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ottobre 2011 - ANTO Brescia

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dopo la morte in Italia non è un<br />

atto obbligato: la legge 91 del<br />

1999 vorrebbe che fosse una libera<br />

scelta di un cittadino consapevole.<br />

Di fatto, raramente è<br />

documentata la volontà del deceduto,<br />

di solito è necessario ricostruire<br />

con la famiglia la cosiddetta<br />

volontà presunta, oppure<br />

è necessario accettare ancora la<br />

decisione del cosiddetto parente<br />

avente titolo (coniuge o convivente<br />

certificabile, figli maggiorenni,<br />

genitori). Ancora oggi esiste<br />

una preoccupante resistenza<br />

alla donazione che comporta in<br />

3 casi su 10 l’impossibilità per i<br />

medici di recuperare, nel paziente<br />

deceduto nonostante le cure<br />

praticate, gli organi utili per la<br />

vita di altri pazienti (possono essere<br />

anche 8 vite).<br />

Le motivazioni delle opposizioni<br />

sono molteplici e complesse.<br />

Se è radicata nei secoli la paura<br />

di essere sepolti vivi oggi le<br />

tecniche di accertamento delle<br />

condizioni che consentono il<br />

prelievo di organi sono inequivocabilmente<br />

quelle di un punto di<br />

non ritorno: il malato è morto.<br />

Il bisogno di accomiatarsi dal<br />

defunto manifestando il proprio<br />

dolore nei modi più sentiti viene<br />

facilitato dal sostegno offerto dal<br />

personale dei centri di rianimazione<br />

e, volendo, è spesso possibile,<br />

dopo il prelievo di organi,<br />

proseguire la ritualità a domicilio<br />

con bara aperta. La salma, per<br />

obbligo di legge, ma anche per<br />

obbligo morale dei chirurghi, viene<br />

ricomposta in modo che il<br />

corpo sia presentabile.<br />

21<br />

Quando il prelievo di organi è<br />

fattibile, frequentemente emerge<br />

il desiderio di conoscere l’identità<br />

del ricevente (con altrettanta<br />

frequenza questi vorrebbe<br />

conoscere l’identità del donatore):<br />

la legge vieta tassativamente<br />

agli operatori sanitari di rivelare<br />

i dati identificativi. E’ doveroso<br />

peraltro restituire ai famigliari<br />

dei donatori l’informazione circa<br />

il buon esito dei trapianti. Questo<br />

compito è assolto dal Coordinamento<br />

locale per i prelievi a<br />

scopo di trapianto avente sede<br />

all’interno degli Spedali Civili<br />

(responsabile il dott. Ottorino<br />

Barozzi) ovvero dal Centro Regionale<br />

(NITp) presso l’Ospedale<br />

Maggiore di Milano.<br />

Il NITp (Nord Italia Transplant<br />

program) è anche garante sul-

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