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3 - Comune di Messina

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Particolare della colonna crocifera<br />

e la colonna crocifera,<br />

Piazza Principe Umberto.<br />

venne specificato <strong>di</strong> quale Stefano<br />

si trattasse, fu inviata da<br />

Roma una reliquia del Protomartire.<br />

Nacque così la devozione<br />

al santo della reliquia che<br />

col tempo soppiantò quella del<br />

santo Juniore. Tuttavia non si<br />

può affermare con certezza a<br />

quale evento è collegata la<br />

devozione <strong>di</strong> questo santo, fatto<br />

sta che il culto del Protomartire<br />

fu ben accetto e si <strong>di</strong>ffuse<br />

tra i fedeli.<br />

La vita <strong>di</strong> S. Stefano il Giovane<br />

è più ampiamente documentata<br />

rispetto a quella <strong>di</strong> S.<br />

Stefano Protomartire <strong>di</strong> cui,<br />

come abbiamo detto, si narra<br />

negli Atti degli Apostoli. Stefano<br />

il Giovane nacque a Costantinopoli<br />

verso il 714-715 e<br />

morì nella stessa città il 28<br />

novembre 764. A quin<strong>di</strong>ci anni<br />

fu portato in monastero,<br />

<strong>di</strong>venne poi abate ma preferì<br />

de<strong>di</strong>carsi alla vita eremitica.<br />

Intanto scoppiò la lotta iconoclasta<br />

or<strong>di</strong>nata dall’imperatore<br />

Costantino V Copronimo, il<br />

quale or<strong>di</strong>nò <strong>di</strong> <strong>di</strong>struggere le<br />

immagini sacre e vietò la loro<br />

venerazione. Stefano, grande<br />

<strong>di</strong>fensore delle sacre immagini,<br />

non si lasciò corrompere<br />

dall’imperatore. Cominciarono<br />

per lui le torture, poi l’esilio e<br />

infine la condanna ad una morte<br />

crudele: trascinato per tutta la<br />

città e colpito con pietre e bastoni.<br />

Le sue viscere furono sparse<br />

e il suo corpo oltraggiato<br />

anche dopo la morte. Questo<br />

sacrificio valse a Stefano il riconoscimento,<br />

da parte della<br />

Chiesa, <strong>di</strong> martire dell’iconoclastia.<br />

La persecuzione <strong>di</strong> Costantino<br />

V causò la fuga dei monaci<br />

basiliani dalla Grecia all’Italia<br />

meri<strong>di</strong>onale e in Sicilia. Qui<br />

costruirono monasteri e portarono<br />

il culto verso S. Stefano<br />

il Giovane. A Salice il culto<br />

del martire dell’iconoclastia si<br />

<strong>di</strong>ffuse insieme alla costruzione<br />

<strong>di</strong> un monastero basiliano<br />

<strong>di</strong> cui si sono perse le tracce<br />

ma ne è documentata l’esistenza<br />

in un manoscritto del<br />

1342. Con il tempo il nome <strong>di</strong><br />

S. Stefano Juniore si è confuso<br />

con quello <strong>di</strong> un monaco<br />

che secondo la tra<strong>di</strong>zione fu<br />

lapidato e sepolto a Salice in<br />

un luogo sconosciuto. Questo<br />

non può certamente essere il<br />

Giovane perché come si evince<br />

dalle notizie riguardanti la<br />

sua vita non lasciò mai la Grecia.<br />

È probabile che si tratti <strong>di</strong><br />

un omonimo <strong>di</strong>scepolo vissuto<br />

proprio a Salice e che ebbe<br />

fama <strong>di</strong> santità. Questa figura<br />

è avvolta da un alone <strong>di</strong> mistero.<br />

Non esistono documenti<br />

che provano la sua esistenza,<br />

ma solo racconti orali tramandati<br />

dal popolo. La sua figura<br />

si confonde con quella del Giovane<br />

perché la tra<strong>di</strong>zione con<br />

CITTÀ&TERRITORIO<br />

N.6 Novembre/Dicembre 2011<br />

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