Scarica il pdf - La Riviera
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Parlando di...<br />
PROVINCIA<br />
Ambiente e dintorni<br />
Navigando su un<br />
blog d’istruzioni<br />
per l’uso<br />
di rigassificazione<br />
nella Piana<br />
MARIA BOETI<br />
Si può far convocare un Consiglio<br />
Comunale per discutere di chewing gum<br />
lasciati sui marciapiedi che si attaccano<br />
alle scarpe, per richiamarne l’ attenzione<br />
su svariate esigenze di cui la comunità abbisogna<br />
e/o lo si può interrogare, diffondendo agli<br />
organi di stampa documenti istruttori con tanto<br />
di richiesta, su argomenti che riguardano <strong>il</strong><br />
rigassificatore. E questo può anche voler dire,<br />
essere presenti come opposizione. Giusto! Però<br />
quando si scrive bisogna almeno rendere comprensib<strong>il</strong>i<br />
le sigle, spiegarle fra parentesi. Infatti,<br />
in un comunicato stampa (che a noi non è arrivato<br />
e non arriva e, non per questo ce la battiamo<br />
in ritirata quando riteniamo ne valga la<br />
pena) abbiamo notato, delle abbreviazioni:<br />
V.I.A. (VALUTAZIONE IMPATTO<br />
AMBIENTALE) e V.A.S (VEDETTA ANTI-<br />
ANTONIO CORMACI<br />
Ammettiamolo, la<br />
Salerno-Reggio<br />
Calabria, nei suoi 445<br />
km tra Appennino e<br />
viadotti vertiginosi, è un’opera<br />
ingegneristica di notevole livello.<br />
Il dolce snodarsi di curve tra paesaggi<br />
montani mozzafiato e <strong>il</strong><br />
mare cristallino, con la Sic<strong>il</strong>ia che<br />
sembra salutare chiunque provenga<br />
da nord, è uno spettacolo<br />
che pochi paesi possono permettersi.<br />
Il livello di progettazione<br />
della struttura, specialmente nel<br />
suo tratto finale – quello reggino<br />
– che ospita uno dei tre viadotti più alti<br />
d’Europa (gli altri due sono in Francia e<br />
Germania), quello di Bagnara Calabra, è una<br />
preziosa opera che nemmeno i nuovi ingegneri,<br />
nella massiccia opera di ristrutturazione,<br />
hanno “osato” rimpiazzare. I nuovi viadotti del<br />
tratto sc<strong>il</strong>lese sono senz’altro gradevoli alla<br />
vista, dal momento che aumentano ancor di più<br />
<strong>il</strong> contrasto tipico di questo tratto di litorale tra<br />
la modernità del tracciato e la natura circostante,<br />
un unicum italiano. Quello che un tempo<br />
era un gioiellino, un’autostrada che avrebbe<br />
unificato Nord e Sud e cambiato per sempre la<br />
mob<strong>il</strong>ità calabrese, oggi è invece un incubo per<br />
SOMMERGIBILE). Per la marina italiana<br />
V.A.S. vuol dire solo ed esclusivamente questo!<br />
Se poi qualcuno ha coniato VALUTAZIONE<br />
AMBIENTALE STRATEGICA, questa ci<br />
giunge nuova. C’è sempre da imparare. Come<br />
dire: desidero che si usi la frusta non lo scudiscio.<br />
<strong>La</strong> differenza si vede e si sente, la frusta fa<br />
durare <strong>il</strong> dolore più a lungo ma segna di meno.<br />
Al di là dei simboli di punizione, tornando al<br />
rigassificatore, a primo acchito sembra di trovarsi<br />
di fronte ad un appello altezzoso da parte<br />
di coloro i quali vogliano salire troppo in alto.<br />
Dà l’ impressione che toccare argomenti così<br />
delicati ed importanti riguardo l’impatto<br />
ambientale, la salute dei cittadini, eventuali<br />
catastrofi e via dicendo debba essere pianificato<br />
con attenzione. Volerlo fare solo per punzecchiare<br />
si rischia di passare per presuntuosi, per<br />
coloro che si vogliono caricare di un peso al di<br />
sopra delle proprie forze. Comunque sia, se ci<br />
molti automob<strong>il</strong>isti. Tralasciata la bellezza<br />
architettonica dei tratti completati (tutti da<br />
Cosenza in su), ci sono alcune questioni che tuttavia<br />
non possono essere non considerate. Il<br />
comune denominatore sta nel gravoso impatto<br />
ambientale che potrebbero avere i lavori nella<br />
provincia reggina, particolarmente montuosa e<br />
particolarmente “ricca” dei nuovi trafori, cavalli<br />
di battaglia dei progettisti della nuova A3. Le<br />
questioni sono due: una legata all’attuale<br />
rischio sismico che graverebbe sulle nuove gallerie;<br />
l’altra legata all’ut<strong>il</strong>izzo delle vecchie strutture<br />
che, considerata la vicinanza con i nuovi<br />
viadotti (alcuni sono costruiti proprio accanto),<br />
rimarrà tempo a disposizione e non avremo di<br />
meglio da fare, ci faremo trovare al Consiglio<br />
chissà quante altre sigle impareremo che ancora<br />
