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Poesia e teatro L'apparizione di Angelica - Palumbo Editore

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da<br />

G. Tomasi <strong>di</strong> Lampedusa, Il<br />

Gattopardo, Feltrinelli, Milano<br />

1958<br />

1 Don Calogero: Don Calogero<br />

Sedàra è il nuovo sindaco <strong>di</strong><br />

Donnafugata: un borghese <strong>di</strong><br />

umili origini che si è arricchito<br />

ed ha fatto carriera in politica.<br />

2 un pensiero <strong>di</strong> levità parigina:<br />

l’osservazione sul ritardo<br />

delle donne è frivola ed elegante<br />

insieme, degna della proverbiale<br />

galanteria parigina, ma<br />

don Calogero la esprime grossolanamente.<br />

3 non furono capaci mai: alcuni<br />

non furono mai capaci <strong>di</strong><br />

vedere alcun <strong>di</strong>fetto in <strong>Angelica</strong>.<br />

Il narratore, mentre descrive<br />

la bellezza <strong>di</strong> <strong>Angelica</strong>, si <strong>di</strong>sco-<br />

M.R. Tabellini, P. Fertitta, F. Tozzi, Le opere e il tempo [G.B. <strong>Palumbo</strong> E<strong>di</strong>tore]<br />

<strong>Poesia</strong> e <strong>teatro</strong><br />

Modulo 2 La poesia ieri e oggi<br />

sta dall’ammirazione incon<strong>di</strong>zionata,<br />

suggerendo una visione<br />

critica e pluriprospettica del<br />

personaggio.<br />

4 gli occhi ver<strong>di</strong> albeggiavano:<br />

mandavano una luce simile<br />

on line 13<br />

pagina 1<br />

Unità <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento 2 L’amore e la figura femminile<br />

Giuseppe Tomasi <strong>di</strong> Lampedusa<br />

L’apparizione <strong>di</strong> <strong>Angelica</strong><br />

L’opera Il Gattopardo Sono innumerevoli le pagine letterarie che raccontano l’effetto che fa l’apparizione<br />

<strong>di</strong> una bellezza femminile. Ne è un esempio il brano che segue, tratto dal romanzo Il Gattopardo <strong>di</strong><br />

Giuseppe Tomasi <strong>di</strong> Lampedusa. La vicenda si svolge al tempo dello sbarco dei garibal<strong>di</strong>ni in Sicilia.<br />

L’isola è in fermento: l’antica nobiltà feudale vede profilarsi l’imminente rovina, la borghesia faccen<strong>di</strong>era<br />

è pronta a prenderne il posto. Il romanzo è presentato nel volume <strong>di</strong> Narrativa a p. 787). Ne ripren<strong>di</strong>amo il passo<br />

dell’entrata in scena <strong>di</strong> <strong>Angelica</strong>, la bellissima figlia del furbo arricchito don Calogero, perché tu possa verificare<br />

<strong>di</strong>rettamente come lo<br />

stesso tema assuma<br />

un’espressione e un significato<br />

<strong>di</strong>versi nel passaggio<br />

tra il genere della lirica<br />

e quello del romanzo.<br />

Il testo<br />

Il principe don Fabrizio ha sempre tenuto al carattere solenne del pranzo<br />

che inaugura il soggiorno estivo della famiglia nel palazzo <strong>di</strong> Donnafugata.<br />

Sotto i paralumi <strong>di</strong> merletto, i lumi a petrolio illuminano i ritratti<br />

degli antenati, ormai ridotti a vaghi ricor<strong>di</strong>. Il principe e la principessa<br />

con i figli più gran<strong>di</strong>, insieme al nipote Tancre<strong>di</strong>, aspettano gli ultimi invitati. Sono<br />

arrivati quasi tutti, dall’Arciprete al rozzo ma ricco don Calogero. Solo la bella <strong>Angelica</strong><br />

si fa aspettare.<br />

Don Calogero 1 si avanzava con la mano tesa e inguantata verso la Principessa: “Mia<br />

figlia chiede scusa; non era ancora del tutto pronta. Vostra Eccellenza sa come sono<br />

le femmine in queste occasioni” aggiunse esprimendo in termini quasi vernacoli<br />

un pensiero <strong>di</strong> levità parigina. 2 “Ma sarà qui fra un attimo; da casa nostra sono due<br />

passi, come sapete”.<br />

L’attimo durò cinque minuti; poi la porta si aprì ed entrò <strong>Angelica</strong>. La prima impressione<br />

fu <strong>di</strong> abbagliata sorpresa. I Salina rimasero col fiato in gola: Tancre<strong>di</strong> sentì<br />

ad<strong>di</strong>rittura come gli pulsassero le vene nelle tempie. Sotto l’urto che ricevettero<br />

dall’impeto della sua bellezza gli uomini rimasero incapaci <strong>di</strong> notare, analizzandola,<br />

i non pochi <strong>di</strong>fetti che questa bellezza aveva; molte dovevano essere le persone che<br />

