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primo capitolo - Istituto di Istruzione Superiore "Alberto De Simoni"

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I primi<br />

50 anni<br />

<strong>di</strong> vita<br />

1865-1915<br />

Ritratto <strong>di</strong> <strong>Alberto</strong> <strong>De</strong> Simoni (<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Istruzione</strong> <strong>Superiore</strong> "A. <strong>De</strong> Simoni",<br />

Presidenza)


2 i primi 50 anni dell'<strong>Istituto</strong><br />

La nascita dell'<strong>Istituto</strong><br />

Il nostro fu uno dei primi 45 istituti tecnici<br />

d'Italia. «Fu creato contemporaneamente a<br />

quelli <strong>di</strong> Como e <strong>di</strong> Cuneo con R. D. del 1<br />

ottobre 1865, registrato alla Corte dei Conti<br />

il giorno 16 <strong>di</strong> detto mese». Così scriveva il<br />

preside Silio Manfre<strong>di</strong> nel Cenno storico<br />

con cui si apriva l'Annuario 1923-1924. 1<br />

Poco dopo, un pubblico Avviso, firmato<br />

dal Prefetto Giacinto Scelsi in data 22<br />

novembre, annunciò alla citta<strong>di</strong>nanza: «Le<br />

scuole della sezione <strong>di</strong> "Agronomia ed<br />

Agrimensura", "Meccanica e Costruzione"<br />

<strong>di</strong> questo <strong>Istituto</strong> Tecnico Provinciale<br />

saranno aperte ai primi del prossimo futuro<br />

gennaio 1866, e verrà dato ugualmente<br />

l'intiero <strong>primo</strong> corso d'istruzione secondo i<br />

programmi Governativi».<br />

Il Regio <strong>De</strong>creto <strong>di</strong> fondazione<br />

dell'<strong>Istituto</strong>, datato 1 ottobre 1865.<br />

L'istruzione tecnica nella<br />

Legge Casati<br />

Questo nuovo tipo <strong>di</strong> scuola era stata isti-<br />

Il Prefetto Giacinto Scelsi annuncia<br />

l'apertura dell'<strong>Istituto</strong> per il gennaio 1866.<br />

(Archivio Storico del Comune <strong>di</strong> Sondrio)<br />

tuita dal Governo piemontese il 13 novembre<br />

1859, con la legge n. 3725, nota come<br />

"Legge Casati", che, estesa successivamente<br />

all'intero territorio nazionale, costituì<br />

l'atto <strong>di</strong> nascita del sistema scolastico del<br />

Regno d'Italia e, con qualche mo<strong>di</strong>fica, fu<br />

operante fino alla riforma Gentile del 1923.<br />

Il provve<strong>di</strong>mento intendeva unificare in un<br />

sistema fortemente centralizzato e laico<br />

tutte le scuole preunitarie, articolando l'istruzione<br />

in quattro aree: elementare, tecnica,<br />

secondaria classica e superiore. In particolare,<br />

l'istruzione tecnica prevedeva due<br />

gra<strong>di</strong>: una scuola tecnica <strong>di</strong> durata triennale,<br />

alla quale si accedeva dopo le elementari,<br />

e un successivo istituto tecnico <strong>di</strong> tre<br />

anni, articolato in varie sezioni con speciali<br />

insegnamenti, secondo le con<strong>di</strong>zioni delle<br />

varie province. Suo scopo era quello <strong>di</strong><br />

«dare la conveniente "cultura generale e<br />

speciale" ai giovani che intendono de<strong>di</strong>carsi<br />

a determinate carriere del pubblico servizio,<br />

alle industrie, ai commerci ed alla con-


dotta delle cose agrarie» (art. 272). Data la<br />

loro "finalità professionalizzanti" legate<br />

alle esigenze formative del mondo economico,<br />

le scuole tecniche e gli istituti tecnici,<br />

fino al 1877, furono alle <strong>di</strong>pendenze del<br />

Ministero dell'Agricoltura, Industria e<br />

Commercio. Questo Ministero nel 1865,<br />

anno <strong>di</strong> fondazione dell'<strong>Istituto</strong>, era retto<br />

dal tiranese conte Luigi Torelli (1810-<br />

1887).<br />

In quegli anni il Ministero della Pubblica<br />

<strong>Istruzione</strong> si occupava solo dell'istruzione<br />

secondaria classica (Ginnasio e Liceo),<br />

finalizzata alla selezione <strong>di</strong> un'élite che<br />

doveva costituire la futura classe <strong>di</strong>rigente.<br />

Il conte Luigi Torelli, promotore della<br />

fondazione dell'<strong>Istituto</strong> Tecnico<br />

<strong>di</strong> Sondrio.<br />

La domanda <strong>di</strong> istruzione<br />

La creazione <strong>di</strong> un istituto tecnico a Sondrio<br />

rispondeva a una richiesta da tempo<br />

espressa dalle autorità e dagli intellettuali<br />

locali. Fin dal 1844, per esempio, Francesco<br />

Visconti Venosta, rilevava la scarsa<br />

funzionalità dei ginnasi privati <strong>di</strong> Ponte,<br />

Tirano e Bormio e l'esiguità dei loro iscritti<br />

i primi 50 anni dell'<strong>Istituto</strong> 3<br />

e per questo proponeva <strong>di</strong> chiudere queste<br />

scuole, convogliando le risorse verso l'istituzione<br />

<strong>di</strong> «una scuola tecnica in cui si<br />

insegnassero le migliorie d'ogni maniera da<br />

praticarsi nella agricoltura del paese, e come<br />

meglio crescere e conservare il bestiame,<br />

e tante utili pratiche <strong>di</strong> domestica economia,<br />

cose tutte nelle quali il popolo valtellinese<br />

è stazionario da secoli». 2 La proposta,<br />

pur riflettendo una realtà produttiva<br />

ancora legata prevalentemente al lavoro dei<br />

campi, mostrava una chiara consapevolezza<br />

della necessità <strong>di</strong> superare il monopolio<br />

<strong>di</strong> un'istruzione esclusivamente umanistica<br />

ed elitaria.<br />

Il processo evolutivo auspicato dal Venosta<br />

cominciò a realizzarsi dopo l'annessione<br />

della provincia al Regno d'Italia, quando<br />

questa scottante tematica trovò spazio anche<br />

sulle pagine dei perio<strong>di</strong>ci locali. Ad<br />

esempio il settimanale La Valtellina 3 nel<br />

numero del 9 agosto 1861, in un articolo<br />

firmato da G. A. M., reclamava l'istituzione<br />

<strong>di</strong> scuole tecniche che garantissero<br />

«un'istruzione comune della quale si giovassero<br />

così le classi più agiate come il<br />

popolo minuto e che pre<strong>di</strong>sponesse l'intelletto<br />

a qualunque varietà <strong>di</strong> applicazioni<br />

pratiche ne' commerci, nell'agricoltura,<br />

nella ingegneria e nelle industrie fabbrili».<br />

In particolare, rilevava l'importanza <strong>di</strong> impartirvi<br />

«l'insegnamento sulla maniera generale<br />

<strong>di</strong> tenere i registri in semplice e doppia<br />

scrittura, sulla compilazione dei libri<br />

relativi a ciascun sistema <strong>di</strong> amministrazione,<br />

sulle pratiche più utili del conteggio e<br />

sullo stile usato nella trattazione degli affari<br />

mercantili».<br />

Si cominciava a sentire la necessità <strong>di</strong> ragionieri<br />

e <strong>di</strong> geometri.<br />

Lo stato della scuola nella<br />

provincia<br />

Ma qual era la situazione dell'istruzione<br />

pubblica locale nel 1865? Una chiara fotografia<br />

del fenomeno è desumibile dalla


4 i primi 50 anni dell'<strong>Istituto</strong><br />

La Statistica generale della provincia <strong>di</strong><br />

Sondrio, pubblicata nel 1865, a cura del<br />

prefetto Giacinto Scelsi. (Riproduzione<br />

facsimile del 1999)<br />

lettura della Statistica generale della Provincia<br />

<strong>di</strong> Sondrio, curata dall'allora Prefetto<br />

avv. Giacinto Scelsi. Su una popolazione <strong>di</strong><br />

106.040 abitanti, 60.198 erano analfabeti<br />

(il 57%, contro il 77% dell'Italia). Accanto<br />

alle 518 scuole elementari, frequentate da<br />

12.257 alunni, con 300 insegnanti (poco<br />

preparati e mal pagati), vi erano ancora i<br />

tre ginnasi privati, cui si era aggiunto il<br />

Liceo Ginnasio Statale, con annesso Convitto<br />

Nazionale: in totale 125 iscritti, in<br />

sensibile <strong>di</strong>minuzione rispetto al 1860<br />

(quando erano 145).<br />

Nel capoluogo però erano state aperte anche<br />

le Scuole tecniche, i cui alunni in 5<br />

anni erano saliti da 22 a 71.<br />

Analizzando questi dati, lo Scelsi sottolineava<br />

la necessità <strong>di</strong> «fondare un <strong>Istituto</strong><br />

industriale e professionale, tendente a<br />

fornire <strong>di</strong> abili agronomi, agrimensori,<br />

periti meccanici e costruttori questa Provincia,<br />

cui giova grandemente estendere e<br />

perfezionare l'industria agricola, e gradatamente<br />

anche l'industria manufattrice».<br />

4<br />

I primi anni dell'<strong>Istituto</strong><br />

Come già detto, fu proprio in quel 1865<br />

che il sogno si avverò.<br />

«Nel <strong>primo</strong> anno <strong>di</strong> vita il nostro <strong>Istituto</strong><br />

