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SCARICA IL VOLUME SU LESIONI CUTANEE ... - prima pagina

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Non è possibile definire una soglia pressoria di rischio<br />

ulcerativo. Questo è dovuto sia a problemi di ordine<br />

fisiopatologico sia a limitazioni di tipo strumentale. I<br />

primi fanno riferimento al fatto che non è importante<br />

solo il valore assoluto della pressione, ma anche la<br />

durata della sua applicazione, laddove una pressione<br />

anche modesta se applicata per lungo tempo è in<br />

grado di determinare un danno. Ciò mette in relazione<br />

l’eziopatogenesi delle lesioni ulcerative neuropatiche<br />

con quelle da decubito.<br />

Per quel che riguarda i problemi metodologici bisogna<br />

sottolineare che i sistemi di rilevazione comunemente<br />

utilizzati (p.e. pedane di pressione) misurano esclusivamente<br />

la componente verticale della forza di reazione<br />

piede/suolo, mentre non ci danno informazioni<br />

sulle altre due componenti di questa forza, quella antero-posteriore<br />

e quella medio-laterale (forze di taglio<br />

o shear stress), che invece, a parere degli Esperti,<br />

potrebbero avere un ruolo importante nei meccanismi<br />

di ulcerazione. (Bus, Erdemir, Guldemond, Hsu,<br />

Lavery, Lott, Myers, Nube, Yarnitzky)<br />

Anche le alterazioni della catena cinetica e cinematica<br />

di tutto l’arto inferiore, sia preesistenti che successive<br />

ad eventuali interventi chirurgici, possono condizionare<br />

la comparsa di ipercarichi. Le scarpe influenzano<br />

profondamente la biomeccanica del passo e l’interfaccia<br />

calzatura/piede è decisiva, soprattutto se il piede<br />

è insensibile. Quindi il ruolo della calzatura non è<br />

confinabile solamente alla fase di trattamento, ma<br />

deve essere visto soprattutto in funzione preventiva:<br />

scarpe con suola semirigida, con suola rigida a barchetta<br />

o con suola morbida, munite di inserto plantare<br />

a contatto totale su calco avvolgente e ortoplastia in<br />

silicone sono in grado di ridurre le pressioni plantari<br />

ed apicali di picco anche oltre il 50%. (Armstrong,<br />

Thompson, van Deursen)<br />

Nelle tabelle nelle pagine seguenti sono riportate<br />

in sintesi le caratteristiche salienti delle scarpe e<br />

dei plantari e dei presidi consigliati ai pazienti a<br />

rischio ulcerazione o ulcerati con patologie croniche<br />

(vasculopatici, neurologici, reumatici, diabetici).<br />

2.8. Ulcere nelle patologie dermo-reumatiche<br />

Le ulcere dermo-reumatiche si manifestano in corso<br />

di connettiviti o in vasculiti sistemiche e sono una<br />

complicanza comune di malattie autoimmunitarie.<br />

Sono spesso gravi, dolorose, recidivanti, scarsamente<br />

sensibili ai comuni trattamenti e rappresentano di frequente<br />

un problema di difficile gestione e soluzione.<br />

2.8.1. Connettiviti: la sclerodermia<br />

La sclerosi sistemica (sclerodermia) è una malattia<br />

cronica autoimmune, caratterizzata da un’abnorme<br />

produzione di tessuto connettivo (collagene) da parte<br />

delle cellule della cute e degli organi interni e da una<br />

diffusa microangiopatia. Quest’ultima è caratterizzata<br />

da iperplasia dell’intima, ipotrofia della media e fibrosi<br />

dell’avventizia delle arterie di piccolo calibro e comporta<br />

ischemia ed ipoperfusione cronica dei tessuti.<br />

La sintomatologia è polimorfa, con un’ampia gamma<br />

di manifestazioni cutanee, muscolari, articolari e<br />

viscerali comuni ad altre malattie del connettivo<br />

(lupus eritematoso sistemico, polimiosite ed artrite<br />

reumatoide).<br />

Il decorso della malattia, nella maggior parte dei casi,<br />

viene complicato dalla comparsa di ulcere cutanee presenti,<br />

più frequentemente, apicalmente alle dita delle<br />

mani e dei piedi o sulle interfalangee sede di conflitti<br />

con perdita di sostanza, autoamputazione e gangrena<br />

(vedi foto <strong>pagina</strong> seguente).<br />

Il primo sintomo dei pazienti colpiti dalla sclerosi<br />

sistemica è spesso una sensibilità spiccata al freddo,<br />

chiamata fenomeno di Raynaud. Questo disturbo consiste<br />

in una riduzione del flusso di sangue alle estremità<br />

del corpo, per cui le dita delle mani e dei piedi<br />

e, talvolta, i padiglioni auricolari e la punta del naso,<br />

in seguito all’esposizione a basse temperature, sono<br />

sottoposte ad un vasospasmo delle arterie cui segue<br />

un marcato pallore ed infine una dilatazione venulare<br />

con cianosi; gli esami strumentali documentano spesso<br />

alterazioni capillaroscopiche e segni di disfunzione<br />

endoteliale. Questo causa intorpidimento, formicolio,<br />

intenso dolore fino all’ulcerazione (Tiso).<br />

Caratteristiche delle scarpe nelle 4 classi di rischio amputazione nel piede complicato (Standard Italiani)<br />

Classe 4a: Lesioni ulcerative Classe 4b: Charcot in fase acuta<br />

No scarpa convenzionale: Nello Charcot in fase acuta:<br />

Dispositivo per lo scarico (es. Gambaletto gessato) Tutore a stivaletto reso inamovibile (p.e. Aircast)<br />

o in alternativa Tutore a stivaletto (es. Aircast) Dispositivo per immobilizzazione (Gambaletto gess.)<br />

o in alternativa Sandalo ortopedico (es. Talus) o in alternativa Tutore a stivaletto (p.e. Aircast)<br />

Classe 5: Infezione profonda del piede Classe 6: Ischemia critica<br />

In queste categorie di rischio, i pazienti sono necessariamente da ospedalizzare ed allettare con tampone della<br />

lesione, somministrazione di adeguata terapia medica sistemica, esecuzione di un trattamento chirurgico di<br />

rivascolarizzazione e/o demolitivo quanto più distale è possibile, nell’ottica di un risparmio funzionale e di un<br />

più rapido recupero.<br />

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