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La comunità italiana in Uruguay nella seconda metà ... - RiMe - Cnr

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<strong>RiMe</strong>, n. 8, giugno 2012, pp.103‐135. ISSN 2035‐794X<br />

patria, Bordoni descrisse la città di Montevideo, soffermandosi sulla<br />

storia e la geografia del paese. Di particolare <strong>in</strong>teresse, per le relazio‐<br />

ni tra Italia e lo stato rioplatense, è la parte dedicata alla geografia ed<br />

alle colonie agricole.<br />

Bordoni ricordava <strong>in</strong> che modo, sia <strong>in</strong> <strong>Uruguay</strong> che <strong>nella</strong> vic<strong>in</strong>a<br />

Argent<strong>in</strong>a, fosse alquanto facile acquistare della terra a basso prezzo,<br />

sovente anche a rate, con l’agevolazione di pagare il dovuto <strong>in</strong> occa‐<br />

sione della prima raccolta. Per un popolo di emigrati con un passato<br />

da braccianti e salariati, l’America del Sud si profilava così, oltre che<br />

la terra del semplice lavoro, anche la terra della proprietà, alimen‐<br />

tando la suggestione di un’ascesa sociale che l’Europa mai avrebbe<br />

potuto garantire.<br />

Al f<strong>in</strong>e di <strong>in</strong>centivare questa l<strong>in</strong>ea di sviluppo, il governo uru‐<br />

guaiano favorì la fondazione di colonie agricole <strong>in</strong> terreni acquisiti<br />

dallo Stato a prezzi vantaggiosi, varando nel 1880 un’apposita legge<br />

di colonizzazione, seguita da altri provvedimenti analoghi, <strong>in</strong>tegral‐<br />

mente riportata dal Bordoni <strong>in</strong>sieme ad un decreto attuativo del giu‐<br />

gno 1881, con cui si f<strong>in</strong>anziava la legge per 200.000 pesos annui, ov‐<br />

vero circa un milione di lire italiane dell’epoca.<br />

Oltre allo sviluppo economico ed allo sfruttamento delle vaste<br />

lande alle spalle di Montevideo, il progetto di colonizzazione aveva<br />

l’ambizione di <strong>in</strong>tegrarsi <strong>in</strong> una prospettiva di più ampio respiro e<br />

progresso sociale, emancipando il vecchio proletario al ruolo di no‐<br />

vello imprenditore terriero. Così scriveva Bordoni:<br />

44 Ibi, p. 72.<br />

Aggiungasi che l’idea della sua nuova posizione lo [il contad<strong>in</strong>o,<br />

N.d.C.] modifica sensibilmente anche nel morale, elevandone il carat‐<br />

tere e migliorandone i costumi. Il contad<strong>in</strong>o che aspira a diventare<br />

proprietario, e com<strong>in</strong>cia a capire di valere qualche cosa, si sente nobi‐<br />

litato, rialza la fronte da lungo tempo depressa, perde poco a poco le<br />

goffe maniere, l’umile l<strong>in</strong>guaggio ed il sembiante ridicolo e mesch<strong>in</strong>o,<br />

acquisiti <strong>in</strong> tanti anni di servile dipendenza, quando, più che vivere,<br />

vegetava <strong>in</strong> una condizione umiliante, <strong>in</strong>feriore molte volte a quella<br />

del bruto 44 .<br />

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