contava ben sette professori, ma appena 15<br />

alunni, dei quali 11 erano nati a Sondrio e<br />

4 in altri comuni della provincia. La spesa<br />

annua complessiva per il suo mantenimento<br />

era prevista in L. 9.900, <strong>di</strong> cui 4.800<br />

erano a carico della Provincia e il resto a<br />

carico dello Stato. Il Comune <strong>di</strong> Sondrio si<br />

assunse e conservò poi il carico <strong>di</strong> fornire i<br />

locali, la suppellettile non scientifica e gli<br />

oggetti <strong>di</strong> cancelleria e <strong>di</strong> servizio. Fu preside<br />

in quel <strong>primo</strong> anno il dott. Antonio<br />

Zanetti da Chieve (Cremona), insegnante <strong>di</strong><br />

Agraria, Economia e Statistica.<br />

L'opera educativa [degli insegnanti], ispirata<br />

ai più elevati e patriottici sentimenti,<br />

dovette riuscire assai efficace, ché, quando,<br />

non ancora finito quell'anno scolastico,<br />

scoppiò la guerra coll'Austria [la terza<br />

guerra d'in<strong>di</strong>pendenza, nrd], nove dei<br />

quin<strong>di</strong>ci alunni, dell'età fra i 15 e i 18 anni,<br />

lasciarono l'<strong>Istituto</strong> per arruolarsi nei Corpi<br />

dei Volontari e nella legione dello Stelvio<br />

ed uno, Antonio Miotti da Sondrio, cadde<br />

da valoroso nel fatto d'arme <strong>di</strong> Vezza d'Oglio».<br />

5<br />

Fabio Besta<br />

Tra quei giovani patrioti vi furono anche<br />

due fratelli <strong>di</strong> Teglio, il cui destino sarebbe<br />

stato in <strong>di</strong>verso modo legato al nostro <strong>Istituto</strong>.<br />

L'uno era il se<strong>di</strong>cenne Giannetto Besta,<br />

<strong>di</strong> cui parleremo più avanti (ve<strong>di</strong> p. 15-<br />

16).<br />

Il secondo era il ventunenne Fabio Besta,<br />

nato nel 1845: un giovane maestro elementare,<br />

abilitato all'insegnamento della ginnastica,<br />

che nel 1869 ottenne come privatista<br />

il <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> ragioniere, con una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong><br />

288/340 (85/100), per poi <strong>di</strong>ventare, nel


marzo del 1872, docente incaricato <strong>di</strong><br />

Computisteria e Ragioneria.<br />

Ritratto <strong>di</strong> Fabio Besta. (<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong><br />

Tecnico Commerciale "A. <strong>De</strong> Simoni" <strong>di</strong><br />

Sondrio: Aula docenti).<br />

Un suo opuscolo relativo alla partita doppia,<br />

stampato a Sondrio nel 1870, fu ritenuto<br />

tanto importante per l'apporto originale<br />

che dava alla pratica amministrativa, che<br />

gli valse la nomina alla cattedra universitaria<br />

<strong>di</strong> Ragioneria nella Scuola superiore <strong>di</strong><br />

Commercio <strong>di</strong> Venezia, in Ca' Foscari<br />

(ottobre 1872).<br />

A Venezia operò per il resto della sua vita<br />

professionale fino al 1919, fornendo gran<strong>di</strong><br />

contributi allo sviluppo della Ragioneria<br />

scientifica e allo stu<strong>di</strong>o delle sue basi storiche.<br />

Dopo la sua morte (1921) il suo pensiero<br />

fu <strong>di</strong>vulgato e sviluppato da numerosi<br />

seguaci, tra cui Vittorio Alfieri e Gino Zappa<br />

(1879-1960), fondatore dell'Economia<br />

Aziendale L'opera fondamentale <strong>di</strong> Fabio<br />

Besta è La ragioneria, che fu pubblicata in<br />

3 volumi dal 1891 al 1916 e che solitamente<br />

viene ricordata come "Il Trattato del<br />

Besta". 6<br />

i primi 50 anni dell'<strong>Istituto</strong> 5<br />

L'or<strong>di</strong>namento dell'<strong>Istituto</strong><br />

«A norma del Regolamento 18 ottobre<br />

1865, l'<strong>Istituto</strong> ebbe nel secondo anno <strong>di</strong><br />

vita un notevole ampliamento: alle<br />

primitive sezioni <strong>di</strong> "Agronomia e agrimensura"<br />

e <strong>di</strong> "Meccanica e costruzioni" fu<br />

aggiunta quella <strong>di</strong> "Amministrazione,<br />

commercio e ragioneria"». 7 Negli anni<br />

successivi si ebbero vari cambiamenti,<br />

finché, alla fine degli anni ‘70, con la<br />

"Riforma Coppino" 8 , l'or<strong>di</strong>namento<br />

dell'<strong>Istituto</strong> acquistò una struttura stabile<br />

che sarebbe durata fino alla riforma Gentile<br />

del 1923.<br />

Il corso degli stu<strong>di</strong> venne elevato a 4 anni,<br />

con il <strong>primo</strong> biennio in comune, nel quale<br />

furono notevolmente rafforzati gli insegnamenti<br />

<strong>di</strong> cultura generale letteraria e<br />

scientifica, ritenuti fondamento necessario<br />

per l'efficacia dell'istruzione professionale.<br />

Il secondo biennio fu invece <strong>di</strong>viso in tre<br />

sezioni: "Agrimensura" (Geometri),<br />

"Commercio e Ragioneria" e "Fisico-<br />

La circolare del 1871, con cui il Ministero<br />

dell'Agricoltura preannunciava la<br />

futura riforma degli Istituti Tecnici, a<br />

<strong>di</strong>eci anni dalla loro istituzione.


6 i primi 50 anni dell'<strong>Istituto</strong><br />

Matematica". Mentre le prime due<br />

avviavano gli alunni ad esercitare una<br />

precisa professione, la terza li preparava<br />

all'Università, anticipando il ruolo del<br />

futuro Liceo Scientifico.<br />

Con tale riforma venne elevato il livello<br />

culturale degli istituti tecnici, che passarono<br />

definitivamente sotto il controllo del<br />

Ministero della Pubblica istruzione (1877).<br />

Fu però molto ridotta la loro originaria<br />

vocazione professionalizzante, tanto che<br />

Quintino Sella commentò amareggiato:<br />

«Nella nostra scuola tecnica, <strong>di</strong> tecnico non<br />

c'è assolutamente nulla».<br />

L'andamento dell'<strong>Istituto</strong> era controllato da<br />

una "Giunta <strong>di</strong> vigilanza", della quale, oltre<br />

al Preside, facevano parte anche un<br />

rappresentante del Provve<strong>di</strong>torato, uno<br />

della Provincia e uno del Comune, Il suo<br />

ruolo era quello <strong>di</strong> stabilire un collegamento<br />

tra l'<strong>Istituto</strong> e gli Enti locali, al fine <strong>di</strong> far<br />

conoscere quali fossero le opportunità <strong>di</strong><br />

lavoro offerte dalle industrie, dalle<br />

amministrazioni e dal commercio.<br />

Una nuova sede<br />

Nei primi anni della sua vita, il Regio<br />

<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Sondrio svolse la sua attività<br />

presso <strong>di</strong>fferenti locali della città, che il<br />

Comune affittava da privati.<br />

Nel 1869 il Consiglio comunale, interpretando<br />

il volere della citta<strong>di</strong>nanza, deliberò<br />

un programma per la costruzione <strong>di</strong> un<br />

grande fabbricato ad uso delle scuole<br />

citta<strong>di</strong>ne, la cui popolazione era in crescita.<br />

Per alcuni anni l'opinione pubblica fu<br />

<strong>di</strong>visa sulla scelta dell'area da destinarsi al<br />

nuovo e<strong>di</strong>ficio. La maggioranza optava per<br />

un terreno periferico <strong>di</strong> proprietà dei fratelli<br />

Caimi, situato 80 metri a sud <strong>di</strong> piazza<br />

Vittorio Emanuele II (che nel 1909 sarebbe<br />

stata intitolata a Giuseppe Garibal<strong>di</strong>).<br />

L'opposizione, dalle colonne della Valtellina,<br />

obiettava che il sito era inadatto perché<br />

poco accessibile e inquinato dalla vicina<br />

filanda Rossi (situata all'inizio della attuale<br />

via Trento, <strong>di</strong> fronte all'attuale palazzo<br />

delle Poste). Infatti da questa fabbrica<br />

Mappa <strong>di</strong> Sondrio <strong>di</strong>segnata dal geom. Giacomo Fiala nel 1879, l'anno in cui fu inaugurato<br />

il nuovo E<strong>di</strong>ficio scolastico. Si noti come questo era collocato ai margini del<br />

centro citta<strong>di</strong>no, poco sotto piazza Vittorio Emanuele II. A sud dell'<strong>Istituto</strong>, all'inizio <strong>di</strong><br />

via Circonvallazione (l'attuale via Trento), sorgeva la Filanda Rossi. A nord-est domina<br />

il Convitto Nazionale, con l'attiguo Ginnasio-Liceo "G. Piazzi".


