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Giovanni Verga L'idillio fra Maria e Nino T17 ON LINE

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PARTE UNDICESIMA Dal liberalismo all’imperialismo: Naturalismo e Simbolismo (1861-1903)<br />

CAPITOLO IV <strong>Giovanni</strong> <strong>Verga</strong><br />

<strong>T17</strong> <strong>ON</strong> <strong>LINE</strong><br />

[Storia di una capinera,<br />

lettera del 16 novembre]<br />

da G. <strong>Verga</strong>, Storia di una<br />

capinera, in ID., Tutti i romanzi,<br />

a cura di E. Ghidetti, Sansoni,<br />

Firenze 1983, vol. I.<br />

5<br />

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35<br />

<strong>Giovanni</strong> <strong>Verga</strong><br />

L’idillio <strong>fra</strong> <strong>Maria</strong> e <strong>Nino</strong><br />

1 Lunedì…castagneto: siamo nel 1854. <strong>Maria</strong>, che dall’agosto<br />

dello stesso anno abita nella residenza estiva della<br />

propria famiglia, a Monte Ilice (Catania), aggiorna l’amica<br />

<strong>Maria</strong>nna sui nuovi sviluppi della sua amicizia con<br />

<strong>Nino</strong>.<br />

2 Gigi: il <strong>fra</strong>tellastro di <strong>Maria</strong>. La presenza di un familiare è<br />

presentata dalla voce narrante come una difesa (Per fortuna…)<br />

del proprio equilibrio affettivo rispetto alle tentazioni<br />

e agli eccitamenti del mondo esterno rappresentati<br />

da <strong>Nino</strong>.<br />

3 il suo…armacollo: la *focalizzazione interna del racconto<br />

mette in risalto i particolari che più colpiscono la fantasia<br />

romantica della ragazza. Lo schioppo ad armacol-<br />

In una lettera di <strong>Maria</strong> all’amica destinataria della sua corrispondenza, la giovinetta, già innamorata<br />

di <strong>Nino</strong>, le narra l’incontro avvenuto <strong>fra</strong> i due in campagna. I due giovani, però, non possono comunicarsi<br />

il loro affetto: sanno infatti che non si potrà realizzare.<br />

Lunedì l’incontrai nel castagneto. 1 Per fortuna Gigi 2 mi accompagnava. Egli aveva il suo schioppo ad<br />

armacollo 3 e canterellava da lontano prima che si fosse accorto di noi. Tu non sai che dolce voce egli<br />

abbia! Io lo riconobbi subito: mi sembrava che il cuore mi scappasse dal petto, e avrei voluto allontanarmi,<br />

fuggirmene, per quel solito sciocchissimo turbamento… Il suo cane, Alì, ci vide pel primo, e<br />

ci corse incontro latrando e facendoci festa. Bisognava rimaner lì, non è vero?… malgrado che mi fossi<br />

fatta di brace, malgrado che tremassi tutta… Egli si sarà accorto del mio turbamento. Si avvicinò e<br />

mi stese la mano; dovetti dargli la mia, perché qui si usa stringere anche agli uomini, e non mi par bene…<br />

poiché egli dovette accorgersi che la mia povera mano tremava…<br />

Per tornare a casa si doveva traversare la parte più fitta del castagneto, e sul limite, ch’è assai roccioso,<br />

c’erano molti sterpi e spine. Egli volle accompagnarmi e darmi il braccio. Tremavo talmente<br />

ch’egli mi disse: «Appoggiatevi <strong>fra</strong>ncamente, 4 signorina; voi inciampate ad ogni passo». Ed era vero.<br />

Si fece un bel tratto di strada in silenzio, e camminando io spingevo apposta col piede le foglie secche<br />

che coprivano il suolo, per nascondergli il battito del mio cuore. Egli avrà avuto pietà del mio imbarazzo,<br />

poiché tentò rompere quel silenzio dicendomi: «Che bella giornata! che bella passeggiata abbiamo<br />

fatto!» e sospirava… Anzi Gigi si lagnò che io gli camminassi sui piedi… Poi ci mettemmo a<br />

sedere su di un muricciolo accanto alla vigna, e lui mi si pose al fianco. Io non vedevo che il calcio del<br />

suo schioppo che disegnava sulle zolle certe bizzarre figure. 5 Alì venne a posare la sua grossa testa sui<br />

miei ginocchi sorridendomi con quei suoi begli occhi pieni di vita; io lo accarezzavo ed esso mi ringraziava<br />

dimenando la coda. Il suo padrone mi disse: «Vedete come vi vuol bene Alì? Lo amate voi?».<br />

