Nelle Valli Bolognesi - Inverno 2012 - EmilBanca
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AppenninoSlow incontra<br />
Un itinerario per apprezzare lo sfarzo di ville e castelli rurali, piccoli borghi<br />
in balia delle correnti dei fiumi, oasi incontaminate e ingegnose opere<br />
che sono servite a portare le coltivazioni dove un tempo c’era la palude<br />
A spasso per la Bassa lungo vie fluviali<br />
di Franco Pelacani<br />
Il percorso che proponiamo<br />
segue gli storici corsi d’acqua<br />
della nostra pianura, le antiche<br />
vie di comunicazione tra<br />
la città e la campagna, più precisamente<br />
il Canale Navile e il<br />
Fiume Reno.<br />
Partendo da Bologna lungo<br />
il corso del Canale Navile<br />
si incontra la città di Castel<br />
Maggiore nella sua frazione<br />
Castello, anticamente Castagnolo<br />
Maggiore, per giungere<br />
nel Comune di Bentivoglio<br />
nei pressi della frazione San<br />
Marino dove si trova il Museo<br />
della Civiltà Contadina;<br />
quest’ultimo, custode dell’antica<br />
tradizione rurale delle<br />
nostre campagne, ospita mostre<br />
permanenti e ricostruzioni<br />
dei luoghi contadini nello<br />
splendido contesto della Villa<br />
Smeraldi e dell’immenso parco<br />
secolare.<br />
Il Museo è aperto al pubblico<br />
e organizza periodicamente<br />
appuntamenti e iniziative<br />
che celebrano la cultura<br />
contadina.<br />
Proseguendo lungo il corso<br />
del canale si approda a<br />
Bentivoglio, storica località<br />
Nei sabati di gennaio,<br />
febbraio e marzo è possibile<br />
effettuare l’initerario assieme<br />
ad una guida prenotandosi<br />
presso l’associazione<br />
Orizzonti di Pianura<br />
mandando una mail a:<br />
associazione@<br />
orizzontidipianura.it - Per info:<br />
www.orizzontidipianura.it<br />
che deve il proprio nome alla<br />
antica Signoria Bolognese; a<br />
ridosso delle sponde si trovano<br />
lo splendido Palazzo Rosso<br />
con le pregevoli pitture murali<br />
della Sala dello Zodiaco e il<br />
castello di Bentivoglio, dimora<br />
rinascimentale che ospita gli<br />
affreschi della Sala del Pane.<br />
Il castello non è aperto al<br />
pubblico ma è possibile organizzare<br />
visite guidate per<br />
gruppi direttamente con l’Amministrazione<br />
comunale.<br />
Prima di arrivare nel Comune<br />
di Malalbergo e affluire<br />
nel fiume Reno, il Canale<br />
Navile, sempre a Bentivoglio,<br />
attraversa il parco dell’Oasi<br />
Naturalistica La Rizza: un vasto<br />
territorio rinaturalizzato<br />
con boschi, vasche d’acqua,<br />
siepi e fossati, una monumentale<br />
esplosione della natura<br />
che ospita numerose specie di<br />
uccelli, tra le quali la Cicogna<br />
Bianca, in un contesto costruito<br />
per ospitare i visitatori. Qui<br />
si trovano un centro visite con<br />
annesso ristorante e ostello,<br />
un’aula didattica per le attività<br />
di laboratorio proposti<br />
dall’Oasi, punti di avvistamento<br />
e capanni per gli appassionati<br />
di birdwatching.<br />
Spostandoci verso ovest<br />
in direzione Cento si incontra<br />
il Reno che attraversa i comuni<br />
di Pieve di Cento, Castello<br />
d’Argile per giungere ad Argelato<br />
nella sua frazione di<br />
Volta Reno; imboccando la<br />
Via delle Lame ci si addentra<br />
nello splendido viale alberato<br />
che porta a Villa Talon, spettacolare<br />
villa di campagna<br />
della nobile famiglia bolognese,<br />
per arrivare a un piccolo<br />
angolo di pace dove si trova<br />
l’antico oratorio del Savignano;<br />
proseguendo sulla strada,<br />
entrando e uscendo dalla golena<br />
del fiume si giunge alla<br />
frazione di Malacappa, suggestivo<br />
borgo sviluppatosi<br />
all’interno della golena del<br />
fiume dove si trova l’antica<br />
azienda agricola Arpinati, un<br />
raro esempio di avanzata tecnologia<br />
agraria dell’inizio del<br />
secolo scorso.<br />
Proseguendo si arriva al<br />
comune di Castel Maggiore<br />
nella frazione di Trebbo per<br />
raggiungere nuovamente la<br />
città di Bologna.<br />
PER POSTA NELLE VALLI BOLOGNESI<br />
Se vuoi ricevere a casa i numeri di “<strong>Nelle</strong> <strong>Valli</strong> <strong>Bolognesi</strong>” al costo del solo contributo delle spese<br />
di spedizione, scrivi a:<br />
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AppenninoSlow – Viale Risorgimento, 1 40065 Pianoro - Bo<br />
Il prezzo per ogni numero che si desidera ricevere è di € 2,50 quale rimborso spese da versare<br />
con bollettino di c/c postale n° 000099351173 intestato a Consorzio IdiceSavenaSetta<br />
Potrai comunque trovare la rivista gratuitamente in tanti punti nel territorio.<br />
La saggezza della cultura contadina<br />
nei proverbi di una volta<br />
