05.06.2013 Views

Thomas Stearns Eliot La sepoltura dei morti T2 ON LINE

Thomas Stearns Eliot La sepoltura dei morti T2 ON LINE

Thomas Stearns Eliot La sepoltura dei morti T2 ON LINE

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

PARTE TREDICESIMA Il fascismo, la guerra e la ricostruzione: dall’Ermetismo al Neorealismo<br />

CAPITOLO III <strong>La</strong> poesia: tra Simbolismo e Antinovecentismo<br />

<strong>T2</strong> <strong>ON</strong> <strong>LINE</strong><br />

[<strong>La</strong> terra desolata,<br />

Parte Prima]<br />

da T.S. <strong>Eliot</strong>, The Waste <strong>La</strong>nd,<br />

Mursia, Milano 1976; traduz.<br />

originale di Guido Mazzoni.<br />

<strong>Thomas</strong> <strong>Stearns</strong> <strong>Eliot</strong><br />

<strong>La</strong> <strong>sepoltura</strong> <strong>dei</strong> <strong>morti</strong><br />

1-4 Aprile [: il mese che riporta la primavera] è il più crudele<br />

di tutti i mesi, perché fa rinascere (genera) i lillà<br />

dalla terra che [in inverno sembrava] morta, mischia il<br />

ricordo del passato (memoria) e il desiderio [di gioie e<br />

piaceri futuri], risveglia le radici [delle piante] intorpidite<br />

(stordite)[dall’inverno] con la pioggia di primavera.<br />

Aprile è definito il mese più crudele perché fa ricominciare<br />

il ciclo della vita stagionale, che si ripete anno<br />

dopo anno senza uno scopo, e fa rinascere i ricordi<br />

e le illusioni (memoria e desiderio) per poi deluderli di<br />

nuovo. I lillà, come i giacinti che compariranno al v. 35,<br />

sono un simbolo di fertilità e di sensualità. I primi versi<br />

sono un rovesciamento del *topos, letterario e mitico,<br />

della primavera come mese della gioia per la rinascita<br />

della vita e, secondo alcuni commentatori, riprendono<br />

in forma *parodica l’incipit del Prologo ai Racconti<br />

di Canterbury di Chaucer: «Whan that Aprille with his<br />

Il servizio funebre di rito anglicano si chiama The Order for The Burial of the Dead, l’ordine di <strong>sepoltura</strong><br />

<strong>dei</strong> <strong>morti</strong>. Il titolo della sezione vi si richiama, alludendo *metaforicamente alla condizione degli<br />

uomini contemporanei, la cui vita, priva di senso, assomiglia alla morte. <strong>La</strong> prima parte della Terra desolata<br />

è divisa in sei sequenze principali. Riportiamo qui le prime quattro. Quella iniziale (vv. 1-7) annuncia<br />

il ritorno della primavera come se fosse una sventura. Con la primavera inizia di nuovo il ciclo<br />

privo di scopo delle stagioni; esso fa rinascere desideri e illusioni che rimarranno frustrati. <strong>La</strong> seconda<br />

(vv. 8-18) è il monologo di un’aristocratica, Marie, che, in mezzo a tante banalità e luoghi comuni racconta<br />

un’esperienza infantile traumatica. <strong>La</strong> terza (vv. 19-30) è di tono biblico ed annuncia, in tono solenne,<br />

la miseria della condizione umana. <strong>La</strong> quarta (vv. 31-42) è il racconto, intervallato da citazioni<br />

