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Elia ZOCCARATO - Fotocineclub

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30 marzo 2005<br />

Emilio ZATTI<br />

Intervistatrice: Nelly Del Forno Todisco<br />

Suono il campanello all’ora prestabilita anzi qualche minuto dopo, il<br />

dottor Zatti mi sta aspettando in entrata seduto accanto al telefono.<br />

Elegante in uno spezzato, pantaloni grigi e giacca di un bel verde alla moda,<br />

con gilet e papillon in tinta.<br />

Si alza, mi saluta con deferenza e mi introduce nel salotto. Ci adagiamo in<br />

comode poltrone: lui nella sua abituale davanti al caminetto, per la stagione<br />

spento, e io in una al suo fianco.<br />

Il dottor Emilio Zatti, nato a Tramonti di Sopra il 12 febbraio del 1920, è<br />

oggi sofferente di una cataratta bilaterale “ingrata“, come la definisce, che<br />

gli impedisce di vedere nitidamente le cose e soprattutto di leggere, ma per<br />

questo non vuole sottrarsi al piacere di raccontare, ponendosi una domanda,<br />

senza attendere la mia, e rispondendo subito.<br />

Che cosa era Lignano nel 1947, anno in cui io vi arrivai per la prima volta<br />

mandato dalla Prefettura di Udine per la condotta di Latisana?<br />

Era un territorio che arrivava fino al mare, senza una strada vera e propria. La<br />

strada era sterrata e polverosa, di difficile viabilità, anche perché il Comune<br />

di Latisana non sapeva se Lignano doveva essere considerata marittima o<br />

terrestre, in verità accoppiandola a Marano avrebbe dovuto essere un paese<br />

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