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ottobre 2011 - ANTO Brescia

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L’accumulo nelle cellule del fegato di goccioline<br />

di grasso (trigliceridi) determina a lungo andare<br />

diversi quadri di alterazioni che vanno dal semplice<br />

accumulo di grasso all’interno della cellula epatica<br />

al grasso associato ad infiammazione, ed infine alla<br />

associazione con cicatrici fino alla comparsa della<br />

temibile i forse irreversibile cirrosi. Infatti, è ormai<br />

noto che una percentuale variabile dal 5 al 10% dei<br />

casi possono evolvere negli anni a cirrosi e persino<br />

in epatocarcinoma proprio come le epatiti dovute<br />

ai virus B e C molto noti e diffusi.<br />

IL “FEGATO GRASSO” PUO’ AGGRAVARE<br />

PREESISTENTI PATOLOGIE DEL FEGATO ?<br />

Naturalmente si, per esempio in corso di malattie<br />

croniche del fegato di origine virale B oppure C la<br />

presenza di fegato grasso non solo facilita il peggioramento<br />

della malattia ma anche riduce la probabilità<br />

di risposta alle terapie.<br />

Anche dopo il trapianto del fegato proprio per<br />

l’uso di farmaci antirigetto che possono determinare<br />

aumento dei grassi nel sangue è frequente la<br />

comparsa della steatosi. E’ importante pertanto in<br />

condizioni di fragilità delle condizioni del fegato<br />

prevenire come vedremo dopo la comparsa del<br />

fegato grasso.<br />

QUALE PREVENZIONE E TERAPIA<br />

La prima linea di intervento rimane la perdita di<br />

Il maratoneta Martin Lel: è poco probabile che abbia il fegato grasso<br />

29<br />

peso o la modificazione dello stile di vita, soprattutto<br />

nei pazienti obesi o sovrappeso.<br />

Nell’adulto con FEGATO GRASSO SENZA ABUSO<br />

ALCOLICO , questo approccio è efficace a breve<br />

termine ma richiede l’impegno e le competenze di<br />

un team multidisciplinare e motivazionale raramente<br />

disponibile nelle unità di Epatologia.<br />

ESERCIZIO FISICO PERSONALIZZATO<br />

Ecco come per “avere fegato”, cioè un fegato non<br />

affetto dall’accumulo di grasso ci vogliono “le<br />

gambe”, ovvero esercitare una regolare attività fisica<br />

aerobica.<br />

Tale attività, se eseguita in maniera corretta in termini<br />

di qualità e quantità, oltre a consumare i grassi in<br />

eccesso permette di instaurare anche modificazioni<br />

funzionali e strutturali a carico dell’apparato cardiocircolatorio<br />

e muscolare.<br />

Nel corso di queste sedute di allenamento dovrà<br />

essere garantita un’adeguata stimolazione dei principali<br />

parametri fisiologici, quali frequenza cardiaca<br />

e gettata cardiaca, un corretto scambio dei gas a<br />

livello polmonare e tissutale.<br />

Per questo si rende necessaria la presenza di una<br />

figura professionale, che sappia guidare la persona<br />

affetta da fegato grasso attraverso un percorso di<br />

ricondizionamento fisico che deve tener conto di<br />

possibili comorbilità ( diabete, obesità,patologie<br />

cardio-vascolari), ma anche di aspetti sociali e comportamentali<br />

dell’individuo. Solo in questo modo<br />

sarà garantito il successo di<br />

questo percorso, scongiurando<br />

rischi aggiuntivi per la<br />

salute legati a programmi di<br />

allenamento “fai da te”.<br />

DIETA APPROPRIATA<br />

Nella nostra tradizione popolare<br />

le malattie del fega-to<br />

sono sempre state correlate<br />

alla “cattiva alimen-tazione”,<br />

quasi come necessaria punizione<br />

agli eccessi della tavola.<br />

Ancora oggi quando un

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