<strong>di</strong> questo lavorio critico non furono capaci mai. 3 Era alta e ben fatta, in base a generosi<br />

criteri; la carnagione sua doveva possedere il sapore della crema fresca alla quale<br />

rassomigliava, la bocca infantile quello delle fragole. Sotto la massa dei capelli color<br />

<strong>di</strong> notte avvolti in soavi ondulazioni, gli occhi ver<strong>di</strong> albeggiavano, 4 immoti come<br />

quelli delle statue e, com’essi, un po’ crudeli. Procedeva lenta, facendo roteare<br />

intorno a sé l’ampia gonna bianca e recava nella persona la pacatezza, l’invincibilità<br />

della donna <strong>di</strong> sicura bellezza. Molti mesi dopo soltanto si seppe che al momento<br />

<strong>di</strong> quel suo ingresso trionfale essa era stata sul punto <strong>di</strong> svenire per l’ansia.<br />

Non si curò del Principe che correva verso <strong>di</strong> lei, oltrepassò Tancre<strong>di</strong> che le sorrideva<br />

trasognato; <strong>di</strong>nanzi alla poltrona della Principessa la sua groppa stupenda 5 <strong>di</strong>segnò<br />

un lieve inchino, e questa forma <strong>di</strong> omaggio, inconsueta in Sicilia, le conferì<br />

un istante il fascino dell’esotismo in aggiunta a quello della bellezza paesana. “<strong>Angelica</strong><br />

mia, da quanto tempo non ti avevo vista. Sei molto cambiata; e non in peggio!”. La<br />

Principessa non credeva ai propri occhi: ricordava la tre<strong>di</strong>cenne poco curata e bruttina<br />

<strong>di</strong> quattro anni prima e non riusciva a farne combaciare l’immagine con quella dell’adolescente<br />

voluttuosa che le stava davanti. Il Principe non aveva ricor<strong>di</strong> da rior<strong>di</strong>nare;<br />

aveva soltanto previsioni da capovolgere. […] Vecchio cavallo da battaglia co-<br />

a quella dell’alba. È una metafora<br />

che, mentre loda gli occhi<br />

<strong>di</strong> <strong>Angelica</strong>, ne suggerisce anche<br />

un certo gelo.<br />

5 la sua groppa stupenda: la<br />

schiena. Il termine suggerisce<br />

un che <strong>di</strong> animalesco, e sembra<br />

essere adatto piuttosto ad una<br />

cavalla: in linea peraltro con la<br />

bellezza <strong>di</strong> <strong>Angelica</strong>, che il narratore<br />

più avanti definirà «greve».


6 Vecchio cavallo… lo trovò<br />

pronto: il principe è un vecchio<br />

combattente in fatto <strong>di</strong><br />

battaglie amorose, e non rimane<br />

insensibile al richiamo sensuale<br />

della ragazza.<br />

7 alla Duchessa… <strong>di</strong> Lampe-<br />

La situazione<br />

M.R. Tabellini, P. Fertitta, F. Tozzi, Le opere e il tempo [G.B. <strong>Palumbo</strong> E<strong>di</strong>tore]<br />

<strong>Poesia</strong> e <strong>teatro</strong><br />

Modulo 2 La poesia ieri e oggi<br />

Giuseppe Tomasi <strong>di</strong> Lampedusa L’apparizione <strong>di</strong> <strong>Angelica</strong><br />

m’era, lo squillo della grazia femminile lo trovò pronto 6 ed egli si rivolse alla ragazza<br />

con tutto il grazioso ossequio che avrebbe adoperato parlando alla Duchessa <strong>di</strong><br />

Bovino o alla Principessa <strong>di</strong> Lampedusa. 7 “È una fortuna per noi, signorina <strong>Angelica</strong>,<br />

<strong>di</strong> avere accolto un fiore tanto bello nella nostra casa; e spero che avremo il piacere<br />