tratte dal Tristano e Isotta di Wagner, di un’esperienza amorosa mancata.<br />

April is the cruellest month, breeding<br />

Lilacs out of the dead land, mixing<br />

Memory and desire, stirring<br />

Dull roots with spring rain.<br />

5 Winter kept us warm, covering<br />

Earth in forgetful snow, feeding<br />

A little life with dried tubers.<br />

Summer surprised us, coming over the Starnbergersee<br />

With a shower of rain; we stopped in the colonnade,<br />

10 And went on in sunlight, into the Hofgarten,<br />

And drank coffee, and talked for an hour.<br />

Bin gar keine Russin, stamm’ aus Litauen, echt deutsch.<br />

Aprile è il mese più crudele, genera<br />

lillà dalla terra morta, mischia<br />

memoria e desiderio, risveglia<br />

radici stordite con la pioggia di primavera.<br />

5 L’inverno ci tenne al caldo, coprì<br />

la terra con neve immemore, nutrì<br />

una vita povera con tuberi secchi.<br />

L’estate ci sorprese; giunse sullo Starnbergersee<br />

con uno scroscio di pioggia. Ci fermammo sotto il colonnato,<br />

10 e camminammo, nel sole, dentro l’Hofgarten,<br />

e bevemmo caffè, e parlammo per un’ora.<br />

Bin gar keine Russin, stamm’aus Litauen, echt deutsch.<br />

shoures soote...» («Quando aprile con le sue dolci piogge…»).<br />

<strong>La</strong> voce narrante è indefinita e impersonale.<br />

4-7 L’inverno ci [: noi uomini] tenne al caldo, perché coprì<br />

[e riscaldò] la terra con una neve che porta con sé l’oblio<br />

(immemore), nutrì una vita ridotta alla sua forma<br />

elementare (povera) con tuberi secchi [: con i pochi<br />

frutti che l’inverno produce]. <strong>La</strong> neve è detta immemore<br />

perché rende omogenee ed eguali le cose su cui cade,<br />

privandole delle loro individualità e del loro passato.<br />

<strong>La</strong> vita che sopravvive in inverno è definita povera,<br />

cioè stentata ed elementare, in contrapposizione con<br />

la vita lussureggiante della primavera. <strong>La</strong> voce narrante<br />

di questi primi versi preferisce l’inverno alla primavera<br />

perché esso non genera illusioni di fertilità che saranno<br />

deluse.<br />

8-12 Cambia la voce narrante: ora parla Marie, cugina di un<br />

arciduca (v. 13). Il suo monologo – fortemente *ellitti-<br />

Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese LETTERATURA STORIA IMMAGINARIO [G. B. PALUMBO EDITORE]<br />

1<br />

co, anche se comprensibile – si rivolge a un interlocutore<br />

che conosce certi riferimenti: infatti Marie non ha<br />

bisogno di specificare che cosa siano lo Starnbergersee,<br />

l’Hofgarten o il colonnato. Il racconto è ambientato<br />

a Monaco di Baviera: lo Starnbergersee è un lago<br />

nei pressi di questa città dove morì annegato Ludovico<br />

II di Wittelsbach, amico e protettore di Wagner, effeminato<br />

e malato come il Re Pescatore della leggenda del<br />

Graal. Viene qui introdotto, per via allusiva, il tema del<br />

re sterile, cioè uno degli elementi fondamentali del racconto<br />

mitico su cui il poema si fonda. L’Hofgarten è un<br />

parco pubblico di Monaco. Bin gar...echt deutsch: sono<br />

le parole dette da Marie, in tedesco, alla persona (o<br />

alle persone) che l’ha accompagnata nel parco: «non<br />

sono russa; vengo dalla Lituania, una vera tedesca». Per<br />

lungo tempo una parte della Lituania è appartenuta alla<br />

Prussia.


PARTE TREDICESIMA Il fascismo, la guerra e la ricostruzione: dall’Ermetismo al Neorealismo<br />

CAPITOLO III <strong>La</strong> poesia: tra Simbolismo e Antinovecentismo<br />

<strong>T2</strong> <strong>ON</strong> <strong>LINE</strong><br />

13-18 Il personaggio di Marie è l’emblema della grande aristocrazia<br />

mitteleuropea spazzata via dalla prima guerra<br />

mondiale e dalla società di massa moderna. Il monologo<br />

illustra le abitudini di una classe sociale – la villeggiatura,<br />

in montagna o in un paese mediterraneo<br />

(d’inverno vado al Sud) – e i luoghi comuni della sua<br />

conversazione (Fra le montagne, uno si sente libero).<br />

Ma la parte più importante è sicuramente il racconto<br />

della paura che Marie prova quando, da bambina, viene<br />

portata in slitta dal cugino. Non è improbabile che<br />

questo episodio abbia un significato sessuale: nell’Interpretazione<br />

<strong>dei</strong> sogni Freud associa il sogno o la fantasia<br />

ricorrenti della caduta nel vuoto (Marie dice andammo<br />

giù) all’accoppiamento illecito o incestuoso. Le<br />

opere di Freud oltretutto erano molto conosciute in questi<br />

anni: quasi sicuramente sono, per via diretta o indiretta,<br />

fra le fonti antropologiche del poema. Marie avrebbe<br />

dunque inconsciamente capito le intenzioni del cugino:<br />

di qui la paura che prova in una situazione altri-<br />

<strong>Thomas</strong> <strong>Stearns</strong> <strong>Eliot</strong> ~ <strong>La</strong> <strong>sepoltura</strong> <strong>dei</strong> <strong>morti</strong><br />

