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Scarica il numero di Settembre 2008 - Asso Intrattenimento

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assointrattenimento<br />

EUROPA VS USA<br />

<strong>di</strong> Gian Pietro Caliari<br />

Consulente del Presidente <strong>di</strong> Confindustria-<strong>Asso</strong><strong>Intrattenimento</strong> per le relazioni istituzionali e internazionali<br />

Il fatto che più colpisce <strong>il</strong> turista e <strong>il</strong> visitatore europeo che si reca negli Stati Uniti è la quasi totale assenza <strong>di</strong> piazze.<br />

Al <strong>di</strong> fuori delle gran<strong>di</strong> metropoli americane, in realtà, lo sv<strong>il</strong>uppo urbanistico delle città statunitensi è lineare e segue <strong>il</strong><br />

percorso delle principali arterie <strong>di</strong> comunicazione all’interno Stati Uniti d’America e fra gli stati dell’Unione. L’Europa, al<br />

contrario, ha <strong>il</strong> cuore delle sue città, dei suoi paesi e, persino, dei suoi più sperduti v<strong>il</strong>laggi nella piazza.<br />

Fin dai tempi della Grecia Ellenica, l’Άγορά (l’Agorà), la piazza, era <strong>il</strong> cuore della Πόλις, della città, dell’aggregazione<br />

sociale, dove si sv<strong>il</strong>uppavano e confrontano nuove idee, dove si governavano gli affari comuni e dove l’in<strong>di</strong>viduo<br />

<strong>di</strong>ventava non più un semplice Ίδιος (ì<strong>di</strong>os), un non-citta<strong>di</strong>no <strong>il</strong>letterato (termine da cui, attraverso <strong>il</strong> francesismo<br />

i<strong>di</strong>ote, deriva <strong>il</strong> nostro “i<strong>di</strong>ota”) e pertanto escluso dalla vita pubblica, ma un vero e proprio Пολιτικός (politicòs): un<br />

citta<strong>di</strong>no riconosciuto, integrato nel tessuto sociale, partecipe del bene comune e conscio – non “i<strong>di</strong>ota”! – delle sue<br />

responsab<strong>il</strong>ità in<strong>di</strong>viduali e collettive.<br />

L’intrinseca associazione fra in<strong>di</strong>viduo e piazza, e fra questa e <strong>il</strong> luogo dell’aggregazione, della socializzazione,<br />

dell’identificazione personale e collettiva è così esplicita e ra<strong>di</strong>cale che <strong>il</strong> f<strong>il</strong>osofo greco Aristotele, già nel IV secolo a. C.,<br />

non esita a definire l’essere umano come uno ζωον ρολιτικόν (zoon politikòn). Questa celebre definizione aristotelica<br />

è, spesso e a sproposito, interpretata come “l’uomo è un animale politico”. In realtà, una più fedele traduzione dal greco<br />

antico, dovrebbe farci correttamente intendere: l’in<strong>di</strong>viduo è un essere che necessita aggregazione, socializzazione,<br />

identificazione personale e collettiva.<br />

In altre parole: l’essere umano ha bisogno della piazza, <strong>di</strong> ritrovare in essa se stesso e gli altri, <strong>di</strong> animarla con le sue<br />

idee e le sue passioni, <strong>di</strong> confrontarsi e così forgiare e dare corpo alla società.<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista della crescita e affermazione in<strong>di</strong>viduale, poi, la psicologia evolutiva in<strong>di</strong>vidua nel desiderio <strong>di</strong><br />

socializzazione e aggregazione una delle tappe fondamentali <strong>di</strong> un equ<strong>il</strong>ibrato sv<strong>il</strong>uppo della personalità umana, in<br />

particolare, nella fase post-puberale e adolescenziale come nella prima fase dell’età giovan<strong>il</strong>e. Proprio in questo delicato<br />

sta<strong>di</strong>o della formazione psicologica e intellettuale, l’adolescente e <strong>il</strong> giovane ricercano una propria identificazione<br />

personale e <strong>di</strong> gruppo che superi lo stretto ambito parentale e famigliare. La piazza <strong>di</strong>venta <strong>il</strong> loro ambito connaturale<br />

ed essenziale per un’equ<strong>il</strong>ibrata e socievole maturazione della personalità.<br />

