01 prima.indd - L'Azione
01 prima.indd - L'Azione
01 prima.indd - L'Azione
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
<strong>L'Azione</strong> 11 GIUGNO 2<strong>01</strong>1 >DIALOGO<<br />
31<br />
Ardo, l'onore<br />
del fare<br />
Domotica<br />
nel futuro?<br />
di ALBERTO BALDUCCI<br />
Le problematiche riguardanti la classe dirigente imprenditoriale<br />
fabrianese sollevate nella nota precedente dovrebbero rappresentare<br />
l’ apertura di un vero e proprio “contenzioso” tra il corpo<br />
sociale in generale e le sue rappresentanze, verso quanti in modo<br />
diretto e/o indiretto, Istituzioni, organizzazioni a tutela, sistema nanziario,<br />
organi amministrativi e di controllo, hanno assistito al compiersi di tale<br />
disastro economico e sociale le cui ripercussioni nella società fabrianese<br />
si misureranno per anni se non per decenni.<br />
Basti pensare che l’esistente, <strong>prima</strong> del crollo, si è realizzato con un tempo<br />
non inferiore ai 30 anni. Ma come si potrà aprire tale contenzioso se<br />
allo stato la città sembra “addormentata” rispetto alla portata dell’evento,<br />
chiusa in se stessa, abbacinata da avvenimenti belli dalle scarse ricadute<br />
realisticamente misurabili. Se come ho già detto il futuro è fatto di presente,<br />
allora la cassa integrazione di cui si vive oggi, non può che rappresentare<br />
un futuro senza prospettive.<br />
Un “contenzioso” per quale ne, se non quello di rimuovere il “non fare”<br />
di oggi af nchè invece diventi un vero strumento che risvegli gli spiriti<br />
imprenditoriali che hanno fatto grande Fabriano.<br />
Non si abbia a dimenticare ognuno le proprie origini e di quanto è stato<br />
fatto a suo tempo e quanto a questo gli si debba molto, molto di più di<br />
quanto può produrre oggi un semplice e puro calcolo di convenienza<br />
economica. E' possibile che tutto sia andato perduto, di quanto Fabriano<br />
abbia saputo fare no a ieri.<br />
Come pensare che intervenendo sugli stessi settori industriali, investitori<br />
provenienti da terre lontane abbiano a trovare “pro tti” quando i nostri si<br />
sottraggono dagli stessi o peggio fuggono.<br />
Non sarebbe più onorevole e equo allargare o supportare l'area dei nuovi<br />
investimenti proposti anche dall'imprenditoria presente che un giorno si<br />
dovrà poi misurare con l'attuale situazione e dei temuti risultati scali.<br />
Certamente la lettura di queste note potrebbe risultare riduttiva rispetto<br />
alle vere aspettative ma sono sicuro che chi ha la capacità d'intendere ben<br />
comprende che da queste ri essioni potrebbero aprirsi scenari decisamente<br />
diversi da quelli as ttici che oggi si presentano davanti a noi.<br />
Una chiusura traumatica del sistema Ardo dif cilmente si potrà giudicare<br />
come se nulla fosse avvenuto e chi sa (mentre io personalmente non so,<br />
ma posso intuire per le tante vicende vissute) non può non rendersi conto<br />
che convenga in tutti i sensi, provvedere al meglio oggi che non tirare le<br />
conclusioni più diverse domani a tempo scaduto.<br />
In n dei conti<br />
stiamo parlando<br />
di aziende i cui<br />
fatturati vanno<br />
da un minimo<br />
di centinaia di<br />
milioni di euro<br />
a più miliardi, il<br />
cui volume degli<br />
investimenti non<br />
può non essere<br />
misurato se non<br />
in centinaia di<br />
milioni sempre<br />
di euro, cioè in<br />
centinaia di miliardi di vecchie lire.<br />
Adesso esagero ma l'onore e l'orgoglio proprio delle aziende familiari<br />
dov'è nito? E' possibile che sia stato venduto al puro calcolo ragionieristico<br />
e non af dato, come nel passato, all'orgoglio derivante dal fare<br />
per il proprio paese, sentimento questo che ha sempre alimentato il gusto<br />
dell'intraprendere ed appagato il senso del rischio che non può, come no<br />
a ieri è stato dimostrato, non può non ripagare l›orgoglio del dare oltre a<br />
quello sempre giusto dell'avere?<br />
Leggo di progetti di espansione del gruppo Indesit e va bene, ma è possibile<br />
dimenticare in tale programmazione le proprie origini ed il fardello delle<br />
relative responsabilità? Trovare la risposta e/o le giuste risposte ma non è<br />
possibile a mio avviso, operare come se queste domande non esistessero.<br />
Rappresenta comunque, secondo me, un rischio perdere la vera credibilità<br />
costruita in tanti anni che, come sempre avviene, un giorno viceversa presenterà<br />
il conto. Spero che dopo questo mio personale pellegrinaggio alla<br />
scoperta e alla ricerca di opportune risposte non abbia ad avere da quanti<br />
sono stati e sono ancora attori del “dramma”, un silenzio di cui comunque<br />
un giorno dovranno <strong>prima</strong> o poi dare delle spiegazioni, in primis verso se<br />
stessi e poi per l'intera comunità.<br />
Ultimamente anche se il percorso industriale è già in atto da tempo è<br />
venuta alla ribalta l'attività di ricerca applicata che va sotto il nome di<br />
Domotica. Non sono noti i piani di sviluppo di tale attività e quanto<br />
possa alleviare il disagio attuale e futuro in termini occupazionali diretti<br />
