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La Tragica Vicenda della Regia Nave - Magellano

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<strong>La</strong> <strong>Tragica</strong> <strong>Vicenda</strong> <strong>della</strong> <strong>Regia</strong> <strong>Nave</strong><br />

“Berenice”<br />

Moia Andrea<br />

_________________________________________________________________________Curiosità_____<br />

Tratto dal sito di http://www.clubradio.it<br />

LA TRAGICA VICENDA DELLA REGIA NAVE “BERENICE” RICORDATA IN MUNICIPIO<br />

Nel settembre scorso è stato rievocato un triste anniversario. Parecchi siti, blog<br />

dedicati al mare e alle notizie storiche ne danno notizia sul web. Ho voluto riportare<br />

questo evento, proprio per la passione che ci accomuna per il mare e per le sue storie.<br />

Tutti i ricordi, le tristezze e le paure di quella tragica giornata di 67 anni fa sono ancor<br />

oggi ben vivi e presenti nella mente di Domenico Sterni, classe 1923, ultimo reduce<br />

vivente tra i sopravvissuti <strong>della</strong> <strong>Regia</strong> <strong>Nave</strong> “Berenice”, affondata il 9 settembre 1943<br />

dalle batterie tedesche, nella Baia di Muggia, all’indomani dell’armistizio fra l’Italia e<br />

gli Alleati.<br />

Lo si è ben visto e capito oggi, quando, nell’anniversario dell’affondamento, e dopo<br />

l’annuale cerimonia commemorativa in Capitaneria di Porto e poi in mare aperto dove<br />

da una motovedetta è stata lanciata una corona d’alloro in ricordo dei marinai Caduti,<br />

Domenico Sterni è stato ricevuto in Municipio dall’Assessore (ed ex marinaio) Michele<br />

Lobianco.<br />

Nelle parole dell’antico marinaio Sterni, allora un ragazzo triestino di vent’anni, c’era,<br />

anche oggi, tutta la drammaticità terribile e spaventosa <strong>della</strong> guerra, i colpi, le paratie<br />

squarciate, i proiettili che ti passano a pochi centimetri e se sei vivo devi considerarti<br />

un miracolato. E poi la nave che inizia ad affondare, chi può si lancia in acqua, e alcuni<br />

– racconta Sterni – pur essendo marinai, ma forse poiché da poco imbarcati, ancora<br />

non sanno nuotare, e allora il triestino, naturalmente più “esperto”, cerca<br />

altruisticamente di aiutarli, anche a proprio rischio personale. Impressionante e<br />

terribile la descrizione <strong>della</strong> visione del repentino – e per certi versi inatteso -,<br />

improvviso affondamento <strong>della</strong> “Berenice”.<br />

Sterni sta nuotando, rivolto alla costa di Muggia, si volta per un’occhiata alla nave e<br />

d’un tratto la vede con sgomento colare velocemente a picco ! Un tristissimo<br />

spettacolo, probabilmente alcuni erano ancora a bordo, lui stesso era sulla nave fino a<br />

pochi minuti prima !<br />

Eppure la “Berenice” era una nave modernissima per l’epoca, una corvetta appena<br />

varata dai nostri Cantieri del C.R.D.A. (Cantieri Riuniti dell’Adriatico) nel maggio del<br />

1943 e dotata dei più recenti mezzi per la lotta antisommergibile, compreso un<br />

apparato motore alternativo a propulsione elettrica per la caccia silenziosa. Ma –<br />

fors’anche per questi motivi – il fuoco tedesco, non appena i germanici si avvidero del<br />

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<strong>La</strong> <strong>Tragica</strong> <strong>Vicenda</strong> <strong>della</strong> <strong>Regia</strong> <strong>Nave</strong><br />

