Nato a metà novembre, come Tazio Nuvolari e James Bond, per anni è stato convinto di essere un gran pilota e un personaggio affascinante... Quando ha capito che non era vero, si è messo a scrivere. Adesso crede fortemente di essere un bravo scrittore, e si trova bene. Alcuni suoi racconti sono usciti in raccolte pubblicate da Edizioni Erasmo, su fanzine, giornali locali, sul web, ecc...
Stessa uva La vigna di zio Rinaldo, detto Reno, era accanto a quella di Tòno. Stessa uva, stessa terra, stessa esposizione. Tutti e due buoni bevitori, grandi bestemmiatori – Tòno anche di più perché veniva dalla Maremma – ottimi contadini e con in testa una sola idea, le donne. Più che altro, una parte precisa <strong>del</strong>le donne. In paese erano i migliori, sapevano sempre il momento buono per potare, seminare, lavorare la terra. Per portare il trattore su una proda scoscesa chiamavano Tòno, e se lui non poteva, andava Reno e viceversa. Quando alla briscola io e zio Reno si vinceva il prosciutto, Tòno e suo figlio arrivavano secondi e prendevano il capocollo. La volta dopo a noi toccava il salame <strong>del</strong> secondo e Tòno portava a casa la spalla. Insomma, a parte l’età, ché zio Reno era un po’ più giovane, erano uguali. Con le donne zio Reno era più bravo. Biondo rossiccio, il fisico asciutto, la parlantina sciolta, non andava tanto per il sottile. Belle, brutte, giovani, vecchie, sposate, zitelle, vedove, lui “dava” a tutte, per lui era uguale. Ma prima le guardava per bene negli occhi. «La vedi quella?» «Zio, ma è vecchia!» La contadina si asciugava le mani sul grembiule. Vestita di nero e grigio, la pezzòla in testa, avrà avuto l’età <strong>del</strong>la nonna. «L’occhio. Guardagli l’occhio.» «Eh, l’occhio... Cosa c’ha l’occhio?» «È acceso, bischero, ’un lo vedi? Brilla. Le donne che gli brillano l’occhi sono sempre vive! Hanno sempre voglia, e se son vecchie ’un importa.» Di questo Reno era sicuro. 52
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