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Parlando di...<br />

PRIMO PIANO<br />

Il Convegno di Locri<br />

Siamo tutti ‘ndranghetisti?<br />

Perchè non possiamo essere tutti ‘ndranghetisti<br />

PASQUINO CRUPI<br />

Va dato merito, alto merito, al<br />

direttore Piero Sansonetti e al<br />

suo vice Davide Varì per aver<br />

organizzato a Locri, <strong>il</strong> 17 maggio,<br />

un convegno- Siamo tutti ‘ndranghetisti?-<br />

rompendo <strong>il</strong> rito del circolo magico,<br />

che finora aveva visto adunati solo ed esclusivamente<br />

gli altoparlanti dell’antimafia, e tra<br />

gli asfissiati ascoltatori numerose flottiglie<br />

antimeridiane di studenti. Unico pubblico<br />

per i professionisti dell’antimafia. Il riconosciuto<br />

alto merito, però, non sta solo in questo.<br />

Sta nella domanda, dialetticamente provocatoria.<br />

Una domanda speciale, che, pur<br />

non essendo retorica, contiene la risposta:<br />

non siamo tutti ‘ndranghetisti. Per la contradizion<br />

che nol consente. Ma di questo dopo.<br />

Nel 1875, l’anno in cui escono Le lettere meridionali<br />

del napoletano Pasquale V<strong>il</strong>lari, la<br />

domanda , questa domanda, non poteva<br />

essere posta. Il grande storico positivista in<br />

quel suo libro discorre della mafia in Sic<strong>il</strong>ia,<br />

della Camorra a Napoli, del banditismo in<br />

Sardegna. <strong>La</strong><br />

Calabria, affollata di<br />

‘ndrangheta, non c’è.<br />

E credo che nessuno<br />

vorrà pensare che<br />

Pasquale V<strong>il</strong>lani,<br />

essendo, con anticipo<br />

di tempo, un<br />

“amico degli amici”,<br />

l’avesse taciuta.<br />

<strong>La</strong> provocatoria,<br />

anche impertinente,<br />

domanda di Piero<br />

Sansonetti non<br />

avrebbe avuto legittimità<br />

logica e storica<br />

neppure nel 1898<br />

quando Alfredo<br />

Niceforo, discepolo<br />

sic<strong>il</strong>iano del veronese<br />

Cesare Lombroso,<br />

pubblica <strong>il</strong> saggio<br />

L’Italia barbara contemporanea.<br />

Come è<br />

inut<strong>il</strong>e chiarire,<br />

l’Italia barbara contemporanea<br />

è <strong>il</strong> mezzogiorno,<br />

essendo<br />

qui possente la mafia<br />

in Sic<strong>il</strong>ia, la camorra<br />

a Napoli, <strong>il</strong> banditismo<br />

in Sardegna. <strong>La</strong><br />

Calabria non c’è. E<br />

credo, ancora una<br />

volta, che nessuno<br />

vorrà pensare che<br />

Alfredo Niceforo,<br />

essendo un “amico<br />

degli amici” ci abbia<br />

voluto togliere dalla<br />

gogna maledetta.<br />

Siamo nel 2012. <strong>La</strong><br />

domanda- Siamo<br />

tutti ‘ndranghetisti?- è<br />

proponib<strong>il</strong>e, ed è<br />

stata proposta, ma<br />

sarebbe anche ut<strong>il</strong>e<br />

ILARIO AMMENDOLIA<br />

Ha avuto coraggio Piero Sansonetti,<br />

direttore di Calabria ora, a porre<br />

questa domanda non curandosi di<br />

addomesticare le risposte.<br />

Mondi diversi si sono incontrati nella sala<br />

della cultura a Locri, ed hanno cercato di<br />

dare risposte pur partendo da posizioni<br />

diverse ma con uguale dignità. Risposte differenti<br />

ed, a volte, contrapposte. Il convegno<br />

ha segnato una rottura con i trenta anni precedenti,<br />

quando <strong>il</strong> ruolo dei relatori doveva<br />

essere un inno ai professionisti dell’antimafia<br />

. A sollevare <strong>il</strong> pur minimo dubbio si correva<br />

<strong>il</strong> rischio di essere confinati nella “zona grigia”,<br />

accusati di essere attigui e compromessi<br />

con la mafia.<br />

Nessuno ha negato , né avrebbe potuto<br />

negare, <strong>il</strong> dramma della ndrangheta, tuttavia<br />

ha fatto molto bene Pasquino Crupi a rivendicare<br />

con forza la necessità di discutere del<br />

problema nella sua drammaticità, sottraendolo<br />

però agli “ispirati” dell’antimafia.<br />

Cosa che noi facciamo da anni e, finalmente,<br />

sembra si vada aprendo un varco di libertà e<br />

di democrazia affinché si possa discutere di<br />

ndrangheta senza i luoghi comuni del passato.<br />

Nessuna <strong>il</strong>lusione ! <strong>La</strong> lotta apparente alla<br />