Possiamo, senz’altro, chiederci allora: i luoghi d’intrattenimento, i locali notturni, le <strong>di</strong>scoteche, rappresentano o possono<br />

rappresentare una delle contemporanee versioni dell’Agorà?<br />

Nel recente passato e nel presente del nostro Paese, ci sono piazze che si sono riempite altre svuotate; altre ancora,<br />

infine, che resistono. Si è riempita, nell’ultimo decennio, la piazza virtuale e cibernetica <strong>di</strong> Internet! Si è, a metà degli<br />

anni Novanta, svuotata quella degli storici movimenti giovan<strong>il</strong>i dei partiti della Prima Repubblica. Quel che resta <strong>di</strong> tali<br />

movimenti negli attuali partiti non è che una languida paro<strong>di</strong>a <strong>di</strong> quello che un tempo furono in Italia le aggregazioni<br />

politiche giovan<strong>il</strong>i: vere scuole <strong>di</strong> formazione, palestre <strong>di</strong> crescita intellettuale e vere fucine della futura classe <strong>di</strong>rigente<br />

della Repubblica!<br />

Altre piazze tra<strong>di</strong>zionali, dopo la crisi degli anni Settanta o Ottanta, tornano a riempirsi. Gli oratori, le associazioni<br />

religiose, i nuovi movimenti <strong>di</strong> spiritualità e, non da ultimo, le piazze delle messe papali. Queste, tuttavia, non appaiono<br />

più – come negli anni Cinquanta - esclusive, assolutizzanti e esorcizzanti le altre piazze virtuali e reali che, oggi, gli<br />

adolescenti e i giovani frequentano. In altre parole, molti frequentano l’oratorio, <strong>il</strong> gruppo giovan<strong>il</strong>e parrocchiale,<br />

o un movimento <strong>di</strong> spiritualità durante la settimana, ma non necessariamente identificano i luoghi d’intrattenimento<br />

notturno come “antri delle tenebre e luoghi <strong>di</strong> per<strong>di</strong>zione”. Anzi, li frequentano e trovano qui una delle loro piazze <strong>di</strong><br />

aggregazione, socializzazione e identificazione personale e collettiva.<br />

La riprova l’abbiamo in un recente – e sia concesso insospettab<strong>il</strong>e! – stu<strong>di</strong>o realizzato e pubblicato dalla rivista Note <strong>di</strong><br />

Pastorale Giovan<strong>il</strong>e. Proposte per la maturazione umana e cristiana dei ragazzi e dei giovani del Centro Salesiano<br />

Pastorale Giovan<strong>il</strong>e, <strong>di</strong> Roma. È <strong>il</strong> risultato <strong>di</strong> un indagine condotta in tre gran<strong>di</strong> centri urbani – Torino, M<strong>il</strong>ano e<br />

Roma – fra i giovani d’età compresa fra i 14 e i 20 anni che si <strong>di</strong>chiarano “frequentatori <strong>di</strong> <strong>di</strong>scoteche”. La ricerca dei<br />

Salesiani mira a identificare le ragioni, le motivazioni e i bisogni che spingono adolescenti e giovanissimi ad affollare<br />

le <strong>di</strong>scoteche nel fine settimana.<br />

Tre dati colpiscono <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o. Il Primo. L’80,9 per cento dei “frequentatori <strong>di</strong> <strong>di</strong>scoteche” afferma <strong>di</strong> essere<br />

motivato dal desiderio <strong>di</strong> “stare insieme”, <strong>di</strong> “stare insieme agli amici”, <strong>di</strong> “incontrare nuove persone”.<br />

www.gianpietrocaliari.eu<br />

assointrattenimento<br />

Il secondo. All’interno delle motivazioni <strong>di</strong> quest’80,9 per cento - potrà forse sorprendere! - c’è quella <strong>di</strong> “trovare un<br />

clima umano”. Tale ricerca <strong>di</strong> “umanità” nel luogo <strong>di</strong> <strong>di</strong>vertimento appare essenziale e irrinunciab<strong>il</strong>e! Fra i 14 e i 17 anni,<br />

infatti, <strong>il</strong> 56 per cento degli intervistati afferma <strong>di</strong> essere passato da una <strong>di</strong>scoteca all’altra, in una fase <strong>di</strong> esplorazione<br />