Piazza Vittorio Emanuele II vista dall'alto,<br />

in una cartolina <strong>di</strong> fine Ottocento.<br />

In secondo piano: a sinistra l'<strong>Istituto</strong><br />

Tecnico e a destra, sul fondo, la filanda<br />

Rossi. (collezione Cittar<strong>di</strong>ni)<br />

«sovente emanavano putride esalazioni» 9 ,<br />

per cui si proponeva <strong>di</strong> sfruttare l'area<br />

comunale contigua al Palazzo del Tribunale<br />

(sull'attuale corso Italia).<br />

Finalmente, dopo 8 anni <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussioni, nel<br />

gennaio 1877, il Consiglio comunale<br />

decise l'acquisto dell'area Caimi e affidò<br />

all'ing. Francesco Polatti il «progetto per<br />

costruzione <strong>di</strong> un fabbricato ad uso delle<br />

Scuole Elementari e Tecniche <strong>di</strong> Sondrio e<br />

per la sistemazione <strong>di</strong> via Cereria (detta<br />

anche strada <strong>di</strong> Albosaggia e, in seguito,<br />

via alla Stazione, corrispondente all'attuale<br />

corso Vittorio Veneto) per l'accesso a detto<br />

fabbricato». 10 Il Polatti, che fu docente <strong>di</strong><br />

Topografia e Costruzioni e preside dell'<strong>Istituto</strong><br />

dal 1874 al 1876 e nel 1879-80, nel<br />

contempo era impegnato nella costruzione<br />

della sede della Banca Popolare (1875-85).<br />

Il suo progetto, dopo aver acquisito il<br />

parere favorevole dell'Ufficio del Genio<br />

Civile Governativo, fu approvato dal<br />

i primi 50 anni dell'<strong>Istituto</strong> 7<br />

Consiglio il 20 marzo 1877 e subito i lavori<br />

furono appaltati alla <strong>di</strong>tta Tomaso Buzzi.<br />

La spesa prevista era complessivamente <strong>di</strong><br />

150.000 lire (equivalenti a più <strong>di</strong> 500.000<br />

euro attuali), a cui si fece fronte assumendo<br />

«un mutuo, da coprirsi me<strong>di</strong>ante sottoscrizione<br />

dei citta<strong>di</strong>ni, con l'interesse annuo del<br />

4%, netto da imposte». Aderendo a una<br />

richiesta del Comune, anche il Ministero<br />

del Tesoro contribuì con la somma <strong>di</strong><br />

10.000 lire.<br />

La struttura dell'e<strong>di</strong>fico<br />

Il fabbricato, <strong>di</strong>sposto longitu<strong>di</strong>nalmente<br />

lungo via Cereria, aveva una pianta rettangolare<br />

con due avancorpi laterali, che delimitavano<br />

un cortiletto recintato, «utile per<br />

lasciar svolazzare gli alunni durante il tempo<br />

<strong>di</strong> ricreazione». Era strutturato su tre<br />

piani completamente separati e comprendeva<br />

«tutti i locali necessari tanto per le scuole<br />

elementari maschili, che per le femminili<br />

e per la Regia Scuola Tecnica».<br />

Alle scuole elementari maschili era destinato<br />

il pian terreno con l'ingresso dalla<br />

L'<strong>Istituto</strong> Tecnico visto da via della<br />

Stazione (l'attuale via Vittorio Veneto), in<br />

una cartolina <strong>di</strong> fine Ottocento.<br />

(collezione Cittar<strong>di</strong>ni)


8 i primi 50 anni dell'<strong>Istituto</strong><br />

cancellata posta sulla via Cereria. Sul piano<br />

si trovavano 7 aule, un ripostiglio, un locale<br />

per le «latrine» e un locale per la<br />

«porteria». I locali erano <strong>di</strong>sposti a doppia<br />

schiera con corridoio centrale <strong>di</strong> <strong>di</strong>simpegno,<br />

per poter sfruttare al massimo lo spazio.<br />

Le scuole elementari femminili, a cui si<br />

accedeva attraverso la scala a nord (che<br />

dava sull'attuale via Ragazzi del 99), erano<br />

<strong>di</strong>sposte al <strong>primo</strong> piano, organizzato in<br />

maniera identica a quello terreno.<br />

Il secondo piano era invece riservato alle<br />

"Scuole tecniche", con accesso dalla scala<br />

a sud, davanti alla quale si può ancora notare<br />

la scritta «R. ISTITUTO TECNICO e<br />

R. SCUOLA TECNICA». Il piano comprendeva<br />

3 aule normali (destinate alle 3<br />

classi delle scuole tecniche) e 7 aule speciali:<br />

«gabinetto <strong>di</strong> fisica e storia naturale,<br />

locale <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno, locale per la <strong>di</strong>rezione,<br />

locale d'aspetto per professori, locale del<br />

bidello e due localetti destinati per abitazione<br />

<strong>di</strong> maestri, ma da potersi destinare<br />

per un'altra scuola in caso <strong>di</strong> bisogno». In<br />

effetti in questo settore furono ospitati gli<br />

alunni dell'<strong>Istituto</strong> Tecnico, i quali in quell'anno<br />

ammmontavano a 44.<br />

L'inaugurazione<br />

L'anno scolastico 1878-79 iniziò nel nuovo<br />

e<strong>di</strong>ficio, che fu solennemente inaugurato a<br />

metà del mese <strong>di</strong> novembre 1878<br />

(probabilmente domenica 17). Il Corriere<br />

valtellinese ne <strong>di</strong>ede notizia martedì 26<br />

novembre, in un numero de<strong>di</strong>cato in buona<br />

parte all'attentato contro il re Umberto I,<br />

avvenuto a Napoli il 17 novembre. «Se la<br />

mancanza <strong>di</strong> spazio non ce lo avesse impe<strong>di</strong>to,<br />

ne avremmo dato, se non altro, un<br />

qualche cenno ai nostri lettori sin dal numero<br />

<strong>di</strong> martedì scorso [19 novembre].<br />

Il nuovo E<strong>di</strong>ficio scolastico, attualmente sede <strong>di</strong> alcuni uffici dell'Amministrazione<br />

Provinciale. La foto è stata scattata nel 1934, durante i lavori <strong>di</strong> recupero dell'area antistante,<br />

su cui sarebbe sorto il Palazzo della Provincia. In quel periodo l'e<strong>di</strong>ficio era<br />

interamente utilizzato dall'<strong>Istituto</strong> Tecnico: infatti le scuole elementari si erano spostate<br />

da 11 anni nel nuovo fabbricato <strong>di</strong> via C. Battisti. Da notare al centro il monumento<br />

al re Vittorio Emanuele II e a sinistra la Lapide de<strong>di</strong>cata ai caduti. In alto a destra la<br />

torretta che ospitava l'Osservatorio Meteorologico. (Archivio <strong>Istituto</strong> <strong>De</strong> Simoni)


L'inaugurazione ebbe luogo coll'intervento<br />

delle Autorità scolastiche, civili e militari e<br />

<strong>di</strong> ogni or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni. […] Nell'elaborato<br />