e indiretti. Sarebbe auspicabile anche in questo caso avere un quadro<br />
preciso a cui far riferimento a partire da quello “societario”, a quelle che<br />
possono esser le sostanziali ricadute sull'esistente e sul futuro, se questo<br />
venisse sempre inquadrato nell'ambito dei prodotti per la casa a partire<br />
dagli elettrodomestici e su quanto si intenda investire nel settore sempre<br />
nel nostro territorio. Sempre grato alla direzione de <strong>L'Azione</strong>, seguiterò<br />
a scrivere sull'argomento Ardo, vista l'importanza, cercando sempre, di<br />
rendere più chiaro quello che per natura si ritiene oscuro per i più, parlando<br />
del cosiddetto “spezzatino”.<br />
Alberto Balducci è presente su Facebook.<br />
626, sicurezza<br />
non tutelata<br />
I dipendenti pubblici sono diversi dagli altri lavoratori<br />
anche per quanto riguarda la questione sicurezza,<br />
questo è quanto dichiara e denuncia Ennio Mezzopera,<br />
capo-gruppo di Futuro e Libertà a Fabriano. Esiste<br />
un palese, evidente disinteresse da parte del datore di<br />
lavoro, ovvero nel caso dei Comuni, il sindaco.<br />
Nella maggior parte degli uf ci pubblici, la sicurezza,<br />
è un concetto astratto e mentre le aziende private, anche<br />
in presenza di un solo dipendente, sono costrette,<br />
giustamente, ad ottemperare immediatamente alle<br />
norme previste in materia, con evidenti aggravi di<br />
bilancio, al “padrone pubblico”, è ancora concesso e<br />
tollerato un periodo di oblio, solo pochissimi sono gli<br />
uf ci in regola.<br />
Nelle pubbliche amministrazioni la sicurezza, va detto,<br />
deve tutelare non soltanto i lavoratori, ma anche tutti<br />
i cittadini che in qualsiasi modo usufruiscono degli<br />
uf ci come utenti e comunque in senso lato l’intera<br />
collettività. In particolare, con riferimento all’ambiente<br />
di lavoro, si devono controllare sempre gli impianti<br />
elettrici, di riscaldamento, di condizionamento, le porte<br />
e le scale di sicurezza; il posizionamento ed il funzionamento<br />
delle attrezzature anti-incendi; la stabilità<br />
dei pavimenti; l'agibilità dei servizi igienici; l'illuminazione<br />
naturale e arti ciale dei locali; gli arredi e le<br />
attrezzature ed in ne la pulizia e l'igiene e tutto questo<br />
nel rispetto delle speci che esigenze sia dei lavoratori<br />
che degli utenti e dei cittadini portatori di handicap.<br />
Da una approfondita indagine dichiara, continua Ennio<br />
Mezzopera, si evidenzia che le pubbliche amministrazioni<br />
sono il fanalino di coda nel rispetto della 626 in<br />
materia di sicurezza nei luoghi di lavoro e il Comune<br />
di Fabriano, purtroppo ne è la prova provata. Ho inviato<br />
una richiesta di documenti e chiarimenti, per veri care<br />
come il sindaco di Fabriano, che voglio ricordare è il<br />
responsabile in qualità di «datore di lavoro», sta applicando<br />
le norme in materia di sicurezza negli uf ci<br />
del nostro Comune. La mia richiesta che risale al 22<br />
marzo 2<strong>01</strong>1 trova risposta soltanto il 25 maggio. Nella<br />
relazione consegnatami, risultano non a norma, gli impianti<br />
elettrici, gli arredi, le postazioni di lavoro e in ne<br />
cosa più<br />
grave la<br />
terrazza<br />
della sala<br />
consiliare<br />
deve essereimmediatamente<br />
interdetta<br />
all'accesso<br />
in quanto non risulta nota la portata. Dulcis in fundo<br />
la sala Consiliare non può ospitare un numero superiore<br />
a 50 persone, considerando che tra Consiglieri<br />
comunali, Assessori e dipendenti comunali durante la<br />
seduta consiliare già arriviamo a 41 persone rimarrebbero<br />
disponibili n. 9 posti per i cittadini e giornalisti<br />
che assistono allo svolgimento dei lavori. Ai richiami,<br />
alle denunce ed ai proclami questa amministrazione<br />
evidentemente non vuole dare seguito, bisogna smetterla<br />
di puntare il dito sugli altri, il sindaco cominci a<br />
guardarsi intorno e soprattutto applichi, lui per primo,<br />
quanto disposto dalle leggi.<br />
Caro Sindaco forse non è stato suf ciente quando il<br />
Presidente Mingarelli in uno scatto di collera, durante<br />
una seduta del Consiglio sbattendo la «campanella»,<br />
ha frantumato il ripiano in vetro del suo tavolo (vietato<br />
dalle norme) e le scaglie del vetro sono nite sulle tua<br />
testa?, dobbiamo continuare con l'impianto elettrico<br />
esterno ssato con i chiodi?, dobbiamo attendere che<br />
i vetri delle nestre vadano in frantumi cadendo sui<br />
passanti? Le disgrazie, sindaco, non ti mandano una<br />
letterina di avviso, purtroppo accadono impreviste e<br />
noi dobbiamo prevenirle. A me il dovere di segnalare<br />
a te la responsabilità di applicarle e farle rispettare.<br />
Nel frattempo risultando evidente la inadeguatezza<br />
dell'attuale sala consiliare torno a chiedere di utilizzare<br />
l'Oratorio della Carità, senz'altro più adeguata e bella<br />
dell'attuale sede.<br />
Ennio Mezzopera,<br />
Gruppo Consiliare Futuro e Libertà<br />
31 dialogo.<strong>indd</strong> 2 08/06/11 11.36