Non so perché quell’innocentissima domanda mi commosse tutta, e mi parve d’amare immensamente<br />

quel povero Alì… E accarezzò anch’egli il suo cane… e allora le nostre mani s’incontrarono, e sentii<br />

che la mia tremava. Il mio silenzio istesso m’imbarazzava. Cercavo una risposta e non seppi balbettare<br />

che: «Come è bello il vostro cane, signore!…».<br />

Egli non disse più nulla e sospirò. Perché sospirava? Sarà anch’egli infelice, poverino! Infatti da<br />

qualche giorno m’è parso più malinconico… ed in quel momento che egli sospirava provavo per lui<br />

una gran tenerezza, e non più il solito sgomento, bensì un sentimento tanto amichevole che avrei desiderato<br />

essere un uomo come lui, un suo amico, un <strong>fra</strong>tello, per gettargli le braccia al collo e chiedergli<br />

che cosa lo affliggesse così, per confortarlo o per dividere almeno con lui le sue pene. 6<br />

Oh! sì! son peccatacci grossi!… e chi sa quanto dovrò soffrire nel farne la confessione! Poi ne ho<br />

sulla coscienza un altro più grosso ancora… una viva curiosità… di conoscere che cosa lo rattristasse<br />

in quel modo… Noi altre donne siamo tanto curiose!… Ma capisci benissimo che non osai domandarglielo.<br />

D’allora non lo vidi più che la sera, insieme ai suoi. Non ardisco più uscir sola. Agucchio, agucchio<br />

alla mia finestrella, e tutti i giorni allorché odo la sua voce o il fischio con cui chiama il suo cane, laggiù<br />

nel bosco, allorché mi sembra vedere un’ombra passare rapidamente <strong>fra</strong> i gruppi lontani degli alberi,<br />

il cuore mi batte come quando eravamo rimasti in silenzio, l’una accanto all’altro, colle mani posate<br />

sulla testa di quel bel cane.<br />

lo (attaccato a una cinghia che, attraversando il petto,<br />

passa su una spalla e scende sul fianco opposto) è un<br />

dettaglio più volte citato, perché evidentemente affascina<br />

la ragazza in quanto simbolo di virilità.<br />

4 <strong>fra</strong>ncamente: liberamente.<br />

5 Io…figure: oltre ai toni enfatici e melodrammatici del<br />

repertorio tardoromantico (esemplare, in tal senso, l’immagine<br />

precedente di <strong>Maria</strong> che sposta apposta col<br />

piede le foglie secche…per nascondergli il battito<br />

del…cuore), in questo romanzo compaiono alcune notazioni<br />

che anticipano lo stile allusivo delle opere mature.<br />

Le bizzarre figure disegnate dal calcio dello<br />

schioppo di <strong>Nino</strong>, per esempio, alludono in maniera in-<br />

Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese LETTERATURA STORIA IMMAGINARIO [G. B. PALUMBO EDITORE]<br />

1<br />

diretta allo stato d’animo di <strong>Maria</strong>, che per l’emozione<br />

tiene gli occhi bassi e dunque ne vede i disegni sulle<br />

zolle.<br />

6 un sentimento...pene: i sentimenti dei due ragazzi sono<br />

incompatibili con la logica utilitaristica dell’ambiente che<br />

li circonda (quella logica per cui <strong>Maria</strong> dovrà farsi monaca<br />

in quanto priva di dote e <strong>Nino</strong> dovrà sposare la ricca<br />

Giuditta, la sorellastra della protagonista). Pertanto il loro<br />

amore non conosce un’espressione diretta ma può essere<br />

dichiarato solo in modo trasversale, deviando l’impulso<br />

erotico verso un oggetto (il cane Alì) o verso un<br />

stato d’animo (un sentimento tanto amichevole) di natura<br />

non sessuale.


PARTE UNDICESIMA Dal liberalismo all’imperialismo: Naturalismo e Simbolismo (1861-1903)<br />

CAPITOLO IV <strong>Giovanni</strong> <strong>Verga</strong><br />

40<br />

45<br />

50<br />

<strong>T17</strong> <strong>ON</strong> <strong>LINE</strong><br />

<strong>Giovanni</strong> <strong>Verga</strong> ~ L’idillio <strong>fra</strong> <strong>Maria</strong> e <strong>Nino</strong><br />

Tutte le volte che l’incontro provo lo stesso turbamento, ed è perciò che evito d’incontrarlo. Ma accade<br />

delle volte che non posso sfuggirlo, capisci!… che devo dissimulare il mio soffrire e restar lì.<br />