“alla ricerca della <strong>di</strong>scoteca che corrisponda ai propri gusti”. Dopo i 17 anni, invece, si assiste al passaggio da una fase<br />

<strong>di</strong> noma<strong>di</strong>smo a una <strong>di</strong> sedentarietà. Si è trovata la propria piazza ideale e ci si rimane!<br />

Perché questa fase <strong>di</strong> fidelizzazione avvenga i giovani cercano “un’atmosfera molto accogliente”, “dove <strong>il</strong> <strong>di</strong>rettore<br />

all’ingresso incontra tutti, riconosce i frequentatori abituali con cui si ferma a fare due chiacchiere, saluta e fa conoscenza<br />

dei nuovi, li aiuta ad inserirsi, in<strong>di</strong>vidua i turbolenti, che invita a star fuori”. “Ogni <strong>di</strong>scoteca ha” – continua lo stu<strong>di</strong>o,<br />

secondo i giovani intervistati - “un suo clima particolare, che la contrad<strong>di</strong>stingue e costituisce un f<strong>il</strong>tro che seleziona <strong>il</strong><br />

tipo <strong>di</strong> pubblico. Il trovarsi a proprio agio, nelle con<strong>di</strong>zioni desiderate, fa sì che uno ritenga quella <strong>di</strong>scoteca rispondente<br />

alle proprie attese e vi ritorni altre volte, magari insieme a nuovi amici”.<br />

Il terzo e ultimo dato. Che fine ha fatto – secondo questa ricerca – <strong>il</strong> popolo dello sballo, della trasgressione ad ogni<br />

costo così in<strong>di</strong>ssolub<strong>il</strong>mente legato, a torto o a ragione, al mondo della notte?<br />

Il 14, 7 per cento ammette <strong>di</strong> aver fatto o fare uso <strong>di</strong> droghe leggere in <strong>di</strong>scoteca, l’8,9 <strong>di</strong> cercare lo sballo “nel bere<br />

e provocando una rissa”, e <strong>il</strong> 6,3 ammette <strong>di</strong> usare droghe pesanti. Il campione citato, tuttavia, precisa che “in alcune<br />

<strong>di</strong>scoteche la trasgressione è regola, però sono <strong>di</strong>scoteche abbastanza caratteristiche, come quelle <strong>di</strong> tendenza,<br />

dove c’è una musica particolare, quelle delle riviere dell’Alto Adriatico o <strong>di</strong> altri luoghi turistici, oppure quelle dove si<br />

consumano i rave-party”.<br />

Quest’ultimo dato, infine, deve tener conto del campione degli intervistati. Si tratta <strong>di</strong> ragazze e ragazzi che abitano<br />

gran<strong>di</strong> centri urbani, come Torino, M<strong>il</strong>ano e Roma appunto, dove la devianza giovan<strong>il</strong>e è un fenomeno più <strong>di</strong>ffuso e<br />

complesso.<br />

Certamente, anche solo uno 0,1 per cento <strong>di</strong> devianza giovan<strong>il</strong>e dovrebbe preoccupare <strong>il</strong> corretto gestore <strong>di</strong> una<br />

<strong>di</strong>scoteca che, come abbiamo visto, se non ha l’autorità giuri<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> prevenire e, tanto meno, reprimere tale fenomeno<br />

può vig<strong>il</strong>arlo e contenerlo “creando un’atmosfera accogliente”, “un clima particolare e <strong>di</strong>stintivo”, “fermandosi a fare<br />

quattro chiacchiere con tutti e facendo conoscenza con i nuovi”, infine quando possib<strong>il</strong>e, “in<strong>di</strong>viduando i turbolenti e<br />

invitandoli a star fuori”.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o dei Salesiani sembra permetterci <strong>il</strong> conio dello slongan: le <strong>di</strong>scoteche, le agorà, le piazze del<br />

mondo giovan<strong>il</strong>e contemporaneo! Di certo, perché adolescenti e giovani le identificano come luoghi d’aggregazione<br />

e socializzazione. Non da meno, perché costituiscono agorà <strong>di</strong> supplenza e <strong>di</strong> compensazione delle molte pubbliche<br />

piazze che sono venute a mancare alla nostra attuale società!<br />

Secondo uno degli stu<strong>di</strong> più affidab<strong>il</strong>i – dei sociologi Buzzi, Cavalli, De L<strong>il</strong>lo, Giovani verso <strong>il</strong> duem<strong>il</strong>a - “nel<br />

