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M a rzo 2004 - Parrocchia di Chiari

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La parola del parroco<br />

Il Signore è grande in<br />

tutte le sue creature<br />

Carissimi Clarensi,<br />

torna spesso nelle celebrazioni<br />

liturgiche la parola vita. Il<br />

cristianesimo ne ha fatto il suo monile<br />

più prezioso. La vita è una persona:<br />

Cristo;Eglièundono:lasalvezza;è<br />

unaconquista:laperfezione.Tuttociò<br />

che Dio chiama all’esistenza merita rispetto<br />

e amore. In primo luogo, la creatura<br />

umana porta impressa in sé, in<br />

maniera privilegiata, l’immagine e la<br />

somiglianza della Fonte Trinitaria.<br />

Il libro della Sapienza, che pur conosce<br />

i misteri delle fioriture ammirevoli sulla<br />

terra e quelli dell’incattivimento del<br />

cuore umano, <strong>di</strong>ce: “Tu ami tutte le<br />

creature, o Signore, e nulla <strong>di</strong>sprezzi <strong>di</strong><br />

ciò che hai creato”. La vita, comunque<br />

si svolga, è cosa <strong>di</strong> Dio. Nessuno ha <strong>di</strong>ritto<br />

<strong>di</strong> spegnerla, né <strong>di</strong> fissare norme<br />

in base alle quali concederle o negarle<br />

il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza. La quaresima<br />

nell’intenzione della Chiesa ha anche<br />

lo scopo <strong>di</strong> farci scoprire la grandezza<br />

della vita alla luce <strong>di</strong> Cristo.<br />

Dio è grande nel vivere delle sue creature:<br />

può essere questo oggetto <strong>di</strong> riflessione<br />

e <strong>di</strong> impegno cristiano in quaresima,<br />

intesa come un vivere un cammino<br />

<strong>di</strong> preghiera e <strong>di</strong> formazione<br />

umana e cristiana.<br />

Vivere un cammino <strong>di</strong> conversione<br />

In ogni uomo abita una sua propria in-<br />

nocenza, ma la deve scoprire. Gli strumenti<br />

non mancano <strong>di</strong> certo: <strong>di</strong>giuno,<br />

pentimento, preghiera, ascolto della<br />

Parola <strong>di</strong> Dio, opere <strong>di</strong> misericor<strong>di</strong>a e<br />

<strong>di</strong> carità, la stessa visita pastorale in<br />

atto. Forse è giusto chiedere a Dio il<br />

dono della capacità <strong>di</strong> ritornare in noi<br />

stessi e scoprire la gioia dell’impegno<br />

cristiano, lasciando il peccato e il male,<br />

per porci nella convinzione del bene e<br />

della bontà della vita. Non c’è situazione<br />

della nostra giornata terrena che<br />

non costituisca incoraggiamento e<br />

spinta al miglioramento <strong>di</strong> noi stessi.<br />

Vivere un cammino <strong>di</strong> crescita<br />

e <strong>di</strong> espansione<br />

Siamo un pugno <strong>di</strong> germi da portare a<br />

maturazione. Nella festa della Presentazione<br />

del Signore al tempio, l’evangelista<br />

Luca coglie Gesù proprio nel<br />

suo aprirsi sicuro e deciso alla vita:<br />

“Cresceva e si fortificava”. Anche le<br />

esistenze che a noi sembrano spente,<br />

<strong>di</strong>sadorne, insignificanti, possiedono<br />

<strong>di</strong>namismi interiori straor<strong>di</strong>nari, miracolosi.<br />

Dio è grande ovunque: tutto ciò<br />

che esiste è proiettato al meglio. Non<br />

c’è talento che non meriti <strong>di</strong> essere<br />

trafficato.<br />

Vivere un cammino <strong>di</strong> donazione<br />

“Se amate quelli che vi amano, che<br />

merito ne avete?”, <strong>di</strong>ce il Signore nel<br />

L ’Angelo - Ma<strong>rzo</strong> <strong>2004</strong><br />

Vangelo. La bellezza della nostra<br />

umanità sta nella possibilità del comunicare<br />

agli altri e con gli altri. Tutto ci è<br />

stato dato, perché lo <strong>di</strong>amo in dono.<br />

La stessa Salvezza (perdono, fede, santità,<br />

virtù) ci viene gratuitamente data<br />

in vista <strong>di</strong> una con<strong>di</strong>visione. Essere vivi<br />

significa spartire tutto. Uno scrittore,<br />

Gibran, afferma: “In verità non devi<br />

niente a nessuno. Sei debitore <strong>di</strong> tutto<br />

nei confronti <strong>di</strong> tutti”.<br />

Vivere un cammino <strong>di</strong> impegno<br />

“Entrerà nel suo tempio il Signore”:<br />

queste parole del profeta Malachia<br />

esprimono il mistero liturgico che la<br />

Chiesa celebra nella Presentazione del<br />

Signore. Gesù Cristo, Figlio <strong>di</strong> Dio, ha<br />

stabilito con il suo popolo un impegno<br />

<strong>di</strong> responsabilità; inaugura una liturgia<br />

nuova, gra<strong>di</strong>ta al Padre, in sostituzione<br />

dell’antico culto, formalistico e incapace<br />

<strong>di</strong> offrire un sacrificio valido.<br />

Ogni battezzato, purificato e innestato<br />

in Cristo, <strong>di</strong>venta capace <strong>di</strong> presentare<br />

al Signore un’offerta a Lui gra<strong>di</strong>ta.<br />

Questo è possibile, perché Gesù ha assunto<br />

integralmente la nostra con<strong>di</strong>zione<br />

umana. Tra<strong>di</strong>zionalmente questo<br />

è ritenuto un “mistero gau<strong>di</strong>oso”;<br />

si tratta invece dell’inizio <strong>di</strong> una sofferenza<br />

che raggiungerà il suo culmine<br />

sul Golgota del venerdì santo. La Madonna<br />

è intimamente associata al mistero<br />

del dolore <strong>di</strong> Cristo; offrendo a<br />

Dio il Figlio Gesù, ha inizio per lei<br />

quel <strong>di</strong>stacco che si consumerà totalmente<br />

ai pie<strong>di</strong> della croce. La croce è<br />

la spada che trapasserà l’anima. Da<br />

Maria impariamo ad essere <strong>di</strong>sponibili<br />

a vivere in tutte le sue conseguenze la<br />

nostra vocazione, qualunque essa sia,<br />

accettando i momenti <strong>di</strong> buio, <strong>di</strong> dolore<br />

e aspettando con fiducia l’alba della<br />

Pasqua, che tutto illuminerà e trasfigurerà.<br />

Potremo allora andarcene in<br />

pace, dopo aver contemplato la “vera<br />

luce delle genti”.<br />

Vivere un cammino <strong>di</strong> amore<br />

I cristiani dell’epoca delle catacombe<br />

hanno attinto il loro coraggio nel cuore<br />

della fede. Sottoposti alle più forti<br />

pressioni, hanno capito che, per il vangelo,<br />

il senso dell’esistenza era “dare<br />

la propria vita”. Sì, il Vangelo, ci pone<br />

<strong>di</strong>nanzi una scelta. O dare la propria<br />

vita, non qualche frammento, ma tutta<br />

la nostra esistenza, oppure seguire la<br />

propria ombra e servire sé stessi, tra<br />

l’altro alla ricerca del prestigio umano.<br />

Impossibile avanzare su questi due<br />

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