<strong>di</strong>scorso con cui fu iniziata la solennità<br />

dal signor Sindaco [avv. Longoni, ndr] le<br />

prime parole furono per l'egregio architetto<br />

ing. Francesco Polatti, parole a cui noi pure<br />

sentiamo il bisogno <strong>di</strong> associarci.<br />

Diffatti la <strong>di</strong>stribuzione interna dei locali<br />

risponde interamente alle esigenze scolastiche»<br />

e all'obbiettivo principale, che «stava<br />

riposto, anziché nell'eleganza, nell'economia<br />

ad ogni costo.[...] Le parole dell'avvocato<br />

Longoni riscossero meritati applausi, e<br />

noi approviamo senza riserva molte delle<br />

acute considerazioni colle quali accompagnò<br />

il suo <strong>di</strong>scorso massime nel tessere la<br />

storia del nostro risorgimento che doveva<br />

condurlo a dar ragione della de<strong>di</strong>ca del<br />

palazzo all'augusta memoria del Re liberatore.[…]<br />

Colla <strong>di</strong>stribuzione dei premi,<br />

rallegrata dai concenti della brava nostra<br />

i primi 50 anni dell'<strong>Istituto</strong> 9<br />

banda citta<strong>di</strong>na, fu posto termine ad una<br />

solennità, che lasciò nell'animo degli intervenuti<br />

la maggiore delle sod<strong>di</strong>sfazioni,<br />

quella cioè <strong>di</strong> avere veduto finalmente, per<br />

opera dell'attuale amministrazione comunale<br />

compiuto, uno dei voti più fervi<strong>di</strong> e della<br />

presente e <strong>di</strong> parecchie delle passate generazioni».<br />

In quello stesso numero il Corriere valtellinese<br />

parlava anche <strong>di</strong> un fatto<br />

«scandaloso» che ebbe come protagonista<br />

«un giovanotto, or ora uscito dagli stu<strong>di</strong><br />

tecnici». La sera del 20 novembre, nel corso<br />

<strong>di</strong> una manifestazione citta<strong>di</strong>na <strong>di</strong> ossequio<br />

alla Casa Savoia, accompagnata da<br />

una esibizione della Società Filarmonica,<br />

costui «si permise <strong>di</strong> gridare: Abbasso la<br />

marcia reale». Prontamente lo zelante preside<br />

dott. Carlo Bressan denunciò il ragazzo<br />

al Tribunale, ma, come riferisce La Valtellina<br />

del 13 <strong>di</strong>cembre, in pochi giorni lo<br />

scandalo fu ri<strong>di</strong>mensionato dall'intervento<br />

A sinistra: La facciata est dell'E<strong>di</strong>ficio scolastico così come appare oggi, dopo i lavori <strong>di</strong><br />

ristrutturazione effettuati prima <strong>di</strong> ospitare alcuni uffici dell'Amministrazione provinciale.<br />

Al centro campeggia ancora il monumento a Vittorio Emanuale II.<br />

A destra: Un particolare dell'ala sud della costruzione, dove si apriva il portone <strong>di</strong> accesso<br />

alla Regia Scuola Tecnica e al Regio <strong>Istituto</strong> Tecnico, come attestano le iscrizioni opportunamente<br />

conservate.


10 i primi 50 anni dell'<strong>Istituto</strong><br />

della Procura generale presso<br />

la Corte d'Appello <strong>di</strong> Milano,<br />

«col domandare non farsi luogo<br />

a proce<strong>di</strong>mento contro lo studente».<br />

La de<strong>di</strong>ca al re Vittorio Emanuele<br />

II fu suggellata il 1<br />

giugno 1879, con la collocazione,<br />

davanti alla facciata principale,<br />

del busto marmoreo, opera<br />

dello scultore <strong>di</strong> Monza Luigi<br />

Crippa, raffigurante il sovrano<br />

deceduto l'anno precedente. Il<br />

monumento è rimasto al suo<br />

posto fino ai giorni nostri, an-<br />

<strong>Alberto</strong> <strong>De</strong> Simoni<br />

che se l'e<strong>di</strong>ficio ha cambiato<br />

più volte destinazione, ospitando<br />

successivamente (dal 1939)<br />

la Regia Scuola secondaria <strong>di</strong><br />

avviamento professionale<br />

"Luigi Torelli", poi (dal 1962)<br />

l'<strong>Istituto</strong> Professionale Statale<br />

per il Commercio "Fabio Besta"<br />

e infine alcuni uffici dell'Amministrazione<br />

provinciale.<br />

Il busto marmoreo <strong>di</strong> Vittorio<br />

Emanuele II, collocato sulla<br />

facciata est dell'E<strong>di</strong>ficio scolastico<br />

il 1 giugno 1879.<br />

Nacque a Bormio il 3 giugno 1740. Stu<strong>di</strong>ò dapprima<br />

a Bormio presso i Gesuiti e poi filosofia e<br />

lettere a Milano e infine <strong>di</strong>ritto nell'Università <strong>di</strong><br />

Innsbruck e Salisburgo. Ritornato in patria, esercitò<br />

l'avvocatura e curò l'e<strong>di</strong>zione delle sue opere<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto. Dapprima lodato dai Grigioni, fu poi<br />

duramente condannato per aver pubblicato,<br />

benché in forma anonima, il Ragionamento giuri<strong>di</strong>co-politico<br />

sopra la costituzione della Valtellina<br />

e del Contado <strong>di</strong> Chiavenna (1788) e II prospetto<br />

storico politico apologetico del governo<br />

della Valtellina (1791), in cui riven<strong>di</strong>cava i <strong>di</strong>ritti<br />

della sua patria.<br />

Dovette fuggire a Milano, ove ebbe la protezione del<br />

governo austriaco. Durante la Repubblica Cisalpina, il<br />

vicepresidente Melzi l'incaricò <strong>di</strong> compilare un co<strong>di</strong>ce<br />

civile e criminale per la Repubblica Italiana. Nel 1803<br />

Napoleone lo nominò membro dell'<strong>Istituto</strong> nazionale,<br />

nel 1804 membro del Tribunale costituzionale d'Appello<br />

del Dipartimento del Lario (del quale faceva parte<br />

la Valtellina); nel 1807 <strong>di</strong>venne consigliere della<br />

Suprema Corte <strong>di</strong> Cassazione. Noto per la sua accortezza,<br />

si <strong>di</strong>ce che Napoleone lo chiamasse "la mia<br />

volpe montanara". Morì a Morbegno il 30 gennaio<br />

1822. 11<br />

In alto: Ritratto <strong>di</strong> <strong>Alberto</strong> <strong>De</strong> Simoni. (<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Istruzione</strong> <strong>Superiore</strong> "A. <strong>De</strong><br />

Simoni", Sondrio: Presidenza)<br />

In basso: Frontespizio della prima opera scritta da <strong>De</strong> Simoni, in forma anonima,<br />

nel 1788, per <strong>di</strong>fendere i <strong>di</strong>ritti della Valtellina. (Biblioteca civica "Pio Rajna" <strong>di</strong><br />

Sondrio)


L'intitolazione ad <strong>Alberto</strong><br />

<strong>De</strong> Simoni<br />

Nel 1880 iniziò la presidenza del dott. Costantino<br />

Gorini (professore <strong>di</strong> Computisteria-Ragioneria),<br />

che avrebbe ricoperto la<br />

carica fino al 1897.<br />

Il 27 agosto 1883 l'<strong>Istituto</strong> venne intitolato<br />

all'insigne giurista valtellinese <strong>Alberto</strong> <strong>De</strong><br />

Simoni (1740-1822), come sancito dal Regio<br />

<strong>De</strong>creto concernente la denominazione<br />

degli istituti tecnici e nautici del Regno del<br />

27 agosto 1883. E' la denominazione che si<br />

è conservata fino ai giorni nostri.<br />

Regio <strong>De</strong>creto che stabilì l'intitolazione dell'<strong>Istituto</strong><br />

ad <strong>Alberto</strong> <strong>De</strong> Simoni (1883).<br />

i primi 50 anni dell'<strong>Istituto</strong> 11<br />

Ritratto del dott. Costantino Gorini, preside<br />

dal 1880 al 1897.<br />

(<strong>Istituto</strong> Tecnico Commerciale "A. <strong>De</strong> Simonini"<br />

<strong>di</strong> Sondrio: Aula docenti)<br />

L'incremento degli iscritti<br />

«Il numero degli scolari [dell'<strong>Istituto</strong> Tecnico,<br />

ndr] si mantenne basso fino verso<br />

l'anno 1900 [in me<strong>di</strong>a 32 per anno, ndr],<br />

tanto che, sembrando ad alcuni troppo gravosa<br />

per la Provincia la spesa per la conservazione<br />

dell'<strong>Istituto</strong>, venne avanzata perfino<br />

la proposta <strong>di</strong> sopprimerlo. Ma l'<strong>Istituto</strong><br />

trovò nel Consiglio provinciale dei vali<strong>di</strong><br />

sostenitori e fu conservato, anzi incontrò<br />

col tempo maggiori simpatie, sia per i risultati<br />

<strong>di</strong>dattici veramente apprezzabili sia<br />

perché i suoi insegnanti parteciparono sempre<br />

attivamente alla vita economica <strong>di</strong> Sondrio<br />

e della Valtellina: la Società Agraria, il<br />

Comizio Agrario, la Banca Popolare, la<br />

Società Enologica, il Comitato <strong>di</strong> Sezione<br />

della Croce Rossa Italiana, il Comitato<br />

Valtellinese della "Dante Alighieri" sono,<br />

infatti, istituzioni che ebbero sviluppo o<br />

che furono promosse e bene avviate anche<br />

per merito <strong>di</strong> insegnanti dell'<strong>Istituto</strong>». 12<br />

