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Ruggiero Jappelli: “Che Acqua è questa” - Associazione Idrotecnica ...

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La manifestazione più importante della presenza e delle azioni dell’acqua sul pianeta <strong>è</strong> nei fiumi e nel mare. Il corso dei fiumi<br />

<strong>è</strong> un capriccioso processo naturale di nascita e morte, che livella ed agguaglia il terreno dalle sorgenti alla foce.<br />

Ascoltiamo il Geografo Carmelo Colamonico: “... l'acqua; l'acqua di pioggia, che incide, spezza ed erode; l'acqua dilavante,<br />

che corrode, asporta ed accumula; l'acqua ricca di anidride carbonica, che dissolve il calcare ed abbandona il deposito<br />

argilloso insolubile; l'acqua filtrante che allarga le infinite leptoclasi della roccia e segue il lento cammino della circolazione<br />

profonda; l'acqua, che distrugge e che crea, che distruggendo forma la dolina e la fossa, l'inghiottitoio e la voragine,<br />

la caverna e la grotta, che creando determina la terra rossa e il fiIone alabastrino, la stalattite e la stalagmite, la arenaria<br />

litoranea che spetta al mare post-miocenico e la gigantesca pila sedimentaria che viene tuttora lentissimamente innalzandosi<br />

nelle profondità abissali”.<br />

Le sorgenti del F. Volturno a Rocchetta<br />

(Foto R. J., 1953).<br />

Molti fenomeni che si osservano sulla terra sono dunque legati al rapporto che l’acqua istituisce con il suolo, rapporto che<br />

non si esaurisce nemmeno nel mare, al quale i fiumi indirizzano grandi masse d’acqua in un’incessante e mutevole dinamica<br />

di erosione, rimescolamento, trasporto e deposizione, che prosegue<br />

infin là 've si rende per ristoro<br />

di quel che 'l ciel de la marina asciuga,<br />

ond'hanno i fiumi ciò che va con loro. (Purg., XIV, 34-36)<br />

L’ACQUA NEI CENTOCINQUANTA ANNI DELL’UNITÀ D’ITALIA<br />

Con questi fenomeni, specialisti di acque e di suolo si cimentano continuamente per ricercare degli alvei configurazioni fisiche<br />

caratterizzate da equilibrati e stabili rapporti tra natura naturata e natura artificiata. Il rapido fiume, che d’alpestra vena<br />

rodendo intorno (Petrarca, CXLVIII, Fiumi d’Italia) disgrega il suo letto in misura diversa, secondo il regime della corrente<br />

e la resistenza al moto cattura frammenti del terreno che modificano a loro volta la stessa capacità di erosione. Testimoni<br />

delle due sponde si integrano con resti vegetali e con rottami delle costruzioni umane e sono trascinate dalla gialla piena<br />

che spoglia i campi e l’aria eguaglia (Betocchi, Sull’Arno), che li seleziona rilasciandoli in acque più tranquille o trasportandoli<br />

fino al mare, in corsi d’acqua naturali, che vanno acquistando crescente artificialità.<br />

80 - L'ACQUA 6/2011<br />

Il cono di deiezione del T. Saraceno, che sbocca nel mare Ionio a nord di Sibari;<br />

in primo piano la strada statale ionica e la linea ferroviaria con i ponti sui tre alvei,<br />

che le acque hanno inciso nelle alluvioni, in perenne evoluzione (4).<br />

Il fiume Salso, Caltanissetta (5) L’impianto idroelettrico a Isola Serafini sul F. Po (6).<br />

(4) da G. Travaglini, 1985, Il controllo delle acque e la difesa del suolo, in Storia d’Italia, Le Regioni dall’Unità a oggi: La Calabria, Einaudi.<br />

(5) Sciascia L., 1999, I fiumi della Trinacria, in “Attraverso l’Italia del 900”, T.C.I. .<br />

(6) Oldani G., Gigli P., <strong>Jappelli</strong> R., Maugliani V., 2008, Interventi di salvaguardia della traversa Isola Serafini sul Fiume Po, L’<strong>Acqua</strong> 5.

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