ndrangheta è stata una mammella a cui<br />

hanno succhiato in molti costruendo fortune<br />

politiche, economiche, carriere, ed acquisendo<br />

fama e notorietà.<br />

Non è fac<strong>il</strong>e rinunciarci. Non è fac<strong>il</strong>e che al<br />

lungo ammoino antindrangheta si riesca a<br />

sostituire una lotta autentica che ster<strong>il</strong>izzi <strong>il</strong><br />

ventre da cui viene fuori.<br />

“ siamo tutti ndranghtisti ?” “ perché si<br />

diventa ndranghetisti?” “Conviene essere<br />

ndranghetisti?”<br />

Un capo ndrangheta di assoluto spessore,<br />

don Micu Tripodo, in una lettera consegnata<br />

<strong>La</strong> domanda tossica di Piero Sansonetti, direttore di<br />

Calabria Ora, al Governatore:«Vuole volare libero<br />

e mettersi alla testa di azioni di massa dei calabresi?»<br />

chiederci che cosa sia accaduto dalla seconda<br />

ultima parte dell’Ottocento ad oggi perché di<br />

‘ndrangheta, della ‘ndrangheta si parli come<br />

di un problema , certamente non del problema<br />

fondamentale della Calabria: almeno da<br />

parte nostra. Sarà per un’altra volta.<br />

Non siamo tutti ‘ndranghetisti, dicevo ad inizio,<br />

per la contradizion che nol consente.<br />

Pensate. Se fossimo tutti giornalisti , non esisterebbero<br />

lettori. E se fossimo tutti ‘ndranghetisti,<br />

a meno di non volerci ammazzarci<br />

tra di noi, gli ‘ndranghetisti sarebbero disoccupati<br />

a vita, inerti come i paralitici, torpidi<br />

come gli idioti, mancando loro la materia<br />

prima della sopraffazione, dell’oppressione,<br />

della rapina delle risorse. Perché la ‘ndran-<br />

Finalmente un convegno senza coro<br />

al fratello e diretta ad un esponente della<br />

malavita afferma: “..compare state attento, <strong>il</strong><br />

mondo è infame..” C’è, in questa affermazione,<br />

una visione pessimistica e disperata del<br />

mondo e degli uomini da cui bisogna difendersi:<br />

dominare per non essere dominati.<br />

Personalmente ho sentito <strong>il</strong> bisogno di riflettere<br />

sul senso di una parabola evangelica…..:<br />

se quel giorno Gesù invece di fare <strong>il</strong> miracolo<br />

della moltiplicazione dei pani e dei pesci<br />

avesse rivolto alle turbe che lo seguivano un<br />

sermone , per poi ritirarsi con gli apostoli<br />

fidati a consumare <strong>il</strong> pranzo, cosa pensate<br />

sarebbe successo ?<br />

Probab<strong>il</strong>mente la grande maggioranza non<br />

avrebbe più creduto in Lui e sarebbe ritornata<br />

a casa indignata e rassegnata, altri si sarebbero<br />

dati alla rivolta ed altri ancora avrebbero<br />

tentato con tutti i mezzi di partecipare al<br />

banchetto.Ovviamente solo Gesù può moltiplicare<br />

i pani ed i pesci .<br />

Così come solo a Gesù è consentito <strong>il</strong> sermone.<br />

Lo Stato, i governi, le istituzioni, le autorità<br />

morali, civ<strong>il</strong>i e religiose hanno <strong>il</strong> dovere<br />

di operare affinché nessuno sia escluso dal<br />

banchetto.<br />

Si può tollerare che qualcuno mangi l’aragosta<br />

ed altri <strong>il</strong> pesce azzurro , che qualcuno<br />

mangi pane bianco ed altri nero.<br />

Noi può restare senza conseguenze <strong>il</strong> banchetto,<br />

alcune volte cafonesco e nauseante,<br />

dei pochi e l’esclusione dei molti.<br />

Ma è legale ? Certo è legale!<br />

In questo caso la legalità evapora e diventa<br />

mera forma.<br />

Fintanto che riterremo legale e normale<br />

quello che sta succedendo intorno a noi,<br />

dobbiamo convivere con chi spiana <strong>il</strong> mitra<br />

ed entra nella sala del banchetto.<br />

Non è accettab<strong>il</strong>e non è giustificab<strong>il</strong>e, è disumano<br />