Dopo l'anno 1900 il numero degli alunni<br />

(che era <strong>di</strong> 15 nel 1861) si accrebbe, arrivando<br />

a 108 all'inizio della Grande guerra,


12 i primi 50 anni dell'<strong>Istituto</strong><br />

Anno scolastico<br />

1865-66<br />

1870-71<br />

1875-76<br />

1880-81<br />

Iscritti<br />

(licenziati)<br />

15<br />

(-)<br />

40<br />

(6)<br />

29<br />

(2)<br />

37<br />

(7)<br />

Anno scolastico<br />

1885-86<br />

1890-91<br />

1895-96<br />

1900-01<br />

Iscritti<br />

(licenziati)<br />

43<br />

(4)<br />

35<br />

(6)<br />

?<br />

(10)<br />

32<br />

(6)<br />

Anno scolastico<br />

1905-06<br />

1910-11<br />

1915-16<br />

1920-21<br />

Iscritti<br />

(licenziati)<br />

90<br />

(8)<br />

84<br />

(24)<br />

107<br />

(24)<br />

211<br />

(58)<br />

Tab. 1. Andamento degli iscritti al R. <strong>Istituto</strong> Tecnico "A. <strong>De</strong> Simoni" dal 1865-66<br />

al 1920-21. 13<br />

Scuole 1900-01 1905-06 1910-11 1914-15<br />

Ginnasi 32.464 34.219 38.053 44.744<br />

Licei 13.041 13.812 14.342 13.318<br />

Sc. tecniche 38.334 55.597 82.406 101.413<br />

Ist. tecnici 9.665 13.998 20.952 25.244<br />

Sc. complementari 12.064 12.143 19.306 28.542<br />

Scuole normali 10.321 10.429 17.989 30.255<br />

Totale scuole<br />

secondarie<br />

115.889 140.198 193.048 243.516<br />

Tab. 2. Andamento degli iscritti alle scuole secondarie statali e pareggiate in<br />

Italia dal 1900-01 al 1914-15. 14<br />

per poi raggiungere quota 208 (175 alunni<br />

e 33 u<strong>di</strong>tori) nel 1922-23, alla vigilia della<br />

riforma Gentile, che avrebbe abolito la<br />

sezione Fisico-Matematica e ristrutturato<br />

l'or<strong>di</strong>namento dell'istruzione tecnica.<br />

(Tabella 1)<br />

Questo incremento delle iscrizioni rifletteva<br />

un fenomeno <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione nazionale.<br />

Infatti tra il 1896 e il 1914 l'Italia conobbe,<br />

in forte ritardo, una vera e propria fase <strong>di</strong><br />

decollo industriale, anche se concentrato<br />

nel triangolo Genova-Torino-Milano. La<br />

mutata congiuntura economico-sociale<br />

favorì un rilancio delle scuole tecniche e<br />

degli istituti tecnici (Tabella 2), che negli<br />

anni precedenti «si erano trasformati in<br />

scuole <strong>di</strong> cultura generale e quin<strong>di</strong> si erano<br />

svincolati da ogni finalità professionalizzante<br />

e chiusi alle esigenze del mondo produttivo».<br />

15<br />

Nel <strong>primo</strong> quin<strong>di</strong>cennio del Novecento<br />

aumentò la domanda <strong>di</strong> istruzione tecnica<br />

«da parte della piccola e me<strong>di</strong>a borghesia e<br />

degli strati superiori della classe operaia»,<br />

che vi vedevano la possibilità <strong>di</strong> inserirsi<br />

rapidamente nel mondo del lavoro «come<br />

quadri tecnici interme<strong>di</strong>, nell'ambito della<br />

nascente struttura industriale italiana e in<br />

quelle attività commerciali, amministrative<br />

e dei servizi ad essa collegate e quin<strong>di</strong> in<br />

sensibile espansione». Se nell'ambito dell'istruzione<br />

classica si ebbe un limitato incre-


mento del 27,6%, nelle scuole e istituti<br />

tecnici il balzo fu del 163,8% 14<br />

Il cambiamento ebbe conseguenze anche<br />

nell'andamento dell'istruzione tecnica della<br />

nostra provincia, dove peraltro, nonostante<br />

lo sviluppo dei trasporti ferroviari e delle<br />

centrali idroelettriche, l'economia rimase<br />

prevalentemente agricola e conobbe un<br />

vistoso incremento dell'emigrazione. Tale<br />

contesto spiega la mancata apertura <strong>di</strong> una<br />

sezione industriale.<br />

Le onorificenze<br />

Allo sviluppo quantitativo si accompagnò<br />

anche un progresso sul piano qualitativo,<br />

come <strong>di</strong>mostrarono i vari riconoscimenti<br />

ricevuti dall'<strong>Istituto</strong> in occasione <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse<br />

esposizioni, mostre e concorsi, minuziosamente<br />

elencati dal preside Silio Manfre<strong>di</strong><br />

nel già citato Annuario 1923-1924:<br />

«1- Medaglia d'argento, conferitagli all'Esposizione<br />

generale italiana in Torino nel<br />

1884;<br />

Manifesto dell'Esposizione <strong>di</strong> Torino, in<br />

cui fu conferita all'<strong>Istituto</strong> la medaglia<br />

d'argento.<br />

i primi 50 anni dell'<strong>Istituto</strong> 13<br />

2- Attestato <strong>di</strong> benemerenza, conferitogli<br />

dalla Società Meteorologica Italiana per la<br />

raccolta <strong>di</strong> osservazioni meteorologiche;<br />

3- Menzione onorevole, conferitagli all'Esposizione<br />

generale italiana in Torino nel<br />

1898;<br />

4- Medaglia <strong>di</strong> bronzo, conferita ai professori<br />

Vigoni dott. Tito [ docente <strong>di</strong> Agraria,<br />

Estimo e Storia Naturale, in servizio dal<br />

1898 al 1927, ndr] e Sperotti Edoardo<br />

[docente <strong>di</strong> Computisteria e Ragioneria,<br />

ndr] in rappresentanza dell'<strong>Istituto</strong> per lavori<br />

esposti nella mostra <strong>di</strong> Ragioneria<br />

applicata alle aziende agrarie, tenutasi in<br />

Roma nel maggio 1908 per iniziativa della<br />

Società degli Agricoltori italiani;<br />

5 e 6- Diploma <strong>di</strong> merito <strong>di</strong>stinto e Medaglia<br />

d'argento grande, assegnatigli nel secondo<br />

Concorso scolastico nazionale <strong>di</strong><br />

Ginnastica naturale - giugno 1911 - indetto<br />

dall'<strong>Istituto</strong> Nazionale per l'incremento<br />

dell'Educazione fisica in Italia ;<br />

7- Diploma <strong>di</strong> merito <strong>di</strong>stinto, assegnatogli<br />

nel <strong>primo</strong> Esperimento scolastico interno <strong>di</strong><br />

Educazione fisica - 1912 - indetto dal Ministero<br />

della P. I. ;<br />

8- Diploma <strong>di</strong> merito <strong>di</strong>stinto, assegnatogli<br />

nel secondo Esperimento scolastico interno<br />

<strong>di</strong> Educazione fisica - 1913 - indetto dal<br />

Ministero della P.I.». 17<br />

Le professioni dei licenziati<br />

Ogni anno il preside era tenuto a stendere<br />

una Relazione finale, tenendo conto anche<br />

delle relazioni dei singoli professori. Nella<br />

sua Relazione sull'andamento dell'<strong>Istituto</strong><br />

nell'anno scolastico 1905-1906 18 , inviata<br />

alla <strong>De</strong>putazione Provinciale <strong>di</strong> Sondrio in<br />

data 24 luglio 1906, il preside Giannetto<br />

Besta rilevava che «i licenziati, specialmente<br />

della sezione <strong>di</strong> Ragioneria, sono<br />

sempre ricercati, in seguito alla buona prova<br />

data da tutti coloro che si impiegarono<br />

nelle Banche o anche nelle Case <strong>di</strong> commercio».<br />

Di fatto, tra i 18 licenziati nel<br />

1906, 5 furono assunti come ragionieri<br />

presso aziende, 2 si laurearono in Scienze


14 i primi 50 anni dell'<strong>Istituto</strong><br />

Agrarie, 1 <strong>di</strong>venne ingegnere e <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong><br />

una fabbrica, 3 <strong>di</strong>vennero impresari <strong>di</strong> opere<br />

pubbliche, e 1 si de<strong>di</strong>cò alla libera professione.<br />

Più in generale, fra i 473 alunni <strong>di</strong>plomati<br />

al "<strong>De</strong> Simoni" nel <strong>primo</strong> cinquantennio <strong>di</strong><br />