“Berenice”<br />

Moia Andrea<br />

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tentativo <strong>della</strong> “Berenice” di lasciare Trieste per dirigersi verso Sud (ed effettivamente<br />

l’ordine era di raggiungere il resto <strong>della</strong> Flotta a Malta), fu immediato, pesantissimo e<br />

concentrico, dai moli, dalle alture attorno al Golfo, da alcune navi tra le quali il<br />

piroscafo armato “Knudsen”, e non lasciò scampo alla corvetta.<br />

Il marinaio Sterni<br />

non può dimenticare<br />

i tanti morti: il<br />

comandante Bonelli<br />

ripescato senza<br />

testa, il<br />

guardiamarina<br />

Walter Dovis,<br />

soccorso<br />

gravemente ferito e<br />

morto 24 ore dopo,<br />

anche lui triestino e<br />

figlio di un ufficiale,<br />

Alfredo, inabissatosi<br />

a sua volta nel<br />

gennaio di quello<br />

stesso anno, quando<br />

la guerra aveva<br />

ancora un’altra<br />

“direzione” ma recava gli identici frutti luttuosi; e ricorda gli altri 5 corpi raccolti in<br />

mare, e i 14 dispersi, e il comandante in seconda Tardini che sopravvisse con le<br />

gambe spezzate.<br />

Ma soprattutto si commuove al ricordo di un altro ragazzo imbarcato con lui, pure lui<br />

triestino e suo coetaneo, ma anche amico d’infanzia ed ex compagno di classe,<br />

Marcello Turco, con il quale quel giorno la sorte fu maligna. Otto anni dopo, nel 1951,<br />

quando il relitto <strong>della</strong> “Berenice” fu recuperato, con l’autorizzazione dell’allora GMA<br />

anglo-americano, furono ritrovate anche le ossa dei marinai. Alcuni superstiti, e Sterni<br />

fra questi, cooperarono con le autorità nella pietosa opera di riconoscimento e<br />

ricomposizione dei poveri resti. E proprio a Sterni toccò riconoscere quanto rimaneva<br />

dell’amico Marcello, colpito alla testa da una scheggia.<br />

Ma quell’opera di recupero portò anche ad altre impensabili e più liete sorprese: come<br />

la cartolina che una ragazza scrisse a Sterni e che lui chiuse in uno stipetto, sulla<br />

nave. Ebbene, all’atto del ripescaggio del relitto, proseguendo nella sua<br />

perlustrazione, lui stesso ritrovò, ancora nello stipetto, la sua divisa invernale (che<br />

portata all’aria da blu divenne grigia !), alcune monete e incredibilmente la cartolina<br />

quasi perfettamente conservata.<br />

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“Berenice”<br />

Moia Andrea<br />

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Oggi, in Salotto Azzurro, una bella copia a colori di<br />

questa cartolina, opportunamente incorniciata, è<br />

stata donata da Sterni e dai colleghi<br />

dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia che lo<br />

accompagnavano, guidati dal presidente <strong>della</strong><br />

Sezione Giovanni Greco e dal Delegato regionale<br />

Giorgio Seppi, all’Assessore Lobianco che ha<br />

contraccambiato con la consegna “a sorpresa” a<br />

Domenico Sterni di una non preannunciata<br />

Medaglia ricordo del Municipio con inciso il nome<br />

dell’”ultimo marinaio” <strong>della</strong> “Berenice”.<br />

Una storia forse poco nota, che resta però di<br />

grande insegnamento per chi non ha vissuto quelle<br />

o altre simili esperienze.<br />

I Caduti <strong>della</strong> “Berenice” sono sepolti nell’ex<br />

Cimitero Militare di Sant’Anna, dove una stele<br />

ricorda il loro sacrificio.<br />

Seguono alcune immagini dei funerali solenni dei cinque marinai <strong>della</strong> <strong>Nave</strong> Berenice<br />

affondata il 9 settembre 1943 dalle truppe tedesche nel golfo di Trieste, e recuperate<br />

nei mesi di gennaio e febbraio del 1951, tratte dal sito http://mytrieste.blogspot.com<br />

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<strong>La</strong> <strong>Tragica</strong> <strong>Vicenda</strong> <strong>della</strong> <strong>Regia</strong> <strong>Nave</strong><br />

“Berenice”<br />

Moia Andrea<br />

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Andrea Moia<br />

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