Costruisci la leggendaria yamato (Fascicoli 46-47) - Magellano
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<strong>Costruisci</strong> <strong>la</strong> <strong>leggendaria</strong> <strong>yamato</strong><br />
(<strong>Fascicoli</strong> <strong>46</strong>-<strong>47</strong>)<br />
Riccardo Roverelli<br />
Pag.1-6<br />
Tecnica modellistica<br />
Eccomi di nuovo, è passato purtroppo un bel po’ di tempo dall’ultimo articolo, ma<br />
nell’ultimo periodo, quello libero a disposizione scarseggia sempre di più; voglio<br />
ad ogni modo ringraziare gli Yamatisti, che in privato mi hanno scritto per sapere<br />
il perché del<strong>la</strong> mia assenza, e per scrivergli che non abbandono l’impresa, quindi<br />
mi dovranno sopportare ancora.<br />
Per quanto riguarda gli argomenti trattati nei fascicoli, si prosegue nel descrivere<br />
l’enorme potenziale del<strong>la</strong> Yamato, messo a confronto con le unità pari c<strong>la</strong>sse di<br />
altre nazioni.<br />
Ai tempi del<strong>la</strong> seconda guerra mondiale era opinione diffusa che le sorti del<strong>la</strong><br />
guerra almeno per le grandi potenze si decidesse in mare, questo fece si che i<br />
paesi belligeranti si profusero nel<strong>la</strong> produzione di corazzate sempre più grandi e<br />
dotate di cannoni di calibro sempre maggiore, questa corsa al “gigantismo”, così<br />
come viene definito nei fascicoli, ebbe <strong>la</strong> sua massima espressione nel<strong>la</strong> Yamato,<br />
<strong>la</strong> tabel<strong>la</strong> che segue, dovrebbe in qualche modo rendere l’idea di quanto appena<br />
scritto.<br />
Calibro<br />
cannoni princ.<br />
(mm)<br />
Gittata<br />
cannoni princ.<br />
(mt)<br />
Spessore<br />
verticale<br />
perforabile a<br />
27.500mt di<br />
distanza (mm)<br />
Corazza delle<br />
murate (mm)<br />
Corazza del<br />
ponte (mm)<br />
Corazza<br />
frontale delle<br />
torri dei<br />
cannoni<br />
principali<br />
(mm)<br />
Corazza del<strong>la</strong><br />
torre di<br />
comando<br />
(mm)<br />
Yamato<br />
C<strong>la</strong>sse<br />
Yowa<br />
Cannoni Principali<br />
Bismark<br />
King<br />
Georg<br />
e V<br />
<strong>46</strong>0 406 380 356<br />
42.000 38.720 36.520 35.260<br />
391 381 302 216<br />
410<br />
(20°)<br />
307<br />
(19°)<br />
Corazze<br />
320 381<br />
230 153 100 152<br />
660 432 360 324<br />
500 445 350 100
<strong>Costruisci</strong> <strong>la</strong> <strong>leggendaria</strong> <strong>yamato</strong><br />
(<strong>Fascicoli</strong> <strong>46</strong>-<strong>47</strong>)<br />
Riccardo Roverelli<br />
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Tecnica modellistica<br />
L’idea di realizzare una super corazzata maturò nell’ambito militare giapponese<br />
già nel 1930, così nel 1934, venne approntata <strong>la</strong> documentazione per <strong>la</strong><br />
costruzione di una nave con almeno 8 cannoni principali da <strong>46</strong>0mm, in grado di<br />
arrivare al<strong>la</strong> velocità di 30 nodi e capace di un’autonomia di 8.000 miglia al<strong>la</strong><br />
velocità di 18 nodi. A sovra intendere un progetto così ambizioso, venne nominato<br />
il generale Fokuda Keiji.<br />
Vennero disegnati ben 24 piani di costruzione, diversi tra loro per dislocamento,<br />
tipi di motorizzazione e disposizione degli armamenti e al<strong>la</strong> fine venne scelto<br />
quello che rappresentava il miglior compromesso tra velocità e autonomia, il<br />
progetto in questione aveva <strong>la</strong> sig<strong>la</strong> A140/F5.<br />
Il progetto scelto prevedeva una corazzata armata con 9 cannoni principali, 12<br />
secondari e 12 da contraerea, spinta da turbine a vapore e da un motore diesel,<br />
quest’ultimo non venne però implementato a causa del<strong>la</strong> sua scarsa affidabilità e<br />
si optò per l’utilizzo delle sole turbine a vapore. Il 4 novembre del 1937, iniziò <strong>la</strong><br />
costruzione vera e propria del<strong>la</strong> Yamato.<br />
La costruzione del modello, prosegue in entrambe i fascicoli, con <strong>la</strong> realizzazione<br />
di altre quattro mitragliatrici trinate con schermatura di cui ho già descritto in<br />
precedenza le modifiche che ho ritenuto opportune per renderle un po’ più<br />
realistiche, di seguito alcune di quelle che ho modificato, pur essendo ancora da<br />
verniciare e prive delle canne, rendono comunque l’idea di ciò che saranno.<br />
Viene poi fornito un filo di ottone di sezione 0,8mm per <strong>la</strong> simu<strong>la</strong>zione del<br />
“cordone” lungo tutto lo scafo del modello, in realtà, quello che grosso<strong>la</strong>namente<br />
viene definito “cordone”, è il degausser, un dispositivo che ho scoperto essere,<br />
grazie agli amici magel<strong>la</strong>nesi, un impianto di smagnetizzazione dello scafo del<strong>la</strong><br />
nave, utile a proteggere <strong>la</strong> nave dalle mine magnetiche.