vita, 70 ottennero una laurea e tra questi 47<br />

<strong>di</strong>vennero ingegneri; 30 coprirono ruoli<br />

<strong>di</strong>rigenziali, 37 ebbero un impiego in istituti<br />

bancari, 9 <strong>di</strong>vennero docenti <strong>di</strong> istituti<br />

tecnici e 5 docenti universitari. 19<br />

Ex alunni illustri<br />

Tra i nomi più illustri, oltre al già citato<br />

Fabio Besta, ricor<strong>di</strong>amo l'on. Mario Cermenati<br />

(1868-1924) ed Eugenio Togliatti<br />

(1890-1977).<br />

Il lecchese Cermenati conseguì la licenza<br />

Fisico-Matematica nel 1886: laureatosi in<br />

Geologia all'Università <strong>di</strong> Roma, vi occupò<br />

la cattedra <strong>di</strong> Geologia e Paleontologia e<br />

successivamente quella <strong>di</strong> Storia delle<br />

scienze naturali. Fu deputato al Parlamento<br />

nelle file dei democratici ra<strong>di</strong>cali e sottosegretario<br />

<strong>di</strong> Stato in alcuni ministeri dei<br />

Governi Boselli e Orlando.<br />

I Togliatti abitarono a Sondrio dal 1902 al<br />

1908, nel periodo in cui il padre ricoprì<br />

l'incarico <strong>di</strong> amministratore del locale Convitto<br />

Nazionale. Palmiro, il più giovane,<br />

futuro <strong>di</strong>rigente del PCI (1893-1964), vi<br />

frequentò l'attiguo Ginnasio, mentre Eugenio<br />

fece i suoi stu<strong>di</strong> al "<strong>De</strong> Simoni" ottenendo<br />

a pieni voti la licenza Fisico-<br />

Matematica. Cresciuto alla scuola <strong>di</strong> Corrado<br />

Segre e Gino Fano, si laureò in Matematica<br />

all'Università <strong>di</strong> Torino, dove fu<br />

libero docente <strong>di</strong> Geometria descrittiva.<br />

Passò poi all'Ateneo <strong>di</strong> Zurigo e infine, nel<br />

1926, a quello <strong>di</strong> Genova. Annoverato fra i<br />

gran<strong>di</strong> matematici del Novecento, fu anche<br />

membro dell'Accademia dei Lincei.<br />

Un cenno merita anche la figura <strong>di</strong> Ugo<br />

Martinola (1890-1957). Diplomato in Fisico-Matematica<br />

nel 1909, si laureò in Ingegneria<br />

civile al Politecnico <strong>di</strong> Torino. Professore<br />

<strong>di</strong> Costruzioni nel nostro <strong>Istituto</strong>,<br />

Busto in bronzo del prof. Fabio Besta.<br />

(Tomba <strong>di</strong> famiglia, Cimitero <strong>di</strong> Sondrio)<br />

Il monumento a Mario Cermenati in piazza<br />

del Grano a Lecco.<br />

Eugenio Togliatti.


esercitò anche la libera professione, progettando<br />

in città un gran numero <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici con<br />

uno stile inconfon<strong>di</strong>bile che caratterizza<br />

«l'immagine urbana della nuova borghesia<br />

sondriese» 20 durante il Venntennio fascista.<br />

Tra le sue opere ricor<strong>di</strong>amo il Monumento<br />

ai caduti <strong>di</strong> Sondrio. (ve<strong>di</strong> p. 110).<br />

Le prime alunne<br />

Su 473 alunni <strong>di</strong>plomati fino al 1915 troviamo<br />

solo 18 ragazze, la prima nel<br />

Ottobre 1914<br />

Alla vigilia della Grande Guerra<br />

Come al solito, l'ottobre 1914 si aprì con la<br />

sessione autunnale degli esami <strong>di</strong> riparazione,<br />

<strong>di</strong> ammissione e <strong>di</strong> licenza e, come al<br />

solito, pochi giorni dopo, il 16 ottobre, alle<br />

ore 9, iniziarono le lezioni del nuovo anno<br />

scolastico, il cinquantesimo dalla fondazione,<br />

un anno che però sarebbe stato <strong>di</strong>verso<br />

dagli altri: i venti <strong>di</strong> guerra soffiavano sull'Europa<br />

e presto avrebbero sconvolto anche<br />

l'Italia. Una delle prove proposte dal<br />

Ministero per l'esame <strong>di</strong> licenza parlava<br />

«delle relazioni dei commerci e delle industrie<br />

con la guerra ».21 .<br />

Per farci un'idea <strong>di</strong> come era allora l'<strong>Istituto</strong>,<br />

dobbiamo limitarci ad un attento esame<br />

del Registro <strong>di</strong> quell'anno, conservato nell'Archivio<br />

della nostra scuola: purtroppo a<br />

quei tempi non si era ancora affermata l'usanza<br />

<strong>di</strong> raccogliere le informazioni più<br />

importanti in un apposito Annuario, come<br />

si sarebbe fatto in seguito, tra il 1924 e il<br />

1930. 22<br />

Il preside Giannetto Besta<br />

In quell'anno era preside il prof. Giannetto<br />

Besta (1850-1933), <strong>di</strong> Teglio, fratello del<br />

i primi 50 anni dell'<strong>Istituto</strong> 15<br />

1896. Due ottennero la licenza <strong>di</strong> Fsico-<br />

Matematica e 16 quella <strong>di</strong> Ragioneria. Una<br />

si laureò, 5 furono impiegate presso un'azienda,<br />

mentre tutte le altre si de<strong>di</strong>carono<br />

alla cura della famiglia.<br />

Erano i primi timi<strong>di</strong> segni del movimento<br />

<strong>di</strong> emancipazione della donna, la quale<br />

fino ad allora era stata relegata al ruolo <strong>di</strong><br />

"angelo del focolare". Le cose cominciarono<br />

a cambiare nel Primo dopoguerra. Infatti<br />

le alunne che ottennero il <strong>di</strong>ploma tra il<br />

1918 e il 1923 furono ben 27.<br />

Ritratto del prof. Giannetto Besta, preside dal<br />

1897 al 1923. (Lapide nella tomba <strong>di</strong> famiglia,<br />

Cimitero <strong>di</strong> Sondrio).<br />

più illustre Fabio, <strong>di</strong> cui abbiamo già parlato<br />

(ve<strong>di</strong> p. 4). Un personaggio che aveva<br />

passato gran parte della sua vita al "<strong>De</strong><br />

Simoni": dopo avervi frequentato il corso<br />

<strong>di</strong> Agrimensura (Geometri), aveva conseguito<br />

la licenza nel 1868 e dal 1875 vi<br />

aveva insegnato Fisica e Chimica, finché,<br />

nel 1897 era stato nominato preside.


16 i primi 50 anni dell'<strong>Istituto</strong><br />

Avrebbe ricoperto tale carica per ben 26<br />

anni, fino al 1923, quando, con l'avvento<br />

del regime fascista e l'introduzione della<br />

Riforma Gentile, gli sarebbe subentrato il<br />

dott. Silio Manfre<strong>di</strong>. Morì a Sondrio nel<br />

1933 e fu sepolto nel Cimitero citta<strong>di</strong>no,<br />

nella cappella gentilizia della famiglia,<br />

accanto al fratello Fabio. 22<br />

Presidente della Giunta <strong>di</strong> Vigilanza era<br />

l'avv. Giuseppe Botterini de Pelosi (1853-<br />

1927), Senatore del Regno dal 1912. La<br />

Giunta sarebbe stata soppressa dalla Riforma<br />

Gentile (1923).<br />

L'organizzazione dell'<strong>Istituto</strong><br />

Il corso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>, cui si poteva accedere<br />

dopo aver ottenuto la licenza tecnica o aver<br />

superato un esame <strong>di</strong> ammissione, era <strong>di</strong>stribuito<br />

su 4 anni.<br />

Il <strong>primo</strong> anno era ad in<strong>di</strong>rizzo comune,<br />

mentre i successivi erano articolati su tre<br />

in<strong>di</strong>rizzi: Fisico-Matematica (FM), Commercio-Ragioneria<br />

(CR) e Agrimensura<br />

(A) (corrispondente all'attuale corso Geometri),<br />

caratterizzati da <strong>di</strong>versi curricoli.<br />

La situazione può essere sintetizzata nella<br />

seguente tabella:<br />

Tab. 3 Quadro riassuntivo dei <strong>di</strong>versi in<strong>di</strong>rizzi attivati nel Regio <strong>Istituto</strong> Tecnico <strong>di</strong><br />

Sondrio, con specificazione dei rispettivi curricoli e degli alunni iscritti nell'anno scolastico<br />

