Ora si rivoltolava per terra, nel fango, tra cacate di gallina, paglia, penne, e sussultava perché il tallone <strong>del</strong> soldato gli faceva scricchiolare le ossa <strong>del</strong> torace, e poi affondava, però senza fare troppo male, quasi riconoscendo la zona da pestare, tra il fegato e lo stomaco, e rivedeva sua madre, la sera che l’aveva trovata riversa sulla brace, tutta sfigurata, con la pa<strong>del</strong>la <strong>del</strong> pesce ancora in mano, e il vecchio che scuoteva il capo e non mugghiava più, ma continuava a guardare di traverso. Lui l’aveva colpito duramente, e l’aveva buttato di peso fuori di casa: «idiota, spazzatura, potevi crepare tu invece!» e poi era andato a comporre la madre sul tavolo, ma il puzzo <strong>del</strong>le sue carni bruciacchiate l’aveva fatto vomitare, e allora se n’era uscito, ed era fuggito via, lontano, ed era venuto fin qui ad allevare polli, e poi eran passati quei soldati di prima, quegli straccioni, e lui s’era nascosto, e gli avevan portato un mucchio di bestie però avevano lasciato un coltello nuovo, e ora eccone degli altri, pieni di roba, che invece di lasciargli qualcosa gli portavan via la sua vita che lui aveva solo quella e poi anche se il prete diceva che dopo ce n’era un’altra migliore chissà... Intanto, mentre affondava la faccia nella mota fresca <strong>del</strong> sangue suo e <strong>del</strong> pollo, i soldati lo stavano tagliando a pezzi, coi loro machete, ma Gonzalo non se ne faceva una ragione. Né, sinché ebbe coscienza, riuscì a capire perché quelli continuavano a ridere sguaiati. 27
Sono nata a Genova, qualche tempo fa. Da oltre 30 anni sto con un compagno di liceo, un bravo ragazzo, che ora gli è presa che è un grande scrittore e non ci si fa più vita. Gli uomini quando invecchiano, si sa. Mi sono messa a scrivere anch’io, così, tanto per evitare che il Suo Ego vada in orbita. Ogni tanto qualcuno mi pubblica qualcosa, e lui come si arrabbia... Ma in fondo, è contento.
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