<strong>di</strong> rivederlo spesso”. “Grazie, principe; vedo che la Sua bontà per me è uguale a quella<br />

che ha sempre <strong>di</strong>mostrato al mio caro papà”. 8 La voce era bella, bassa <strong>di</strong> tono, un po’<br />

troppo sorvegliata forse; ed il collegio fiorentino 9 aveva cancellato lo strascichío dell’accento<br />

girgentano; <strong>di</strong> siciliano, nelle parole, rimaneva solo l’asprezza delle consonanti<br />

che del resto si armonizzavano benissimo con la sua venustà 10 chiara ma greve.<br />

dusa. Il principe si rivolge alla<br />

borghese <strong>Angelica</strong> con la stessa<br />

galanteria che avrebbe riservato<br />

ad una nobildonna <strong>di</strong> antico lignaggio,<br />

come i due citati.<br />

8 “Grazie… al mio caro papà”:<br />

le parole <strong>di</strong> <strong>Angelica</strong> sono<br />

<strong>Angelica</strong>, o la bellezza in letteratura. È fuor<br />

<strong>di</strong> dubbio che il nome <strong>Angelica</strong> richiama imme<strong>di</strong>atamente<br />

l’idea della bellezza. “<strong>Angelica</strong> forma”, “angelica<br />

sembianza”, “angelica figura” sono le immagini che lo<br />

Stil novo e Petrarca hanno consegnato alla tra<strong>di</strong>zione<br />

poetica. La metafora della donna bella come un angelo,<br />

infatti, ha lasciato il segno nella letteratura e nell’immaginario<br />

popolare anche quando al termine “angelo”<br />

sono venute meno tutte le implicazioni religiose. <strong>Angelica</strong><br />

appare come nome della bellezza alla fine del Quattrocento,<br />

nell’Orlando innamorato <strong>di</strong> Matteo Maria Boiardo,<br />

un poema cavalleresco dove si narra dell’innamoramento<br />

<strong>di</strong> Orlando pala<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Carlo Magno per la<br />

bellissima <strong>Angelica</strong>, figlia del re del favoloso Catai. Il<br />

poema, rimasto incompiuto, venne ripreso agli inizi del<br />

Cinquecento dall’Ariosto, che trasformò l’innamorato<br />

Orlando in Orlando furioso, sempre per amore e sempre<br />

per <strong>Angelica</strong>, facendone un capolavoro <strong>di</strong> poesia e <strong>di</strong><br />

ironica saggezza, dove <strong>Angelica</strong>, dopo aver rifiutato tutti<br />

i migliori partiti sulla piazza, finisce sposa <strong>di</strong> un umile<br />

fante. Se <strong>Angelica</strong> scompare dalla scena del Furioso,<br />

ricompare ben presto con altre fattezze, ma sempre<br />

bellissima, in un’infinità <strong>di</strong> opere letterarie: dall’<strong>Angelica</strong><br />

Marchesa degli Angeli, protagonista <strong>di</strong> tre<strong>di</strong>ci romanzi<br />

ambientati nella Francia del XVII secolo, all’<strong>Angelica</strong><br />

del Gattopardo, fino alle Angeliche <strong>di</strong> oggi. Si chiama<br />

<strong>Angelica</strong>, per esempio, anche la bella e sfuggente stu<strong>di</strong>osa<br />

che fa da filo conduttore del romanzo Il professore<br />

va al congresso <strong>di</strong> David Lodge, un libro satirico scritto<br />

da un docente universitario che è una paro<strong>di</strong>a dei poemi<br />

cavallereschi, dove i cavalieri erranti sono sostituiti<br />

da frenetici professori universitari perennemente in giro<br />

per il globo a rincorrersi nei congressi più <strong>di</strong>sparati.<br />

on line 13<br />

pagina 2<br />

Unità <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento 2 L’amore e la figura femminile<br />

educate, ma non mancano <strong>di</strong><br />

ipocrisia.<br />

9 il collegio fiorentino: il ricco<br />

don Calogero si era potuto<br />

permettere <strong>di</strong> mandare la figlia<br />

in collegio a Firenze: là <strong>Angelica</strong><br />

si era liberata dal natio ac-<br />

cento «girgentano», ossia <strong>di</strong> Girgenti<br />

(oggi Agrigento).<br />

10 venustà: bellezza femminile.<br />

La parola è coniata sul nome<br />

<strong>di</strong> Venere, dea della bellezza<br />

(Venus in latino).<br />

L’autore Giuseppe Tomasi <strong>di</strong> Lampedusa nacque a Palermo,<br />

nel 1896, da una famiglia <strong>di</strong> antica nobiltà. Laureatosi<br />

in Giurisprudenza a Torino, coltivò in segreto la<br />

sua passione per la letteratura. Morì a Roma nel 1957.<br />

Tutte le sue opere sono uscite postume, compreso Il Gattopardo,<br />

che uscì in una prima e<strong>di</strong>zione nel 1958 grazie<br />

all’intuito dell’e<strong>di</strong>tore Giangiacomo Feltrinelli, e fu un vero<br />

e proprio caso letterario per l’imme<strong>di</strong>ato successo <strong>di</strong> pubblico.<br />