1914-15.<br />

Anni<br />

Alunni<br />

iscritti<br />

I<br />

(comune) 33<br />

II<br />

FM<br />

CR<br />

A<br />

III FM<br />

CR<br />

A<br />

10<br />

7<br />

9<br />

5<br />

9<br />

13<br />

Materie (ore settimanali per materia)<br />

Italiano (6), Francese (3), Storia (3), Geografia (3), Matematica<br />

(6), Storia naturale [Zoologia e Botanica] (3),<br />

Disegno ornamentale(6)<br />

Italiano (5), Francese (3), Tedesco (3), Storia (3), Geografia<br />

(3), Matematica (5), Storia Naturale [Mineralogia<br />

e Geologia] (3), Disegno (6)<br />

Italiano (5), Francese (3), Tedesco (3), Storia (3), Geografia<br />

(3), Matematica (5), Storia Naturale [Mineralogia<br />

e Geologia] (3), Computisteria (4), Calligrafia (2)<br />

Italiano (5), Francese (3), Storia (3), Geografia (3), Matematica<br />

(5), Storia Naturale [Mineralogia e Geologia]<br />

(3), Disegno ornato (2), Disegno <strong>di</strong> Costruzioni (2), Disegno<br />

topografico (6)<br />

Italiano (4), Francese (2), Tedesco (5), Storia (2), Matematica<br />

(5), Fisica (5), Chimica (3), Disegno architettonico<br />

(4)<br />

Italiano (4), Francese (2), Tedesco (4), Storia (2), Fisica<br />

(5), Chimica (3), Ragioneria (5), Economia politica (3),<br />

Diritto civile (3), Calligrafia (1)<br />

Italiano (4), Storia (2), Fisica (5), Chimica (3), Geometria<br />

descrittiva (3), Agraria e contabilità agraria (4), Disegno<br />

<strong>di</strong> Costruzioni (5), Disegno topografico (6)<br />

Totale<br />

ore sett.<br />

30<br />

31<br />

31<br />

32<br />

30<br />

32<br />

32


Anni<br />

IV FM<br />

CR<br />

A<br />

Alunni<br />

iscritti<br />

4<br />

8<br />

11<br />

L'anno scolastico comprendeva 3 trimestri,<br />

che si concludevano con uno scrutinio finale.<br />

Gli esami <strong>di</strong> riparazione per le materie<br />

insufficienti si tenevano a luglio e ad ottobre.<br />

Le lezioni si svolgevano su 6 giorni, dalle<br />

8:30 alle 11:30 e, dopo un intervallo <strong>di</strong> 2<br />

ore, dalle 13:30 alle 16:30.<br />

Gli alunni iscritti erano 110, <strong>di</strong> cui solo 2<br />

femmine (1 a Fisico-Matematica e 1 a<br />

Commercio-Ragioneria). 21 erano nati a<br />

Sondrio, 39 nella provincia <strong>di</strong> Sondrio, 41<br />

in altre province e 9 all'estero. Coloro che<br />

non avevano residenza in città o non potevano<br />

raggiungerla quoti<strong>di</strong>anamente con<br />

mezzi <strong>di</strong> trasporto erano ospitati nel Convitto<br />

Nazionale o nel Collegio Salesiano o<br />

presso famiglie private.<br />

Materie (ore settimanali per materia)<br />

i primi 50 anni dell'<strong>Istituto</strong> 17<br />

Italiano (6), Tedesco (5), Matematica (5), Fisica (3),<br />

Chimica (esercitazioni) (4), Disegno architettonico (6)<br />

Italiano (6), Francese (2), Tedesco (5), Matematica (2),<br />

Ragioneria (9), Scienza finanziaria (4), Diritto commerciale<br />

e amministrativo (4), Calligrafia (2)<br />

Italiano (6), Chimica (esercitazioni) (4), Agraria (3), Estimo<br />

(4), Costruzioni (lezioni, esercitazioni) (5), Topografia<br />

(lezioni, <strong>di</strong>segno, esercitazioni) (9), Legislazione<br />

rurale (2)<br />

Totale<br />

ore sett.<br />

Copertina dell'Albo fotografico realizzato dall'<strong>Istituto</strong> nel 1936 (Anno XIV E.F.), per la<br />

Mostra Didattica Nazionale. (Archivio storico <strong>Istituto</strong> "A. <strong>De</strong> Simoni") Le immagini dell'<strong>Istituto</strong><br />

riprodotte nelle pagine che seguono sono desunte da questo documento.<br />

29<br />

32<br />

33<br />

Il collegio salesiano <strong>di</strong><br />

Sondrio in una foto del<br />

1898 (Archivio storico<br />

Salesiani Sondrio).<br />

Gli alunni residenti fuori<br />

città erano ospitati nel<br />

Collegio salesiano o nel<br />

Convitto nazionale o<br />

presso famiglie private.


18 i primi 50 anni dell'<strong>Istituto</strong><br />

1 2<br />

3<br />

Il Convitto Nazionale <strong>di</strong><br />

Sondrio, con l'attiguo<br />

Liceo-Ginnasio "Piazzi",<br />

in una foto degli anni ‘30.<br />

Si noti, a sinistra<br />

dell'ingresso, la Lapide<br />

commemorativa<br />

dei caduti.<br />

(Archivio A. <strong>De</strong>l Felice)<br />

Come eravamo<br />

(negli anni Trenta)<br />

Foto 1: la Presidenza dell'<strong>Istituto</strong>.<br />

Foto 2: la Segreteria.<br />

Foto 3: la Biblioteca.<br />

Foto 4: l'aula <strong>di</strong> Agraria: il prof. Tito Vigoni,<br />

insegnante <strong>di</strong> Agraria e Estimo dal 1898 al<br />

1925, circondato dai suoi alunni.<br />

Foto 5: l'aula <strong>di</strong> Fisica e Chimica..<br />

Foto 6: il gabinetto <strong>di</strong> Chimica.<br />

Foto 7: il gabinetto <strong>di</strong> Scienze Naturali.<br />

Foto 8: l'aula <strong>di</strong> Disegno.<br />

Foto 9: l'Osservatorio Meteorologico.<br />

Foto 10: l'anemografo dell'Osservatorio<br />

Meteorologico.


4<br />

6<br />

8 9 10<br />

i primi 50 anni dell'<strong>Istituto</strong> 19<br />

5<br />

7<br />

7


20 i primi 50 anni dell'<strong>Istituto</strong><br />

Tutti i presi<strong>di</strong><br />

PRESIDI Luogo <strong>di</strong> nascita<br />

Durata della presidenza<br />

da a<br />

Zanelli Antonio Chieve (CR) febbraio 1866 <strong>di</strong>cembre 1867<br />

Gorini Costantino Milano gennaio 1868 agosto 1869<br />

Pedrazzini Giuseppe Sondrio settembre 1869 maggio 1870<br />

Pelleri Remigio maggio 1870 agosto 1870<br />

Romegialli Francesco Sondrio novembre 1870 novembre 1871<br />

Bressan Carlo Vicenza novembre 1871 febbraio 1874<br />

Polatti Francesco Sondrio febbraio 1874 novembre 1876<br />

Montanari Augusto Parma novembre 1876 <strong>di</strong>cembre 1877<br />

Bressan Carlo Vicenza gennaio 1878 ottobre 1879<br />

Polatti Francesco Sondrio novembre 1879 ottobre 1880<br />

Gorini Costantino Milano novembre 1880 febbraio 1897<br />

Besta Giannetto Teglio (SO) marzo 1897 settembre 1923<br />

Manfre<strong>di</strong> Silio Pavia ottobre 1923 <strong>di</strong>cembre 1933<br />

Ciubelli Andrea Zara gennaio 1934 settembre 1934<br />

Carvin Giuseppe Cherso (Fiume) settembre 1934 settembre 1952<br />

Calcaprina Giovanni ottobre 1952 settembre 1953<br />

Pegreffi Luigi Reggiolo (RE) ottobre 1953 novembre 1959<br />

Boyer Antonio Modane (F) ottobre 1959 settembre 1967<br />

Piacentino Antonino Trapani ottobre 1967 settembre 1968<br />

Bertoletti Fausto Ponte Valt. (SO) ottobre 1968 settembre 1969<br />

Piacentino Antonino Trapani ottobre 1969 settembre 1970<br />

Tarzia Domenico Reggio Calabria ottobre 1970 settembre 1973<br />

Tarzia Domenico (i) Reggio Calabria ottobre 1973 settembre 1978<br />

Tarzia Domenico Reggio Calabria settembre1978 settembre 1979<br />

Mesiti Domenico (i) Cittanova (RC) settembre 1979 settembre 1980<br />

Tarzia prof. Domenico Reggio Calabria ottobre 1980 agosto 1989<br />

Di Gregorio Francesco (i) S. Chirico Raparo (PZ) settembre 1989 agosto 1992<br />

<strong>De</strong>lla Vedova Pietro (i) Tirano (SO) settembre 1992 agosto 1993<br />

Di Gregorio Francesco S. Chirico Raparo (PZ) settembre 1993 agosto 1998<br />

Pelucchi Enrico (i) Lecco settembre 1998 agosto 2000<br />

Martinucci Paolo Chiavenna (SO) settembre 2000 agosto 2006<br />

Pelucchi Enrico Lecco settembre 2006


1865: ottobre<br />

Cronologia essenziale dell'<strong>Istituto</strong><br />

i primi 50 anni dell'<strong>Istituto</strong> 21<br />

Con R. D. viene istituito il Regio <strong>Istituto</strong> Tecnico <strong>di</strong> Sondrio con 2 sezioni:<br />