<strong>Costruisci</strong> <strong>la</strong> <strong>leggendaria</strong> <strong>yamato</strong><br />
(<strong>Fascicoli</strong> <strong>46</strong>-<strong>47</strong>)<br />
Riccardo Roverelli<br />
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Tecnica modellistica<br />
Nei disegni che seguono e tratti dal libro dell’anatomy, si può vedere evidenziato<br />
in rosso come era istal<strong>la</strong>to sullo scafo e le sue dimensioni.<br />
Secondo le istruzione del<strong>la</strong> DeA, utilizzando i prospetti <strong>la</strong>terali dello scafo forniti,<br />
si deve prima tracciare sullo scafo <strong>la</strong> linea per il posizionamento del filo metallico,<br />
quindi si deve eseguire un intaglio a “v” profondo 0,5mm lungo <strong>la</strong> linea stessa per<br />
poi incol<strong>la</strong>rci dentro il filo stesso, a parte il procedimento a mio avviso un pochino<br />
bis<strong>la</strong>cco, ho giudicato il risultato che si andava ad ottenere decisamente poco<br />
realistico, quindi dopo una serie di tentativi, ho messo a punto un procedimento di<br />
veloce e più realistica, sempre a mio personale giudizio, realizzazione del<br />
degausser.
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Riccardo Roverelli<br />
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Tecnica modellistica<br />
Il primo passo è stato realizzare delle striscioline di rame <strong>la</strong>rghe 0,7mm,<br />
utilizzando una <strong>la</strong>strina di rame spessa 0,2mm ed una comune taglierina per fogli<br />
da ufficio: ho posizionato <strong>la</strong> <strong>la</strong>strina sul piano del<strong>la</strong> taglierina e con il calibro ho<br />
pareggiato lungo il bordo del taglio <strong>la</strong> stessa per ottenere una strisciolina<br />
uniforme per <strong>la</strong>rghezza; si ottengono a causa del<strong>la</strong> conformazione del<strong>la</strong> <strong>la</strong>ma una<br />
serie di riccioli, che una volta messi in trazione con le pinze e passati tra due<br />
foglietti di carta abrasiva per eliminare le bave del taglio, si trasformano in<br />
degausser quasi perfetti, se non fosse per <strong>la</strong> mancanza delle staffe di fissaggio.<br />
Proprio <strong>la</strong> realizzazione o simu<strong>la</strong>zione di queste ultime, mi ha messo in difficoltà,<br />
inizialmente ho pensato di utilizzare l’ormai inf<strong>la</strong>zionato filo di rame da 0,2 mm e di<br />
fatto ho tentato anche <strong>la</strong> realizzazione, ma ho desistito primo perché è un<br />
elemento esageratamente piccolo, secondo perché le striscioline sono molto<br />
flessibili e di conseguenza i filetti incol<strong>la</strong>ti tendevano a staccarsi molto facilmente;<br />
osservando però un timbro a secco per <strong>la</strong> carta, ho pensato di realizzare una<br />
specie di stampo per le striscioline e ne è venuto fuori un piccolo attrezzino<br />
veloce da assemb<strong>la</strong>re e comodo per realizzare a rilievo sulle striscioline le<br />
fascette di tenuta del<strong>la</strong> cana<strong>la</strong> del dagausser, il disegno che segue ne illustra,<br />
spero in modo sufficientemente chiaro, <strong>la</strong> realizzazione.
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Tecnica modellistica<br />
Nel disegno A, si considerino in giallo i foglietti di bi-adesivo ed in marrone le<br />
<strong>la</strong>strine di rame da 0,2mm di spessore; ai fini dell’assemb<strong>la</strong>ggio, non sono<br />
importanti le misure delle <strong>la</strong>strine, di fatto io nel mio prototipo, sono andato a<br />
occhio, sono importanti però le misure delle <strong>la</strong>rghezze dei due canaletti che si<br />
formano, C1 = 0,2/0,3mm e C2 = 0,8/0,9mm.<br />
Come si vede nel<strong>la</strong> figura B all’interno del canale C2 viene fatta passare una delle<br />
striscioline precedentemente ottenute e sul<strong>la</strong> quale vanno segnati ogni 4mm i<br />
punti dove effettuare <strong>la</strong> marcatura, quando <strong>la</strong> strisciolina è posizionata in modo<br />
che si veda uno dei punti all’interno del canale C1, si poggia nel canale stesso un<br />
segmento di <strong>la</strong>ma di cutter, figura F, al quale va eliminato il filo tagliente e con un<br />
colpetto di martello si esegue <strong>la</strong> marcatura.<br />
Come si vede nel<strong>la</strong> foto che segue, ho utilizzato come supporto dello stampo una<br />
rimanenza di plexig<strong>la</strong>ss che avevo, ma va bene un qualsiasi supporto avente<br />
supervice liscia e dura, inoltre come accennato i pezzi del mio stampo non sono<br />
precisi come nel disegno che ho fatto, inizialmente infatti era mia intenzione fare<br />
solo un tentativo, ma visto che funzionava bene, l’ho <strong>la</strong>sciato così come è.<br />
Nel<strong>la</strong> foto che segue si vede una parte del degausser già montata sullo scafo, si<br />
notino inoltre anche gli oblò sistemati seguendo i prospetti del libro dell’anatomy,<br />
ovviamente riportati in sca<strong>la</strong> 1/250.
<strong>Costruisci</strong> <strong>la</strong> <strong>leggendaria</strong> <strong>yamato</strong><br />
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Riccardo Roverelli<br />
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Tecnica modellistica<br />
Anche per questa volta è tutto, se qualcuno avesse bisogno di qualche<br />
spiegazione, o altro come sempre scrivete direttamente al mio indirizzo e-mail:<br />
riccardo.roverelli@magel<strong>la</strong>no.org.<br />
Ciao e al prossimo articolo.<br />
Riccardo Roverelli