antillo notizie n°26 - Comune di Antillo
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Il nostro<br />
territorio<br />
I MONTI<br />
PELORITANI DI 845), Pizzo Pinazzo (mt. 817), Monte Schia (mt.<br />
Pizzo Monestria (mt. 993), Strombolo (mt. 984),<br />
Pizzo Culace (mt. 960), Pizzo Rocconere (mt.<br />
920), Monte Pietrebianche (mt. 900), Pizzo<br />
Barramanco (mt. 878), Monte Lisciarista (mt.<br />
800), Rocca Castello (mt. 768), Pizzo Monaco (mt.<br />
ANTILLO 738). Dal punto <strong>di</strong> vista geologico l'intera catena<br />
peloritana, compresi i monti antillesi, è formata da<br />
<strong>di</strong> Giuseppe Sigillo rocce metamorfiche, intrusive e plutoniche, frutto<br />
<strong>di</strong> numerosi eventi magmatici e tettonici. La loro<br />
I monti Peloritani si sviluppano, nella Provincia <strong>di</strong> formazione risale a 1.700 milioni <strong>di</strong> anni fa, e sono<br />
Messina, lungo un allineamento NE-SO da Capo <strong>di</strong> gran lunga le più antiche <strong>di</strong> tutta la Sicilia, basti<br />
Peloro fino al bacino del fiume Alcantara. Secondo pensare che l'età massima delle rocce rinvenibili<br />
la leggenda i Peloritani presero il nome da Peloro, nelle altre catene montuose presenti nell'Isola<br />
un nocchiero cartaginese ucciso da Annibale che si non supera i 250 milioni <strong>di</strong> anni. Sui monti che<br />
sentì tra<strong>di</strong>to dal suo marinaio per averlo condotto circondano <strong>Antillo</strong> è possibile riscontrare la<br />
nello stretto <strong>di</strong> Messina in un golfo che, a causa presenza <strong>di</strong>ffusa <strong>di</strong> rocce più o meno ricche <strong>di</strong><br />
dell'imponenza della catena montuosa, sembrava minerali (piombo, zinco, rame, argento, ecc.) che<br />
senza sbocco. Resosi conto dell'errore il generale hanno alimentato fin dai tempi più antichi una<br />
cartaginese fece erigere una gigantesca statua <strong>di</strong>screta attività estrattiva protrattasi in alcuni casi<br />
sulla punta nord-orientale della Sicilia che da fino agli anni '60 del secolo scorso. Di tale attività<br />
sono state in<strong>di</strong>viduate prove tangibili e<br />
documentate in ben 350 siti, concentrati<br />
soprattutto nella parte centrale della catena<br />
montuosa: oltre che ad <strong>Antillo</strong>, anche nei<br />
Comuni <strong>di</strong> Alì, Castroreale, Fiume<strong>di</strong>nisi,<br />
Gallodoro, Itala, Limina, Mandanici, Pagliara,<br />
Roccalumera. Straor<strong>di</strong>naria altresì e la<br />
morfologia dei monti antillesi, connotati da<br />
una teoria interminabile <strong>di</strong> gobbe, picchi,<br />
crinali, pareti a strapiombo e fissati<br />
plasticamente dai toponimi più comuni e<br />
ricorrenti nelle nostre contrade: pizzo (Pizzo<br />
Pinto, Pizzo Monaco, Pizzo Culace, Pizzo<br />
Barramanco, Pizzo Cute, Pizzo Cassanita,<br />
Pizzo Mattino), rocca (Rocca Castello), grotta<br />
(frazione Grotta), serra (Serra Pasaleo),<br />
portella (Portella del Vento), fosso (Fosso<br />
Buzzorratti). Unico è poi lo spettacolo che si<br />
può cogliere dai nostri monti, potendo lo<br />
sguardo abbracciare il mare Jonio e il mar<br />
I monti peloritani nel territorio antillese<br />
Tirreno, l'intera vallata d'Agrò, la costa<br />
calabra e il maestoso ed imponente cono<br />
allora prese il nome <strong>di</strong> Capo Peloro. La catena dell'Etna. Oltre a queste ricchezze ambientali,<br />
montuosa è costituita da un gruppo <strong>di</strong> rilievi <strong>di</strong> naturalistiche e paesaggistiche, i monti antillesi<br />
oltre i 1000 metri <strong>di</strong> altezza che <strong>di</strong>gradano verso la custo<strong>di</strong>scono anche un immenso e prezioso<br />
costa tirrenica con pen<strong>di</strong>i dolci e attraverso il patrimonio architettonico, archeologico ed<br />
graduale passaggio per aree collinari e verso la etnoantropologico, costituito da infinite<br />
riviera jonica più repentinamente, spesso a testimonianze materiali lasciate dall'uomo nel<br />
strapiombo sul mare, fino a raggiungere quote corso <strong>di</strong> una frequentazione intensa e millenaria.<br />
anche <strong>di</strong> 400-500 metri. Tra queste, le vette più Ci si riferisce ad esempio a fortificazioni rupestri<br />
significative, dal punto <strong>di</strong> vista altimetrico, (Rocca Castello), strade militari (stradella militare<br />
ricadenti nel territorio comunale <strong>di</strong> <strong>Antillo</strong> sono: Messina-Portella Mandrazzi), mulini ad acqua<br />
Montagna Grande (mt. 1376), Pizzo Pinto (mt. (antico mulino ad acqua sito in contrada<br />
1320), Montagna <strong>di</strong> Vernà (mt. 1260), Pizzo Mastrosanto), opifici industriali (altoforno per la<br />
Cassanita (mt. 1200), Monte Mangivacche (mt. fusione <strong>di</strong> minerali sito in contrada Fonderia), e poi<br />
1188), Monte Tre Fontane (mt. 1138), Pizzo ancora trazzere, armacie, fontane, palmenti,<br />
Mattino ( mt. 1093), Monte Sereno (mt. 1078), trappeti, pagghiari, masserie, case coloniche,<br />
Pizzo Cute (mt. 1065), Monte Paiano (mt. 1038), vecchi sentieri, abbeveratoi e recinti per animali.