1996 erano passati almeno una volta in <strong>di</strong>scoteca circa <strong>il</strong> 70% dei giovani italiani. Le <strong>di</strong>scoteche censite in Italia sono<br />

circa 7.000, più degli Stati Uniti e pari a Francia e Germania messe assieme. In totale sono 15 m<strong>il</strong>ioni circa le persone<br />

che le frequentano con una frequenza <strong>di</strong> 2,5 mens<strong>il</strong>i per persona”. Dividendo la frequenza per <strong>il</strong> totale complessivo,<br />

possiamo ragionevolmente stimare, per <strong>di</strong>fetto, che ogni fine settimana siamo fra i 3,5 - 4.5 m<strong>il</strong>ioni gli adolescenti e i<br />

giovani che affollano le <strong>di</strong>scoteche italiane.<br />

Quale <strong>di</strong>venterebbe la loro agorà <strong>di</strong> supplenza e compensazione se tutte le <strong>di</strong>scoteche chiudessero? Si<br />

<strong>di</strong>sse, ai tempi della rivolta delle banlieux francesi quando migliaia <strong>di</strong> giovani esasperati e violenti misero a ferro e<br />

fuoco per interi weekend le principali città della Francia, che quanto stava accadendo ai cugini d’Oltralpe sarebbe<br />

potuto, presto, accadere anche nelle città italiane. Perché da noi non è accaduto e non ci sono neppure segnali che<br />

un evento sim<strong>il</strong>i possa, nel breve periodo, replicarsi nelle città italiane?<br />

Lo stu<strong>di</strong>o Giovani verso <strong>il</strong> duem<strong>il</strong>a giustamente paragona <strong>il</strong> caso italiano con quelli <strong>di</strong> Francia e Germania.<br />

Le cronache dei giornali tedeschi, all’inizio della settimana, non riportano “le stragi del sabato sera su quattro ruote”<br />

ma, soprattutto nell’ex Germania dell’est dove più <strong>di</strong>ffuso è <strong>il</strong> <strong>di</strong>sagio e più scarse sono le agorà pubbliche o private,<br />

dei raid giovan<strong>il</strong>i del sabato notte contro immigrati e <strong>di</strong>sadattati, <strong>di</strong> raduni neo-nazisti e naziskin, <strong>di</strong> violenze collettive<br />

<strong>di</strong> ogni genere che hanno portato i movimenti giovan<strong>il</strong>i neo-nazisti a <strong>di</strong>ventare determinanti nel governo <strong>di</strong> alcune<br />

citta<strong>di</strong>ne orientali.<br />

Le <strong>di</strong>scoteche, infine, nuove agorà del mondo giovan<strong>il</strong>e, spesso in funzione <strong>di</strong> supplenza e compensazione<br />

a quelle mancanti o non ideate dai pubblici poteri? O solo ricettacoli della trasgressione, della violenza e della<br />

morte?<br />

Il governante della pubblica agorà, politico e legislatore, per rispondere saggiamente a questa domanda<br />

dovrebbe lasciare in <strong>di</strong>sparte le emozioni estemporanee e le grida manzoniane <strong>di</strong> fac<strong>il</strong>e plauso, ma notoriamente<br />

inut<strong>il</strong>i, cercando invece <strong>di</strong> capire <strong>il</strong> fenomeno nelle sue reali <strong>di</strong>mensioni e nella sua complessità.<br />

La necessità <strong>di</strong> reprimere senza tolleranza alcuna abusivismo, <strong>il</strong>leciti e reati – da chiunque perpetrati – deve<br />

necessariamente coniugarsi, come <strong>di</strong>rebbe Norbert Elias, con quel sano “realismo che fa comprendere la realtà per<br />

quello che è! Solo dopo averla realmente compresa sarà possib<strong>il</strong>e impegnarsi per cambiarla e, se possib<strong>il</strong>e e si vuole,<br />

per migliorarla”.<br />

HH • 48 HH • 49<br />

A S S O I N T R A T T E N I M E N T O

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