And when we were children, staying at the arch-duke’s,<br />

My cousin’s, he took me out on a sled,<br />

15 And I was frightened. He said, Marie,<br />

Marie, hold on tight. And down we went.<br />

In the mountains, there you feel free.<br />

I read, much of the night, and go south in the winter.<br />

What are the roots that clutch, what branches grow<br />

20 Out of this stony rubbish? Son of man,<br />

You cannot say, or guess, for you know only<br />

A heap of broken images, where the sun beats,<br />

And the dead tree gives no shelter, the cricket no relief,<br />

And the dry stone no sound of water. Only<br />

25 There is shadow under this red rock,<br />

(Come in under the shadow of this red rock),<br />

And I will show you something different from either<br />

Your shadow at morning striding behind you<br />

Or your shadow at evening rising to meet you;<br />

E da bambini, quando stavamo<br />

da mio cugino l’arciduca, lui mi portò in slitta<br />

15 e io mi spaventai. Mi disse: Marie,<br />

Marie, règgiti forte. Andammo giù.<br />

Fra le montagne, uno si sente libero.<br />

Leggo, quasi tutta la notte; d’inverno vado al Sud.<br />

Che radici si aggrappano, che rami<br />

20 crescono dalle macerie di pietra? Figlio dell’uomo,<br />

tu non lo sai né lo indovini: tu conosci<br />

solo un mucchio di immagini infrante dove batte il sole<br />

e l’albero morto non dà riparo, il grillo non dà conforto<br />

la pietra secca nessun suono d’acqua. Solo<br />

25 c’è ombra sotto questa roccia rossa<br />

(entrate nell’ombra della roccia rossa)<br />

e io vi mostrerò qualcosa di diverso dalla vostra<br />

ombra che vi segue al mattino<br />

e che si leva alla sera per incontrarvi;<br />

menti abbastanza normale e il fissarsi del ricordo traumatico.<br />

19-25 Che radici si avvinghiano [a queste rovine], che rami<br />

crescono dalle macerie di pietra [: dalle città devastate]?<br />

O uomo (figlio dell’uomo), tu non lo sai né lo indovini,<br />

perché conosci solo un mucchio di immagini di<br />

idoli falsi (immagini infrante) dove batte il sole [: l’emblema<br />

dell’aridità], [in una terra sterile dove] l’albero<br />

[che ha perso le foglie perché è] morto non dà riparo,<br />

il grillo [: animale che vive anche in luoghi aridi] non dà<br />

conforto [perché stride incessantemente] e la pietra<br />

secca [non dà] alcun suono d’acqua. <strong>La</strong> voce narrante<br />

cambia di nuovo e torna a essere impersonale; il tono<br />

si fa biblico e profetico. È la voce di Dio (o del profeta<br />

che parla a nome di Dio) e si rivolge a tutti gli uomini.<br />

Figlio dell’uomo è l’*epiteto con cui il Dio dell’Antico<br />

Testamento chiama il singolo uomo. I rami inariditi, le<br />

radici che si avvinghiano alle rovine , l’albero morto, il<br />

grillo che stride senza tregua, la pietra secca apparten-<br />

Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese LETTERATURA STORIA IMMAGINARIO [G. B. PALUMBO EDITORE]<br />

2<br />

gono al repertorio di immagini con cui l’Antico Testamento<br />

descrive la carestia di una campagna o la devastazione<br />

di una città. Nel libro di Ezechiele le immagini<br />

infrante sono quelle degli idoli di cui Dio annuncia<br />

la distruzione: si allude ai falsi valori degli abitanti della<br />

terra desolata.<br />

25-30 E tuttavia (solo) c’è ombra [: riparo e protezione] sotto<br />

questa roccia rossa (entrate [o uomini] nell’ombra<br />

della roccia rossa), e vi mostrerò qualcosa di diverso<br />

dalla vostra ombra [: del vostro corpo, quindi della vostra<br />

mortalità] che al mattino si sveglia [insieme a voi]<br />

e alla sera [quando le ombre si allungano] sembra levarsi<br />

ad incontrarvi, vi mostrerò la paura [facendovi vedere]<br />

la manciata di polvere [che diverrete quando sarete<br />

<strong>morti</strong>]. <strong>La</strong> roccia rossa è, secondo un autocommento<br />

