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abitante” il viceré Francesco<br />
De Bonavides per punire la<br />
<strong>Messina</strong> ribelle, vendette tutti<br />
i casali a monte della città, fra<br />
i quali Salice che con il vicino<br />
Gesso furono acquistati dal<br />
principe Alliata <strong>di</strong> Villafranca.<br />
Nel 1727 Salice con altri 19<br />
casali, ritornarono ad essere<br />
proprietà del Regio demanio.<br />
Nel 1819 tale Domenico Pettini,<br />
<strong>di</strong>scendente da nobile famiglia<br />
piemontese, acquistò da<br />
Carlo Cottone la contea <strong>di</strong><br />
Facciata della Chiesa S. Maria<br />
delle Grazie.<br />
In basso, interno della Chiesa<br />
S. Maria delle Grazie.<br />
Bauso con annesso titolo <strong>di</strong><br />
conte. La famiglia Pettini fu proprietaria<br />
dell’omonimo immobile,<br />
collocato sulla via Principe<br />
Umberto, dove tutt’oggi è<br />
ancora visibile il pregevole<br />
scudo in pietra (XVII sec.) che<br />
raffigura lo stemma gentilizio<br />
dei Pettini. Lo stemma, sormontato<br />
da una corona con a<br />
lato delle figure grottesche è<br />
sud<strong>di</strong>viso in quattro parti. Nel<br />
primo riquadro vi è una torre<br />
merlata, nel secondo un leone<br />
rampante che tiene tra le zampe<br />
un ramo <strong>di</strong> palma, nel terzo un<br />
braccio destro che tiene con<br />
la mano una medaglia d’oro,<br />
nel quarto infine un leone rampante<br />
che tiene nelle zampe<br />
anteriori una spada. Al centro<br />
è visibile una fascia con una<br />
stella ad otto raggi. In basso il<br />
motto scritto a caratteri romani<br />
“NE PEREAT”, chiaro messaggio<br />
lasciato ai posteri con<br />
la volontà <strong>di</strong> restare immortali.<br />
Negli anni 20 del ‘900, Santi<br />
Mazzeo acquistò le proprietà<br />
del conte compreso il parco<br />
<strong>di</strong>etro alla villa e i terreni agricoli<br />
circostanti Salice che furono<br />
coltivati fino alla sua morte,<br />
momento in cui il palazzo e le<br />
tenute vengono lasciate al più<br />
totale degrado. Oggi con commozione<br />
i salicesi – se è vero<br />
il principio sostenuto da Vico<br />
che la storia si ripete ciclicamente<br />
– osservando impotenti<br />
il degrado <strong>di</strong> palazzo Pettini,<br />
ormai pericolante, privo <strong>di</strong><br />
coperture e invaso da vegetazione<br />
infestante, auspicano<br />
una sua rinascita affinché<br />
possa tornare a rivivere il motto<br />
“NE PEREAT”.<br />
Le chiese: S. maria delle<br />
Grazie e maria SS. Annunziata<br />
Di rilevante interesse è la chiesa<br />
Madre del XVI sec. de<strong>di</strong>-<br />
CITTÀ&TERRITORIO<br />
N.6 Novembre/Dicembre 2011<br />
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