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antillo notizie n°26 - Comune di Antillo

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Quando si doveva costruire<br />

una casa, era il proprietario che<br />

solitamente provvedeva a fornire<br />

alle maestranze il materiale<br />

necessario come le pietre, la<br />

sabbia, la calce, i mattoni, le<br />

tegole e quin<strong>di</strong> le travi, le tavole e<br />

il legname in genere che serviva<br />

per realizzare i solai, il tetto,<br />

eventuali scale interne, per finire<br />

alle porte interne ed esterne.<br />

Appena arrivato il momento <strong>di</strong><br />

fornire le porte, veniva chiamato<br />

“u mastru falignami” che si<br />

spostava sul posto con la sua<br />

attrezzatissima cassa degli arnesi<br />

composta da martelli, mazzotte,<br />

serre <strong>di</strong> vario genere, raspe,<br />

scalpelli, giraviti, pialle e pialletti,<br />

sponderuole e dall’immancabile<br />

metro <strong>di</strong> legno a bacchette<br />

accompagnato dal lapis <strong>di</strong><br />

falegname; arnesi questi costruiti<br />

per lo più con le proprie mani.<br />

Arrivato sul posto, il falegname<br />

allestiva in una zona idonea della<br />

casa il banco <strong>di</strong> lavoro, quin<strong>di</strong>,<br />

con l’aiuto dello stesso<br />

proprietario e <strong>di</strong> qualche<br />

appren<strong>di</strong>sta, dava inizio alla sua<br />

non facile opera.<br />

Tutto questo fino al 1950, quando<br />

anche nel paese <strong>di</strong> <strong>Antillo</strong> è<br />

arrivata l’energia elettrica; evento<br />

che ha trasformato ra<strong>di</strong>calmente<br />

la vita <strong>di</strong> tutti quanti, aprendo<br />

scenari dapprima inimmaginabili.<br />

Con l’avvento dell’energia elettri –<br />

La foto del 1959 ritrae il gruppo <strong>di</strong><br />

maestranze e i familiari del titolare della<br />

falegnameria subito dopo la cerimonia <strong>di</strong><br />

bene<strong>di</strong>zione della nuova combinata:<br />

l’ultima arrivata chiamata a sostituire la<br />

vecchia pialla elettrica.<br />

La combinata è una macchina per la<br />

lavorazione del legno capace <strong>di</strong><br />

svolgere più funzione come:<br />

• la pialla a filo che permette <strong>di</strong><br />

ottenere facce perfettamente piane;<br />

• la pialla a spessore che rende<br />

<strong>di</strong>ritte e parallele le facce<br />

<strong>di</strong>ametralmente opposte, eseguendo<br />

spessori a misura desiderata;<br />

• la serra circolare per eseguire tagli<br />

veloci e precisi;<br />

• la toupie o fresatrice per eseguire<br />

cornici;<br />

• la bucatrice orizzontale.<br />

Q i quaderni <strong>di</strong> <strong>Antillo</strong><br />

<strong>notizie</strong><br />

ca, tanti arnesi <strong>di</strong> lavoro usati un<br />

tempo, sono andati via via sostituiti<br />

da nuovi macchinari, sempre più<br />

sofisticati, che hanno facilitato e<br />

favorito la produzione <strong>di</strong> tant i<br />

manufatti che oggi non possono<br />

mancare in ogni casa e che un<br />

tempo neppure i più benestanti<br />

potevano permettersi.<br />

Compagno insostituibile risulta invece<br />

il tipico banco del falegname;<br />

un piano <strong>di</strong> lavoro molto pesante e<br />

robusto per lo più in legno <strong>di</strong><br />

quercia, alto circa 80 cm, poggiato<br />

su quattro grossi pie<strong>di</strong> collegati tra<br />

loro da una intelaiatura in legno.<br />

Ogni banco era munito <strong>di</strong> due<br />

morse in legno montate l’una sulla<br />

fiancata lunga, l’altra sulla testa<br />

dello stesso; attrezzi immancabili<br />

che servivano a bloccare i singoli<br />

pezzi <strong>di</strong> legno durante la loro<br />

lavorazione in modo che ogni<br />

operazione potesse essere effet-<br />

tuata con entrambe le mani libere.<br />

Sul lato lungo opposto a quello sul<br />

quale era montata la morsa era<br />

ricavata un'ampia cassa che<br />

serviva per riporre provvisoriamente<br />

gli attrezzi usati al momento in modo<br />

che il piano <strong>di</strong> lavoro potesse restare<br />

sgombro.<br />

Nella foto alcuni arnesi che sono stati<br />

soppiantati dalla pialla elettrica.<br />

In primo piano:<br />

tre <strong>di</strong>versi pialletti “gghianozzi” ;<br />

<strong>di</strong>sposte più <strong>di</strong>etro:<br />

due “gghiane” utilizzate per rendere piana<br />

la superficie del legno.<br />

Manufatti <strong>di</strong> legno più comuni<br />

Lungo l’elenco degli oggetti che<br />

venivano realizzati dalle abili mani dei<br />

tanti valenti falegnami che operavano<br />

in paese; oggetti ormai in <strong>di</strong>suso ma <strong>di</strong><br />

cui un tempo in ogni singola casa non<br />

si poteva farne a meno: dal treppie<strong>di</strong><br />

tenuto insieme da due ripiani ton<strong>di</strong><br />

a<strong>di</strong>biti, quello più basso per poggiarvi<br />

una brocca d’acqua, quello superiore<br />

per riporvi il sapone; alla estremità<br />

superiore dello stesso veniva poggiata<br />

una bacinella in acciaio smaltata <strong>di</strong><br />

bianco che costituiva il massimo per<br />

l’igiene <strong>di</strong> quanti vivevano in casa;<br />

Foto in alto a destra<br />

Da sinistra: Giovannino Di Pietro; Carmelina e Salvatore Muscolino con in mezzo la Mamma Vittoria Palella; Il Parroco Padre<br />

Salvatore Lo Turco; la maestranza dell’epoca costituita da Carmelo Smiroldo <strong>di</strong> Giuseppe, Angelo Paratore <strong>di</strong> Rosario, Alberto<br />

Zizzo <strong>di</strong> Pietro Paolo; Francesco Lo Giu<strong>di</strong>ce Applicato <strong>di</strong> segreteria; l’ultimo a destra: Giuseppe Muscolino titolare della<br />

bottega e alla sua destra il figlio, l’autore delle testimonianze riportate in queste righe.

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