Quand’egli mi guarda, il cuore mi balza nel petto, e vorrei morire per nascondere il mio rossore… Mi<br />

pare che tutti gli occhi sieno fissi su di me a domandarmi perché arrossisco… ed io, Dio mio!… non<br />

saprei dirlo… non lo so! 7 Pure appena posso approfittare del primo pretesto vado a rifugiarmi nella<br />

mia cameretta, a nascondere <strong>fra</strong> i guanciali il viso infuocato, e piangere… non so… ma mi pare che<br />

il pianto mi faccia bene e che mi alleggerisca di un gran peso!<br />

Frattanto ieri l’altro, mentre mi asciugavo gli occhi, vidi un’ombra alla finestra. Era lui! che appoggiava<br />

i gomiti al davanzale e si teneva il volto <strong>fra</strong> le mani… Ti lascio immaginare come rimanessi! Anche<br />

lui era assai turbato. Volle sorridere e mi parve che piangesse, tanto quel sorriso era triste. Poscia<br />

balbettò: «Perché ci fuggite, signorina?». Avrei desiderato che il suolo si fosse aperto ad inghiottirmi.<br />

Per fortuna sopraggiunse mia sorella. Mi fu d’uopo uno sforzo miracoloso per calmarmi o piuttosto<br />

per imporre al mio viso di mentire, e andai a raggiungere la comitiva che si sollazzava sulla spianata.<br />

Giuditta era accanto a lui, gli parlava, rideva, era tranquillo, non tremava… lei!<br />

7 non lo so!: <strong>Maria</strong> ancora non si concede la rivelazione del suo stato di innamoramento.<br />

guida alla lettura<br />

Lo stile<br />

Lo stile riflette la scrittura semplice e ingenua della protagonista. Anche<br />

i frequenti fiorentinismi contribuiscono a dare alla pagina una patina<br />

di ingenuità quasi scolastica: si veda per esempio l’uso dei diminutivi,<br />

dei vezzeggiativi, dei peggiorativi («poverino», «peccatacci», «fi-<br />

Il linguaggio negato: da Storia di una capinera a I Malavoglia<br />

In questo brano il linguaggio del desiderio e dell’amore si presenta<br />

come un linguaggio interdetto o negato, aprendo una linea che si realizzerà<br />

soprattutto nei Malavoglia. Si paragoni il passo che va da «Alì<br />

venne a posare la sua grossa testa» sino a «Come è bello il vostro cane,<br />

signore!…» con questa scena famosa del cap. V dei Malavoglia<br />

in cui sono protagonisti Alfio e Mena: «Mena l’accarezzava colla mano,<br />

la povera bestia, ed Alfio sorrideva come se gliele facessero a lui<br />

quelle carezze. – Ah se il mio asino fosse vostro, comare Mena! –<br />

Mena crollava il capo e il seno le si gonfiava pensando che sarebbe<br />

esercizi<br />

Analizzare e interpretare<br />

1<br />

Evidenzia il carattere contraddittorio delle reazioni di <strong>Maria</strong><br />

agli incontri con <strong>Nino</strong>. Perché <strong>Maria</strong> fugge?<br />

è vittima di un’emotività troppo intensa<br />

considera peccato amare<br />

è un effetto della repressione conventuale<br />

ha paura dei propri sentimenti<br />

nestrella», «cameretta»). In tal modo lo scrittore abbandona l’enfasi<br />

dei romanzi precedenti e cerca di adottare l’ottica, il linguaggio, la cultura<br />

di un personaggio molto diverso da lui, come farà poi anche nei<br />

capolavori della maturità.<br />

stato meglio se i Malavoglia avessero fatto i carrettieri, ché il babbo<br />

non sarebbe morto a quel modo». In tutt’e due i casi, i protagonisti<br />

si comunicano i loro sentimenti solo indirettamente, attraverso un<br />

meccanismo di spostamento, e cioè per il tramite di un animale (il<br />

cane in Storia di una capinera, l’asino nei Malavoglia). <strong>Verga</strong> si mostra,<br />

già in Storia di una capinera, maestro nell’arte del non-detto e<br />

dell’allusione simbolica: nell’arte, cioè, di far parlare i silenzi e, con<br />

essi, i sentimenti e i valori nascosti dei propri personaggi più umili e<br />

dimessi.<br />

Il turbamento amoroso che <strong>Maria</strong> vuole reprimere e negare<br />

si esprime tuttavia nel linguaggio del corpo. Rintraccia qualche<br />

esempio.<br />

Osserva le frequenti *reticenze e sospensioni del linguaggio,<br />

le <strong>fra</strong>si esclamative e interrogative: cerca di spiegarne la ragione.<br />

Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese LETTERATURA STORIA IMMAGINARIO [G. B. PALUMBO EDITORE]<br />

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