(Maggiori in<strong>di</strong>cazioni si trovano nel volume <strong>di</strong> Narrativa<br />

a p. 787).<br />

Jean-Auguste-Dominique Ingres, <strong>Angelica</strong> e Ruggero, 1819.<br />

Museo del Louvre, Parigi.


Guida alla lettura<br />

M.R. Tabellini, P. Fertitta, F. Tozzi, Le opere e il tempo [G.B. <strong>Palumbo</strong> E<strong>di</strong>tore]<br />

<strong>Poesia</strong> e <strong>teatro</strong><br />

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pagina 3<br />

Modulo 2 La poesia ieri e oggi<br />

Unità <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento 2 L’amore e la figura femminile<br />

Giuseppe Tomasi <strong>di</strong> Lampedusa L’apparizione <strong>di</strong> <strong>Angelica</strong><br />

Le forme<br />

Se in una poesia – ad esempio nel sonetto Tanto gentile<br />

<strong>di</strong> Dante – l’apparizione della bellezza è concentrata<br />

in un’immagine sospesa fuori dal tempo, in un romanzo,<br />

invece, essa trova un respiro ampio e descrittivo:<br />

emergono i dettagli, l’ambiente, i personaggi <strong>di</strong> contorno.<br />

Il narratore può soffermarsi sulle reazioni dei<br />

singoli, e può soprattutto <strong>di</strong>rci com’è davvero l’aspetto<br />

della ragazza in questione. L’episo<strong>di</strong>o dell’entrata <strong>di</strong><br />

<strong>Angelica</strong> è guidato dallo scrittore con mano <strong>di</strong> vero regista.<br />

Dapprima c’è l’attesa, che serve ad aumentare<br />

la curiosità, poi l’entrata, quin<strong>di</strong> il lettore è chiamato<br />

a “vedere” <strong>Angelica</strong> <strong>di</strong> fronte, nella sua bellezza statuaria,<br />

e poi da <strong>di</strong>verse angolazioni: il narratore si sofferma<br />

infatti sull’effetto formidabile della comparsa<br />

della ragazza, ma non manca <strong>di</strong> notare che non è priva<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>fetti, col risultato <strong>di</strong> rendere il lettore complice <strong>di</strong><br />

una visione critica nel momento stesso in cui lo affascina<br />

soffermandosi sulle particolarità sensuali della<br />

ragazza: la pelle <strong>di</strong> crema fresca, i capelli ondulati, gli<br />

occhi un po’ crudeli, la gonna che ondeggia accompagnandone<br />

l’incedere.<br />

Lavorare sul testo<br />

Per comprendere<br />

Rintraccia nel testo gli effetti dell’apparizione <strong>di</strong> <strong>Angelica</strong><br />

sugli invitati al palazzo del principe, sottolineando<br />

o trascrivendo i singoli passaggi.<br />

– Qual è la prima impressione suscitata?<br />

– Alla vista <strong>di</strong> <strong>Angelica</strong>, quale impressione hanno<br />

i Salina nel complesso, e poi i singoli appartenenti<br />

alla famiglia (Tancre<strong>di</strong>, la principessa, il<br />

principe)?<br />

Ripercorri sul testo la descrizione <strong>di</strong> <strong>Angelica</strong>: quali<br />

aspetti vengono descritti per primi? Quali via via<br />

che la ragazza procede nella sala?<br />

La descrizione <strong>di</strong> <strong>Angelica</strong> segue un proce<strong>di</strong>mento<br />

cinematografico: in quali momenti <strong>Angelica</strong> appare<br />

a figura intera? In quali in primo piano?<br />

Il narratore suggerisce nell’aspetto e nell’atteggiamento<br />

<strong>di</strong> <strong>Angelica</strong>, oltre allo splendore, anche qualche<br />

tratto che potremmo definire non “angelico”,<br />

I temi<br />

L’ambivalenza della descrizione <strong>di</strong> <strong>Angelica</strong> pre<strong>di</strong>spone<br />

il lettore al significato sociologico del passo. Balza evidente<br />

infatti il confronto tra la nobiltà ingessata e la<br />

vitalità borghese <strong>di</strong> <strong>Angelica</strong>: la ragazza infatti può<br />

contare sulla bellezza e soprattutto su una dote consistente,<br />

che non mancherà <strong>di</strong> attirare Tancre<strong>di</strong>. Che<br />

