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antillo notizie n°30.cdr - Comune di Antillo

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Memoria del<br />

Passato<br />

ANTICHI MESTIERI<br />

Scrivere un articolo sull'antico mestiere del calzolaio è stato per me naturale, in quanto mio padre Agatino<br />

Smiroldo è stato l'ultimo dei calzolai del nostro paese. Ha cominciato a interessarsi a questa attività all'età<br />

<strong>di</strong> 14 anni, apprendendo l'arte dal signor Saglimbeni a S.Teresa <strong>di</strong> Riva e da Vincenzo Sturiale ad <strong>Antillo</strong>.<br />

Emigrato in Argentina nel 1950, ha lavorato in una fabbrica <strong>di</strong> scarpe, e lì ha affinato il mestiere. Dopo qualche<br />

anno, tornato ad <strong>Antillo</strong>, forte dell'esperienza acquisita, nonostante la concorrenza, non ha avuto <strong>di</strong>fficoltà ad<br />

avviare la propria attività. Nel paese, infatti, a quell'epoca, operavano <strong>di</strong>versi calzolai.<br />

La sua bottega era fornita <strong>di</strong> tutti gli attrezzi utili per svolgere l'attività: la banchitta, un tavolo basso in legno con<br />

un cassetto e con il piano ripartito in piccoli spazi <strong>di</strong> forma quadrata e triangolare, ognuno dei quali serviva a<br />

contenere i puntini delle misure più varie; i tacci che si adoperavano per rendere le suole delle scarpe più<br />

resistenti all'usura; a cira d'api, in cui si affondava la punta della lesina per evitare che si bucassero facilmente la<br />

suola e la tomaia; la pallina <strong>di</strong> pece, su cui veniva fatto passare il filo <strong>di</strong> canapa per renderlo più resistente e<br />

impermeabile. Sul tavolo da lavoro si trovavano anche a lezzina (attrezzo col manico in legno e punta ad ago in<br />

acciaio curva nell'estremità), u trincettu, 'a canàli, u marteddu, a raspa, a lima, i forbici, a furma i ferru, u cirottu<br />

(crema protettiva colorata), a titntura i <strong>di</strong>avulo (usata per cambiare o ravvivare il colore delle scarpe), u<br />

'gghiommuru i spacu (gomitolo <strong>di</strong> filo <strong>di</strong> canapa), a pinza (utilizzata per il montaggio della tomaia sulla forma), il<br />

bussetto (utensile che serviva per stendere la cera colorata sulle suole, sui bor<strong>di</strong> e sui tacchi, usato anche per la<br />

stiratura della pelle sulla forma, dopo essere stato riscaldato a lungo sul braciere o sul fornello), la leva puntine, il<br />

tiraforme (particolare ferro uncinato agganciato in un apposito foro creato nella parte posteriore della forma), u<br />

pirciaturi (attrezzo <strong>di</strong> ferro a<strong>di</strong>bito al perforamento). Sulle pareti della bottega si trovavano i furmi i lignu che<br />

venivano utilizzate per la produzione delle scarpe. Gli altri attrezzi erano appesi su appositi ganci fissati al bordo<br />

del tavolo.<br />

Allestita la bottega, mio padre con<br />

gran<strong>di</strong> sacrifici, ha attrezzato<br />

l'attività con dei macchinari che<br />

gli hanno permesso <strong>di</strong> velocizzare<br />

i tempi delle riparazioni, <strong>di</strong><br />

affinare il lavoro e renderlo meno<br />

faticoso. Con tali macchine era<br />

possibile eseguire le cuciture sulle<br />

tomaie e all'interno delle suole, la<br />

rifinitura dei sopratacchi e la<br />

lucidatura.<br />

Il lavoro non mancava mai: erano<br />

gli anni della scarpa su misura e<br />

delle calzature da lavoro (i sannuli<br />

e i scarpuni).<br />

«a banchitta cu l’attrezzi»<br />

Le scarpe invecchiate si risuolavano e si rattoppavano <strong>di</strong>verse volte. Anche il <strong>Comune</strong>, dava lavoro ai calzolai,<br />

commissionando la realizzazione <strong>di</strong> scarpe per gli alunni meno abbienti della scuola Elementare.<br />

La bottega del calzolaio era anche luogo <strong>di</strong> socializzazione, le persone si sedevano dall'altro lato della banchitta e<br />

<strong>di</strong>scutevano dei fatti che avvenivano nel paese. Ricordo che a volte mio padre rimproverava amichevolmente<br />

qualcuno che usava il martello e piantava delle puntine sulla banchitta.<br />

Oggi l'arte del calzolaio è in crisi profonda a causa dell'o<strong>di</strong>erno andamento consumistico, dovuto<br />

all'abbattimento dei costi <strong>di</strong> produzione della grande industria. Molti preferiscono buttare le scarpe rovinate e<br />

sostituirle con un paio nuovo, anziché ricorrere ad un calzolaio.<br />

L'abbandono <strong>di</strong> queste antiche attività lavorative produce danni economici, ma soprattutto, un danno culturale<br />

incalcolabile.<br />

Con orgoglio, oltremare, negli Stati Uniti d'America, il mestiere del calzolaio è ancora tenuto in vita da mio<br />

fratello Elio Smiroldo che ovviamente ha appreso l'arte da nostro padre.<br />

Santi Smiroldo<br />

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