"Agronomia e agrimensura" e "Meccanica e costruzioni".<br />

1866: gennaio Iniziano le lezioni. Aggiunta sez. "Amministrazione, commercio e ragioneria".<br />

1870 La durata degli stu<strong>di</strong> nell’<strong>Istituto</strong> Tecnico viene innalzata a 4 anni.<br />

1878: fine nov.<br />

1879: agosto<br />

Viene inaugurato il “Fabbricato ad uso delle scuole elementari e tecniche [e<br />

dell’<strong>Istituto</strong> Tecnico, ndr] <strong>di</strong> Sondrio” in via Albosaggia (ora via Vittorio Veneto).<br />

L’e<strong>di</strong>ficio viene de<strong>di</strong>cato alla memoria del “Re liberatore” (Vittorio Eman. II).<br />

Viene introdotto il nuovo or<strong>di</strong>namento degli istituti tecnici, con tre sezioni:<br />

"Fisico-Matematica", "Agrimensura", "Commercio e ragioneria".<br />

1883: agosto<br />

Con R. D. l’istituto è intitolato ad <strong>Alberto</strong> <strong>De</strong> Simoni (1740-1822), grande giurista<br />

valtellinese.<br />

1897-1923 La lunga presidenza <strong>di</strong> Giannetto Besta, fratello del famoso Fabio Besta.<br />

1915-1918<br />

1923: maggio<br />

1923: novembre<br />

1924: maggio<br />

L’Italia in guerra. Molti alunni ed ex-alunni dell’<strong>Istituto</strong> lasciano i banchi o il<br />

lavoro per andare a combattere. Trentasette i caduti.<br />

Entra in vigore la Legge Gentile, che riforma l’or<strong>di</strong>namento scolastico: l’<strong>Istituto</strong><br />

Tecnico conserva le sezioni "Commercio-Ragioneria" e "Agrimensura" (4 anni),<br />

cui si accede dopo tre anni <strong>di</strong> Scuola Tecnica. La sezione "Fisico-<br />

Matematica" confluisce nel Ginnasio superiore e Liceo moderno (2+3 anni),<br />

cui si accede dopo tre anni <strong>di</strong> Ginnasio inferiore.<br />

Le Scuole elementari si trasferiscono nella nuova sede <strong>di</strong> via C. Battisti, per<br />

cui tutto il vecchio e<strong>di</strong>ficio resta in uso della Sc. Tecnica e dell’<strong>Istituto</strong> Tecnico.<br />

Sulla facciata dell’<strong>Istituto</strong> viene inaugurata la lapide commemorativa dei 37<br />

alunni caduti.<br />

L’<strong>Istituto</strong> viene trasferito nella nuova sede <strong>di</strong> via Mazzini.<br />

Il vecchio e<strong>di</strong>ficio ospiterà successivamente la Regia Scuola secondaria <strong>di</strong><br />

1939: novembre avviamento professionale “Luigi Torelli”, poi (dal 1962) l’<strong>Istituto</strong> Professionale<br />

Statale per il Commercio “Fabio Besta” e infine alcuni uffici dell’Amministrazione<br />

provinciale.<br />

1969: ottobre Si apre una sezione staccata dell’<strong>Istituto</strong> a Chiavenna.<br />

1973: ottobre Nasce l’<strong>Istituto</strong> Tecnico per Geometri “M. Quadrio”, con un proprio preside.<br />

1978: settembre Si apre una sezione staccata dell'ITC a Morbegno.<br />

1979: settembre Si apre una sezione staccata dell'ITC a Tirano.<br />

1981: settembre Nell'ITC viene introdotto il corso "Commercio Estero".<br />

1982: settembre<br />

L’<strong>Istituto</strong> viene trasferito al Campus. La sede <strong>di</strong> via Mazzini sarà riadattata per<br />

ospitare il Palazzo <strong>di</strong> Giustizia, dopo che questo lascerà corso Italia.<br />

1983: settembre Nell’ITC “<strong>De</strong> Simoni” viene introdotto il corso "Programmatori".<br />

1984: settembre<br />

1990: settembre<br />

1996: settembre<br />

A Tirano la sez. staccata dell’ITC “<strong>De</strong> Simoni” e quella dell’ITG “Quadrio” si<br />

uniscono fondando l’Ist. Tecnico Commerciale e per Geometri “B. Pinchetti”.<br />

A Morbegno la sezione staccata dell’ITC “<strong>De</strong> Simoni” e quella dell’ITG<br />

“Quadrio” si uniscono fondando l’<strong>Istituto</strong> Tecnico Commerciale e per Geometri<br />

“Pasquale Saraceno”.<br />

L’ITG “Quadrio” viene incorporato nell’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Istruzione</strong> <strong>Superiore</strong> “A. <strong>De</strong><br />

Simoni” come sede associata, insieme all’ITC “<strong>De</strong> Simoni”. I due istituti tornano<br />

sotto un’unica presidenza.


22 i primi 50 anni dell'<strong>Istituto</strong><br />

NOTE<br />

1 R. ISTITUTO TECNICO "ALBERTO DE SIMONI" (1924), p. 3.<br />

2 VISCONTI VENOSTA F. (1986), p. 88.<br />

3 Settimanale nato il 28 giugno 1861 con ispirazione leberal-moderata, dal 1867 assunse<br />

toni democratico-progressisti e antigovernativi. A partire dal 1873 si trovò a combattere<br />

contro il conservatore Corriere valtellinese.<br />

4 SCELSI (1999), p. XXIX.<br />

5 R. ISTITUTO TECNICO "ALBERTO DE SIMONI" (1924), p. 4. Durante lo scontro,<br />

avvenuto il 4 luglio 1866, gli austriaci sconfissero una compagnia <strong>di</strong> bersaglieri comandati<br />

dal maggiore Castellini. Lo battaglia, mal condotta e malissimo organizzata dal comando<br />

locale italiano, provocò 20 morti e 60 feriti.<br />

6 Fabio Besta morì a Tresivio (SO) il 3 ottobre 1921 e venne seppellito nella tomba <strong>di</strong><br />

famiglia del cimitero <strong>di</strong> Sondrio, dove oggi viene ancora ricordato con un busto in bronzo.<br />

(Foto: p. 14) A lui, in Sondrio, è stato intitolato l'<strong>Istituto</strong> Professionale per il Commercio<br />

(1962) e una via in località Moncucco. Nella targa è qualificato come<br />

"matematico". Fu uno dei fondatori della sezione valtellinese del C.A.I.<br />

7 R. ISTITUTO TECNICO "ALBERTO DE SIMONI" (1924), p. 4.<br />

8 R. D. n. 5107 (serie 2) del 16 agosto 1879.<br />

9 La Valtellina, 12 gennaio 1877.<br />

10 Le citazioni sono desunte dalla documentazione conservata nell'Archivio storico del co<br />

mune <strong>di</strong> Sondrio .<br />

11 LEONI Battista, Dizionario biografico <strong>di</strong> Valtellinesi e Valchiavennaschi, in<br />

<br />

12 R. ISTITUTO TECNICO "ALBERTO DE SIMONI" (1924), p. 5.<br />

13 Elaborazione <strong>di</strong> dati ripresi dal Bollettino Ufficiale Ministero della Pubblica istruzione.<br />

14 Elaborazione <strong>di</strong> dati ripresi da Annuario 1923-1924.<br />

15 DI POL (2000), p. 107.<br />

16 DI POL (2000), p. 113-114.<br />

17 R. ISTITUTO TECNICO "ALBERTO DE SIMONI" (1924), p. 5-7.<br />

18 Il documento è conservato nell'Archivio Storico della Provincia <strong>di</strong> Sondrio.<br />

19 I dati sono desunti dall'Albo degli insegnanti e degli alunni dei quali il R. <strong>Istituto</strong> Tecnico<br />

<strong>di</strong> Sondrio conobbe le fatiche e vanta il ricordo (1925), p. 13-24.<br />

20 GUERRA (2001), p. 79.<br />

21 La Valtellina, 3 ottobre 1914<br />

22 Presso la Biblioteca Civica "Pio Rajna" <strong>di</strong> Sondrio sono consultabili gli Annuari degli<br />

anni scolastici 1923-24, 1925-26, 1926-27, 1927-28, 1928-29 e 1929-30. Non abbiamo<br />

trovato alcuna copia dell'Annuario del 1924-25.<br />

23 Sulla lapide del prof. Giannetto Besta è incisa la seguente iscrizione: «NOB. GIANNET-<br />

TO BESTA // QUINDICENNE A PENA VOLONTARIO / NELLA GUERRA PER LA<br />

REDENZIONE D’ITALIA / E CON IL CUORE ARDENTE / PARTECIPÒ POI SEM-<br />

PRE / PER LA PIÙ GRANDE UNITÀ NAZIONALE // PRESIDE BENEMERITO /<br />

NEI REGI ISTITUTI TECNICI / ISPIRÒ NEI GIOVANI / ALTA EDUCAZIONE ED<br />

ELEVATO AMOR PATRIO».

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