di <strong>Eliot</strong>, la Chiesa, cioè l’istituzione che ha assicurato<br />

la conservazione <strong>dei</strong> valori cristiani. <strong>La</strong> voce profetica<br />

o divina che parla in questi versi invita gli abitanti<br />

della terra desolata a ritornare sotto la protezione del-


PARTE TREDICESIMA Il fascismo, la guerra e la ricostruzione: dall’Ermetismo al Neorealismo<br />

CAPITOLO III <strong>La</strong> poesia: tra Simbolismo e Antinovecentismo<br />

<strong>T2</strong> <strong>ON</strong> <strong>LINE</strong><br />

la Chiesa e a non seguire le immagini infrante, i falsi<br />

idoli. Solo l’adesione ai valori eterni, universali e comunitari<br />

dell’umanesimo cristiano può, secondo questo<br />

frammento del poema, offrire riparo dall’orrore della<br />

morte, rappresentato attraverso le immagini topiche dell’ombra<br />

e della polvere.<br />

31-34 Frisch weht...du?: il vento spira fresco/ verso la patria/<br />

mia fanciulla irlandese,/ dove te ne stai? Sono<br />

versi tratti dal libretto del Tristano e Isotta di Richard<br />

<strong>Thomas</strong> <strong>Stearns</strong> <strong>Eliot</strong> ~ <strong>La</strong> <strong>sepoltura</strong> <strong>dei</strong> <strong>morti</strong><br />

30 I will show you fear in a handful of dust.<br />

Frisch weht der Wind<br />

Der Heimat zu<br />

Mein Irisch Kind,<br />

Wo weilest du?<br />

35 ‘You gave me hyacinths first a year ago;<br />

‘They called me the hyacinth girl.’<br />

– Yet when we came back, late, from the hyacinth garden,<br />

Your arms full, and your hair wet, I could not<br />

Speak, and my eyes failed, I was neither<br />

40 Living nor dead, and I knew nothing,<br />

Looking into the heart of light, the silence.<br />

Oed’ und leer das Meer.<br />

30 in un pugno di polvere vi mostrerò la paura.<br />

Frisch weht der Wind<br />

Der Heimat zu<br />

Mein Irisch Kind,<br />

Wo weilest du?<br />

35 «Mi hai dato i giacinti per la prima volta un anno fa;<br />

mi hanno chiamato la ragazza <strong>dei</strong> giacinti»<br />

Eppure quando tornammo, tardi, dal giardino <strong>dei</strong> Giacinti,<br />

tu con le braccia piene e i capelli bagnati, io non potevo<br />

parlare, mi si velavano gli occhi, non ero<br />

40 vivo né morto, non sapevo nulla,<br />

guardavo nel cuore della luce il silenzio.<br />

Oed’ und leer das Meer.<br />

Wagner. Li canta un marinaio, e si riferiscono alla ragazza<br />

che egli ha lasciato a casa. È il tema dell’amore romantico,<br />

che contrasta con l’esperienza che viene raccontata<br />

subito dopo, ai vv. 36-42.<br />

35-42 Cambiano ancora le voci narranti. Le parole <strong>dei</strong> vv.<br />

35-6, poste fra virgolette («Mi hai dato…giacinti»),<br />

sono quelle di una ragazza che si reca, con l’amico<br />

che prende la parola ai vv. 37-41, nel «giardino <strong>dei</strong><br />

Giacinti». L’amico vorrebbe tentare un approccio, ma<br />

Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese LETTERATURA STORIA IMMAGINARIO [G. B. PALUMBO EDITORE]<br />

3<br />

non ci riesce. Questa scena si contrappone, nel tono,<br />

alle due citazioni wagneriane fra le quali è inserita (vv.<br />

31-4 e v. 42) e che rimandano a scene di amore romantico.<br />

Nell’opera di <strong>Eliot</strong> i giacinti alludono spesso<br />

all’amore sensuale; con le braccia piene: probabilmente<br />

di fiori; nel cuore della luce: al centro della<br />

luce. Oed’ und leer das Meer. «deserto e vuoto il mare»;<br />

ancora una citazione dal Tristano e Isotta di Wagner.<br />

guida alla lettura <br />

<strong>La</strong> forma: la sovrapposizione delle voci, degli stili, delle epoche e <strong>dei</strong> linguaggi<br />