che questo avvenga, ma è la cornice<br />

entro cui dobbiamo inquadrare la ndrangheta.<br />

Nella Locride sono state combattute quattro<br />

guerre di mafia: a Locri, A Siderno, a S.<br />

Luca, nei boschi.<br />

Centinai di morti, centinai di arresti.<br />

Eppure, per conclamata ammissione di tutti,<br />

la ndrangheta è forte. Vi è una verità diffic<strong>il</strong>mente<br />

confutab<strong>il</strong>e: per ogni ndranghetista<br />

arrestato o ucciso almeno altri due aspirano<br />

a prendere <strong>il</strong> suo posto.<br />

Sansonetti ha chiesto a Scopelliti di mettersi<br />

a capo di un movimento di popolo che<br />

ponga con forza <strong>il</strong> problema della Calabria..<br />

Finora la lotta alla ndrangheta ha prodotto<br />

razzismo contro i calabresi. E’ sembrato, per<br />

qualche momento, che l’appartenenza a<br />

campi contrapposti avrebbe dovuto essere<br />

superata dalla necessità di ritrovarsi su un<br />

unico terreno in quanto meridionali, in<br />

quanto calabresi.<br />

Io ritengo che la ndrangheta nasca dalla storia,<br />

non dalla razza. Frutto avvelenato e sovversivo<br />

di classi dirigenti inette e portatrici di<br />

violenza. <strong>La</strong> ndrangheta non segue un flusso<br />

ascendente dal basso verso l’alto, ma discendente<br />

dall’alto verso <strong>il</strong> basso.<br />

Classi dirigenti- non far coincidere tour court<br />

con la politica-, bramose, avide di potere,<br />

ingorde ed insaziab<strong>il</strong>i, sono origine ed esempio,<br />

per la ndrangheta.<br />

Occorre che la politica ritorni ad essere<br />

carne e sangue del nostro popolo.<br />

Lotta alla ndrangheta ? Certo! Lotta e sfida<br />

alla ndrangheta.<br />

Sfida per far capire che <strong>il</strong> mondo non è infame.<br />

Noi siamo pronti a questa sfida. Noi<br />

questa sfida l’abbiamo lanciata per primi e<br />

riproposto pochi giorni fa a Roccella..<br />

Il convegno di Locri ha segnato un notevole<br />

passo avanti. Una pianta frag<strong>il</strong>e è stata piantata.<br />

Se metterà radici sconfiggeremo 150<br />

anni di storia che ci ha resi subalterni alle<br />

classi dominanti.<br />

gheta esista, è necessario che la stragrande<br />

parte dei calabresi da essa sia immune e produca.<br />

Non è questa la questione. <strong>La</strong> questione<br />

riguarda le leggi di funzionamento della<br />

società calabrese, della sua economia del suo<br />

ceto politico. Producono queste leggi più<br />

essere che malessere, più occupazine che<br />

disoccupazione, più giovani, destinati al libero<br />

sole che giovani vedenti <strong>il</strong> sole a scacchi?<br />

È dentro queste leggi che bisogna andare a<br />

scovare le radici e le ragioni della ‘ndrangheta<br />

e del suo ingrandimento, se si vogliono fare<br />

concreti passi avanti nella lotta contro la<br />

‘ndrangheta. Ed è questo che ha inteso dire <strong>il</strong><br />

governatore Giuseppe Scopelliti, quando, nel<br />

corso del suo intervento, straordinariamente<br />

pacato e ragionato, ha affermato che la<br />

“’ndrangheta va storicizzata”.<br />

Detta questa frase, quando sventolavano le<br />

bandiere del meridionalismo, quando nessuno<br />

turlupinava che la questione meridionale,<br />

che la questione calabrese è una questione<br />

criminale, quando i mistici dell’antimafia<br />

non erano assorbiti dalla visione del totale<br />

infausto mondo mafioso , questa frase- ripeto-<br />

sarebbe giunta<br />

alle nostre orecchie<br />

come scontata.<br />

Adesso no, ed è di<br />

tutta importanza.<br />

Ma <strong>il</strong> Convegno del<br />

17 maggio non ha<br />

voluto essere un circolo<br />

di discussori e di<br />

anime penitenziali: ci<br />

sono state pure queste.<br />

È stato convegno<br />

attivo, che chiama<br />

all’opera. E Piero<br />

Sansonetti, concludendolo,<br />

nel richiedere<br />

movimenti di<br />

massa con cessazione<br />

di attività diplomatiche<br />

tra la periferia<br />

e <strong>il</strong> centro, ha<br />

rivolto una domanda<br />

tossica al<br />

Governatore: vuole<br />

rischiare tutto,<br />

dimenticarsi dell’<br />

appartenenza, volare<br />

libero, mettersi,<br />

insomma, alla testa<br />

dei calabresi che<br />

vogliono cambiare<br />

con l’azione, con la<br />

lotta la loro<br />

Regione? Spetta al<br />

Governatore addolcire<br />

<strong>il</strong> tossico di quella<br />

domanda.<br />

Scegliendo da che<br />

parte stare. Modello<br />

negoziale o lotta dal<br />

basso? Nelle sue<br />

condizioni- dobbiamo<br />

essere onesti- è<br />

un’impresa ardua,<br />

ma non impossib<strong>il</strong>e.<br />

DOMENICA 20 MAGGIO 2012 LA RIVIERA 10

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