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Scarica il numero di Settembre 2008 - Asso Intrattenimento

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HH • 16<br />

<strong>di</strong>sco businessman<br />

Sig. Ezio Rizzoli come spiega <strong>il</strong> successo della sua serata?<br />

E’ semplice. All’inizio degli anni novanta tutti i miei colleghi cominciarono a subire <strong>il</strong> fascino della musica techno. Io ero dubbioso.<br />

Non mi piaceva <strong>il</strong> pubblico che quel tipo <strong>di</strong> musica coinvolgeva.<br />

Decisi <strong>di</strong> fare una scelta musicale contro-tendenza, riscoprendo i pezzi musicali più gettonati nell’epoca d’oro delle <strong>di</strong>scoteche<br />

e degli anni sessanta. Devo <strong>di</strong>re che ha funzionato…<br />

Con quale tipo <strong>di</strong> pubblico? Gli ultra trentenni?<br />

Al contrario, la maggioranza erano e sono ragazzi tra i venti e i trent’anni. Ma c’è da <strong>di</strong>re che la musica italiana rende possib<strong>il</strong>i<br />

notti all’insegna del <strong>di</strong>vertimento dove si incontrano persone <strong>di</strong> generazioni <strong>di</strong>verse.<br />

Era questa la magia della <strong>di</strong>scoteca che abbiamo perduto.<br />

Ma i suoi famosi lunedì si riproponevano ogni anno senza cambiamenti?<br />

<strong>Asso</strong>lutamente no. Siamo stati sempre attenti, <strong>di</strong> stagione in stagione, a cambiare qualcosa. La <strong>di</strong>scoteca non può stare ferma. Un<br />

impren<strong>di</strong>tore deve sempre concentrarsi sui dettagli e investire in modo oculato. Con Erik, <strong>il</strong> Dj storico delle notti italiane, abbiamo<br />

sempre stu<strong>di</strong>ato palinsesti musicali rigorosamente autentici ma con quelle <strong>di</strong>versificazioni che davano la sensazione al nostro<br />

pubblico <strong>di</strong> vivere serate sempre <strong>di</strong>verse.<br />

Oggi si <strong>di</strong>ce che le <strong>di</strong>scoteche siano morte o giù <strong>di</strong> lì. Lei cosa ne pensa?<br />

Purtroppo c’è del vero in affermazioni così ra<strong>di</strong>cali. Oggi la <strong>di</strong>scoteca non è più una priorità. La gente arriva troppo tar<strong>di</strong> e<br />

assume comportamenti inaccettab<strong>il</strong>i per un impren<strong>di</strong>tore. Io mi rifiuto <strong>di</strong> farmi travolgere da queste mode che non siamo stati<br />

capaci <strong>di</strong> arginare.<br />

Noi abbiamo sbagliato verso la metà degli anni novanta a non cavalcare in prima persona la riforma della notte. Dovevamo<br />

darci regole più serie. Non l’abbiamo fatto e quin<strong>di</strong> ci siamo trovati a gestire fenomeni che non c’entrano nulla con la cultura<br />

aziendale. Molti miei colleghi, spaventati o <strong>di</strong>sorientati da un pubblico che non capivano più, si sono buttati nelle mani <strong>di</strong> pr<br />

improvvisati, senza cultura.. E’ stata la fine degli anni d’oro delle <strong>di</strong>scoteche.<br />

Tutta colpa dei pr e delle mode? Oppure c’è dell’altro?<br />

Non ho detto questo. Ho detto che i primi ad essere colpevoli siamo stati noi impren<strong>di</strong>tori, in particolare noi che eravamo<br />

<strong>di</strong>rigenti del sindacato <strong>di</strong> categoria, allora più importante. Non siamo stati capaci <strong>di</strong> darci regole serie. Forse non siamo stati<br />

bravi a <strong>di</strong>alogare con le istituzioni, forse abbiamo unicamente tamponato delle emergenze. Ma dal punto <strong>di</strong> vista aziendale<br />

troppi <strong>di</strong> noi, delusi da situazioni sempre più <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>i, hanno alzato ban<strong>di</strong>era bianca. I clienti si sono abituati a comportamenti<br />

sempre meno coerenti dal punto <strong>di</strong> vista commerciale ed alla fine la <strong>di</strong>scoteca si è trasformata in una attività a rischio. Quali le soluzioni? Ci deve pur essere una via d’uscita!<br />

Erik Lugaresi e Riky Dj<br />

Io sono ancora qui, nonostante provi, sempre più, un forte desiderio <strong>di</strong> lasciare questo mestiere. Ma l’idea <strong>di</strong> consegnare le mie<br />

strutture a gestioni che considero assurde mi dà la forza <strong>di</strong> continuare, anche in questo momento così confuso ed ambiguo.<br />

La mia soluzione è questa: torniamo ad essere veri impren<strong>di</strong>tori, torniamo a gestire i nostri locali con autorevolezza, rispettiamo<br />

le regole fondamentali dell’economia.<br />

Vede, molti miei colleghi pur <strong>di</strong> riempire i locali vanno in rosso. E’ assurdo vedere gestioni che saturano un territorio e poi scoprire<br />

che dopo pochi mesi sono in fallimento totale. E’ chiaro che in questi mesi demenziali hanno danneggiato l’attività <strong>di</strong> colleghi<br />

più professionali, costringendoli a modalità anti economiche. Molti dei locali che hanno inflitto danni mortali alle <strong>di</strong>scoteche<br />

sono abusivi, per quanto riguarda la musica e <strong>il</strong> ballo. Dal 2000 ad oggi si è consumata sulla nostra pelle un grave ingiustizia.<br />

Dobbiamo arginare la concorrenza sleale, altrimenti moriremo tutti.<br />

Lei cosa propone?<br />

<strong>di</strong>sco businessman<br />

Oggi sarebbe prioritario intervenire sulle leggi e riqualificare <strong>il</strong> settore.<br />

In campo legislativo regioni e comuni hanno emanato regolamenti per l’organizzazione degli eventi <strong>di</strong> spettacolo e intrattenimento<br />

con <strong>di</strong>sposizioni sulla sicurezza <strong>di</strong>fferenti tra loro <strong>di</strong>ffondendo <strong>di</strong> fatto comportamenti abusivi legalizzati.<br />

Dobbiamo essere più organizzati, più partecipativi. Dobbiamo metterci più cuore. Probab<strong>il</strong>mente dobbiamo mettere mano al<br />

portafoglio. Ma soprattutto dobbiamo vivere i nostri locali con idee nuove, circondandoci <strong>di</strong> collaboratori seri e lavorando per<br />

rispettare <strong>il</strong> nostro pubblico che non ci ha affatto <strong>di</strong>menticati.<br />

HH • 17

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