ignoriamo o fino a questo momento ci sono<br />
sfuggite.<br />
LA RETTIFICA<br />
POLISTENA<br />
Alla ditta esterna, che ha eseguito i lavori di<br />
idraulica al polo scolastico dell’ istituto<br />
Giuseppe Renda citata nell’ articolo della<br />
scorsa settimana a pag. 12 a firma di<br />
maria boeti, non spettano ventinove m<strong>il</strong>ioni<br />
di euro, bensÏ ventinovem<strong>il</strong>a euro.<br />
A3 Salerno Reggio Calabria: servono risposte<br />
è diffic<strong>il</strong>e ipotizzare che<br />
vengano fatte br<strong>il</strong>lare, visto<br />
che <strong>il</strong> rischio di danneggiare<br />
<strong>il</strong> nuovo costruito è alto.<br />
Che fine faranno?<br />
Rimarranno fantasmi di<br />
cemento? E le gallerie?<br />
Diventeranno depositi?<br />
Cosa succederà? Già attualmente<br />
è in atto un vero e<br />
proprio spreco: diversi tratti<br />
di gallerie nel tracciato tra<br />
Palmi e V<strong>il</strong>la San Giovanni<br />
sono inut<strong>il</strong>izzate, vista la<br />
permanenza di una sola<br />
corsia, e completamente<br />
<strong>il</strong>luminate. Considerato <strong>il</strong><br />
clima di austerity che circola nei nostri palazzi<br />
della politica, direi che qualcosa non quadra.<br />
Questi e tanti altri problemi affliggono un’autostrada<br />
sì bella però allo stesso tempo maledetta:<br />
si guardi la segnaletica orizzontale che non<br />
viene rinnovata e che è appena visib<strong>il</strong>e, si guardi<br />
la vegetazione dello spartitraffico che invade<br />
parte dell’unica corsia nei tratti in fase di lavori,<br />
si guardino i numerosi avvallamenti che caratterizzano<br />
qualunque tratto dell’A3. A quasi 10<br />
anni dall’inizio dei lavori, questi erano e sono<br />
tuttora problemi di attualità. Qualcuno dia<br />
risposte, sensate.<br />
AZIONE MERIDIONALISTA<br />
DA POLISTENA A ROMA<br />
Solo chi non conosce la storia<br />
del pensiero meridionalista,<br />
potrà avanzare <strong>il</strong> dubbio su<br />
quello che stiamo per scrivere e<br />
ritenere che siamo caduti nella<br />
retorica serv<strong>il</strong>e e nell’enfasi cretina,<br />
da noi spesso denunciate.<br />
Il primo dato dal quale intendiamo<br />
muovere è che <strong>il</strong><br />
Mezzogiorno, visto a partire dalla<br />
sua storia postunitaria, è riuscito<br />
ad esprimere idee originali per <strong>il</strong><br />
suo avviarsi verso un’economia<br />
produttiva e non dipendente tra la<br />
fine dell’Ottocento e lo spirare<br />
degli anni Cinquanta del<br />
Novecento. Nasce dal<br />
Mezzogiorno l’idea che, per difendere<br />
<strong>il</strong> suo patrimonio umano,<br />
bisognava dare corso alla riforma<br />
agraria. Nasce dal Mezzogiorno<br />
l’idea che, per interrompere <strong>il</strong><br />
corso della sua economia malata,<br />
era necessario percorrere le vie<br />
dell’industrializzazione. Nasce dal<br />
Mezzogiorno l’idea che tra le<br />
cause maggori della sua oppressione<br />
era da considerare lo stato<br />
accentratore: da spezzare. Nasce<br />
dal Mezzogiorno l’idea che, per la<br />
sovranità del popolo meridionale,<br />
si necessitava d’una effettiva classe<br />
dirigente, scomparsa con l’unità<br />
d’Italia. Dagli anni Cinquanta agli<br />
anni Settanta i meridionalisti di<br />
seconda generazione non hanno<br />
apportato grandi novità. Hanno<br />
semplicemente ampliato i capisaldi<br />
fondamentali del meridionalismo.<br />
Il secondo dato oggettivo è che, a<br />
salire dagli anni Settanta fino a<br />
noi, è scomparso qualsiasi segno<br />
di piano meridionalista. Nessuna<br />
idea, che ci riguardi, è nata dal<br />
Mezzogiorno e per <strong>il</strong><br />
Mezzogiorno. Il Mezzogiorno è<br />
diventato <strong>il</strong> secondo tempo del<br />
primo tempo, <strong>il</strong>limitato, per politiche<br />
di europeizzazione dell’Italia.<br />
Ma finalmente è dal Mezzogiorno<br />
che si leva un’idea nuova contro<br />
l’oppressione fiscale, che fu <strong>il</strong><br />
cruccio di Giustino Fortunato. E<br />
questa idea è superbamente<br />
avanzata dal sindaco comunista<br />
di Polistena, Michele Tripodi, che<br />
applica al suo comune l’IMU in<br />
una percentuale così minima da<br />
apparire, più che inconsistente,<br />
inesistente. Il resto d’Italia non è<br />
stato a guardare e prende lezioni<br />
da Polistena, dalla Calabria, dal<br />
Mezzogiorno. Azione meridionalista.<br />
DOMENICA 20 MAGGIO 2012 LA RIVIERA 10