<strong>Angelica</strong> fosse intimorita, ce lo rivela il narratore; ma<br />

al suo ingresso sa apparire padrona <strong>di</strong> sé e destreggiarsi<br />

abilmente. Va <strong>di</strong>ritta alla principessa e la onora<br />

<strong>di</strong> un inchino, e a don Fabrizio <strong>di</strong>ce: «la Sua bontà per<br />

me è uguale a quella che ha sempre <strong>di</strong>mostrato al mio<br />

caro papà», rovesciando abilmente la reale avversione<br />

del principe verso il borioso don Calogero, che da umili<br />

origini si è arricchito trafficando con la politica. In sintesi,<br />

il tema della bellezza nel romanzo non si esaurisce<br />

in sé, ma è inserito dentro una storia. Attraverso<br />

la bellezza sensuale <strong>di</strong> <strong>Angelica</strong>, la vita irrompe, con<br />

il fascino prepotente della giovinezza e del denaro,<br />

dentro la nobiltà congelata ed immobile come le mura<br />

del palazzo che abita: è il punto <strong>di</strong> rottura <strong>di</strong> un equilibrio<br />

secolare, che vedrà coinvolti borghesia e nobiltà,<br />

con l’ineluttabile <strong>di</strong>sfacimento del mondo ormai stantio<br />

che quest’ultima rappresenta.<br />

in qualche caso ad<strong>di</strong>rittura animalesco. Con quali<br />

termini, in particolare?<br />

La lingua<br />

Il principe Fabrizio alla vista <strong>di</strong> <strong>Angelica</strong> è rappresentato<br />

con una metafora <strong>di</strong> notevole effetto. Rintracciala<br />

nel testo e spiegala.<br />

Per interpretare<br />

Confronta l’apparizione <strong>di</strong> <strong>Angelica</strong> con quella <strong>di</strong><br />

Beatrice nel sonetto «Tanto gentile…» (Modulo 2, p.<br />

109). Qui sotto trovi elencati <strong>di</strong>versi aspetti; segna<br />

con A gli enunciati che ritieni attinenti all’apparizione<br />

<strong>di</strong> <strong>Angelica</strong>; con B quelli attinenti a Beatrice; con<br />

AB quelli che ti sembrano adatti sia all’una sia all’altra<br />

figura femminile<br />

A viene rappresentata mentre incede tra la gente<br />

B emana un’aura <strong>di</strong> sensualità<br />

C al primo apparire fa un effetto quasi paralizzante


M.R. Tabellini, P. Fertitta, F. Tozzi, Le opere e il tempo [G.B. <strong>Palumbo</strong> E<strong>di</strong>tore]<br />

<strong>Poesia</strong> e <strong>teatro</strong><br />

on line 13<br />

pagina 4<br />

Modulo 2 La poesia ieri e oggi<br />

Unità <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento 2 L’amore e la figura femminile<br />

Giuseppe Tomasi <strong>di</strong> Lampedusa L’apparizione <strong>di</strong> <strong>Angelica</strong><br />

D sappiamo il colore dei suoi occhi<br />

E ha un atteggiamento <strong>di</strong> benigna umiltà<br />

F<br />

la sua apparizione avviene in un luogo e in un<br />

tempo definiti<br />

G eleva l’animo <strong>di</strong> chi la vede<br />

H è avvolta da un alone <strong>di</strong> grazia<br />

Confronta la descrizione <strong>di</strong> <strong>Angelica</strong> con quella <strong>di</strong><br />

Laura nel sonetto «Erano i capei d’oro…» (Modulo<br />

2, p. 118). In che cosa <strong>di</strong>fferisce l’io lirico della poesia<br />

dall’io narrante della prosa? Attribuisci ciascuna<br />

delle seguenti definizioni rispettivamente all’io lirico<br />

o all’io narrante<br />

A rappresenta la figura femminile in una situazione<br />

concreta<br />

B esprime il proprio mondo poetico e i propri sentimenti<br />

C descrive l’immagine femminile attraverso la lente<br />

della propria memoria<br />

D descrive l’immagine femminile attraverso l’impressione<br />

che ne hanno i <strong>di</strong>versi personaggi

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