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IMPAGI SICILIA .QXD - Carlomarullodicondojanni.Net

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CARINI<br />

Palermo<br />

Castrum Careni<br />

Bibliografia<br />

Sac. G. BUFFA - ARMETTA, Carini,<br />

Cenni storici, Carini 1920<br />

V. GIUSTOLISI, Hiccara, Palermo 1973<br />

G.M. ABATE, Carini nella storia di<br />

Sicilia, Palermo 1982<br />

G. BASILE, Il castello di Carini,<br />

Palermo 1987<br />

D. PORTERA, I Comuni della provincia<br />

di Palermo, Bari 1989<br />

CARLENTINI<br />

Siracusa<br />

Carleontino<br />

Bibliografia<br />

S. PISANO-BAUDO, La città Carleontina,<br />

Lentini 1914<br />

M. GIUFFRÈ, Castelli e luoghi forti di<br />

Sicilia, Palermo 1980, pp. 38-39<br />

A. MAZZAMUTO, Architettura e stato<br />

nella Sicilia del '500, in "Atlante di storia<br />

urbanistica siciliana", 8, Palermo<br />

1986<br />

L. DUFOUR, Antiche e nuove difese.<br />

Castelli, torri e porti del siracusano,<br />

Siracusa 2000<br />

Atlante Sicilia<br />

Il primo nucleo urbano, nel sito già occupato da un insediamento precedente su cui oggi<br />

si estende il quartiere Terravecchia, si fa risalire all'anno 910. L'agglomerato era caratterizzato<br />

da strette vie tipiche della tradizione araba; l'intero perimetro era circondato da imponenti mura<br />

di fortificazione. La via Terravecchia, principale asse viario odierno, segue l'originario tracciato<br />

del borgo al quale era possibile accedere da una porta, di cui non resta traccia; a sesto acuto, risaliva<br />

al XII secolo ed era inserita nella cinta muraria esterna al castello, antistante il convento di<br />

San Vincenzo. I musulmani dotarono il territorio anche di un bastione, oggi individuato nella<br />

struttura circolare ad est del castello eretto tra la fine del XI e l'inizio del XII secolo su commissione<br />

del normanno Rodolfo Bonello, guerriero del conte Ruggero. Il castello è documentato da<br />

Idrisi come una fortezza di recente costruzione posta su una collina che domina la città.<br />

La cinta muraria esterna al castello era costituita da una grossa muraglia, che completava<br />

la difesa del borgo e si estendeva dalla Torre Rotonda fino alla Porta fausa. Oggi questa fortificazione<br />

comprende i magazzini appartenuti alla famiglia Ballerino, il palazzo del Municipio,<br />

la casa delle famiglie Sansone e Ferranti. Il suo sviluppo si estendeva lungo la strada Libera<br />

Infermi, verso ponente, per terminare al Trappeto Leone. La cinta inoltre difendeva la chiesa parrocchiale<br />

e le case dei servi.<br />

(E. Man.)<br />

Carlentini, venne<br />

fondata nel 1551 per iniziativa<br />

del viceré Giovanni<br />

Vega a 190 metri slm su una<br />

collina degli Iblei nordorientali<br />

sovrastante la città<br />

di Lentini, ad 8 km dal mar<br />

Jonio; le fu imposto il nome<br />

di Carleontino, dal nome<br />

della vicina Lentini e in<br />

onore dell'imperatore Carlo<br />

V. La costruzione della<br />

nuova città era inserita nel- Carlentini. Orecchione e porzione delle mura a sud (G. M.)<br />

l'ambito di un più vasto progetto<br />

di rafforzamento del<br />

sistema difensivo costiero e<br />

territoriale ed era finalizzata anche al tentativo di sottrarre gli abitanti di Lentini ai "miasmi" del<br />

Biviere.<br />

Già ben difesa dall'eminenza del sito, Carlentini venne circondata da un sistema di mura<br />

e di baluardi, su progetto dell'ingegnere militare Pietro di Prato. Pochi anni dopo Tommaso<br />

Fazello scriveva che Carlo re di Sicilia, per far sì che l'aria fosse più sana, e per fortezza anche<br />

dell'isola, pigliando un luogo che sopra stà alla città vecchia [di Lentini] chiamato Meta, vi edificò<br />

una città per fortezza di mura e per bellezza di strade molto onorata e la chiamò<br />

Carleontino. Alcuni decenni dopo la fondazione della città, la pianta redatta da Tiburzio<br />

Spannocchi mostra lo stato delle fortificazioni: un recinto bastionato, modellato sull'andamento<br />

naturale del pianoro ma ancora incompleto, con cinque porte; il tessuto urbano a scacchiera attornia<br />

lo spazio centrale articolato in due piazze su una delle quali prospetta, così come attualmente,<br />

il fianco laterale della Chiesa Madre.<br />

La città, appartenente alla diocesi di Siracusa, ebbe titolo e diritti di città demaniale.<br />

Distrutta dal terremoto del 1693, fu quasi completamente riedificata. Una pianta dell'inizio del<br />

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