<strong>La</strong> prima cosa che colpisce il lettore della Terra desolata è la tecnica<br />

con cui il poema è composto: il montaggio di frammenti che appartengono<br />

a stili, epoche e linguaggi diversi. In questo brano vi sono almeno<br />

sette voci: quella del narratore impersonale <strong>dei</strong> vv. 1-7; quella di Marie;<br />

quella, di tono biblico, che parla all’umanità intera; quelle del marinaio<br />

e del pastore wagneriani; quella della ragazza <strong>dei</strong> giacinti e quella del suo<br />

compagno. Si usano due lingue, l’inglese e il tedesco. Lo stile cambia<br />

continuamente, passando, per esempio, dal tono colloquiale e parlato<br />

del racconto di Marie (vv. 8-18) al tono solenne dell’Antico Testamento<br />

(vv. 19-25). Si citano o si parodiano brani di Chaucer, del libro di Ezechiele,<br />

dell’Ecclesiaste, del poeta secentesco inglese John Donne e di Wagner.<br />

Per i primi lettori di <strong>Eliot</strong> questa mescolanza risultava nuova e sconvolgente.<br />

È vero che gli esperimenti delle avanguardie, e in particolare di Apollinaire<br />

(cfr. Parte Dodicesima, cap. XI, § 2), avevano portato a qualcosa<br />

di simile, ma i risultati complessivi sembravano più una provocazione, un<br />

esperimento, che l’inizio di un modo nuovo di scrivere in versi. <strong>La</strong> terra<br />

desolata invece è stata, per molte generazioni di poeti il modello di una<br />

poesia pluridiscorsiva e pienamente novecentesca.


PARTE TREDICESIMA Il fascismo, la guerra e la ricostruzione: dall’Ermetismo al Neorealismo<br />

CAPITOLO III <strong>La</strong> poesia: tra Simbolismo e Antinovecentismo<br />

<strong>T2</strong> <strong>ON</strong> <strong>LINE</strong><br />

<strong>Thomas</strong> <strong>Stearns</strong> <strong>Eliot</strong> ~ <strong>La</strong> <strong>sepoltura</strong> <strong>dei</strong> <strong>morti</strong><br />

guida alla lettura<br />

I contenuti: la sterilità<br />

Qual è il legame fra queste sequenze? L’elemento comune è costituito<br />

dal racconto mitico-antropologico su cui il poemetto si fonda (cfr. § 2).<br />

I frammenti della Sepoltura <strong>dei</strong> <strong>morti</strong> illustrano aspetti diversi di uno <strong>dei</strong><br />

suoi temi fondamentali: quello della sterilità e della desolazione: una terra<br />

che rifiorisce senza scopo (vv. 1-7); una classe sociale in declino<br />

esercizi<br />

Analizzare e interpretare<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5<br />

Chi parla in questi versi? Prova a definire di volta in volta la<br />

voce narrante. Rimane uno spazio lirico per l’autore?<br />

Spiega perché la primavera è annunciata come una crudeltà?<br />

Quale invito rivolge agli uomini la voce profetica nei vv. 20-30?<br />

Come finisce l’incontro tra i due giovani nel «giardino <strong>dei</strong><br />

giacinti»?<br />

Individua il tema ricorrente che unisce questi frammenti.<br />

(vv. 8-18); la condizione umana secondo l’Antico Testamento (vv. 19-<br />

25); i rapporti fra uomo e donna (vv. 35-42). Anche il lettore che non<br />

coglie tutti i passaggi e i riferimenti è comunque colpito dal ritorno ossessivo<br />

di scene e immagini legate al tema della sterilità. Difatti l’unità<br />

della Terra desolata è tematica più che narrativa.<br />

In quali tempi puoi collocare le esperienze descritte? Queste<br />

suggeriscono un’idea di:<br />

continuità ciclicità<br />

simultaneità progresso<br />

Quali procedimenti espressivi rendono difficile la comprensione<br />

del legame tra le varie parti del testo?<br />

Ti sembrano coerenti con il messaggio che il poeta vuole<br />

trasmettere?<br />

Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese LETTERATURA STORIA IMMAGINARIO [G. B. PALUMBO EDITORE]<br />

6<br />

7<br />

8<br />

4

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!