IMPAGI SICILIA .QXD - Carlomarullodicondojanni.Net
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AIDONE<br />
Enna<br />
Aydonum<br />
Bibliografia<br />
G. MAZZOLA, Storia di Aidone, Catania<br />
1913<br />
A. RAGONA, Gualtiero di Caltagirone e<br />
la fine delle aspirazioni repubblicane del<br />
vespro, Caltagirone 1985<br />
A. CASAMENTO, La Sicilia dell'Ottocento,<br />
Palermo 1986<br />
Aidone Morgantina, in "Kalos Luoghi di<br />
Sicilia", Supplemento al n° 3, maggiogiugno<br />
1997<br />
ALCAMO<br />
Trapani<br />
Manzil Alqamah<br />
Castrum Alcami<br />
Aidone.<br />
Ruderi del Castello, stato attuale<br />
(A.M.)<br />
Atlante Sicilia<br />
Il sito di Aidone sugli Erei era occupato ancora prima della dominazione araba, ma l'insediamento<br />
fortificato fu fondato tra il 1090, anno di costruzione della chiesa di S. Leone, e i<br />
primi decenni del secolo successivo ad opera di immigrati lombardi all'epoca della conquista<br />
normanna. Il borgo faceva parte insieme a Piazza dell'estesa signoria del Conte Enrico del Vasto,<br />
del nobile casato Aleramico del Monferrato, sceso in Sicilia a capo di una schiera di cavalieri<br />
lombardi al seguito di Ruggero d'Altavilla. Il geografo arabo Idrisi nel Libro di Re Ruggero,<br />
(1154) segnalò il centro abitato posto quindici miglia a sudovest di Castrogiovanni (Enna), a<br />
nove miglia da Piazza, a dodici da Judica, ma non diede alcuna indicazione sulla consistenza del<br />
borgo che si presume essere stato un modesto casale abitato da poche decine di famiglie.<br />
Nel 1229, Federico II avrebbe autorizzato la fondazione della chiesa dell'ordine dei templari,<br />
in seguito dedicata a San Giovanni di Gerusalemme, eretta fuori dalle mura; da questo si<br />
deduce che certamente in quegli anni Aidone non era più un casale aperto, bensì un castrum, un<br />
borgo murato situato sulla sommità del rilievo e dominato da un castello. Questo fu teatro di continue<br />
lotte in epoca manfrediana e angioina; con l'avvento degli aragonesi, resistette a Ruggero<br />
de Mauro che con altri militi di Castrogiovanni ed Aidone tentò invano di impossessarsene causando<br />
molte perdite tra i difensori e l'uccisione di tale Ventura da Caltagirone.<br />
La cinta muraria si estendeva dal Castello all'attuale piazza del Municipio; il centro abitato<br />
contava qualche migliaio di abitanti. Fino alle soglie del 1400 era occupata soltanto la parte<br />
più alta del monte sottostante al castello, cioè l'odierno quartiere di San Lorenzo, con al centro<br />
la chiesa omonima; da quel momento l'abitato cominciò ad espandersi sul pendio orientale in<br />
direzione della chiesa di Sant'Antonino abate, formando l'attuale quartiere di San Giacomo. Il<br />
terremoto del 1693 sconvolse la cittadina e l'antico castello, già abbandonato e in rovina da almeno<br />
un secolo, crollò del tutto insieme a buona parte della cinta muraria.<br />
(A.M.)<br />
Aidone.<br />
Ipotesi del tracciato murario.<br />
Alcamo fu fondata dagli arabi intorno alla fine del X secolo, come casale-stazione su un<br />
altopiano alle falde del monte Bonifato. Le prime fonti (Idrisi, 1154) la descrivono come un<br />
agglomerato di case dotato di mercato e ricco di terre fertili. La stessa etimologia del nome arabo<br />
Alqamah, che deriva probabilmente dal termine alquam (terra fangosa), starebbe ad indicare la<br />
fertilità del sito. Già nel 1185 si registrava un'espansione del centro e la presenza di moschee (Ibn<br />
Jubair, 1185). Con l'arrivo dei normanni, i casali divennero gradualmente cristiani e, in seguito<br />
alla deportazione degli arabi, alla popolazione di Alcamo si unì quella che risiedeva sul monte<br />
Bonifato. Nel 1340 la terra di Alcamo fu concessa a Raimondo Peralta che iniziò, probabilmente,<br />
la costruzione del castello, completato da Enrico I e Federico III Chiaramonte, conquistatori<br />
di Alcamo. Undici anni dopo, nel 1359, la terra ed il castello furono concessi dal re Federico IV<br />
a Guarnerio Ventimiglia che fondò la città davanti al castello (1379-80). Verso la fine del XIV<br />
sec., in seguito alle lotte contro i Ventimiglia, la piccola città fortificata venne quasi del tutto<br />
distrutta (si conservano tracce delle mura visibili dalla via Comm. Navarra). Cacciati i<br />
Ventimiglia (1398), si alternarono al governo della città e del castello periodi di demanio regio<br />
(1398; 1417) e diverse signorie (Giacomo de Prades e Aragona, 1407; Giovan Bernardo Cabrera,<br />
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