PIER ELEONORO NEGRI - Pontelandolfo news
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E gli ottocentomila morti dimenticati della guerra contro l'invasore che ha sterminato il fiore della<br />
nazione del sud, lasciando il passo ai pavidi, agli ipocriti, agli opportunisti, ai traditori. E i quindici<br />
milioni di emigranti, quando dal sud non era mai andato via nessuno perché il sud era ricco e<br />
laborioso, molto più ricco del nord e del centro messi assieme. Nel sud circolavano circa 443<br />
milioni di lire a fronte dei circa venti milioni del Piemonte. E le industrie estirpate con la forza<br />
trasferite al nord, e la Legge Pica al sud mentre nel resto d'Italia vigeva lo Statuto Albertino.<br />
Signor Sindaco di Vicenza, il nome di quella strada, la targa apposta nella piazzetta S. Stefano, sono<br />
un'offesa alla memoria dei morti di quella strage. Non possiamo onorare chi l'ha compiuta. Non<br />
possiamo continuare a seppellire la dignità di un intero popolo sotto la sabbia dell'ipocrisia e<br />
dell'opportunismo. Non sarebbe il caso di cominciare proprio da Via <strong>Pontelandolfo</strong>, 36100<br />
Vicenza?<br />
LETTERA DEL SINDACO DI PONTELANDOLFO 13 APRILE 2010<br />
<strong>Pontelandolfo</strong>: lapide in onore del Maggiore Conte Pier Eleonoro Negri responsabile<br />
del massacro di <strong>Pontelandolfo</strong> n. 1861.<br />
Il Sindaco di <strong>Pontelandolfo</strong> non appena ha avuto la notizia (solo in questi ultimi giorni) che<br />
nella città di Vicenza è stata innalzata una lapide in onore di Pier Eleonoro Negri,<br />
plurimedagliato ufficiale dell’esercito piemontese responsabile del massacro di <strong>Pontelandolfo</strong><br />
nel 1861, ha scritto una nota al Sindaco vicentino Achille Variati, trasmessa, tra l’altro, per<br />
conoscenza al Presidente della Repubblica on.le Giorgio Napolitano, al Presidente del Consiglio<br />
on.le Silvio Berlusconi, al Presidente Emerito della Repubblica Italiana on.le sen. Carlo Azeglio<br />
Ciampi e al Ministro dell’Interno on.le Roberto Maroni, che qui riportiamo integralmente:<br />
“Egregio collega, soltanto oggi sono venuto a conoscenza che in Piazzetta Santo Stefano n. 1<br />
della Sua città fa bella mostra di sé una lapide in ricordo del Maggiore Conte Pier Eleonoro<br />
Negri. Lei, sicuramente, ignora che 500 bersaglieri comandati dal summenzionato, all’alba del<br />
14 agosto 1861 assalirono il mio paese, mentre gli ignari abitanti dormivano, con scariche di<br />
fucili, abbattimenti di porte e finestre, furono uccisi giovani e vecchi, donne e fanciulle, alcune<br />
di esse dapprima violentate. Molti bersaglieri si impossessarono di denaro, oro e profanarono<br />
anche la Chiesa Madre, rubando i doni votivi e la corona d’oro della Madonna. Poi il paese di<br />
<strong>Pontelandolfo</strong> fu dato alle fiamme e quasi raso al suolo. Fu un eccidio efferato, che mai potrà e<br />
dovrà essere dimenticato. Antefatto: in data 11 agosto 1861, in Casalduni, comune confinante<br />
con <strong>Pontelandolfo</strong>, erano stati massacrati nella pubblica piazza, dai filo-borbonici e dai<br />
cosiddetti briganti, 45 soldati piemontesi comandati dal Tenente Bracci. La reazione punitiva,<br />
per ordine del Generale Cialdini, non tardò ad arrivare contro i comuni di Casalduni e<br />
<strong>Pontelandolfo</strong>. “Quanti morirono il 14 agosto 1861 a <strong>Pontelandolfo</strong>? C’è chi dice 200, chi 400,<br />
chi molti di più. Si sa solo che fu una strage in tutto simile per efferatezza a quella di<br />
Marzabotto ed a quella delle Fosse Ardeatine di cui ha anticipato la dinamica. I partigiani<br />
uccidono in un atto di guerriglia e la vendetta cade sulla popolazione inerme. Di Marzabotto si<br />
è discusso a lungo e giustamente. Su <strong>Pontelandolfo</strong> è caduto il silenzio e la menzogna. I<br />
responsabili di Marzabotto sono stati individuati e condannati, quelli di <strong>Pontelandolfo</strong> sono stati<br />
coperti, promossi, premiati, innalzati tra i cittadini più illustri della Patria.” (Domenico De<br />
Simone). Ad abundantiam Le allego copia dell’intervento integrale tenuto dall’on.le Giuseppe<br />
Ferrari, federalista come il Cattaneo, nella seduta parlamentare del 2 dicembre 1861, dopo<br />
aver visitato il mio paese qualche giorno dopo gli accadimenti del 14 agosto 1861. Lo<br />
raccomando alla Sua lettura, attenta e seria. Al termine di essa, Le chiedo se non ritiene<br />
doveroso, giusto e riparatore rimuovere quella lapide commemorativa, che procura disdoro alla<br />
Sua città. E se non ritiene, invece, cosa buona e giusta, intitolare una strada non secondaria<br />
della Sua città a “<strong>Pontelandolfo</strong> 14 agosto 1861 – città martire della sofferta e dolorosa Unità<br />
d’Italia”. Gradisca sentiti e cordiali saluti.” E’ un invito, dunque, per evitare che al danno si