Nazionale Italiana<br />

Pizzaioli), è quella di cucinare alimenti a km zero: la spesa la fa tra i<br />

contadini di sua conoscenza, oppure a volte al mercato cittadino di Piazza<br />

Verdi, “scegliendo sempre i prodotti più genuini”. “Per la farina – aggiunge<br />

Verni – mi reco nei mulini del posto: punto molto alla territorialità del<br />

prodotto, come cerco di fare della qualità il mio target principale”. Ora<br />

prossima tappa, il campionato mondiale della pizza in calendario a Rimini<br />

a Febbraio. Il nome della sua pizzeria “La Tana di Lucifero” è da ricondurre<br />

al suo passato da fan del Teramo basket in veste di fondatore del famoso<br />

gruppo ultrà “Inferno Biancorosso”. La pallacanestro in città è scomparsa,<br />

il gruppo pure, però lui continua a vincere. Come tutti i bravi ragazzi di<br />

questo Paese ringrazia la mamma Marina. Ma non per<br />

chissà cosa, per i soliti stereotipi accumulati in questi<br />

secoli dai maschi italici e mammoni, bensì per il know<br />

how che ha saputo trasferirgli sin da piccolo, per tutte<br />

quelle conoscenze culinarie che ha saputo trasfondergli,<br />

per i sapori inconfondibili della nostra terra, per quel<br />

tesoro immane di una cucina slow food che lo stesso<br />

Petrini ha riconosciuto come una delle più importanti<br />

nel panorama nazionale. Il day after di Carmine Verni è<br />

stato di fuoco, in linea con il nome della sua pizzeria<br />

di Via Campana. Dopo che la notizia è stata diffusa c’è<br />

stato un viavai di amici, parenti, semplici curiosi, tutti<br />

a chiedere la pizza mundial, quella che ha sbaragliato<br />

tutti nella finale di Bologna. n<br />

11<br />

n.81

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