Le notti d’inverno a lume di candela<br />
Per Senta Luzèia<br />
la giurneda piò curta<br />
ch’a si séia<br />
per Santa Lucia ( 13 dicembre)<br />
la giornata più corta che ci sia<br />
Che non è vero, il solstizio d’inverno<br />
infatti cade il 21 dicembre.<br />
Ma certo non fu la rima a trarre<br />
sul giorno della Santa protettrice<br />
della vista la notte più lunga: si<br />
temeva il buio della notte invernale<br />
come si temeva la cecità. Per<br />
di più – prima del 1582 quando<br />
papa Gregorio XIII, riformando<br />
calendario giuliano che era<br />
in ritardo rispetto al corso del<br />
sole, tolse quell’anno 11 giorni<br />
al mese di dicembre – v’era stato<br />
un tempo in cui il solstizio invernale<br />
avveniva di fatto intorno al<br />
giorno di Santa Lucia.<br />
Come che sia, con l’appressarsi<br />
dell’inverno le giornate s’accorciano,<br />
ma oggi appena ci se ne<br />
accorge. Luci abbaglianti nelle<br />
vie e nelle abitazioni tengono<br />
luogo del sole, e le tenebre fuori<br />
paiono meno spesse, bucate dagli<br />
innumerevoli fari delle auto e<br />
dai mille colori delle insegne al<br />
neon.<br />
Una volta invece, prima dell’avvento<br />
dell’elettricità, il buio<br />
sopraggiungeva in fretta e impenetrabile.<br />
Nella nostra montagna<br />
nessun lampione, o rari e<br />
fiochi nei borghi, nelle case parche<br />
candele, lumini a petrolio,<br />
a olio, a carburo o solo la fiamma<br />
del focolare. Ce lo conferma<br />
questa ninna nanna con le parole<br />
che la madre rivolge al figlioletto<br />
nell’addormentarlo:<br />
Fa la nana fala pur<br />
Ch’andarém pò a lèt a e bur<br />
Con la lóm senza stupín<br />
Fa la nana e me mimín.<br />
Fai la nanna falla pure<br />
che andremo poi a letto al buio<br />
con il lume senza stoppino<br />
fa la nanna o mio bambino.<br />
Il nonno racconta<br />
La notte premeva tetra ai vetri,<br />
alle porte. Ogni fruscio, ogni rumore,<br />
ogni passo diveniva misterioso.<br />
S’andava a letto presto<br />
e ci si affidava alla misericordia<br />
di Dio.<br />
Del resto motivazioni a pregare,<br />
a rivolgersi al cielo i montanari<br />
ne avevano in abbondanza,<br />
soprattutto al calare angoscioso<br />
della notte. Il raccolto, unica<br />
risorsa al vivere, cresceva nei<br />
campi affidato alla Provvidenza<br />
e ai Santi – non c’era riparo<br />
contro tempeste, gelo o siccità<br />
– e la stessa salute era un bene<br />
precario, lontani i dottori e sconosciute<br />
le medicine: in caso<br />
di malore improvviso non vi<br />
sarebbe stato rimedio se non di<br />
preghiere.<br />
In aggiunta la notte, cupa di tenebre<br />
quando non c’era la luna,<br />
troppi spiriti maligni e morti in<br />
pena, secondo la comune credenza,<br />
vagavano a impaurire i<br />
vivi.<br />
E il diavolo era pronto ad artigliare<br />
i peccatori impenitenti<br />
che non s’affidavano a protettori<br />
ultraterreni. Quindi rosari e trepide<br />
orazioni prima di rifugiarsi<br />
nel sonno. Come la seguente:<br />
A let a let a m’in vò<br />
tott i Sent a ciamarò<br />
tri da có e tri da pé<br />
tott i Sent iin me fradé<br />
la Madona séia me méder<br />
sen Iusèf séia me péder<br />
ch’a posa durmir sèiuv<br />
sicurament<br />
senza pòra né spavent.<br />
O Signor avgnì un pó in só<br />
perché an so s’a m’alzarò pió.<br />
A letto a letto me ne vo<br />
tutti i Santi chiamerò<br />
tre da capo e tre da piedi<br />
tutti Santi sono miei fratelli<br />
la Madonna sia mia madre<br />
san Giuseppe sia mio padre<br />
che io possa dormire<br />
salvo sicuramente<br />
senza paura né spavento.<br />
O Signore venite<br />
un po’ su perché<br />
io non so se m’alzerò più.<br />
Adriano Simoncini<br />
L’autore<br />
OPERE PRINCIPALI:<br />
Il crepuscolo<br />
della civiltà contadina<br />
Grafis, 1983 - esaurito<br />
Ugone eroe, Oscar<br />
Mondadori, 1990 - esaurito<br />
Il tempo delle favole<br />
Edagricole, 1992 - esaurito<br />
Ai cancelli del vento<br />
in proprio, 2001 - esaurito<br />
Fòia tonda. Detti e fatti<br />
della montagna d’un tempo<br />
Gruppo di Studi Savena<br />
Setta Sambro, 2006<br />
Vacanza erotica con rapina<br />
(...e altri racconti)<br />
in proprio, 2006.<br />
L’AUTORE SEGNALA<br />
l SAVENA SETTA<br />
SAMBRO<br />
è una rivista semestrale<br />
(esce a dicembre e a giugno)<br />
di storia, tradizioni, cultura<br />
e ambiente che da oltre<br />
vent’anni racconta le nostre<br />
valli. È pubblicata a cura<br />
dell’omonimo Gruppo<br />
di Studi ed è acquistabile<br />
nelle edicole<br />
o con abbonamento.<br />
Per informazioni:<br />
tel. 051-777718,<br />
e-mail: redazione@<br />
savenasetta<br />
sambro.com<br />
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