Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Il parco, il parcheggio,<br />
la scarpata e l’arenile.<br />
Nella pagina <strong>di</strong> sinistra,<br />
l’area occupata dall’ampliamento<br />
del <strong>di</strong>stributore.<br />
quartiere <strong>di</strong> Terranova, che<br />
assume sempre più carattere<br />
militare (Piazza d’Armi) documentato<br />
nella iconografia della<br />
città dalla continua demolizione<br />
degli e<strong>di</strong>fici, fino ai crolli<br />
determinati dal terremoto del<br />
1783 e all’ulteriore sgombero<br />
or<strong>di</strong>nato durante e dopo i moti<br />
del 1848 (1) . Nelle mappe <strong>di</strong> inizio<br />
‘800 infatti, l’area appare<br />
quasi priva <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici, sono presenti<br />
tracciati viari <strong>di</strong> collegamento<br />
con l’area centrale urbana,<br />
le mura e il bastione Don<br />
Blasco integri. Il rilievo IGM del<br />
1909 registra il crollo del tratto<br />
delle mura tra il bastione don<br />
Blasco, anch’esso parzialmente<br />
crollato, e la porzione<br />
terminale delle mura verso la<br />
Cittadella. Nella medesima<br />
mappa la linea <strong>di</strong> costa che si<br />
sfrangia in corrispondenza del<br />
crollo delle mura, appare<br />
addossata alle mura e rettilinea<br />
per tutto il tratto sino all’avanzamento<br />
corrispondente al<br />
rivellino S. Teresa della Cittadella.<br />
Occupata dalle baracche per<br />
l’emergenza del dopo terremoto,<br />
come tutte le aree libere<br />
e slarghi della città, l’area<br />
verrà successivamente ricolmata<br />
con macerie del terremoto<br />
prima e <strong>di</strong>scarica <strong>di</strong> inerti<br />
dopo, con il conseguente<br />
innalzamento della quota sul<br />
livello del mare rispetto alle<br />
aree contigue. Con la realizzazione<br />
del Cavalcavia e il<br />
collegamento con la via san<br />
Raineri, vengono in gran parte<br />
utilizzate le mura del Bastione<br />
don Blasco come fondazione<br />
del Cavalcavia medesimo,<br />
rimangono infatti al <strong>di</strong> sotto il<br />
tratto <strong>di</strong> collegamento tra le<br />
mura e l’elemento circolare,<br />
che emerge sull’arenile e il tratto<br />
lungo il Portalegni, come è<br />
anche possibile rilevare nell’attuale<br />
rilievo aereofotogrammetrico.<br />
La destinazione industriale<br />
della falce dopo il terremoto, i<br />
successivi ampliamenti dell’area<br />
ferroviaria e del traghettamento,<br />
la “<strong>di</strong>stanza” funzionale<br />
dall’area urbana, determinano<br />
l’ormai ben noto degrado<br />
dell’intera area e la sua<br />
esclusione alla fruizione pubblica<br />
che l’hanno resa <strong>di</strong> fatto<br />
territorio sconosciuto, pericoloso<br />
e privo <strong>di</strong> valore.<br />
Oggi questo tratto <strong>di</strong> Falce,<br />
sospesa sull’arenile a circa 6,50<br />
metri, che avanza sul mare<br />
rispetto alla linea delle mura <strong>di</strong><br />
circa 60 metri, totalmente pianeggiante,<br />
si presenta come<br />
area nuda con ancora forti elementi<br />
<strong>di</strong> degrado per uno sgombero<br />
non ultimato che ha lasciato<br />
sul luogo tracce del vecchio<br />
CITTÀ&TERRITORIO<br />
7<br />
N.1 Gennaio/Febbraio 2012